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Carlo Alberto da solo, aveva lasciato il regno di Piemonte e Sardegna,

lasciandolo nelle mani del figlio Vittorio Emanuele II.


Il regno di Piemonte e Sardegna rimane uno dei stati più avanzati,
poiché non ha mai rinunciato alla costituzione concessa proprio da Carlo
Alberto nel 1848, la costituzione dello statuto albertino.
Questa costituzione sarà importante poiché sarà il modello di quella che
sarà la costituzione del regno d’Italia.
Il regno di Piemonte e Sardegna(monarchia costituzionale con a capo
Vittorio Emanuele II e la divisione dei poteri ) è moderno poiché:
-ha una una costituzione, cosa che non accade in tutti gli stati italiani
-Questo stato è guidato dal Conte Camillo Benso di Cavour, il quale era
già nel parlamento di questo stato, ma nel 1852 viene incaricato dal re
come presidente del consiglio o capo del governo.

Cavour ha a cuore le sorti del suo stato, e vuole che il suo stato sia uno
stato moderno, per cui comincerà una serie di azioni:
-Comincia una vera modernizzazione dello stato per aprire il suo stato
all’industrializzazione.
(Elimina i dazi doganali e sviluppa dei rapporti commerciali con altri
paesi europei, in particolare, Francia e Inghilterra, che diventeranno
partner commerciali)
-Si impegna a costruire e migliorare più infrastrutture (strade, ferrovie..)
per favorire la circolazione dei prodotti
(Ovviamente questi investimenti pesano sulle tasse del regno, che
arriverà a indebitarsi.
Questi interventi però sono investimenti intelligenti, poiché serviranno a
far sviluppare lo stato.)

Il problema rimasto è quello di cacciare gli austriaci dallo stato italiano


,ma non è possibile vincere senza l’aiuto di altri stati, proprio come
aveva dimostrato l’esperienza della prima guerra d’indipendenza.
Cavour allora capisce che bisogna far conoscere i problemi dell’Italia per
cercare degli alleati contro l’Austria.
In quegli anni si stava combattendo “la guerra di Crimea”, una guerra
territoriale.
“La Crimea” era un territorio dell’impero turco, di cui vari stati
volevano impossessarsi, tra cui l’Austria, la Russia, la Prussia...

Cavour decide che il regno di Piemonte e Sardegna deve partecipare a


questa guerra.
Il suo obbiettivo era una volta finita la guerra, quello di confrontarsi
con i vincitori per far conoscere i problemi dell’Italia a tutti i paesi
europei e creare un’alleanza.

Cavour decide quindi di mandare alcuni soldati dell’esercito di


Piemonte e Sardegna in Crimea, alleandosi con due paesi europei dei
quali lui aveva molta stima, l’Inghilterra e la Francia.
L’Inghilterra era una grande monarchia costituzionale, la più antica e
solida di tutta l’Europa.
La Francia, dell’imperatore luigi napoleone Bonaparte, era utile poichè
giá una volta Napoleone era intervenuto per aiutare il papa, e inoltre
Cavour voleva che la Francia diventasse il suo maggior alleato nella
lotta contro l’Austria.
Cavour aveva capito che la Francia e l’Austria erano in forte
contrasto, poiché erano entrambi due paesi molto forti in competizione
per la leader ship in Europa.
Voleva sfruttare quindi, questa “competizione”.

La guerra di Crimea finisce con la vittoria della Francia e


dell’Inghilterra.
Si riunisce il convegno di pace a cui partecipa anche il regno di
Piemonte e Sardegna, e Cavour finalmente ottiene ciò che vuole.
Riesce inoltre, a ottenere dalla Francia degli accordi segreti, il
“Trattato di Plombier” firmato nel 1858.
Era un’alleanza segreta, con la quale la Francia promette appoggio
militare e politico al regno di Piemonte e Sardegna.
Il regno di Piemonte e Sardegna in cambio, si impegna a cedere alla
Francia in caso di vittoria, la città di Nizza (città a confine tra
Francia e Italia) e Savoia.
Napoleone III stabilisce come “garanzia”, che interverrà nella guerra
solo se sarà per prima d’Austria ad attaccare. (Alleanza militare
difensiva)
Negli anni precedenti tutti i precedenti fatti dai gruppi Mazziniani per la
rivoluzione del popoli stavano fallendo tutti.
Uno dei più dolorosi sarà quello fatto da Carlo Pisacane a Sapri.
Il tentavo era quello di ribellarsi alla monarchia dei borbone coinvolgendo i
contadini, i quali non capivano e non condividevano.
Finirà tutto in una carneficina.

Le teorie di Cavour si rafforzando proprio perchè si capiva che non si


riuscivano a coinvolgere le masse popolari.

Per poter far scoppiare questa guerra, Cavour provoca l’Austria, per farli agire
e comincia ad ammassare truppe lungo il confine del suo stato con il lombardo-
veneto.
Lo stato di Cavour, il Piemonte, era confinante con la Lombardia.
L’Austria è sempre più spazientita, poiché iniziano ad ammassarsi anche
volontari liberali arrivati da tutta Italia ,che hanno formato anche un piccolo
reggimento “i cacciatori delle alpi” guidati da Garibaldi.

Questa azione di provocazione ottiene il suo effetto.


L’austria da un ultimatum ordinando di liberare il confine.
Ciò non accade e inoltre, Cavour da ordine di avanzare ancora di più.
l’Austria attacca per prima, così la Francia interviene.
L’esercito franco-piemontese vincerà diverse battaglie , tra cui quelle di
Magenta, Solferino, San Martino...

Accade un episodio che blocca l’entusiasmo.


Quando la città di Milano viene tolta agli austriaci, due stati italiani, la
toscana e l’Emilia-Romagna chiedono di essere annesse al regno di Piemonte e
Sardegna, ribellandosi ai loro sovrani.

Quindi come già successo nella prima guerra di indipendenza, questo episodio
preoccupa Napoleone III, il quale non vuole che questa diventi un pretesto per
farsi che il regno di Piemonte e Sardegna di espanda.

Allora la Francia decide di fare un armistizio, interrompendo la guerra.


Cavour è sconvolto poiché non vuole rinunciare alla guerra.
Vittorio Emanuele invece, capisce che è il momento adatto per fermarsi, poiché
un risultato è stato ottenuto, gli austriaci sono disposti a cedere al regno di
Piemonte e Sardegna, la Lombardia e Milano, tranne il veneto.

Contro il parere di Cavour, che si dimetterà, la Francia e Vittorio Emanuele II


firmeranno all’armistizio di Villafranca stipulando il loro accordo.

Nel momento in cui Cavour si calmerà, ritornerà come capo del governo.
Per diplomazia, ottiene il permesso della Francia per poter fare un
plebiscito(votazione) e annettere al territorio di Piemonte e Sardegna anche la
toscana e Emilia Romagna.

Alla fine Cavour raggiungerà i sui scopi.


Subito dopo si fa strada l’idea di poter arrivare all’unità d’Italia.
L’ostacolo principale è l’attacco allo stato pontificio.
Che aveva due conseguenze:
-il capo dello stato pontificio era il papa. Attaccare il papa, significherebbe
mettersi contro un grande alleato
-Lo stato pontificio era protetto dalla Francia

Cavour era spaventato da una spedizione contro lo stato pontificio.


Mazzini invece, era d’accordo.
Si ottiene un compromesso.
Cavour ottiene che la spedizione venga affidata formalmente a un corpo di
volontari affidati a Garibaldi.
In realtà il regno di Piemonte e Sardegna era a conoscenza dell’attacco allo
stato pontificio ed erano d’accordo, ma per non metterselo contro, fingono di
non esserne a conoscenza.

Si realizza così la spedizione dei mille (composta da 1000 persone).


La spedizione parte nel porto di Quarto nel maggio 1860.
I garibaldini continuano fino a marsala, dove sbarcano senza problemi e,
nonostante le poche persone, la spedizione va bene.
Sconfiggono l’esercito borbonico a Calatafimi.
Senza nessun problema liberano Palermo e vincono ancora a Milazzo.
A questo punto, Garibaldi conquista tuta il regno delle due Sicilia,
continuando a vincere.

A settembre 1860 entra trionfante a Napoli (sede reale).


L’esercito dei mille otterrà vittorie continue, arrivando fino al Volturno
(fiume naturale che fa da confine tra la Campania e il Lazio).
A questo punto Cavour ha paura che l’entrata nel Lazio possa causare l’ira
di Napoleone III.
Cavour finalmente fa intervenire il regno di Piemonte e Sardegna,
D’ITALIA
interviene attraverso il re, che attraverso l’esercito regio, scende verso sud
incontro a Garibaldi, incontrandosi a Teano.
La leggenda dice che il re in questo breve incontro avrebbe chiesto a
Garibaldi di fermarsi per non provocare incidenti a livello internazionale , e
Garibaldi a questa richiesta avrebbe risposto con un’unica parola che è
‘’obbedisco’’.
Con questa parola quindi, la spedizione dei 1000 sarebbe finita con dei
risultati notevoli:
-Garibaldi consegna a vittorio Emanuele II tutte le regioni del sud che ha
conquistato assieme al suo corpo di volontari, cioè, Sicilia, Calabria, Puglia,
Campania
-Inoltre l’esercito regio di Vittorio Emanuele II non avendo ottenuto dal
papa il permesso di passare attraverso i suoi territori, arriva ad uno
scontro.
Lo scontro si realizza nella cittadina di Castelfidardo dove l’esercito regio
vince.
Grazie a questa vittoria anche le marche e l’Umbria si annettono al
Piemonte.
Quindi il risultato finale è quello di avere quasi tutta la penisola, ad
eccezione di:
-Veneto e Trieste, che sono ancora nelle mani degli austriaci
-Lazio , che è quello che rimane dello stato pontificio
-Roma, la quale però fa parte dello stato pontificio. Roma è sempre stata la
capitale ideale in particolare per i democratici.

Nonostante la ‘’delusione’’ di Garibaldi che avrebbe voluto continuare la


spedizione il re e Cavour decidono di fermarsi.
Il passo successivo è la proclamazione del regno d’Italia voluto da Cavour,
una monarchia costituzionale sotto la guida dei Savoia, che adotta come
carta costituzionale lo statuto albertino e che ha come capitale Torino.
Vittorio Emanuele II, diventa da questo momento re d’Italia e nel marzo
1861 viene proclamata ufficialmente la nascita del regno d’Italia, da parte
del parlamento nazionale.

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