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I VULCANI

4.1. INTRODUZIONE
La formazione delle catene montuose, dei vulcani e tutti movimenti tellurici che si verifica sulla
Terra sono legati alla Teoria delle Tettonica a Zolle.
Le teorie scientifiche hanno permesso di capire molti fenomeni naturali che anticamente erano
considerati divini e i conseguenza facevano paura e rendevano l’uomo completamente impotente.

4.2. LA TEORIA DELLA TETTONICA A ZOLLE E LA DISTRIBUZIONE DEI FENOMENI VULCANICI


La teoria della Tettonica a zolle, elaborata da A. Wegener negli anni venti del Novecento, ha
permesso di capire che i fenomeni vulcanici e le aree sismiche non sono distribuiti casualmente sulla
Terra, ma che tra i due fenomeni esiste una relazione. Questa teoria spiega in modo razionale che la
causa dei movimento tellurici è causata da pressioni e spinte del magma incandescente sottostante la
crosta terrestre.
La crosta terrestre è divisa in zolle, enormi zattere di crosta galleggianti sul magma fluido del
mantello sottostante. I margini delle zolle sono i “punti deboli“ in cui la crosta risulta spaccata
permettendo così la risalita di magma incandescente; sono inoltre i punti in cui si scaricano le tensioni
che provocano i sommovimenti come terremoti o maremoti, faglie e corrugamenti orogenetici 1.
I margini di zolla, perlopiù coincidenti con le dorsali oceaniche nei fondali (v. fig. 3.1.), sono punti
in cui le tensioni, le compressioni e le spinte risultano molto forti e provocano i movimenti delle zolle
stesse. I bruschi movimenti di assestamento sono tanto più violenti quanto più grande è l’energia
accumulata. Più del 90% dei vulcani recenti è localizzato in corrispondenza di tali margini.
Guardando l’illustrazione si nota che la distribuzione delle zone vulcaniche sulla crosta terrestre
ricalca i confini dei margini di zolla: ad occidente delle Americhe, tra la zolla Pacifica e la zolla
Americana, sul confine tra la zolla Eurasiatica e Pacifica e tra quest’ultima e la zolla Indo-Australiana;
inoltre, la dorsale Atlantica è un’importante zona di risalita del magma, come anche i margini delle zolle
Indiana e Africana.
Nelle medesime zone, le compressioni provocano la formazione delle catene montuose come la
Catena delle Ande lunga 7500 Km e i vulcani risultano incorporati nella catena montuosa, la catena
Alpino-Himalayana (compressione tra la zolla Eurasiatica e Africana), l’Arcipelago delle Filippine (Cintura
di Fuoco) tra il margine orientale della zolla Eurasiatica e la zolla Pacifica, in cui si trova la famosa Fossa
delle Marianne (massima profondità rilevata sulla Terra: 11.022 metri).
1 Movimenti che danno origine alla formazione delle catene montuose.
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L’Italia si trova compressa tra la zolla Eurasiatica e la zolla Africana, i cui movimenti provocano la
significativa sismicità di alcune zone del sud e del Nord-Est d’Italia e la distribuzione dei nostri vulcani.

Fig. 4.2.1. – Planisfero rappresentante le zolle in


cui è divisa la superficie terrestre. Le zone gialle si riferiscono alle aree vulcaniche, i puntini rossi alle aree sismiche, le linee
continue ai limiti di zolla e le linee tratteggiate ai margini di fossa.

4.3. COS’E’ UN VULCANO?


Un vulcano è una qualsiasi spaccatura della crosta terrestre (detta cratere), dalla quale fuoriesce
il magma incandescente sottoforma di lava (v. fig. 3.2.). La lava si deposita sui fianchi del cratere e,
raffreddandosi, dà origine all’edificio vulcanico, detto anche cono vulcanico.
Il vulcano è costituito da tre parti:
- il serbatoio magmatico: zona sottostante la crosta in cui si raccoglie il magma;
- il camino vulcanico: attraverso il quale il magma sale in superficie;
- il cratere: da cui fuoriesce il magma.
Il magma è roccia fusa (lava) mista a vapore acqueo e gas.
La lava può essere:
a. acida: di consistenza viscosa; questo tipo di lava scorre lentamente lungo le pendici del
cono vulcanico e dà generalmente origine a eruzioni esplosive con lancio di cenere,
scorie e lapilli;
b. basica: più fluida e scorre più rapidamente; le eruzioni sono effusive e lente;
c. neutra: ha caratteristiche intermedie fra quelle dei due tipi sopra citati.

In rapporto al tipo di attività vulcanica si distinguono:


- vulcani attivi, con emissione costante di lava o con cicli eruttivi periodici ed eruzioni più o
meno violente;
- vulcani quiescenti, in cui le emissioni di lava non si presentano per lungo tempo ma che
possono riprendere l’attività in quanto hanno un vasto serbatoio magmatico;
- vulcani spenti, che non presentano traccia di attività e il serbatoio magmatico è esaurito.

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Fig. 4.3.1. – Spaccato di un vulcano

4.4. I PRODOTTI VULCANICI


I tipici prodotti dell’attività vulcanica sono gli aeriformi (gas e vapori), i materiali piroclastici
(ceneri, lapilli, pomici, ecc…) e le lave.
I prodotti più abbondanti sono il vapor acqueo e l’anidride carbonica, seguiti da composti di
zolfo, azoto, cloro e fluoro.
La lava è il tipico prodotto vulcanico. La lava esce fluida ad altissima temperatura e si solidifica
prendendo diversi aspetti a seconda della composizione della lava. Ai piedi del cono vulcanico si
possono accumulare brandelli di lava che, una volta solidificata vengono classificati come prodotti
piroclastici: se sono di grandi dimensioni si chiamano bombe vulcaniche, sei sono molto fini si parla di
polveri vulcaniche e ceneri vulcaniche, o lapilli.
Ricordiamo anche le pomici, prodotti di un’attività esplosiva in cui il gas contenuto nella lava si
disperde lasciando delle cavità nei frammenti di roccia: tali frammenti risultano leggerissimi e
galleggiano sull’acqua.

4.5. FENOMENI VULCANICI IN ITALIA


L’Italia è una zona vulcanica ed è l’unico Paese europeo ad avere vulcani attivi. Ricordiamo:

- L’Etna: in Sicilia, ha eruzioni frequenti con lava fluida che non produce gravi danni;
- Il Vesuvio, vicino a Napoli, ancora attivo. Ha eruzioni periodiche e distanti nel tempo (ultima
nel 1944) ma è molto pericoloso perché la sua attività è esplosiva;
- Lo Stromboli, nelle isole Eolie, il cui cono è sempre attivo ed emette lapilli e boati a intervalli
quasi regolari;
- Vulcano, nelle isole Eolie, che lancia nubi di gas e ceneri a forma di “fungo”.

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