Sei sulla pagina 1di 2

2.

GANDHI
La storia dell’indipendenza dell’India è dominata dalla personalità di Mahandas Karamchand Gandhi, il
Mahâtma (“Grande Anima”).

Fig. 2.1. – il Mahâtma (“Grande Anima”)

Le parole: “Solo la libertà vince”, sono di Gandhi e sono divenute il motto dell’India libera.

Gandhi apparteneva a una casta di mercanti. Invece di restare vincolato alla professione di mercante, si
iscrisse in Inghilterra alla facoltà di legge e divenne avvocato disobbedendo alle regole di casta.

Al termine degli studi si recò in Sudafrica per lavoro, dove si rese conto che le comunità di Indiani
emigrati in quel luogo erano maltrattate da leggi razziste e si dedicò alla difesa dei diritti civili dei suoi
connazionali oppressi.

Tornato in India dedicò tutta la sua vita all’emancipazione del suo paese dalla dominazione coloniale
inglese.

Il pensiero di Gandhi era basato sulla non-violenza. La sua lotta contro l’oppressore doveva avvenire
con due fondamentali comportamenti:

- la non-cooperazione
- la disobbedienza civile.
La non-cooperazione era un boicottaggio degli uffici pubblici, dei servizi, delle scuole e dei tribunali
gestiti dagli inglesi, mentre la disobbedienza civile era il non-rispetto delle leggi inglesi che lui riteneva
ingiuste (come l’imposta sul sale).

La marcia del sale fu una manifestazione non-violenta che si svolse a partire dal 12 marzo 1930 in India
ad opera del Mahatma Gandhi.

All’epoca gravava una tassa sul sale che era un prodotto di monopolio del Regno Unito, imposta dal
governo britannico a tutti i sudditi dell'India. Gandhi organizzò una manifestazione pacifica con una
marcia di oltre duecento miglia fino alla rive dell'Oceano Indiano, con lo scopo di raccogliere un pugno
di sale dalle saline, rivendicando simbolicamente il possesso di questa risorsa al popolo indiano.

4
La marcia a piedi si svolse per 24 giorni con migliaia di persone. Gandhi raccolse un pugno di sale
direttamente sulla spiaggia. La polizia era presente sul posto per sedare la rivolta e si oppose
all'avanzata dei manifestanti con duri colpi di sfollagente, ma i manifestanti continuarono ad andarle
incontro, subendo i colpi senza reagire, subito sostituiti da altri quando cadevano. L'episodio, molto più
simbolico che deleterio per l’economia e per lo stato britannici, fece molto scalpore.

Fig. 2.2. - Gandhi durante la marcia del sale, marzo 1930 Fig.
2.3. – Foto per la rivista inglese Times

L’India era colpita da altri due gravi problemi che tormentavano Gandhi: le differenze sociale della
popolazione che era divisa in caste chiuse e la tensione tra le due principali religioni più diffuse in
India: l’induista e la musulmana. Un grave problema era quello dei “fuori casta”, cioè gli “intoccabili”
che non avevano possibilità di riscattarsi né di uscire dalla loro condizione di miseria ed erano esclusi
da qualunque tipo di ospitalità (non potevano frequentare luoghi pubblici).

Il 15 Agosto 1947 fu proclamata l’indipendenza dell’India e la Costituzione Indiana andò in vigore nel
1950.

Il 30 Gennaio 1948 Gandhi fu ucciso da un estremista indù che non approvava il continuo tentativo di
Gandhi di integrare le due religioni.

Potrebbero piacerti anche