Letteratura inglese
LETTERATURA INGLESE
Il Settecento
I termini riferiti a questa età, come neoclassica, augustea, razionalistica, della
sensibilità, mostrano come il secolo presenti aspetti contrastanti. Come scrisse
Maximilian Novak, il Settecento all’inizio presenta tutto ciò che emergerà alla fine. Da
una visione statica del mondo si passa ad una dinamica, come continua manifestazione
di un’energia profonda con cui viene identificata l’immanenza divina. All'idea
dell'uniformità subentra quella della «diversificazione» che investe positivamente
l'uomo e la sua percezione della realtà. L'artista è portatore della ragione e l’Arte deve
imitare la Natura in quanto immutabile. Durante il secolo si concepisce la natura in
quanto sviluppo, divenire, flusso creativo. Questa «imitazione» nel corso del Settecento
assume il significato che avrà per i romantici, secondo i quali si deve raggiungere una
simbiosi tra soggetto e oggetto. Questo processo di trasformazione implica un
rovesciamento di concezioni che non contraddicono quelle illuministiche, ma ne
rappresentano un superamento. Il poeta coglie ciò che gli altri uomini non colgono e si
pone come visionario, come essere dotato di sacri poteri.
In campo estetico-filosofico accanto alla ragione, si affermano l'oscurità e la forza della
passione. La ragione è pervasa da inquietudine, dubbi, ironia, l'erompere dell'eros.
Nelle opere di artisti, critici, filosofi c’è un dialogo dinamico tra le istanze contrastanti
che caratterizzano questo momento culturale. Una tendenza mediatrice e
armonizzatrice percorre l'intero secolo: il rapporto fra antichi e moderni, ragione e
passione, natura e cultura, genio e gusto, bello e sublime, viene dibattuto in un
contesto ricco di contrasti. La ricerca di mediazione si vede in ogni ambito, a partire
dalla filosofia. Le varie correnti sono in relazione con la letteratura, le arti, e l'attività
della critica. La centralità dei dati sensoriali, il tentativo di stabilire i termini del
rapporto tra esperienza e ragione, l'intento di comprendere gli aspetti del “sistema
dell’uomo” nei confronti di quello della natura sono condivise nelle attività del pensiero.
Il 700 vuole conoscere la passione in tutte le sue forme e fa dell'immaginazione e della
fantasia il centro dell’indagine scientifica, per comprenderne il funzionamento.
La stagione iniziale del Settecento letterario inglese è spesso definita augustana e
neoclassica. La prima definizione, dovuta a Oliver Goldsmith, rimanda ai fasti dell'età
dell’oro della cultura latina, sotto l'imperatore Augusto, la seconda include la prima e si
estende cronologicamente e culturalmente su un periodo molto lungo. L'imitazione dei
grandi autori dell'antichità e l’accettazione dei precetti critici che guidano tale
imitazione, si riscontra già con gli scrittori medievali, ma trova la sua conferma a partire
dalla scoperta della Poetica di Aristotele. In Inghilterra l’influenza dei classici si afferma
negli ultimi decenni del Seicento.
POPE
In Essay on Criticism, Pope riassume la teoria letteraria neoclassica. Quest’opera lo fa
conoscere ai circoli letterari più importanti e ne decreta l'ingresso nella vita culturale
inglese, segnato anche dalla pubblicazione delle Pastorals. La sua fama è legata a The
Rape of the Lock del 1712. Pope si allontana dal circolo di Addison e diventa membro
dello Scriblerus Club, stringendo amicizia con Jonathan Swift. La sua adesione a questi
circoli di impronta neoclassica mostra il suo interesse per le opere dei predecessori,
come Chaucer e Spenser.
Le Pastorals si ispirano a Virgilio e nel discorso che accompagna la pubblicazione,
Pope difende il genere pastorale come rappresentazione di uno stato ideale di vita.
Anche il poema Windsor Forest rientra in questo genere: in esso si annuncia un futuro
utopico che si apre con la fine di una guerra e si celebra la regina Anna come figura
esemplare per coloro che vivono nei dintorni della foresta di Windsor. Windsor Forest
comunica una nuova visione della storia inglese e del futuro umano.
Un’elaborazione dei modelli classici si ritrova in The Rape of the Lock. Nel racconto
del furto di un ricciolo di Miss Arabella Fermor (Belinda) e delle conseguenze
tragicomiche, tutti i generi classici vengono rielaborati. Vi si avvertono echi dall'Eneide,
dal Paradise Lost di Milton; il gioco delle carte richiama i giochi degli eroi nell'epica, il
viaggio alla Grotta della Malinconia è narrato come la discesa agli Inferi, il finale si rifà
al poema miltoniano. Le molteplici allusioni e il complesso intreccio di riferimenti fanno
risaltare la rivisitazione parodica cui è sottoposta l'intera tradizione letteraria, in una
mescolanza di generi che evidenziano la follia, la fatuità, l'esteriorità, la grazia e
l'eleganza di una società. Il poema crea un nuovo genere, quello del poema
eroicomico (mock-heroic). Questo poema è rivelatore della duplicità di istanze del
secolo, attraverso la rappresentazione di un mondo rococò, dominato da gioco e
sensualità. La disputa tra i sessi, l’esagerazione della bellezza di Belinda, fanno
avvertire la presenza di una ricca fantasia. La Bellezza rende scusabile qualsiasi
reazione e azione. Nonostante le grazie di Belinda sono presentate con toni eroicomici
esse evocano l'attrazione erotica di Cleopatra e il fascino del femminile.
In quest'opera giovanile si rintraccia la sensibilità, passionalità e malinconia della
corrente preromantica, considerata «opposta» a quella di Pope, con la quale invece il
poeta intrattiene un legame complesso.
Eloisa to Abelard e Elegy to the Memory of an Unfortunate Lady trattano i temi
dell'amore e della passione con toni che ricordano le atmosfere gotiche della poesia
sepolcrale. Centrale nei due poemi è la passione amorosa, incontrollabile in Eloisa,
tormentata dall’insana gioia di un amore proibito a cui non rinuncia neanche per la
dedizione completa a Dio. Tale passione dura oltre la morte per la signora suicida,
costretta a vagare sulla terra, senza sepoltura e da tutti dimenticata. Un unione di
elementi della tradizione classica si ritrova nell'opera di Pope come traduttore di
Omero. La versione inglese dell'Iliade a opera di Pope apparve tra il 1715 e il 1720:
nonostante sia giudicata più augustana che omerica rimane un documento di
«insuperabile talento». L’Omero di Pope vuole fare conoscere l’autore nel linguaggio
poetico del Settecento, ponendo le basi per una reinterpretazione e rielaborazione
dell'epica.
La traduzione dell'opera di Omero proseguirà con l’Odissea: l'insieme di Iliade e Odissea
si configura come un poema epico. L'opera di Pope comprende anche il genere della
satira. È lo Scriblerus Club il promotore di una campagna per mettere in ridicolo “tutti i
falsi gusti nel campo del sapere”. I primi volumi delle Miscellanies, apparvero nel 1727,
seguiti da un altro che conteneva un attacco a Joseph Addison. L'attenzione era
focalizzata su un saggio di Pope in cui si satireggiavano i poeti Ambrose Philips, Lewis
Theobald e John Dennis, criticati non solo per la loro produzione ma per avere rivolto
critiche alle opere di Pope.
Principale ispiratore del poema The Dunciad, del 1728, è Lewis Theobald, che nel suo
libro Shakespeare Restored, critica l’edizione delle opere di Shakespeare curata da
Pope. La satira è rivolta alla stupidità degli autori citati da Pope. Al di là degli attacchi ai
singoli scrittori la satira è diretta contro la degradazione di certa società e cultura
contemporanee a Pope. In The Dunciad la cultura dell'epoca è come riassunta e il
genere è innalzato a commento storico, filosofico, letterario e a racconto biografico e
autobiografico.
SWIFT
È una delle personalità più complesse della prima metà del secolo. L'opera che lo rese
noto, The Battle of the Books, si inserisce nel contrasto tra antichi e moderni, in cui i
primi sono visti come superiori, senza però che la «battaglia» del titolo si concluda con
la loro vittoria. In A Tale of a Tub la satira nei confronti delle controversie politico-
religiose prevale su quella letteraria. Il modello di satira elaborato da Swift in queste
prime opere comprende digressioni su personaggi e argomenti, e una libera
reinterpretazione di generi e sottogeneri. In A Modest Proposal for Preventing the
Children of Poor People from Being a Burden to Their Parents, propone che il
problema dei genitori poveri sia risolto con la vendita dei loro figli come cibo per i ricchi.
L’opera sottolinea la terribile povertà dell'Irlanda, paese natale di Swift con il quale
ebbe un rapporto complesso che gli segnò una vita turbata da solitudine. La sua fama è
legata a Gulliver's Travels. L'idea di una satira in forma di narrativa di viaggio pare
che abbia avuto origine durante gli incontri dello Scriblerus Club, quando si progettava
di scrivere le memorie dell'immaginario Scriblerus, accompagnato nei suoi viaggi da
Samuel Gulliver. Nel libro, quest'ultimo, racconta del suo naufragio sull'isola di Lilliput,
abitata da esseri minuscoli. Le proporzioni di questo popolo rendono tutte le sue
cerimonie e guerre ridicole. Il mondo dei lillipuziani richiama la vita politica inglese e le
controversie tra i partiti politici. Nella seconda parte Gulliver si trova sulla spiaggia di
Brobdingnag, dove gli abitanti sono giganti. Anche qui l'Inghilterra è evoca nei
commenti del re, che, dopo essersi informato su costumi e governo in Europa giudica
disgustosi e pericolosi i suoi abitanti. Nella terza parte Gulliver visita l'isola di Laputa e
attraverso la loro descrizione si attaccano filosofi e scienziati, mettendo in ridicolo i loro
esperimenti. Nell'ultima parte troviamo il paese degli Houyhnhnms, cavalli dotati di
ragione. Il loro mondo è in contrasto con quello sporco degli Yahoos, esseri in forma di
uomini, ma in realtà disgustosi animali nei quali Gulliver riconosce i vizi dell'umanità,
tanto da non riuscire più a vivere, una volta tornato a casa, con la propria famiglia.
In quest’opera troviamo più generi: il racconto di viaggio, la narrativa utopica, il
commento critico, la satira. Swift qui rielabora testi e modelli della tradizione, come
Utopia di More cui si contrappone la distopia swiftiana. La fonte latina, Luciano, si fonde
con Discovery of a New World di Joseph Hall e con The Isle of Pines di Henry Neville. Si
avverte l'influenza di Rabelais che infatti conclude Gargantua et Pantagruel con il
racconto di un viaggio in terre sconosciute, e quella di resoconti di viaggi realmente
compiuti. Uno di questi, sul salvataggio di un certo Alexander Selkirk, attrasse anche
l'attenzione di Steele e ispirò Robinson Crusoe.
Le avventure di Swift mostrano le esperienze di un uomo che unisce il realismo alle
scoperte al di là dei confini del suo mondo quotidiano. Gulliver cerca sia di adattarsi a
ogni tipo di organizzazione sociale sia di salvare la sua identità. Durante il suo viaggio
incontra mondi sconvolgenti, affronta il problema del potere, del rapporto tra gli esseri
umani, si confronta con la scienza. I riferimenti ai testi del passato e la loro unione con
fatti contemporanei contribuiscono all’incisività della satira non solo di un paese, ma di
un mondo dove ogni idealismo è destinato ad essere disilluso. Esempio è l’accademia di
Lagado, dove gli scienziati conducono assurdi esperimenti (far nascere pecore senza
lana, costruire case cominciando dal tetto).
La satira politica è argomento di altri scritti di Swift. In Directions to Servants
fingendo di suggerire comportamenti appropriati per servitù, si mettono in rilievo i suoi
atteggiamenti peggiori. La produzione di Swift comprende raccolte di versi ispirate a
sensibilità e delicatezza, tra cui Cadenus and Vanessa, riferito al suo tormentato
rapporto con Hester Vanhomrigh, e le poesie dedicate a Esther Johnson, chiamata
Stella, donna che occupò un posto importante nella sua vita. In Journal to Stella Swift
trova accenti di abbandono e tenerezza, alternati a descrizioni della sua vita londinese.
Le poetesse
La fusione di vari generi si riscontra nella poesia femminile, che è parte del processo di
trasformazione letteraria e culturale del secolo. Nonostante un’educazione spesso
inadatta, la difficoltà a pubblicare i propri scritti e la subordinazione in ogni campo, le
donne hanno lasciato molti testi significativi.
Mary Pierrepont era di famiglia nobile e ricevette una buona educazione. Tramite il
padre e il marito conobbe personaggi importanti nell'ambiente letterario, quali Addison,
Steele, Gay e Pope, con cui intrattenne una corrispondenza. Conobbe Voltaire, sostenne
Edward Young e Henry Fielding, che all'epoca iniziava a scrivere per il teatro. Il suo
rapporto con Pope si deteriorò col tempo, tanto da essere inclusa nella Dunciad. Negli
anni 1737-38, attaccò gli stereotipi maschili sulle donne e affermò che uomini e donne
ricevevano un’educazione diversa. Dal 1736 fino alla sua morte visse quasi sempre
all’estero dove condusse un'intensa vita culturale. Fu Horace Walpole che pubblico le
sue Six Eclogues: With Some Poems. Noto, nella seconda metà del Settecento, fu il
circolo letterario delle Bluestocking Ladies, fondato da Elizabeth Montagu, che iniziò
a raccogliere intorno a se, per delle serate dedicate alla conversazione di carattere
letterario alcune donne colte. Le Bluestocking si incontravano tra loro, leggendo gli
scritti una dell'altra. L'importanza di queste donne provocò una reazione negativa in
molti letterati maschi. Le poetesse del periodo mostrano una notevole competenza
letteraria: Elizabeth Carter traduce dal greco, Elizabeth Tollet pubblica traduzioni latine
dei Salmi e versi ispirati a Virgilio. Nonostante il talento di molte, il controllo sociale
frena la loro attività, come per Mary Collier (lavandaia), Mary Leapor (figlia di un
giardiniere) o Elizabeth Thomas (imprigionata per debiti). Anche le donne appartenenti
a livelli sociali più elevati, dovevano dipendere dall'aiuto di uomini favorevoli a
consentire loro una buona educazione. Elizabeth Tollet apparteneva a una famiglia di
letterati e il padre favorì i suoi studi. Altri esempi sono Anna Barbauld e Elizabeth
Rowe, il cui padre la aiutò a pubblicare i suoi versi sull’Athenian Mercury. Rowe deve la
sua fama alle prose di argomento meditativo-religioso e l'ammirazione riscossa sembra
dovuta, oltre che al valore dei suoi scritti, alla vita ritirata, alle opere di carità,
all’ineccepibile moralità, che ne facevano un modello perfetto di femminilità.
Anche Anna Seward appartenne ad una famiglia di letterati: il padre fu il curatore di
Beaumont e Fletcher. Nonostante sembrò ingelosirsi del talento della figlia e ostacolò
qualsiasi rapporto amoroso, la incoraggiò a scrivere e contribuì alla pubblicazione delle
sue prime poesie. Seward deve la sua fama alle raccolte Llangollen Vale, with Other
Poems e Original Sonnets. Tra le poetesse che pubblicarono i loro versi con il metodo
della sottoscrizione vi fu Mary Barber, appartenente al circolo letterario di Swift a
Dublino. Determinante, in questo caso, l'intervento di Swift in suo favore e il fatto che
Barber dichiarasse di non avere pretese letterarie.
I periodici
The Gentleman's Magazine è uno dei molti periodici dell'epoca, la cui pubblicazione
va dal 1731 al 1914, fondato da Edward Cave, amico di Johnson. Il suo scopo fu all'inizio
quello di trarre, dai numerosi quotidiani, notizie, saggi, aneddoti, informazioni. In
seguito, la rivista incluse articoli di critica letteraria. A «The Grub Street Journal»,
settimanale satirico, contribuirono Lewis Theobald, Colley Cibber, e forse Pope. «The
Monthly Review» era specializzato in recensioni letterarie, affidate a noti autori
dell'epoca. In contrapposizione a «The Review», usci «The Critical Review». Grande
influenza esercitò «The Rambler», una rivista redatta da Johnson per un totale di 208
numeri. Saggi di vario tipo furono opera soprattutto di Johnson, ma anche di altri famosi
autori. La diffusione dei periodici è legata alla fortuna delle coffee-houses, divenuti veri
e propri centri dove circolavano giornali e riviste. Artisti e personaggi mondani li
frequentavano, e ogni gruppo si caratterizzò per il caffè prescelto: attorno a Fleet Street
si concentravano avvocati e uomini di legge, nei pressi di St James ricchi gaudenti, a
Covent Garden gli amanti del teatro. La più famosa coffee-house fu Will's. Al Turk's
Head si incontravano Johnson, Reynolds, Edmund Burke, Sheridan. Altri sono The Tatler
e The Spectator.
STEELE
The Tatler fu fondato da Richard Steele nel 1709 e raccontava storie piacevoli, di
discutere di notizie correnti, di pubblicare poesia. L'orientamento era quello di riformare
i costumi e il teatro. Il tono della rivista divenne sempre più impegnativo e assunse toni
da saggio moraleggiante, su problemi dibattuti in società, su questioni di costume. Nei
saggi di The Tatler si delinea il ritratto ideale del gentiluomo settecentesco che si
distingue per la sua razionalità; accanto a questo personaggio se ne creano altri fino a
formare un quadro della società del tempo, dove al libertino e alla signora di mondo,
viene contrapposta la virtù di una certa tipologia femminile. Dal 1711 al 1712 Steele e
Addison iniziarono la pubblicazione di «The Spectator», che conquistò un'immediata
popolarità. Anche qui furono creati personaggi fittizi, ciascuno rappresentante un
gruppo sociale: Mr. Spectator è un uomo che ha viaggiato, ha una solida cultura, è un
osservatore; Sir Roger De Coverley è un gentiluomo proveniente dallo Worcestershire e
suo nonno è stato l'inventore di una famosa danza campestre; Captain Sentry è un
militare; Will Honeycomb è un uomo di città. Le discussioni di questi personaggi
riguardano questioni di costume, fatti su cui esprimere valutazioni morali. Rispetto a
«The Tatler», qui l'interesse e il tono si spostano dal livello moraleggiante su un piano di
riflessione filosofica. I temi del gusto caratterizzano parte dell'estetica dell'empirismo
inglese e costituiscono il tramite per definire il concetto di bellezza. Il gusto comprende
sentimento e giudizio, senso comune e punto di partenza per l'avventura
dell'immaginazione, sensorialità e fantasia. I saggi dello Spectator affrontano e
semplificano temi complessi, consentendone la diffusione. Sono significativi sia sul
piano dell'estetica che dal punto di vista socioculturale e politico. I personaggi dello
«Spectator», nella contrapposizione che evidenziano (vecchio e nuovo mondo)
anticipano personaggi ed elementi del romanzo che si affermerà. L'importanza
ideologica della rivista fu soprattutto quella di porre i valori borghesi, contrapposti a
quelli aristocratici, al centro del proprio discorso.
ADDISON
Joseph Addison era uno studioso e conoscitore dei classici. Il suo viaggio sul
continente, di cui scriverà in Remarks on Several Parts of Italy, è caratterizzato dalla
ricerca dei luoghi collegati alla storia e alla poesia latina, dove i grandi scrittori
dell'antichità avevano vissuto. Addison è anche autore di tragedia, Cato, in cui
all'interno della vicenda di Catone, che si suicida piuttosto che sottomettersi a Cesare, è
tracciata anche una storia d'amore. Uno dei suoi meriti fu quello di modellare il gusto
dei lettori britannici e quello di portare la filosofia fuori dalle biblioteche, scuole e
università per farla entrare nei salotti, nelle coffee-houses, secondo un criterio definito
«secolarizzazione del gusto». Addison propagò le idee di Locke e molti numeri dello
Spectator sono dedicati alla loro spiegazione. La sua prosa fu definita da Johnson un
modello dello «stile medio». La sua chiarezza e armonia delle forme, allo stesso tempo
colloquiali ed evocatrici dei classici, contribuì ad affermare una nuova estetica. L'opera
di Addison è anche esemplare dell'importanza assunta dal saggio. I saggi di Addison sul
Paradise Lost di Milton, sulle epistole in versi, sullo stile appropriato alla tragedia,
esercitarono un’influenza sui lettori. La tipologia del saggio varia nel corso degli anni e
si può vedere confrontando «The Spectator» con «The Idler» e «The Rambler», in cui
prevalgono riflessioni sulle condizioni dell'umanità. Temi che sembrerebbero
appartenere alla sfera del costume vengono discussi con tono severo.
Il Dottor Johnson
Samuel Johnson nacque a Lichfield e dopo gli studi nella città natale, entrò al
Pembroke College di Oxford, dove si distinse per le sue doti intellettuali. Gli anni tra la
morte del padre e la sua partenza per Londra furono turbati da difficoltà economiche e
insuccessi. A Londra iniziò a scrivere per «The Gentleman’s Magazine» e vi si stabili
definitivamente nel 1740. The Life of Richard Savage è la biografia di un autore di
drammi e satire che viene ricordato per The Wanderer. La biografia di Savage è
un’evocazione di Grub Street, la strada londinese associata con l'ambiente degli
scrittori di scarso talento, pronti a scrivere qualsiasi cosa per denaro. Nel 1749 la
tragedia Irene di Johnson fu rappresentata da Garrick. Contemporaneamente, Johnson
scriveva saggi sui periodici da lui fondati, e nel 1747 iniziò l’impresa del Dictionary of
the English Language, per il quale gli fu conferita la laurea che non aveva conseguito
in gioventù. La sua fama si deve all'edizione del teatro di Shakespeare e a The Lives of
the English Poets. Il ruolo di Johnson fu centrale nella codificazione del canone e nella
creazione di una critica letteraria. Il suo fine fu quello di stabilire dei principi per
migliorare l'approccio alla cultura secondo quel criterio di «discriminazione» che
contraddistingue nei primi anni del 700 il pensiero critico, attento a differenziare
razionalità e giudizio. Il criterio della discriminazione si vede anche nei saggi di Johnson,
dove i principi generali si confrontano con questioni reali, e nella lettura della poesia
evidenziata nelle Lives: l'approccio biografico si fonde con una critica ineguale, ma
originale. Famosi sono i giudizi critici sul Lycidas di Milton, le osservazioni sulle odi di
Gray, l'ostilità nei confronti della poesia metafisica. La struttura delle Lives segue un
ordine costante: prima vengono le notizie biografiche, poi una breve valutazione, infine
un'analisi delle poesie. Se la biografia attraeva Johnson come fondamento di verità, la
parte «critica» rivela quali siano per lui i valori di un'opera: verità, aderenza alla Natura,
chiarezza, energia. Va contro la ripetitività, l'imitazione banale, il virtuosismo, gli
arcaismi, gli equilibrismi retorici. Anche il Dictionary of the English Language è un’opera
fondamentale per la lessicografia non solo britannica: esso doveva stabilire l'esatta
pronuncia della lingua, preservarne la purezza, secondo criteri già espressi su questioni
linguistiche e basati sulla lettura di autori quali Milton, Dryden, Swift e Pope. Johnson
utilizza parole di origine latina, sintassi complessa, artifici retorici, criticati dai
contemporanei e anche da Thomas Macaulay, il cui giudizio è pesante e ingiusto, dato
che non tiene conto della forza e originalità dello stile di Johnson, l'impiego metaforico
dei termini tratti dalla scienza, che subiscono un processo di transcodificazione
innovativo.
Il Dictionary da le definizioni di quarantamila parole, con citazioni tratte da testi di ogni
genere. L’opera lessicografica di Johnson presenta innovazioni tra cui quella delle molte
citazioni volte a illustrare il significato e l'uso delle parole e il procedimento per cui dal
senso radicale dei termini si giunge a quello metaforico.
L'edizione delle opere di Shakespeare è un altro contributo di Johnson. Nicholas Rowe,
Alexander Pope, Lewis Theobald e William Warburton precedono Johnson nell’impegno
di stabilire il canone, ma le qualità che si trovano nella sua opera (ricerca di chiarezza,
correzione degli errori testuali) rispondono ai suoi criteri e al suo approccio originale.
L'analisi johnsoniana conferma l'atteggiamento dell'epoca nei confronti di Shakespeare,
in particolare per quanto riguarda l’ideale di Natura che giustifica la commistione dei
generi, per Johnson simile a quella nella vita di comico e tragico, di gioia e di dolore. È
la Natura che fa rispettare a Shakespeare l'unità di azione e non quelle di tempo e
luogo.
Natura. La teoria del genio è per la prima volta compiutamente espressa nell'Essay on
Genius di Alexander Gerard: il genio viene associato all'immaginazione e non è
separato dall'intelletto. Il genio possiede gusto, giudizio, conoscenza, proprietà che
finalizzano all'invenzione. La concezione poetico-naturale del genio contrasta con il
modello classicistico, come risulta evidente in William Blake, che contrappone la forza
immaginativa a quella che definisce la «filosofia dei cinque sensi», e che trasforma in
energia vitale e creatrice. L'idea del «genio» emerge negli scritti su Shakespeare e nella
messa in scena dei suoi testi. Già Pope, parlando di Shakespeare, aveva messo
l'accento sulle passioni che i suoi drammi esprimono e che vengono spesso esasperate
nelle rappresentazioni degli attori. Rivolti a questi ultimi, proliferano i trattati sulla
teoria del mimo e del dramma, con una serie di precetti ispirati a quel controllo e quella
misura che garantiscano «realismo» e «naturalezza. La rispondenza a questi precetti si
vede nella performance, come è documentata nei periodici, negli epistolari, e nelle
memorie di grandi attori come Garrick, che iniziò la sua carriera di attore con un
debutto come Riccardo III. Nel 1747, una volta condirettore del Drury Lane, vi
rappresentò molti drammi di Shakespeare, e organizzo un giubileo shakespeariano, in
cui del poeta fu data un'immagine romantica. Shakespeare è l'autore più rappresentato,
ma la scelta di altri testi è comunque varia, anche grazie a impresari quali Garrick,
Colley Cibber, autore di adattamenti shakespeariani e di un proprio repertorio.
La tragedia
Lo spostamento della figura principale dall'eroico guerriero alla donna sventurata si
accentua nel 700, soprattutto a partire dal successo delle tragedie di Nicholas Rowe,
quali The Ambitious Step-mother e di Tamerlane, che si rivolgono al pubblico femminile,
sostituendo al terrore la pietà. Grande successo ottennero The Fair Penitent, dramma di
seduzione, pentimento, punizione e morte, e Jane Shore, in cui predominano il pathos e
l'ostensione dei sentimenti.
Nella tragedia il pubblico all'inizio del 700 preferisce gli heroic plays. La tragedia più
ammirata era quella che rispondeva ai canoni neoclassici e alludeva alla realtà
contemporanea. Per questo Cato di Joseph Addison fu un successo: l'argomento
«classico» si legava alle lotte contemporanee tra whigs e tories e celebrava la
grandezza d'animo stabilendo una sorta di identificazione tra la Roma augustea e
l'Inghilterra settecentesca. Alle tragedie di ispirazione neoclassica (come Douglas di
John Home) subentra la domestic tragedy, nella quale l'attenzione si sposta sul
patetico, il sentimentale, il privato. L'esempio più famoso è The London Merchant di
George Lillo, che fa oggetto della tragedia non le sventure di re e regine, ma i drammi
privati di personaggi oscuri, modesti. Lillo identifica la forza del sentimento con la
classe borghese e pone al centro del suo dramma i valori etici che la
contraddistinguono. Uno dei motivi del successo dell’opera è l’adesione alla cultura
della sensibility, che valorizza sentimenti ed emozioni e privilegia gli ideali di
compassione e amore. La donna è chiamata a rappresentare questi ide ponendosi come
modello di virtù, castità.
La domestic tragedy si vede anche in The Gamer di Edward Moore e in The Mysterious
Husband di Richard Cumberland, il cui intreccio è complicato, con sovratoni
sensazionali, come quello legato all'incesto. L’opera finisce con il suicidio del
protagonista, visto sia come una punizione sia come atto eroico.
Altra tragedia domestica è Caelia di Charles Johnson che presenta vari personaggi e
situazioni poi riprese nei romanzi della seconda metà del secolo: la ragazza sedotta e
imprigionata in un bordello, il seduttore spietato, la fine patetica della protagonista
femminile tra le braccia del padre. L’autore vuole commuovere il pubblico. Caelia è
esempio di come si cerchi di mantenere caratteristiche formali del passato, tentando
però di affrontare temi in sintonia con il presente.
La commedia
È in questo genere che più si manifesta la tendenza verso il sentimentale e il patetico, e
prevale la rappresentazione della realtà sociale borghese. Nei primi anni del 700 si
GOLDSMITH
Oliver Goldsmith inizia la carriera letteraria nel 1756 come collaboratore di periodici e le
sue prime opere lo fanno emergere come uno dei personaggi più interessanti
dell'ambiente intellettuale. Sarà tra i fondatori del The Club, il circolo letterario più
influente di Londra. Dopo avere scritto opere di generi diversi, tra cui The Vicar of
Wakefield, si dedica anche al teatro. Goldsmith sembra impersonare tutte le
contraddizioni della cultura settecentesca, nella sua coesistenza di concezioni
illuministiche e romantiche. La rielaborazione di modelli della tradizione inglese e
francese e la manipolazione dei generi si riscontra in She Stoops to Conquer,
preceduta da un saggio in cui Goldsmith sostiene la necessità di un ritorno alla vera
commedia, in contrapposizione alla sentimental comedy. L’opera è fondata su equivoci,
scherzi, ambiguità, e gli elementi comici vengono fusi in un innovativo testo
drammatico, dove vengono riattivati elementi tratti dalla commedia della Restaurazione
e dalla cultura della sensibility. L'intreccio amoroso si snoda in una dimensione realistica
e comica, in cui però vengono affermati valori quali la sincerità, la fedeltà, la
benevolenza, senza però ricorrere ad atteggiamenti sdolcinati. Le due innamorate della
commedia sono donne determinate, piene di iniziativa. Lo scioglimento dell’intreccio si
apre alla prospettiva di due matrimoni felici, costruiti su valori quali la sincerità, la
genuinità, che si affermano nella semplicità della dimora di campagna. L'orientamento
culturale implicito in tale conclusione, si conferma anche nella creazione di Tony
Lumpkin, sintesi del clown della tradizione popolare, uomo rozzo ma buono, abile
nell'affrontare le situazioni. La taverna dove ama trascorrere il suo tempo è un
rovesciamento parodico dei salotti dove l’aristocratico si esercitava nello sfoggio del
wit, qui sostituito dallo spirito grossolano, ma bonario, di questo nuovo eroe, cui è
affidato il ruolo di risolvere gli equivoci di questa commedia.
SHERIDAN
Richard Brinsley Sheridan, figlio di un uomo di teatro e di una scrittrice, ottiene il
primo successo teatrale con The Rivals, seguito da St Patrick's Day, The Duenna e da
adattamenti di opere di altri autori. Sheridan fa parte del The Club, dove entra su invito
di Johnson. Divenuto comproprietario del Drury Lane, vi rappresentò con successo The
School for Scandal in cui riaffermò la comicità della commedia, unendovi modelli
tratti dalla comedy of manners e dalla sentimental comedy, con apporti dal romanzo.
Sheridan trae il meglio dalla tradizione britannica immediatamente precedente e da
quella francese, ma ha in mente anche i modelli della commedia classica. Egli non cede
a sentimentalismi, ma privilegia l'aspetto comico, che prevale nei personaggi, situazioni
e scene. Della commedia della Restaurazione restano i dialoghi vivaci e la godibile
cattiveria delle malelingue, caratteri comici e oggetto di satira: il personaggio di Lady
Teazle unisce il fascino delle eroine della commedia della Restaurazione con la
semplicità delle ragazze di campagna. Alla fine prevale il sentimento, ma senza
svenevolezze e il lieto fine segna la vittoria dell'amore, della generosità.
IL ROMANZO
Il novel, termine in origine associato con un racconto amoroso di invenzione fantastica
con personaggi realistici e situazioni quotidiane, deriva da vari modelli narrativi in cui si
incrociano le tendenze in apparenza divergenti del romance, di carattere fantastico, e
della history, che valorizza la realtà e l’esperienza comune. L'equilibrio tra fittizio e
reale è frutto di una rielaborazione letteraria: la preferenza per il vero, il verosimile, lo
storico è in contrasto con l'improbabile, il meraviglioso. Maestro in questa difficile
operazione è Cervantes, che nel Don Quijote mantiene l'idea del romance attraverso il
realismo del libro e l’opposizione tra la coerenza visiona dell’eroe e la realtà della
Spagna del 600. La narrativa inglese, fino dall'inizio del secolo, pone al centro il
problema di cosa significhi essere persona, di quale sia il valore dell'esperienza e
dell'agire del singolo individuo e di quale tipo di comunità possa rispondere alle sue
esigenze. I romanzi si focalizzano sul problema dell'identità e dell'autodeterminazione
dell'individuo. Implicitamente, questo rimanda ad un senso di dubbio riguardo a un
mondo in mutamento, dove il singolo si sente sia schiacciato dalla struttura sociale che
spinto a cambiare in meglio e a far valere i propri meriti.
L'interesse per l’individuo e la sua soggettività nei confronti della società è evidente nei
vari generi di prosa narrativa da cui il romanzo attinge, come la biografia, genere
privilegiato da Johnson. L’interesse per la biografia ha radici neoclassiche, come l'idea
oraziana del miscere utile dulci. Intervengono, a livello epistemico, le trasformazioni
che caratterizzano il 700, segnato da tre rivoluzioni di cui sono testimonianza The
History of England di David Hume, The History of America di William Robertson e The
Decline and Fall of the Roman Empire di Edward Gibbon. Boswell si distingue nel
racconto di viaggio, che si collega al mutamento della cultura settecentesca: il viaggio,
come esplorazione e comunicazione, comporta la trasmissione del pensiero e della
cultura ed è segno del passaggio dalla stasi al movimento, caratteristico della
trasformazione epistemica che caratterizza il Romanticismo. In letteratura, il viaggio
viene espresso attraverso favole, narrazioni romanzesche. L'attraversamento materiale
dei luoghi stessi, collegato all'estetica del gusto e con in mente gli antichi, contribuisce
a una poetica dell'immaginazione. Il movimento si accompagna all'esplorazione della
natura e si estende alla scoperta della parte sconosciuta e oscura dell'individuo. Il
racconto di viaggio, spesso collegato al grand tour, si fa mezzo di osservazione estetica
e artistica e documento di un percorso interiore. Esso rifluisce nelle opere dei
romanzieri del 700, costituendo parte integrante delle narrazioni, come elaborazione
del modello picaresco o spostato in una dimensione fantastica di tipo utopico-distopico.
DEFOE
Un viaggio è al centro di quello che è considerato il primo esempio della nascente
forma letteraria, ossia Robinson Crusoe di Daniel Defoe. Defoe viaggio molto e la sua
prima opera, The True-born Englishman, è un poema satirico contro chi si opponeva ad
un re d'Inghilterra straniero, cui segui The Shortest Way with the Dissenters dove
suggeriva un modo definitivo per eliminare il dissenso. Robert Harley lo impiegò come
agente segreto e lo inviò in varie missioni per tutta l'Inghilterra. Intensa è anche la sua
attività letteraria e si confronta con molteplici generi e modalità di scrittura, come
giornalismo, narrativa di viaggio, diaristica.
La sua fama è affidata ai suoi sei romanzi, tra cui Robinson Crusoe (1719). La storia è
basata sulla vicenda reale vissuta da Alexander Selkirk, che per contrasti con il capitano
della nave su cui viaggiava, a sua richiesta venne lasciato per 5 anni sull'isola
disabitata di Juan Fernandez. Presentato come storia vera di un naufragio su un'isola
deserta e della capacità di sopravvivenza di un uomo, Robinson Crusoe è un racconto
esemplare della centralità dell'individuo caratteristica del romanzo moderno. Alcuni
critici relazionano la vicenda di Robinson con il nascere dell'individualismo borghese,
con la divisione del lavoro e con l’alienazione sociale; altri mettono l'accento sulla
creazione di personaggi «eroici» all'interno di una dinamica socio-economica che
contribuiscono a formare ma da cui sono minacciati.
Moll Flanders traccia il percorso di una donna da una misera infanzia a una vita
prospera, attraverso varie peripezie. Le forme del picaresco, del romance d'avventura,
delle storie dei personaggi criminali vengono usate da Defoe per mostrare le
contraddizioni che l’individuo deve affrontare per affermarsi nel mondo.
Anche Roxana ha per protagonista una donna, Mlle Beleau, appartenente a una
famiglia di profughi protestanti francesi che, sposatasi in Inghilterra, viene abbandonata
dal marito e diventa una ricca cortigiana. Risposatasi con un mercante olandese, vive
una vita rispettabile finché il marito scopre il suo passato. Rimasta vedova viene
imprigionata per debiti e muore pentita. I diversi ruoli assunti da Roxana comportano
una varietà di modelli narrativi e ulteriori innovazioni del romanzo.
Captain Singleton narra la storia di un avventuriero e pirata, che viaggia sul
continente africano, nelle Indie occidentali e sui mari cinesi, depredando finche,
diventato ricco, torna in Inghilterra, si sposa e conduce una rispettabile vita borghese.
Memoirs of a Cavalier narra la vita di un gentiluomo inglese del 600, arruolatosi
prima nell'esercito austriaco e poi al servizio del re contro gli Scozzesi. Primo innovativo
esempio di romanzo storico, l’opera presenta descrizioni di eventi e battaglie, come il
RICHARDSON
L’affermazione del romanzo come genere avviene con Samuel Richardson. Nel 1740
appare Pamela, or Virtue Rewarded e l’idea originaria fu quella di scrivere una serie
di lettere, scambiate tra i membri della stessa famiglia, riguardanti problemi quotidiani.
Pamela consiste di lettere che raccontano le vicende di una serva sedicenne ingannata
dal padrone e infine premiata con il matrimonio per la sua resistenza. I corrispondenti di
questo romanzo sono sei e si esprimono con stili e punti di vista diversi. A Pamela è
affidata la maggior parte del racconto, in cui vengono descritti la sua situazione di
fanciulla povera, i tentativi di seduzione di Mr. B, verso il quale prova sia attrazione che
repulsione, la prigionia nella dimora del Lincolnshire dove subisce un tentativo di
violenza e il mutamento di Mr. B che innamoratosi le offre il matrimonio. Il romanzo
ebbe così successo che l'autore scrisse un seguito, dove Pamela è presentata come
sposa e madre perfetta. Le ragioni del successo dell’opera vanno ricercate nel contesto
socio-culturale in cui il romanzo si situa, perché espressione dell'ideologia della nuova
borghesia mercantile, che per la prima volta si avvicina alla letteratura, fino ad allora
privilegio della nobiltà. La narrativa è condizionata dai gusti della classe borghese, che
preferisce la prosa, chiede istruzione, informazione, la rappresentazione della realtà
quotidiana. Pamela rappresenta la spinta al miglioramento e all'ascesa sociale ed
economica attraverso la parificazione delle classi, il meritato raggiungimento del
benessere di chi è timorato da Dio, l'uguaglianza sessuale a livello etico. Al centro del
romanzo c'è un'esperienza individuale che viene espressa per mezzo di un’autoanalisi,
da parte della protagonista, delle proprie reazioni, emozioni, dubbi. Quest’opera ha
tutte le caratteristiche del romanzo sentimentale: il fine didascalico, l'insistenza sulla
virtù, le implicazioni morali della sensibilità, gli ideali di benevolenza. Pamela ha come
antecedenti i romanzi d'amore di Eliza Hayward e Delarivière Manley, nei quali il
personaggio femminile si afferma nei confronti di quello maschile attraverso la
seduzione e la sessualità. Dal romanzo amoroso derivano l'importanza data alla
passione e alla sofferenza, all'autenticità emotiva delle donne. Viene privilegiata la
forma epistolare perché consente il rapporto diretto con il lettore, presentandogli la
storia come se si stesse svolgendo in quel momento, coinvolgendolo emotivamente.
La forma epistolare si ripete in Clarissa; or the History of a Young Lady, secondo
romanzo di Richardson. Qui si racconta, attraverso lo scambio di lettere tra circa 20
corrispondenti, la storia della seduzione, dello stupro e della morte di una fanciulla,
esempio di «virtù in difficoltà», vittima di una crudele famiglia e di un libertino, che con
l'inganno la imprigiona in un bordello e che la stupra dopo averla drogata. Sconvolta,
Clarissa si lascia morire; tormentato dal rimorso, Lovelace si lascerà uccidere dal cugino
di Clarissa. Richardson trasforma il romanzo sentimentale. I corrispondenti del romanzo
esprimono tutti i gruppi e livelli sociali dell'Inghilterra del 600, includendo anche il
mondo criminale e delle classi povere. I protagonisti sono al centro di due gruppi sociali,
la famiglia degli Harlowe e il clan Lovelace, legati da una intricata rete di rapporti. Al
centro ci sono la passione e il contrasto con i condizionamenti sociali e morali di
un'epoca.
Nell’ultimo romanzo, Sir Charles Grandison, il protagonista maschile è un modello di
onore, sensibilità, saggezza. È stato osservato come Grandison sia un costrutto dei
personaggi femminili del racconto che lo esaltano. Se Sir Charles è un degno eroe da
romanzo sentimentale, il suo personaggio è rivelatore dell’ambiguità del culto della
sensibility, infatti la sua bontà viene associata con il potere che egli esercita sulle donne
che lo amano, sui parenti e sulla servitù. Grandison rappresenta un modello di
mascolinità che costituirà un punto di riferimento in tutto il romanzo sentimentale del
Settecento.
FIELDING
Henry Fielding è ritenuto uno dei creatori del romanzo inglese. Le sue prime opere,
Shamela e Joseph Andrews sono parodie di Pamela. In Shamela, già il nome dell'eroina,
ossia una fusione tra sham, “falsità” e shame “svergognata”, rivela l'intento parodico
dell’opera, che ridicolizza la pretesa di rendere l'immediatezza dei pensieri e delle
emozioni della forma epistolare, mettendo in evidenza l'ipocrisia e la falsità del
personaggio principale, ossia una sgualdrina che cerca di sposarsi seducendo un uomo
ricco.
Anche Josep Andrews è una parodia: il protagonista, fratello della Pamela
richardsoniana, servitore presso la madre di Mr. B viene insidiato da questa e dalla
cameriera Slipslop. Avendo respinto entrambe, viene cacciato dal servizio, e nel viaggio
di ritorno alla sua casa nel Somerset incontra il parroco Adams, insieme al quale ha una
serie di avventure tragicomiche, come il salvataggio della fanciulla amata, Fanny,
l'incontro con un certo Mr. Wilson, l'arresto per false accuse, fino all'agnizione finale (si
scopre che Joseph è figlio di Wilson e che Pamela ha una sorella, Fanny). Fielding
recupera i modelli del romance, attuando delle modifiche cui contribuisce la sua
conoscenza di Aristotele, dei classici, dell'epica, Cervantes. Nella prefazione dell’opera
egli mette l'accento sugli aspetti innovativi della forma narrativa che inaugura e che
definisce comic epic-poem in prose. Dopo un richiamo ad Aristotele, Fielding insiste
sulla necessità dell'abbassamento degli elementi della tragedia e dell’epica. Egli
evidenzia la natura di history della sua narrazione che però concilia con gli elementi del
romance, come la storia d'amore, l'avventura, l'agnizione finale e la dinamicità
dell'insieme.
Nel 1749 appare Tom Jones, la storia di un trovatello che si rivelerà nipote del signore
che lo accoglie, il quale attraverso una serie di errori dovuti alla sua natura imprudente,
si salverà dalle situazioni pericolose, verrà reintegrato nella sua famiglia, e sposerà la
fanciulla amata. La maturazione dell'individuo è narrata tramite le forme del romance
favolistico, del picaresco, del commento metatestuale, presentato come un dialogo tra
l'autore e i lettori con accenni di satira sociale e commento moralistico. I passi di
commento critico denunciano l'intenzione della finzione e degli artifici messi in atto in
questa nuova arte del narrare. La struttura simmetrica, il procedimento narrativo per
causa ed effetto, il gioco delle coincidenze, l'equilibrio tra le varie parti, la coerenza tra
la struttura della trama e la costruzione sintattica delle frasi esprimono una visione
armonica in cui si conciliano razionalità e sensibilità.
Amelia, l'ultimo romanzo di Fielding, mostra una tendenza verso il genere
sentimentale. Luogo della vicenda è la Londra cupa e corrotta apparsa già in Tom Jones;
qui risalta la virtù della protagonista, moglie e madre ideale secondo i canoni della
sensibility settecentesca, che il marito lascia sola. La vita della città con i suoi
personaggi corrotti, l'orrore della prigione di Newgate e la presenza di gente onesta,
costituiscono lo sfondo di una vicenda in cui le avventure del personaggio maschile
sono viste nei loro effetti sull'esistenza di una famiglia, sostenuta dalla forza dell'eroina.
Il mondo dei sentimenti è in contrasto con quello al di fuori delle mura domestiche e
con la città. Il romanzo oscilla tra il racconto picaresco e la storia sentimentale centrata
sulla virtù femminile in difficoltà e, come nei romanzi sentimentali, si risolve con un
lieto fine.
SMOLLETT
Tobias Smollett operò come medico di bordo su una nave. Nel 1741 partecipò ad una
spedizione inglese contro gli Spagnoli e assisté alla sconfitta, raccontata in Roderick
Random. Il romanzo, in prima persona ha come protagonista un giovane energico e
generoso che ricorda l’autore: come lui prende il mare come medico di bordo e dopo
varie peripezie si stabilisce a Londra. Il romanzo si conclude con un lieto fine, in cui il
protagonista ritrova il padre e l'amore trionfa.
Nel 1751 Smollett pubblica The Adventures of Peregrine Pickle: il narratore
onnisciente descrive il percorso del protagonista attraverso una serie di avventure e
errori dovuti al suo carattere ribelle, fino alla felice soluzione finale, con il matrimonio,
l'eredità paterna e il ritorno alla quiete della campagna. Vengono inserite delle
digressioni, ossia le memorie erotiche di Lady Vane e del poeta Mackercher, che
servono da commento e da riferimento analogico alle vicende del protagonista,
secondo il modello del racconto erotico e quello della storia patetico-sentimentale.
In Ferdinand Count Fathom Smollett riafferma la centralità di un personaggio, qui un
giocatore e truffatore, libertino e vizioso, che dopo aver rovinato una serie di vittime
viene punito. Il romanzo è costruito sul modello delle storie e biografie dei rogues,
criminali, assai popolari presso i lettori settecenteschi.
L’ultimo romanzo è Humphrey Clinker, narrato in forma epistolare, sui membri di una
stessa famiglia che si scambiano lettere in cui riferiscono le impressioni e le emozioni
provate durante un viaggio in Inghilterra, Scozia e Galles. L'interesse è concentrato sui
rapporti tra i personaggi: durante il viaggio nascono amori, si fanno incontri, si
raccontano vicende. Non può non esserci un agnizione secondo il paradigma del
romance. Autore polemico, controverso e discusso, Smollett fu un intellettuale di grandi
doti e un romanziere originale, la cui opera sta ottenendo quel riconoscimento che non
gli era stata dato in passato.
Il romanzo femminile
È un personaggio in Humphrey Clinker di Smollett che osserva come la narrativa sia
monopolizzata da scrittrici, che pubblicano con lo scopo di propagandare la virtù, la
delicatezza. La quantità dei romanzi scritti da donne diventa maggiore a partire dagli
anni attorno al 1740, e l'atteggiamento nei confronti di questo fenomeno è ambiguo. Il
romanzo promuove la trasformazione in senso femminile della cultura inglese,
diffondendo quel culto della sensibility che fa emergere desideri, bisogni, fantasie
femminili secondo una nuova ottica dei rapporti interpersonali e familiari. Il personaggio
femminile protagonista del novel of sensibility ha caratteristiche costanti: intuizione,
partecipazione emotiva alle sofferenze e gioie altrui, intensità dei sentimenti,
delicatezza, castità delle fanciulle. Questa eroina corrisponde all’ideale espresso in un
numero dello Spectator dove si dice che il compito della donna è la passiva
acquiescenza alla cultura patriarcale.
La narrativa di Frances Burney, Sarah Fielding, Charlotte Lennox e Frances Sheridan
costituisce una parte integrante del canone letterario.
Frances Burney, per matrimonio introdotta nell'ambiente aristocratico, fece parte del
Bluestocking Circle. I suoi romanzi, Evelina, Cecilia, Camilla, hanno come
protagoniste belle fanciulle al loro ingresso in società, dove il loro carattere si forma
attraverso prove, complicate vicende, l'incontro amoroso, le difficoltà, le gioie. Già dal
primo romanzo vengono evidenziate nuove caratteristiche del personaggio femminile,
allo stesso tempo conforme all'ideale della sensibility e trasgressivo del modello che
questo proponeva.
Ciò comporta un allontanamento dal romance tradizionale, a cominciare dalla trama, e
dalle principali funzioni narrative, che esprimono nuovi valori. Il romanzo viene
trasformato dalle scrittrici, che continuano a sperimentare forme narrative. Dopo la
metà del secolo, l'immagine di dolcezza e delicatezza associata a una figura femminile
passiva lascia il posto a personaggi più complessi: la figura centrale diventa una donna
sofferente, minacciata, a disagio in un mondo maschile.
Esempio è Memoirs of Mrs. Sidney di Frances Sheridan, storia patetica di una sposa
tradita dal marito. Vi si ritrovano la drammaticità dei romanzi di Burney.
Altre infelici protagoniste femminili sono al centro dei romanzi di Frances Brooke e
Charlotte Smith e in Mary, A Fiction, opera di Mary Wollstonecraft, che nello scritto
«politico» A Vindication of the Rights of Women vede l'eccesso di sensibility
diseducativo e volto a perpetuare il potere maschile.
Un tono più lieve e ironico caratterizza The Female Quixote di Charlotte Lennox: le
avventure dell'eroina Arabella, rivelano le contraddizioni esercitate nella società nei
confronti della donna. L’autrice presenta un personaggio femminile che vive la realtà
domestica di una dimora aristocratica attraverso l'immedesimazione nelle storie
amorose francesi del secolo precedente. Le fantasie di Arabella si rivelano come un
STERNE
Il termine «sentimentale» è associato a Laurence Sterne, incluso tra gli autori di
sentimental literature: tale inclusione può apparire limitativa data la complessità di
questo scrittore, ma è utile a collocare la sua opera all'interno della narrativa
settecentesca. L'adesione al culto della sensibility è in Sterne ambigua: lo spostamento
dalle facoltà razionali a quelle emotive è innegabile; ma è anche indiscutibile l'ironia
attraverso cui sono filtrate le storie sentimentali dei suoi libri, e la malizia delle allusioni
erotiche.
Il libro Tristram Shandy, sebbene criticato da Johnson, Goldsmith e Richardson, lo rese
famoso. Nel 1761, ritornato nello Yorkshire, pubblicò altri libri del Tristram Shandy,
completato tra il 1762 e il 1765. Tristram Shandy è considerato precursore del romanzo
moderno e si rifà ad antecedenti quali Rabelais e Robert Burton, filtrati attraverso
l'opera di Locke sull'intelletto umano. La trama è trasformata in un tenue filo narrativo
sempre interrotto da digressioni; la relatività del tempo dell'esperienza umana è
evidenziata dalla frantumazione delle sequenze; espedienti tipografici quali asterischi,
lineette, spirali, contribuiscono a trasmettere il senso dell’inafferrabilità del reale.
Attraverso la soggettività di Tristram, personaggio-narratore, i cui pensieri non vanno di
pari passo con le parole, le sue reazioni emotive e i suoi sentimenti, che si conoscono
eventi e personaggi: il padre Walter, la madre Shandy, lo zio Toby, Trim, la vedova
Wadman, il parroco Yorick, il servitore Obadiah, tutti dominati da fissazioni e manie.
Sterne rielabora la narrativa precedente rinnovandone il discorso, affermando una
nuova visione soggettiva in cui l'idea della compattezza dell'uomo e del suo mondo è
ironicamente sconfitta dal dominio del particolare e dell'imprevedibile, e dove la
gerarchia dei valori, con alla testa la razionalità, viene sovvertita. La parodizzazione del
racconto basato su causa ed effetto, e su una concatenazione degli eventi e dei
rapporti tra i personaggi, viene in Tristram Shandy smentita, e mette in rilievo l'artificio
del processo letterario. Non solo il romanzo mostra come sia impossibile rappresentare
la realtà, ma questa diventa oggetto di dubbio. È così che l'operazione parodica
sterniana assume il valore di una contestazione delle concezioni che l'individuo ha di se
stesso e della propria identità.
A Sentimental Journey Through France and Italy, introduce nell'uso comune
l'aggettivo sentimental: all'inizio del 700 questo termine ha un significato diverso da
quello ora in uso, quali «opinione» e «giudizio»; solo dopo la metà del secolo inizia a
prevalere l'aspetto emotivo, anche se si conserva il valore etico.
Il Sentimental Journey si collega alla letteratura di viaggio e ai documenti del grand
tour che costituivano una parte cospicua della travel literature, il genere più popolare
del romanzo. Il libro di viaggio di Sterne è una parodia del genere e costituisce,
all'interno della travel literature, quello che con Tristram Shandy Sterne aveva fatto per
il romanzo. Esso ne è una sorta di continuazione, come si vede dalla presenza di Yorick,
Il romanzo gotico
Il romanzo gotico si collega alla rivalutazione del sentimento e dell’emozione, alla
liberazione della fantasia. Vi rifluiscono il gusto per il pittoresco e il sublime che si
traducono nei paesaggi e nelle scene naturali, nelle iperboliche dimensioni delle visioni
oniriche, nell’abissalità con cui si confrontano le protagoniste, fanciulle perseguitate,
insidiate da malvagi. Anche se la conclusione di questi romanzi è quasi sempre un lieto
fine, predomina ugualmente l’emozione sublime, il terrore, accompagnato da
quell'astonishment per cui il soggetto perde ogni capacità razionale. È ovvia
l'opposizione al classicismo e il predominio di una nuova dimensione della percezione
fisica, che si perde nell'infinito e nell'incommensurabile. Le atmosfere del romanzo
gotico sono in associazione con la poesia preromantica, che trasforma l'elegia funebre
in poesia dei sepolcri, in commemorazione delle rovine, in meditazione sul passato e
sulla morte.
Precursore di questo romanzo è The Castle of Otranto di Horace Walpole, intellettuale
interessato all'arte e alla letteratura, viaggiatore curioso e autore di un affascinante
epistolario. Un castello esotico è lo spazio del romanzo: in esso, si articola una
complicata vicenda piena di spettri, fenomeni sovrannaturali, giganti, apparizioni
misteriose, storie di amore e morte. Vi dominano violente emozioni e passioni. Con
questo romanzo Walpole crea un nuovo genere attraverso la commistione di elementi e
forme narrative, traendo dalla favola, dal picaresco, dalla ballata, dal romanzo
cavalleresco, dal dramma, dal racconto orientale.
Il romanzo gotico si distingue in storico, sentimentale, orrifico e nelle loro
trasformazioni.
Vathek di William Beckford è la storia del Califfo che, insoddisfatto del suo mondo,
spinto dall'ansia di conoscenza e dall’attrazione del misterioso, intraprende un viaggio
che ha come approdo la caduta «nel più atroce inferno della letteratura, si costruisce
sui moduli della favola orientale, codificati però in senso opposto alla loro utilizzazione
didattico-moralistica. Quello di Vathek è lo spazio del perturbante, dove prevalgono
potenze misteriose. L'opera di Beckford resta isolata.
Con i romanzi di Ann Radcliffe le invarianti del romanzo gotico stabilite da Walpole (il
castello, l'abbazia, la foresta, la fanciulla perseguitata, il villain, l'eroe) vengono
riproposte e codificate e imitate autori meno originali. The Castles of Athlin and
Dunbayne di Radcliffe è influenzata da ballate e leggende, cui la scrittrice dà una vaga
patina storica. I paesaggi scozzesi lasciano affiorare le visioni inquietanti dei romanzi
seguenti, tutti ambientati in Italia, dove le immagini sublimi e la presenza di elementi
fantastici conferma il debito dell'autrice nei confronti di Burke. Il capolavoro di Ann
Radcliffe, The Mysteries of Udolpho, è incentrato sulle peripezie di una fanciulla
perseguitata, personaggio in cui si fondono la carica di cui è investita l'eroina del
romance e l'ideale di sensibility che, con la sua finale vittoria sul villain afferma il trionfo
del Bene sul Male.
In The Mysteries of Udolpho Emily di St Aubert e in The Italian Ellena di Rosalba
vengono chiuse in spazi labirintici e bui, in balia del malvagio, e devono superare
pericoli prima di arrivare al lieto fine con le nozze e la reintegrazione del legittimo
patrimonio. I romanzi di Radcliffe costituiscono delle sintesi dell'affermazione di valori
moralistico-sentimentali tipici della cultura borghese.
The Monk di Matthew Gregory Lewis è influenzata dai romanzi tedeschi del terrore, e
dagli elementi in questi contenuti, ispirati allo Sturm und Drang e tratti dalla letteratura
popolare, dalle ballate, dai racconti di magia nera. Non mancano echi dai Faust di
Marlowe e Goethe, evocazione di figure archetipe come l'Ebreo errante, riferimenti a
Shakespeare. Figure demoniache e spettri popolano il romanzo, in cui prevalgono
elementi sensazionali e inquietanti.
JANE AUSTEN
Numerose parodie dei romanzi gotici appaiono negli ultimi anni del 700, e anche il
romanzo sentimentale viene parodiato, mettendone in rilievo la convenzionalità, gli
eccessi melodrammatici e il basso livello formale e stilistico. Le prime opere di Jane
Austen sono delle parodie del romanzo sentimentale in forma epistolare, e con
Northanger Abbey anche di quello gotico. Nella duplice parodizzazione del romanzo
sentimentale e gotico Austen coglie l'incrocio tra questi due generi, rilevandone punti di
contatto e differenze. Del romanzo sentimentale sono oggetto di parodia gli eccessi
legati all'esibizione della sensibility, del romanzo gotico l'autrice segnala il pericolo
dello scatenarsi di fantasie morbose nella mente dei lettori e delle lettrici. Per entrambi
i tipi di romanzo Austen compie un'operazione metanarrativa e, mettendone in rilievo i
maccanismi e gli artifici pone l'accento sui complessi rapporti tra realtà e finzione. I
romanzi di Austen (Sense and Sensibility, Pride and Prejudice, Mansfield Park, Emma,
Northanger Abbey e Persuasion) disegnano il percorso interiore di personaggi femminili
attraverso il confronto con il contesto sociale e in particolare con i condizionamenti che
impone nel pubblico e nel privato alla donna. L'ambito in cui si muovono le protagoniste
dei suoi romanzi può apparire ristretto a una lettura superficiale, ma in realtà i drammi
delle eroine rimandano a questioni fondamentali della cultura settecentesca, pongono
interrogativi sui valori dell'epoca. Nei suoi romanzi Austen elabora gli elementi della
narrativa sentimentale e di introspezione psicologica, ispirandosi a Richardson e Fanny
Burney. Attraverso una revisione critica e la parodia Sterne, rielabora e rivaluta il
romanzo sentimentale restituendogli dignità e valore.
Il «viaggio» di maturazione dell'eroe maschio, che si snoda all'esterno con
l'attraversamento di luoghi reali, e per il quale si ricorre alle forme dell'epica e del
picaresco diventa un percorso interiore non meno arduo, un passaggio dall'errore, al
suo riconoscimento, al suo superamento, fino all'approdo a una maturità e coscienza di
se e del mondo circostante. Le contrapposizioni che evidenziano nei suoi romanzi sono
trasmesse attraverso strutture dialogiche mimetiche, che contribuiscono alla loro
dimensione «realistica». Tali strutture consentono di esprimere linguaggi e registri
diversi e di caratterizzare i personaggi e la loro appartenenza a gruppi. Una dinamica
dialogica contraddistingue il flusso dei pensieri delle protagoniste austeniane, come si
vede in Emma. Qui la visione soggettiva dell'eroina rivela la complessità del reale. Con
questo monologo interiore Austen dà spazio all'interiorità femminile, all’espressione dei
sentimenti, dei bisogni delle donne.
Il suo romanzo presenta una protagonista consapevole, che si fa soggetto del proprio
discorso, che sottopone i fatti oggettivi a un'attenta riflessione, che domina emozioni e
sentimenti e afferma i propri principi e valori.
poesia che rispecchia l’animo del poeta nella natura sono tuttavia presenti nelle
Seasons di James Thomson, opera ispirata alle Georgiche virgiliane e nei rappresentanti
della «scuola sepolcrale», ossia Edward Young, William Collins, Thomas Gray.
Edward Young deve la sua fama ai Night Thoughts on Life, Death, and Immortality,
poema religioso basato sul rifiuto del poeta di ogni lusinga terrena e sull’aspirazione
alla consolazione eterna. La morte viene invocata come il «grande consigliere» capace
di ispirare all'uomo pensieri nobili e atti generosi. La morte assolve l'esistenza, dando
un senso alle speranze, alle virtù, ai dolori. Young sostiene che è la consapevolezza
della morte che permette agli uomini di sopportare i tormenti della vita. In Young
questo concetto ha una connotazione metafisica, ma per Keats si manifesterà come
una liberazione dai dolori della vita. Con Young diventano di moda come scenari poetici
le tombe, le rovine, i paesaggi scabri, i cieli scuri ed inizia un processo di
coinvolgimento diretto dell'io del poeta nella scrittura in versi. L'immagine dell'uomo
che emerge dai suoi versi non è sempre negativa, ma il poeta mette in luce
contraddizioni e contrasti, abiezione e purezza, miseria e splendore. Il nuovo gusto non
si nutrì solo di scenari gotici e stati d'animo malinconici, ma anche l'espansione del
movimento metodista contribuì a rafforzare la reazione contro il buon senso: la parola
d'ordine di John Wesley fu entusiasmo (contro la Chiesa d'Inghilterra).
Su questa linea riconosciamo anche William Collins, poeta dalle radici classiche,
celebre per le Odes on Several Descriptive and Allegorical Subjects. Altre odi sono
dedicate alla pietà, alla sera, alla musica, alle superstizioni popolari scozzesi, le quali
esaltano squarci di paesaggio e eccitano la fantasia del lettore.
Il poeta più caratteristico della scuola sepolcrale è Thomas Gray, classicista,
viaggiatore, pensatore e scrittore in versi. Elegy Written in a Country Churchyard (128
versi suddivisi in quartine a rima alternata) descrive la desolata esistenza di una
comunità rurale. Ciò che fece il successo dell'opera fu l'intonazione poetica, insieme
malinconica e misteriosa. L'io del poeta si impone fin dalla prima quartina, in modo
innovativo e «romantico». Il bisogno di solitudine e la necessità per l'uomo di meditare
in silenzio per ritrovare se stesso vengono ribaditi in un altro passaggio, ossia «Far from
the madding crowd's ignoble strife». La polemica di Gray sembra essere contro la
spersonalizzazione in seguito all’urbanizzazione, ma essa è molto più sottile: è rivolta
contro la gente ricca che abita in città e che deride i contadini. Tra loro potrebbe
nascere un grande uomo che però non avrebbe i mezzi per diventarlo. La vita contadina
è contrapposta alla leggerezza delle classi nobiliari, in un modo che potrebbe
richiamare Parini; ma quando il poeta riconduce tutto alla necessità di rassegnarsi alla
volontà di Dio sembra imporsi una tematica di stampo manzoniano. L'elegia di Gray si
presta a varie letture, da quella politica a quella intimistica, autobiografica.
aveva dichiarato di avere trovato i manoscritti nella chiesa di St Mary Redcliffe a Bristol,
dove invece consultò solo antichi registri. Di suo mise tutto: lo spelling finto antico, il
lessico arcaico, i desideri di amore, giustizia, coraggio, fedeltà, al punto che Chatterton
divenne personaggio letterario, protagonista dell'opera teatrale di Alfred de Vigny. Egli
si trasformò in soggetto d'arte, divorato da pittori, poeti, musicisti fino a incarnarsi nel
prototipo dell’antieroe che non desidera più nulla per aver desiderato troppo.
L’interesse per il passato medievale, le forme arcaiche, le antiche radici delle lingue
favorì la pubblicazione di opere in dialetto o in lingua scozzese. L'apparizione sulla
scena di Robert Burns, poeta contadino divenuto poeta nazionale di Scozia, fu
annunciata da alcuni precursori. In particolare Allan Ramsay, che rielaborò in due
antologie il patrimonio della letteratura popolare scozzese a partire dal XV secolo.
Robert Fergusson, contadino e autodidatta, iniziò a versificare secondo i canoni della
genteel English tradition neoclassica senza ottenere grandi risultati. Quando scoprì il
filone dialettale ottenne subito successo, consegnando ai posteri una raccolta di Poems.
Burns sempre riconobbe il proprio debito nei confronti di Fergusson. Anche Burns morì
giovane, dopo aver vissuto una vita dura. I grandi capolavori vennero pubblicati nella
Poems Chiefly in the Scottish Dialect. Dopo il 1786 anche Burns si dedico alla
pubblicazione di antiche canzoni popolari alle quali ne aggiunse di proprie. Nonostante
le sue raccolte poetico-musicali, ossia Scots Musical Songs e Select Scottish Airs,
ebbero numerose ristampe la fama dell’autore è legata ad alcuni testi poetici come To a
Mouse o a ballate come Tom o’ Shanter o The Jolly Beggars. È possibile dedicare una
poesia lirica ad un topo se si impara a guardare a se stessi come parte integrante della
natura e del mondo animale, considerandolo capace di sofferenza fisica e morale. Se il
poeta è un contadino ciò è possibile. Bastano il sottotitolo e i primi due versi per
comprendere come il clima poetico sia diverso rispetto alle pastorellerie
settecentesche. Wordsworth riconobbe di avere assorbito da Burns alcuni concetti
essenziali per la sua teorizzazione del binomio poesia-natura. Burns anticipa dei punti
cardine del manifesto delle Lyrical Ballads di tredici anni dopo. Il linguaggio poetico
deve essere semplice, la natura non deve essere idealizzata, le oscure astrazioni non
servono. Ciò che conta è l'osservazione attenta e la partecipazione.
BLAKE
Ultimo poeta preromantico è William Blake. In lui si innestano un senso mitico e
misterico, un’ispirazione religiosa, una pulsione verso l’esoterismo. Blake ricorre alla
meditazione simbolica.
Il filosofo che darà voce alle istanze di cambiamento e utopia è William Godwin, con
Enquiry Concerning Political Justice e The Adventures of Caleb Williams. Per quanto
attiene ad altri tratti essenziali di Blake, il filosofo di riferimento è Edmund Burke autore
della Pbilosophical Enquiry into the Origin of our ideas of the Sublime and the Beautiful.
Blake, oltre che poeta è pittore e incisore e solo tenendo conto delle sue opere
figurative alla luce della teoria di Burke è possibile cogliere il senso della sua poesia.
Burke aveva teorizzato varie categorie di sublime: il senso di vastità, di infinito, di
terrore. In particolare fu quest'ultimo ad accendere gli animi degli artisti: il pericolo, la
pena, in quanto fonti di emozione portavano al sublime. Blake, sin da bambino, si era
sentito investito di un compito profetico, con visioni di Dio e degli angeli. Era inoltre
confortato da visite private di poeti come Omero, Virgilio, Dante, Milton. Le sue
fondamentali raccolte di poesie sono Poetical Sketches (raccoglie la produzione
giovanile), Songs of Innocence e Songs of Experience. Le ultime due rappresentano i
due opposti stati dell'avventura umana sulla terra: il primo guarda agli uomini e al
mondo con fiducia, ingenuità; il secondo vede l'umanità quale è, nella sua lotta per la
sopravvivenza. In questi canti è possibile configurare il dualismo tra bene e male,
paradiso e inferno, amore e odio. Blake è convinto che il positivo sia innato nel bimbo e
il negativo gli venga inflitto dalla società. Egli incarna la concezione romantica
dell'artista come profeta, convinto che solo l’intuizione e l'immaginazione permettono
all'uomo di entrare in contatto con la vera realtà.
Celebri sono i brani dedicati a The Lamb e a The Tiger. Nel primo il poeta è
affascinato dalla purezza dell'infanzia e il riferimento a Cristo salvatore è trasparente.
Ciò è ribaltato nel brano dedicato alla tigre, simbolo di violenza, furore, male. Tuttavia,
se ritorniamo a Burke, nel male ritroviamo anche energia vitale, libertà: quella libertà
che le rivoluzioni avevano promesso. La tigre rappresenta quindi la rivoluzione.
Nei Prophetic Books Blake, anziché rispondere alla domanda delle Songs of Experience,
ispessisce la sua scrittura con elementi simbolici, rendendola sempre più
contraddittoria. Il messaggio di Blake è chiaro: il XVIII secolo sta tramontando e con
esso la speranza di riuscire a sconfiggere con la ragione il male.
WORDSWORTH E COLERIDGE
Nonostante la firma congiunta sulle Lyrical Ballads e il soggiorno nella stessa regione
del Cumberland, Wordsworth e Samuel Taylor non potevano essere più diversi. Infatti,
passati gli entusiasmi libertari le differenze emersero, fino alla rottura di ogni rapporto.
Tuttavia, negli anni giovanili, riuscirono a teorizzare una nuova estetica del testo
poetico. Quando vennero pubblicate per la prima volta, le Ballads non avevano alcun
commento e solo due anni dopo alla seconda edizione, i due poeti anteposero il
«Manifesto», detto Preface. In quel lasso di tempo essi risiedettero in Germania, dove
vennero a contatto con gli ambienti più avanzati sul piano del rinnovamento letterario e
filosofico: in particolare con il «gruppo di Jena». Al ritorno in Inghilterra tali idee vennero
rielaborate da Wordsworth e adattate a quanto già scritto con Coleridge. I cardinal
points della poesia sono il potere di suscitare la sympathy del lettore tramite una
completa fedeltà alle verità della natura, e il potere di conferire alla narrazione in versi
l'interesse della cosa nuova attraverso i modifying colours dell'immaginazione. Il primo
obiettivo è risvegliare l'attenzione del lettore e dirigerla verso la bellezza e le meraviglie
del mondo. I due poeti avrebbero quindi scritto una serie di poesie relativi ai due poteri.
La prima specie di composizioni, doveva incentrarsi su incidents and agents in parte
soprannaturali, per suscitare quelle emozioni che tali situazioni soprannaturali, se
vissute realmente, avrebbero provocato in qualsiasi uomo. In questo brano il poeta
descrive lo spirito in cui venne concepita The Rime of the Ancient Mariner. Per la
seconda specie di composizioni, i personaggi ed eventi dovevano essere scelti nella
ordinary life, ma Wordsworth gli avrebbe conferito the charm of novelty. In sintesi si
potrebbero quindi indicare negli aspetti notturni e diurni dello spirito umano gli indirizzi
speculativi dei due poeti.
Tra le composizioni di Wordsworth presenti nella prima edizione del volume alcune
vennero eliminate in quanto troppo rivoluzionarie. Altre composizioni di Wordsworth
nelle Lyrical Ballads potrebbero essere definite del candore miracoloso, in quanto il
poeta scava nella psicologia dei semplici, dei bambini. Esempio è We are Seven, in cui
l'io racconta l'incontro avuto con una contadinella di otto anni, alla quale chiede quanti
sono in famiglia. La bambina, nonostante due fratelli siano per mare e gli altri morti,
risponde sette.
Nelle Lyrical Ballads troviamo quella che è ritenuta la più bella poesia di Wordsworth:
Lines Written a Few Miles above Tintern Abbey, on Revisiting the Banks of the Wye
during a Tour. Qui la natura è vista come fonte di conoscenza, infatti attraverso lo
studio dei più minuti fenomeni naturali all'uomo è dato di conoscere i misteri del cosmo
e di Dio. Alla funzione didattica ne consegue una etica: la natura è in grado di educare
l'uomo che impara ad ascoltarla. La capacità di sentire ci conduce alla terza funzione
della natura, ossia quella estetica: la natura come sorgente di bellezza per l'uomo che
la elegge a propria guida.
Ode on Intimations of Immortality mostra il diverso rapporto dell'uomo con la
natura nei tre stadi di sviluppo della sua psicologia: infanzia, giovinezza, maturità. I
resti dell'abbazia di Tintern, il suono delle acque che volgono verso il mare vicino: tutto
congiura affinché egli possa giungere a vedere into the life of things, cioè a togliere da
esse la patina del consueto.
The Rime of the Ancient Mariner nelle prime edizioni non ha le note esplicative che
appaiono solo con l'edizione del 1817. Ormai il rapporto con Wordsworth era finito e tra
le cause vi era l'accusa di Wordsworth a Coleridge di aver contributo all’iniziale
insuccesso del libro con l'oscurità della sua ballata. Coleridge fu uno scrittore
asistematico perciò è ancor più straordinario lo sforzo compiuto nella Rime per condurre
in porto il racconto, con la costruzione delle tre parti conclusive e un finale
moraleggiante. Si tratta però della zona debole del capolavoro, la storia del marinaio
sarebbe risultata più ricca se fosse rimasta incompiuta.
Mentre le prime parti costituiscono un paradigma di poesia supremamente compiuta, le
ultime vivono dello stupendo fragore di alcune immagini frammentarie, non
dell'insieme. Molti biografi hanno sostenuto che la ballata è una metafora dell’esistenza
di Coleridge, alcuni identificando la moglie nell’albatros trafitto dal marinaio. Con
un'interpretazione simbolista si potrebbe configurare nello strazio del marinaio,
condannato a ripetere la sua storia a chiunque incontra, lo strazio dell'artista che viene
salvato dalla sua capacità di immaginazione quando riesce ugualmente ad ammirare i
colori e i giochi dei mostri marini. Quest'ultima è una chiave interpretativa estendibile
anche a Kubla Khan, poiché se è possibile leggerne tutte le immagini in chiave
sessuale è possibile considerare il frammento come una allegoria della creazione
artistica, culminante nella costruzione del sunny pleasure-dome. La maggiore fonte di
ispirazione per Kubla Khan è Purchas his Pilgrimage, le cui radici sono nel Milione di
Marco Polo. In Kubla Khan il palazzo solare custodisce «caverne di ghiaccio», il fiume
Alfeo diviene il Nilo, le cui sorgenti sono in Abissinia, e così via. Coleridge dichiara di
avere assunto poco prima della scrittura dell'opera due grani di oppio. Ciò ebbe
un’influenza sul secondo 800 simbolista francese e purtroppo sono note le
degenerazioni di tante pretese artistiche nei confronti dell'assunzione di sostanze
stupefacenti. Coleridge, che si era posto il problema di che cosa sia l'immaginazione in
arte, definì col termine Imagination la vera attività creativa, e col termine Fancy
un’attività del nostro cervello.
Se Wordsworth da Godwin si volse a Birke, Coleridge visse il processo di abbandono
della foga rivoluzionaria in modo più ombroso. Anche lui prima sublimò nella
contemplazione della natura gli ardori politici frustrati, ma a differenza di Wordsworth
Coleridge intuisce la sterilità e in Dejection, an Ode dichiara di non provare più gioia per
il tramonto, la luna.
Per Coleridge l'occupazione intellettuale più costante è la speculazione metafisica; e
dopo aver abbandonato le dottrine di Hartley, Coleridge abbraccia la dogmatica
cristiana. Il poeta in età matura definisce l'empirismo come la storia dell’eclissi della
filosofia, esaltando il ritorno alla tradizione neo-platonica e mostrando di prediligere una
visione dell'uomo simile a quella di Milton in Paradise Lost. Il poeta rende ardua la non-
identificazione della propria maschera con quella di un vecchio che prega un eremita di
confessarlo. La penitenza cade allora su di lui in forma di racconto da ripetersi
all'infinito. Coleridge nella Biographia literaria ricorda che i suoi sforzi dovevano essere
diretti verso personaggi sovrannaturali o romantici.
SCOTT
Walter Scott esordì pubblicando tre volumi di ballate dell’antica tradizione scozzese dal
titolo The Minstrelsy of the Scottish Border, seguiti da diversi volumi di ballate dai
contenuti avventurosi, esotici, accattivanti. Il successo di Scott venne interrotto con
l'apparizione dei primi due canti del Childe Harold's Pilgrimage di Lord Byron. Superato
dalla fantasia di Byron Scott chiuse con la poesia per dedicarsi al romanzo storico.
Il suo esordio come narratore avvenne nel 1814 con Waverly, or 'tis Sixty Years
since. Il pubblico fu catturato dalla sua energia creativa, dalla freschezza e dalla
favolistica credibilità dei suoi racconti. Scott raccontava ciò che conosceva, il suo
passato era recente, vissuto da persone delle quali aveva udito i racconti da ragazzo. I
luoghi descritti erano quelli dove era vissuto.
Dato il successo ottenuto dal primo titolo, i romanzi successivi sono citati come il ciclo
di Waverly. Scott spiegò come l'ambientazione storica dei tre romanzi dovesse
considerarsi consequenziale, con Waverly ambientato al tempo dei nostri padri, Guy
Mannering al tempo della nostra giovinezza e The Antiquary negli ultimi anni del 700. A
mano a mano che gli eventi si fanno vicini c’è un calo di tensione eroica e per
reintegrare la perdita di pathos l'autore ricorre a un espediente narrativo: il
protagonista giunge dall'«esterno» nel cuore della vecchia Scozia. Una casata nobile e
decaduta è apparentemente priva di un erede diretto: occorre indagare in loco,
venendo in contatto con le tradizioni, il costume, la mentalità della vecchia Scozia. La
trama non mira all’elaborazione di forti psicologie, ma alla descrizione di un preciso
ambiente, ben noto all'autore. E da royalist quale è, Scott mostra anche il suo
compiacimento per la prosperità e la pace civile che l'estensione sulla Scozia del
dominio degli Hanoverians hanno garantito all’ex regno indipendente di Edimburgo. Il
messaggio finale dei suoi romanzi è che le avventure del passato sono esaltanti, ma
compito del presente è pianificare un futuro di pace e di prosperità per le generazioni
future. Nonostante Scott influenzò Manzoni nella concezione del romanzo storico
moderno, a differenza di questo non seppe contenersi nella scrittura e continuò a
pubblicare invece di ritornare sul già scritto perfezionandolo per i posteri. Rimangono
cosi di lui tante trame avventurose molto simili, tante eroine stereotipate e
intercambiabili da un romanzo all'altro.
Il 5 gennaio 1824 il poeta si stabilisce con Luke a Missolungi. Le sue condizioni di salute
peggiorano perché si rifiuta di curarsi come dovrebbe, magari accettando di rinunciare
all'impresa di rientrare in Italia, come gli chiede di fare Teresa Guiccioli. Il 25 gennaio è
nominato comandante di Lepanto. Tre giorni prima il poeta aveva già scritto l'epigrafe
con la composizione dell'ultima poesia: On This Day I Complete My Thirty-sixth Year.
Un’immagine lega questo componimento alla produzione byroniana maggiore: quella
della foglia gialla, ad indicare la vita che si spegne. Il 19 aprile Byron muore, dopo un
attacco di febbre reumatica.
SHELLEY
Percy Bysshe Shelley nasce nel Sussex, e viene educato alla Sion House Academy
mostrando una predilezione per le materie scientifiche. Era attratto dall'elettricità e dal
magnetismo. Non riusciva a socializzare ed era soprannominato mad Shelley. Le prime
prove letterarie risalgono al 1810 con la composizione del romanzo Zastrozzi e Original
Poetry by Victor Cazire. Entrambe risentono dell'attrazione per il romanzo nero e il
Preromanticismo piu sepolcrale. Iscritto a Oxford, viene espulso per aver scritto un
libretto dal titolo The Necessity of Atheism. Il padre sdegnato rifiuta di accoglierlo in
famiglia e lui sposa la sedicenne Harriet Westbrook dalla quale avrà due figli. Diviene
discepolo di Godwin e, sotto la sua influenza, radicalizza la propria posizione di ateo e di
estremista anarchico-libertario. Risale al 1813 la prima importante pubblicazione,
Queen Mab. Si innamora di Mary, figlia di Godwin e fugge con lei in Svizzera. Il poeta da
alle stampe un altro libello contro la sensatezza di ogni credo religioso, ossia Refutation
of Deism. Ritornato in Inghilterra, alla morte del nonno, eredita una discreta somma che
gli permetterà di godere di una discreta rendita. Compone il poema Alastor, or the Spirit
of Solitude e nel 1816 scrive Hymn to Intellectual Beauty, dove lo spirito di ribellione
del poeta contro ogni imposizione di tipo dogmatico si presenta in una fusione tra
istanze razionalistiche e romantiche.
In Svizzera incontra Byron in fuga dall'Inghilterra. I due non si piacciono: per Byron
Shelley è troppo filosofo, per Shelley Byron troppo «aristocratico». Tuttavia forte fu tra
loro una sorta di attrazione.
Nel 1818 Shelley decide di trasferirsi in Italia ma prima di lasciare l'Inghilterra frequenta
per qualche mese la cerchia di Hunt, dove conosce Keats. Nel 1817 compone The
Revolt of Islam, un'opera dove cerca di unire le istanze femministe di Mary con quelle
ideologiche di suo padre. La fanciulla Laon riesce a scatenare la rivolta contro i tiranni e
ad avere ragione degli oppressori. E anche se Laon finisce sul rogo, il poema si chiude
con la nota ottimistica sull’eternità del genio e della virtù. In Italia, con Mary, Shelley si
rifugia sui colli Euganei, e a Villa Cappucci inizia la composizione del dramma
Prometheus Unbound, dove riesce meglio ad esprimere i suoi ideali di rigenerazione
umana attraverso la ribellione intellettuale, morale e sociale. Il poeta racconta del
trionfo di Prometeo su Giove (trionfo della libertà sulla tirannide) grazie all'intervento di
Ercole. Si instaura così il regno dell’amore dove troni e altari saranno solo ricordi del
passato. Un lungo soggiorno di Shelley ebbe luogo a Napoli, nel cui clima il poeta
sperava per la rigenerazione dei propri polmoni. Qui compone forse la più shelleyana
delle sue liriche: Stanzas Written in Dejection Near Naples. Vi si trova la
contemplazione di una natura dolcissima e sontuosa, avviata verso il tramonto del
giorno. Ad essa si contrappone il poeta con le sue problematiche esistenziali, la
solitudine. Infine la similitudine: quando io morirò, dice Shelley, verrò pianto da alcuni
uomini, come io piango l'abbandono del giorno alla terra; ma il mio ricordo in loro
resterà sotto la forma del rimpianto mentre io di questo giorno ricorderò la felicità.
Risale al soggiorno fiorentino la composizione di Ode to the West Wind, in cui il poeta
proclama uno slancio vitale di grande efficacia. Per alcuni il vento dell'Ovest è simbolo
della Rivoluzione americana e quindi di quella libertà destinata a risvegliare la vecchia
Europa. L’aspirazione del poeta è quella di un Prometeo volto a divenire Ariele
sottraendosi a ogni vincolo, a ogni legame anche con la propria corporeità. La grande
capacità evocativa del testo risiede nelle scelte lessicali, leggere ma al contempo dense
e sonore. In questa lirica Shelley è da accettare nel suo immenso afflato o da rifiutare
KEATS
John Keats nasce a Finsbury e cresce nella tenuta agricola dei nonni materni. Perde i
genitori e il fratello in giovane età. Non può frequentare l'università e ottiene solo un
diploma di chirurgo abilitato a esercitare sulle navi. Tuttavia il poeta, che aveva studiato
latino e francese traducendo migliaia di versi di Virgilio e Fenelon, non praticherà mai
alcun mestiere, vivendo grazie a una eredità materna e a qualche sovvenzione degli
editori. Nel 1814 scrive versi in stile byroniano e compone il sonetto To Lord Byron.
L'infatuazione ha breve durata: il giovane si avvicina alle idee della sinistra radicale e
alle questioni religiose. Più duratura è l'influenza di Wordsworth, scossa dalla sua
conoscenza diretta. Keats si aspettava di incontrare l'autore di Tintern Abbey, invece gli
si presenta un altezzoso signore di mezza età, insofferente a ogni discussione.
Alla fine del 1815 Keats trova l'ideale punto di riferimento letterario nella redazione di
«The Examiner», il periodico diretto da Leigh Hunt. Scrittore, poeta, giornalista, Hunt fu
una figura chiave e trasformò la sua casa in un luogo di ritrovo per giovani letterati. Fu
lì che Keats compose la sua prima poesia-capolavoro, On First Looking Into
Chapman's Homer. Non avendo studiato greco, il poeta conosceva Omero solo nella
traduzione neoclassica di Pope. A casa di Hunt scoprì la versione dell'elisabettiano
Chapman. Fu una folgorazione che porto Keats alla composizione di un sonetto basato
sulla descrizione della sorpresa attraverso due similitudini: quella dell'astronomo e
quella del conquistatore. Nel 1817 esce il suo primo volume di versi, Poems,
contenente Sleep and Poetry, e inizia la composizione di Endymion, dopo una
scommessa con Shelley su chi fosse riuscito per primo a concludere un poema di
quattromila versi.
Il concetto di negative capability, costituisce il cardine della sua filosofia: si tratta
della capacità di vivere senza certezze assolute o credenze metafisiche. Dalla
pubblicazione di Endymion in poi, tutto per Keats comincia a prendere una piega
negativa: peggiorano le condizioni finanziarie, ottiene solo recensioni negative, si
manifestano i primi sintomi del male che lo distruggerà.
Keats doveva produrre poesia: progettando il grande poema epico-mitologico, mettendo
in versi il progetto poetico romantico in Sleep and Poetry. Tutto questo lavoro non lo
avrebbe certo consegnato alla storia della poesia se, in qualche rilassato momento di
non-progettazione gli dei non fossero venuti a trovarlo. Si pensi alla ballata La belle
dame sans merci, composta nel pieno ribollire di mitologie e teorie, senza dare al
componimento alcuna importanza ma divenendo poi il maestro venerato dei
preraffaelliti.
Le composizioni grazie alle quali il nome di Keats resterà per sempre non vennero
«programmate» ma giunsero al poeta spontaneamente. Nel 1818 Keats è reduce da un
tour a piedi in Scozia. Egli progetta di cantare in versi il rovesciamento dei Titani da
parte degli dei guidati da Giove. L’ambizione è di consegnare ai posteri un’opera degna
di competere con Paradise Lost di Milton; un'opera dalla versificazione eroica e ricca di
temi filosofici e sociopolitici capaci di coinvolgere i lettori. Interrompendosi a metà del
libro Keats si sente deluso e frustrato, confessa di dovere studiare ancora molto la
mitologia per completare l'opera, e ammette di star scrivendo di getto altri brevi
componimenti, ossia le «odi di maggio» del 1819.
L'occasione alla composizione di Ode to a Nightingale è costituita da un usignolo, che
affascinò Keats al punto da indurlo ad ascoltarlo fino a inebriarsi del suo canto.
L’opposizione tra caducità della vita e immortalità del canto dell'usignolo, può essere
assunta a tema del componimento, con un’eternità promessa solo dalla natura in virtù
della sua capacità di riprodursi. L'usignolo a mano a mano che le strofe si susseguono si
trasfigura in mito. Nella concezione che non l'uccello, ma il suo canto sia immortale,
possiamo percepire una prima indicazione del testamento spirituale di Keats.
Memorabile la contrapposizione tra il mondo nordico e quello mediterraneo, dove
solarità e sensualità allietano l'esistenza di ogni uomo.
La Ode on a Grecian Urn ha fatto discutere i critici per l'interpretazione dell'ultimo
distico. Essendo andato perduto il manoscritto originale, nessuno sa se tali versi
vengono proferiti dall’urna quale monito all'umanità, se all’urna sia la voce del poeta a
rispondere o se l’intero distico venga rivolto dal poeta all'urna. Keats non si pone il
problema di chi parli o risponda.
Per quanto riguarda l'ispirazione alla scrittura bisogna rifarsi a On Seeing the Elgin
Marbles, composto dopo aver visto al British Museum i fregi da poco trafugati da Lord
Elgin dal Partenone. Il tema sedimentò per due anni nell'animo del poeta e produsse
effetti poeticamente dirompenti grazie alla tensione versificatoria. Keats racconta ciò
che immagina, infatti un'urna greca siffatta non esiste, e lui non era mai stato in Grecia.
Keats, che aveva sfiorato il tema della condanna alla scomparsa del fascino, del piacere
e della bellezza, che aveva rivolto parole di rimpianto al ruscello, ai ramoscelli, nella
Ode on a Grecian Urn giunge alla fusione di tutti questi motivi, incidendo l’amante che
sta per baciare la fanciulla e resterà per sempre nel momento del massimo desiderio;
lasciando in eterno il suonatore a emettere la melodia più bella, rendendo le fronde
dell'albero fiorite per sempre. A Keats non importa più dei libri da pubblicare, dei lettori
da acquisire. Nel 1820, quando sta per partire per l'Italia, ignora l'uscita dell'ultima
raccolta.
In To Autumn il mutamento può essere sintetizzato nella trasformazione del terrore
della morte in un’accettazione di essa. Keats, che aveva assistito all'agonia della madre
e del fratello, avendo chiare alcune nozioni di medicina, capi che cosa significasse il
colore di un certo fiotto di sangue, conoscendo la differenza tra sangue venoso e
arterioso. In To Autumn è palese l'accettazione della propria fine, non sentita come una
condanna, perché priva della ribellione all'idea della morte che, nella Ode on a Grecian
HEMANS E CLARE
Felicia Hemans non fu meno nota di Scott o Byron. Solo dopo il suo pathos poetico
venne riconosciuto piu sentimentale e superficiale che profondo e consapevole. Una
totale fede religiosa nel cristianesimo anglicano permea la sua opera. Tuttavia quando
cerca di conferire alle proprie composizioni uno spessore piu filosofico mostra i propri
limiti. Di Hermans va ricordata la ballata Casabianca, dedicata a un fanciullo, figlio del
capitano della nave in fiamme, che si sacrifica sul ponte di comando al posto del padre.
Per quanto riguarda Clare dopo il discreto successo ottenuto con la raccolta Poems
Descriptive of Rural Life and Scenery, ebbero scarsa eco due libri successivi, finché
il poeta venne ricoverato in manicomio. Poiché durante il ricovero Clare scrisse senza
mai pubblicare, l’assetto filologico della sua opera è andato compiendosi solo in anni
molto recenti, e forse non è ancora concluso.
La saggistica
Variegata durante il periodo romantico è la produzione saggistica, che presenta autori
importanti sia in ambito filosofico-politico che estetico-creativo. Importante è The
Wealth of Nations di Adam Smith, che può essere riconosciuto come il padre delle
teorie economiche liberiste.
Piu nel cuore del periodo romantico si colloca Jeremy Bentham, teorico
dell'utilitarismo. Egli riteneva che l'interesse sociale era dato dalla somma degli
interessi individuali ed ebbe grande influenza sugli sviluppi del capitalismo. Egli
contribuì alla riforma del Parlamento inglese in senso liberale e perfezionò le dottrine
del suo predecessore David Hume propugnando una sorta di sistema empirico applicato
alla scienza politica.
Altra opera importante è Vindication of the Rights of Women di Mary
Wollstonecraft.
In ambito della saggistica politica, vanno ricordati David Ricardo, che riuscì a dotare di
grande praticità le dottrine di Bentham propugnando il concetto di libero scambio
anche tra nazioni diverse, Thomas Robert Malthus, la cui dottrina volta al controllo della
crescita demografica è oggi applicata da interi Stati-continenti, John Stuart Mill, che
individuò nella natura umana l'esistenza di un sentimento morale disinteressato,
capace di apportare enormi rivolgimenti sociali. Per Mill è fondamentale conciliare i
diritti dell'individuo con gli interessi della collettività, e di favorire il rafforzamento tra
potere legislativo, esecutivo e giudiziario.
Considerando la saggistica letteraria abbiamo William Hazlitt, Thomas De Quincey e
Charles Lamb. Lamb fu poeta, narratore, drammaturgo ma non eccelse finché non di
dedicò alla scrittura saggistica. In questo ambito distinguiamo due differenti maniere di
scrittura e di approccio agli argomenti trattati: uno è quello letterario o di critica
teatrale, dove l'artista rivela una notevole tenuta retorica e un gusto per gli arcaismi, la
ricercatezza stilistica, la costruzione barocca del pensiero. In questo ambito le sue
opere maggiori sono Specimens of English Dramatic Poets Who Lived About the Time of
Shakespeare e On the Tragedies of Shakespeare.
Nel 1820 apparve sul London Magazine un articolo intitolato Recollections of the South-
Sea House firmato «Elia» e basato su onirici ricordi infantili, esposti in uno stile
semplice, elegante, accattivante. Gli articoli erano venticinque e divennero un volume
di successo, Elia: Essays Which Have Appeared Under That Signature in the London
Magazine. Seguì The Last Essays of Elia.
L’indole genuina di Lamb, il suo stile umoristico, ma non superficiale, gli argomenti
apparentemente frivoli, ma nella sostanza profondi sono speculari alla firma che scelse
per il suo alter ego, Elia, anagramma di a lie, «una bugia». Lamb visse sempre
il movimento cartista si dissolve. L'eco de proteste cartiste e del social unrest risuona in
romanzi come Mary Barton di Elizabeth Gaskell.
Gli sforzi per giungere a riforme capaci di migliorare l'esistenza dei lavoratori e di dare
rappresentanza parlamentare ai ceti bassi continuano: si rafforzano le organizzazioni
sindacali che ottengono un pieno riconoscimento nel 1871. Negli anni Ottanta il
tentativo di importare in Inghilterra un'ideologia socialista rivoluzionaria viene
neutralizzato, mentre una componente utopica sopravvive grazie a William Morris,
autore di News from Nowhere. Veicolo del riformismo moderato degli intellettuali
socialisti inglesi è la Fabian Society, che si propone di modificare le istituzioni e prepara
il terreno per la nascita dell'Independent Labour Party.
Un paese sottoposto al trauma della Rivoluzione industriale non poteva ignorare il
pericolo delle tensioni interne, delle fratture tra le diverse classi sociali, tra zona e zona
del Regno Unito. Marginalizzata la Scozia, che conservava in alcuni settori, come
l'istruzione scolastica. L'Irlanda costituisce una sorta di terra di confine, a metà tra
colonia oltremare e territorio sottoposto a operazioni di omologazione linguistica e
religiosa. La carestia del 1847 che tolse agli Irlandesi la patata, il loro principale mezzo
di sussistenza alimentare, determinò una massiccia spinta migratoria verso gli Stati
Uniti e le colonie. La politica coloniale, che celebrò il suo trionfo nel 1876 con la
proclamazione di Vittoria a imperatrice delle Indie, costituì la carta vincente giocata
dalla classe dirigente per unificare ideologicamente un paese diviso: emigrare, trovare
benessere all'estero, partecipare alla creazione dell'Impero britannico divenne una
visione condivisa.
All’interno dell'Impero potevano sovrapporsi atteggiamenti diversi, come il desiderio di
evadere dalle costrizioni sociali imposte in patria, il sogno d'avventura, la brama del
facile arricchimento, il senso di dovere definito da Rudyard Kipling “Il fardello dell’uomo
bianco”. Il dominio inglese si estese su gran parte dell'Africa: Egitto, Sudan, Nigeria,
Corno d'Africa, Uganda, Capo. La vittoria sui Boeri consentì l'annessione del Transvaal e
dell'Orange, dopo una guerra moderna per l'impiego dei campi di concentramento dove
morirono donne e bambini boeri. In Asia, dopo l'ammutinamento dei sepoys il British
Raj si consolidò in tutto il subcontinente indiano. Nel 1867, il Canada diventò Dominion
con un governo dotato di autonomia politica. All'inizio del 900 si delineava cosi
un'entità politica sovranazionale, all'insegna dello Union Jack.
Nella seconda metà del secolo le donne protestano pubblicamente, assumendo modi
aggressivi a causa delle incursioni delle suffragette. Riformatrici come Florence
Nightingale, Josephine Butler, Francis Power Cobbe, Emily Davies vanno affiancate a
John Stuart Mili, ricordato per le sue simpatie femministe. Nonostante The Subjection of
Women ebbe un grande impatto sul modello della famiglia ideale vittoriana e le
femministe lo appoggiarono nella sua elezione al Parlamento, dove tentò invano di
introdurre una legge che consentiva il voto alle donne, le sue idee non erano nuove, ne
totalmente condivise poiché per Mill la sorte della donna era legata al matrimonio.
L’inferiorità delle donne è ribadita dalla loro esclusione dalle università e da molte
professioni e dalla negazione del suffragio.
Il fronte delle new women diventa negli anni 90 oggetto di parodia, provocando forti
reazioni all'interno dello schieramento femminile. Celebre è l'atteggiamento
antifemminista di Mrs. Oliphant, che si scaglia contro l'immoralità dilagante, in un
articolo (The Anti-Marriage League) in cui attacca Hardy e il suo Jude the Obscure e
Grant Alien che aveva descritto una relazione non santificata dal matrimonio in The
Woman Who Did, accusando entrambi di incitare le donne al rifiuto della sacralità del
matrimonio.
Il vecchio e il nuovo coesistono. L'ammirazione per i grandi padri fondatori dell'epoca
vittoriana vacilla di fronte all'irrompere di nuove estetiche e filosofie. La piccola
Inghilterra cede il passo alla nazione imperiale minacciata nei suoi interessi in ogni
parte del globo e sottoposta alle pressioni della competizione internazionale e al
diffondersi di culture provenienti dal continente europeo.
Il romanzo
Caratteristiche del novel
Pur attaccato dalle frange religiose più radicali, ostili a ogni prodotto immaginativo, il
novel afferma la sua importanza come strumento di intrattenimento ed educazione dei
ceti borghesi che costituiscono l'ossatura dello Stato industriale. La sua diffusione
presso i ceti più bassi, è oggetto di soddisfazione, ma anche di preoccupazione per il
pericolo di decadimento della cultura umanistica. Il romanziere vittoriano non si
appiattisce su un atteggiamento conformistico, fedele al potere, ma anzi l'uso della
satira in Thackeray, del comico e del grottesco in Dickens, la rivendicazione della
centralità delle figure femminili in Elizabeth Gaskell e Eliot, l'ironia di Meredith, la
visione antindustriale di Hardy creano reazioni ostili in nome di valori moralistici quali
idealismo, la difesa della famiglia, il rispetto per le istituzioni nazionali.
Thomas De Quincey dice che tutti i romanzi sono destinati a scomparire nel giro di una
generazione. Vanno guardati con sospetto i romanzieri moderni, che dipendono dal
pubblico, infatti il romanziere vittoriano non rinuncia a dialogare con i suoi lettori e con
le istituzioni, rivendicando un peso sociale cui solo il Decadentismo rinuncerà.
D'accordo con questa impostazione sono i critici che sottolineano la funzione morale e
pedagogica del romanzo, per cui il romanziere deve condurre una vita pubblica
ineccepibile. Ecco quindi Thackeray a disagio a causa della moglie malata di mente,
Dickens che sente il bisogno di discolparsi di fronte ai lettori per il divorzio dalla moglie
o la schizofrenia della critica, quando si deve misurare con George Eliot. Mrs. Oliphant
considera l'arte di Eliot più profonda, libera dalle volgarità e dalle banalità. Le simpatie
di cui gode Eliot rispetto a Dickens e a Thackeray sono significative: egli aderisce in
modo più rigoroso al realismo della vita quotidiana, rifiutando le tentazioni del
fantastico o del sensazionalismo. L'autrice di Middlemarch indaga la crisi di un’ideale
comunità, ai margini della Rivoluzione industriale, cogliendone il processo di
svuotamento di fronte all'avanzata di nuove idee. Se tutta la letteratura inglese ruota
attorno al contrasto tra città e campagna allora Eliot va considerato la voce più
significativa dell'800. Rispetto al fervore degli ambienti letterari raccolti a Londra,
rimangono nascoste alcune figure marginali ma non meno importanti, come le sorelle
Bronte, confinate nello Yorkshire, ed esponenti di una narrativa che solo in parte si può
assimilare al novel realistico.
I romanzieri vittoriani usano il narratore onnisciente, che guida l'esistenza dei suoi
personaggi, esprime il suo giudizio su ognuno di essi, entrando o uscendo dalla loro
interiorità, abbandonandosi a digressioni che possono riguardare la politica, gli eventi
storici, la morale. Investito di un potere quasi divino, il narratore si rivolge spesso al
lettore. Henry Fielding in Tom Jones aveva trasformato il narratore onnisciente in un
vero e proprio personaggio che accompagna l'eroe nelle sue traversie e nei
vagabondaggi per l'Inghilterra.
Altro romanzo adottato dall'epoca vittoriana è Robinson Crusoe, il cui eroe ha spirito di
iniziativa, frugalità e tempra morale. L'ideologia dell’impero produrrà altri Robinson
Crusoe, traducendo la versione tedesca della Swiss Family Robinson o riscrivendo
l'originale in chiave di solidarietà e coraggio in The Coral lsland di R. M. Ballantyne.
Fino agli anni 80 i romanzieri sono tutelati dalle circulating libraries, biblioteche private
che garantiscono l'acquisto di varie copie date poi in prestito tramite il pagamento di
una tassa d'iscrizione. Queste biblioteche favoriscono la diffusione della letteratura nei
ceti bassi, ma essendo espressione di un’ideologia conservatrice condizionano la
cultura vittoriana, suscitando proteste da George Moore e altri intellettuali. Nel caso
delle biblioteche circolanti e della vendita di libri economici, tecnologia e cultura vanno
di pari passo visto che le stazioni ferroviarie ospitano spazi adatti al prestito o alle
vendite.
In alternativa al romanzo in tre volumi, si sviluppa quello a puntate, per un totale di
venti parti che il lettore acquista dividendo la spesa. Eliot pubblica Middlemarch in otto
libri tra il 1871 e il 1872. Dickens si serve di una frequenza periodica più compatta
quando pubblica opere sulle riviste. L'uscita è settimanale. Significativo è il caso di Hard
Times, pubblicato a puntate su Household Words dal 1 aprile 1853 al 12 agosto 1854
per risollevare le sorti del settimanale. Sempre su Household Words, Dickens pubblicò i
suoi servizi sul viaggio compiuto a Preston in occasione degli scioperi dei lavoratori
tessili e delle serrate con cui i loro padroni avevano risposto alla sfida. La pubblicazione
a puntate sopravvive alla crisi dell’editoria, tanto che è utilizzata anche dai romanzieri
tra 800 e 900; infatti Blackwood's Edinburgh Magazine inizia la serializzazione in tre
parti di Heart of Darkness. Il successivo romanzo di Conrad, Lord Jim, esce sulla stessa
rivista. Mentre le opere narrative tendono a farsi meno lunghe, man mano che si
liberano dal modello del triple-decker o delle dispense mensili, acquista rilievo il genere
della short story. Nel 1891 George Newnes fonda «The Strand», rivista riservata ai
racconti, su cui compaiono regolarmente le storie di A. Conan Doyle, che hanno come
protagonista il detective Sherlock Holmes.
La visione del romanziere vittoriano è espressa da Anthony Trollope, che ne enuncia i
principi in chiave antiromantica. Per lui il novelist è un artigiano che deve dedicarsi al
suo lavoro con scrupolo e regolarità. Visto che scrivere è la sua professione e fonte di
sostentamento, il romanziere dove mantenere un fruttuoso rapporto con il pubblico,
mantenendo le funzioni pedagogiche. Egli ribadisce che l'artista deve distinguere il
Bene dal Male, la virtù dal peccato, assolvendo così ad una positiva funzione
pedagogica. Nella conferenza On English Prose Fiction as Rational Amusement Trollope
riconosce al romanzo realista, che si occupa di eventi quotidiani e contemporanei, una
supremazia sul romance e sulla tradizione gotica. Trollope coglie con la natura
ambivalente del romanziere vittoriano quando dice che un buon manzo deve essere sia
realistico che sensazionale. Trollope difende una forma narrativa in crisi per l'arrivo sulla
scena inglese di autori come Henry James e Stevenson. Il dibattito sul romanzo si
esprime attraverso uno scambio epistolare, che coinvolge James e Stevenson e si
materializza sul Long man's Magazine, che ospita The Art Humble Remonstrance di
Stevenson e The Art of Fiction di James. Per impulso di James e del realismo francese
una serie di convenzioni vittoriane vengono abbandonate. Tutta una nuova generazione
di scrittori scopre la cultura francese e ne rimane affascinata. Il francese è la lingua che
consente di conoscere anche i grandi romanzieri russi, tra cui Turgenev e Tolstoj,
mentre il romanzo sperimentale punta sull’oggettività della narrazione e non si ferma
davanti alla rappresentazione scabrosa della sessualità, del crimine, della violenza.
Nel 1888 l'editore ungherese Vizetelly viene multato per aver tradotto in inglese La
terre di Zola. Ormai è chiaro che il realismo didascalico del romanzo vittoriano non è più
uno strumento efficace per indagare la realtà contemporanea.
DICKENS
Charles Dickens esordisce come narratore con i bozzetti urbani Sketches by Boz. Una
prima serie fu raccolta in volume nel 1836, mentre lo scrittore si accingeva a pubblicare
i Pickwick Papers. Negli Sketches compare la vita della metropoli londinese, composta di
storie bizzarre, tragiche o patetiche. Percorsa dagli omnibus, visitata da personaggi che
hanno il diritto di uscire dall'anonimato per due o tre pagine grazie allo spirito
d'osservazione dello scrittore, Londra appare come un palcoscenico dove si celebra la
città moderna. Il quadro metropolitano individua la precarietà degli abitanti. Scrittore
tragicomico, Dickens esibisce una ricchezza verbale che gli permette di rappresentare
Londra nei suoi aspetti multiformi, esplorando la miseria più squallida di certi scenari
notturni e cogliendo quanto di rozzo, vitale esisteva nell’ascesa di un ceto piccolo e
medioborghese fatto di impiegati, commercianti. Una massa indistinta in mezzo a cui
l'individuo emerge trasformato in un tipo, si riversa nei parchi alla ricerca di forme
semplici di svago. Le strade della città rivelano una grande qualità scenografica ed
esaltano il mutamento delle prospettive, all'insegna di una mobilità materiale che
contagia i personaggi: il narratore onnipresente cerca una prospettiva d'assieme,
capace di comprendere le persone della città tra le pagine di un libro.
Il successo giunse con The Pickwick Papers. La vicenda, partita con una struttura
episodica costruita intorno alle comiche imprese di Samuel Pickwick e dei tre soci del
suo club, solo a metà strada assume un carattere romanzesco, a partire dalla causa
intentata da un’arpia contro l'ingenuo Pickwick. Le sue sciagure forniscono a Dickens
un’occasione per denunciare l'ingiustizia di un apparato legale che è l'emblema delle
ingiustizie sociali. Nel libro, i valori sono ancora quelli della vecchia Inghilterra che sta
per scomparire per cedere il posto alle trasformazioni che porterà lo sviluppo
industriale. Il tono è ironico, con un sense of humour che investe personaggi, istituzioni.
Popolare in vita, Dickens diventerà il bersaglio della critica successiva che considera il
romanzo vittoriano inadeguato stilisticamente, ridondante, troppo condiscendente
verso i lettori. In una recensione al suo ultimo romanzo James accusa Dickens di
mancanza di serietà, indisciplina compositiva, superficialità nel rappresentare i
personaggi. Il rifiuto del suo metodo porta a una scomunica dei circoli letterari che dura
fino agli anni 40 del nostro secolo. La critica contemporanea ha rivalutato quelli che
venivano considerati difetti di stile. La carica comica di Dickens, che spesso sconfina
nella parodia, fa parte di un strategia di smascheramento delle apparenze, che riguarda
soprattutto le istituzioni e le ipocrisie dell'epoca. Dickens si rivolgeva a un pubblico
piccolo e medioborghese, la cui instabilità sociale si univa a un senso di inadeguatezza
intellettuale, all'ansia di non integrarsi nei meccanismi di cambiamento economico e
tecnologico. Dickens travolge i lettori col flusso degli eventi narrati, li pone di fronte alla
continua mobilità della scena sociale. Dickens lavora all'interno delle convenzioni del
romanzo vittoriano: l'impiego del narratore onnisciente, l'enfasi sulle trame
melodrammatiche e i colpi di scena sono finalizzati alla pubblicazione a puntate delle
sue opere. Dickens tentò anche la strada del romanzo storico, scegliendo momenti di
tensione politica e sociale per ribadire la precarietà dei suoi tempi come i
settecenteschi Gordon Riots e la Rivoluzione francese. Il motivo ricorrente
dell’iniziazione alla vita di un eroe dall’identità fragile, lo porta alla rivalutazione dell'io
narrante, che ricostruisce la propria vita con sofferta partecipazione in David
Copperfield e Great Expectations. Il romanzo assume sfumature autobiografiche e
approfondisce un discorso sulla soggettività dei processi immaginativi, che allontanano
dalla comprensione della realtà. Soprattutto in Great Expectations Dickens mette in
crisi il romanzo di formazione, introducendo gli elementi onirici del romance gotico,
facendo del suo io narrante un patetico antieroe, traghettato dallo squallore del suo
villaggio natale a Londra, dove si consumano le sue speranze di raggiungere la
condizione del gentleman, la ricchezza, l'amore. L'autore lascia a Pip solo la possibilità
del riscatto morale con la fuga fallita lungo il corso del Tamigi verso il mare, assieme
all'evaso Magwitch, tornato in Inghilterra per incarnare quella figura paterna che Pip ha
sempre negato. In questa opera troviamo una conclusione aperta in cui Pip forse corona
il suo sogno d'amore con Estella.
Il paesaggio londinese è per Dickens il cuore di un mondo che si estende fino
all'America, all'Italia, alle colonie, pur rimanendo nazionale. In Little Dorrit la prigione
per debiti di Marshalsea assume le caratteristiche di un antimondo sia vitale che
sofferente. Secondo J. Hillis Miller Dickens riprende nei Pickwick Papers e in Oliver Twist i
temi ereditati da Fielding e Smollett, rifacendosi al romanzo comico settecentesco, con
la sua folla di personaggi e avventure picaresche, anche se «già in Oliver Twist Dickens
vede la città come un luogo in cui Dio è assente». In David Copperfield la visione
dall'alto viene abbandonata in nome della soggettività delle impressioni. In Our Mutual
Friend l’enfasi sulla preminenza del denaro come «valore» nella vita degli individui crea
un mondo senza valori, in cui si aggirano figure spettrali, che lottano per il potere come
macchine senza anima. Non a caso, il protagonista è una sorta di morto vivente, giunto
in una Londra a lui estranea, ucciso e gettato nel Tamigi. Egli adotta identità fittizie per
muoversi in incognito nei vari ambienti sociali, prima di reclamare un’eredità, ricavata
dal lavoro di chi si occupa della raccolta delle immondizie, depositate sulle rive del
Tamigi e setacciate in cerca di oggetti preziosi. In quest’opera la disgregazione
dell'immaginario urbano sembra preannunciare l'universo pullulante di pulsioni
insoddisfatte delle terre desolate novecentesche.
Più vivace è Alton Locke di Kingsley, intellettuale sostenitore del Christian Socialism,
che doveva promuovere un maggiore impegno a favore dei ceti poveri. Qui affronta il
motivo della miseria urbana e la necessità di trovare un’alternativa al radicalismo dei
cartisti. Alton Locke, un sarto che ha aspirazioni poetiche, conosce il degrado del
quartieri londinesi. Il richiamo alla Bibbia fa da scudo contro ogni tentazione eversiva e
rende meno amara la morte di Alton. Lo scrittore esprime fiducia nel ceto dirigente
britannico e in particolare in una aristocrazia illuminata, più attenta alle sofferenze dei
poveri. Salvo che per qualche eccezione Dickens sarebbe stato più sospettoso riguardo
alle potenzialità riformatrici della nobiltà.
Elizabeth Gaskell ci offre una visione più diretta dei ceti umili di Manchester, grazie
anche all'uso di forme dialettali. Sia Mary Barton che North and South mettono a fuoco
la realtà degli emarginati sociali partoriti dalla Rivoluzione industriale: gli operai delle
fabbriche, le sartine. Il narratore onnisciente di Mary Barton guida il lettore per le
strade di Manchester inoltrandosi nelle zone più squallide per esplorare le fetide
abitazioni-tane, e scrutare da vicino i volti che compongono una società priva di
certezze. Gaskell evoca un universo urbano in cui i pianti si confondono con le risate dei
potenti. La donna, che pubblicò anche una biografia di Charlotte Bronte basata
sull'incontro tra le due, crea una galleria di figure femminili che diventano le vittime di
un mondo violento. In Mary Barton le disavventure dell'eroina riflettono un'identità
turbata e schiacciata da eventi terribili. Umiliato, privato della sua dignità, stordito dal
l'oppio, John Barton viene paragonato a un powerful monster, creatura carica di odio e
rancore. In North and South l'atteggiamento di Gaskell muta con gli eventi del
periodo storico ed esprime una posizione più equilibrata sui conflitti di classe,
smorzando i toni accesi, senza rinunciare però a descrivere le vittime del mondo
industriale. Tuttavia, la città terribile del Nord è percepita dalla protagonista Margaret
Hale come un luogo vitale, in contrapposizione al Sud agricolo. Il personaggio di
Margaret, che salva il futuro marito dalla furia degli scioperanti, viene visto spesso a
contatto con il mondo naturale, fuori dalle pareti domestiche. Anche questo romanzo,
pieno di eventi tragici, non manca del dell’happy ending. Occorre lasciarsi alle spalle la
città infernale e Mary e Jem emigrano in Canada, verso una terra utopica lontana dalla
Rivoluzione industriale.
Un mondo utopico appare in Cranford, una cittadina fittizia abitata da vedove e zitelle
che vivono senza uomini. Gaskell coglie i ritmi della vita quotidiana al di fuori dei
meccanismi della competizione industriale attraverso una serie di eventi banali. I
personaggi femminili principali vengono ironicamente paragonati a un gruppo di
Amazzoni, ma in realtà si tratta di gentildonne che conducono un’esistenza tranquilla, a
20 miglia dalla città industriale di Drumble. I vari episodi spesso slegati tra di loro,
ruotano attorno all’esistenza delle due anziane sorelle Miss Matty e Miss Deborah
Jenkyns. Unico evento clamoroso è la morte di uno dei pochi personaggi maschili, il
Capitano Brown, investito da un treno mentre legge.
Le problematiche legate alla rappresentazione delle figure femminili sono investigate
anche in Ruth, incentrato sulla sorte di una fallen woman che il perbenismo dell'epoca
condannava al ruolo della prostituta. Anche per Ruth è possibile il riscatto. I suoi ultimi
due romanzi, Sylvia's Lovers e Wives and Daughters ribadiscono la volontà della
scrittrice di porre in primo piano la condizione femminile, che si afferma, grazie a lei e
alle sorelle Bronte, come uno dei grandi temi del romanzo vittoriano.
Il momento di maggior successo per Thackeray si situa verso la metà dell'800 quando
pubblica a puntate Vanity Fair e contrappone al David Copperfield di Dickens
Pendennis. La maggior parte della sua produzione narrativa esplora il 700
preindustriale, secolo della satira di Pope e Swift e del Tom Jones di Fielding. Nel 1844
Thackeray pubblica a puntate Barry Lindon, storia di un avventuriero irlandese che
cambia identità nell'Europa dell'ancien regime, nel 1852 Henry Esmond, che ruota
attorno agli ultimi tentativi di riportare gli Stuart sul trono e nel 1857-1859, The
Virginians, basato su alcuni episodi della Rivoluzione americana.
Trollope rievoca la Rivoluzione francese ne La Vendee e ottiene un discreto successo
con dei romanzi di ambientazione rurale irlandese. La sua fama è legata a due cicli
narrativi: i Barsetshire o Barchester Novels, che mostrano conflitti e problemi di vita
provinciale e clericale nell’immaginaria Barchester e i romanzi incentrati sulla figura
dell'aristocratico Plantagenet Pallisier.
Entrambi gli scrittori evitano di farsi coinvolgere dalle problematiche della Rivoluzione
industriale preferendo i paesaggi più tradizionali, anche se Thackeray in Vanity Fair si
sofferma sulle agitazioni che contraddistinguono Londra dal 1813 al 1830 e Trollope
indaga sugli intrighi della politica. Entrambi sono legati al narratore onnisciente, elevato
da Thackeray al ruolo di «Manager of the Performance», ossia una sorta di burattinaio,
con l'intenzione di dare un'amara lezione morale, sostituendo alla vena allegorico-
cristiana di John Bunyan una serie di ritratti grotteschi impegnati nello spettacolo
dell'esistenza quotidiana, in cui si lotta per acquisire denaro, amore, rispettabilità.
Abbandonati il giovane appassionato del romanzo di formazione europeo e l'eroe
byroniano, ancora vivo nel romance vittoriano, Thackeray e Trollope calano il lettore nel
mondo della mediocrità umana, dove i valori si identificano con il denaro, unico oggetto
del desiderio, necessario per il soddisfacimento del proprio ego. I due romanzieri
accompagnano il racconto delle vicende con i commenti del narratore onnisciente, il
quale funziona da moderatore fino a riequilibrare.
The Warden intreccia la vita dei personaggi alle questioni sociali e religiose dell'epoca,
viste nella prospettiva marginale di un conflitto di provincia. L’ecclesiastico Septimus
Harding, beneficiario di una rendita come guardiano di un ospizio dove alloggiano dodici
pensionati, viene accusato da un giovane chirurgo riformista, John Bold, e da un
giornale di Londra di speculare sulla rendita. La polemica ha riflessi familiari: la figlia di
Harding è sposata con l'arcidiacono Grantly, che accusa il suocero di scarso polso,
mentre la minore è corteggiata da Bold. Harding risolve la questione dando le
dimissioni e accontentandosi di una rendita più modesta: i pensionanti non trarranno
vantaggio dalla sua partenza e i due nemici imparentati, finiranno per accettarsi pur
non rinunciando alle loro idee, Questa è una nuova versione della Merry England, che
conserva la sua integrità anche nel mondo moderno. Trollope, Thackeray e la
maggioranza degli autori vittoriani sono consapevoli dell'importanza dell'«altrove»
rappresentato dai territori coloniali, verso cui si dirigono gli eroi del romanzo alla ricerca
della fortuna o per evadere dalle rigide gerarchie sociali. I due erano consapevoli
dell'importanza della stampa. Thackeray inizia la sua carriera sul «Fraser's Magazine» e
la prosegue con il Punch. Dopo gli anni Cinquanta (narrativa) Thackeray torna al
giornalismo come direttore del «Cornhill Magazine», facendovi collaborare Trollope.
Trollope era stato nel 1865 tra i promotori della rivista Fortnightly Review, su cui
pubblicano gli evoluzionisti e Spencer.
Mentre Trollope mostra soddisfazione per la propria attività, Thackeray vive con ansia il
confronto diretto con Dickens, beniamino del pubblico mediovittoriano, che tendeva a
porre in contrapposizione i due, come era successo con Fielding e Richardson. Durante
la pubblicazione di Vanity Fair Thackeray scrive alla madre di essere sulla cima
dell'albero a combattere con Dickens.
Vanity Fair è basato sulla vita di due donne simboliche, l'angelica Amelia Sedley e la
povera e spregiudicata Rebecca Sharp, pronta a tutto pur di compiere la sua scalata
sociale, anche mettere in gioco la sessualità. Il gioco delle situazioni parallele mostra la
complessità dell'opera che a tratti si frammenta in episodi minimi, per cogliere meglio
gli aspetti grotteschi di Londra, con il suo seguito di servi ma che non manca di sfiorare
cui Meredith fa uso appare falso e forzato, a significare quanto sia difficile ricostruire
sulla pagina emozioni che sprofondano nell'humus dell'inconscio. Diana of the
Crossways è la storia di una donna forte e spregiudicata che passa indenne attraverso
varie disavventure sentimentali. Qui Meredith cerca un percorso a metà strada tra il
realismo e idealismo.
La narrativa di Thomas Hardy trova ispirazione nella consapevolezza che il mondo
rurale dell’Inghilterra sta per essere annientato dall'arrivo della civiltà meccanica. La
visione tragica che ne deriva coinvolge anche i personaggi, proiettati su uno scenario
cosmico che ne decreta l'inevitabile sconfitta. L'universo di Hardy, come si vede in Far
from the Madding Crowd, è melodrammatico quando si tratta di coinvolgere i
personaggi in conflitti personali, mentre è più pacato quando misura la dimensione del
mondo contadino. Da The Return of the Native attraverso i romanzi degli anni 70, in The
Trumpet Major e The Mayor of Casterbridge fino a Tess of the D’Urbervilles e Jude the
obscure, Hardy approfondisce la sua vena tragica inducendo i personaggi a compiere
errori che ne condizioneranno per sempre l’esistenza. Così è per Betsheba, la fanciulla
di Far from the Madding Crowd, indipendente ma incapace di accorgersi subito di
aver trovato un degno marito e sedotta da un soldato galante. La cittadina di
Weatherbury è la sede di antiche pratiche pastorali, come la tosatura delle pecore.
Weatherbury è contrapposta alla città moderna, con la sua vita frenetica e distruttiva,
ma l'apparente eternità della condizione rurale viene violata dall’avvento delle
macchine, che accelerano i ritmi del raccolto, come fa la trebbiatrice in un episodio di
Tess of the D'Urbervilles.
In Tess of the d’Urbervilles, Tess viene umiliata nella sua innocenza da Alec, il
discendente dei signori feudali trasformato in un volgare seduttore. Che la famiglia di
Tess sia imparentata con Alec d'Urbervilles non può che rafforzare quel motivo
dell'ironia tragica che accosta Hardy ai drammaturghi elisabettiani. Negli anni Novanta
Hardy mette in crisi l'architettura rassicurante del narratore onnisciente puntando a un
ritmo narrativo più disarmonico e irregolare. Nell'ultima parte Tess, offesa non solo dal
seduttore ma anche da Angel, l'uomo che ha sposato, uccide Alec a coltellate e vaga
per la campagna inglese, fino a raggiungere Stonehenge dove si compie il suo fato:
catturata mentre riposa su un altare pagano viene condannata a morte. In Tess come in
altre opere hardyane prevale la qualità cromatica del linguaggio. L'occhio del narratore
si muove minuzia naturalistica quando segue le operazioni rurali e ricerca di un
significato simbolico, che possa proiettare in una dimensione metafisica il più umile
eventi. Ecco allora, in Jude the Obscure, lo scannamento del porco, compiuto da Jude
e dalla moglie. Il lettore riconosce nell'episodio il correlativo oggettivo della sorte di
Jude, vittima sacrificale delle proprie debolezze e egoismo altrui. Dopo vari preparativi il
porco viene scannato in modo maldestro e un fiume di sangue si riversa in terra. Le
polemiche successive alla pubblicazione degli ultimi due romanzi indussero Hardy ad
abbandonare il romanzo volgendosi alla poesia. Così il patto tra autore e lettore che
aveva caratterizzato il novel vittoriano veniva a cadere.
A partire dagli anni 80, l'influenza di Zola, Maupassant, dei fratelli Goncourt e del
realismo di Daudet e Howells aveva cominciato a farsi sentire sulla scena inglese.
Anche se si distacca dall’estremismo di Zola, George Gissing, si fa portavoce di un
realismo privo di ogni tocco sentimentale e immerso nella vita urbana. Pur servendosi
del triple-decker tradizionale, Gissing è attento alle leggi socioeconomiche che regolano
la vita degli individui. Egli cala i suoi personaggi, di solito alle prese con problemi
finanziari, nella densità del territorio londinese e coglie i disagi di intere categorie
sociali: i proletari e le loro donne che lottano nella giungla darwiniana che è la metropoli
di The Nether World, gli scribacchini messi fuori gioco dal mercato editoriale in New
Grub Street, le donne piccoloborghesi, alla cui educazione non corrisponde la capacità
di trovare un lavoro in Odd Women. In quest'ultimo compare la figura della new woman,
donna emancipata che lotta per elevare la condizione femminile, osservata con un
occhio ironico maschile e con la convinzione che i tempi sono cambiati e che il futuro è
comunque alle porte. In New Grub Street, tra i tanti intellettuali, si distingue per la
coerenza dei suoi ideali lo scrittore Biffen, che sogna di pubblicare il vero romanzo
realista, basato sull'annotazione maniaca le di ogni minimo evento. Gissing gli riserva
un destino crudele: ridotto alla solitudine Biffen muore in un incendio per salvare il suo
manoscritto. Simbolicamente, con lui bruciano i triple deckers e altri tomi che erano
stati la quintessenza del novel vittoriano.
IL ROMANCE
Romance e Novel: il caso delle sorelle Bronte
Nel saggio Modern Romance and Novel lo scozzese George Moir distingue due classi: il
romance, dove l’interesse della narrativa si volge verso il meraviglioso e il novel, dove
gli avvenimenti sono adattati al normale corso degli eventi. Il romance dell’epoca
vittoriana non è un genere ben definito, rifiuta la centralità del novel, il valore sociale
dato alla riproduzione veritiera della vita quotidiana, il narratore onnisciente, sostituito
da un io narrante. Difficile è situare la narrativa delle sorelle Bronte, che ha numerosi
punti di contatto con il novel vittoriano, ma anche col romance per l’intensità con cui
vengono rappresentate le vicende. Nel 1847 vengono dati alle stampe Jane Eyre,
Wuthering Heights e Agnes Grey, firmate da Currer, Ellis e Acton Bell. Il grande
successo spingerà i tre «autori» a recarsi a Londra per rivelare la propria identità. Così
fanno la loro comparsa Charlotte, Emily e Anne Bronte, figlie di un curato di provincia,
che risiede nello Yorkshire. Tuttavia rimarrà in vita solo Charlotte, in quanto Emily e
Anne muoiono nell'arco di due anni. Le tre opere mostrano alcune caratteristiche della
scrittura delle donne nel periodo vittoriano: la centralità della figura dell'eroina in cerca
di identità e di una voce autonoma, uno sguardo attento allo spazio della domesticità, il
ricorso all'autobiografia, l'intreccio di motivi favolistici, gotici e l’analisi dei desideri
delle donne.
In Wuthering Heights Emily Bronte costruisce un’architettura narrativa basata su
incastri e simmetrie, mettendo al centro la passione tra Catherine Earnshaw e
Heathcliff. La vicenda viene filtrata attraverso più voci, che spezzano l'io narrante
affidato a Mr. Lockwood e a Mrs. Dean, la domestica che conosce di prima mano gli
eventi, essendo vissuta sia a Wuthering Heights che a Thrushcross Grange. La
ricostruzione dei fatti è sollecitata da Lockwood dopo il suo incontro con lo spettro di
Catherine. Il romanzo, che si apre nel 1801, quasi in bilico tra due secoli, è dominato
dall'arrivo di Heathcliff, il trovatello adottato da Mr. Earnshaw. Catherine si riconosce
con la parte «selvaggia» di Heathcliff, pur avendo deciso di sposarsi con il mite Linton.
Heathcliff, che ascolta le parole della giovane, organizzerà una vendetta nei confronti
delle due famiglie. Egli si erge come un diabolico eroe tormentato dalla perdita di
Catherine. Il romanzo si chiude con l'apparizione dei fantasmi di Heathcliff e una donna
che si inoltrano nella brughiera.
Le avventure di Jane Eyre attingono più a motivi gotici e favolistici, intrecciati a una
serie di eventi sensazionalistici, che riguardano parenti ritrovati, lettere nascoste,
inganni, un’eredità. La voce narrante di Jane adulta conduce il lettore attraverso i suoi
dieci anni di formazione, che passa da ospite maltrattata nella famiglia della zia ad
alunna di una scuola per poveri a istitutrice e infine moglie del proprietario terriero che
le aveva affidato la figlia della sua amante. La parte più corposa del romanzo traccia da
una parte il ruolo di Edward Rochester, il villain che ha rinchiuso la moglie folle in
soffitta, ma che perderà la vista nel tentativo di salvarla da un incendio appiccato da lei
stessa, e che sposerà Jane e dall'altra la consapevolezza di Jane della sua identità di
donna autonoma e non sottomessa. Tant'è che quando crede di aver perduto Rochester
ella dichiara il suo amore, violando le regole del pudore vittoriano. Alla voce passionale
di questa eroina Charlotte oppone il silenzio e la terribile risata di Bertha.
Anche Agnes Grey è dedicato alla figura dell'istitutrice, nell'ambito di una struttura
didascalico-moralistica molto marcata, che esplora i mali dell'educazione vittoriana. The
Tenant of Wildfell Hall narra la storia scandalosa di Helen Huntington, la quale,
invece di sopportare il marito dissoluto e adultero lo abbandona portando con se il
figlioletto, rifiutando il ruolo di semplice proprietà. Il filo del racconto è ceduto a Gilbert
Markham, narratore della prima e ultima parte del romanzo, mentre la sezione centrale
è lasciata a Helen, in cui la protagonista riflette sulle torture inflittele dal marito.
LA POESIA
Caratteristiche della poesia vittoriana
Hillis Miller scriveva che molti poeti vittoriani ereditano la concezione romantica della
poesia, ma sono diversi. I poeti romantici credono che nella natura sia nascosta una
forza spirituale e il problema è raggiungerla. Per poeti vittoriani il potere spirituale è al
di là del mondo e il distacco tra uomo e potere divino sembra più grande. A questa
interpretazione del passaggio tra poesia romantica e vittoriana, bisogna aggiungere
l’approccio di Isabel Armstrong che in Victorian Poetry, Poetics, and Politics sottolinea la
ricchezza tematica della poesia vittoriana. Secondo Armstrong i poeti vittoriani sono
convinti della loro modernità e della necessità di misurarsi con la complessità dei
saperi. Cedono in parte i presupposti di una poesia volta solo a indagare la propria
interiorità. La solitudine intellettuale e l'agnosticismo diventano lacerazione nei
confronti della comunità, le problematiche sessuali e di gender ribadiscono i vincoli che
legano gli individui o esplorano le pressioni che li dividono. I riferimenti al passato
letterario, che portano alla riscoperta dell'Inghilterra arturiana o ripercorrono i poemi
omerici vengono rivissuti alla luce di un inquieto presente che modifica grottescamente
l’apparente distanza dalla leggenda. In Golden Wings di William Morris il gioco delle
quartine che illustrano uno scenario d’amore in un castello popolato da dame e
cavalieri spensierati si carica d’ansia per l’attesa del ritorno di Ali dorate, amato da
Jehane du Castel beau. Stanca di aspettare, Jehane va alla ricerca del suo amore ma
muore, una guerra si avvicina al castello travolgendo i suoi abitanti. L’energia pittorica
di Morris è confermata dalla vicinanza al gruppo dei preraffaelliti, poeti e pittori che
rifiutano l'arte contaminata dalla Rivoluzione industriale e guardano più lontano del
Rinascimento. Nel 186I con alcuni di loro Morris fondò a Holborn la ditta Morris,
Marshall, Faulkner & Co. Uno sforzo comune, basato sulle teorie di Ruskin e su quelle
sostenute sulla rivista «The Germ» confluisce nel recupero dell'architettura gotica
tramite il Gothic Revival e nella proposta di una pittura spiritualizzata e stilizzata,
attuata da Dante Gabriel Rossetti in nome del rifiuto del materialismo del mondo
moderno. Rossetti era affascinato da Blake, alcune delle sue poesie riguardano i suoi
dipinti. Un elemento pittorico è presente anche in The Blessed Damozel, quasi un
manifesto poetico. Il perbenismo vittoriano attaccò la Pre-Raphaelite Brotherhood,
accusando Rossetti di eccesso di sensualità. Nelle polemiche fu coinvolto anche
Algernon Charles Swinburne, autore di Poems and Ballads che si atteggiò a personalità
anticonformista non disdegnando la satira e la polemica politica. Ossessionato dall'eros,
anticipatore di motivi decadenti, Swinburne è un abile versificatore e mitografo,
conoscitore della letteratura francese, tanto che nel 1867 celebra la morte di
Baudelaire in Ave atque Vale. Forse è la consapevolezza delle innovazioni introdotte
dalla poesia francese che ha indotto la critica letteraria a dare un giudizio riduttivo della
produzione poetica vittoriana.
Il linguaggio poetico vittoriano fa i conti con l'epoca impoetica e con la tradizione
romantica. Alcuni poeti vittoriani, come Tennyson, parlano con un richiamo ai romantici,
altri insistono su una visione pedagogica, tant'è che Matthew Arnold vede nella poesia
un magister vitae, mentre in Sordello Browning recupera il personaggio dantesco
nella sua doppia natura di sognatore e uomo d'azione sottolineano la sua natura
oracolare. La poesia vittoriana rivive i travagli del mondo presente, dedicandosi alla
sperimentazione metrica. Ogni tanto qualche voce rompe la crosta di sobrietà.
Il rapporto con il pubblico è difficile. Visto che il poeta indossa i panni del profeta, egli
rivendica di essere portatore di una verità che la sua epoca non può percepire: ecco
allora il disprezzo per i lettori. Tormentato dal dubbio che Dio non sia più presente, il
poeta indossate le vesti del filosofo Empedocle in Empedocles on Etna di Arnold. Se
Arnold accentua una nota di pessimismo, Alfred Tennyson in In Memoriam dichiara la
necessità di lenire il dolore per la morte dell'amico Arthur Hallam attraverso una
metrica pacata e distesa, che vuole comunicare non tanto l'intensità del rimpianto,
quanto il dovere di condividerlo con i lettori. Il tono elegiaco dell’opera favorisce un
andamento discorsivo che stempera l'individualismo delle sensazioni personali. La
poesia vittoriana cerca lo sviluppo di un intreccio narrativo ed è interessata alla qualità
drammatica dell'azione teatrale per recuperare tutte le modalità della tradizione
letteraria e porsi come summa di un'epoca più attenta ai valori materiali che spirituali.
Anche il mondo scientifico diventa materia poetica, e con essa si misurarsi Tennyson
quando in Locksley Hall compie un balzo nel futuro e assiste a battaglie aeree. Fra i
temi sviluppati in In Memoriam Tennyson coglie le implicazioni della nuova visione
scientifica della natura, che non più formata da un'impronta provvidenziale si disintegra
nello spettacolo delle ere geologiche. Tennyson assolve alla funzione del poeta laureato
per la versatilità della sua produzione che si adatta alle esigenze del momento storico.
In The Passing of Arthur la narrazione dell'agonia del re è messa in bocca a Sir
Bedivere, che deve liberarsi della magica spada Excalibur. Tennyson incarna la volontà
vittoriana di cercare, attraverso la perfezione dei versi e la variabilità dei contenuti, un
equilibrio impossibile, un centro di ispirazione che si identifichi con la voce del poeta. Il
suo conservatorismo lo spinge verso soluzioni come quelle proposte in Dream of Fair
Women, che rievoca i tempi antichi attraverso l'esaltazione della bellezza femminile
già cantata da Chaucer, con una sensualità ammaliatrice che riconduce all'esperienza
delle Mille e una notte. L'esotismo è un altro volto della poesia vittoriana, e il sogno
dell'Oriente pervade la cultura epoca come è evidente dal successo di The Rubaiyat of
Omar Khayyam di Edward Fitzgerald, che ripropone una serie di generalizzazioni
intellettuali care alla cultura vittoriana, in nome della filosofia del carpe diem.
Una risposta alla magniloquenza di Tennyson o alla liricità accattivante di Fitzgerald si
manifesta negli anni 90, quando Rudyard Kipling dà la sua versione dell'esperienza
coloniale, rivivendola attraverso l'eloquio impoetico dei tommies, i soldati semplici che
si fanno protezione dell'Impero britannico.
vivificata da varie immagini, tra cui la forgiatura dell'anello, operazione che rinvia
all’esperienza autobiografica attraverso il riferimento all'anello donato dal poeta alla
moglie.
Dopo aver studiato a Oxford, dove fu a contatto con la cerchia dei preraffaelliti, Gerald
Manley Hopkins si convertì alla religione cattolica e fu ammesso nella Compagnia di
Gesù. L'ordinazione e l’impegno pastorale non gli impedirono una carriera accademica
come professore di greco allo University College di Dublino. Le sue vicende influirono
sulla creazione artistica: egli fece della sua poesia il terreno di scontro tra le sue
aspirazioni estetiche, rafforzate da una maestria metrica e la scelta di una vocazione
religiosa che non viene mai dimenticata. La sua sperimentazione poetica si esprime
nell’elaborazione del sprung rhythm, adatto alla versificazione perché più vicino al
ritmo naturale del discorso, il meno forzato. La celebrazione della figura di Cristo in
God's Grandeur si carica di ambiguità semantiche come se fosse impossibile risolvere
il dilemma che oppone il trionfo del Verbo e la bellezza autonoma del linguaggio. Il suo
poema The Wreck of the Deutschland, dedicato alla memoria di cinque suore esiliate in
Germania e morte vicino alla foce del Tamigi, non viene accettato dalla rivista gesuita
«The Month». In esso esplode una vena visionaria e apocalittica che non si placa mai
del tutto, neppure nella convinzione che anche l'evento più funesto venga trasfigurato
dalla misericordia di Cristo. Nel 1918 il poeta Robert Bridges avrebbe consegnato alle
stampe l’edizione delle poesie di Hopkins.
recuperare la sua identità, come in Ballad of Reading Goal, testamento poetico di Oscar
Wilde scritto in prigione dopo la condanna per omosessualità.
Una risposta meno critica alla difficoltà di fare poesia viene da William Butler Yeats,
poiché nelle sue raccolte di versi la riscoperta del paesaggio irlandese risponde a una
sincera esigenza di creare le condizioni per un ritorno alle origini della cultura irlandese.
La dislocazione geografica rispetto al centro dell'Impero offre un'opportunità di
guardare dall'esterno una tradizione largamente consunta e ripiegata sotto il peso della
rievocazione erudita, del pathos elegante e della laboriosità produttiva dei maggiori
suoi rappresentanti. La prospettiva magica con cui Yeats osserva la natura irlandese
delinea il paesaggio cancellato dalla propria terra, pronto a riemergere dall'oblio. In The
Lake Isle of Innisfree l'io del poeta ribadisce l'incantesimo di un viaggio iniziatico. Nuove
forme di cultura avanzano e Yeats ne sarà uno dei maggiori interpreti.
LA PROSA
Da Carlyle ad Arnold: il ruolo critico dell'intellettuale
La prosa saggistica è momento fondamentale della coscienza letteraria vittoriana. Lo
scambio tra linguaggio saggistico e creativo è fondamentale nell'epoca della prosa,
dove ogni aspetto della realtà tende a essere narrativizzato. L’intellettuale vittoriano,
ancora più del novelist, sente la responsabilità di farsi interprete autorevole dei tempi,
anche in chiave critica e spesso con un atteggiamento duplice di chi cerca di analizzare
il dispiegarsi del presente e di chi guarda con nostalgia al passato rurale che
l’industrializzazione ha spazzato via. Suggestive appaiono le osservazioni di Raymond
Williams nell'introduzione a Culture and Society, che indica nella trasformazione del
significato di cinque termini (industria, democrazia, classe, arte, cultura) il senso più
profondo del cambiamento, il cui epicentro è nel periodo vittoriano. Il periodo vittoriano
vede emergere le «specializzazioni» intellettuali, che dividono il critico letterario dallo
scienziato, lo studioso di estetica dallo storico. Il dibattito innescato da Matthew
Arnold, difensore della letteratura e dell'arte in generale, come criticism of life e da
Thomas Huxley, che afferma la necessità di un rinnovamento pedagogico che valorizzi
l'istruzione scientifica, è il segno più efficace della rivendicazione delle due culture in
una società complessa. L'impegno critico dell'intellettuale vittoriano non può eludere la
sfida lanciata da Thomas Carlyle, nella sua polemica contro l'inaridimento spirituale
prodotto dalle macchine. Essa percorre Signs of the Times, Chartism e Past and Present
fino a sfociare nei Latter-Days Pamphlets, in cui il pensatore abbandona ogni speranza
di una democrazia effettiva, l'imbestialimento delle masse. Carlyle usa un linguaggio
aspro e lampeggiante, denso di richiami biblici, contrario a ogni «purismo dello stile».
Gli accenti di Carlyle tendono all'apocalisse e si stemperano solo nel dibattito tra lo
spirito individuale e le forze che plasmano la «Storia moderna».
John Stuart Mill usa strategie verbali più pacate e raziocinanti quando rivendica i
diritti dell'individuo in On Liberty e On the Subjection of Women. In entrambi aspetti del
rapporto tra gli individui e la vita sociale, fino ad allora trascurati, si impongono al
pubblico, grazie al tono rigoroso e argomentativo del saggista. Mill riserva le sue note
più dolenti alla Autobiography, in cui viene toccato il terreno della severa educazione
impartitagli dal padre James. Anche grazie alla scoperta della poesia di Wordsworth, Mill
si salva dalla depressione e raggiunge una visione più generosa del mondo.
I successi inglesi vengono esaltati dal maggior storico Whig dell'epoca, Thomas
Babington Macaulay, in The History of England, che illustra il trionfo dell'epos
liberale. La storia dell'Inghilterra, ricostruita da Macaulay e da altri studiosi vittoriani, si
propone come percorso di una nazione destinata alla gloria.
Meno ottimista è Matthew Arnold, poeta e critico che nel saggio Culture and Anarchy,
difende una visione educativa capace di salvaguardare i principi della tradizione
umanistica, dall'aggressione dei filistei (borghesia ottusa), dei barbari (aristocratici) e
della plebe (proletariato indisciplinato). La sua prosa già guarda a quella crisi di autorità
della clerisy (il ceto intellettuale) che sancirà la spaccatura tra l'artista decadente e i
lettori.
La prosa scientifica
Thomas Henry Huxley è divulgatore delle teorie di Darwin, attento ai dettagli, ma non
privo di slanci immaginativi nel proporre ai suoi lettori la supremazia delle scienze
naturali, che prendono il posto della teologia e filosofia. A lui dobbiamo le vivaci
conferenze degli anni Settanta, raccolte in Science and Culture, che sostengono un
nuovo modello di istruzione scientifica, senza trascurare i valori letterari che Huxley
identifica nelle loro espressioni moderne, bollando come superfluo lo studio del greco e
del latino. La prosa scientifica dell’800 punta verso modelli di chiarezza espositiva tanto
più accentuati quanto più essa si addentra nelle teorie del pensiero darwiniano.
Charles Darwin nei suoi scritti raggiunge un equilibrio tra il rigore dell’osservazione
della natura e l’elaborazione dei dati cosi ricavati e la volontà di comunicare ai lettori le
caratteristiche di una testimonianza personale. Ciò è visibile nel Diario di viaggio
ovvero nei Journals che rielaboravano gli appunti presi da Darwin a bordo del Beagle, il
vascello che lo aveva portato a circumnavigare il globo. La gamma di esperienze che lo
coinvolgono si traduce nella lucida testimonianza di spettacoli meravigliosi: i fuegini
non sembrano appartenere alla razza umana, ma sono osservati con pietà; le distese
del Cile sono sconvolte da fenomeni tellurici; il paradiso delle Galapagos nasconde il
segreto della vita.
Il linguaggio scientifico si diversifica e si carica di implicazioni ideologiche via via che
diventa funzionale ai progetti della madrepatria. Basta pensare alla retorica di
Roderick Murchison, autore di The Silurian System, che studia la conformazione
geologica della terra come prova dell'antichità dell'Inghilterra, e quindi della sua
supremazia sulle altre nazioni; o allo sviluppo degli studi antropologici inquinato dalla
volontà di dimostrare la superiorità intellettuale della razza bianca. L'antropologia
consente di arrivare a una definizione di cultura più estesa di quella fornita da Arnold e
Huxley e apre grandi spazi immaginativi, rifiutando una visione incentrata sulla civiltà
occidentale. In The Golden Bough James Frazer recupera la figura universale del re
divino, che deve essere ucciso per rinascere e dare fertilità al suo popolo.
L'autobiografia
La riflessione estetica
La riflessione sull'arte si accentua in Inghilterra verso la metà del secolo XIX in funzione
antindustriale e antiutilitaristica. La cultura inglese arriva alla definizione dell'arte per
l'arte, cruciale nel decennio dei decadenti per preparare il passaggio alle estetiche
novecentesche. Ruskin inizia la sua attività saggistica difendendo la pittura
antiaccademica di Turner, per arrivare alla pubblica dei volumi di Modern Painters.
Comincia anche a occuparsi di architettura e dispiega la sua esigenza di recuperare la
dimensione spirituale dell'arte nei tre volumi di The Stones of Venice. Con uguale
energia, Ruskin si volge all'impegno sociale appellandosi al proletariato nelle 96 lettere
raccolte in Fors Clavigera. Egli è in grado di scrivere su vari soggetti, passando dalla
storia dell'arte alla botanica, dalla mineralogia allo studio della meteorologia. La sua
importanza risiede soprattutto nella sua concezione dell’arte, nella centralità che
attribuisce all'esperienza estetica, nella rivendicazione del carattere purificatorio del
gotico.
La condanna ruskiniana del Rinascimento italiano è contestata da Walter Pater,
autore di Studies in the History of the Renaissance e di un romanzo di formazione
estetica, Marius the Epicurean. Peter condivide molti aspetti del rifiuto del materialismo
vittoriano promosso da Ruskin, ma situa nel Rinascimento il luogo di un'armonia
spirituale che può indicare la strada di una nuova modernità, dove arte e vita diventano
una sola entità. L'impressionismo pateriano è momento essenziale di una nuova
sensibilità estetica, a cui fa da sigillo l'opera di Wilde. In Wilde si intrecciano sia le
aspirazioni a un riscatto attraverso l'arte dell'individuo asservito alla macchina, sia le
dichiarazioni dell’autonomia non solo dell'artista, ma anche del critico. I maggiori saggi
di estetica di Wilde, come The Decay of Lying e The Critic as Artist, considerano l'arte
come momento supremo dell'esperienza umana, che si incarna nell'artista dandy,
antiborghese, e si realizza nella coscienza della superiorità dell'artificio sulla natura.
L'uso del dialogo, usato in The Decay of Lying, esalta la qualità ironica e paradossale
della prosa wildiana. The Picture of Dorian Grey consente a Wilde di creare un romance
gotico radicato nella Londra contemporanea e gli permette di dar voce alla sua visione
del rapporto tra arte e vita, della necessità che l'artista indossi la maschera della
finzione per poter esprimere una verità. Dorian Grey mostra la faccia nascosta della
rispettabilità vittoriana.
IL TEATRO
SHAW
Alle spalle di George Bernard Shaw c'è l’impatto del teatro naturalistico di Ibsen,
affacciatosi sul palcoscenico di Londra con A Doll's House e Ghosts. Avendo trovato
nell'Independent Theatre l'istituzione adatta a promuovere le sue opere, Shaw debutta
con Widowers' Houses, attaccando l'ipocrisia dei benpensanti. Infatti il contrasto che
oppone due innamorati si risolve in nome della speculazione finanziaria da compiere sul
reddito delle case affittate ai poveri. Più trasgressivo, ma anche più teatrale è Mrs.
Warren’s Profession, dove Shaw rende con ironia il conflitto tra morale pubblica e
privata nelle figure di Mrs. Warren, tenutaria di bordelli che ha investito il suo reddito
nell'educazione della figlia Vivie e quest'ultima, una new woman inconsapevole del
passato della madre. Mentre il mondo maschile è raffigurato come opportunista, il
rapporto tra le due si sviluppa in modo drammatico, fino alla risoluzione finale che vede
le due donne coscienti dell'intensità del loro legame, ma anche divise. Nella prefazione
ai Plays Unpleasant Shaw mostra il carattere polemico del suo teatro, rivolgendosi ai
lettori con un’aggressività che sottolinea il distacco del drammaturgo dalla tradizione
vittoriana. Shaw è un grande drammaturgo fin-de-siècle, un autore la cui formazione
culturale e i punti riferimento ideologici sono ottocenteschi. Il suo linguaggio teatrale
costituì una voce rivoluzionaria e capace, per ricchezza di humor, la capacità nel
costruire macchine drammaturgiche che utilizzavano le formule del teatro popolare
rovesciandone i presupposti di conquistare l'applauso del pubblico. Il settore
progressista del pubblico edoardiano era l'interlocutore privilegiato di Shaw. Quando,
con la Prima guerra mondiale, quel mondo scomparve, anche la forza della sua
invenzione venne meno. Dal dopoguerra in poi Shaw ripiegò su vicende ambientate in
un lontano passato o ipotetico futuro, così da non fare i conti con una realtà che, da un
lato valutava confusamente e dall'altro aveva svuotato d'importanza i gruppi sociali a
cui un tempo rivolgeva le sue proposte di riforma. Dopo aver consegnato al teatro
inglese lavori memorabili, con la fine della guerra Shaw si ritrovò privo dei punti di
riferimento a cui aveva ancorato il suo teatro: della paradossale originalità restò
l'eccentricità. In St Joan ci fu un ultimo scatto di geniale invenzione drammatica.
IL MODERNISMO
Modernismo: la modernità come programma e movimento
Nel primo decennio del 900 in Europa irrompono le avanguardie artistiche e letterarie,
con l’obiettivo comune del rinnovamento delle forme. L’esigenza di modernità c’era già
prima come stato d'animo di singole persone, ma questa esigenza diventa ora
programma di gruppi e movimenti e la modernità diventa così modernismo. Si
distinguono due tempi del modernismo inglese: uno la cui data d'inizio può coincidere
con la Image School di Hulme e un secondo che culmina nell’annus mirabilis 1922 in
vedono la luce capolavori come The Waste Land e Ulysses. Il 1939, anno in cui esce
Finnegans Wake potrebbe essere il terminus ad quem.
Gli anni che precedono la Prima guerra mondiale sono stati euforici, esaltanti, si sono
elaborate le premesse per il grande rinnovamento. È in questo contesto che si attua
l’opera di negazione e distruzione delle convenzioni. Accantonati i toni accesi con cui
all’inizio era necessario protestare, subentravano nel clima postbellico una
decantazione e un consolidamento dei risultati acquisiti. Il nuovo clima che si instaura
nel dopoguerra è quella che in Francia e altrove va sotto il nome di rappel à l'ordre, e di
cui in Inghilterra si erano già avute avvisaglie col classic revival. Questo non implica
però un rigetto degli stilemi ribelli dell'anteguerra, ma una loro differenziata
rielaborazione in un clima diverso, in un in dirizzo generale che, emarginate le
intemperanze, pone l'accento sul recupero della forma, della struttura.
Tradizione e discontinuità
Il modernismo inglese non ha mai interrotto un dialogo con i il patrimonio della
tradizione, non proclamò mai la necessità della tabula rasa. È significativo che sulla
rivista del movimento più eversivo ci si appelli ancora ai classici. Tuttavia sarebbe
errato sottolineare una continuità del modernismo con le poetiche tardoromantiche
poiché la frattura ci fu (basta vedere Waste Land e Ulysses). La cultura tardosimbolista
riaffiora anche in autori votati a un antipassatismo programmatico come Marinetti. Altra
verifica della discontinuità è offerta dal modo in cui i modernisti si confrontano con
l'esperienza urbana e dall'intensità con cui avvertono che il loro è uno sconvolgimento
epocale. Essi sentono profondamente la crisi del senso storico. A sottolineare come
nell'avanguardia coabitassero conflittualmente sia l'interrogazione del passato sia la
tensione verso il futuro varrà riflettere anche sulla condizione di outsiders dei maggiori
esponenti del modernismo. Gli espatriati Eliot e Pound, venuti in Europa in cerca di un
forte spessore storico, sentivano l’esigenza di stabilire un dialogo con la cultura della
tradizione. Fu proprio l'appello alla tradizione a garantire la massima apertura alla
rivoluzione operata dal modernismo. Al contrario, là dove il confronto con i modelli del
passato fu respinto, spesso gli sconvolgimenti apparentemente più radicali si rivelarono
meno incisivi.
Stephen: Adrian, Thoby, Virginia e Vanessa, pittrice che diventerà moglie di Clive Bell.
Entrano nel gruppo anche Roger Fry, critico d'arte più influente per oltre un trentennio,
e il pittore Duncan Grant. Ricordiamo anche E. M. Forster, Eliot e Bertrand Russell.
Questo gruppo non firma manifesti, non fonda scuole, essi sono legati da una rivolta
contro le ipocrisie e le convenzioni dell'Inghilterra vittoriana. Questa rivolta si nutre
degli ideali promossi dal filosofo G. E Moore, i cui Principia Ethica ispirano anche la loro
vocazione a coltivare i rapporti personali. Si è già detto del grande impatto esercitato
dalle mostre: Roger Fry fu il promotore di questi eventi, ma anche colui che dà vita agli
«Omega Workshops», un atelier che, rifacendosi al modello delle Arts and Crafts di
Ruskin e Morris, riunisce artisti e decoratori per diffondere il gusto del moderno nel
campo delle arti applicate. Il conflitto tra Fry e Wyndham Lewis si configura come una
contrapposizione tra due posizioni inconciliabili all'interno dell'esperienza modernista:
da un lato c'è l'avanguardia radicale, dall'altro la cultura di Bloomsbury, accusata di
importare in Inghilterra innovazioni del modernismo del continente per integrarle
all'establishment, smussandone la dirompenza originaria. Basta pensare che la
ricezione di Cezanne, incoraggiata da Fry, avviene accentuando in direzione neoclassica
le tesi dei poeti francesi che proponendo un Cezanne monumentale, ridotto a forme
composte, volevano reagire alle dissoluzioni della forma operate dall'impressionismo.
Ma c'è qualcosa di più sostanziale che fonda le divaricazioni tra i due. Se Bloomsbury è
parte integrante del modernismo, non è meno vero che si configura spesso come un
movimento reattivo. L'enfasi cade sulla sfera del privato, gli spazi domestici che ricerca,
diversi da quelli convenzionali, sono individuati dentro un sistema di privilegi che i
bloomsburyani ereditano e aggiornano, ma senza scardinarlo. Il culto della domesticità
sembra una risposta alternativa al modernismo esaltante, eroico praticato da Joyce,
Lewis e Pound. Ciò che turba la Woolf è la sperimentazione destabilizzante di Joyce,
incontenibile entro le coordinate sociali, ideologiche della sua educazione elitaria, del
suo decoro altoborghese che si avverte anche nelle opere più sperimentali. Un aspetto
che dà un apporto decisivo nell'ambito del modernismo praticato dal Bloomsbury Group
è quello legato al problema della categoria del genere sessuale e alle rivendicazioni
della scrittura femminile, che, respinti i paradigmi patriarcali, elabora un anticanone
che accoglie anche la «diversità». Estraniandosi dai linguaggi elaborati dal soggetto
maschile, la scrittura femminile dichiara la propria ostilità alla frase costruita dall'uomo.
E una posizione che non è limitata solo alla Woolf, ma coinvolgerà altre scrittrici, da
Katherine Mansfield a Dorothy Richardson, autrice di un notevole romanzo
sperimentale, Pilgrimage.
Oltre alle arti visive non vanno trascurati anche gli stimoli speculativi che provengono
dalla scienza e dalla filosofia (Moore, Russell), come attestano i riferimenti
all'epistemologia, reperibili sia nei romanzi sia nella scrittura saggistica o diaristica di
Forster e della Woolf. Va sottolineato anche il peso esercitato dal Bloomsbury Group
nella difesa della tolleranza e diffusione del pensiero democratico liberale in anni in cui
era forte un'ideologia reazionaria, illiberale, coltivata da esponenti del modernismo
radicale, quali Lewis, Pound.
LA POESIA
L'imagismo
All'alba del secolo la poesia è attardata su stili realistici tardottocenteschi. Poeti
edoardiani quali Kipling, G. K. Chesterton, John Masefield sono sordi alla modernità, i
poeti georgiani pur rinunciando alla retorica dei vittoriani, rifuggono della modernità
metropolitana coltivando ideali pastorali in forme tradizionali. Non a caso le raccolte
della poesia georgiana rifiutavano di pubblicare le espressioni più tragiche e
destabilizzanti dei poeti di guerra quali Robert Graves e Siegfried Sassoon. Una prima
proposta di rinnovamento del linguaggio poetico venne dall'imagismo, sostenuto da
Ezra Pound. Esso ereditava l'insofferenza verso la tradizione tardoromantica già
espressa dalla School of Images. Dichiarata guerra a ogni dimensione poetica di
carattere moralistico, esso esaltava la centralità dell'immagine, alle debolezze
tardosimboliste veniva contrapposto un linguaggio duro volto al trattamento diretto
delle cose. In antitesi ad una poesia vaga, di matrice romantica si proponeva un fare
poetico classico, caratterizzato da una massima economia espressiva, all'insegna della
intensità, della concretezza, della precisione. Il modello ispiratore dell'imagismo non era
solo quello della poesia provenzale, ma anche quello del componimento conciso delle
brevi poesie giapponesi haiku.
La modernità di questa poetica era costituita da vari fattori: la consapevolezza che la
realtà ormai in crisi era fenomenologia di una discontinuità. Caduta la linearità e la
sequenzialità temporale, l’esperienza era rappresentata solo mediante frammenti.
Cosciente della caduta della referenzialità tra parole e cose, la nuova poesia aspirava a
farsi autonoma, a porsi come realtà autotelica, interiormente necessitata. Alla diacronia
sostituiva la sincronia. Con l'adozione del verso libero la nuova poesia annullava la
distinzione tra poesia e prosa, avvicinando il verso al linguaggio quotidiano. La prima
fase del movimento imagista si esaurì nel 1916, ma i suoi effetti furono importanti sia
sull’opera di Pound che su quella di Eliot.
Yeats
William Butler Yeats, nasce a Dublino ed è educato a Londra e in Irlanda, da cui
ricava opposte sollecitazioni: l'apertura moderna della prima e l'insularità, ma densa di
fermenti culturali e politici, della seconda. A Dublino, dopo aver studiato all'Academy of
art, decide di dedicarsi alla letteratura. La sua poesia partecipa di due mondi: fino a
Responsibilities, raccolta di poesie in cui Yeats si fa moderno, il poeta si muove di un
estetismo romantico, cui diviene presto esponente. Al materialismo vittoriano oppone,
in componimenti dai toni nostalgici ed elegiaci, il mondo incontaminato della tradizione
rurale irlandese, testimoniato dalle raccolte di folklore e antiche leggende, come The
Celtic Twilight. Allo stesso orizzonte idillico appartengono il romanzo John Sherman,
dove Yeats canta la dolcezza della contea di Sligo e la poesia The Lake Ise of Insfree,
che ne sigilla il sogno. Altre fonti cui Yeats impronta in questo periodo la sua ispirazione
poetica sono il mito eroico dell’Irlanda celtica, evocato nel poema The Wanderings of
Oisin e le sue letture mistico-esoteriche. L'esperienza che matura al Rhymers' club è
evidente sia nelle atmosfere sognanti di influenza tardosimbolista, sia nella perfezione
che caratterizza le liriche di The Wind Among the Reeds. Alla svolta modernista di
Yeats presiede la scelta di una nuova poetica. Il suo linguaggio è segnato da un
crescente realismo, con toni vigorosi e nitidi contorni, diretto e colloquiale,
occasionalmente ironico. Emarginate le temperie crepuscolari e le tentazioni di una
soggettività solipsistica, Yeats privilegia l'anti-se della maschera, si richiama
all'impersonalità di una memoria più ampia, collettiva, identificata in una universale
anima mundi.
Nella poesia di questa fase matura, l'evasione della prima maniera si trasforma in
tensione conoscitiva. Essa evidenzia la ricerca di paradigmi remoti, rinvenuti in una
tradizione che agli occhi di Yeats rappresenta l'unità formale del mondo, di cui vede
come realizzazione i mosaici bizantini. Contribuiscono alla modernizzazione della sua
poesia due occasioni: la frequentazione di Pound e la riscoperta dei metafisici che gli
offre il modello di una poesia inquieta e totaliste, capace di unire passione intellettuale
e sensualità: l'eco di John Donne si avverte già in The Wild Swans at Coole. Il lettore si
imbatte spesso nella cosmologia privata della poesia di Yeats i cicli solari e lunari, la
spirale conica che segue il moto della storia, ecc. In A Vision prospetta le ipotesi
fantastiche che incorniciano molte sue poesie. Altro tratto distintivo della modernità di
Yeats è l’assunzione di profonde aporie che già aveva viste esaltate in Blake e
Nietzsche. Yeats sente la contraddizione non solo nell’eterogeneità degli stimoli e
nell’esotericità delle esperienze che affronta, ma anche nella decisione di sconfessarle,
distanziandosene dopo avervi speso il massimo di investimento intellettuale ed
emotivo. Domande irrisolte, salti logici, musicalità del verso messo in crisi da
dissonanze, adesione al mito ma anche apertura verso gli eventi contemporanei,
contraddistinguono la poesia di Yeats. Sono molte le poesie che fanno di Yeats non solo
il maggior poeta d'Irlanda ma una delle personalità più autorevoli della poesia europea
novecentesca. Oltre a Responsibilities, spiccano i componimenti inclusi in The Wild
Swans at Coole e le raccolte poetiche Michael Robartes and the Dancer e le due che
seguirono al riconoscimento del premio Nobel, The Tower e The Winding Stair and
Other Poems.
Eliot
Thomas Stearns Eliot nasce a St Louis nel Missouri e dopo gli studi alla Smith
Academy locale sono cruciali gli anni della formazione a Harvard, dove studia
letteratura e filosofia. Qui legge i metafisici e studia Dante. La lettura di The Symbolist
Movement Literature di Arthur Symons lo introduce alla poesia di Rimbaud, Verlaine,
Mallarme e Laforgue, il cui impatto si avverte nella produzione giovanile. A Parigi segue
i corsi di Bergson e i fermenti artistici e intellettuali della capitale. Nel 1914 è in
Germania per approfondire il pensiero fenomenologico (Husser) e a Oxford per
completare la sua tesi. A Londra entra in contatto con le avanguardie, Pound, gli
esponenti dell'imagismo e con gli artisti del movimento vorticista. La sua prima
pubblicazione (Preludes e Rhapsody on a Windy Night) appare su BLAST. Abbandonata
la carriera accademica e presa la decisione di rimanere in Inghilterra, Eliot pubblica,
grazie a Pound, Prufrock and Other Observations. Si tratta di una raccolta che
include poesie composte tra il 1909 e il 1915. Esse rivelano nell'assunzione della crisi,
nelle interrogazioni esistenziali, nella rottura del continuum narrativo, nella
discontinuità tematica e nella mescolanza delle tonalità la modernità del discorso
poetico eliotiano: dall'adozione del verso libero, alla frammentazione della coscienza
alle suggestioni della pittura sperimentale, rilevabili negli effetti di simultaneità e nei
processi di dislocazione delle prospettive. Altra conferma della partecipazione di Eliot
alle innovazioni è la sua produzione poetica negli anni 1917-19 che riprende le forme
«rigide e classiche di Gautier, in quartine a rima alternata, pur nell'ambito di
composizioni sperimentali. Qui colpisce, nell'Eliot satirico la contiguità con lo stile
parodistico-grottesco praticato da Lewis nei suoi wild bodies, tratteggiati come sarà in
Eliot in modo ambivalente, tra repulsione e attrazione. Basta vedere le composizioni
che hanno a protagonista il personaggio di Sweeney, in seguito figura centrale di una
sua pièce.
Il vertice della maturità eliotiana è The Waste Land. Il tema del poemetto è la crisi
della cultura occidentale, simbolicamente identificata come perdita della fertilità
naturale. L'attuale desolazione rinvia all'aridità che le culture primitive dovevano
scacciare affinché, con il ritorno della pioggia, ci fosse la rinascita della vita. Le modalità
per rappresentare questa crisi sono quelle connesse al metodo mitico, che opera
tramite un parallelismo fra il mondo contemporaneo e quello antico. Le suggestioni
etnologiche e antropologiche, dai riti della vegetazione, ai miti del Graal forniscono il
referente simbolico all'antico, portando alla massima amplitudine e risonanza gli
orizzonti universali entro cui è prospettata l’alienazione contemporanea. La terra
desolata, che ritorna in tutte le epoche, è allo stesso tempo il deserto biblico del re
Pescatore nella leggenda del Graal, l'inferno di Dante, la città satanica di Milton, la
fourmillante cite di Baudelaire, la folla anonima di Londra. Una rete intertestuale, piena
di allusioni, citazioni, reperti, tratti dai testi più disparati appartenenti a varie culture
tengono insieme un testo metamorfico, perennemente mobile. L’organicità è smentita
dalla crisi delle categorie spaziotemporali, per cui un qualsiasi Stetson può, per uno
slittamento dei piani temporali, essere un passante odierno e al tempo stesso un
soldato che ha combattuto la prima guerra punica.
Se è ancora valido l'appello alla musica delle idee, sembra più pertinente a illuminare la
novità del testo eliotiano il richiamo alle scomposizioni e alla spazialità simultanea della
pittura sperimentale coeva (cubisti, futuristi, vorticisti). Un richiamo opportuno se
vogliamo riscoprire il vero tumulto del testo che decenni di spiegazioni e formule
semplificative hanno addomesticato. In questa direzione è fondamentale considerare il
ruolo svolto da Pound nel riorganizzare il materiale che ha dato forma al poemetto.
La dedica del poemetto a Pound non è un semplice omaggio, ma il riconoscimento
dell’operazione per cui Pound ridusse la composizione di Eliot a circa metà della sua
lunghezza. Pound elimina parecchi indugi descrittivi, nessi logici, parti discorsive,
Auden e i trentisti
Wystan Hugh Auden, intellettuale di sinistra, è la personalità più brillante del
movimento poetico degli anni Trenta. Fu al centro di un gruppo di cui facevano parte i
coetanei Stephen Spender, Cecil Day-Lewis, Louis Mac Neice e i romanzieri Christopher
Isherwood ed Edward Upward. Le poesie dell’esordio, Poems, annunciano una ripresa
dei modelli premodernisti e soprattutto Hardy. Auden non abbandona la
sperimentazione formale, ma anzi la estende oltre le indicazioni canoniche moderniste,
recuperando molte modalità espressive, dalle forme allitterative dell'Old e Middle
English, alla tradizione popolare delle ballate, del light verse, delle nursery rhymes, fino
alle cadenze del music hall. The Orators mescola prosa e poesia, alternando forme
allegoriche, riflessioni sociologiche e modalità parodistiche, in un collage che, come si
vede dal sottotitolo (An English Study) vuole essere diagnosi di una società scissa,
attraverso un intreccio di testimonianza e denuncia. Nasce da qui la novità della poesia
trentista, cioè una propensione per il j'accuse, uno spiccato interesse per l'intervento-
azione e per l'impegno sociale. I trentisti si rifanno al marxismo sperando di trasformare
la società, di rimettere in sesto il mondo e invocano una concreta rivoluzione politica.
Da qui l’appello verso una poesia impura capace di fronteggiare il reale e l’apertura
verso altri generi di maggior coinvolgimento, quali il film documentario e il teatro di
gruppo. Auden affronta l'impegno militante in modi che coniugano passione civile e
distacco intellettuale. Esemplare, in tale direzione, la poesia Spain 1937, presa di
posizione a favore della causa repubblicana contro le falangi di Franco. Non vanno
trascurati altre due componenti che segnano Auden: la lettura in senso eversivo della
psicologia del profondo e l’interesse per la rivendicazione degli istinti e i valori vitalistici
predicata dal D.H. Lawrence in rivolta contro la cultura repressiva della civiltà
industriale.
THOMAS
Dylan Thomas nasce a Swansea (Galles meridionale). Precoce è la sua vocazione,
documentata dalla pubblicazione postuma dei taccuini dei suoi anni scolastici, che
presentano versioni mature delle poesie che costituiranno le sue due prime raccolte
(Poet in the Making, The Notebooks of Dylan Thomas). La prima raccolta (Eighteen
Poems) risale all'anno in cui si trasferisce a Londra. La dichiarazione di Thomas «Una
mia poesia ha bisogno di una falange di immagini» si può estendere a tutta la sua
produzione. Essa è flusso di contrasti, conflitto non pacificato di immagini e ritmi che
sgorgano da concrezioni di parole tese a inseguire l'energia creativa e distruttiva di un
cosmo multiforme e contraddittorio. Questo universo, interrogato sui temi della nascita,
infanzia, amore, morte, è sostanziato dalla presenza del corpo. Esso fa appello a tutti i
sensi, si impone con tutte le sensazioni fisiche ed emozioni. La tensione verso una
fusione panica dell'uomo con la natura ha riscontro in liriche memorabili.
La poesia di Thomas, mossa e barocca, richiama, anche per la qualità intellettuale delle
immagini, per la complessa strategia verbale e sintattica e per l'oscurità che ne
consegue, la tradizione dei poeti metafisici come in Vision and Prayer. Altra
sollecitazione culturale è quella del surrealismo. Questi rinvii alla tradizione nulla
tolgono agli esiti della poesia di Thomas, alle novità delle sue soluzioni, alla sua
immediatezza. Oltre all'originalità e alla potenza del suo talento, il successo della sua
poesia si spiega per aver riportato in auge la forza delle emozioni, attinte al paesaggio
e alle memorie della cultura gallese all'origine del suo mondo. Le letture pubbliche
tenute negli Stati Uniti negli anni 50 sancirono il suo carisma e popolarità. Egli esercitò
anche un influsso sul movimento dei «neoromantici» degli anni 40: i poeti inglesi della
New Apocalypse e David Gascoyne, che frequentò i surrealisti a Parigi e divenne
seguace della loro poetica presso la cultura inglese. Questi poeti, insofferenti verso la
poesia trentista e fautori di un revival del mito, riconobbero nella scrittura visionaria e
nei ritmi della poesia di Thomas un maestro.
Notevole anche la sua produzione come prosatore. The Map of Love contiene poesie e
prose; Portrait of the Artist as a Young Dog, il cui titolo allude al Portrait of the Artist as
a Young Man di Joyce, è la prima raccolta di racconti; la successiva, Adventures in the
skin Trade comprende un racconto dal titolo omonimo che doveva svilupparsi in un
romanzo picaresco che Thomas ha lasciato incompiuto. Frutto della collaborazione con
la Bbc è una bellissima pièce radiofonica, cioè Under Milkwood e gli scritti raccolti in
Quite Early One Morning.
LA NARRATIVA
Il dibattito sul romanzo che aveva caratterizzato gli ultimi due decenni dell’800, si
approfondisce nella stagione modernista. Predecessori e protagonisti della
sperimentazione narrativa rimproverano al romanzo tardovittoriano di perpetuare un
realismo attardato, in un orizzonte provinciale inadeguato ad affrontare la modernità.
Giustificabili nell'ambito di un romanzo di intrattenimento e consumo, le convenzioni
della narrativa inglese sono contestate quando il romanzo aspira a diventare presso i
modernisti veicolo di un'autentica esplorazione, indagine della realtà. Il romanzo è
teorizzato come suprema forma d'arte, superiore a ogni altro genere non solo da Henry
James e Joseph Conrad, ma anche da Lawrence. In polemica con le istanze moralistiche
George Moore aveva contrapposto al modello pedagogico quello di un romanzo estetico
e non è da sottovalutare l'esperienza del decadentismo, che aveva aperto il romanzo
alle suggestioni del simbolismo e lo aveva elevato alla categoria di autonomo prodotto
artistico. È soprattutto Henry James a rivendicare il romanzo come forma d'arte.
Sostenitore dell’autonomia estetica del romanzo e della sua natura di prodotto
formalmente consapevole, James si rifà ai parametri rinvenibili nella lezione stilistica
francese di Flaubert e Maupassant. Nell'ottica jamesiana il narratore moderno prende
atto che una realtà mutata e problematica non può più essere contenuta in un intreccio
convenzionale ne raccontata da un autore onnisciente. James teorizza una narrativa
che affida la rappresentazione a più di punti di vista per cogliere, in tutti gli aspetti, la
sfuggente complessità del reale. La perdita di fiducia in un mondo oggettivo, che per le
rivoluzioni tecnico- scientifiche e un dirompente pensiero filosofico non si presenta più
solido e trasparente, è ciò che sta dietro la ricerca novecentesca di una nuova forma e
linguaggio narrativo. Quest'ultimo diventa sottile esplorazione delle coscienze,
monologo interiore, percezione di privilegiati «momenti d'essere». Per afferrare almeno
una parte della realtà, il romanzo rinuncia alle ambizioni di una prospettiva sociale e
collettiva e si fa romanzo d'artista, indagine autobiografica, riflessione su se stesso,
metaromanzo. Come testimonieranno Ford e Virginia Woolf la penetrazione del romanzo
russo dà uno scossone all'ottuso realismo tardovittoriano, spalancando nuovi orizzonti.
CONRAD
Joseph Conrad, nato in Ucraina, cresciuto in Russia e poi in Polonia, a 17 anni giunse a
Marsiglia per intraprendere la carriera marinara, non accantonando però l’ambizione di
diventare scrittore. Per qualche tempo conciliò scrittura e vita sul mare, ma dopo la
pubblicazione del primo romanzo, Almayer’s Folly, si dedicò solo all’attività di scrittore.
Egli giunge tardi alla lingua inglese e i suoi maestri sono Maupassant e Flaubert; ciò ha
talvolta indotto a collocarlo ai margini o comunque in posizione eccentrica. Anche la
sua esperienza marinara è importante per la sua opera letteraria, che ne ripropone gli
incontri, le atmosfere, gli insegnamenti: da un lato per il fascino che esercitava sul
lettore la componente avventurosa che, inoltre, si sposava con il momento di trionfo
dell'espansione coloniale; dall'altro per la visione del mondo che ne scaturiva: la vita
vista come un misurarsi con le avversità, il senso di comunità che unisce chi le affronta
insieme, la necessità di un ordine che ne consenta il successo. Il suo è un universo
maschile e ciò spiega la difficoltà di entrarvi da parte di molte lettrici. La figura
femminile sta fuori da quel mondo, venendo idealizzata in un modo che appare quasi
offensivo. Un uomo, dopo mesi sul mare in cui ha affrontato difficoltà, vuole tornare a
casa e trovare una presenza affettuosa, serena. È l’idea dell’angelo del focolare.
Molte delle sue storie si svolgono nei territori coloniali, ma diversamente dai suoi lettori
l'atteggiamento di Conrad non è di convinta adesione, bensì di acuta riflessione critica.
Egli consapevole della grandiosità dell'impresa coloniale, ma allo stesso tempo è
consapevole dell’insostenibilità della presenza dei colonizzatori nei luoghi in cui si sono
insediati. È una posizione evidente sin dai primi lavori, Almayer's Folly, An Outcast of
the Islands, An Outpost of Progress, Heart of Darkness. La vicenda, che si svolge
Congo, ha al suo centro Kurtz, un uomo che per via delle varie nazionalità dei suoi
ascendenti aveva contribuito a creare tutta l'Europa. Il cuore di tenebra è quello
dell'uomo europeo, che lasciato solo in quel mondo primitivo, si abbandona alla parte
più remota di se, istintiva e selvaggia. Si può vedere come tenebra l’impresa coloniale o
ci si può limitare a osservare come Kurtz si perda perché non doveva essere li. Le
pagine in cui si descrivono gli schiavi africani lasciati morire vicino al cantiere della
ferrovia hanno un evidente valore di denuncia.
Conrad non è uno scrittore di pamphlets, ma un romanziere pieno dell'ambiguità e
genialità evocatrice della parola del grande scrittore. Quando il narratore di Youth,
invaso dal sogno dell'Oriente giunge al porto di Bangkok, l'unica voce che sente è
quella di un comandante inglese che lo copre d'insulti.
Il romanzo breve Typhoon racconta della tempesta attraverso la quale il capitano
MacWhirr conduce alla salvezza la nave e il suo equipaggio. Non ci sono premi, onori o
gloria per lui: ha compiuto il suo dovere, facendo semplicemente ciò che doveva essere
fatto. Conrad colloca il personaggio in una situazione estrema, davanti a una prova
tremenda: se la supera non c'è ricompensa, se non la supera è punito con la morte.
Kurtz, colpevole di essersi dimenticato di se viene fatto morire, il capitano di Typhoon
supera la prova e si salva.
Quella di Lord Jim è la storia di un uomo che, in momento estremo, abbandona la nave
che sembrava destinata al naufragio e che per anni vaga in Oriente alla ricerca di una
prova che lo redima: troverà la morte.
Anche Nostromo è un’indagine sulla risposta a situazioni estreme e la morte sarà il
suggello al tradimento di Nostromo. Ma tutto il romanzo, ambientato in un'immaginaria
repubblica sudamericana, è il ritratto di tradimenti di se stessi, cedimenti al denaro, alla
forza irresistibile della miniera d’argento.
Con The Secret Agent Conrad sposta l’attenzione sull’Europa. La vicenda si svolge a
Londra, la metropoli disumana, muovendo intorno alle trame di un gruppo di anarchici e
all’attentato organizzato in modo da dare la colpa a loro. Questa non è una tragedia
politica, ma umana, di piccole figure travolte da un gioco che le sovrasta e che si
conclude con la morte. Anche Under Western Eyes mette in scena il fallimento
morale di un gruppo di rivoluzionari, in un romanzo che confronta l'anima irruente e
barbara dell'Europa orientale con quella fredda dell'Occidente. L'ultimo grande romanzo
di Conrad è Victory, la cui vicenda melodrammatica è al servizio del ritratto di una
figura enigmatica, quella del protagonista Axel Heyst, autoesiliato dal consesso umano
che, prima di morire, consegna al lettore un messaggio sulla necessità della speranza e
dell'amore. Conrad è stato un grande narratore di storie, un inventore di trame lontane
dall'animo modernista; ma spesso ha affidato la narrazione ad un narratore incapace di
cogliere il significato profondo dell'esperienza raccontata. In modo indiretto egli
dichiara la difficoltà del romanzo di essere ancora capace di dire una parola
complessiva su una realtà troppo disgregata.
FORD
A Ford Madox Ford si deve un’amplia opera di narratore, saggista e memorialista,
comprendente 80 volumi. Figura di transito tra cultura fin-de-siecle e modernista, egli
ha rivestito un ruolo di mediatore fra tradizione e innovazione. Quando dirige l'English
Review, egli ha già al suo attivo, oltre a un sodalizio con Conrad, i romanzi della trilogia
Tudor e importanti saggi, tra sociologia del costume e reportage, che documentano
l'evolversi della società inglese. L'attenzione verso la pittura, che deriva dall’ambiente
artistico in cui si era formato (nipote del pittore preraffaellita Ford Madox Brown), è
attestata da due monografie e da una delle più interessanti formulazioni di poetica
narrativa di quegli anni, On Impressionism. Vi confluiscono da un lato la riflessione
sulla crisi della rappresentazione e dall'altro la critica rivolta al romanzo inglese
tradizionale cui Ford rimprovera di essere provinciale e inadeguato rispetto alle sfide
contemporanee e di mancare di forma.
The Good Soldier nasce come tentativo non di narrare ma di rendere espressioni.
Scartata la scansione cronologica tradizionale, esso si fa impressionistico ed erratico,
insegue gli effetti di simultaneità e sensazioni multiple tipiche delle innovazioni
pittoriche più recenti. L’espediente della molteplicità dei punti di vista, l'uso del time
shift e della progression d'effet mirano a rendere il carattere frammentario della realtà.
The Good Soldier mette in scena una tragica passione che, filtrata dalla consapevolezza
del protagonista Dowell, investe due coppie in un groviglio intricato di rapporti la cui
interpretazione viene affidata al lettore.
Per quanto riguarda i romanzi del dopoguerra il risultato migliore è costituito dalla
tetralogia di Parade's End. Qui l'enfasi non è sulla frammentazione soggettivistica o
sull’interrogazione circa la possibilità stessa di poter narrare. Ford pone l'accento sulla
reconstruction per la quale il romanzo si pone come esperienza oggettiva e
documentaria, inserendo le vicende in una cornice di eventi specifica e in un momento
storico definito. Vanno ricordati gli studi su Henry James e Joseph Conrad. Essenziali per
la ricostruzione del clima pre e post bellico le pagine memorialistiche di Thus to Revisit,
Return to Yesterday e It Was the Nightingale.
LEWIS
Wyndham Lewis nasce in Canada. Egli non è solo un letterato ma anche un pittore.
Dopo aver passato l'infanzia nel New England fu educato in Inghilterra. Il periodo più
decisivo per la sua formazione è il soggiorno a Parigi, con tappe a Madrid e Monaco.
Questa esperienza lo rende il più cosmopolita tra gli intellettuali del modernismo
inglese e lo espone ai fermenti culturali della ville lumiere. Al soggiorno parigino
risalgono le letture dei classici russi e l’incontro con l’opera di Nietzsche. Una volta
rientrato a Londra tutti questi stimoli culturali gli consentono di muoversi con
indipendenza all'interno di una cultura in ritardo.
Il suo primo romanzo, Mrs. Dukes' Million, moltiplica gli incidenti e il ritmo sempre più
accelerato del plot. I racconti scritti tra il 1909 e il 1911 sono stilisticamente immaturi,
ma tematicamente e ideologicamente importanti: ambientati in Bretagna, in una
società primitiva, vi si aggirano personaggi emarginati, vagabondi, saltimbanchi. Lewis
non è alla ricerca di una natura incorrotta dalla civiltà industriale, non sogna nessun
ideale regressivo; è affascinato dall'energia primitiva che anima questi disadattati.
Tarr fu scritto prima della guerra ma pubblicato solo nel 1918. Ambientato nei primi
anni del 900 a Parigi, il romanzo descrive i rapporti che si instaurano all'interno di un
gruppo di bourgeois-bohemiens nella società artistica di Montmartre. L'assunto
narrativo non permette più la sperimentazione astratta del linguaggio ma Lewis
introduce un'altra innovazione: quella di una caratterizzazione esterna e plastica, di
grande impatto visivo. In polemica con una narrativa dell'interiorità, egli usa una
parola-azione violenta e dinamica, che rifiuta ogni psicologismo. La dimensione ludica si
fa più accesa e spettacolare, diventando laughter in action.
Nella produzione narrativa postbellica egli abbandona gli sperimentalismi più arditi
senza eliminare del tutto i caratteri tipici dello stile e della poetica maturati durante la
stagione avanguardistica. Il rappel à l'ordre ha forti punti contatto con il pensiero
reazionario francese. Lo stile esterno, oggettivo, si impone nelle lunghe descrizioni di
The Apes of God, romanzo satirico in cui Lewis prende a bersaglio, con grottesche
caricature, l'ambiente di Bloomsbury che accusava di dilettantismi estetizzanti.
Dell’ambizioso progetto che avrebbe dovuto costituire la tetralogia di The Human Age,
Lewis pubblica solo tre volumi: The Childermass, Monstre Gai e Malign Fiesta. Un Lewis
meno polemico è individuabile in un romanzo ambientato in Spagna al tempo della
guerra civile, Revenge for Love e nel semiautobiografico Self Condemned.
Diseguale, ripetitiva, ma incisiva è la sua saggistica, di cui vanno menzionati The Art of
Being Ruled e Time and Western Men, che contiene una stroncatura dello Ulysses di
Joyce.
LAWRENCE
David Herbert Lawrence è autore di una produzione ricchissima. Lavora per alcuni
anni come insegnate prima di dedicarsi solo alla letteratura. Grazie a Ford, Lawrence
entra in contatto con l'ambiente letterario londinese e pubblica i primi romanzi The
White Peacock e The Trespasser. In essi emergono già i temi ricorrenti della sua
narrativa: l'antagonismo tra istinto e ragione, il conflitto tra natura e civiltà industriale,
il rapporto tra i sessi, l'esaltazione delle passioni contro le convenzioni borghesi. In
pensiero (Carlyle, Ruskin e Morris), e gli scritti pedagogico-filosofici, testi la cui tensione
conoscitiva si attua mediante un fantasioso linguaggio metaforico (Psychoanalysis and
the Unconscious, Fantasia of the Unconscious). Apocalypse è l'ultimo poetico appello
che Lawrence lancia con il proposito di rifondare una vita di plenitudine, vibrante con le
forze dell'universo.
JOYCE
James Joyce è l’autore più sperimentale del 900 modernista. Dopo studi severi presso i
gesuiti egli consegue la laurea in lingue moderne allo University College. L'insofferenza
verso il provincialismo e il nazionalismo reazionario della cultura irlandese si vede già in
alcuni saggi giovanili in cui Joyce esalta il genio europeo Ibsen, che sarà il suo modello.
Desideroso di allargare i propri orizzonti va a Parigi per studiare medicina, ma i testi in
cui si immerge sono letterari. Rientrato Dublino inizia il suo romanzo di formazione,
Stephen Hero, che vedrà la luce nel 1916 col titolo di A Portrait of the Artist as a
Young Man. A questi anni risalgono molte brevi composizioni in prosa (Epiphanies),
alcune liriche raccolte nelle poesie di Chamber Music e alcuni racconti che
confluiranno in Dubliners. Nel 1904 lascia definitivamente Dublino per Trieste, dove
sarà professore alla Berlitz School Trieste e dove vivrà fino al I915 in precarie condizioni
finanziarie. Allo scoppio della guerra si rifugia a Zurigo. La sua pièce teatrale, Exiles,
composta nel 1914, è messa in scena a Monaco di Baviera nello stesso anno della
pubblicazione, ma con scarso successo. Nel 1920 si trasferisce a Parigi dove termina
Ulysses. Finnegans Wake, ultima impresa narrativa di Joyce, è pubblicato nel 1939.
Joyce muore a Zurigo nel 1941.
I racconti di Dubliners, pur in se autonomi, furono concepiti come parti di un più vasto
progetto, regolato da una precisa struttura. Essi rappresentano in sequenza vari aspetti:
infanzia, adolescenza, maturità, vita pubblica. L'epifania si sviluppa nei Dubliners fino a
diventare una forma narrativa più ampia, in grado di raccontare l'improvvisa rivelazione
dell'essenza di una cosa, cogliendone l’intima essenza. Scritti con grande finezza e con
uno stile oggettivo, i racconti evocano un mondo di frustrazioni e fallimenti, di
stagnazione cui è impossibile sfuggire. L'efficacia dei Dubliners è data dalla capacità di
Joyce di legare insieme i singoli racconti non solo tramite ricorrenze tematiche, ma
anche in virtù di una fitta serie di immagini e simboli, assonanze e simmetrie che ne
fanno un organismo unitario e coerente.
Il tema del Portrait non è la paralisi ma la fuga, l'esilio. Esso, diviso in cinque capitoli, è
la resoconto di questa condizione, dalla scoperta della propria vocazione fino alle scelte
esistenziali del silenzio, esilio e astuzia assunte come protesta contro le angustie
dell'ambiente. Esso esplora la maturazione dell’artista, seguendone le varie fasi,
dall’infanzia all’adolescenza alla giovinezza. L'ultimo capitolo vede il giovane Stephen
Dedalus abbandonare le costrizioni imposte dalla cultura locale. In Stephen Hero era
forte l’identificazione tra Joyce e Stephen e il racconto della propria formazione
procedeva secondo i moduli della scrittura realistica. Nel Portrait Stephen è molto più
distanziato e lo stile è quello dell’impersonalità. La poetica del Portrait accoglie le
istanze oggettivistiche della formazione di Joyce.
Ulysses è concepito all’inizio come un racconto da aggiungere a Dubliners, ma la storia
dell’ebreo Mr. Hunter tradito dalla moglie si espande nel progetto di un romanzo, che ha
per centro Dublino. Dei diciotto capitoli, ciascuno dei quali si ricollega ad un episodio
dell'Odissea, i primi tre sono completati tra il 1917-18, gli altri tra il 1919-20. L'erranza
di Ulisse sarà quella di Mr. Leopold Bloom, le sue avventure in mari e paesi remoti
equivalgono alle peregrinazioni di Bloom nelle strade. Nuovo Telemaco Stephen
Dedalus andrà in cerca del padre Ulisse-Leopold. Rifiutata la progressione cronologica
della narrativa tradizionale, Joyce mette in atto una rappresentazione sincronica di ciò
che avviene in un giorno (16 giugno 1904).
Il romanzo attrasse subito l’attenzione di T. S. Eliot. Il ricorso al mito (come sosteneva
l'autore della Waste Land) conferisce ordine, senso e forma al panorama anarchico della
storia contemporanea. Si tratta di un’indicazione critica preziosa, a patto di non togliere
a quell’ordine la carica di sperimentazione che investe ogni dimensione del romanzo. In
quest'ambito, Joyce, facendo saltare storiche codificazioni, recupera parte di quello che
di avventuroso avevano inventato i padri del romanzo all'origine della fondazione del
genere.
La sua tecnica narrativa, caratterizzata da un'alternanza di narrazione obiettiva,
monologhi interiori e dialoghi, si avvale di un’invenzione linguistica. È il linguaggio il
vero protagonista del romanzo joyciano, il quale raggiunge vertici virtuosistici. Lo
stream of consciousness va colto nella sua motivazione di fondo, ovvero come
tecnica espressiva che va al cuore di quella molteplicità che costituisce l’esperienza
modernista. Proprio perché l'interiorità del monologo è mobilità, sovrapposizione,
eterogeneità, dinamismo, essa coincide con la città, luogo per eccellenza della non
linearità, della percezione multipla, della simultaneità.
Finnegans Wake spinge agli estremi la sperimentazione di Joyce. Esso è la storia di
una famiglia irlandese, gli Earwicker, il cui capo famiglia gestisce una taverna nel
villaggio di Chapelizod. L'ambizione di Joyce non è solo di mettere in scena l'artista o
l'uomo medio sensuale ma raffigurare l'intera storia dell'umanità. Da qui la
trasformazione dei dati realistici di partenza in una dimensione simbolico-allegorico e il
ricorso alla concezione ciclica della storia formulata da Giambattista Vico. Rende ardua
la decifrazione di quanto accade in Finnegans Wake non solo l'enigmaticità degli eventi,
ma anche la dimensione onirica. Contro il funambolismo linguistico e l’impianto a piani
multipli dell’opera espressero severe riserve Wyndham Lewis ed Ezra Pound.
FORSTER
Due sono le esperienze che segnarono Edward Morgan Forster: gli anni traumatici della
public school e il periodo di rinascita intellettuale a Cambridge, dove entra a far parte
della società degli «Apostles», dove stringe amicizia con il classicista Goldsworthy
Lowes Dickinson. Sin dall’inizio Forster mette al centro della sua narrazione la
contrapposizione tra due culture, quella conformista, borghese e quella delle ragioni del
cuore.
L'esordio è nel 1904 con The story of a Panic, i racconti successivi usciranno in due
raccolte The Celestial Omnibus e The Eternal Moment, postumi i racconti dal titolo The
Life to Come and other Stories.
In Where Angels Fear to Tread l'opposizione tra Inghilterra e Italia non si risolve
schematicamente solo a favore della seconda. Forster ritornerà con una più sensibile
esplorazione dello stesso tema in A Room with a View. In Howards End la
dimensione realistica si avvale di una rete di immagini e simboli che ne dilatano i
significati. La country house che dà il titolo al romanzo, lontana dalla vita urbana, è il
centro metaforico in cui si attua la ricomposizione. Dopo un lungo silenzio, Forster dà
alle stampe A Passage to India, ultima prova narrativa. Forster si ispira a due lunghi
soggiorni in India in un'ottica anticoloniale attenta alle realtà altre. Pur essendo
ambientato in un'India britannica d'anteguerra, si avverte che chi narra non crede
all’utopia di una totalità integrata, qui tra due comunità divise da un gap razziale e
pregiudizi. In questo contesto sono inefficaci quei rapporti personali e quell'apertura
dell'intelligenza anticonformista chiamati un tempo a risolvere i disagi. La produzione
saggistica documenta gli interessi e la curiosità intellettuale di Forster: Abinger
Harvest, Two Cheers for Democracy, The Hill of Devi, Aspects of the Novel.
Forster è stato per anni la voce della ragione illuminata e della tolleranza. I limiti della
sua opera sono in parte legati alle sue stesse virtù. Il disegno di pacificazione dei
conflitti paga spesso il prezzo di escludere realtà impervie e conflittuali che non si
lasciano ricomporre in una forma estetica superiore. È significativa Aspects of the
Novel l’accusa rivolta a Joyce di degradare la realtà. L’incapacità di Forster a spingersi
oltre rende ragione al silenzio narrativo in seguito a Passage to India.
VIRGINIA WOOLF
Virginia Woolf raggiunse il pieno riconoscimento delle sue capacità con Mrs. Dalloway.
L'esordio negli anni prebellici era avvenuto nell'ambito della critica dove aveva affinato
la sua sensibilità letteraria e messo a punto strumenti di indagine essenziali per la
nuova narrativa. In due interventi la Woolf sostenne l’inattualità delle convenzioni del
romanzo edoardiano di Arnold Bennett, Wells e John Galsworthy. Il realismo con cui
questi raccontavano la realtà era per lei inadeguato, sia a cogliere la complessità di un
contesto trasformato, sia a fronteggiare la problematiche dell'esperienza modernista.
Due fenomeni sono determinanti nel promuovere la svolta sperimentale dell'autrice: la
riflessione sulla crisi e sulla rivoluzione delle forme che aveva caratterizzato la stagione
dell'avanguardia prebellica e la rivoluzione delle tecniche narrative attuata da Joyce.
Come in Ulysses, in Mrs. Dalloway è l'esperienza complessa della città a innescare la
sperimentazione lungo eventi che sono concentrati in una sola giornata. A partire da
Jacob's Room, che avvia la fase innovativa, al narratore onnisciente si sostituisce una
coscienza frammentaria, divisa. Ai dati oggettivi subentra la coscienza che li ha
registrati, l'artificiosa concatenazione degli eventi esterni cede alla seduzione di
momenti soggettivi. Questi istanti, chiamati moments of being, si pongono come unica
garanzia dell’autenticità con cui si può far luce sull'enigmaticità del reale.
A differenza del flusso di coscienza, il monologo interiore della Woolf ha un carattere
lirico, fantastico. La materia della visione si scioglie in vibrazioni di echi e suoni fino a
radicalizzarsi nel movimento ritmico di The Waves, in cui i personaggi si riducono a voci
indistinguibili nel fluire del tutto. La qualità fragile, evanescente del monologo della
Woolf esprime per un verso la posizione indifesa della coscienza femminile e per l'altro
si offre quale massima ricettività verso tutte le sfumature del fenomenico.
Virginia Woolf ammirò la dimensione introspettiva del romanzo russo e fece tesoro della
lezione stilistica di Henry James e Conrad. Virginia Woolf attinge alle regioni più oscure
e profonde della realtà mediante un lavoro di sgretolamento definito tunnelling process.
Per lei il romanzo doveva porsi come alto prodotto estetico. Da qui l'approdo a una
prosa «poetica», con un largo impiego di linguaggio simbolico e metaforico. Come
testimoniano le pagine di A Writer's Diary e parti del suo epistolario, la sua prosa è
frutto di una elaborazione formale senza tregua, condotta nella solitudine della sua
stanza. Un cenno merita Orlando, che ispirandosi alla figura dell'amica scrittrice Vita
Sackville-West, propone la fantasiosa biografia di un personaggio androgino attraverso
quattro secoli di storia inglese. Vi è una solidarietà tra la nuova scrittura della Woolf e il
suo essere donna: la maturazione della propria coscienza femminile sembra porre le
condizioni ideali per una sperimentazione spregiudicata, libera dalle costrizioni
patriarcali e dai codici normativi maschili.
IL TEATRO
La letteratura drammatica del Novecento non ha gli stessi esiti della produzione poetica
e narrativa del modernismo. Bernard Shaw, che aveva costretto il teatro inglese
tradizionale a fare i conti con la rivoluzione naturalista, rimase ancorato a una
concezione drammaturgica e a una visione del mondo incapaci di confrontarsi con le
trasformazioni della società novecentesca. Il tradizionalismo delle forme teatrali dei
primi anni del 900 è confermato dal fatto che Gordon Craig, regista e teorico, rimase
inascoltato in Inghilterra. Ebbe solo la simpatia di pochi, quali Pound e Yeats. Deluso
dalla scarsa considerazione Craig si rifugiò nel continente per sperimentare le sue
proposte innovative (On the Art of the Theatre, Towards a New Theatre). Queste, in
sintonia con la rivoluzione in atto nelle arti plastico-visive e polemiche contro le
attardate convenzioni naturaliste, erano animate da un antirealismo. Craig, che
sosteneva il primato del regista come autore dello spettacolo, erigeva a programma la
valorizzazione della gestualità, del suono e del colore, l'uso simbolico delle luci, dei
costumi, l'impiego di pannelli mobili, finalizzando il tutto a un’omogenea unità
espressiva.
Va ricordato l’Amleto moscovita in collaborazione con Stanislavskij e il saggio con cui
Craig proponeva provocatoriamente l’abolizione dell’attore-personaggio, troppo
appesantito dalla propria coscienza, sostituendolo con la marionetta. Questa,
inorganica degli apparati scenici, era garanzia di imperturbabilità e di ogni istanza
astratta, ma anche depositaria di ritualità simbolico-ancestrali (The Actor the
Ubermarionette). Un esito estremo che, avendo come meta la ricerca utopica di una
forma pura tramite la produzione di effetti visivi e forme simboliche, aboliva il teatro
tout court. Questo aspetto spiega in parte l'emarginazione di Craig come regista
effettivo, ma nulla toglie al contributo apportato al rinnovamento del teatro
novecentesco.
Il poetic drama
Sono i poeti che vogliono rinnovare le convenzioni drammaturgiche ancora troppo
vincolate ai dettami del well-made play. Gli esiti di questo teatro sono stati interessanti,
ma speso fallimentari in quanto i loro testi erano di natura essenzialmente letteraria e
non teatrale, che li destina alla lettura o all'occasionale performance elitaria e non alla
realtà scenica. Il teatro di William Butler Yeats appare oggi datato. L'assenza di
allestimenti delle sue opere impedisce di accostarsi a un'esperienza che fu comunque
significativa. Yeats si fece promotore della rinascita del teatro irlandese fondando
l’Abbey Theatre. Il suo teatro inaugura il revival del poetic drama, poi riproposto da
Eliot. La sua produzione, per lo più ambientata in Irlanda, annovera oltre trenta opere
caratterizzate da varie tecniche e stili. Essa documenta la volontà di creare un genere a
se, autonomo rispetto alla sua attività poetica. Si tratta di un teatro con molta di
simbolicità, evocativo, visionario, estraneo all'impianto naturalista di Ibsen o alla
dimensione brillante di Shaw o Wilde.
Inizialmente i suoi drammi hanno come tema miti e leggende irlandesi e sono
caratterizzati da una qualità elegiaca, trasognata, crepuscolare (The Land of Heart's
Desire). Non mancano i drammi di intonazione politica scritti con Lady Gregory, Where
There is Nothing, poi riveduto usando immagini bibliche in The Unicorn from the
Stars o di valenze patriottiche (The Countess Cathleen, Cathleen ni Houlihan). Le
saghe dedicate al personaggio del folklore celtico, Cuchulain, attraversano tutta la sua
carriera teatrale (On Baile's Strand, The Death of Cuchulain). The Words upon the
Window-Pane coniuga i suoi interessi per l'occultismo al contrasto tra il presente
urbano e il passato eroico. L’ultima pièce, Purgatory, che attesta una ricerca
sperimentale mai interrotta, fu elogiato da Eliot per la bravura con cui Yeats concentrò il
dramma in una sola scena.
Già sensibile agli influssi del teatro simbolista francese, a partire dal 1915 Yeats è
affascinato dal teatro arcaico giapponese del No. Yeats, che condivide il proposito di
svincolare il teatro occidentale dalla tirannia della parola, trasporta nei suoi drammi le
componenti antimimetiche, ritualistiche, astratte del No. Suono canto e danza danna
alla sua drammaturgia una ritmica che fa aggio su qualsiasi istanza sociale o
psicologica. Tra le pièces più rappresentative di questo indirizzo Four Plays for
Dancers.
La rottura più netta col teatro tradizionale è attuata da Wyndham Lewis. Enemy of the
Stars fu pubblicata nel 1914 su BLAST. Essa tenta di applicare alla scrittura la
rivoluzione astratta introdotta dal modernismo pittorico, in sintonia con futuristi e
cubofuturisti. Ma l'abolizione quasi totale dell'azione, sostituita da blocchi di situazioni
statiche e da una struttura frammentaria e onirica, l'ha resa irrappresentabile. Nella
pseudocoppia dei protagonisti, Arghol e Hanp, Lewis fornisce più di un suggerimento a
Waiting for Godot.
Un tentativo di importare le forme brechtiane del teatro epico è nei drammi poetici di
W. H. Auden scritti con Isherwood. Sorto nel clima della decade rossa e delle
pressioni ideologiche, è un teatro politico che si avvale delle tecniche del teatro
espressionista per risaltare l’analisi sociale. Tuttavia la struttura drammatica manca di
coerenza e il messaggio non è sempre chiaro. Rimangono godibili, una volta estratti
dall'ambigua funzionalità cui erano destinati, i risvolti parodistici e le canzonette. Qui si
avverte, oltre alla tradizione del music hall, l'influsso del cabaret assorbito da entrambi
gli autori durante il soggiorno berlinese.
Più audace e creativo è l'esperimento di Eliot, soprattutto quello vicino alla Waste Land:
Sweeney Agonistes: Fragments of an Aristophanic Melodramma. Eliot lancia
interrogativi inquietanti e spalanca abissi metafisici, secondo una tecnica di inclusione e
accostamenti inusitati che mescola argomenti effimeri a temi seri. La farsa che si muta
in tragedia si avvale di vari modi sperimentali: uso delle maschere, tecnica del
montaggio espressionista, percussioni sonore, toni dell'operetta e soprattutto si
modellano sugli schemi del teatro di varietà, apprezzato da Eliot perché di grande
efficacia comunicativa. Il linguaggio dell’opera è quotidiano, ma ospita anche
suggestioni musicali.
Le successive opere, The Rock e Murder in the Cathedral, si rifanno al modello delle
sacre rappresentazioni. La prima fa sfilare sulla scena personaggi storici del cammino
glorioso della Chiesa; la seconda, realizzata nella Chapter House della cattedrale di
Canterbury, fu scritta su commissione per commemorare il martirio di Thomas Becket,
avvenuto nelle vicinanze del luogo della messa in scena. Murder in the Cathedral ha per
modello la tragedia greca, ma ha presente anche il morality play medievale, in una
riscrittura moderna che si ispira alla detective story e al teatro argomentativo di Shaw.
La produzione posteriore di moderne commedie drammatiche, per dare nuovo vigore al
teatro e interessare un pubblico sempre più vasto, punta sulla ritualità e mito. Tuttavia i
risultati sono deludenti. Ciò perché, una volta venuto meno il contesto ecclesiale in cui
il sacro trova la sua legittimazione, la formula non funziona. Eliot non aveva più un
pubblico di fedeli, ma il pubblico normale del teatro, un'audience laica. Il dramma
metafisico che tenta di calare nel genere del teatro convenzionale rimane imprigionato
nella forma che sperava di far “lievitare”. Le motivazioni spirituali che dovrebbero
elevarla a una significazione più alta, a dramma metafisico, perdono intima necessità, i
personaggi si disumanizzano, si fanno astratti. I due livelli di significato, religioso e
profano, riproposti come double plot del teatro elisabettiano, non interagiscono. Tra le
commedie drammatiche The Family Reunion, The Confidential Clerk, The Elder
Statesman.
COWARD
Noel Coward compose commedie brillanti, riviste musicali e racconti. Sua è la
sceneggiatura del film Brief Encounter. La sua attività si estende fino agli anni 60, ma
il teatro più creativo è degli anni 20, 30,40. Egli inventa una commedia leggera, in
antitesi a quella seriosa degli anni edoardiani di Somerset Maugham. Anche se il primo
successo fu un dramma (The Vortex), la sua fama si deve a delle commedie, imbastite
su trame eleganti e spregiudicate. Tra i suoi lavori bisogna citare Hay Fever e Blithe
Spirit, commedia scritta di getto nella Londra devastata dai bombardamenti. Dopo
un'assenza dovuta al diverso indirizzo verso cui si orientava la scena inglese negli anni
le sue commedie hanno ripreso quota, imponendosi per il ritmo brioso, per il gioco degli
intrecci, per la qualità del suo linguaggio, per l'irriverenza dei suoi contenuti. Il suo
talento emerge anche nelle danze e nelle canzoni. Egli nasce attore e tra i musical che
reggono il confronto con gli equivalenti americani vanno menzionati On with the Dance,
Bitter Sweet, Cavalcade. Coward si muove all'interno della middle class, ma è ironico e
critico nei riguardi dei valori convenzionali dell'establishment, di cui critica le
moralistiche ortodossie, la rigidità dei codici sociali, l'ipocrisia.
BECKETT
L'opera di Samuel Beckett affonda le radici nella cultura modernista. I suoi anni di
formazione, l'orientamento dei suoi interessi e della sua produzione mostrano la sua
partecipazione ai fermenti avanguardistici, anche se si riserva la massima libertà non
lasciandosi condizionare da alcuna precisa militanza. Lasciata Dublino va a Parigi dove
incontra Joyce, che stava scrivendo Finnegans Wake. Sia nel saggio del ’29, volto a
difendere quest'opera, sia in quello del ‘31 su Proust, emerge un Beckett deciso a
sostenere le rivoluzioni linguistiche in atto e la centralità dell'autonomia della forma.
Non vanno dimenticate le pressioni liberatorie nei confronti degli schemi della ragione e
di un appiattito linguaggio mimetico che gli derivavano dalla rivoluzione surrealista.
Beckett ritiene inderogabile l'obbligo di un rigoroso controllo formale degli apporti
acquisiti grazie all'apertura all'onirico e all'irrazionale. Della produzione di Beckett
prima del teatro va segnalata l’attività poetica documentata da Whoroscope e dai
tredici testi di Echo's Bones and Other Precipitates, in cui si annuncia un universo di
crisi. Per quanto riguarda l’opera narrativa, Beckett pubblica a Londra una serie di
racconti dal titolo More Pricks than Kicks. Murphy, pubblicato negli Stati Uniti, è il
primo di vari romanzi, cui seguono Mercier et Camier, Watt e la trilogia scritta in
francese: Molloy, Malone meurt, L'Innomable.
Dato il vincolo che lega produzione teatrale e narrativa, è opportuno fare una
considerazione su quest'ultima. Inizialmente nei racconti prevalgono, calati in forme
realistiche a volte messe in forse da esiti parodistici, i toni di una satira dei costumi. La
struttura simbolica degli eventi si vede nel romanzo Murphy, il cui protagonista è un
dublinese che lavora come assistente in un manicomio di Londra. Murphy per sfuggire
al mondo vive nella sua mente, da cui invano un gruppo di connazionali cercano di
distoglierlo. Dopo il suicidio, le sue ceneri finiranno per errore sul pavimento di un pub
di Londra.
Già in questo lavoro la ricerca di pace e silenzio in un universo di follia si attua con il
ricorso a una pluralità di allusioni e toni dissonanti, dalla citazione dotta alle
pseudospeculazioni metafisiche. L'esperimento successivo porta alla creazione della
pseudocoppia di Mercier e Camier: prima coppia di personaggi opposti e complementari
di una lunga serie (Vladimir e Estragon, Pozzo e Lucky). I due intraprendono un
fallimentare viaggio allegorico, dove rilevanti sono i preparativi atti a realizzarlo
piuttosto che la meta. La caratterizzazione psicologica qui è abolita: prevale uno stile
freddo, distaccato.
Punto di svolta nella struttura dei suoi romanzi è Watt. Cade la costruzione onnisciente
del romanzo, il personaggio è fantasmatico: la narrazione è affidata al monologo di un
«io» transitorio e diviso, destinato a dissolversi in mera voce, in un balbettio
esasperante, ripetitivo. Così accade nei monologhi di Molloy in cui il protagonista, che
dapprima coincide con Molloy, subisce una progressiva perdita di identità, sdoppiandosi
nel poliziotto che lo insegue, Moran, che inseguendolo smarrisce la propria fisionomia
trasformandosi in Molloy. In Malone meurt il protagonista è un moribondo immobile in
una stanza. Le storie che racconta sono scientemente dette solo per non lasciare la
parola al nulla della morte, così che il loro tasso di attendibilità è irrilevante, essendo
dominante la pura volontà di sopraffare con mozziconi di storie l'avvicinarsi della morte.
La disgregazione del personaggio culmina nell’Innomable, in cui il flatus vocis non
sembra appartenere più neanche ai personaggi: Mahood è un relitto contenuto in un
orcio e Worm non è mai nato. Questa voce non è attribuita all'autore, ma si pone come
espressione terrificante di un neutro nulla, di un innominabile.
La dimensione paradossale della scrittura beckettiana è data dal fatto che essa rivela il
fallimento della parola a dire qualcosa, evidenzia la propria inadeguatezza. Questa
scrittura, mentre si autodenuncia, mostra anche come le parole hanno il potere di
raccontare quel fallimento.
La rarefazione della sostanza narrativa, l'autoriflessione spinta all’estremo della
problematicità avevano portato Beckett a un'impasse. È allora che si volge al teatro,
inizialmente concepito come divertimento. La forma teatrale gli offre la possibilità di
mettere in scena e animare i suoi personaggi, riacquistando quella plasticità e
concretezza che nella scrittura erano andate perdute. Le ripetizioni che nei racconti
spesso generavano noia, potevano coincidere con i ritmi dell'azione teatrale, con la sua
struttura circolare. Sulla scena le contraddizioni, le ironie si traducevano nell’elemento
del tragico beckettiano, la comicità messa in atto sul palcoscenico tramite le gags dei
clown e le cadenze del teatro di varietà, le pose che sembrano mimare le marionette. È
un teatro anticonvenzionale che prescinde da ogni dimensione naturalistica, lo spazio è
illocalizzabile, il tempo irreale. Gli elementi del teatro borghese sono portati alla ribalta
in funzione ironica.
I personaggi di En attendant Godot tentano invano di fuggire da una condizione
esistenziale di attesa e assenza di cui ignorano la ragione; ma il loro dialogo e le
situazioni tragicomiche confermano l'inevitabilità del loro destino angoscioso, che non
conosce risposte certe. Più rigoroso, senza le battute da music hall, è Fin de partie,
che mette in scena l'incapacità dell'uomo ad affrontare la solitudine e la comunicazione.
L’azione si svolge in una stanza che ha parvenza di rifugio da una catastrofe, non in
seguito a un disastro nucleare, ma in seguito ai campi di concentramento e ai massacri
della Seconda guerra mondiale.
Krapp's Last Tape, prima pièce scritta direttamente in inglese che presenta un
monologo, si accompagna alle prime incursioni di Beckett nel genere del radiodramma.
Beckett affronterà poi altri media espressivi quali la televisione e la sceneggiatura
cinematografica.
Il grottesco del monologo di Winnie in Happy Days è dato dal contrasto tra la realtà
degradata in cui la protagonista è immersa e il contenuto sentimentale-nostalgico delle
sue espressioni. Winnie, in una sepoltura finale, è conficcata in terra dapprima fino alla
cintola, poi fino al collo. Il marito Willie non reagisce se non con rari monosillabi alle sue
interrogazioni.
Sarà sempre più essenziale il teatro di Beckett, secondo un processo che condurrà i
discorsi a farsi silenzio, i gesti a bloccarsi in immobilità. Indicativi di questo sviluppo
verso un’afasia progressiva e verso un minimalismo sono i brevi drammi (dramaticules)
scritti a partire da Come and Go. Negli anni 70 e 80 prevalgono figure statiche, che
aspirano, senza riuscirci, a sparire nel nulla. In Not I la protagonista, che dà sfogo a un
monologo angoscioso, è solo la bocca di un'attrice priva di corpo. In That Time il
vecchio Ascoltatore è in ombra, salvo la sua faccia sospesa sul vuoto. Gli ultimi
dramaticules, Footfalls, Rockaby, What, Where, sono giocati intorno a un'immagine o a
parole monologanti al limite della comprensione.
IL SECONDO NOVECENTO
I nuovi scrittori degli anni Cinquanta le facce del realismo
La forma narrativa nella seconda metà del 900 sembra rinascere, ricevendo impulso
dall'imitazione e riproposta dei generi tradizionali, dalla ripresa di miti o tradizioni
favolistiche, dall’appropriazione dei linguaggi giornalistici e dei media. Se negli anni 40-
50 c’è una continuità con il romanzo anteguerra, a partire dagli anni 60 la riscoperta del
passato e la contaminazione dei linguaggi producono forme ibride non contenibili nelle
definizioni note. Il paradigma di base della scrittura narrativa è il realismo. Gli scrittori
che esordiscono in quel periodo ripropongono per lo più forme collaudate di realismo,
con tratti tardosimbolisti e tardomodernisti. Aspetti comuni della produzione narrativa
sono il legame con la tradizione nazionale di romanzo sociale e impegno morale e
un'ottica ristretta, provinciale, che predilige ambienti locali. Con ciò non si vuole
suggerire l'idea di una chiusura; è vero invece che le qualità che avevano portato
all'affermazione del realismo come forma dominante trovano in questi anni nuova forza.
Si afferma un realismo eclettico, non in contrapposizione con la scrittura sperimentale,
che mostra una grande capacità di rinnovamento.
Quasi tutti gli scrittori degli anni 50 hanno provato a ripensare il realismo, mostrando
come sia possibile conciliare il realismo con la favola, la fantascienza, la satira,
l'allegoria, il metaromanzo.
un’abilità nei giochi verbali, sulla capacità di riprodurre le cadenze della lingua parlata. I
romanzi successivi (One Fat Englishman) sono occasioni di satira sociale di stampo
conservatore. Nelle ultime opere (Stanley and the Women, The Old Devils,
Difficulties with Girls) Amis si allontana dalla commedia di costume e lascia il posto a
una profonda comprensione dei personaggi.
pubblica The Foot of Clive e Corker's Freedom, dove esplora il tema dell'identità
mettendo a nudo la natura delle relazioni nella società borghese. Seguono opere
narrative e di reportage dove la fotografia di Jean Mohr si alterna al testo narrativo
legando parola e immagine. Nel 1972 esce G. A Novel che gli vale il Booker Prize.
Provocatoriamente lo dividerà con il movimento delle Black Panthers, gesto che lo
allontanerà dall'establishment letterario.
G. A Novel è un romanzo storico ambientato tra il 1890-1915, periodo di affermazione
della borghesia capitalistica, dove Berger tenta di collegare l’esperienza individuale di
un moderno Don Giovanni e quella collettiva del suo tempo. Berger si allontana dal
naturalismo ricorrendo alla metafora, all'associazione di idee, alla digressione
metanarrativa e a una tecnica di montaggio vicina al collage. Le avventure del
protagonista sono raccontate un narratore alienante e digressivo che spezza di
continuo il flusso narrativo delle vicende per commentare gli eventi, per illustrare le
tecniche impiegate.
Con la trilogia Into their Labours, dedicata al lavoro dei contadini del villaggio
dell'Alta Savoia, Berger torna al realismo senza però rinunciare all’alternanza di
linguaggi. Narrare significa per Berger raccontare le vite degli esclusi dalla società,
emigrati, outsiders. Un progetto visibile fin dagli inizi della sua opera e ripreso in Pig
Earth, dove la vita del villaggio è presentata attraverso micronarrazioni e temi crudi
come la guerra, la morte, l'uccisione degli animali, il potere del danaro. La storia del
villaggio di Brine viene narrata in modi epici e popolari al tempo stesso, rispettando
l’andamento ciclico del tempo. Al centro di Once in Europa e Lilac and Flag si
trovano la disintegrazione della vita collettiva per l’emigrazione dei giovani nella
metropoli.
giocatore di rugby cui un fortunato ingaggio procura fama e ricchezza ma gli aliena
l'affetto dei familiari e della sua donna. I soldi guadagnati gli impediscono di stabilire un
rapporto con gli altri. Storey continua anche con i romanzi successivi l'analisi della
perdita di identità causata dallo sradicamento dalla cultura d'origine e dal proprio
sistema di valori. Con Radcliffe, romanzo sulla relazione omosessuale ossessiva e
tragica tra Leonard Radcliffe, discendente di una famiglia aristocratica decaduta e
Victor Tolson, operaio dalla personalità magnetica, Storey si allontana dal realismo
accentuando la dimensione metafisica di situazioni e paesaggi. Il conflitto tra corpo e
mente è ripreso in Saville, romanzo di impianto vittoriano, sulla presa di coscienza da
parte del protagonista dell’alienazione dalla famiglia e dai rapporti mediante i quali fin
dall'infanzia ha definito se stesso.
Esperimenti e pastiches
Altra linea di sviluppo è quella che si incentra sul linguaggio e sulla forma narrativa. La
pubblicazione della trilogia di Samuel Beckett, esito del modernismo, mostra la crisi del
modello di rappresentazione mimetico. Alla fine degli anni 50 Lawrence Durrell
pubblica la serie di romanzi del quartetto di Alessandria (Justine, Balthazar, Mountolive,
Clea). Egli offre uno stile diverso rispetto al linguaggio impoverito dei suoi
contemporanei, che si collega a una tradizione di prosa barocca. La parola nel quartetto
è sontuosa invenzione, evocatrice di un immaginario ricco espressivo. Si presenta un
universo relativizzato rispetto a una serie di coordinate temporali e spaziali. Il narratore,
Darley, rinuncia a fornire un quadro completo del mondo.
A partire dagli anni Sessanta la tensione tra i moduli realistici e una scrittura che li
utilizza mettendoli in discussione diventa sempre più rilevante. L’interesse per una
scrittura sperimentale appare più radicalmente in scrittori che concepiscono il proprio
lavoro come ricerca incessante sulle forme e linguaggio, guidati dalla volontà di trovare
un'alternativa al realismo.
Tra questi, Rayner Heppenstall e Christine Brooke-Rose, la cui narrativa rivela un
debito con l'opera di Beckett e la cultura francese. L'opera di Brooke-Rose è una
riflessione sulla natura autoriflessiva e pluralistica del linguaggio che scardina la
struttura del testo realistico minando la connessione tra significante e significato. Nei
romanzi più recenti il rapporto donna, scrittura e civiltà della macchina è oggetto di
complessi giochi linguistici e testuali. L'aspetto autoriflessivo è al centro dell'opera di B.
S. Johnson che scrive negli anni Sessanta romanzi sperimentali in cui l’affermazione
della funzione autoriale e il richiamo autoreferenziale diventano sintomo dell'insicurezza
ontologica dell'autore.
Il narratore, scomparso nei primi decenni del secolo, è reintrodotto quasi come figura
parodica, incerto sulla propria funzione. È il caso del narratore di The French
Lieutenant's Woman di John Fowles. Basato un modello vittoriano, il romanzo riserva
ad un narratore inattendibile l'esplicitazione della propria sfiducia negli strumenti di
scrittura impiegati e il rifiuto del ruolo di demiurgo. I tre personaggi principali, di diversa
estrazione sociale, riflettono la struttura del sentire dell'epoca: l'aristocratico Charles
Smithson, amante di paleontologia, la fidanzata Ernestina, figlia di un imprenditore e
Sarah, donna del tenente francese. La storia, raccontata da una prospettiva
a Huxley e Orwell. Interessante la Malayan Trilogy (Time for a Tiger, The Enemy in the
Blanket, Beds in the East) il cui personaggio unificante, Victor Crabbe, funzionario
inglese onesto ma incapace di comprendere ciò che sta accadendo in Malesia fornisce
la prospettiva pessimistica sul declino della potenza imperiale inglese.
delle donne. Nel primo, le sette età corrispondono a sette epoche nella storia del
genere femminile, evocate attraverso la voce di una levatrice inglese dei nostri giorni,
veicolo della memoria collettiva delle donne. Il secondo racconta di emarginazione
femminile e riscatto, nella figura della figlia di John Milton. Narrato in prima persona, il
romanzo restituisce la voce a una donna intelligente, ironica, sottraendola al silenzio cui
è stata destinata dalla storia.
Ciascuna autrice utilizza la formula del romanzo in modo nuovo rispetto al passato,
rivisitando con ironia e scetticismo generi colti e popolari, avanguardia e tradizione,
realismo e fantastico. La nuova sensibilità caratterizzata da una tensione irrisolta tra
finzione e realtà e da una forte componente riflessiva, si manifesta in tutti i romanzieri
di questa generazione.
Angela Carter tenta di dare nuovo vigore alla forma romanzo ampliandone i confini e il
repertorio. Rifiutando le convenzioni del romanzo realistico, la plausibilità come canone,
Carter lascia libero corso alla fantasia, alle esagerazioni, travestimenti. La sua scrittura
si nutre dell'innesto di elementi e forme derivati dalla preistoria del romanzo, dai miti e
dalle fiabe rivisitate in The Magic Toyshop e in The Bloody Chamber; dalla narrativa
popolare in Nights at the Circus e Wise Children; dal mondo dei media tecnologici dei
quali esalta il fascino in The Infernal Desire Machines of Doctor Hoffman e The Passion
of a New Eve. Interessante anche l'opera saggistica The Sadeian Woman, riflessione
sull'opera di Sade e sui ruoli femminili impersonati da Justine e Juliette come modelli
codificati di una cultura patriarcale.
Sintesi tra le forme del mito, cinema e narrativa è il romanzo distopico The Passion of
a New Eve in cui Evelyn, giovane inglese trapiantato in una New York apocalittica dove
incontra una prostituta, fugge nel deserto ma viene catturato da un esercito di donne al
servizio di Mother, personificazione dell'archetipo femminile che lo condanna a
cambiare sesso. Rovesciando il racconto della Genesi, la nuova Eva sarà il prodotto
della trasformazione di un uomo che verrà violentato e costretto a subire una
gravidanza, imparando cosa significhi essere donna. Nelle ultime opere di Carter
troviamo l’elemento fantastico, magico: Nights at the Circus, con la protagonista
acrobata, Fevvers, una donna gigantesca dal corpo di uccello e dalla contagiosa risata e
Wise Children, ambientato nel mondo del teatro. Qui, le gemelle Nora e Dora Chance,
figlie illegittime di un attore, ripudiate dal padre ed escluse dal teatro, esercitano le loro
doti nell'effimero music hall.
Jeanette Winterson è una scrittrice dalla vena versatile e provocatoria, che
contamina generi popolari e colti, intrecciando motivi biblici e contenuti erotici, storie
per bambini e intermezzi metanarrativi. Opera di esordio è l'autobiografico ORANGES
are not the only fruit sulla scoperta dell'identità lesbica da parte di una ragazzina,
ricca di un suo mondo interiore popolato di fiabe e principesse, che fanno da scudo alla
ristretta mentalità provinciale e alla fede evangelica della madre adottiva. La vena
fantastica e surreale si accentua in Boating for Beginners, riscrittura parodica
dell’arca di Noè cui segue The Passion, romanzo storico ambientato all'epoca delle
guerre napoleoniche che tenta di confondere storia e finzione, enfatizzando
l'importanza della fantasia. Protagonisti sono Henri, cuoco di Napoleone, e Villanelle,
ragazza dai piedi palmati, figlia di un pescatore veneziano, che è bisessuale. In Sexing
the Cherry si alternano i registri di scrittura più disparati.L’ambiente storico è oscurato
dal prevalere dell'invenzione e della favola, come nella creazione del personaggio della
donna-cane. Written on the Body presenta il tema della passione erotica nella storia
di una relazione narrata con un misto di lirismo e precisione scientifica da una voce che
cela la propria identità sessuale.
Braithwaite, serve da pretesto per criticare un modo di fare letteratura e la stupidità dei
critici.
Problemi centrali nell'opera di Graham Swift sono il senso del passato, il confronto tra
generazioni e la storia familiare, ricorrenti in tutti i suoi romanzi: The Sweey Shop
Owner, Shuttlecock, Waterland, Out of this World, Ever After. In Waterland,
l'opposizione passato/presente è il perno del racconto di Tom Crick, insegnante giunto a
un momento di crisi, minacciato dalla mezza età, dalla contestazione degli studenti, dal
pericolo di licenziamento e dalla follia della moglie. Per individuare la radice dei
problemi, Tom torna al passato, che emergendo poco a poco lascia vuoti e zone
d'ombra perché Tom è un filtro imperfetto della narrazione, che trasmette soprattutto
angoscia del futuro. La sua concezione della storia è da un lato costruzione razionale,
dall'altro favola, mito. I fatti del passato hanno per lui lo stesso valore delle fiabe.
Analoga compattezza storica, sociale, linguistica si ritrova in Last Orders, in cui
rielabora molti dei motivi a lui cari nel viaggio da Bermondsey (quartiere di Londra) a
Margate di quattro amici per disperdere in mare le ceneri di un compagno. Le sezioni
del romanzo hanno forma di brevi dialoghi o monologhi che svelano un intreccio di
gelosie, rancori, passioni. Notevole la presentazione della topografia sociale del
quartiere di Bermondsey, di cui viene ricostruito il tessuto umano e urbano. La scrittura
ha il ritmo veloce della lingua parlata, ricca di cadenze popolari, espressioni colloquiali
e rhyming slang.
La lingua di Roddy Doyle è lontana dall’inglese standard, i cui suoni si mescolano alla
musica rock, al brusio del pub. Discendente di Joyce, mostra la città come centro
dell’universo, ma si allontana dalla tradizione narrando storie di un’umanità avvilita dal
degrado, che fronteggia le difficoltà con ironia. Dietro l’ironia c’è però una dimensione
morale che squarcia il velo sul ruolo della famiglia. La famiglia Rabbitte nella trilogia è
microcosmo dell’intera comunità: in The Commitments Jimmy Rabbitte vuole formare
un gruppo di musica soul; il tono è allegro come in The snapper, dove la sorella di
Jimmy non rivela la paternità del figlio che aspetta e la famiglia la aiuta. Più cupo è The
Van, dove si narrano i tentativi del padre disoccupato di mettersi in proprio con un
camioncino di fast food. Il dialogo domina la narrazione al presente, in sintonia con il
rifiuto del passato. In Paddy Clark Ha Ha Ha e A Star Called Henry la narrazione è
affidata a un bambino, nel primo per descrivere una crisi familiare, nel secondo per
leggere in chiave antieroica un episodio della storia irlandese.
LA POESIA
Il Movement e Larkin
I poeti degli anni 50 denunciano affinità e idiosincrasie. Ciò che permette di considerarli
una generazione è l’antipatia per le generazioni precedenti: obiettivo comune è
dimenticare Eliot, Pound, Dylan Thomas, andare oltre gli sperimentalisti, gli apocalittici.
I poeti ufficiali del Movement sono otto, o nove se si include Gunn: Philip Larkin, Donald
Davie, Kingsley Amis, John Wain, John Holloway, Robert Conquest, Elizabeth Jennings, D.
J. Enright e Tom Gunn, uniti da affinità nella formazione, nella provenienza da città di
provincia e nel collegamento con le red brick universities. Essi vogliono escludere
l'inconscio e il surreale in favore del privato e del quotidiano, della provincia e del suo
microcosmo, bandire i grandi temi e la memoria della guerra. Donald Davie scrive la
ricetta della nuova poesia: una base di conservatorismo e razionalità su cui si innestano
un rigido provincialismo, romanticismo, e ironia. Soprattutto niente teorie estetiche,
chiarezza espressiva e rigore formale. Il nuovo eroe appartiene alla lower-middle class,
abita un territorio incerto, incolore. Bibliotecari e accademici, i poeti del Movement
sembrano schivare ogni ufficialità, evitando gli atteggiamenti bizzarri dei membri del
Bloomsbury Group e dei modernisti.
La poesia che Philip Larkin dedica alla figlia neonata di Kingsley Amis, Born Yesterday,
si può leggere come un manifesto che enuncia ironicamente i principi di una scelta di
vita antieroica: pochi possono coltivare il mito della grandezza. Ma versi carichi anche
di tenerezza nell'indicare una via d'uscita: la cattura della felicità avviene al riparo della
vita, è un esercizio di normalità. Una produzione limitata, quattro racconti: The North
Ship, The Less Deceived, The Whitsun Weddings, High Windows. L'equilibrio stilistico
incerto lascia tuttavia intravedere la voce del poeta nella rappresentazione di una
squallida realtà provinciale e nella presenza di temi come l'impotenza dei sentimenti e
l'impossibilità di realizzare qualcosa che nasca dall'impulso personale.
Le raccolte successive sviluppano il tema delle periferie industriali e della gente che le
abita. L'influsso di Hardy si avverte soprattutto in The Whitsun Weddings, dove il
registro è quotidiano, fino a includere nuovi oggetti poetici come la pillola
anticoncezionale e la biancheria di nylon.
Quella di Larkin è una poesia che consiste nel fissare l'unicità dell'evento perché non si
perda. La convinzione che non esista vita ultraterrena genera pessimismo venato di
ironia come nell'espressione di una coscienza postcristiana in Church Going, dove il
poeta ammette il senso dell'andare in chiesa. Egli ricerca qualcosa di duraturo da
sostituire alla religione e che identifica nei rituali della natura, in quelli sociali, familiari,
della vita culturale inglese. I versi finali di The Importance of Elsewhere affermano un
senso di identità sociale.
GUNN
Pur esprimendo tratti lontani dalla poetica del Movement, Thom Gunn si trova associato
ai poeti del gruppo. Fighting Terms denuncia caratteri di vitalismo e trasgressione,
una visione filosofica vicina a Nietzsche, Sartre. Protagonisti della sua produzione
poetica sono la motocicletta, le bande giovanili di ragazzi violenti, specchio di un
disgusto per la società e dell'attrazione per vite dominate dall'irrequietezza. Il
trasferimento negli Stati Uniti è un'altra dichiarazione di intento: Gunn non sarà né
insulare ne accademico, ma un ribelle, un diverso. Motivi centrali della sua poesia fino
agli anni 60 sono l'omosessualità, il sadomasochismo, l’LSD, la musica rock, Elvis
Presley, i teddy boys.
Nelle raccolte successive il discorso sulla violenza si attenua e lascia spazio alla ricerca
su se stesso, che mette in scena il timore dello smembramento orfico. Al vitalismo
Gunn accompagna un controcanto cinico e autoironico, dettato dalla consapevolezza
della distanza tra eros e civiltà, mente e corpo, ideale e irreale. I versi di The Passages
of Joy celebrano il valore dell'amicizia.
Hughes e Hill
Ted Hughes e Geoffrey Hill, allo scopo di contrastare la rimozione del bagno di
sangue da cui è uscita la storia, i due inventano una loro mitologia, un arsenale di
metafore. I versi riacquistano orrore e vigore, grondano lacrime e sangue, scuotono le
coscienze addormentate. I morti, la morte e il dolore sono temi costanti della poesia di
Geoffrey Hill. Le sue raccolte poetiche tessono un discorso complesso per il lettore,
oltre che per il contenuto religioso, per l'ampiezza dell'allusione dotta e la forma
lontana da quella dei contemporanei. Le sue opere sono popolate da figure mitiche, dai
fantasmi degli Ebrei morti nei campi di sterminio, una varietà di personaggi che portano
ciascuno la sua voce, dall’immaginario re Offa dei Mercyan Hymns ai deportati di
Auschwitz, da Arrurruz, il poeta spagnolo di cui Hill finge di tradurre l'opera, al poeta
francese Peguy ucciso nella prima guerra mondiale, una galleria di cadaveri cui il poeta
presta voce, senza svelarne il mistero e alimentando intorno a loro enigmi. Alternando
monologo drammatico e meditazione lirica, affiancando linguaggio quotidiano e
profetico-oracolare, avvicinando farsa e tragedia, ossimoro e paradosso Hill dà vita a un
registro misto dove il tono moraleggiante non cancella la ricerca verbale spinta ai limiti
dell'indecifrabilità. La violenza per Ted Hughes è la cifra dell'universo intero e la sua
mitologia non è fatta di eroi, ma di belve, di animali carichi di valenze simboliche,
guidati dall'istinto di sopraffazione. Di istinti, pulsioni primordiali, confronto solitario con
le forze della natura è popolato il suo mondo poetico. L'ambiguità della presenza della
natura, sia numinosa che minacciosa, è stata rilevata più volte nella produzione poetica
di Hughes, come si vede nelle raccolte The Hawk in the Rain, Lupercal, Wodwo, From
the Life and Songs of the Crow. Nei suoi versi ci sono solo animali, dai quali l'uomo
apprende la lezione dell'istinto, di un essere naturale governato da impulsi primitivi.
Materialità dell'animale e pensiero del poeta si incontrano nell'immagine del pensiero-
volpe.
In A Modest Proposal, rivolgendosi forse a Sylvia Plath, Hughes descrive l'incontro tra
un uomo e una donna come quello tra due lupi, arrivati separatamente nel bosco, l’uno
distratto dall'altro.
L'uso che Hughes fa dell'universo mitico nei suoi versi, popolati dallo spirito animale
delle belve nelle sue diverse metamorfosi, è personale. Non fonda la civiltà sulla
rivelazione di un delitto avvenuto nel passato per giustificare l'ordine del presente
storico, ma propone un modello eccentrico che azzera le ragioni della ragione e del
cuore, per proporre le figure spietate di un conflitto cosmico.
Le raccolte Crow, Gaudete e Cave Birds segnano una sintesi mitica in cui
confluiscono tradizioni mistico-religiose dove si incontrano sciamani e alchimia,
leggende amerindie e mitologia egiziana, riproponendo il mistero e l'irrazionale. In versi
in cui aleggia lo spirito del carnevale compare Wodwo, fusione di uomo e uccello,
creatura che si muove tra terra e aria, facilmente avvicinabile a quella del poeta. Dopo
lo sprofondamento nel buio di queste raccolte, Hughes approda con Remains of
Elmet, Moortown, e River a una scrittura della luce, sorta di reportage poetico
intorno a luoghi riconoscibili. Il ribellismo e individualismo di Hughes si attenuano nella
produzione degli ultimi anni. L'ultima raccolta, Birthday Letters, contiene 88 poesie
dedicate a Sylvia Plath in cui, rompendo il silenzio seguito al suicidio della moglie,
Hughes parla del loro rapporto in un intenso colloquio in cui rivive dolore e rancori,
nostalgie, intimità e distanze.
HEANEY
Nato in Irlanda del Nord, Seamus Hearney è consapevole della sua problematica
identità di irlandese e cattolico, come testimonia An Open Letter, con cui reagisce
all'inclusione nell'antologia Contemporary British Poetry. Le esperienze dell'infanzia e il
senso di appartenenza alla cultura contadina sono alla base della sua poesia cui egli
attinge come riserva di ricordi, sensazioni, immagini. La sua prima raccolta, Death of a
Naturalist segna l'inizio della Northern Irish Renaissance, di cui Heaney è
protagonista. In Digging, lirica che apre la raccolta, si vede la metafora di un intento
poetico cui Heaney terrà sempre fede: liberare gli strati della civiltà irlandese, in
qualche modo sotterrata dalla storia, per raccontare le cose come stanno, identificare
nel legame con la terra della cultura contadina il nucleo di memorie e tradizioni che
lega il poeta alle ragioni del suo popolo. La presenza dell'autore è avvertibile come io
irriducibile, prepotente, narciso.
In The Tollund Man e The Grauballe Man Heaney evoca i vichinghi, primi
colonizzatori dell'Irlanda, mettendo in relazione i resti delle vittime di antichi sacrifici
tribali ritrovati nelle torbiere danesi con i martiri politici irlandesi. In The Grauballe Man
la torbiera, col suo centro senza fondo dove si perdono le radici della nazione irlandese,
inghiotte i corpi sacrificali. Quest’ultima è contenuta in North, raccolta dove la violenza
dell'attualità è trasposta, per essere indagata, in un passato preistorico che ha da poco
cominciato a restituire i corpi delle vittime sacrificali conservati nelle torbiere; corpi che
sono il correlativo oggettivo di una difficile condizione esistenziale e consentono
l'interrogazione sull'identità cattolica nordirlandese del poeta.
Molte le influenze nella sua poesia, da Wordsworth a Dante, presente in Field Work, che
contiene la sua traduzione dell'episodio del conte Ugolino, dove l'accentuazione degli
aspetti macabri è usata come denuncia nei confronti di una patria i cui abitanti si
divorano l'un l'altro; in Station Island e Seeing Things. Nel processo di chiarificazione
del mistero della poesia è determinante per Heaney l'incontro con i poeti russi degli
anni 20-30 e i poeti polacchi del secondo dopoguerra, che con lui condividono l'idea
della poesia come divinazione e del poeta come medium che esprime il proprio
subconscio e inconscio collettivo.
HARRISON
L'origine proletaria, la provenienza da una città dell'Inghilterra settentrionale, e gli studi
universitari in lettere antiche connotano l’opera di Tony Harrison, in cui gli accenti
dialettali dello Yorkshire si fondono con forme linguistiche colte. La prima raccolta, The
Loiners, mostra le sue capacità metriche e la scelta di temi sociali e politici legati alla
liberazione sessuale e alla politica degli anni 60, dalla bomba atomica alla guerra al
colonialismo. A distinguerlo dalla tradizionale poesia impegnata è la varietà dei registri
impiegati nei suoi versi, che usano toni comici e grotteschi. L' uso della rima baciata o
dello humour nero per una materia forte come la guerra mostrano la satira della sua
poesia. In From The School of Eloquences and Other Poems Harrison
approfondisce i temi dello sradicamento dalla famiglia e della sofferenza della classe
operaia. Il titolo allude a una società rivoluzionaria nata a Londra alla fine del 700 che
rinvia al collegamento tra parola e potere, alla necessità di appropriarsi della lingua e
alla difficoltà che ciò comporta per chi è di origine proletaria.
Opera didattica diretta a un vasto pubblico è v., iniziale che sta per versus, poemetto
narrativo in quartine giambiche dal tono solenne e burlesco, con l'uso di parole oscene.
In v. Harrison racconta di un suo ritorno a Leeds in cui, in visita alla tomba dei genitori,
la trova imbrattata di scritte oscene e graffiti dei teppisti del calcio. La lettera v.,
inizialmente il versus della partita di calcio, include l'omofono verses, ma indica anche
la vittoria di Churchill, simbolo di un'epoca in cui l'Inghilterra appariva più unita.
Poesia di intervento politico è A Cold Coming, formato da due poemetti sulla guerra
nel Golfo. Reclamando un ruolo centrale la sua poesia approfondisce l'investigazione del
presente e della storia.
Voci di donne
Tra le voci delle ultime generazioni significativa è la presenza di poeti con un
background culturale misto, che si manifesta nella scelta di temi legati all'identità,
all'alienazione linguistica, alla nostalgia del proprio paese, nell’introduzione di elementi
linguistici dialettali o delle lingue di origine. Interessanti le voci femminili di Mebdh
McGuckian, Liz Lochhead, Sujata Bhatt e Jackie Kay. La poesia di Mebdh McGuckian
spazia da uno specifico geografico ben definito (Belfast, l'Irlanda) a quello definito
dall'identità di genere. McGuckian esplora territori presidiati dall'autorità maschile ma
aperti alla trasgressione femminista: periodi lunghi, dizione poetica ricercata dove sono
recuperate etimologie, elementi di lessico straniero e del linguaggio nordirlandese,
immagini e metafore sono riprese dall'area domestica, della maternità del giardinaggio.
Cinque le raccolte principali, The Flower Master, Venus and the Rain, On Ballycastle
Beach, Marconi's Cottage, Captain Lavender, il cui linguaggio inventivo, arguto e oscuro
si pone in polemica con la tirannia del controllo della poesia inglese. Frequente l'uso del
monologo drammatico, dove McGuckian dà voce a donne del passato accostate a forti
immagini di sessualità, e della lettera, ricevuta ma non letta, figura di desiderio e
assenza.
Liz Lochhead esordisce con Memo for Spring, in cui introduce una voce femminile
nel mondo maschile della poesia scozzese. La ripresa di ballate e fiabe popolari per
riscriverle da una diversa prospettiva è alla base di The Grimm Sisters e di
Dreaming Frankenstein and Collected Poems che ampliano la gamma di toni dolci-
amari della prima raccolta. In The Mother si passano in rassegna le madri malate,
malvagie delle fiabe. In Spinster una zitella decide di conformarsi ai luoghi comuni
attribuiti alla sua condizione. Sono testi che mostrano come la costruzione del se
femminile passi attraverso l’analisi critica dei ruoli che la società assegna alla donna. Il
registro colloquiale e il tono scettico che rifiuta di accettare il tradizionale lieto fine
portano al rovesciamento dei luoghi comuni delle fiabe e all’adattamento del materiale
tradizionale al mondo attuale.
Sujata Bhatt ha pubblicato quattro raccolte di versi in lingua inglese. La sua è una
poesia della memoria e della confessione autobiografica con temi come l'esilio e la
nostalgia. Pezzo chiave della prima raccolta è Search for My Tongue, scritto in inglese
e gujarati. Se l'inglese è usato per ciò che riguarda il presente allora il sentimento della
memoria può solo esprimersi in gujarati, lingua materna. Il conflitto alienazione-ritorno
alle radici si trasforma in un confronto tra lingue diverse, accettato alla fine come
condizione dello sradicamento. Notevoli la capacità evocativa nei dettagli fisici e la
capacità di creare un immaginario ibrido che collega esperienze culturali diverse. In
Monkey Shadows simboli della mitologia greca sono accostati all'induismo, alle
tradizioni nordiche, alla scienza. Con The Stinking Rose prosegue l'esplorazione dei
temi consueti, patria, identità, multiculturalismo e l'attraversamento dei confini,
geografici e ideologici.
All'origine dell'impulso alla scrittura di Jackie Kay si trovano il senso di isolamento
dell'essere scozzese e nera e il desiderio di creare un mondo in cui ritrovare l’identità.
Ispirata alla sua vicenda biografica The Adoption Papers racconta la storia
dell'adozione di una bambina nera da parte di una coppia bianca scozzese. Si alternano
tre voci narranti appartenenti ai tre personaggi: la figlia, la madre adottiva, la madre
biologica. Il linguaggio dell'opera, misto di scozzese e inglese, si distanzia dalla poesia
lirica tradizionale attingendo alla memoria orale e focalizzandosi sui temi della
differenza, del lesbismo, del confronto con esperienza delle altre donne. Le conclusioni
non sono ovvie e le immagini sono tratte da differenti patrimoni culturali, come in So
You Think I'm a Mule? e Kail and Callalou dove tenta la definizione della propria
identità di scozzese nera senza dividerla in due entità contrapposte. Off Colour si
concentra sul motivo della malattia, non solo fisica ma come diffuso malessere sociale,
evidente nel razzismo. Voci di donne nere del passato si mescolano alle voci di vittime
più recenti, in testimonianze di sopruso e negazione della dignità umana.
IL TEATRO
Il nuovo teatro: Osborne, Wesker, Arden, Bond, Pinter
Il rinnovamento del teatro negli anni 50-60 ha all'origine l'insoddisfazione per la
produzione prevalente negli anni del dopoguerra e I'esigenza di riancorare il teatro al
presente. Determinante l'avvento di autori di origine proletaria, che portano in scena
problematiche sociali e politiche in un linguaggio autentico, lontano dai formalismi della
drammaturgia che voleva rimuovere il presente. Le commedie di Terence Rattigan e di
Noel Coward, i musical del West End, i drammi di Eliot sono esempi di tale rimozione
anche nei temi e personaggi. La realtà è mutata: i giovani mal sopportano il distacco tra
vecchia cultura e nuova realtà del Welfare State e le aspettative di giustizia sociale. Ciò
porta alla maggiore politicizzazione del teatro e all'atteggiamento iconoclasta dei nuovi
autori nei confronti di una tradizione divenuta obsoleta. Di rilievo fu l’influenza di
Bertold Brecht, che contrastò il teatro naturalistico. Nel 1956 Brecht fece una tournee
a Londra e presentò Mutter Courage e Der Kaukasische Kreidekreis. Un grande
contributo venne dal teatro non commerciale, da compagnie come il Theatre Workshop
e dalla English State Company, il cui obbiettivo era sprovincializzare il teatro inglese
mettendo in scena ciò che si produceva all’estero, offrire una rilettura non accademica
dei classici, e proporre nuovi testi inglesi scelti con un criterio estraneo alla logica
commerciale dei teatri del West End. Il primo successo importante fu Look Back in
Anger scritto da John Osborne.
Le novità di Look Back in Anger sono significative soprattutto per gli ambienti: la scena
è una mansarda, protagonista un giovane che nonostante gli studi universitari vende
dolciumi, il dialogo colmo di urli e imprecazioni. Il contenuto era in realtà meno ribelle e
la forma tradizionale secondo lo schema del well-made play: un dramma che invece di
svolgersi in un salotto si svolge in soffitta. I monologhi di Jimmy Porter contro il
conformismo e l'establishment inglese, oggi appaiono generici, attaccando tutto e tutti;
egli attacca anche la moglie di estrazione borghese e il suocero. La rabbia priva di ideali
di Jimmy riflette l'insoddisfazione di una generazione, facendone il modello dei ribelli
senza causa. Altro tema dei drammi di Osborne è il senso di rimpianto per il passato
glorioso dell'Inghilterra, per le sue certezze e valori, presente in The Entertainer e
Luther, il cui protagonista è un ribelle in lotta con la sua epoca, senza che le ragioni
della sua ribellione vengano approfondite. The Entertainer esprime in toni
in terra inglese. Lindsay pensa di non dover ricorrere alla violenza, ma la missione
finisce conl tradimento e l'assassinio di Armstrong. La vicenda è raccontata come in una
ballata, con l’alternanza di poesia e prosa e l'uso del dialetto delle Lowlands.
La produzione successiva di Arden critica episodi e personaggi storici per sottrarli alla
lettura agiografica della storiografia ufficiale. Nascono così Left-Handed Liberty,
commissionatogli per celebrare il 75 anniversario della Magna Charta; The Hero Rises
Up, che racconta la vita di Nelson trasformandola in melodramma e The Island of the
Mighty che ruota intorno alle figure della leggenda arturiana offrendone una lettura
estranea alla tradizione culturale inglese. La messa in scena di questo lavoro, che
secondo gli autori aveva svuotato il dramma dei suoi contenuti più profondi, portò allo
scontro con la compagnia e all’abbandono del teatro ufficiale. Tra le opere più
significative della nuova fase sono The Ballygombeen Bequest, che tratta la
questione irlandese in chiave economica e di conflitto di classe in una forma che si rifà
alla farsa, al music hall e alla ballata, The Non-Stop Connolly Show, che rievoca la
vita del patriota irlandese alternando verso, canzoni, spezzoni cinematografici,
narrazione e recitazione e Vandaleur's Folly che racconta le vicende della cooperativa
agricola creata da Vandaleur nell'Irlanda del primo Ottocento.
Il teatro di Edward Bond è lontano dalle tecniche naturalistiche: il palcoscenico vuoto
di The Pope's Wedding e Saved serve a negare l'illusione realistica e la divisione dei
drammi in scene rivela l'influsso di Brecht. Dominano all’inizio i temi dell’alienazione e
della violenza. The Pope's Wedding mostra giovani di periferia a confronto con un
vecchio emarginato che alla fine verrà ucciso da uno di loro senza motivo. In Saved un
gruppo di ragazzi uccide per gioco un bambino lasciato solo in un parco nella
carrozzina. Nei dialoghi che riproducono accenti e intonazioni dialettali e nella
dimensione della violenza si avverte un'eco pinteriana. Con le opere successive, Early
Morning e The Sea, Bond estende l'analisi della violenza del mondo alla mentalità da
cui si genera. La messa in scena della famiglia reale nel momento della sua gloria in
Early Morning rappresenta il tentativo più radicale di lettura del rapporto presente-
passato in cui la storia ufficiale è stravolta per mostrare la sua penetrazione ideologica
nel presente: la regina Vittoria ha una relazione con Florence Nightingale, il principe
Alberto vuole assassinarla e i principi ereditari sono gemelli siamesi. L'atteggiamento
dissacratorio nei confronti di queste figure portò alla censura.
Nelle opere successive Bond si occupa del problema della cultura e del ruolo di scrittori
e artisti mettendo al centro delle opere personaggi storici cui attribuisce vicende
immaginarie. Ambientato in Giappone Narrow Road to the Deep North riflette sul
conflitto tra l'astratto ideale dell'arte e il coinvolgimento dell'artista: diretto al Nord, il
poeta Basho trova sulle rive di un fiume un bambino abbandonato ma lo lascia li; il
bambino sopravvivrà e diverrà il tiranno Shogo. Lear è una parabola sulla struttura del
potere ispirata a King Lear, di cui rimangono solo alcuni elementi, ma che si differenzia
dal testo di Shakespeare nel finale positivo, che mostra la possibilità di cambiamento
attraverso l’azione politica. La polemica contro Shakespeare, emblema di una cultura
conservatrice, è più diretta in Bingo, che ha per protagonista il poeta nell’ultimo anno
di vita a Stratford, incapace di farsi coinvolgere nella lotta a favore dei contadini e
perciò complice dell'ingiustizia sociale. Lo salverà la presa di coscienza finale e il
suicidio. Il poeta John Clare, protagonista di The Fool rappresenta l'artista che rifiuta il
compromesso con il potere: ma l'impegno morale senza un programma ideologico non
è sufficiente e Clare soccomberà alla pazzia. In The Bundle tornano Basho e il tema
del bambino abbandonato, che qui viene salvato da un traghettatore e cresciuto
attraverso esperienze durissime che lo porteranno a formarsi una coscienza politica.
Harold Pinter, figlio di ebrei dell'East End, aggancia la sua proposta teatrale all'opera
di Beckett, in particolare per l'uso del linguaggio quotidiano in una conversazione
assurda, carica di contenuti di minaccia. La sua opera fu all'inizio associata a quella dei
drammaturghi dell'assurdo perché egli sottolinea l'insensatezza della vita in un mondo
senza Dio e solleva problemi filosofici sulla natura dell'esistenza umana. Ma mentre i
personaggi di Beckett erano situati fuori della storia, quelli di Pinter sono calati in uno
specifico quotidiano e realtà sociale. Le sue atmosfere surreali non derivano solo dal
linguaggio, ma dall'uso del silenzio, delle pause e dalla problematica identità dei
personaggi. Il primo gruppo dei suoi drammi (The Room, The Dumb Waiter, The
Birthday Party) è costruito intorno a una situazione ricorrente: personaggi ordinari,
immobilizzati nella loro essenza, la cui vita monotona è spezzata da un evento
inaspettato. Spesso ambientati in una stanza, realtà chiusa ma rassicurante rispetto
all’esterno, i drammi mettono in scena difficili e misteriose relazioni tra i personaggi. Il
mondo sembra pessimisticamente dominato da meccanismi di autoconservazione e
aggressione nei confronti degli altri. Ciò si verifica in The Birthday Party in cui, nel
giorno del suo compleanno, Stanley è raggiunto da due sconosciuti che lo accusano di
colpe non ben identificate e che finiranno per portarlo via, verso una destinazione non
specificata. Protagonista di The Caretaker è Davies, barbone e emarginato che, dopo
una rissa, viene accolto in casa di Aston, un uomo dimesso da una clinica psichiatrica
che vive con il fratello Mick, aggressivo e prepotente. Davies cerca di istallarsi in casa
ma, cadendo nella trappola di Mick, ne verrà invece estromesso. Nel dialogo realistico e
surreale, parole banali e inoffensive si caricano di implicazioni misteriose e minacciose,
ma la vicenda si presta a varie possibilità interpretative, dalla lotta tra padri e figli alla
ricerca di identità all'atto d'accusa contro l’emarginazione. The Homecoming racconta
il ritorno a casa di Teddy, professore in un’università, con la moglie Ruth, la quale è
accolta prima con sospetto e poi è fatta oggetto di proposte sessuali. Quando Teddy
decide di ripartire, Ruth annuncia la decisione di restare non come vittima ma come
madre e amante degli uomini di casa. La vicenda resta oscura, i riferimenti alla vita
passata dei personaggi incerti, non si giunge a una conclusione. Il linguaggio è ricco di
allusioni, ambiguità, implicazioni erotiche, mentre la parola sembra usata come arma.
Dopo una fase di produzione di testi radiofonici e sceneggiature per il cinema, Pinter
scrive drammi su problematiche temporali e sugli inganni della memoria: Old Times, No
Man's Land e Betrayal presentano i temi del controllo e della vittimizzazione degli altri,
studi sulla psicologia del potere. Generalmente tre i personaggi in scena, che si
uniscono in alleanze isolando l'altro: nel primo una coppia e il fantasma di un'altra
donna del passato, nel secondo il confronto tra due scrittori, uno di successo, l'altro
fallito, nel terzo un triangolo amoroso in cui una moglie ha tradito il marito con il suo
migliore amico. Negli anni Ottanta Pinter scrive One for the Road, sulla tortura fisica e
psicologica delle vittime in un paese a regime dittatoriale, e Mountain Language,
ambientato nella prigione di un paese in cui la lingua degli abitanti della montagna è
stata dichiarata morta: unica permessa, quella della capitale, la lingua dell'oppressione.
II dramma rappresenta le ingiustizie cui sono sottoposte oggi le minoranze.
una clinica psichiatrica in cui la follia diventa occasione per esibire ogni tipo di assurdità
e perversione sessuale.
In polemica con Orton, Alan Ayckbourn propone un teatro di satira sociale e ritorno ai
valori comici tradizionali. Ayckbourn fa scaturire la comicità dall'uso del palcoscenico
mettendo in scena vari ambienti in cui si muovono i personaggi all'insaputa degli altri.
In How the Other Half Loves si vedono gli interni di due case con due situazioni
contrapposte: nel primo vive un impiegato, nell’latro il suo datore di lavoro con la cui
moglie l'impiegato ha una relazione. In Absurd Person Singular i tre atti sono
collocati in tre successive vigilie di Natale e in tre diverse cucine. The Norman
Conquests si dovrebbe raccontare il fine settimana peccaminoso di Norman con la
cognata, che invece mostra solo ciò che accade in giardino, in salotto e in camera da
pranzo. Il suo gusto per l'architettura si accompagna a una caratterizzazione accurata
dei personaggi, basata sull’osservazione dei comportamenti della media e piccola
borghesia di provincia. Sotto la comicità delle situazioni si denuncia il malessere di un
settore importante della società inglese.
Il teatro di Alan Bennett nasce da una mescolanza tra teatro classico e popolare in cui
le tecniche del music hall, della rivista e della farsa si fondono con forme di teatro più
classiche. Bennett fu uno dei quattro attori di Beyond the Fringe, rivista universitaria
nata a Oxford il cui successo era destinato a cambiare la tradizione del teatro di rivista.
Oggetto della satira dei quattro giovani erano vari temi, dalle inquietudini esistenziali
alla morte, alla religione, o controverse questioni come la bomba atomica e il disarmo
nucleare. Bennett esplora le idiosincrasie di gente comune o celebri personaggi del
passato sfruttando i manierismi del linguaggio con un risultato tragicomico: in Forty
Years On protagonista è il preside di una scuola che va in pensione, in Getting On un
deputato laburista di mezza età, in Habeas Corpus un medico di provincia. L'uso
dell'understatement e la capacità di svelare un mondo attraverso gli stereotipi sono alla
base del successo di Single Spies sulle spie Guy Burgess e Anthony Blunt e The
Madness of George III sulle malefatte dei medici incaricati di curare il re. Più
sofisticato è il teatro di Tom Stoppard che basa le sue commedie su complicati giochi
verbali in cui si combinano teatro ludico e di idee. In Rosencrantz and Guildenstern
are Dead i due personaggi marginali di Amleto sono al centro di un dramma in cui
sono testimoni confusi e vittime predestinate. Il dialogo offre un costante riferimento
parodico all’Amleto di Shakespeare, ma il miscuglio di farsa e contenuto filosofico, la
riflessione sul senso di solitudine dell'uomo rinviano a Beckett: i due ricordano Vladimir
e Estragon di Waiting for Godot. Con Jumpers Stoppard offre una parodia della filosofia
accademica: il protagonista è il professore di filosofia George Moore, impegnato a
dimostrare l'esistenza di Dio. Le sue acrobazie verbali sono accostate a quelle di un
gruppo di ginnasti mentre un televisore trasmette immagini dello sbarco del primo
uomo sulla luna. L'uso di effetti speciali e del pastiche eccellono in Travesties in cui
Stoppard rievoca l'incontro tra Joyce, Lenin e Tristan Tzara a Zurigo al tempo della
prima guerra mondiale. L'opera, costruita con grande libertà ha la forma di un collage
di fatti in cui si tenta di rispondere al dilemma se l'arte posa essere rivoluzionaria.
La riflessione sul proprio teatro e sulla sua funzione sociale è ricorrente nelle commedie
di Stoppard in cui i personaggi sono artisti, scrittori e pittori: The Real Thing usa la
tecnica del teatro nel teatro per mostrare la realtà emotiva nascosta dietro l'apparente
superficialità del suo teatro. In Indian Ink la trama ruota intorno alla ricerca del ritratto
di un poetessa inglese da parte di un giovane studioso americano, impegnato a scrivere
la sua biografia. Gli spazi temporali dell'azione teatrale, gli anni 30 e 80, non sono
distinti sulla scena, che rappresenta sia l'India che l'Inghilterra e, simultaneamente
passato e presente.
loro drammi il teatro diventa strumento di analisi della società contemporanea con tutta
la provocatoria e la violenza dei linguaggi del teatro alternativo.
David Hare si esprime in un registro comico-grottesco in cui un forte del teatro si
combina con l'analisi di tematiche politiche e sociali. Molti suoi drammi si svolgono in
ambienti borghesi, negli scenari tipici della classe dominante: Slag, sull'emancipazione
femminile, The Great Exhibition sull’ipocrisia della sinistra ufficiale, nella casa di un
deputato laburista; Knuckle, sulla corruzione politica, in casa di un trafficante di armi;
Teeth 'n' Smiles in un college di Cambridge; Licking Hitler in una villa di campagna
requisita dai Tedeschi.
Fanshen è l’adattamento del libro-reportage di William Hinton sulla Rivoluzione cinese;
Plenty sul declino della vita politica inglese dal dopoguerra al boom economico, segue
la vicenda di una donna che lavorò nella Resistenza francese e che al ritorno in patria
trova una società avida e corrotta; A Map of the World sul rapporto tra Europa e Terzo
Mondo, è ambientato a Bombay durante un convegno dell'Unesco sulla povertà e
ingiustizia. Il confronto vede in opposizione lo scrittore indiano Victor che è
ideologicamente schierato a destra, convinto che l'arte debba occuparsi solo della
verità, e un giovane giornalista inglese di sinistra che morirà. Altri drammi: Racing
Demon, Murmuring Judges, The Absence of War.
I drammi di Howard Brenton mescolano toni farseschi e surreali come Magnificence
sul terrorismo politico e Brassneck sulla corruzione della classe politica inglese. The
Churchill Play, scritta in occasione del centenario della nascita dello statista, è
ambientata in un campo di concentramento di un'immaginaria Inghilterra fascista.
Seguono Weapons of Happiness sulla repressione a Praga in cui Brenton usa una
rappresentazione più realistica e Epsom Downs sul derby di Epsom che presenta uno
spaccato della società inglese: il derby, come rito interclassista, porta in scena popolani
e borghesi. The Romans in Britain, sulla questione irlandese, paragona l'invasione
romana dell'Inghilterra alla violenza dell'Inghilterra sull'Irlanda. Pravda è una beffa
all'ipocrita disinvoltura con cui, nell'Inghilterra thatcheriana, singoli esponenti e settori
dell'establishment mettono in vendita i loro ideali.
Il teatro alternativo è prolifico per drammaturghe e compagnie femminili che si formano
in questi anni. Il nuovo spazio è utilizzato per creare un linguaggio teatrale capace di
dare voce alla nuova politica sessuale. Il teatro di Caryl Churchill, spesso di
ambientazione storica, tratta temi politici e sociali in una forma parodica che usa
canzoni, danza e travestitismo: attori maschi impersonano personaggi femminili e
viceversa, adulti impersonano bambini, attori bianchi fanno parti di neri per dare enfasi
a problematiche di razza. Ambientato all'epoca della Rivoluzione puritana Light
Shining in Buckinghamshire mescola realismo documentario e affabulazione
fantastica; Vinegar Tom tratta della stregoneria puntando sulla miseria e i pregiudizi
prodotti dalla paura della sessualità femminile; in Cloud Nine si attaccano
l'oppressione sessuale e il colonialismo vittoriano sulla base di elementi comuni. In Top
Girls donne famose di varie epoche e culture rappresentano l'oppressione delle donne
da parte degli uomini; Serious Money mostra la corruzione negli ambienti dell'alta
finanza, dominati da alienazione e cinismo nei rapporti umani: un sistema di valori in
cui i soldi sono una religione di vita. In A Mouthful of Birds Churchill adatta le
Baccanti di Euripide fondendo temi come la violenza, la possessione, l’estasi.
Influenzato da Brecht, Brian Friel scrive Philadelphia, Here I Come! sulla difficile
comunicazione tra un giovane che sta per emigrare negli Stati Uniti e il padre, poi The
Freedom of the City e Volunteers, drammi politici incentrati sulla lotta per i diritti
civili e la sua degenerazione in violenza. Dominante in Friel è il linguaggio: l’abbandono
del linguaggio tradizionale ha spezzato la continuità culturale con il passato e annullato
il senso delle emozioni più profonde. The Faith Healer si compone dei monologhi di
tre persone: il guaritore, la moglie e l'impresario, e ciascuno dà una versione diversa
della loro vita in comune. Translations è una rilettura della storia nazionale sulla
colonizzazione inglese e sull’espropriazione linguistica che ne è derivata; ambientato in
una scuola rurale istituita per insegnare ai contadini, il dramma mostra gli scontri tra
Le letterature in inglese
Negli anni 70 si diffondono le letterature in inglese. Uno dei primi saggi sull'argomento,
Literatures of the World in English di Bruce King, aveva prospettato una specie di
mosaico di letterature in inglese, sottolineandone però la diversità. Esse si riferivano ad
una comune ambientazione culturale e letteraria britannica, ma andavano distinte per
aree nazionali poiché i critici dei paesi di lingua inglese avevano da tempo cercato di
definire nazionalmente le loro letterature per affermare la propria identità.
Bisogna fare una distinzione in base a un fattore storico-linguistico, ossia quella tra i
paesi in cui l'inglese è la lingua nazionale e quelli in cui è una seconda lingua. Questa
distinzione è presente in un saggio di Maxwell, che distingueva tra settler colonies,
ossia Canada, Australia e Nuova Zelanda, in cui il paese era stato occupato dai
colonizzatori che l'avevano sottratto alle popolazioni indigene e invaded colonies in cui
la presenza britannica era limitata alle necessità del dominio. In entrambi i casi si era
verificata una separazione tra luogo e linguaggio, una divisione tra le caratteristiche
fisiche dei luoghi e il linguaggio con cui erano espresse. Lo schema di Maxwell lasciava
fuori il Sudafrica, i cui autori bianchi erano assimilati a quelli delle settler colonies e
quelli neri erano tutt'uno con quelli degli altri paesi africani e le Indie occidentali, dove
le popolazioni indigene erano state annientate e l'inglese era la lingua imposta dal
dominio britannico. Nel caso delle settler colonies gli scrittori scrivono nella propria
lingua, l’inglese, negli altri casi gli scrittori non usano la lingua madre ma quella
imposta dall'Impero.
Vi è anche una differenza sul piano tematico tra le due produzioni. Comune è
l'esperienza di essere stati sudditi dell'Impero nelle colonie, diversa la natura della
sudditanza, i modi di definizione della propria identità. Nonostante queste diversità
forte è stata la tendenza a trovare dei caratteri unificanti, che consentissero di
contrapporle alla letteratura inglese. Nell’analisi di W. H. New caratteristiche comuni
erano la condizione dell’esilio, il conflitto razziale, lo sradicamento dell'emigrazione. Il
tema dell’esilio è quello che ha avuto maggior peso, individuando in esso la condizione
comune tra gli scrittori delle Indie occidentali e del continente africano.
Aspetto comune emerge nella fase dell'indipendenza, quando si pose il problema di
come fare i conti con l'eredità coloniale: non più sudditi, ma cittadini nel proprio paese.
Il problema poteva essere anche quello di costruire l'idea stessa di nazione e una
identità nazionale: compito chiamato imagining the nation concretizzatosi nella forma
di tipo fantastico-leggendario.
Il rapporto con la storia è centrale. Nelle invaded colonies il materiale era ricavato dalla
storia coloniale, dallo sfruttamento, dalle rivolte, dalle testimonianze delle figure della
lotta anticoloniale. Anche nelle settler colonies c'è fu un simile lavoro di scavo nella
storia coloniale.
Negli ultimi vent'anni del 900 lo sviluppo delle letterature in inglese è associato alla
crescita della produzione critica su esse. Non va ignorato il lavoro di tre studiosi
australiani che in The Empire Writes Back offrono una strategia di lettura delle
letterature in inglese di successo. Il saggio dice che ciò che hanno in comune è di
essere sorte dall'esperienza coloniale e di essersi formate rispetto la potenza imperiale.
Da qui discende l'aggettivo che le accomuna: postcoloniale. Uno dei cardini del saggio
è l'idea di appropriazione del linguaggio. L'inglese delle letterature postcoloniali non è
quello della letteratura inglese. Esso include le varianti sintattiche, i vocaboli e i ritmi
delle lingue locali. Decisiva è la consapevolezza della necessità di allontanarsi
dall'inglese standard: un liberarsi dal controllo dell’imperiale che va di pari passo con
quello conquistato in campo politico. Le letterature postcoloniali continuano a
confrontarsi con il patrimonio culturale dell'antica potenza imperiale e ne nasce un
fenomeno ibrido che ruota intorno al rapporto dialettico tra sistemi culturali europei.
The Empire Writes Back sostiene tesi non sempre convincenti ma va apprezzato per
l'energia con cui rivendica il valore delle differenze, la dignità linguistica delle variazioni
di inglese e la ricchezza letteraria dell'espressione dell'alterità.
Per Rushdie c'è una letteratura in inglese i cui autori sono figli dell’ex Impero,
accomunati dalla stessa lingua letteraria e con patrimonio culturale autonomo. Tuttavia
il raggruppamento per grandi aree e letterature nazionali resta il più pratico.
AFRICA
Le letterature africane
L'Africa di cui si parla è quella subsahariana, il Sudafrica è un discorso a parte. Gli
scrittori africani di lingua inglese sono originari di luoghi lontanissimi e hanno etnie
diverse. L'elemento unificante è dato dall'inglese, la lingua dei dominatori usata come
lingua franca. Un dato comune è rappresentato dalla diglossia che emerge nell'opera
scritta in inglese attraverso il ricorso a parole della lingua dell'etnia a cui lo scrittore
appartiene, che a volte sono tradotte ed altre no perché il vocabolo africano può avere
un significato non presente in inglese. L'inglese usato può essere tanto quello standard
quanto quello modificato dall'uso africano e si può anche lasciare posto al pidgin. Vanno
evidenziati due aspetti comuni: uno espressivo, dato dalla tradizione orale che si
manifesta nella scelta di un narratore che è voce narrante, nell’uso di proverbi e perle
di saggezza, nel ricorso a un concetto di tempo non lineare o nell'arrogazione di una
dimensione magica ed uno ideologico che riguarda il ruolo dello scrittore. Egli si pone
come guida, come colui che dà voce e risposta ai problemi della propria gente ed è
capace di proporre la strada da seguire verso l'ideale da lui intravisto. Questa funzione
si è accompagnata a un forte impegno politico di denuncia del colonialismo, del
saccheggio subito da una terra da parte della potenza imperiale, dei regimi nati dopo
l'indipendenza e della loro corruzione. È un impegno che ha un prezzo altissimo: la
galera o la morte.
Qui cominciano le differenze. Se gli elementi di differenza prevalgono rispetto a quelli
comuni per parlare di una letteratura africana, anche un’individuazione di letterature
nazionali non ha senso. La sistemazione avviene quindi ricorrendo a tre aree
(occidentale, orientale e meridionale), ma ulteriori distinzioni sono inevitabili per cui qui
si presentano i singoli autori.
Con Things Fall Apart del nigeriano Chinua Achebe e con la fine del dominio
coloniale in Africa, la letteratura africana irrompe sulla scena letteraria. L’opera è
ambientata nella Nigeria di fine 800 dove la vicenda del protagonista coincide con
l'estensione del dominio coloniale. Achebe vuole dimostrare l'esistenza di una cultura
africana eliminando le distorsioni operate dagli europei per riscrivere la storia dell'Africa
da una prospettiva interna. Perciò il romanzo ritorna al passato precoloniale per
mostrare come fosse il mondo degli ibo prima dell'arrivo dei bianchi, che faranno
crollare la loro civiltà. Quando Okonkwo torna al villaggio trova una comunità incapace
di opporsi all'invasore e si uccide.
No Longer at Ease è ambientato alla vigilia dell'indipendenza, mostra il fallimento del
protagonista incapace di superare il tabù della divisione in caste e evitare la corruzione
per pagare alla donna che ama le spese dell'aborto, confermando ai bianchi la tendenza
alla corruzione degli africani. A Man of the People ha per protagonista un ministro
della Cultura ignorante, corrotto. L'insegnante che narra la vicenda non può che
testimoniare la scomparsa degli antiche valori.
Importante è anche Anthills of the Savannah, dove troviamo un più ampio spettro
etnico dei personaggi ed il ricorso al pidgin. Il romanzo estende il discorso da quello
sulla corruzione dei paesi africani appena usciti dal dominio coloniale a quello sulle lotte
per il potere tra élite prive di rispetto per la vita umana.
La corruzione e la brutalità dei regimi post-indipendenza muovono la scrittura di Ayi
Kwei Armah.
The Beautiful Ones Are Not Yet Born racconta di una realtà marcia, infetta. A un
gruppo di potere espulso ne subentra un altro occupandone le medesime strutture: il
maestro e l'Uomo che mostrano ciò, non possono che ripiegare su se stessi. Per
scrittura riprende dalla tradizione orale yoruba l'abolizione della separazione tra i due
piani, dall'altro fa venire in mente le soluzioni del realismo magico.
Cheney-Coker, apprezzato poeta, è un discendente degli schiavi liberati che due secoli
fa popolarono Freetown, capitale della Sierra Leone. Il conflitto fra questi africani
stranieri di lingua quasi inglese e le etnie locali costituisce un elemento della storia
della Sierra Leone, una delle nazioni più povere del mondo, ma anche una delle prime
colonie africane in cui si svilupparono gli studi universitari. Cheney-Coker si discosta
dalla tradizione realistica, in cui i tempi si confondono, lo spazio e la distanza non
contano, i popoli e le tradizioni si fondono creando un unico retroterra africano.
La poesia africana trova il suo primo cantore nel nigeriano Gabriel Okara. Seppure
debitore della poesia romantica, Okara esplorò per primo la possibilità di incrociare il
verso inglese con la lingua africana, a livello sia linguistico che concettuale, attingendo
alle immagini della sua terra natale.
Poeta più complesso fu Christopher Okigbo, artefice di un’unione tra la retorica
classica, la poesia occidentale e il retroterra folklorico del suo popolo. I temi della sua
poesia vanno dalla riflessione religiosa alla protesta politica, alienazione, innocenza
dell’infanzia, colonialismo. Il suo testamento è racchiuso in Labyrinths, with Path of
Thunder: nella prima raccolta, Labyrinths, prevalgono aspetti più personali, anche se
collegati al contesto sociale, in Path of Thunder l'accento è sulla realtà politica.
episodi, da cui emerge il ritratto della loro condizione esistenziale, del loro disagio, delle
loro delusioni.
Patrick White visse in Inghilterra e negli Usa per poi tornare in Australia. White era
mosso da un rifiuto dell'establishment australiano, di una società in cui era importante
soltanto il denaro, in cui i valori culturali non contavano nulla. I protagonisti dei suoi
romanzi non appartengono alla classe dominante o ne sono ai margini, per una scelta di
valori opposti a quelli predominanti. White trova una propria voce con The Aunt's
Story che racconta la storia di un'espatriata. Nella seconda parte la protagonista si
rifugia in un suo mondo fantastico, in cui passato e presente, sogno e ricordo
coesistono e si sovrappongono, in una condizione mentale che sconfina nella follia, ma
che l'avvicina alla verità. Nei suoi romanzi sono spesso gli umili, i semplici, i visionari
che possono arrivare al senso dell'esistenza grazie a un sapere intuitivo che scavalca gli
strumenti della razionalità. Con Voss riscrive la storia dell'Australia coloniale,
sollevando il velo di ipocrisia che ne nascondeva il volto più vero. La vicenda del
romanzo è stata vista come metafora della scoperta di se, della propria realtà interiore
nel viaggio parallelo dei due protagonisti: dell'esploratore Voss attraverso le zone
desertiche dell’interno e di Laura Trevelyan attraverso la società di Sydney.
A Fringe of Leaves, romanzo storico, è basato su un fatto realmente accaduto nel
1836 e ricco di episodi cari al melodramma australiano (naufragio, donna bianca
prigioniera degli aborigeni). White ripropone i temi da lui più sentiti e indaga il rapporto
tra cultura bianca ed aborigena. Il lieto fine è solo apparente.
I romanzieri australiani più noti sono Morris West e Thomas Keneally, autore del
libro da cui è stato tratto Schindler's List.
Peter Carey si affermò inizialmente come autore di racconti dove il realismo si
mescolava al surreale o alla fantascienza. Bliss, il suo primo romanzo di successo, è
stato definito una black comedy, notevole per il modo con cui il linguaggio, australiano,
trasmette un modo di rivelare pregiudizi e pseudo-valori senza che debbano essere
esplicitati. Illywacker reinventa il genere della saga familiare, con il vecchio
personaggio narratore che ripercorre la propria vita lasciando trasformare la realtà a
opera della fantasia. Carey è abile nel trasferire sulla pagina le paure e i mostri della
mente, i suoi angoli segreti e disturbanti. I suoi romanzi sono cosi popolari perché Carey
rielabora con aspetti e prodotti della cultura di massa; ma ne è lucidamente critico, si
riserva un ruolo di osservatore guidato da una laica moralità che ne fa un punto di
riferimento per l'intellettualità australiana.
La poesia e il teatro
La produzione poetica australiana a partire dagli anni 30 ha cercato una sua autonomia
e identità attraverso percorsi contraddittori, in un alternarsi di adesione alla tradizione e
suggestioni moderne.
The Moving Image di Judith Wright ottenne subito successo. In quei versi c'è la
volontà di dar conto del passato e del presente del mondo australiano, delle forze che
lo costruirono, dell'unicità del paesaggio e dell'estraneità a esso dei colonizzatori. A
partire dalle liriche sulla paura atomica nella sua opera si registra una maggiore
attenzione ad argomenti di carattere politico e sociale, e il suo amore per il patrimonio
naturale australiano assume i toni della denuncia ecologica. A partire da Birds nella
sua poesia c’è un cambiamento di registro linguistico, con un linguaggio più vicino al
parlato.
Negli anni 40 si mise in luce un gruppo di giovani poeti appoggiato dal direttore del
Bulletin Douglas Stewart. Negli anni 50 troviamo poeti formatisi in ambito accademico,
spesso docenti universitari. L'influenza della poesia americana riuscì appena a fare
entrare un po' d’aria nuova nel chiuso dell'accademia. Negli anni 70, a conclusione di
una stagione creativa che mutò la poesia australiana si impose Les A. Murray
affascinato dai rituali, dai miti del mondo aborigeno. Nella sua produzione egli ha
cantato un rapporto diretto con la natura che da un lato lo ha avvicinato a Wordsworth,
dall'altro lo ha proposto come l'interprete di un modo di sentire che eredita
La storia del teatro australiano è stata soprattutto una storia di importazione. Solo negli
anni 20-30 del 900 ci fu la prima affermazione di un teatro australiano a opera di
compagnie che proponevano un repertorio che voleva essere popolare. Neanche allora
però emerse una letteratura drammatica originale. La messinscena nel 1955 di
Summer of the Seventeenth Doll di Ray Lawler, un testo che coglieva la realtà
dell’urbanizzazione, fu salutata con successo: il pubblico fu affascinato dalla comicità
del linguaggio, dalla veridicità dei personaggi, dall'abilità con cui veniva ritratta la
versione urbana dei miti maschili del cameratismo e della virilità.
Questa commedia restò un caso isolato e fu alla fine degli anni 60 che a Sydney e
Melbourne vennero poste le basi della nascita del teatro australiano. Attori e registi
lavorarono a un progetto di ridefinizione del teatro attraverso la ricerca di un nuovo
rapporto tra scena e pubblico, la sperimentazione linguistica, il recupero dei moduli del
music hall, la rivisitazione delle esperienze del teatro europeo e americano. Nacque un
gruppo di autori, la New Wave, la cui produzione era specchio dei paradossi e
contraddizioni della società australiana: i miti del bush rispetto alla nuova realtà
urbana, il rapporto uomo-donna in una società maschilista, i pregiudizi nei confronti
delle minoranze razziali, l'omosessualità.
L'autore più rappresentativo è David Williamson, che dallo studio sulla violenza che
percorre la società australiana, passò a una serie di ritratti d'ambiente borghese di
grande efficacia linguistica e sociologica. Nei testi degli ultimi quindici anni Williamson
ha affrontato il mondo dei mass media, gli ambienti del potere politico e
dell'accademia.
Esauritasi la spinta della New Wave, i vecchi drammaturghi abdicarono al ruolo di
ritrattisti critici della società australiana. Il teatro mantenne una posizione di rilievo e
comparirono nuovi drammaturghi. Il più convincente è Louis Nowra, che si dichiarava
al di fuori della tradizione teatrale australiana già a partire dall'ambientazione esotica di
molti suoi testi. La sua scrittura teatrale nasce da una rielaborazione delle forme del
teatro epico.
c'è oltre le parole. Importanti sono i personaggi: proletari degli anni della Depressione,
braccianti, marinai, operai, emarginati, poveracci.
La solitudine, la chiusura in se stessi è stata la caratteristica centrale del mondo
neozelandese: nei racconti di Sargeson la possibilità di aggirare la solitudine è offerta
dall'amicizia virile, dalla solidarietà tra uomini avvicinati dalla durezza dell'esistenza,
che poi si allontanano, perché il legame che si stabilisce è fragile. Di famiglia
protestante, di fronte alla rivelazione della propria sessualità, lasciò lavoro e carriera,
cambiò nome e si stabilì nei dintorni di Auckland.
Allen Curnow dopo la fine della seconda guerra mondiale divenne il protagonista della
scena poetica. Scrittore di una poesia di impeccabile nitore nella prima fase, poi di un
verso più elaborato nelle liriche degli anni 60 e creatore di una lirica in cui le soluzioni
stilistiche della poesia precedente si uniscono alla lezione del modernismo nella sua
produzione ultima, Curnow è ricordato per il contenuto ideologico della sua poesia. Egli
voleva creare una tradizione neozelandese. Il suo merito fu quello di avere liberato la
poesia neozelandese dal Romanticismo e di avere introdotto la poesia modernista.
Per James K. Baxter il poeta è un profeta, una specie di guru, come lui stesso diventò
nell'ultima parte della sua vita, creando una «comune». Il tema della Caduta, la qualità
liberatoria dell'atto sessuale, il recupero dei miti e dei valori tribali della cultura dei
Maori rappresentano gli aspetti decisivi della sua opera. Il suo verso ha una forza
evocativa di piglio romantico ed è governato da un solido impianto retorico.
La letteratura neozelandese ha trovato i suoi autori maggiori in figure lontane
dall'establishment. Janet Frame ha creato un mondo romanzesco altro rispetto alla
realtà. I suoi personaggi di matti si scontrano con un mondo che li rifiuta, che
sostituiscono con un mondo creato da loro, dalla loro parola, altra rispetto alle
convinzioni dei sani di mente. La loro sfida è la sfida di Janet Frame ai valori piccolo-
borghesi, al conformismo, all'accettazione dei miti della società dei consumi. La sua
scrittura è simbolica, movimentata dallo spostamento del punto di vista e dal ricorso al
monologo interiore.
I Maori subirono un destino simile a quello degli aborigeni australiani, anche se forse
per la loro maggiore coesione il disastro fu meno micidiale. Anche in Nuova Zelanda
furono gli scrittori ad accostarsi agli «indigeni», in quanto depositari della cultura della
terra. Si potrebbe dire che la letteratura neozelandese è riuscita a liberarsi dalla
sudditanza coloniale quando si è aperta alla cultura maori.
CANADA
I caratteri e gli inizi
Il Canada è forse il paese più civile del mondo e questa civiltà si è manifestata anche
nel modo con cui il Canada si è posto nei confronti delle comunità che si sono andate
definendo sul suo territorio. Un atteggiamento più civile si è visto anche rispetto alle
popolazioni indigene: anche lì ci furono massacri, ma il Canada ha cercato di trovare
soluzioni che riscattassero il passato. Sul piano letterario l'aspetto negativo di questa
mentalità potrebbe essere stato quello di volere tener fuori la natura selvaggia del
paese.
È difficile parlare del Canada senza fare riferimento agli Stati Uniti. In Canada la
questione dell'identità doveva fare i conti con il pericolo statunitense. Da un lato c'era
la scarsa visibilità del Canada, considerato come l'appendice settentrionale degli Stati
Uniti, dall'altro un grande export culturale di quest’ultimi che rischiava di sommergere
le espressioni originali locali. Ne nacque la decisione di destinare risorse finanziarie al
sostegno della pubblicazione di autori canadesi e al teatro, attraverso il sostegno delle
compagnie e la costruzione di numerosi centri teatrali. Il Canada destinò notevoli
risorse anche alla promozione della propria immagine culturale all'estero, con borse di
studio, assegni di ricerca, fondi per associazioni, tutti mirati a evidenziare i caratteri di
originalità e autonomia del Canada.
Primo libro originale fu The Clockmaker di Thomas Chandler Haliburton. Il racconto ha
come protagonista il venditore di orologi Sam Slick, statunitense, accompagnato dal
narratore canadese. La differenza di atteggiamento tra i due corrisponde a due
più efficace che sia stato pubblicato nella seconda metà del secolo scorso. Marian
McAlpini, immersa in una società consumistica, scopre di essere diventata anche lei
qualcosa di commestibile, il cibo per l'istituto cannibalistico del matrimonio.
Michael Ondaatje nacque a Colombo, visse in Inghilterra, poi si trasferì in Canada. Si
tende a considerarlo uno scrittore internazionale di lingua inglese, ma il Canada lo
annovera tra gli scrittori canadesi. Nelle opere del primo periodo Ondaatje guarda a
personaggi del mondo musicale e della cultura di massa cercandone la storia nascosta,
una realtà più vera, con una tecnica narrativa che corrisponde all'idea di una
frammentarietà dell'esperienza di matrice modernista. Diverso è In the Skin of a
Lion, il quale racconta dei lavoratori immigrati che, tra le due guerre, costruirono
Toronto: la varie voci ed esperienze sono tenute insieme dall'idea che il paese è la
somma dei mille frammenti di vita di una popolazione in cui tutti, tranne i nativi, sono
immigrati.
The English Patient si avvale di un linguaggio poetico che mescola invenzione
narrativa, documenti storici e brani di diario, e che usa una tecnica di montaggio che
ricorda il cinema, il jazz, passando dal realistico al visionario. La storia emerge per
continui flashback, a partire da un presente in una villa-convento vicino a Firenze, verso
la fine della seconda guerra mondiale, e ruota attorno a tre personaggi: la canadese
Hana, una crocerossina, un conte ungherese e Davi Caravaggio, ladro di origine
italiana.
Nell'ultimo quarto del secolo la poesia in Canada è diventata la forma più praticata: ci
sono i poeti originari dei Caraibi che fanno poesia rap, quelli di origine britannica che si
propongono come poeti locali legati alla terra, le poesie femministe, omosessuali e
quelle di Michael Ondaatje e Margaret Atwood.
Leonard Norman Cohen, quando era già affermato, fece uscire un album di sue
canzoni. Fu uno straordinario successo e da allora Cohen si è trasformato in una
prestigiosa figura multimediale. Da allora la sua produzione scritta non ha più registrare
cose significative; ma che i versi delle sue canzoni hanno una dignità poetica. Il suo
segno distintivo è la ricerca di una dimensione della sessualità che è sia erotica che
spirituale, che si affida a immagini molto esplicite e carnali.
La dimensione erotica è centrale in Irving Layton, poeta di grande passione civile, che
affronta temi politici e sociali con spregiudicatezza, critico nei confronti della mentalità
piccolo-borghese. La sua idea dell'erotismo, visto come forza liberatrice, corrisponde
alle posizioni anticonformiste assunte in ambito sociale. Contro la mentalità puritana
Layton utilizza il tabù del sesso per colpire l'ipocrisia.
Il teatro canadese ricevette un primo stimolo dalla radio; ma decisiva fu la scelta
politica di sostenere il teatro come scoperta e valorizzazione di identità. Numerosi sono
i drammaturghi affermatisi negli ultimi trent'anni del 900: molti si muovono in ambito
naturalistico, altri percorrono strade meno tradizionali. La teatralità più esibita, la
finzione, la possibilità di creare sulla scena ciò che è irreale sono il segno distintivo di
George F. Walker. All’inizio propose un teatro antirealistico che rinviava a Beckett, poi
cercò ispirazione nelle icone dell'American pop culture, utilizzando la tecnica dei
fumetti. La reazione tiepida del pubblico indusse Walker a seguire due percorsi: il primo
in dei testi centrati sulla figura del giornalista-detective Power, che esplora il rapporto
tra crimine e politica, il secondo con Zastrozzi, dove con la forma del melodramma
rinnova la proposta di Walker di un teatro sopra le righe.
Con gli anni 80-90 Walker optò per la soluzione più tradizionale. La forma non è
naturalistica ma l'originalità è affidata alle storie che racconta, allo sguardo con cui
osserva la realtà canadese.
I CARAIBI
La letteratura caraibica si nutre di una realtà fatta di discriminazione, pregiudizio,
isolamento, povertà ed emigrazione. Gli anglosassoni, più che di Caraibi, parlano di
Indie occidentali, quelle che avevano fatto parte dell'Impero britannico, unite
dall’inglese. Da un lato c'è la tendenza dei caraibici a pensarsi come distinti, dall'altro il
senso di appartenenza a uno stesso mondo è dato da una somma di elementi oggettivi
che proclamano una comune identità. Gli schiavi africani portarono con se i miti, le
tradizioni, le religioni e i canti delle loro terre. Questa cultura incorporò e fu incorporata
da quella europea, in uno scambio che vide il permanere delle radici africane. Non c'è
niente di idilliaco: i mulatti, elemento di congiunzione tra una maggioranza africana e
una minoranza bianca, erano spesso la conseguenza degli stupri subiti dalle schiave. I
soldati caraibici di colore che combatterono per l'Impero britannico si accorsero che i
neri dell'esercito statunitense e i Senegalesi delle truppe francesi erano meno
discriminati.
È solo a partire dall'inizio di questo secolo che appaiono i primi scrittori caraibici.
Tuttavia già negli anni 30 era comparsa una rivista letteraria, The Beacon, ed erano
usciti i lavori di un gruppo di scrittori che adattavano il naturalismo alla realtà caraibica,
agli echi della Rivoluzione russa e del movimento nazionalista indiano.
Una prima fase di imitazione dei modelli inglesi coniugata con la raffigurazione della
natura locale lasciò il posto alla scoperta di una prima identità, tesa tra aspirazioni di
indipendenza e coscienza dell'oppressione colonialistica, tra un'eredità culturale divisa
tra Africa e Europa e una nuova realtà caraibica, tra una lingua colta e le forme locali
dell'inglese.
Nei Caraibi l'inglese è l'unica lingua comune a genti di etnie diverse, l'unica insegnata
nelle scuole, usata nei tribunali e scritta sui giornali. L'inglese parlato dalle comunità a
cui appartengono gli scrittori caraibici è diverso da quello standard, con varianti locali
cosi accentuate da dare luogo a «dialetti».
Sono stati gli stessi autori caraibici a cercare di individuare l'essenza unitaria della loro
letteratura. Lo scrittore haitiano Jacques Alexis aveva proposto un'arte caraibica che
nasceva dalla sintesi di forme europee, africane e amerindie e che fondeva reale e
fantastico. In questo ambito si colloca la poetica di Wilson Harris, che vede la
ricchezza della scrittura caraibica nella sua multiculturalità, nell'incrocio tra culture
diverse, che individua il fattore creativo determinante nel nuovo che si costruisce di
volta in volta, superando le diverse componenti etnico-storico-culturali presenti nelle
Indie occidentali.
Walcott contrappone al paesaggio pieno di macerie della storia che il poeta europeo
ha davanti il paesaggio caraibico illuminato dalla bellezza della natura. Anche lo
scrittore caraibico può essere ossessionato dalla distruzione che la storia ha attuato nel
passato, ma ha la possibilità di trascenderla, di abitare un mondo «senza storia» che
egli stesso ricrea nella sua visione.
Edward Brathwaite sottolinea l'analogia tra romanzo e jazz, vista come un
allontanamento dalle forme letterarie tradizionali a favore di forme indigene. Queste
consentono di mettere l'accento sul passato africano e amerindio delle genti caraibiche
come fonte della loro identità culturale. La creolization è il prodotto di una risposta
rispetto al passato schiavista, alle differenze etniche e alle presenti condizioni
ambientali.
La narrativa
Primo grande autore caraibico è Jean Rhys. I romanzi degli anni 20-30 hanno al centro
figure di donne di grande intensità, sole, vittime della prepotenza maschile, la cui storia
è affidata a una scrittura asciutta. Il suo romanzo più bello, dove è importante l'eco del
mondo caraibico è Wide Sargasso Sea. È la storia della giovinezza di Mrs. Rochester
di Jane Eyre nella sua caduta nella follia, vista come la conseguenza della sua
condizione di donna nel mondo coloniale, del conflitto tra il suo desiderio di
affermazione e l'oppressione in una società che la confinava in un ruolo di sudditanza.
Il genere del racconto ha avuto una grande diffusione, come testimoniano le raccolte
dove i temi erano quelli della definizione di un'identità caraibica, della tensione tra il
peso del colonialismo e l'eredità del mondo africano, della questione razziale, della
contrapposizione tra poveri e borghesi, dell'emigrazione.
Quest'ultimo tema è al centro dell’opera di Samuel Selvon. Il suo capolavoro, dove
emerge il sense of humour, è The Lonely Londoners, che ha per protagonisti gli
immigrati dai Caraibi a Londra nel corso dell'ondata migratoria dei primi anni 50. Il
La poesia
Della produzione di Edward Brathwaite riordiamo la trilogia The Arrivants, che
mette insieme tre raccolte degli anni 60 in cui il concetto centrale è quello della great
tradition africana. Le liriche degli anni 70 rappresentano il passo successivo, con la
scoperta di un’originale cultura «creola» dei Caraibi. Nella raccolta X/Self la denuncia
dell'imperialismo e del denaro va di pari passo con l'amarezza per le rivoluzioni
caraibiche fallite, mentre la figura dell'artista si staglia su un panorama di egoismo.
Il maggior poeta caraibico è Derek Walcott, premio Nobel per la letteratura nel 1992.
Fu anche un drammaturgo, con molti testi interessanti oltre che per i pregi linguistici,
per il modo in cui incorporano le forme dell'area caraibica, cioè musica e danza. A Saint
Lucia, ex colonia britannica, la maggioranza della popolazione di origine africana,
parlava un patois francese. Lui era mulatto e parlava inglese che, pur essendo la lingua
dei coloni era anche quella della sua infanzia. Alla base del suo mondo Walcott
individua una divisione fisica, geografica e razziale, ma sente la necessità di superarla.
Molte delle sue liriche sono incentrate sul rapporto e contrasto tra neri e bianchi, sul
suo essere parte dell'uno e dell'altro mondo. In ultima istanza prevale la compassione,
una volontà di riconciliazione. Ciò che colpisce nella poesia di Walcott è la serenità
anche nei momenti più dolorosi. Egli parlava della poesia europea del dopoguerra come
una poesia permeata dalla lotta contro la disperazione: il poeta europeo ha di fronte un
INDIA
La prima metà della History of Indian English Literature di Naik è dedicata alle
opere e agli autori indiani in inglese dalle origini al 1930. Questa produzione non
presenta caratteristiche originali, ma vuole dimostrare che la letteratura indiana in
inglese ha una tradizione già secolare. Verso la metà degli anni Trenta si assiste alla sua
fioritura. Ricordiamo Anand, il quale del pensiero di Gandhi fa proprio l'aspetto della
proclamazione dell'ingiustizia della divisione in caste e della dignità di uomini degli
intoccabili. Nei suoi romanzi c'è una denuncia sociale indignata, che discende da una
vicenda personale di sconvolgente verità. Anand è sempre rimasto fedele a questa sua
narrativa d'impegno, con risultati tanto più convincenti quanto più vita autonoma ha il
personaggio.
Raja Rao esordì con Kanthapura, romanzo che dipinge l'effetto della predicazione
gandhiana in un villaggio dell’India meridionale. Rao sceglie l'inglese come lingua della
comunicazione narrativa e inserisce in essa dei vocaboli, dei ritmi, dei registri linguistici
sia dell'alta tradizione sanscrita che della parlata popolare. La dimensione mitica è
importante per Rao.
Narayan è l’inventore dell'immaginaria città di Malgudi, dove si muovono la figurine di
un'India tradizionale che si apre anche alla modernità. Scrittore ironico, Narayan fa
emergere la realtà della società indiana per accenni, attraverso gli incontri e le
disavventure dei suoi personaggi. Solo a volte li avvicina alla storia. Narayan nacque a
Madras e la sua famiglia era di casta elevata: queste coordinate sono centrali in tutta la
sua opera. A partire dal settore sociale di cui fa parte costruisce un universo letterario
che ci comunica il senso di tutta la società e riesce a indagare tra le pieghe dell'animo
umano al di là di ogni barriera linguistica, culturale. I suoi protagonisti, non ricchi ma
senza problemi, sono quelli che meglio riescono a trovare un equilibrio tra vecchio e
nuovo. Indiana è la sua visione del mondo, inglese la lingua ed europea è la forma
letteraria adottata.
Dopo l'indipendenza una seconda generazione di scrittori scelse l'inglese come lingua
dell'espressione letteraria. Kushwant Singh è il più brillante degli autori della seconda
generazione, la quale scrive nel e sul dopoguerra, a seguito dell'indipendenza dell’India
e la separazione tra India e Pakistan. Questo tema è al centro del suo primo romanzo
che illustra la formazione dei due stati attraverso l'osservatorio di un villaggio di
confine. La vita serena del villaggio è stravolta da un turbine di odio e violenza,
irresistibile perché seppure sollecitato da fuori, esso nasce da dentro.
Desani è autore di All About H. Hatterr, che mescola modi linguistici indiani e inglesi
per raccontare l’esperienza di Hatterr, europeo da parte di padre e asiatico da parte di
madre, nella sua ricerca di una filosofia del senso della vita tra Oriente e Occidente. Il
suo romanzo, comico per la bizzarria degli avvenimenti e per l'invenzione linguistica è
estraneo alla tradizione letteraria indiana in inglese.
Fino agli anni 50 non esisteva tanto una letteratura indiana in inglese quanto autori che
per far sentire la loro voce si rivolgevano in inglese ad un lettore britannico e indiano.
Negli anni 60-70 gli autori indiani poterono pensarsi come parte di un insieme
variegato. A partire dagli anni 80 si è andato affermando un atteggiamento adulto che
consente di parlare di una letteratura indiana in inglese come di una letteratura
nazionale. Per gli autori indiani questo significa pensarsi come scrittori dell'India che
scrivono nella loro seconda lingua. Non c'è più la preoccupazione del confronto con i
modelli inglesi da imitare, ma il confronto è con il proprio passato letterario e con le
altre letterature.
Del 1968 è The Foreigner di Arun Joshi, valutato quasi sempre positivamente dalla
critica. Forse perché è sentito come il più indiano, il più legato alla tradizione, il più
propenso a vedere l'incontro tra Oriente e Occidente come pericoloso. Egli è un
narratore di grande efficacia, sia quando si muove su un terreno più tradizionale sia su
uno più sperimentale.
Agli anni 60 appartengono i primi due romanzi di Anita Desai, letterari per la loro
preoccupazione stilistica e dolenti per l’inquietudine della condizione femminile. Dopo
altri due romanzi Desai offrì la sua prima prova convincente, Fire on the Mountain,
parabola sulla condizione della donna in India raccontata attraverso il rapporto tra
nonna e nipote e attraverso il martirio subito da un’amica della nonna, colpevole di
essersi opposta ai matrimoni delle bambine. In Custody e Baumgartner’s Bombay si
distanziano dalle opere della prima fase. Essi hanno come protagonista non una donna
ma un uomo, senza che ciò impedisca a Desai di ritrarre l'infelicità e l'ingiustizia della
condizione femminile indiana. In essi assume grande rilievo il ruolo della lingua come
traduzione di una condizione sociale e d esistenziale. In Custody pone anche il
problema del rapporto tra presente e passato, che rischia di essere cancellato nella
nuova India, deve essere preservato: ma può esserlo solo se il mito viene incorporato
nella realtà.
Veniamo agli scrittori dell'ultima generazione. Il più interessante è Amitav Ghosh, nato
a Calcutta. Il suo romanzo d’esordio è molto rushdiano nella scelta del protagonista e
nello sviluppo fantastico-realistico della storia, che ci porta dal villaggio bengalese di
Lalpukur sino all’Avenue d’Espagne di Tangeri. Nei romanzi successivi Ghosh trova un
suo linguaggio autonomo e sovrappone alla fiction la ricerca storica, la cronaca e
l'autobiografia. The Shadow Lines si chiude con un episodio terribile, l'uccisione da
parte di una folla fanatica di musulmani dell'indifeso Tridib; ma il racconto vi giunge
senza urla ne odio, come se la morte dell'innocente purificasse la barbarie dei suoi
assassini. La contrapposizione tra indù e musulmani si affaccia di continuo nelle pagine
del romanzo e trova il suo suggello nella morte di Tridib. Ghosh è riuscito nel suo
intento: ci ha mostrato la cecità dell'odio e le ragioni delle vittime e dei carnefici, ci ha
fatto scorgere gli abissi del fanatismo e la consolazione della pietà, ci ha comunicato
l'accettazione di ciò che è stato: non per rassegnazione, ma per la convinzione che la
salvezza non può stare che nella tolleranza.
Questo tema ritorna in In an Antique Land. La vicenda che Ghosh ricostruisce è
quella di Ben Yiju, mercante ebreo. La ricostruzione della sua storia è accompagnata dal
rimpianto di un mondo che aveva un comune linguaggio per discutere delle proprie
differenze, un mondo tollerante, che in nome dei commerci aveva saputo far coesistere
civiltà diverse, che aveva consentito a uomini di fedi diverse di trovare una comune
intesa, un linguaggio comune che parlava di commerci, amore, poesia.
Ispirato a Rushdie è The Great Indian Novel di Shashi Tharoor, che racconta le
vicende del dopo-indipendenza attenendosi agli avvenimenti storici e trasfigurandone i
protagonisti in personaggi leggendari. Il libro suscita qualche perplessità per una certa
freddezza di invenzione.
Osservazione opposta va fatta a A Suitable Boy di Vikram Seth. Con quest’opera egli
si è scoperto romanziere, il quale ha fatto tesoro della tradizione orale dell'India, del
gusto per il narrare che per secoli è stato affidato alla voce dei «raccontatori» nelle
città. Il modo del narrare ricorda quello del serial televisivo: si potrebbe definire A
Suitable Boy come una soap opera in cui l'invenzione sostituisce la banalità. Il paragone
è dettato sia dalla costruzione per episodi, sia dal modo di intrattenere il pubblico con
una storia che lo trascina.
Altre sono le voci che meritano di essere ricordate. La prima è quella di Upamanyu
Chatterjee, il cui romanzo d'esordio si raccomanda oltre che per il ritratto dell'India
burocratica e provinciale, per l’autonomia tematica e linguistica. Non c'è la
preoccupazione di essere un indiano che scrive in inglese e che si interroga sul rapporto
con l'Occidente, ma c’è uno scrittore che si lancia nell'invenzione letteraria basandosi
sulla sua visione della realtà indiana. La conferma viene da The Last Burden, ritratto
di una tranche della società indiana reso con grazia e ironia attraverso una prosa sicura
di se.
Vikram Chandra si affida all'invenzione fantastica. Egli è l'autore di Red Earth and
Pouring Rain, caratterizzato dall’aumento delle storie che prendono le mosse dalla
vicenda centrale del romanzo. Il meccanismo che le aziona fa venire alla mente la
Sherazade delle Mille e una notte. Tradizione orale, popolare e alta dell'India,
padronanza delle risorse del genere romanzesco si coniugano insieme.
Nei lavori più recenti c’è una forte presenza femminile. Githa Hariharan scrive The
Thousand Faces of Night, storia del ritorno a Madras di una donna che è stata
studentessa negli Stati Uniti e che si ritrova nel destino femminile di autosacrificio,
raccontata da una voce narrante che si accompagna a quella in prima persona della
protagonista. Arundhati Roy è autrice di The God of Small Things. Il pregio del
romanzo è l’originalità del suo linguaggio che dimostra come la letteratura indiana in
inglese abbia ormai raggiunto la piena maturità. Altrettanto pregevole è la costruzione
del romanzo e il vigore dell’accusa contro il sistema induista delle caste.
La diaspora indiana
Gli autori della diaspora indiana sono quelli che provengono dal subcontinente indiano.
La diaspora nasce da flussi migratori diretti verso altre regioni dell'Impero e dopo la
Partition verso Gran Bretagna, Stati Uniti e Canada. Nella loro produzione letteraria il
mondo culturale indiano, o l'assenza dell'India, sono un elemento che quasi sempre
tocca l’invenzione narrativa. Questo (versioni in Occidente della patria d'origine) e il
tema dell’immigrazione sono presenti negli scrittori della diaspora.
Il più interessante degli Indiani statunitensi è Bharati Mukherjee, nata nel Bengala e
vissuta in Stati Uniti e Canada. In un suo racconto fa una distinzione tra il distacco
dell'espatriato e l'esuberanza dell'immigrato: il primo non vuole assimilarsi al paese
ospite, il secondo si. I primi due romanzi ruotano sul senso di alienazione delle
protagoniste bengalesi, spiazzate tra Oriente e Occidente Non è così nel romanzo
successivo, Jasmine, che racconta la vicenda di una donna dall'India agli Stati Uniti. Il
racconto è in prima persona, in inglese americano. All'inizio del romanzo Jasmine si
sposa con un uomo che ha soprattutto il merito di parlare inglese. Alla fine del romanzo
Jasmine diventa americana, come, forse, l'autrice.
Tra gli Indiani canadesi spicca Rohinton Mistry, nato a Bombay e trasferitosi in
Canada. Il primo romanzo, Such a Long Journey, è di tipo realistico, percorso da una
vena d’affetto per il mondo a misura d'uomo della sua città natale. La narrazione ruota
intorno alle vicende di una famiglia parsi a Bombay negli anni dello scontro tra India e
Pakistan e della nascita del Bangladesh. C'è un filone giallo che si fonde con un ritratto
d'ambiente di grande interesse antropologico e di grande vivezza narrativa.
In A Fine Balance Mistry torna alla natia India, alle sue drammatiche vicende politiche
e sociali. Raramente l'India è emersa con tanta immediatezza, con convincente verità in
un'opera letteraria dei nostri giorni. L’opera segue le vicende dei quattro personaggi
principali con la capacità evocatrice della macchina da presa, con in più l’umorismo
della saggezza a temperare la drammaticità dell'esistenza.
Salman Rushdie è padrone di un materiale narrativo esuberante che gli viene dal suo
retroterra indiano, dalle vicende storiche dell'India e dal suo patrimonio fantastico, dalle
lacerazioni scatenatesi dopo la fine del dominio britannico. A Rushdie il retroterra
indiano ha fornito non solo il materiale, ma anche una forma narrativa con cui
comunicarlo.
Gli Indiani sono dei grandi story-tellers, capaci di raccontare storie piene di digressioni e
riprese. Per questo nella seconda stesura di Midnight's Children Rushdie aumentò il
ruolo assegnato a Padma, che diventò il pubblico del narratore. Il continuo voler essere
in contatto con l'ascoltatore del narratore si traduce in un costante intervenire nella
narrazione che ha il suo modello nel Tristram Shandy di Sterne. Il narratore è un
narratore che scrive, che si muove all'interno del romanzo rivelandone gli artifici, i
trucchi, le trovate, coinvolgendo il lettore nella dimensione fantastica. La maggior
conquista di Rushdie sta nella capacità di scardinare i criteri della verosimiglianza
ponendo sullo stesso piano realtà e sogno, narrazione realistica e invenzione. Rushdie
stabilisce con il lettore un contatto costante, lo rende complice dell'invenzione
narrativa. È un maestro di suspense, anticipa particolari di ciò che verrà raccontato poi.
È un maestro di humour, dotato di un gusto per il gioco di parole, un'ironia feroce e una
capacità di cogliere nel tragico l'aspetto comico.
L’originale piglio narrativo e la capacità di Rushdie di porre sullo stesso piano
narrazione realistica e invenzione ricompaiono in The Satanic Verses. Nel libro c'è un
susseguirsi di storie mirabolanti e bellissime che s'intrecciano con quelle dei
protagonisti e la rivisitazione romanzesca di alcuni aspetti della cultura islamica che si
possono ricondurre a un unico nucleo tematico, quello dei rapporti tra mondo laico e
religiosità.
Sul legame tra religione e potere, sul rispetto esteriore delle regole religiose e sulle loro
trasgressioni segrete, sull'ipocrisia religiosa, Rushdie esercita le armi della ragione e
dell'immaginazione letteraria. Egli sa anche quanto sia forte il sentimento religioso e
quanto la ragione possa essere impotente nei suoi confronti.
Nei Satanic Verses c'è una sottolineatura del valore della tolleranza, tema importante
nella produzione letteraria dell'India e della diaspora indiana, produzione che si innesta
su una storia e una realtà che dell'intolleranza portano le ferite.