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CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA

Eretta su un'antica chiesetta preesistente dedicata alla Madonna dell’Assunta, a


partire dal 1815 quando sono iniziati i lavori, la Chiesa Madre ha subito tutta una
serie di trasformazioni ed ampliamenti.
E’ caratterizzata dalla facciata in stile neoclassico, che è costituita da un
paramento di conci di pietra locale disposti a corsi regolari. Attualmente si
presenta come un'imponente chiesa dalla pianta a tre navate divise da pilastri
polistili, ornati da capitelli ionici.
La navata centrale è a tre campate. La seconda è coperta da una cupola, dipinta
a cielo stellato e sormontata da una lanterna. La cupola fu terminata nel 1836,
come è testimoniato dalla scritta sul bordo del cappellone.
Le volte delle navate laterali sono a botte, solcate da unghie in cui sono
raffigurati con dipinti i dodici apostoli.
Tutti gli affreschi della chiesa e il dipinto dell'Ultima Cena, collocato in sacrestia,
furono eseguiti da Nicola Colonna nel 1919, tranne la tela della Vergine col
Bambino attribuita a Berardino Siciliani, e le tele dei SS. Medici e di S. Nicola,
dipinte da Gaetano Valerio nel 1950.
PARTICOLARI DELLA CHIESA
Iscrizione del 1833

Il portale, è sormontato da
trabeazione su mensole a
volute. Su questa è
collocata la cartella con
l'iscrizione del 1833 della
costruzione della chiesa,
sormontata da scudo su
cui è scolpita a rilievo una
colomba racchiusa in un
ovale. Sui semipilastri, che
scandiscono l'ordine
inferiore, ricorre una larga
trabeazione che si sviluppa orizzontalmente nei tre scomparti. Lo scomparto
centrale è concluso da frontone cuspidato adorno di cornici baccellate, di oculo
al centro e di conchiglia al vertice.

Abside semicircolare

Sulla fiancata sinistra, intonacata


al di sopra della zoccolatura, si
aprono quattro finestroni. La
fiancata destra è costituita da
costruzioni irregolari,
corrispondenti ai cappelloni e ad
altri locali della chiesa.
Sul retro si trova l'abside,
semicircolare, e lateralmente, il
campanile, posteriore alla
costruzione della chiesa.
Campanile

Mentre i due primi piani sono di forma


quadrata, il terzo è ottagonale, sormontato da
un altro piccolo ottagono, forato da quattro
oculi e adorno negli spigoli da volute.
Conclude la costruzione di un cupolino
sormontato da croce. Negli anni 1827-1829 le
opere continuarono fino a giungere nel 1835
ad un’altezza di nove metri corrispondente al
primo arco della campana. Nel 1886 la giunta
comunale deliberò di riprendere i lavori non
considerando il campanile un monumento di
lusso e d’abbellimento della chiesa, ma un
qualcosa d’utile per l’intero paese che
regolava le sue attività al suono delle
campane. Nel 1888 il secondo piano del
campanile era pressoché completo, ma non
v’era la somma necessaria per pagare i lavori
in quanto la sottoscrizione volontaria
dell’anno precedente non aveva dato i suoi
frutti. Per questo dietro richiesta
dell’economo curato don Giuseppe Chimienti
il comune stanziò la somma di lire 1500. Il 24
Gennaio 1889 l’ingegner Alfieri collaudò le
opere eseguite.

La pianta della Chiesa di Santa Maria Assunta

La pianta della chiesa è a tre navate divise da


pilastri polistili, ornati da capitelli ionici e posati
su alti stilobati. La navata centrale è a tre
campate. La seconda è coperta da cupola, dipinta
a cielo stellato e sormontata da lanterna. La
cupola fu terminata nel 1836, come è
testimoniato dalla scritta sul bordo del
cappellone.
L’Interno della chiesa
I pennacchi sono decorati da affreschi
raffiguranti i quattro grandi profeti:
Geremia, Isaia, Daniele ed Ezechiele.
Le altre campate hanno una volta a crociera
con una rosetta dorata al centro. Le volte
delle navate laterali sono a botte, solcate da
unghie in cui sono raffigurati con dei dipinti
i dodici apostoli.
Nella seconda campata della navata sinistra
il primo altare è sormontato da una nicchia
contenente la statua dell'Immacolata.
L'altare, i cui gradini sono terminati sui due
lati da bracci in marmo bianco, è
sormontato dalla nicchia con la statua di S.
Giuseppe.
Nell’anno 1873 il medico Gabriele De Sposati
fece costruire la quarta navata, il presbiterio
e la sacrestia, corrispondenti oggi al
presbiterio e al transetto. A ricordo fu posta
un’epigrafe sul terzo pilastro di sinistra.
Con tale prolungamento la cupola, innalzata sulla seconda campata, è venuta a
trovarsi decentrata rispetto alla nuova pianta del sacro edificio.
Tra la terza e la quarta campata è collocata la tela raffigurante S. Nicola di Bari.
Nel transetto, in alto, vi sono dei medaglioni con dipinti raffiguranti i quattro
dottori della Chiesa occidentale: S. Agostino, S. Ambrogio, S. Girolamo, S.
Gregorio Magno.
Il presbiterio si eleva dal piano della navata di quattro gradini: a destra è
collocato l'ambone, formato da due angeli a tutto tondo in marmo bianco, il
primo sorreggente sulla spalla l'altro, che con le braccia aperte sostiene il leggio
a forma di libro aperto. La mensa dell'altare è sorretta da otto colonnine in
marmo giallo variegato. Tra le colonne vi è il dipinto dell'Assunta, contornato da
cornice marmorea decorativa. Nel catino, affresco raffigurante la Trinità tra
schiere di angeli.
Nella parete della navata destra si aprivano gli arconi di accesso alle cappelle
dell'Immacolata, del Calvario e del Santissimo Sacramento; essi furono fatti
murare dall'arciprete Giacomo De Caro. I primi due nel 1954 e l'altro del
Santissimo nel 1960. Altre opere fatte eseguire dall'arciprete Giacomo De Caro
sono la pavimentazione del transetto e del presbiterio nel 1968 col nuovo altare
di marmo.
Intanto la chiesa era rimasta nuda e si fece a gara per decorarla. Gli altari
vennero fregiati artisticamente, ne furono eretti due nuovi, le cappelle
rimodernate negli stucchi e decorate con artistiche pitture bibliche, il coro
rimesso a nuovo come pure l’organo. Rimanevano nude le volte e le lunette
attorno ai finestroni.
I DIPINTI DELLA CHIESA
Cerchiamo di interpretare il significato delle decorazioni pittoriche presenti
all’interno della Chiesa: si indica il cammino della Chiesa-comunità verso il
Paradiso, la Casa del Padre, del Figlio seduto alla sua destra e dello Spirito Santo
tra angeli osannanti che in ogni momento rendono onore e gloria a Dio. La
chiesa di Gesu’ Cristo è fondata sugli apostoli;

è il popolo della nuova alleanza, il popolo che Dio si è scelto per dare onore e
gloria al suo nome. Per questo Dio, dopo il no degli uomini al suo progetto
(cacciata dal Paradiso-diluvio)
Nella pienezza dei tempi manda suo figlio Gesu’ Cristo, la buona notizia (gli
evangelisti).

Così questo popolo sotto la guida dei Pastori (i dottori della chiesa)

e l’amorevole sguardo degli antichi protettori

attraverso la passione, morte e resurrezione di Gesù Cristo, sotto la protezione


della Madonna può, pellegrino sulla terra, salire fino al cielo (catino dell’abside)
BOMBARDAMENTO DI SANNICANDRO

Quel giorno la Royal Air Force attaccò il borgo antico, uccidendo 89 persone e
distruggendo numerosi edifici situati vicino al Castello Normanno-Svevo. Tra
questi la seicentesca Chiesa Maria Santissima del Carmine, tempio che
conservava al suo interno una statua della Madonna che rimase
miracolosamente quasi illesa dall’esplosione. Il raid predetto avvenne a
mezzanotte e mezza, tra il 25 e il 26 giugno di 77 anni fa. L’obiettivo dei soldati
inglesi sarebbe stato quello di colpire la vicina cittadina di Santeramo in Colle,
dove vi era una forte presenza di soldati tedeschi, ma a pagare le conseguenze di
questo errore fu invece l’inoffensiva comunità di Sannicandro. Quale sia stata la
motivazione, il bombardamento causò morte e distruzione. Il mattino seguente
coloro che erano sopravvissuti vennero mandati a cercare tra le macerie i corpi
delle persone care (tra cui 35 bambini), che vennero poi raggruppati nel piccolo
santuario del Crocifisso. I volontari si accorsero che nella nicchia in fondo
all’altare maggiore, mutilata di un occhio, di un piede e di una mano, cosparsa di
schegge e con la veste a brandelli, era rimasta miracolosamente in piedi la
seicentesca statua della Madonna del Monte Carmelo. questa sacra scultura
divenne un simbolo della determinazione di Sannicandro, un paese che
dimostrò grande spirito di solidarietà e sacrificio nel recupero delle vittime, nel
soccorso ai feriti e nella successiva ricostruzione (tanto che la città fu insignita
della medaglia d’argento al valore civile nel 1997). E i fedeli dal canto loro videro
in quell’immagine un segnale divino: la Vergine aveva infatti reso inoffensivo il
primo ordigno rimasto inesploso, attirando poi su di sé la seconda bomba, quasi
a voler risparmiare più persone possibili. La statua è stata così tenuta per 15 anni
nella chiesa dell'assunta sannicandro di bari e poi trasferita nella nuova struttura
religiosa.

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