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GIUSEPPE VERDI

Fig. 8.2 – Firma di Giuseppe Verdi


Fig. 8.1 - Giuseppe Verdi fotografato nel 1876

Fig. 8. 3 - La casa natale di Giuseppe Verdi a Roncole

8.1. - LA VITA

Giuseppe Verdi nacque in Emilia Romagna, in un piccolo paese in provincia di Parma, Le


Roncole, frazione di Busseto, il 10 ottobre 1813 da un oste e rivenditore di generi alimentari, e
da una filatrice. L'atto di nascita fu redatto in francese, perché in quegli anni Busseto e il suo
territorio appartenevano all'Impero francese di Napoleone. Fu musicista e compositore
principalmente di musica vocale e di opere teatrali.
Pur essendo un giovane di umili condizioni sociali, riuscì tuttavia a seguire la propria vocazione
di compositore grazie alla buona volontà e al desiderio di apprendere. L'organista della chiesa
di Le Roncole lo prese a benvolere e gratuitamente lo indirizzò verso lo studio della musica e
alla pratica dell'organo. Più tardi, Antonio Barezzi, un negoziante amante della musica e
direttore della locale società filarmonica credette nelle capacità del giovane e divenne suo
mecenate e protettore, aiutandolo economicamente a proseguire gli studi intrapresi.
Nel 1832 si stabilì a Milano, grazie all'aiuto economico di Antonio Barezzi e a una "pensione"
elargitagli dal Monte di Pietà di Busseto. A Milano tentò l’ammissione presso il prestigioso
Conservatorio, ma fallì. Nel 1836 sposò Margherita Barezzi, ventiduenne figlia del suo
benefattore. Nel 1839 riuscì finalmente, dopo quattro anni di lavoro, a far rappresentare la sua
prima opera alla Scala: era l'Oberto, Conte di San Bonifacio. Tra il 1847 e il 1840 perse la moglie e i
due figli avuti da Margherita.

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8.1.1. - Busseto: statua di Giuseppe Verdi

8.2. - OPERE LIRICHE

Rigoletto, Trovatore e Traviata sono i tre capolavori assoluti di Verdi che formano la cosiddetta
“trilogia popolare”. Rigoletto (1851) è tratto da una commedia di Victor Hugo “Le roi s’amuse”:
come protagonista della vicenda troviamo un buffone di corte. Il Trovatore (1853) in cui vi sono
brani di altissimo pregio musicale. La Traviata (1853) è un’opera in cui si ha come protagonista
una cortigiana innamorata di un giovane di buona famiglia e da lui corrisposta. E’ importante
per lo studio interiore dei personaggi.
Aida: andò in scena al Cairo il 24 Dicembre del 1871 e fu composta dal maestro per
l'inaugurazione del Canale di Suez. Aida costituisce un ulteriore, grande passo in avanti verso la
modernità: Verdi era al corrente di alcune innovazioni musicali apportate dal grande
compositore tedesco Richard Wagner.
Nel 1859 Verdi sposò il soprano Giuseppina Strepponi.
Altre opere da ricordare sono: Nabucco, Ernani, Macbeth, Attila, Il Corsaro, I Lombardi alla
prima crociata, La battaglia di Legnano, Luisa Miller, Un ballo in maschera, La forza del destino,
Don Carlos.

8.3 – GLI ANNI DELLA MATURITA’

Dopo Aida, Verdi decise di ritirarsi a vita privata. Iniziò così il periodo del grande silenzio sia
pure interrotto dalla Messa di Requiem scritta in occasione della morte di Alessandro Manzoni.

8.3.1. - Milano, la Casa di Riposo per Musicisti in Piazza Buonarroti, fondata da Giuseppe Verdi nel 1899.

Il letterato Arrigo Boito intervenne, convinto che solo Verdi poteva portare la musica italiana a
riconoscimento nel mondo e con l’aiuto dell’editore Giulio Ricordi lo convinsero a ricominciare
a scrivere. Il risultato furono due opere: Otello e Falstaff, entrambe su libretto di Boito. Boito
era anche musicista e sapeva pensare alla poesia in funzione della musica. Otello incontrò
subito il successo del pubblico, mentre Falstaff lasciò il pubblico perplesso. Quest’ultima è stata
l’unica opera comica di Verdi.
Nel 1899 istituì l'Opera Pia - Casa di Riposo per i Musicisti.
Verdi morì a Milano nel 1901. Lasciò scritto di non volere né sfarzo né musica, volle esequie
semplici, come semplice era sempre stata la sua vita. Circa centomila persone seguirono in
silenzio il feretro.

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8.3.2. - Giuseppe Verdi ritratto da Giovanni Boldini nel 1886

8.4 – VERDI E LA POLITICA

Verdi partecipò attivamente alla vita pubblica del suo tempo. Fu, come si è accennato, un
patriota convinto, anche se nell'ultima parte della sua vita traspare, dall'epistolario e dalle
testimonianze dei suoi contemporanei, una disillusione, un disincanto, nei confronti della nuova
Italia unita, che forse non si era rivelata all'altezza delle sue aspettative. Fu sostenitore dei moti
risorgimentali (pare che durante l'occupazione austriaca la scritta "Viva V.E.R.D.I." fosse letta
come "Viva Vittorio Emanuele Re d'Italia").
Per lungo tempo Verdi è stato considerato un tranquillo uomo di campagna toccato dal genio,
un uomo rustico e schietto, integerrimo, e di rara onestà intellettuale. Tale immagine si univa a
quella del patriota ardente, che a giusto titolo sedette come deputato nel primo parlamento
dell'Italia unita (1861). In realtà Verdi fu un operista attento alle grandi correnti di pensiero che
percorrevano l'Italia e l'Europa del tempo, pronto a mettersi in discussione e nel contempo
profondamente conscio del proprio valore.

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