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e tassi di cambio
Come possiamo spiegare le fluttuazioni dci tassi di cambio osservate negli ul-
timi due decenni? Un primo tentativo di rispondere a questa domanda è stato
fatto nel capitolo 12 . Là, tuttavia, avevamo introdotto due ipotesi convenienti ma
restrittive : l'ipotesi che qualsiasi cosa succedesse nel periodo corrente non in-
fluenzasse le aspettative del tasso di cambio futuro e l'ipotesi che il livello dei
prezzi fosse costante . È venuto il momento di abbandonare queste ipotesi e, in
particolare, di analizzare il ruolo delle aspettative nella determinazione del tasso
di cambio . A questo proposito, integreremo due temi fondamentali di questo li-
bro : l'importanza delle aspettative e l'apertura dell'economia .
L'obiettivo di questo capitolo è quello di analizzare come si determina il tasso
di cambio reale e in che modo esso è legato al tasso di cambio nominale fissato
ogni giorno sul mercato dei cambi . Iniziamo mostrando come il tasso di cambio
reale sia determinato da due fattori : 1) fattori relativi al commercio internazionale
e 2) differenze fra tassi di interesse reali a lungo termine interni ed esteri . Useremo
poi questo approccio per analizzare le fluttuazioni del dollaro negli anni Ottanta e
l'apprezzamento dello yen negli anni Novanta . In seguito, studieremo di nuovo gli
effetti della politica monetaria in regime di tassi di cambio fissi e flessibili .
Flc . 17 .1 . Rendimenti
attesitin ten ini di Anno I Anno t + 1
beniscat onitcnsi1su Titoli statunitensi 1 bene statunitense (1+r) beni statunitensi
titoli statunitensie
Titoli tedeschi 1 bene statunitense (±.}i T r ; I£f+1 beni statunitensi
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Anno t Anno t + n
attesi, in termini di
Titoli statunitensi 1 bene statunitense n beni statunitensi beni statunitensi . di
( 1+r"j)
titoli statunitensi e te-
deschi a n anni tenuti,
Titoli tedeschi 1 bene statunitense 1 +r'tr) ~r+n entstatunitensi
f, )Q perrranni .
t t
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beni tedeschi
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1 l + r -, ,)" beni tedeschi
422 CAPITOLO 1 77
Come nel capitolo 12, sarà più conveniente riscrivere l'equazione [17 .3] in modo
da lasciare il tasso di cambio corrente sul lato sinistro :
E`+"
[17 .4] E =
1 + n(r,,, -
Questa equazione esprime il tasso di cambio reale corrente in funzione del tasso
di cambio reale futuro atteso fra n anni, e del differenziale tra i tassi di interesse
reali a n anni interno ed estero . Analizziamo questa relazione in dettaglio .
senza limiti debiti (se fosse in disavanzo) o crediti (se fosse in avanzo) verso il re-
sto del mondo' .
La condizione di equilibrio di lungo periodo della bilancia commerciale de-
termina il valore di lungo periodo della competitività di un paese, e quindi il va-
lore di lungo periodo del tasso di cambio reale. Quindi, se i fattori che nel lungo
periodo determinano il tasso di cambio reale restano invariati, esso rimarrà co-
stante . Con un tasso di cambio reale costante, e cioè quando il prezzo relativo
dei beni interni ed esteri è costante, l'andamento del tasso di cambio nominale ri-
fletterà il differenziale di inflazione : il cambio nominale si muove cioè in modo
da mantenere il cambio reale costante . Se il tasso di inflazione interno è più ele-
vato di quello estero, nel lungo periodo il tasso di cambio nominale aumenterà
nella misura necessaria a compensare gli effetti dell'inflazione interna sul cambio
reale . Quindi, la valuta di un paese con un tasso di inflazione più alto rispetto al
resto del mondo deve deprezzarsi, mentre quella di un paese con un tasso di in-
flazione più basso si apprezzerà . Questo principio è chiamato parità del potere di
acquisto in termini relativi . La PPA sembra essere confermata dal punto di vista
empirico, almeno nel lungo periodo . Come illustra la figura 17.3, il legame tra il
deprezzamento della valuta nazionale rispetto al dollaro e il differenziale di infla-
zione nei confronti degli Stati Uniti è abbastanza forte .
Unendo la Pi->A e la neutralità della moneta (capitolo 15), possiamo conclude-
re che il deprezzamento di lungo periodo dipende dalla differenza tra il tasso di
crescita della moneta all'interno e all'estero . I paesi con una crescita monetaria
più alta nel lungo periodo avranno un'inflazione maggiore ; se il tasso di cambio
reale è costante, questi paesi vedranno il loro tasso di cambio nominale deprez-
zarsi .
Ritornando alla [17 .4], osserviamo che la seconda determinante del tasso di
cambio reale in un dato istante, e., è la differenza tra i tassi di interesse reali di
lungo periodo interno ed estero . Un aumento del tasso di tntercssc reale interno
dilungo periodorispetto al corrispondente tasso estero compita una riduzione
del tassa di cambio reale-un apprczzamento_reale . Nel capitolo 12 abbiamo
analizzato un meccanismo simile, discutendo un'analoga relazione tra il tasso di
interesse e il tasso di cambio . Riprendiamo qui la stessa logica .
Supponiamo che il tasso di interesse reale interno di lungo periodo aumenti,
rendendo i titoli nazionali più convenienti rispetto ai titoli esteri . Poiché gli inve-
stitori vogliono scambiare titoli esteri con titoli nazionali, essi vendono valuta
estera e comprano valuta nazionale, generando in tal modo un apprezzamento
della valuta nazionale . Poiché ci si aspetta che il tasso di cambio alla fine si asse-
sterà sul suo valore di lungo periodo, quanto maggiore è l'apprezzamento corren-
te della valuta nazionale, tanto maggiore è il suo deprezzamento atteso per il fu-
turo . Quindi, la valuta nazionale oggi si apprezza fino al punto in cui il deprezza-
mento futuro atteso compensa esattamente il fatto che il tasso di interesse reale
interno di lungo periodo è maggiore del tasso di interesse reale estero di lungo
periodo . A quel punto, gli investitori finanziari saranno di nuovo indifferenti tra
titoli nazionali e titoli esteri .
Ora abbiamo un modo per analizzare le fluttuazioni del tasso di cambio : il
1 In realtà non è sempre vero che nel lungo periodo la bilancia commerciale deve essere
in pareggio . Infatti un paese che nel passato abbia accumulato alto debito estero, per pagare
gli interessi dovrà avere un avanzo commerciale uguale agli interessi sul debito . Parallelamente,
un paese che abbia accumulato crediti verso il resto del mondo potrà permettersi un disavanzo
commerciale .
424 CAPITOLO I -,
10
GR
1 paesi con un diffe-
renziale di inflazione P
più alto rispetto agli
Us.a hanno subìto un
maggior deprezza-
mento delle loro valu- NZL
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te nei confronti del -:yJ
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dollaro . AUS IRL
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CH
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-2 0 2 4 6 8 10 12
Differenziale di inflazione rispetto agli USA
(variazione percentuale annua It'cl
tasso di cambio reale corrente dipende, in primo luogo, dal tasso di cambio reale
di lungo periodo e, in secondo luovo . dalla differenza tra i tassi di inreresse reali
dilungo periodo interno ed estero
Usiamo ora questo approccio per studiare prima le fluttuazioni del dollaro
negli anni Ottanta, e poi l'apprezzamento dello yen verificatosi nei primi anni
Novanta .
iHc'c : . .1 .
aO61T
quale il dollaro era così alto a metà degli anni Ottanta era il livello elevato dei
tassi di interesse reali statunitensi di lungo periodo . La ragione principale per la
quale il dollaro successivamente si deprezzò è la riduzione dei tassi di interesse
reali registrata negli Stati Uniti negli anni successivi .
426 cn>>rrOLO 17
Da che cosa hanno origine, a loro volta, queste variazioni dei tassi di interes-
se reali di lungo periodo? Questa è una domanda che abbiamo già affrontato va-
rie volte nei capitoli precedenti . Nel capitolo 12 abbiamo visto come l'espansione
fiscale e la stretta monetaria dei primi anni Ottanta siano alla base degli elevati
tassi di interesse reali registrati negli Stati Uniti in quel periodo . Nel capitolo 5
abbiamo visto come l'unificazione tedesca abbia reso necessaria un'espansione fi-
scale e una restrizione monetaria a partire dal 1990 . Mettiamo ora insieme questi
elementi per raccontare tutta la storia .
L'aumento del prezzo relativo dei beni statunitensi nei primi anni Ottanta (e
cioè l'apprezzamento reale del dollaro) era dovuto a un costante aumento dei tas-
si di interesse reali di lungo periodo negli Stati Uniti rispetto al resto del mondo .
Le cause principali di questo aumento furono la stretta monetaria e l'espansione
fiscale attuate negli USA . Dal 1985 in poi, i tassi reali di lungo periodo sono scesi
rispetto a quelli tedeschi, generando un deprezzamento reale . La causa principale
di questo deprezzamento è stata una politica monetaria meno restrittiva negli Sta-
ti Uniti, alla quale va attribuito il declino dei tassi di interesse statunitensi di lun-
go periodo . Questo andamento è stato accentuato prima da un'espansione in
Germania alla fine degli anni Ottanta, e poi dall'unificazione tedesca del 1990 :
entrambe hanno indotto la Bundesbank ad aumentare i tassi di interesse interni
per evitare un'eccessiva crescita dell'economia .
2 ll valore di 92 per il rasso di cambio yen/$ del 1995 nella tabella 17 .1 si riferisce alla
media per il 1995 . Nel dicembre del 1995, il tasso cli cambio era tornato a 101 .
3 Nel corso di questo paragrafo, ricordate che ci stiamo ponendo dal punto di vista del
INFLAZIONE, TASSI DI INTERESSE E TASSI DI CAMBIO 427
Nota : IItasso di cambio è una media nel corso di ciascun anno . L'inflazione è misurata dalla variazione del
deflatore del PIL di anno in anno. La bilancia conmnerciale è espressa in rapporto al PIL : un numero posi-
tivo indica un avanzo .
Fonte : «OECD Economic Outlook», giugno 1995 .
Giappone . P è il livello dei prezzi giapponesi, P* è il livello dei prezzi statunitensi . Lo yen è la
valuta interna, il dollaro la valuta estera ; r,,, indica il tasso di interesse reale a lungo termine in
Giappone, r';, indica invece il tasso di interesse reale a lungo termine negli Stati Uniti .
428 C APITOLO 17
abbiamo visto la proposizione opposta per cui un deprezzamento alla fine riduce il
disavanzo commerciale, ma all'inizio potrebbe farlo aumentare ; le due proposizioni
sono chiaramente equivalenti) . Finché le esportazioni e le importazioni non rispon-
dono al tasso di cambio reale, l'effetto positivo potrebbe dominare . In Giappone,
dove il cambio si è apprezzato per cinque anni consecutivi, gli effetti della curva j
erano ancora presenti nel 1995 ; solo recentemente l'avanzo commerciale ha iniziato
lentamente a ridursi ;
2) la seconda spiegazione deriva dagli effetti del ciclo economico sulla bilan-
cia commerciale . Abbiamo visto che un paese in recessione registra generalmente
un miglioramento della sua posizione commerciale : le sue importazioni (che di-
pendono dall'attività interna) diminuiscono, mentre le sue esportazioni ( .che di-
pendono dall'attività del resto del mondo) rimangono invariate . Dal 1992, il Giap-
pone è cresciuto più lentamente dei suoi partner commerciali . Il suo PIL è aumen-
tato in media dello 0,7% all'anno dal 1992 al 1995, rispetto al 3% dei paesi OCSr ;
3) la terza spiegazione riguarda le aspettative dei mercati finanziari . I due fat-
tori che abbiamo appena analizzato non dovrebbero aver indotto i mercati finan-
ziari a cambiare le loro aspettative sul tasso di cambio reale di lungo periodo: gli
effetti dinamici della curva 1 si sarebbero esauriti e la crescita giapponese alla fine
sarebbe aumentata . Tuttavia, i mercati finanziari hanno sempre ritenuto che, an-
che dopo che questi effetti fossero completamente svaniti, solo un tasso di cambio
più basso avrebbe garantito al paese l'equilibrio commerciale . In altre parole, il
costante apprezzamento dello yen rifletteva la convinzione, prevalente nei mercati
finanziari, che questo sarebbe servito a riportare in equilibrio la bilancia commer-
ciale . Questa valutazione dei mercati finanziari era corretta? Alcuni economisti
credono che i mercati finanziari siano stati eccessivamente pessimisti e che lo yen
sia tuttora sopravvalutato . Solo il tempo potrà darci una risposta .
430 CAPITOLO 17
6 Apprezzamento
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I - Deprezzamento :,
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Ann
analizzare gli effetti della politica monetaria in un'economia aperta . Dopo l'an-
nuncio, la riduzione dei tassi di interesse e il deprezzamento causano, entrambi,
un aumento della domanda interna e delle esportazioni nette, e quindi un au-
mento della produzione . Col passare del tempo, il tasso di cambio torna verso il
suo livello iniziale e l'effetto sulle esportazioni nette svanisce . Lo stesso accade
alla domanda interna, quando il tasso di interesse ritorna al valore iniziale . Se lo
scopo dell'espansione monetaria è dunque uno stimolo temporaneo alla domanda
(ad esempio. per accentuare una ripresa), allora tale politica è efficace : l'effetto è
massimo all'inizio e poi svanisce nel tempo .
F 0 GU ..S
appena visto, tassi di interesse maggiori . L'ef- Stati Uniti hanno anche generato un modesto
fetto netto è stato negativo : l'indice Dow apprezzamento del dollaro rispetto al marco,
Jones è sceso di ventidue punti, assestandosi a e il tasso di cambio dollaro/Dm è passato da
3 .809 . Maggiori tassi di interesse a lunga negli 0,587 a 0,585 dollari per marco .
[17 .51
Nel capitolo 12 abbiamo interpretato questa equazione come una relazione tra i
tassi di interesse nominali a un anno interni ed esteri, il tasso di cambio corrente
e il tasso di cambio atteso per l'anno successivo . Tuttavia, la scelta del periodo di
riferimento - un anno - era del tutto arbitraria . Questa relazione vale anche per
un giorno, una settimana, un mese . Ad esempio, se i mercati finanziari si aspetta-
no che il tasso di cambio sarà maggiore del 2%% fra un mese, essi terranno titoli
nazionali solo se il tasso di interesse interno mensile eccede il corrispondente tas-
valutario . Nel fare questo, essa perde spesso gran parte delle sue riserve di valuta
estera (il meccanismo di intervento della banca centrale è stato descritto nell'ap-
pendice del capitolo 12) .
3) Infine - e questo potrebbe accadere dopo poche ore o dopo alcuni mesi -
la scelta obbligata della banca centrale è quella di accettare gli elevati tassi di in-
teresse richiesti dal mercato oppure confermare le aspettative del mercato con
una svalutazione . Fissare tassi di interesse interni a breve molto elevati può avere
effetti devastanti sulla domanda e sulla produzione . Questa misura avrebbe senso
soltanto se : a) la probabilità attesa di svalutazione fosse molto bassa e quindi il
tasso di interesse richiesto dal mercato non eccessivamente elevato ; e h) il gover-
no credesse che i mercati alla fine si convinceranno che non c'è alcuna svaluta-
zione imminente . Altrimenti, l'unica alternativa è svalutare .
In sintesi : l'aspettativa di una svalutazione imminente può generare una svalu-
tazione ancor più ravvicinata nel tempo . La svalutazione potrebbe verificarsi an-
che se l'aspettativa iniziale fosse del tutto infondata . Infatti, anche se il governo
inizialmente non avesse alcuna intenzione di svalutare, potrebbe esservi costretto
per il semplice fatto che i mercati se lo aspettano . Il costo di evitare la svalutazio-
ne potrebbe essere un lungo periodo di tassi di interesse molto elevati, necessari
per mantenere la parità al livello prefissato .
FOCUS
a Il differenziale usato è quello osservato sull'Euromercato . Come abbiamo studiato nel quadro preceden-
te, questo è il mercato che riflette correttamente le aspettative nei mercati nazionali . La presenza di controlli
valutari può infatti limitare il movimento dei tassi di interessi impedendo che riflettano correttamente le aspet-
tative degli operatori .
Questo test è stato proposto per la prima volta da Lars Svensson nel 1991 in The Simplest Test of Target
Zone Credihility, in «INIr Staff Papers», vol . 38, n . 3 .
Differenziale Italia-Germania
Diiferenziale Francia-Germania
6 Differenziale Olanda-Germania
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Fvtte: Datastrearn .
Ricordate dal capitolo 10 che l'equazione [I I vale solo in un mercato finanziario perfettamente integrato,
nel quale cioè non vi è alcun vincolo alla mobilità internazionale degli investimenti .
436 CAPITOLO 17
c
E
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Bande di credibilità
16
14 Tasso di ntere ;se Lurotiorúno
12 Bande di credibilità
lo
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o
rafforzato la credibilità delle parità lira/marco dopo . La crisi eli settembre giunse quindi ina-
e franco/marco . Sia in Francia che in Italia si spettata . almeno fino al mese di luglio ; infatti
era completato il processo di integrazione fi- uno dei motivi che scatenò la crisi fu l'inatte-
nanziaria e gli investitori si erano convinti che sa bocciatura del Trattato di Maastricht da
l'elevata mobilità dei capitali avrebbe indotto parte degli elettori danesi nel giugno 1992 . Lo
le banche centrali a cercare di evitare svaluta- stesso andamento non si osserva invece per la
zioni del cambio . In entrambi i paesi la politi- Francia, che infatti uscì indenne dalla crisi va-
ca monetaria divenne più omogenea allo stan- lutaria .
dard monetario tedesco . Inoltre, tra le banche A differenza dei due casi precedenti,
centrali si realizzò un maggior coordinamento l'esperienza del cambio fiorino/marco mostra
delle politiche di intervento nel mercato dei segni di continua stabilità, come è evidente
cambi, con un'intesa che prevedeva la possibi- dalla figura 6 . Ad eccezione dei primi due
lità di riallineamenti solo al «verificarsi di casi anni di vita dello SME, il tasso di interesse in
eccezionali» . fiorini si trova sempre all'interno della banda .
L'unica differenza tra Italia e Francia ri- Il test suggerisce dunque che la parità fiorino/
guarda gli ultimi mesi del 1992, prima cioè marco ha goduto di maggiore credibilità ri-
della crisi valutaria di settembre . Il test di cre- spetto alle parità lira/marco e franco/inarco .
dibilità mostra che solo a partire dal mese di Questi risultati sono coerenti con l'effettivo
luglio il tasso di interesse italiano esce dalla andamento dei cambi durante lo SNIE . La pa-
banda, segnalando un'aspettativa di riallinea- rità fiorino/marco è stata quasi sempre co-
mento, che si verifica puntualmente due mesi stante e ha subito due soli riallineamenti .
La crisi delle monete asiatiche : costretti a svalutare . Nel dicembre del 1997 la
un problema di «azzardo morale» crisi colpì la Corea, la cui moneta si svalutò,
in poche settimane, del 40% . Oggi ci si chie-
de se Hong Kong resisterà, preoccupati che il
Il 2 luglio 1997, dopo mesi in cui il gover- contagio si estenda da Hong Kong alla Cina e
no thailanclese ripeteva che mai lo avrebbe al Giappone . Perché questa crisi improvvisa
fatto, il baht fu svalutato del 20% . Prima del- in economie per le quali era stata coniata
la fine di luglio, anche i vicini della Thailan- l'espressione «tigri asiatiche»?
dia (Indonesia, Malaysia e Filippine) furono Se osserviamo i dati sulle competitività di
43 8 CAPITOLO 17
questi paesi - e del più importante, la Corea - TAB . 1 . Azzardo ;orale e decisioni di Incesti-
ci rendiamo conto che la risposta tradizionale mento
non vale : la Corea non ha svalutato perché il
Investimento Investimento
suo tasso di cambio reale si era rivalutato privo di rischio rischioso
troppo, non vi era un problema di competiti-
vità . La crisi delle monete asiatiche è diversa Valore presente scontato
dalle tipiche crisi dell'America Latina, in cui i del progetto :
stato del mondo favorevole 107 120
paesi - ad esempio il Messico nel dicembre 107 80
stato del mondo sfavorevole
1994 - svalutano perché non riescono più ad Valore presente scontato atteso
esportare . La radice della crisi asiatica è nel dei progetto 107 100
mercato finanziario . Per comprendere ciò che Rendimento atteso per la banca 7 10
è accaduto ricorreremo ad un semplice esem-
pio : monteremo che, se gli investimenti sono
«garantiti» e gli investitori non rischiano nulla, sono solo un po' più complicati se il tasso di
si investe troppo ; l'eccesso di investimenti crea interesse è positivo . Che farà la banca? Se
una bolla che alla fine può esplodere . Questo sceglie l'investimento privo di rischio ha un
è proprio ciò che è accaduto in Asia . profitto certo, pari a 7 milioni di dollari : 107
milioni che provengono dal progetto, meno
100 che deve restituire agli investitori . Se sce-
glie il progetto rischioso guadagna 20 nello
Azzardo morale e investimenti sbagliati"
stato del mondo favorevole, e non perde nulla
nello stato del mondo sfavorevole : in questo
Considerate l'alternativa tra i due progetti caso fallisce, chiude e degli investitori si pre-
di investimento descritti nella tabella 1 . Il pri- occupa il governo .
mo investimento è privo di rischio : il valore La conclusione è chiara . Se gli investitori
presente scontato (VPs) di questo progetto è sono garantiti dal governo, vi è un problema
certo, e uguale a 107 milioni di dollari . Il se- di azzardo morale : la banca sceglierà l'investi-
condo progetto, invece, è rischioso : in uno mento rischioso anche se esso ha un VPS atte-
stato del mondo favorevole il suo VPs è pari a so inferiore all'investimento privo di rischio .
120 milioni di dollari ; ma se lo stato del mon-
La garanzia introduce quindi una distorsione
do non è favorevole il suo Vps è di soli 80
in quanto verranno finanziati progetti che
milioni di dollari . La probabilità di trovarsi in hanno un VPs atteso inferiore : 0, anziché 7
uno stato del mondo favorevole o sfavorevole milioni di dollari .
è la stessa: 0,5 per ciascuno stato . Quindi, il
valore atteso del Vps dell'investimento rischio-
so è pari a : (0,5 X 120) + (0,5 X 80) = 100 mi-
lioni di dollari . È evidente che anche un inve- Cosa è accaduto in Asia?
stitore indifferente rispetto al rischio sceglie-
rebbe il primo investimento : ha un VPS mag- Negli anni Novanta si è riversato in Asia
giore e non comporta alcun rischio . un fiume di denaro, proveniente un po' da tut-
Considerate ora una banca che abbia rac- to il mondo . In parte questi investimenti erano
colto 100 milioni di dollari da investitori ga- attratti dalla reputazione delle «tigri asiatiche»,
rantiti . La garanzia consiste nel fatto che, se la economie che, negli ultimi trent'anni, erano
banca fallisce, lo stato li rimborserà . Suppo- cresciute molto rapidamente . ila i capitali era-
niamo, per semplicità, che il tasso di interesse no anche attratti dall'aspettativa che i rischi
sia pari a zero : la banca deve restituire ai de- fossero limitati . In questi paesi - la Corea è
positanti la medesima somma che questi han- l'esempio migliore - la regolamentazione del
no versato - i numeri del nostro esempio sistema finanziario è pressoché sconosciuta ; la
° Questo esempio è di Paul Krugman, professore di economia al MIT. Per leggere questa ed altre analisi di
Krugman sulla crisi asiatica, visitate la sua homepage: h ttp ://web .mit.edu/krugman/st~,~v/ .
INFLAZIONE, TASSI DI INTERESSE E TASSI DI CAMBIO 43 9
linea di demarcazione tra lo stato e gli interme- bri e quindi, in ultima analisi, dalle imposte
diari finanziari privati è particolarmente labile, pagate dai cittadini dei paesi membri . Si pote-
si è diffusa l'opinione che stato e settore priva- va fare altrimenti, consentendo la bancarotta
to siano un po' la stessa cosa . Insomma, nes- della Corea e le perdite dei creditori? Forse il
sun investitore si aspetta che se una banca co- costo sarebbe stato ancora più alto : la crisi
reana fallisce lo stato non interverrà per salva- avrebbe potuto contagiare altri paesi, anche
guardare i depositanti . lontani dal sud-est asiatico e trasformarsi, da
A questo si è aggiunta l'esperienza della una crisi regionale, in una crisi finanziaria in-
crisi messicana del 1994 . Quando, nel dicem- ternazionale, alla quale forse sarebbe seguita
bre 1994, lo stato messicano si è trovato nel- una grande recessione . Ma così, come abbia-
l'impossibilità di far fronte ai propri debiti, il mo visto nel nostro esempio, si distorcono le
Fondo monetario internazionale è intervenuto decisioni di investimento e si creano le pre-
per evitare la bancarotta del Messico : lo ha messe perché le crisi si susseguano .
fatto poiché temeva che la crisi messicana si
propagasse ad altri paesi e che da un proble-
ma locale divenisse una crisi finanziaria inter- .Si possono evitare le crisi?
nazionale . Ma in questo modo ha anche crea-
to un precedente: gli investitori hanno iniziato Per evitare il problema dell'azzardo morale
ad incorporare, nelle loro decisioni, l'aspetta- è necessario non creare l'aspettativa che i cre-
tiva che, se un paese sufficientemente impor- ditori saranno comunque rimborsati . Ma que-
tante è nei guai, il Fondo interverrà per evi- sto non è facile perché, come abbiamo appena
tarne la bancarotta . visto, una volta che la crisi è esplosa conviene
Questi due fattori - l'aspettativa che, in a tutti evitare che essa si propaghi. Pochi cre-
caso di fallimento di una banca coreana, il go- dono al Fondo monetario internazionale quan-
verno locale sarebbe intervenuto e, se questo do annuncia, come ha fatto dopo il salvataggio
non fosse stato sufficiente, sarebbe intervenu- del Messico nel 1995 : «questa è l'ultima vol-
to il Fondo monetario internazionale - hanno ta». E l'esempio della Corea dimostra che chi
creato un problema di «azzardo morale» . Pro- non vi aveva creduto ha avuto ragione .
prio come nel nostro esempio si è investito C'è una soluzione? Vi sono due soluzioni.
troppo in progetti molto rischiosi - tipica- La prima consiste nell'introdurre più traspa-
mente progetti immobiliari che hanno creato renza nel sistema finanziario : stabilire le rego-
un eccesso di offerta di spazio per uffici . Ini- le, in particolare chi è responsabile se una
zialtnente i prezzi delle aree edificabili sono banca fallisce, delimitando chiaramente le re-
saliti, ma a un certo punto la bolla è esplosa . sponsabilità del governo . E poi creare istitu-
Quando la bolla è esplosa si è puntual- zioni pubbliche che garantiscano la trasparen-
mente verificato ciò che gli investitori si atten- za e il rispetto delle regole . Proprio tutto
devano . Le banche coreane sono fallite, ma i quello che mancava in Corea . E anche oppor-
creditori sono stati in gran parte rimborsati - tuno spostare il finanziamento dei progetti di
alcuni direttamente dal governo coreano, altri investimento, dalle banche direttamente agli
indirettamente attraverso i prestiti del Fondo investitori . Chi era garantito in Corea erano i
monetario internazionale al governo coreano . creditori delle banche, non coloro che aveva-
Chi ha pagato? Tutti noi, poiché le risorse del no acquistato azioni di società immobiliari :
Fondo monetario provengono dai paesi mem- questi infatti hanno perso il capitale investito .
CAPITOLO 17
440
F OC US
,. George . Soros in realtà è anche un grande filantropo . Ricordando le sue origini ungheresi ha creato una
fondazione dedicata allo sviluppo delle economie dei paesi dell'Europa orientale, soprattutto la Russia, ma an-
che l'Albania . La Fondazione Soros ha erogato finanziauienti cospicui per programmi di istruzione e di adde-
stramento, in particolare del personale delle nuove amministrazioni pubbliche .
Questo esempio è stato illustrato da Maurice Obstfeld dell'Università di Berkeley : _Models of Currency
Crises with Self-fulfilling Features, in «European Economic Review», vol . 40, 1996 .
INFLAZIONE, TASSI DI INTERESSE E TASSI DI CADMBIO 44 1
la (1,2), mostra il caso in cui il primo specula- in questo caso : un profitto pari a 1,5 milioni
tore non attacca la banca centrale, ma il secon- di dollari per ciascuno speculatore .)
do sì : il guadagno del primo speculatore è La possibilità di equilibri multipli è una ca-
quindi pari a zero, mentre il secondo perde 1 ratteristica di situazioni in cui interagiscono più
milione di dollari, cioè il costo di prendere a operatori . Che cosa determina la scelta di un
prestito una somma equivalente a 6 milioni di particolare equilibrio? Perché una banca cen-
dollari . L'equilibrio di questo «gioco» tra spe- trale che sino a ieri sembrava in grado di difen-
culatori e banca centrale è quindi quello rap- dere il cambio, improvvisamente soccombe?
presentato nella cella (1,1) : nessuno dei due at- Qui ritorna George Soros . Spesso, infatti, è suf-
tacca la banca centrale, e questa mantiene in- ficiente un segnale perché il mercato cambi opi-
tatte le sue riserve . nione e attacchi una moneta : i grandi investitori
Consideriamo ora il caso opposto : la ban- talvolta hanno questa funzione . Nel settembre
ca centrale ha poche riserve, solo 6 milioni di 1992, George Soros, convinto che la Banca
dollari . Ciascun speculatore comprende che se d'Inghilterra avrebbe finito per svalutare, accu-
attaccasse da solo la banca centrale, e riuscis- mulò una posizione scoperta in sterline equiva-
se a farsi convertire in dollari una somma lente a circa 15 miliardi di dollari . Quando que-
equivalente a 6 milioni di dollari, otterrebbe sta informazione si diffuse nel mercato, partì
un profitto pari a : [(1/2)X6] - 1 = 2 milioni l'attacco e la Banca d'Inghilterra non resistette
di dollari . Infatti non appena riuscisse a «ri- più di qualche ora . (La crisi dello SME-. è discus-
pulire» la banca centrale, questa abbandone- sa nel quadro del capitolo 21, intitolato ilnato-
rebbe il cambio, che si svaluterebbe del 50`/x . mia di una crisi: lo SME nel settembre 1992 .)
Tuttavia anche il secondo speculatore farà il È importante tuttavia ricordare che nel
medesimo ragionamento . Rappresentando primo caso, quando le riserve della banca
questo caso nella matrice dei pay-off, osservia- centrale sono abbondanti, l'attacco non può
mo che anche qui vi è un solo equilibrio, mai avere successo : se gli speculatori decides-
quello rappresentato nella cella (2,2) : ciascuno sero di attaccare la Bundesbank probabilmen-
speculatore attaccherà la banca centrale otte- te fallirebbero, anche se si coordinassero tra
nendo tiri profitto pari a (1/2)X[(1/2)X6] - 1 loro . La speculazione può accelerare una sva-
= 1/z milione di dollari - ricordate che i due lutazione, ma se alla fine la banca centrale è
speculatori si dividono i profitti totali . costretta ad abbandonare la difesa del cambio
Vi è infine il caso più interessante . La è perché comunque la banca era debole -
banca centrale ha riserve pari a 10 milioni di come nel terzo caso del nostro esempio . La
dollari . Se è attaccata da un solo speculatore, speculazione da sola non è mai in grado di
resiste ; se entrambi attaccano è costretta ad provocare una svalutazione .
alzare bandiera banca . Rappresentando anche L'esempio che abbiamo studiato può esse-
questo caso nella matrice dei pay-off, osservia- re applicato ad altre situazioni . Ad esempio si
mo che ora vi sono due equilibri . Nessuno può descrivere in modo analogo un attacco al
dei due speculatori ha un incentivo ad attac- debito pubblico . Finché il mercato è convinto
care se l'altro non lo fa : infatti se uno solo at- che il governo riuscirà ad emettere nuovi tito-
tacca, la banca resiste e colui che ha attaccato li, e con il ricavato rimborsare quelli in sca-
perde (queste sono le soluzioni descritte nelle denza, il debito viene regolarmente sottoscrit-
celle (1,2) e (2,1)) . Nel primo equilibrio, quin- to . Ma se si diffonde una crisi di fiducia e gli
di, nessuno dei due attacca, poiché entrambi investitori si rifiutano di sottoscrivere nuovi
pensano che l'altro non attaccherà . Vi è tutta- titoli - temendo un ripudio del debito pubbli-
via un secondo equilibrio : se i due speculatori co' - il governo non avrà altra scelta che il ri-
si coordinano ed attaccano insieme, la banca pudio, poiché, non essendo in grado di emet-
viene ripulita ed entrambi guadagnano . (Con- tere nuovi titoli, non può rimborsare quelli in
vincetevi che siete capaci di ricavare i pay-off scadenza . Anche in questo caso vi possono es-
e 11 ripudio del debito pubblico sarà trattato più in dettaglio nel capitolo 25 .
442 CAPITOLO 17
sere equilibri multipli, che dipendono dalle il governo è comunque debole, ad esempio
aspettative del mercato . Ma anche in questo perché l'ammontare del debito pubblico in
caso la possibilità di un ripudio esiste solo se scadenza è molto elevato" .
d La dinamica di una «crisi di fiducia» che può condurre al ripudio del debito è illustrata negli articoli
contenuti in Capital Markets and Debt Management, a cura di M . Draghi e R . Dornbusch, Cambridge, Cam-
bridge University Press . 1990 .
E~' - E
i=i~~+
E
Il tasso di interesse interno deve essere uguale a quello estero più il tasso atteso
di variazione del tasso di cambio nominale (Ee è il tasso di cambio atteso nel pe-
riodo successivo) . Con tassi di cambio fissi, il tasso di cambio atteso è uguale a
quello corrente : E' = E = F , per cui il secondo addendo sul lato destro della pa-
rità dei tassi di interesse è uguale a zero' . Ne segue che il tasso di interesse inter-
no deve essere uguale a quello estero . Questa condizione comporta a sua volta
che la banca centrale non sia più libera di scegliere l'offerta di moneta : quest'ulti-
ma deve essere tale da mantenere un tasso di interesse uguale al tasso estero .
L'equilibrio sul mercato dei beni, descritto dall'equazione IS, può quindi esse-
re riscritto come :
Y=C(Y-T)+1(Y,i*)+G+NXCY,Y''°,EP'
P
dove abbiamo tenuto conto del tasso di cambio fisso e dell'uguaglianza tra il tas-
so di interesse interno ed estero, per cui nella funzione dell'investimento appare
i`" al posto di ix . _
Il legame cruciale qui è tra tasso di cambio reale, EP''`/P, e produzione .
Esso comporta una relazione negativa tra il livello dei prezzi e la produzione : un
maggior livello dei prezzi genera un apprezzamento reale - una riduzione del tas-
so di cambio reale . Esso rende i beni nazionali relativamente più costosi, riduce
le esportazioni nette, e quindi deprime la domanda e la produzione .
Quindi, esattamente come in un'economia chiusa, un aumento del livello dei
prezzi provoca una riduzione della produzione . Ma qui il canale è diverso . Inve-
ce di operare attraverso i saldi monetari reali, qui il livello dei prezzi influenza
la produzione attraverso il tasso di cambio reale . Il livello dei prezzi non in-
fluenza la produzione attraverso lo stock reale di moneta perché il tasso di inte-
resse è fisso a i* .
Tuttavia, come abbiamo visto all'inizio del paragrafo precedente, se i mercati finanziari
iniziano ad aspettarsi una svalutazione, allora la prima uguaglianza (E(' = E) non è più soddi-
sfatta .
s Notate, tuttavia, che abbiamo ignorato la distinzione tra tassi di interesse nominali e
reali di cui abbiamo parlato prima .
444 CAPITOLO 17
Fic . 17 .6 . Domanda
fiata e offerta ag-
gregata in economia
I ', : ,d : cs ., . , I
Un aumento del livel- dato P,._
lo dei prezzi provoca
un apprezzamento
reale e un calo della
produzione: la curva
di domanda aggregata P
è inclinata negativa-
mente Un aumento
della produzione fa
aumentare il livello
dei prezzi : la curva di dato r
offerta aggregata è in-
clinata positivamente .
Produzione, Y
EP*
[17 .6] Y,=Y P G, i'
La produzione è una funzione crescente del tasso di cambio reale e della spesa
pubblica, e una funzione decrescente delle imposte . Gli altri fattori che entrano
nell'equazione IS in economia aperta, e quindi influenzano la domanda di beni -
in particolare iP` e Y'` - sono omessi dall'equazione [17 .6] per semplicità . Si noti
che, ai fini dello studio della dinamica del sistema, abbiamo sin d'ora introdotto
gli indici temporali sia per la produzione, sia per il livello dei prezzi . Il tasso di
cambio nominale è fisso e quindi non ha alcun indice . Lo stesso vale per il livello
dei prezzi esteri, la spesa pubblica e le imposte .
Un aumento del livello dei prezzi genera una riduzione del tasso di cambio
reale - un apprezzamento reale - che a sua volta provoca una diminuzione delle
esportazioni nette e della produzione . Questa relazione è rappresentata dalla cur-
va AD nella figura 17.6 . Come sempre, essa è disegnata per dati valori di tutte le
altre variabili, in particolare per un dato valore del tasso di cambio nominale .
Vediamo ora l'offerta aggregata e la determinazione del livello dei prezzi . Qui
ci baseremo sulla versione dell'equazione rii offerta aggregata derivata nel capitolo
15 (equazione [15 .3])`' :
9 Abbiamo derivato questa equazione nel capitolo 15 sotto alcune ipotesi semplificatrici,
dall'ipotesi che i prezzi attesi siano uguali ai prezzi dell'anno precedente, all'ipotesi che la forza
lavoro sia fissa e la produzione sia uguale all'occupazione . Queste semplificazioni non sono es-
senziali ai nostri tini .
INFLAZIONE, TASSI DI INTERESSE E TASSI Dl CAMBIO 4 45
uo Apj_1roiondsmeiruu . L'uso dell'equazione [17 .7] per descrivere l'offerta aggregata in eco-
nomia aperta comporta un'importante semplificazione. Notate che il livello dei prezzi sul lato
sinistro dell'equazione [17 .7] è il livello fissato dalle imprese, cioè il prezzo dei beni nazionali .
Il livello (ritardato) dei prezzi sul lato destro si riferisce invece all'indice (ritardato) dei prezzi
al consumo : i lavoratori sono infatti interessati al prezzo (atteso) dei beni che acquistano, cioè
all'indice dei prezzi al consumo. In contesto di economia chiusa, abbiamo assunto che il prez-
zo dei beni nazionali e l'indice dei prezzi al consumo siano la stessa cosa . In economia aperta,
invece, non possiamo fare la stessa ipotesi, in quanto i consumatori acquistano sia beni nazio-
nali sia beni esteri, e l'indice dei prezzi al consumo dipende sia dal prezzo dei beni nazionali
sia dal prezzo dei beni esteri .
Per capire le conseguenze di questa differenza, consideriamo gli effetti di una svalutazione
che aumenti il prezzo dei beni esteri e quindi annienti l'indice dei prezzi al consumo . Quando
vengono fissati i salari, i lavoratori - di fronte a un aumento dell'indice dei prezzi al consumo -
chiederanno probabilmente un aumento dei salari nominali . Questo aumento dei salari nomi-
nali induce le imprese ad aumentare il prezzo dei beni nazionali . Quindi una svalutazione fa
aumentare il prezzo dei beni nazionali, anche a parità di livello di produzione . Tener conto dei
due indici di prezzo sarebbe troppo complicato, per cui l'equazione [17 .7] ignora questa diffe-
renza . Di conseguenza, non consente di tener conto dell'effetto diretto della svalutazione sul li-
vello dei prezzi . In realtà questo effetto è rilevante soprattutto nei paesi in cui buona parte dei
consumo è costituita da importazioni .
446 CAPITOLO 17
cancella l'effetto della svalutazione _sul tasso di cambio reale . In altre parole, P
non aumenta proporzionalmente a E , per cui EP ;;/P aumenta" .
Il Approfondimento . Il modo più facile per capire quest'ultimo punto è ragionando per
assurdo . Supponiamo che P aumenti più che proporzionalmente rispetto a E . Il risultato netto
sarebbe un apprezzamento reale . Le esportazioni nette diminuirebbero, e così pure la produ-
zione . Ma se la produzione diminuisse, il livello dei prezzi s cenderebbe . i l che contraddice la
nostra ipotesi iniziale .
INFLAZIONE, TASSI DI INTERESSE E TASSI DI CAMBIO 447
FIG. 17 .8 . Cageiusta AS
mento in caso di so-
::~'". L litJZiiiIlc .
In caso di sopravvalu-
tazione, un paese può
riportarsi in equilibrio
attraverso una varia-
zione dei livello dei
prezzi oppure attra-
verso una variazione
del tasso di cambio
nominale .
} ,.
Produzione, Y
5 .4 . Se e quando svalutare
Abbiamo visto che, quando propriamente usata, una svalutazione può aiutare
l'economia a uscire più velocemente da una recessione . In combinazione con al-
tre misure - nel nostro esempio : una politica fiscale restrittiva - essa può anche
migliorare la bilancia commerciale senza provocare una recessione . Questo ci
porta a un tenia ampiamente dibattuto in economia : in quali circostanze è oppor-
tuno svalutare, anche nell'ambito di tiri sistema di tassi di cambio fissi? Vediamo
quali sono le argomentazioni a favore e quali quelle contrarie .
FOCUS
conseguenze sullo stato degli scambi e dell'occu- più assennato lasciare per qualche tempo che la
pazione . Credo che il nostro livello dei prezzi, moneta trovi da sé il suo valore piuttosto che
se convertito in oro alla parità prebellica, sia forzare una situazione che metterebbe i datori
troppo elevato rispetto al livello dei prezzi in al- di lavoro di fronte all'alternativa di chiudere i
tri paesi . Se considerassimo i prezzi dei soli arti- battenti delle loro imprese o di ridurre i salari,
coli che non costituiscono oggetto di commercio qualunque sia il costo della lotta che ne verrà .
internazionale, e dei servizi, come ad esempio i Per questa ragione, rimango dell'avviso che
salari, troveremmo che questi sono comunque il Cancelliere abbia fatto una cosa insensata - in
troppo elevati - non meno del 5%, e probabil- quanto, nella migliore delle ipotesi e se tutto do-
mente del 10%, . Dunque, a meno che la situa- vesse andare bene, non avremo comunque alcun
zione non sia salvata da un aumento dei prezzi compenso adeguato per il rischio che stiamo
esteri, il Cancelliere sta impegnando il paese in correndo°' .
una politica di riduzione forzata dei salari mo-
netari di circa 2 scellini per ogni sterlina .
Non credo che questo possa essere ottenuto La predizione di Keynes si rivelò fondata .
evitando un danno senza precedenti ai profitti Mentre altri paesi stavano registrando una
industriali e alla pace sociale . Sarei molto più crescita positiva, la Gran Bretagna cadde in
propenso a mantenere il valore aureo della no-
stra moneta al livello di alcuni mesi fa, piuttosto recessione per il resto del decennio . Un gran
che intraprendere una lotta cori ogni singola or- numero di storici dell'economia attribuiscono
ganizzazione sindacale del paese per ridurre i buona parte della colpa alla sopravvalutazione
salari monetari, Pare più saggio, più semplice e iniziale .
Coloro che sono favorevoli alla svalutazione sostengono anche che il mancato
ricorso a una misura di questo tipo non solo potrebbe essere costoso in termini
di disoccupazione, ma potrebbe persino dimostrarsi impossibile . Le loro argo-
mentazioni sono basate sul meccanismo sottostante le crisi valutarle che abbiamo
discusso nella prima parte di questo paragrafo . Quando un paese soffre di so-
pravvalutazione, i mercati valutari anticipano che il governo potrebbe svalutare .
Di conseguenza, per mantenere la parità, il governo deve aumentare il tasso di
interesse interno in misura sufficiente a compensare il rischio di svalutazione . Il
risultato è che il paese che resiste alla svalutazione deve sopportare due costi : il
primo è la sopravvalutazione stessa, il secondo è un tasso di interesse molto ele-
vato . Questo ulteriore costo potrebbe essere talmente elevato da non lasciare
scelta al governo, il quale sarà costretto a svalutare, convalidando in tal modo le
aspettative (lei mercati finanziari .
Questo è proprio quello che è accaduto in Europa nel 1992 e nel 1993 . La
percezione dei mercati finanziari che molti paesi sarebbero presto stati costretti a
svalutare ha provocato un forte aumento dei tassi di interesse nei paesi sospetti e
una serie di svalutazioni . Alcuni paesi, in particolare la Francia . hanno mantenuto
la loro parità . Altri, tra i quali il Regno Unito e l'Italia, sono usciti dallo SME e
hanno subito forti deprezzamenti . Finora l'evidenza mostra che in effetti essi han-
no reagito meglio, in termini di esportazioni nette e di produzione, rispetto agli
altri paesi .
Questo scenario descrive anche quanto accaduto in Messico nel 1994 : i mer-
cati finanziari credevano che il peso fosse sopravvalutato e questo ha provocato
una grave crisi valutaria che segnerà l'economia messicana per molti anni a veni-
re . A questo proposito si veda il quadro La crisi messicana del 1994 .
INFLAZIONE, 'PASSI DI INTERESSE L TASSI Dl CAMBIO 45 1
TAB . I . Tasso di cambio nominale e reale tra Messico e Stati Uniti, 1990-94
Nota : T livelli dei prezzi in \Icssico e negli Stati Uniti sono indici dei prezzi alla produzione, pari a 100 nel 1990 . II tasso di
cambio reale è anch'esso normalizzato a 100 nel 1990 . Un segno negativo nell'ultima riga indica un disavanzo commerciale .
452 CAPITOLO 17
nali a breve sono stati in media del 50% ; no- messicano è diminuito di circa il 10% : gli ef-
nostante la crescente inflazione, questo signifi- fetti degli alti tassi di interesse hanno prevalso
cava tassi reali molto elevati . Nel 199 .5 il Pn . sugli effetti della svalutazione del peso .
Sintesi . Due sono le lezioni principali che possiamo trarre dalla nostra discus-
sione .
In primo luogo, quando un gruppo di paesi trae forti vantaggi da un sistema
di tassi di cambio fissi, allora sarebbe meglio adottare una moneta comune . Infat-
ti, una moneta unica elimina la possibilità stessa di ricorrere alla svalutazione per
eliminare una sopravvalutazione . Eliminando la possibilità di svalutare, essa elimi-
na anche il pericolo che la sopravvalutazione possa produrre tassi di interesse
tanto elevati da generare una crisi valutaria . La maggior parte degli economisti
concorda, ad esempio, sul fatto che l'arca valutaria comune composta dai 50 stati
degli Stati Uniti sia più che giustificata . I vantaggi dell'uso di una stessa moneta
in tutti i 50 stati sono evidenti . Probabilmente, questi vantaggi più che compen-
13 Questa argomentazione ci dice che politiche che sembrano essere ottimali nel breve pe-
riodo potrebbero avere implicazioni indesiderabili nel lungo periodo . Esamineremo questo
tema in dettaglio nel capitolo 18 .
INFLAZIONE, TASSI DI INTERESSE E TASSI DI CAMBIO 453
sano il fatto che gli stati che soffrono di shock negativi di domanda non possano
fare affidamento su variazioni del tasso di cambio per tornare all'equilibrio=- . Una
simile argomentazione è avanzata dai fautori di una moneta unica in Europa, no-
nostante in questo caso il rapporto costi/benefici sia forse più controverso t' .
In secondo luogo, quando la moneta comune non costituisce un'alternativa
realizzabile, cercare di correggere una forte sopravvalutazione attraverso un ag-
giustamento dei prezzi piuttosto che attraverso una svalutazione potrebbe rivelar-
si poco saggio . Infatti, questa alternativa provocherebbe non solo un elevato co-
sto dell'aggiustamento in termini di disoccupazione, ma potrebbe persino non es-
sere attuabile : cercare di mantenere la parità fissata in presenza di una forte so-
pravvalutazione potrebbe richiedere tassi di interesse proibitivi . Tuttavia, cosa si-
gnifichi una «forte sopravvalutazione» continuerà ad essere un motivo di dissen-
so, per cui le questione dell'opportunità di una svalutazione e delle circostanze in
cui farvi ricorso non sono di facile soluzione .
Nel capitolo 14, la nostra derivazione della domanda aggregata era basata su
una versione del modello I S-LM che non distingueva tra tasso di interesse reale e
nominale . Qui invece questa distinzione sarà rilevante . Scriviamo il modello IS-
LM come :
IS: Y=C(Y-T)+I(Y,r)+G
LM : P1 = YL(i)
tasso di interesse reale : r = i - ,v'
'- 4 L'evidenza empirica mostra che gran parte dell'aggiustamento avviene attraverso lo spo-
stamento dei lavoratori . Generalmente, gli stati federali che soffrono di un calo della domanda
di beni perdono lavoratori a favore di altri stati, finché la disoccupazione non torna al livello
normale. Per saperne di più leggete O. Blanchard e L . Katz, Regiooal Evolulions, in «Brookings
Papers on Economie Activitv», n . 1, 1992, pp . 1-75 .
1 5 Per una discussione più approfondita di questo tema, leggete il capitolo 21 .
4 54 CAPITOLO 17
'6 Questa affermazione dovrebbe essere precisata . Se la banca centrale annunciasse di aver
deciso di aumentare il tasso di crescita della moneta dallo 0 al 50% all'anno, le aspettative di
inflazione probabilmente verrebbero corrette rapidamente e drasticamente .
.? Se introducessimo la crescita della produzione, dovremmo tener conto che il livello na-
turale di produzione aumenta nel tempo . Questo complicherebbe la trattazione, ma non cam-
bierebbe le sue conclusioni fondamentali .
Se, come abbiamo appena stabilito, nel lungo periodo la produzione torna a
allora il tasso eh interesse reale nel lungo periodo torna a r,; . Questa conclusione
estende il risultato di neutralità della moneta del capitolo 16 : nel_lunefop eriodo .
l a crescita della moneta non influiscesulla disoccupazione, sulla pro duzione, e
nemmeno sul tasso di interesse reale
Crescita della moneta e tasso di interesse nominale . Nel nostro modello IS-
L M, il tasso di interesse nominale è dato da :
Abbiamo appena stabilito che nel lungo periodo una crescita più elevata della mo-
neta non influenza il tasso di interesse reale, che rimane uguale a r,. . Vediamo cosa
succede al secondo addendo, T . Nel lungo periodo, è ragionevole assumere che
l'inflazione attesa sia uguale all'inflazione effettiva : _ n A sua volta, l'inflazione
effettiva si muove proporzionalmente alla crescita dello stock di moneta . Infatti,
sotto l'ipotesi semplificatrice che il tasso normale di crescita della produzione sia
uguale a zero, nel lungo periodo l'inflazione è semplicemente uguale alla crescita
dello stock nominale di moneta : r= Mettendo tutto insieme . otteniamo :
Crescita della moneta e saldi monetari reali . Una maggiore crescita dello
stock nominale di moneta genera un maggior tasso di interesse nominale, e quin-
di un maggior costo-opportunità di detenere moneta piuttosto che titoli . Questo
effetto a stia volta induce le persone a ridurre la loro domanda reale di moneta .
In termini dell'equazione LM, un valore più alto del tasso di interesse nominale,
i, genera una minore domanda reale di moneta, YL(i) .
In equilibrio, la domanda reale di moneta deve essere uguale all'offerta reale
i' I . Fisher, T»e Rate of 1nicrest, New York, Macmillan, 1906 . Dopo aver presentato que-
sto risultato, Fisher lo precisò nei dettagli . Torneremo su questo tema più avanti nel capitolo .
456 CAPITOLO 17
di moneta : M/P = YL(i) . Quindi, l'offerta reale di moneta (M/P) deve anch'essa
essere inferiore . Questo significa che il livello dei prezzi deve aumentare rispetto
allo stock nominale di moneta, in modo tale che M/P scenda . Nel lungo periodo,
tana crescita più elevata dello stock nominale di moneta provoca quindi una ridu-
zione del saldi monetari reali .
Mettiamo ora insieme i risultati di lungo periodo . Nel lungo periodo, una
crescita più elevata della moneta non ha alcun impatto sulla produzione, né sul
tasso di interesse reale . Invece, una crescita più elevata della moneta si riflette, in-
teramente e nella stessa misura, in un'inflazione più elevata e in un maggior tasso
di interesse nominale .
RIEPILOGO
• Il tasso di cambio reale dipende sia dal Tassi di cambio fissi e svalutazione
tasso di cambio reale di lungo periodo, sia dal
differenziale di interesse tra i tassi reali di lun- • Una svalutazione provoca un deprezza-
go periodo interno ed estero . Un aumento del mento reale nel breve periodo, ma nel lungo
tasso di interesse reale interno di lungo perio- periodo non ha alcun effetto sul tasso di cam-
do rispetto a quello estero genera un apprez- bio reale .
zamento reale, viceversa una sua riduzione ge- • In presenza di sopravvalutazione di una
nera un deprezzamento reale . moneta, una svalutazione può aiutare a elimi-
• L'andamento dei differenziali di inte- nare tale sopravvalutazione a un costo minore
resse tra gli Stati Uniti e il resto del mondo - in termini di disoccupazione - di quello deri-
spiega gran parte delle fluttuazioni del tasso vante da un aggiustamento del livello dei prez-
di cambio reale statunitense («la danza del zi . In presenza di un disavanzo commerciale,
dollaro») negli anni Ottanta . L'apprezzamen- una riduzione del disavanzo di bilancio accom-
to dello yen negli anni Novanta, invece, sem- pagnata da una svalutazione può produrre una
bra essere dovuto principalmente a una ridu- riduzione permanente del disavanzo commer-
ciale senza generare una recessione .
zione del tasso di cambio reale di lungo pe-
riodo e quindi all'evoluzione del commercio • L'argomentazione principale a favore
della svalutazione è che essa può aiutare l'eco-
internazionale .
nomia ad aggiustarsi più velocemente e a un
• La parità dei tassi di interesse implica
costo minore in termini di disoccupazione .
che variazioni della politica monetaria posso-
L'argomentazione principale contro la svaluta-
no provocare ampie fluttuazioni del tasso di zione è che essa vanifica lo scopo di adottare
cambio . Un aumento dei tassi di interesse ge- un sistema di tassi di cambio fissi .
nera un forte apprezzamento iniziale, seguito • Il governo può di fatto essere svantag-
da un lento deprezzamento nel corso del tem- giato dalla possibilità di svalutare . L'anticipa-
po . L'aumento iniziale del tasso di cambio è zione di una svalutazione potrebbe indurre i
chiamato oversbooting . mercati finanziari a chiedere tassi di interesse
• La parità dei tassi di interesse comporta molto elevati, aggiungendo al problema della
anche che, in un sistema di tassi di cambio fis- sopravvalutazione anche quello di tassi di in-
si, la percezione da parte dei mercati finanziari teresse proibitivi, e costringendo in tal modo
di una svalutazione imminente della valuta di il governo a svalutare, anche se esso non ave-
un paese può richiedere tassi di interesse mol- va alcuna intenzione di farlo .
to elevati in quel paese . Elevati tassi di interes- • Un aumento della crescita dello stock
se hanno effetti macrocconomici negativi . Essi nominale di moneta riduce il tasso di interes-
possono costringere a una svalutazione, anche se nominale nel breve periodo, ma lo aumenta
se una tale manovra non era affatto prevista . nel lungo periodo .
INFLAZIONE, TASSI DI INTERESSE E TASSI DI CAMBIO 457
Termini chiave
458 c, ;v'rroL01
Una buona analisi dell'andamento del dol- Il riferimento classico per i pro e contro
laro negli anni Ottanta è contenuta nell'intro- di una moneta unica europea è un rapporto
duzione e nei capitoli di J . Tobia e P. Krug- della Commissione dell'Unione Europea inti-
man di The Economics of the Dollar Cycle, a tolato One Market, One ;Money, in «European
cura di S . Gerlach e P Petri, Cambridge, M1 , Econome», 1990 .
MIT Press, 1990 . Una discussione degli effetti macroecono-
Un'analisi chiara dell'avanzo commerciale mici dell'Unione monetaria europea è conte-
giapponese e della sua evoluzione è data da nuta in D . Begg, F. Giavazzi et al., European
W'. Cline, Predicting External Imbalances for Monetari Union : The Macro Issues, London,
the United Slates and Japan, Washington, Dc, Center for Economic Policy Research, 1991 .
Institute for International Lconomics, settem-
bre 1995 .
Parità dei tassi di interesse : dove '' _ (P -:',,.i - P ;`) /P è il tasso estero di
inflazione attesa .
come passare da quella nominale Usiamo queste due relazioni per eliminare
a quella reale i tassi di interesse nominali dalla parità dei
tassi di interesse, che diventa :
I,o scopo di questa appendice è mostrare
come passare dalla parità dei tassi di interesse E,+1(1 + 7r -.` , 1
1+r, = (1+r ;' )
derivata nel capitolo 10 - espressa in termini E,(1+7rr)
di tassi di interesse e di cambio nominali - al-
l'equazione [17 .1] eli questo capitolo - la pa- Si noti, dalla definizione di inflazione, che
rità dei tassi di interesse in termini di tassi di
1 + 7/ Pc + , /P, e, analogamente, 1 + 7T =
interesse e di cambio reali .
P +, ,`I',/P`, Sostituendo queste due relazioni
Iniziamo dalla parità dei tassi di interesse nell'ultimo termine in parentesi, otteniamo :
nominale, l'equazione [10 .21 del capitolo 10 :