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UNISU - Facoltà di Giurisprudenza

DIRITTO PRIVATO
Docente: Alessandro Martini

14° MODULO DIDATTICO


L’adempimento delle obbligazioni

Sommario: a) L’adempimento in generale. - b) L’adempimento del terzo. – c)


La prestazione in luogo dell’adempimento. – d) Il pagamento con surrogazione. -
e) La mora del creditore.

a) L’adempimento in generale

L’obbligazione è un rapporto tendenzialmente temporaneo, che è destinato ad estinguersi.

I modi di estinzione dell’obbligazione sono quei fatti giuridici per effetto dei quali
l’obbligazione cessa di esistere.

Il tipico fatto estintivo del rapporto obbligatorio è l’adempimento (o pagamento).

L’adempimento è l’esatta esecuzione della prestazione dovuta che estingue sia l’obbligo
del debitore che il diritto del creditore.

Per quanto riguarda la natura giuridica si discute se l’adempimento sia

- un atto negoziale: ossia un negozio giuridico unilaterale o bilaterale caratterizzato


dall’animus solvendi e dalla causa solvendi; tale tesi è minoritaria in quanto il Codice attuale
esclude espressamente la rilevanza della capacità del debitore (art. 1191 c.c.);

- un atto non negoziale: l’adempimento non è un atto libero, ma necessitato (atto


dovuto) in quanto non si richiede una specifica volontà del debitore di adempiere (animus
solvendi) e neppure una volontà di accettare l’adempimento da parte del creditore: il debitore
deve adempiere e l’inadempimento è sanzionato con il risarcimento dei danni.

L’adempimento:

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- deve essere esatto: non vi può essere difformità tra oggetto dell’obbligazione e
oggetto della concreta prestazione e il debitore non può liberarsi eseguendo una prestazione
diversa da quella dovuta, anche se di valore maggiore;
- integrale: il creditore può rifiutare l’adempimento parziale anche se la prestazione è
divisibile, salvo diversa disposizione di legge o usi (art. 1181 c.c.);
- eseguito dal debitore con la diligenza del buon padre di famiglia (art. 1176 c.c.):
il debitore deve curare con l’attenzione, la prudenza e la perizia dell’uomo medio sia i
preparativi all’adempimento sia la conformità del risultato da procurare al creditore rispetto al
contenuto dell’obbligo assunto.

La legittimazione a ricevere il pagamento, cioè i destinatari dell’adempimento sono (art.


1188 c.c.):

- il creditore: il debitore si libera se paga in buona fede a colui che, in base a circostanze
univoche, appariva creditore: creditore apparente (art. 1189, 1° comma, c.c.).

L’effetto liberatorio del pagamento eseguito al non legittimato richiede:

- l’elemento oggettivo: l’apparenza della legittimazione in capo al ricevente;


- ’elemento soggettivo: la buona fede del debitore, la credenza del debitore
che il ricevente sia il vero creditore o sia comunque destinatario del pagamento;
la buona fede non si presume, ma deve essere provata dal debitore;

- il rappresentante del creditore;


- la persona indicata dal creditore (indicatario);
- la persona autorizzata dalla legge o dal giudice.

Il luogo dell’adempimento indica dove la prestazione deve essere eseguita ed è


determinato (art. 1182 c.c.):
- dalla volontà delle parti;
- dagli usi;
- dalla natura della prestazione o da altre circostanza obiettive;
- in mancanza, si applicano le norme suppletive previste nel Codice civile secondo cui:
- l’obbligazione di consegnare una cosa certa e determinata deve
essere adempiuta nel luogo in cui si trova la cosa quando l’obbligazione è
sorta (art. 1182, 2° comma, c.c.);
- l’obbligazione di pagare una somma di denaro deve essere adempiuta
al domicilio che il creditore ha al tempo della scadenza (obbligazione
portable); se il domicilio alla scadenza è diverso da quello che il creditore
aveva quando è sorta l’obbligazione, e ciò rende più gravoso l’adempimento,

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il debitore previa dichiarazione al creditore, ha diritto di eseguire il pagamento
al proprio domicilio (art. 1182. 3° comma, c.c.);
- negli altri casi l’obbligazione deve essere adempiuta al domicilio che il
debitore ha al tempo della scadenza (obbligazione querable) (art. 1182, 4°
comma, c.c.).

Il tempo dell’adempimento è il termine dell’obbligazione, ossia il tempo nel quale o


durante il quale la prestazione deve essere eseguita.
Il computo del termine dell’obbligazione si effettua tenendo conto di alcune regole previste
in tema di prescrizione appositamente richiamate (artt. 1187 e 2963 c.c.):
- il computo si effettua secondo il calendario comune;
- non si tiene conto del giorno iniziale, se il termine scade in un giorno festivo è
prorogato al giorno seguente non festivo;
- se il termine è indicato in mesi o anni scade nel giorno corrispondente al giorno o mese
iniziale, se nel mese finale manca il giorno corrispondente il giorno di scadenza è l’ultimo del
mese.

Per determinare il termine di scadenza il Codice civile prevede che:


- in mancanza di fissazione del termine la prestazione può esigersi immediatamente
(art. 1183, 1° comma, c.c.);

- se è indicato un termine si presume che questo sia a favore del debitore: il


creditore non può esigere la prestazione prima della scadenza, mentre il debitore può
adempiere anche prima del termine fissato (art. 1184 c.c.);

- se il termine risulti fissato a favore del creditore, questi può pretendere


l’adempimento prima della scadenza (art. 1185 c.c.) mentre il debitore non può validamente
offrire l’esecuzione della prestazione prima del termine.

Se una persona ha più debiti della stessa specie (es. denaro) verso la stessa persona, e fa
un pagamento che non comprende la totalità dei debiti, può avere importanza stabilire quale
tra i vari debiti viene estinto; es. perché il tasso degli interessi può essere diverso.
Ciò avviene mediante l’imputazione di pagamento: ossia riferimento della prestazione al
debito da estinguere tra più debiti di eguale natura del debitore verso il creditore (art. 1193 ss
c.c.).
In ragione della sua fonte l’imputazione si distingue in
- imputazione volontaria: è quella che ha fonte nell’atto di una delle parti del rapporto
obbligatorio che scegli di destinare la prestazione all’estinzione di uno o dell’altro rapporto
giuridico;

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- imputazione legale: in mancanza di imputazione volontaria trovano applicazione i
criteri di imputazione previsti dalla legge:

- il debitore non può imputare il pagamento al capitale, piuttosto che agli interessi e alle
spese, senza il consenso del creditore (art. 1194, c.c.).

- Il pagamento fatto in conto di capitale e d'interessi deve essere imputato prima agli
interessi (art. 1194 c.c.);

- nell’ordine, poi, il pagamento deve essere imputato (art. 1193 c.c.):

- ai debiti scaduti;

- tra i debiti scaduti a quello meno garantito;

- tra più debiti egualmente garantiti a quello più oneroso per il debitore;

- tra più debiti ugualmente onerosi, a quello più antico;

- se tali criteri non soccorrono, l’imputazione è fatta proporzionalmente ai vari


debiti.

La prova di pagamento è, di regola un onere a carico del debitore.

La tipica prova documentale precostituita di pagamento è la quietanza.

La quietanza è la dichiarazione scritta con la quale il creditore attesta di avere ricevuto il


pagamento in essa indicato.

Il creditore è tenuto a rilasciare la quietanza se il debitore la richiede.

b) L’adempimento del terzo

L'obbligazione può essere adempiuta da un terzo, anche contro la volontà del creditore, se
questi non ha interesse a che il debitore esegua personalmente la prestazione.
Tuttavia il creditore può rifiutare l'adempimento offertogli dal terzo, se il debitore gli ha
manifestato la sua opposizione (art. 1180 c.c.).

L’adempimento del terzo si ha quando un soggetto esegue l’obbligazione altrui in nome


proprio al di fuori dell’esercizio di un’autorizzazione negoziale o di un ufficio.

L’adempimento del terzo


- è un negozio giuridico unilaterale: elemento essenziale e costitutivo è la volontà del
debitore di destinare la prestazione all’attuazione della obbligazione; il creditore non deve
necessariamente dichiarare la sua adesione, come avviene in ogni contratto; anzi il terzo può
anche adempiere contro la volontà dal creditore, salvo le ipotesi di rifiuto espressamente
previste;

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- può essere rifiutato dal creditore se abbia interesse all’esecuzione personale da parte
del debitore; e se il debitore gli abbia manifestato la sua opposizione.

c) La prestazione in luogo dell’adempimento

Il debitore non può liberarsi eseguendo una prestazione diversa da quella dovuta, anche se
di valore uguale o maggiore.

Tuttavia, il creditore può consentire e in tal caso l'obbligazione si estingue quando la


diversa prestazione è eseguita (art. 1197 c.c.).; es. il debitore deve consegnare un quadro al
creditore, si accorda col creditore nel senso che si libera, e dunque l’obbligazione si estingue
consegnando, una macchina in luogo del quadro.

La prestazione in luogo di adempimento detta comunemente datio in solutum è


l’atto con quale si fa conseguire al creditore un oggetto diverso da quello dedotto in
obbligazione, qualora questi vi acconsenta.

La datio in solutum è:

- un contratto solutorio (o contratto estintivo o liberatorio) perché l’accordo del debitore


e del creditore estingue l’obbligazione;

- avente ad oggetto, con il consenso delle parti, una prestazione sostitutiva diversa da
quella originaria sostituita;

- che si perfeziona con l’esecuzione della diversa prestazione.

d) Il pagamento con surrogazione

La surrogazione (o pagamento con surrogazione) è una modificazione soggettiva del


rapporto obbligatorio mediante il quale il terzo che ha pagato per il debitore subentra nelle
ragioni del creditore soddisfatto.

Il pagamento quindi dà luogo alla sostituzione del creditore con altra persona
(surrogazione) e dà luogo ad una successione nel lato attivo del rapporto obbligatorio
(v. lezione 17°).

In tale caso l’obbligo non si estingue, ma all’originario creditore si sostituisce un diverso


creditore.

La surrogazione può avvenire:

- per volontà del creditore (art. 1201 c.c.): è la surrogazione che il creditore dispone in
favore del terzo da cui ha ricevuto il pagamento, mediante atto espresso e contemporaneo al

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pagamento; tale surrogazione si verifica nel caso di adempimento del terzo: chi paga il debito
altrui può essere surrogato dal creditore nei diritti che costui ha verso il debitore;

- per volontà del debitore (art. 1202 c.c.) il debitore, che prende a mutuo una somma di
danaro o altra cosa fungibile al fine di pagare il debito, può surrogare il mutuante nei diritti del
creditore, anche senza il consenso di questo. La surrogazione ha effetto quando concorrono le
seguenti condizioni:

- che il mutuo e la quietanza risultino da atto avente data certa;

- che nell'atto di mutuo sia indicata espressamente la specifica


destinazione della somma mutuata;

- che nella quietanza si menzioni la dichiarazione del debitore circa la


provenienza della somma impiegata nel pagamento. Sulla richiesta del debitore,
il creditore non può rifiutarsi di inserire nella quietanza tale dichiarazione.

La surrogazione per volontà del debitore risulta, quindi, da due atti collegati: il mutuo e il
pagamento;

- per legge (art. 1203 c.c. ) (surrogazione legale): è la surrogazione che avviene
automaticamente nei casi previsti dalla legge e cioè:

- a vantaggio di chi, essendo creditore, ancorché chirografario, paga un altro creditore che
ha diritto di essergli preferito in ragione dei suoi privilegi, del suo pegno o delle sue ipoteche;

- a vantaggio dell'acquirente di un immobile che, fino alla concorrenza del prezzo di


acquisto, paga uno o più creditori a favore dei quali l'immobile è ipotecato;

- a vantaggio di colui che, essendo tenuto con altri o per altri al pagamento del debito
aveva interesse di soddisfarlo;

- a vantaggio dell'erede con beneficio d'inventario, che paga con danaro proprio i debiti
ereditari;

- negli altri casi stabiliti dalla legge.

e) La mora del creditore

L’adempimento del debitore presuppone di regola la collaborazione del creditore nel


ricevere la prestazione dovuta; in genere il creditore presta volentieri la sua cooperazione che
costituisce per lui un onere e non un obbligo perché avviene per la realizzazione di un suo
interesse.

Può però accadere che il creditore non riceva la prestazione del debitore, impedendo così la
liberazione del debitore stesso; es.: il creditore contesta l’entità della prestazione e non
l’accetta, oppure dimentica di presentarsi per accettare la prestazione del debitore.

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Queste situazioni possono dare origine alla mora del creditore (mora credendi o mora
accipiendi) quando il creditore, senza legittimo motivo, rifiuti di ricevere il pagamento offertogli
dal debitore secondo i modi previsti dalla legge oppure non compie gli atti necessari affinché il
debitore possa adempiere l’obbligazione (art. 1206 c.c.).

La mora del creditore:

- prescinde da ogni valutazione di illiceità del comportamento da parte del creditore;

- non dipende dal debitore, ma dal fatto del creditore; pertanto è necessario che il debitore
faccia una offerta della prestazione in modo solenne, ossia con i requisiti formali previsti
dalla legge.

L’offerta può essere:

- reale: quando la cosa dovuta è effettivamente esibita e messa a disposizione del


creditore con l’intervento di un pubblico ufficiale (notaio o ufficiale giudiziario); essa ha luogo
se l'obbligazione ha per oggetto denaro, titoli di credito o cose mobili da consegnare al
domicilio del creditore (art. 1209, 1° comma,c.c.): il pubblico ufficiale deve portare con sè i
beni, e se il creditore accetta l’offerta si esegue il pagamento e l’obbligazione si estingue;

- per intimazione: se l’oggetto della prestazione è diverso da quello sopra indicato, in


quanto consiste in un fare o in un dare cose mobili da consegnare in un luogo diverso dal
domicilio del creditore, o in cose immobili; l’offerta è fatta con la notificazione dell’invito fatta
nelle forme prescritte per gli atti di citazione mediante l’intervento dell’ufficiale giudiziario (artt.
1209, 2° comma, 1217 c.c.).

La mora credendi:

- produce effetti dal momento in cui l’offerta reale o per intimidazione sia accettata o
convalidata dal giudice con sentenza passata in giudicato (art. 1207, 3° comma, c.c.);

- non estingue l’obbligazione;

- il debitore non deve più gli interessi né i frutti della cosa;

- il debitore può pretendere il risarcimento dei danni che il comportamento del


creditore egli abbia procurato e il rimborso delle spese sostenute per la custodia e la
conservazione della cosa dovuta;

- il rischio che la prestazione divenga impossibile per causa non imputabile al debitore è
a carico del creditore.

La costituzione in mora del creditore non è di per sé sufficiente a liberare il debitore


dall’obbligazione.

Per poter conseguire questo ulteriore effetto il debitore dovrà liberarsi coattivamente
dall’obbligazione e ciò può avvenire mediante:

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- deposito liberatorio: se l’oggetto è consegna di beni mobili; il debitore consegna il bene
dovuto ad un terzo che si obbliga a custodirlo e a consegnarlo al creditore; eseguito il
deposito, quando questo è accettato dal creditore o è dichiarato valido con sentenza passata in
giudicato, il debitore non può più ritirarlo ed è liberato dalla sua obbligazione (art. 1210 c.c.);

- sequestro liberatorio: se l’obbligazione ha ad oggetto la consegna di beni immobili; il


debitore consegna il bene dovuto ad un sequestratario nominato dal giudice che si obbliga a
custodirlo, ad amministrarlo e a consegnarlo al creditore; in questo caso egli è liberato dal
momento in cui ha consegnato al sequestratario la cosa dovuta (art. 1216, 2° comma, c.c.).

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