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Letteratura inglese

Letteratura inglese 1 (Università di Pisa)

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LETTERATURA INGLESE

Il Settecento
I termini riferiti a questa età, come neoclassica, augustea, razionalistica, della
sensibilità, mostrano come il secolo presenti aspetti contrastanti. Come scrisse
Maximilian Novak, il Settecento all’inizio presenta tutto ciò che emergerà alla fine. Da
una visione statica del mondo si passa ad una dinamica, come continua manifestazione
di un’energia profonda con cui viene identificata l’immanenza divina. All'idea
dell'uniformità subentra quella della «diversificazione» che investe positivamente
l'uomo e la sua percezione della realtà. L'artista è portatore della ragione e l’Arte deve
imitare la Natura in quanto immutabile. Durante il secolo si concepisce la natura in
quanto sviluppo, divenire, flusso creativo. Questa «imitazione» nel corso del Settecento
assume il significato che avrà per i romantici, secondo i quali si deve raggiungere una
simbiosi tra soggetto e oggetto. Questo processo di trasformazione implica un
rovesciamento di concezioni che non contraddicono quelle illuministiche, ma ne
rappresentano un superamento. Il poeta coglie ciò che gli altri uomini non colgono e si
pone come visionario, come essere dotato di sacri poteri.
In campo estetico-filosofico accanto alla ragione, si affermano l'oscurità e la forza della
passione. La ragione è pervasa da inquietudine, dubbi, ironia, l'erompere dell'eros.
Nelle opere di artisti, critici, filosofi c’è un dialogo dinamico tra le istanze contrastanti
che caratterizzano questo momento culturale. Una tendenza mediatrice e
armonizzatrice percorre l'intero secolo: il rapporto fra antichi e moderni, ragione e
passione, natura e cultura, genio e gusto, bello e sublime, viene dibattuto in un
contesto ricco di contrasti. La ricerca di mediazione si vede in ogni ambito, a partire
dalla filosofia. Le varie correnti sono in relazione con la letteratura, le arti, e l'attività
della critica. La centralità dei dati sensoriali, il tentativo di stabilire i termini del
rapporto tra esperienza e ragione, l'intento di comprendere gli aspetti del “sistema
dell’uomo” nei confronti di quello della natura sono condivise nelle attività del pensiero.
Il 700 vuole conoscere la passione in tutte le sue forme e fa dell'immaginazione e della
fantasia il centro dell’indagine scientifica, per comprenderne il funzionamento.
La stagione iniziale del Settecento letterario inglese è spesso definita augustana e
neoclassica. La prima definizione, dovuta a Oliver Goldsmith, rimanda ai fasti dell'età
dell’oro della cultura latina, sotto l'imperatore Augusto, la seconda include la prima e si
estende cronologicamente e culturalmente su un periodo molto lungo. L'imitazione dei
grandi autori dell'antichità e l’accettazione dei precetti critici che guidano tale
imitazione, si riscontra già con gli scrittori medievali, ma trova la sua conferma a partire
dalla scoperta della Poetica di Aristotele. In Inghilterra l’influenza dei classici si afferma
negli ultimi decenni del Seicento.

POPE
In Essay on Criticism, Pope riassume la teoria letteraria neoclassica. Quest’opera lo fa
conoscere ai circoli letterari più importanti e ne decreta l'ingresso nella vita culturale
inglese, segnato anche dalla pubblicazione delle Pastorals. La sua fama è legata a The
Rape of the Lock del 1712. Pope si allontana dal circolo di Addison e diventa membro
dello Scriblerus Club, stringendo amicizia con Jonathan Swift. La sua adesione a questi
circoli di impronta neoclassica mostra il suo interesse per le opere dei predecessori,
come Chaucer e Spenser.
Le Pastorals si ispirano a Virgilio e nel discorso che accompagna la pubblicazione,
Pope difende il genere pastorale come rappresentazione di uno stato ideale di vita.
Anche il poema Windsor Forest rientra in questo genere: in esso si annuncia un futuro
utopico che si apre con la fine di una guerra e si celebra la regina Anna come figura
esemplare per coloro che vivono nei dintorni della foresta di Windsor. Windsor Forest
comunica una nuova visione della storia inglese e del futuro umano.
Un’elaborazione dei modelli classici si ritrova in The Rape of the Lock. Nel racconto
del furto di un ricciolo di Miss Arabella Fermor (Belinda) e delle conseguenze
tragicomiche, tutti i generi classici vengono rielaborati. Vi si avvertono echi dall'Eneide,

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dal Paradise Lost di Milton; il gioco delle carte richiama i giochi degli eroi nell'epica, il
viaggio alla Grotta della Malinconia è narrato come la discesa agli Inferi, il finale si rifà
al poema miltoniano. Le molteplici allusioni e il complesso intreccio di riferimenti fanno
risaltare la rivisitazione parodica cui è sottoposta l'intera tradizione letteraria, in una
mescolanza di generi che evidenziano la follia, la fatuità, l'esteriorità, la grazia e
l'eleganza di una società. Il poema crea un nuovo genere, quello del poema
eroicomico (mock-heroic). Questo poema è rivelatore della duplicità di istanze del
secolo, attraverso la rappresentazione di un mondo rococò, dominato da gioco e
sensualità. La disputa tra i sessi, l’esagerazione della bellezza di Belinda, fanno
avvertire la presenza di una ricca fantasia. La Bellezza rende scusabile qualsiasi
reazione e azione. Nonostante le grazie di Belinda sono presentate con toni eroicomici
esse evocano l'attrazione erotica di Cleopatra e il fascino del femminile.
In quest'opera giovanile si rintraccia la sensibilità, passionalità e malinconia della
corrente preromantica, considerata «opposta» a quella di Pope, con la quale invece il
poeta intrattiene un legame complesso.
Eloisa to Abelard e Elegy to the Memory of an Unfortunate Lady trattano i temi
dell'amore e della passione con toni che ricordano le atmosfere gotiche della poesia
sepolcrale. Centrale nei due poemi è la passione amorosa, incontrollabile in Eloisa,
tormentata dall’insana gioia di un amore proibito a cui non rinuncia neanche per la
dedizione completa a Dio. Tale passione dura oltre la morte per la signora suicida,
costretta a vagare sulla terra, senza sepoltura e da tutti dimenticata. Un unione di
elementi della tradizione classica si ritrova nell'opera di Pope come traduttore di
Omero. La versione inglese dell'Iliade a opera di Pope apparve tra il 1715 e il 1720:
nonostante sia giudicata più augustana che omerica rimane un documento di
«insuperabile talento». L’Omero di Pope vuole fare conoscere l’autore nel linguaggio
poetico del Settecento, ponendo le basi per una reinterpretazione e rielaborazione
dell'epica.
La traduzione dell'opera di Omero proseguirà con l’Odissea: l'insieme di Iliade e Odissea
si configura come un poema epico. L'opera di Pope comprende anche il genere della
satira. È lo Scriblerus Club il promotore di una campagna per mettere in ridicolo “tutti i
falsi gusti nel campo del sapere”. I primi volumi delle Miscellanies, apparvero nel 1727,
seguiti da un altro che conteneva un attacco a Joseph Addison. L'attenzione era
focalizzata su un saggio di Pope in cui si satireggiavano i poeti Ambrose Philips, Lewis
Theobald e John Dennis, criticati non solo per la loro produzione ma per avere rivolto
critiche alle opere di Pope.
Principale ispiratore del poema The Dunciad, del 1728, è Lewis Theobald, che nel suo
libro Shakespeare Restored, critica l’edizione delle opere di Shakespeare curata da
Pope. La satira è rivolta alla stupidità degli autori citati da Pope. Al di là degli attacchi ai
singoli scrittori la satira è diretta contro la degradazione di certa società e cultura
contemporanee a Pope. In The Dunciad la cultura dell'epoca è come riassunta e il
genere è innalzato a commento storico, filosofico, letterario e a racconto biografico e
autobiografico.

SWIFT
È una delle personalità più complesse della prima metà del secolo. L'opera che lo rese
noto, The Battle of the Books, si inserisce nel contrasto tra antichi e moderni, in cui i
primi sono visti come superiori, senza però che la «battaglia» del titolo si concluda con
la loro vittoria. In A Tale of a Tub la satira nei confronti delle controversie politico-
religiose prevale su quella letteraria. Il modello di satira elaborato da Swift in queste
prime opere comprende digressioni su personaggi e argomenti, e una libera
reinterpretazione di generi e sottogeneri. In A Modest Proposal for Preventing the
Children of Poor People from Being a Burden to Their Parents, propone che il
problema dei genitori poveri sia risolto con la vendita dei loro figli come cibo per i ricchi.
L’opera sottolinea la terribile povertà dell'Irlanda, paese natale di Swift con il quale
ebbe un rapporto complesso che gli segnò una vita turbata da solitudine. La sua fama è
legata a Gulliver's Travels. L'idea di una satira in forma di narrativa di viaggio pare

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che abbia avuto origine durante gli incontri dello Scriblerus Club, quando si progettava
di scrivere le memorie dell'immaginario Scriblerus, accompagnato nei suoi viaggi da
Samuel Gulliver. Nel libro, quest'ultimo, racconta del suo naufragio sull'isola di Lilliput,
abitata da esseri minuscoli. Le proporzioni di questo popolo rendono tutte le sue
cerimonie e guerre ridicole. Il mondo dei lillipuziani richiama la vita politica inglese e le
controversie tra i partiti politici. Nella seconda parte Gulliver si trova sulla spiaggia di
Brobdingnag, dove gli abitanti sono giganti. Anche qui l'Inghilterra è evoca nei
commenti del re, che, dopo essersi informato su costumi e governo in Europa giudica
disgustosi e pericolosi i suoi abitanti. Nella terza parte Gulliver visita l'isola di Laputa e
attraverso la loro descrizione si attaccano filosofi e scienziati, mettendo in ridicolo i loro
esperimenti. Nell'ultima parte troviamo il paese degli Houyhnhnms, cavalli dotati di
ragione. Il loro mondo è in contrasto con quello sporco degli Yahoos, esseri in forma di
uomini, ma in realtà disgustosi animali nei quali Gulliver riconosce i vizi dell'umanità,
tanto da non riuscire più a vivere, una volta tornato a casa, con la propria famiglia.
In quest’opera troviamo più generi: il racconto di viaggio, la narrativa utopica, il
commento critico, la satira. Swift qui rielabora testi e modelli della tradizione, come
Utopia di More cui si contrappone la distopia swiftiana. La fonte latina, Luciano, si fonde
con Discovery of a New World di Joseph Hall e con The Isle of Pines di Henry Neville. Si
avverte l'influenza di Rabelais che infatti conclude Gargantua et Pantagruel con il
racconto di un viaggio in terre sconosciute, e quella di resoconti di viaggi realmente
compiuti. Uno di questi, sul salvataggio di un certo Alexander Selkirk, attrasse anche
l'attenzione di Steele e ispirò Robinson Crusoe.
Le avventure di Swift mostrano le esperienze di un uomo che unisce il realismo alle
scoperte al di là dei confini del suo mondo quotidiano. Gulliver cerca sia di adattarsi a
ogni tipo di organizzazione sociale sia di salvare la sua identità. Durante il suo viaggio
incontra mondi sconvolgenti, affronta il problema del potere, del rapporto tra gli esseri
umani, si confronta con la scienza. I riferimenti ai testi del passato e la loro unione con
fatti contemporanei contribuiscono all’incisività della satira non solo di un paese, ma di
un mondo dove ogni idealismo è destinato ad essere disilluso. Esempio è l’accademia di
Lagado, dove gli scienziati conducono assurdi esperimenti (far nascere pecore senza
lana, costruire case cominciando dal tetto).
La satira politica è argomento di altri scritti di Swift. In Directions to Servants
fingendo di suggerire comportamenti appropriati per servitù, si mettono in rilievo i suoi
atteggiamenti peggiori. La produzione di Swift comprende raccolte di versi ispirate a
sensibilità e delicatezza, tra cui Cadenus and Vanessa, riferito al suo tormentato
rapporto con Hester Vanhomrigh, e le poesie dedicate a Esther Johnson, chiamata
Stella, donna che occupò un posto importante nella sua vita. In Journal to Stella Swift
trova accenti di abbandono e tenerezza, alternati a descrizioni della sua vita londinese.

I generi classici rivisitati


La produzione di Swift è esemplare per la sua complessità, per le trasformazioni
determinate nel sistema letterario e per lo sforzo di unire passato e moderno. Queste
caratteristiche si riscontrano in tutta la produzione settecentesca. Nella prima metà del
secolo le opere in versi evocano e imitano i generi classici. I generi più diffusi sono il
modello pastorale e la satira, il cui successo è dovuto al fine sociale e moralizzatore
della poesia. Genere privilegiato da Swift è quello dell'epistola in versi, di cui è Orazio il
modello ispiratore. L'elegia si orienta a esprimere meditazioni nei toni del rimpianto e
della nostalgia. Esempi di elegie amorose sono quelle di James Hammond, che
contengono anche elementi di poesia pastorale, descrittiva e meditativa. Il genere
elegiaco è spesso scelto dalle poetesse, poiché possono esprimere i loro sentimenti.
Toni intimistici e di osservazione della natura ricorrono nelle poesie di Anne Finch, una
donna che, anche grazie al suo status sociale, riuscì a pubblicare i suoi versi. Le poesie
a cui deve la fama, Nocturnal Reverie e The Spleen, evocano toni e atmosfere care ai
poeti preromantici.
L'ode pindarica rielaborata da Abraham Cowley e integrata con il modello oraziano, si
ritrova in Grongar Hill di John Dyer. Le elaborazioni dell'ode pindarica segnalano

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mutamenti nella letteratura settecentesca: l'epica e la lirica sotto forma di ode


occupano il posto d'onore. Tale gerarchia fu poi ridefinita secondo una posizione che
privilegiava la fantasia e la passione, e che innalzava il sonetto rispetto al poema
didascalico e la poesia descrittiva rispetto componimenti di carattere celebrativo.
Joseph Warton assegna all'ode la prevalenza sugli altri generi, come veicolo per
esprimere la fantasia e l'invenzione.

Le poetesse
La fusione di vari generi si riscontra nella poesia femminile, che è parte del processo di
trasformazione letteraria e culturale del secolo. Nonostante un’educazione spesso
inadatta, la difficoltà a pubblicare i propri scritti e la subordinazione in ogni campo, le
donne hanno lasciato molti testi significativi.
Mary Pierrepont era di famiglia nobile e ricevette una buona educazione. Tramite il
padre e il marito conobbe personaggi importanti nell'ambiente letterario, quali Addison,
Steele, Gay e Pope, con cui intrattenne una corrispondenza. Conobbe Voltaire, sostenne
Edward Young e Henry Fielding, che all'epoca iniziava a scrivere per il teatro. Il suo
rapporto con Pope si deteriorò col tempo, tanto da essere inclusa nella Dunciad. Negli
anni 1737-38, attaccò gli stereotipi maschili sulle donne e affermò che uomini e donne
ricevevano un’educazione diversa. Dal 1736 fino alla sua morte visse quasi sempre
all’estero dove condusse un'intensa vita culturale. Fu Horace Walpole che pubblico le
sue Six Eclogues: With Some Poems. Noto, nella seconda metà del Settecento, fu il
circolo letterario delle Bluestocking Ladies, fondato da Elizabeth Montagu, che iniziò
a raccogliere intorno a se, per delle serate dedicate alla conversazione di carattere
letterario alcune donne colte. Le Bluestocking si incontravano tra loro, leggendo gli
scritti una dell'altra. L'importanza di queste donne provocò una reazione negativa in
molti letterati maschi. Le poetesse del periodo mostrano una notevole competenza
letteraria: Elizabeth Carter traduce dal greco, Elizabeth Tollet pubblica traduzioni latine
dei Salmi e versi ispirati a Virgilio. Nonostante il talento di molte, il controllo sociale
frena la loro attività, come per Mary Collier (lavandaia), Mary Leapor (figlia di un
giardiniere) o Elizabeth Thomas (imprigionata per debiti). Anche le donne appartenenti
a livelli sociali più elevati, dovevano dipendere dall'aiuto di uomini favorevoli a
consentire loro una buona educazione. Elizabeth Tollet apparteneva a una famiglia di
letterati e il padre favorì i suoi studi. Altri esempi sono Anna Barbauld e Elizabeth
Rowe, il cui padre la aiutò a pubblicare i suoi versi sull’Athenian Mercury. Rowe deve la
sua fama alle prose di argomento meditativo-religioso e l'ammirazione riscossa sembra
dovuta, oltre che al valore dei suoi scritti, alla vita ritirata, alle opere di carità,
all’ineccepibile moralità, che ne facevano un modello perfetto di femminilità.
Anche Anna Seward appartenne ad una famiglia di letterati: il padre fu il curatore di
Beaumont e Fletcher. Nonostante sembrò ingelosirsi del talento della figlia e ostacolò
qualsiasi rapporto amoroso, la incoraggiò a scrivere e contribuì alla pubblicazione delle
sue prime poesie. Seward deve la sua fama alle raccolte Llangollen Vale, with Other
Poems e Original Sonnets. Tra le poetesse che pubblicarono i loro versi con il metodo
della sottoscrizione vi fu Mary Barber, appartenente al circolo letterario di Swift a
Dublino. Determinante, in questo caso, l'intervento di Swift in suo favore e il fatto che
Barber dichiarasse di non avere pretese letterarie.

I periodici
The Gentleman's Magazine è uno dei molti periodici dell'epoca, la cui pubblicazione
va dal 1731 al 1914, fondato da Edward Cave, amico di Johnson. Il suo scopo fu all'inizio
quello di trarre, dai numerosi quotidiani, notizie, saggi, aneddoti, informazioni. In
seguito, la rivista incluse articoli di critica letteraria. A «The Grub Street Journal»,
settimanale satirico, contribuirono Lewis Theobald, Colley Cibber, e forse Pope. «The
Monthly Review» era specializzato in recensioni letterarie, affidate a noti autori
dell'epoca. In contrapposizione a «The Review», usci «The Critical Review». Grande
influenza esercitò «The Rambler», una rivista redatta da Johnson per un totale di 208
numeri. Saggi di vario tipo furono opera soprattutto di Johnson, ma anche di altri famosi

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autori. La diffusione dei periodici è legata alla fortuna delle coffee-houses, divenuti veri
e propri centri dove circolavano giornali e riviste. Artisti e personaggi mondani li
frequentavano, e ogni gruppo si caratterizzò per il caffè prescelto: attorno a Fleet Street
si concentravano avvocati e uomini di legge, nei pressi di St James ricchi gaudenti, a
Covent Garden gli amanti del teatro. La più famosa coffee-house fu Will's. Al Turk's
Head si incontravano Johnson, Reynolds, Edmund Burke, Sheridan. Altri sono The Tatler
e The Spectator.

STEELE
The Tatler fu fondato da Richard Steele nel 1709 e raccontava storie piacevoli, di
discutere di notizie correnti, di pubblicare poesia. L'orientamento era quello di riformare
i costumi e il teatro. Il tono della rivista divenne sempre più impegnativo e assunse toni
da saggio moraleggiante, su problemi dibattuti in società, su questioni di costume. Nei
saggi di The Tatler si delinea il ritratto ideale del gentiluomo settecentesco che si
distingue per la sua razionalità; accanto a questo personaggio se ne creano altri fino a
formare un quadro della società del tempo, dove al libertino e alla signora di mondo,
viene contrapposta la virtù di una certa tipologia femminile. Dal 1711 al 1712 Steele e
Addison iniziarono la pubblicazione di «The Spectator», che conquistò un'immediata
popolarità. Anche qui furono creati personaggi fittizi, ciascuno rappresentante un
gruppo sociale: Mr. Spectator è un uomo che ha viaggiato, ha una solida cultura, è un
osservatore; Sir Roger De Coverley è un gentiluomo proveniente dallo Worcestershire e
suo nonno è stato l'inventore di una famosa danza campestre; Captain Sentry è un
militare; Will Honeycomb è un uomo di città. Le discussioni di questi personaggi
riguardano questioni di costume, fatti su cui esprimere valutazioni morali. Rispetto a
«The Tatler», qui l'interesse e il tono si spostano dal livello moraleggiante su un piano di
riflessione filosofica. I temi del gusto caratterizzano parte dell'estetica dell'empirismo
inglese e costituiscono il tramite per definire il concetto di bellezza. Il gusto comprende
sentimento e giudizio, senso comune e punto di partenza per l'avventura
dell'immaginazione, sensorialità e fantasia. I saggi dello Spectator affrontano e
semplificano temi complessi, consentendone la diffusione. Sono significativi sia sul
piano dell'estetica che dal punto di vista socioculturale e politico. I personaggi dello
«Spectator», nella contrapposizione che evidenziano (vecchio e nuovo mondo)
anticipano personaggi ed elementi del romanzo che si affermerà. L'importanza
ideologica della rivista fu soprattutto quella di porre i valori borghesi, contrapposti a
quelli aristocratici, al centro del proprio discorso.

ADDISON
Joseph Addison era uno studioso e conoscitore dei classici. Il suo viaggio sul
continente, di cui scriverà in Remarks on Several Parts of Italy, è caratterizzato dalla
ricerca dei luoghi collegati alla storia e alla poesia latina, dove i grandi scrittori
dell'antichità avevano vissuto. Addison è anche autore di tragedia, Cato, in cui
all'interno della vicenda di Catone, che si suicida piuttosto che sottomettersi a Cesare, è
tracciata anche una storia d'amore. Uno dei suoi meriti fu quello di modellare il gusto
dei lettori britannici e quello di portare la filosofia fuori dalle biblioteche, scuole e
università per farla entrare nei salotti, nelle coffee-houses, secondo un criterio definito
«secolarizzazione del gusto». Addison propagò le idee di Locke e molti numeri dello
Spectator sono dedicati alla loro spiegazione. La sua prosa fu definita da Johnson un
modello dello «stile medio». La sua chiarezza e armonia delle forme, allo stesso tempo
colloquiali ed evocatrici dei classici, contribuì ad affermare una nuova estetica. L'opera
di Addison è anche esemplare dell'importanza assunta dal saggio. I saggi di Addison sul
Paradise Lost di Milton, sulle epistole in versi, sullo stile appropriato alla tragedia,
esercitarono un’influenza sui lettori. La tipologia del saggio varia nel corso degli anni e
si può vedere confrontando «The Spectator» con «The Idler» e «The Rambler», in cui
prevalgono riflessioni sulle condizioni dell'umanità. Temi che sembrerebbero
appartenere alla sfera del costume vengono discussi con tono severo.

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Il Dottor Johnson
Samuel Johnson nacque a Lichfield e dopo gli studi nella città natale, entrò al
Pembroke College di Oxford, dove si distinse per le sue doti intellettuali. Gli anni tra la
morte del padre e la sua partenza per Londra furono turbati da difficoltà economiche e
insuccessi. A Londra iniziò a scrivere per «The Gentleman’s Magazine» e vi si stabili
definitivamente nel 1740. The Life of Richard Savage è la biografia di un autore di
drammi e satire che viene ricordato per The Wanderer. La biografia di Savage è
un’evocazione di Grub Street, la strada londinese associata con l'ambiente degli
scrittori di scarso talento, pronti a scrivere qualsiasi cosa per denaro. Nel 1749 la
tragedia Irene di Johnson fu rappresentata da Garrick. Contemporaneamente, Johnson
scriveva saggi sui periodici da lui fondati, e nel 1747 iniziò l’impresa del Dictionary of
the English Language, per il quale gli fu conferita la laurea che non aveva conseguito
in gioventù. La sua fama si deve all'edizione del teatro di Shakespeare e a The Lives of
the English Poets. Il ruolo di Johnson fu centrale nella codificazione del canone e nella
creazione di una critica letteraria. Il suo fine fu quello di stabilire dei principi per
migliorare l'approccio alla cultura secondo quel criterio di «discriminazione» che
contraddistingue nei primi anni del 700 il pensiero critico, attento a differenziare
razionalità e giudizio. Il criterio della discriminazione si vede anche nei saggi di Johnson,
dove i principi generali si confrontano con questioni reali, e nella lettura della poesia
evidenziata nelle Lives: l'approccio biografico si fonde con una critica ineguale, ma
originale. Famosi sono i giudizi critici sul Lycidas di Milton, le osservazioni sulle odi di
Gray, l'ostilità nei confronti della poesia metafisica. La struttura delle Lives segue un
ordine costante: prima vengono le notizie biografiche, poi una breve valutazione, infine
un'analisi delle poesie. Se la biografia attraeva Johnson come fondamento di verità, la
parte «critica» rivela quali siano per lui i valori di un'opera: verità, aderenza alla Natura,
chiarezza, energia. Va contro la ripetitività, l'imitazione banale, il virtuosismo, gli
arcaismi, gli equilibrismi retorici. Anche il Dictionary of the English Language è un’opera
fondamentale per la lessicografia non solo britannica: esso doveva stabilire l'esatta
pronuncia della lingua, preservarne la purezza, secondo criteri già espressi su questioni
linguistiche e basati sulla lettura di autori quali Milton, Dryden, Swift e Pope. Johnson
utilizza parole di origine latina, sintassi complessa, artifici retorici, criticati dai
contemporanei e anche da Thomas Macaulay, il cui giudizio è pesante e ingiusto, dato
che non tiene conto della forza e originalità dello stile di Johnson, l'impiego metaforico
dei termini tratti dalla scienza, che subiscono un processo di transcodificazione
innovativo.
Il Dictionary da le definizioni di quarantamila parole, con citazioni tratte da testi di ogni
genere. L’opera lessicografica di Johnson presenta innovazioni tra cui quella delle molte
citazioni volte a illustrare il significato e l'uso delle parole e il procedimento per cui dal
senso radicale dei termini si giunge a quello metaforico.
L'edizione delle opere di Shakespeare è un altro contributo di Johnson. Nicholas Rowe,
Alexander Pope, Lewis Theobald e William Warburton precedono Johnson nell’impegno
di stabilire il canone, ma le qualità che si trovano nella sua opera (ricerca di chiarezza,
correzione degli errori testuali) rispondono ai suoi criteri e al suo approccio originale.
L'analisi johnsoniana conferma l'atteggiamento dell'epoca nei confronti di Shakespeare,
in particolare per quanto riguarda l’ideale di Natura che giustifica la commistione dei
generi, per Johnson simile a quella nella vita di comico e tragico, di gioia e di dolore. È
la Natura che fa rispettare a Shakespeare l'unità di azione e non quelle di tempo e
luogo.

Shakespeare e la teoria del genio


Nel periodo della Restaurazione Shakespeare è la figura centrale nella tradizione
letteraria inglese, e inizia il lavoro sui suoi testi per fornirne versioni nuove. Le
prefazioni alle varie edizioni rivelano gli orientamenti dell'epoca e le trasformazioni in
atto, tra cui l'anglicizzazione delle regole classiche e lo spostamento verso concezioni
che privilegiano il genio. L'esigenza di decoro, forma, procedure efficienti vengono
conciliati con l'idea del genio che, nel caso di Shakespeare, è autore che si ispira alla

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Natura. La teoria del genio è per la prima volta compiutamente espressa nell'Essay on
Genius di Alexander Gerard: il genio viene associato all'immaginazione e non è
separato dall'intelletto. Il genio possiede gusto, giudizio, conoscenza, proprietà che
finalizzano all'invenzione. La concezione poetico-naturale del genio contrasta con il
modello classicistico, come risulta evidente in William Blake, che contrappone la forza
immaginativa a quella che definisce la «filosofia dei cinque sensi», e che trasforma in
energia vitale e creatrice. L'idea del «genio» emerge negli scritti su Shakespeare e nella
messa in scena dei suoi testi. Già Pope, parlando di Shakespeare, aveva messo
l'accento sulle passioni che i suoi drammi esprimono e che vengono spesso esasperate
nelle rappresentazioni degli attori. Rivolti a questi ultimi, proliferano i trattati sulla
teoria del mimo e del dramma, con una serie di precetti ispirati a quel controllo e quella
misura che garantiscano «realismo» e «naturalezza. La rispondenza a questi precetti si
vede nella performance, come è documentata nei periodici, negli epistolari, e nelle
memorie di grandi attori come Garrick, che iniziò la sua carriera di attore con un
debutto come Riccardo III. Nel 1747, una volta condirettore del Drury Lane, vi
rappresentò molti drammi di Shakespeare, e organizzo un giubileo shakespeariano, in
cui del poeta fu data un'immagine romantica. Shakespeare è l'autore più rappresentato,
ma la scelta di altri testi è comunque varia, anche grazie a impresari quali Garrick,
Colley Cibber, autore di adattamenti shakespeariani e di un proprio repertorio.

La tragedia
Lo spostamento della figura principale dall'eroico guerriero alla donna sventurata si
accentua nel 700, soprattutto a partire dal successo delle tragedie di Nicholas Rowe,
quali The Ambitious Step-mother e di Tamerlane, che si rivolgono al pubblico femminile,
sostituendo al terrore la pietà. Grande successo ottennero The Fair Penitent, dramma di
seduzione, pentimento, punizione e morte, e Jane Shore, in cui predominano il pathos e
l'ostensione dei sentimenti.
Nella tragedia il pubblico all'inizio del 700 preferisce gli heroic plays. La tragedia più
ammirata era quella che rispondeva ai canoni neoclassici e alludeva alla realtà
contemporanea. Per questo Cato di Joseph Addison fu un successo: l'argomento
«classico» si legava alle lotte contemporanee tra whigs e tories e celebrava la
grandezza d'animo stabilendo una sorta di identificazione tra la Roma augustea e
l'Inghilterra settecentesca. Alle tragedie di ispirazione neoclassica (come Douglas di
John Home) subentra la domestic tragedy, nella quale l'attenzione si sposta sul
patetico, il sentimentale, il privato. L'esempio più famoso è The London Merchant di
George Lillo, che fa oggetto della tragedia non le sventure di re e regine, ma i drammi
privati di personaggi oscuri, modesti. Lillo identifica la forza del sentimento con la
classe borghese e pone al centro del suo dramma i valori etici che la
contraddistinguono. Uno dei motivi del successo dell’opera è l’adesione alla cultura
della sensibility, che valorizza sentimenti ed emozioni e privilegia gli ideali di
compassione e amore. La donna è chiamata a rappresentare questi ide ponendosi come
modello di virtù, castità.
La domestic tragedy si vede anche in The Gamer di Edward Moore e in The Mysterious
Husband di Richard Cumberland, il cui intreccio è complicato, con sovratoni
sensazionali, come quello legato all'incesto. L’opera finisce con il suicidio del
protagonista, visto sia come una punizione sia come atto eroico.
Altra tragedia domestica è Caelia di Charles Johnson che presenta vari personaggi e
situazioni poi riprese nei romanzi della seconda metà del secolo: la ragazza sedotta e
imprigionata in un bordello, il seduttore spietato, la fine patetica della protagonista
femminile tra le braccia del padre. L’autore vuole commuovere il pubblico. Caelia è
esempio di come si cerchi di mantenere caratteristiche formali del passato, tentando
però di affrontare temi in sintonia con il presente.

La commedia
È in questo genere che più si manifesta la tendenza verso il sentimentale e il patetico, e
prevale la rappresentazione della realtà sociale borghese. Nei primi anni del 700 si

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mettono in scena molte commedie della Restaurazione, ma si afferma al contempo un


tipo di commedia che sembra bandire ogni forma di comicità per ispirarsi ai principi
espressi da Steele, che sosteneva che l’autore doveva generare compassione nel
pubblico, secondo una concezione della commedia intesa come strumento didattico.
Steele voleva proporre una nuova commedia che conciliasse la concezione aristocratica
del teatro con l'ideologia borghese. Colley Cibber e Susannah Centlivre scrivono
commedie che denunciando la pericolosità del gioco d'azzardo o le conseguenze di un
matrimonio imposto come in Busy Body, trovano nella satira il loro motivo di attrazione.
Le opere moraleggianti e sentimentali ottengono il maggior successo e rispondono ai
gusti del pubblico, come A Tender Husband e The Conscious Lovers. In queste
commedie troviamo i valori della virtù e della ragione, della bontà e della benevolenza.
L'ostensione delle emozioni, l'esaltazione degli affetti domestici, la rappresentazione
della virtù e il sentimentalismo moraleggiante di queste commedie già appartengono a
quella cultura della sensibility che doveva svilupparsi in ambiente borghese. Nella
prima metà del secolo ha successo la commedia satirica e parodica, che trova in Henry
Fielding uno dei suoi autori più prolifici.
Elaboratore di modelli classici e più recenti, Fielding unisce satira e sentimento,
elementi burleschi e insegnamento morale, come in Tom Thumb, parodia della heroic
tragedy. La satira politica costò a Fielding la carriera teatrale, interrotta dalla reazione
del primo ministro Walpole e dal Licensing Act, per cui ogni testo doveva subire la
censura da parte delle autorità. Fielding elabora vari modelli di commedia, come quello
classico e francese, attingendo dalla tradizione inglese della farsa e della ballad opera.
Membro dello Scriblerus Club, autore di parodie, Gay seguì il suggerimento di Swift di
«scoronare» il genere pastorale con un'opera drammatica, in cui al posto di pastori e
scene di pace bucolica, apparissero ladri, delinquenti e il malfamato quartiere di
Newgate. Nacque così The Beggar's Opera del 1725, anno in cui fu giustiziato il bandito
Jonathan Wild che ispirò la figura del protagonista. Lo spettacolo era composto di
canzoni e si basava sul rovesciamento: invece di nobili gli eroi sono banditi, al posto di
virtuose eroine troviamo prostitute, gli imbroglioni sono rappresentati da personaggi
borghesi. Il procedimento parodico è finalizzato alla satira nei confronti della società,
della politica, del mercantilismo.
La commedia satirico-parodica lascia comunque spazio a quella sentimentale. Richard
Cumberland esemplifica la tendenza verso il patetico e il sentimentale. Un esempio è
The West Indian, in cui l'intento di esprimere emozioni prevale sull'intreccio, in un
susseguirsi di scene di dolore e gioia, svenevolezze degli eroi e eroine che vivono in
campagna per sfuggire alla corruzione della vita cittadina, affrontando una situazione di
povertà che viene risolta con l’arrivo di qualche eredità provvidenziale. In quest’opera
le caratteristiche della commedia sentimentale si uniscono alla comicità legata ad
alcuni personaggi, come Belcour, un caraibico vissuto in Giamaica e improvvisamente
portato nella grande città, dove vive il suo disagio.
L'intento moralistico di queste commedie viene trasmesso attraverso l'affermazione
della generosità e benevolenza negli uomini, della verginità delle donne. La malvagità
viene riformata dalla bontà dei virtuosi, che vincono sui disonesti. Ironica nelle
intenzioni è False Delicacy, considerata come esaltazione della sensibility e
delicatezza mentre già nel titolo è definita falsa, perché eccessiva fino all'assurdo. La
delicatezza dei protagonisti, anziché essere esempio di finezza complica la vicenda
amorosa. Gli ostacoli frapposti agli innamorati non sono esterni o frutto di inganni poi
svenati, ma malintesi e situazioni irrisolvibili causati dal loro riserbo, che li rende
ostacoli di se stessi. Prevalgono gli elementi melodrammatici in The Fashionable Lover
di Cumberland, dove c’è il tema della fanciulla perseguitata dal villain, centrale nel
romanzo gotico.

GOLDSMITH
Oliver Goldsmith inizia la carriera letteraria nel 1756 come collaboratore di periodici e le
sue prime opere lo fanno emergere come uno dei personaggi più interessanti
dell'ambiente intellettuale. Sarà tra i fondatori del The Club, il circolo letterario più

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influente di Londra. Dopo avere scritto opere di generi diversi, tra cui The Vicar of
Wakefield, si dedica anche al teatro. Goldsmith sembra impersonare tutte le
contraddizioni della cultura settecentesca, nella sua coesistenza di concezioni
illuministiche e romantiche. La rielaborazione di modelli della tradizione inglese e
francese e la manipolazione dei generi si riscontra in She Stoops to Conquer,
preceduta da un saggio in cui Goldsmith sostiene la necessità di un ritorno alla vera
commedia, in contrapposizione alla sentimental comedy. L’opera è fondata su equivoci,
scherzi, ambiguità, e gli elementi comici vengono fusi in un innovativo testo
drammatico, dove vengono riattivati elementi tratti dalla commedia della Restaurazione
e dalla cultura della sensibility. L'intreccio amoroso si snoda in una dimensione realistica
e comica, in cui però vengono affermati valori quali la sincerità, la fedeltà, la
benevolenza, senza però ricorrere ad atteggiamenti sdolcinati. Le due innamorate della
commedia sono donne determinate, piene di iniziativa. Lo scioglimento dell’intreccio si
apre alla prospettiva di due matrimoni felici, costruiti su valori quali la sincerità, la
genuinità, che si affermano nella semplicità della dimora di campagna. L'orientamento
culturale implicito in tale conclusione, si conferma anche nella creazione di Tony
Lumpkin, sintesi del clown della tradizione popolare, uomo rozzo ma buono, abile
nell'affrontare le situazioni. La taverna dove ama trascorrere il suo tempo è un
rovesciamento parodico dei salotti dove l’aristocratico si esercitava nello sfoggio del
wit, qui sostituito dallo spirito grossolano, ma bonario, di questo nuovo eroe, cui è
affidato il ruolo di risolvere gli equivoci di questa commedia.

SHERIDAN
Richard Brinsley Sheridan, figlio di un uomo di teatro e di una scrittrice, ottiene il
primo successo teatrale con The Rivals, seguito da St Patrick's Day, The Duenna e da
adattamenti di opere di altri autori. Sheridan fa parte del The Club, dove entra su invito
di Johnson. Divenuto comproprietario del Drury Lane, vi rappresentò con successo The
School for Scandal in cui riaffermò la comicità della commedia, unendovi modelli
tratti dalla comedy of manners e dalla sentimental comedy, con apporti dal romanzo.
Sheridan trae il meglio dalla tradizione britannica immediatamente precedente e da
quella francese, ma ha in mente anche i modelli della commedia classica. Egli non cede
a sentimentalismi, ma privilegia l'aspetto comico, che prevale nei personaggi, situazioni
e scene. Della commedia della Restaurazione restano i dialoghi vivaci e la godibile
cattiveria delle malelingue, caratteri comici e oggetto di satira: il personaggio di Lady
Teazle unisce il fascino delle eroine della commedia della Restaurazione con la
semplicità delle ragazze di campagna. Alla fine prevale il sentimento, ma senza
svenevolezze e il lieto fine segna la vittoria dell'amore, della generosità.

IL ROMANZO
Il novel, termine in origine associato con un racconto amoroso di invenzione fantastica
con personaggi realistici e situazioni quotidiane, deriva da vari modelli narrativi in cui si
incrociano le tendenze in apparenza divergenti del romance, di carattere fantastico, e
della history, che valorizza la realtà e l’esperienza comune. L'equilibrio tra fittizio e
reale è frutto di una rielaborazione letteraria: la preferenza per il vero, il verosimile, lo
storico è in contrasto con l'improbabile, il meraviglioso. Maestro in questa difficile
operazione è Cervantes, che nel Don Quijote mantiene l'idea del romance attraverso il
realismo del libro e l’opposizione tra la coerenza visiona dell’eroe e la realtà della
Spagna del 600. La narrativa inglese, fino dall'inizio del secolo, pone al centro il
problema di cosa significhi essere persona, di quale sia il valore dell'esperienza e
dell'agire del singolo individuo e di quale tipo di comunità possa rispondere alle sue
esigenze. I romanzi si focalizzano sul problema dell'identità e dell'autodeterminazione
dell'individuo. Implicitamente, questo rimanda ad un senso di dubbio riguardo a un
mondo in mutamento, dove il singolo si sente sia schiacciato dalla struttura sociale che
spinto a cambiare in meglio e a far valere i propri meriti.

Biografi, storici e viaggiatori

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L'interesse per l’individuo e la sua soggettività nei confronti della società è evidente nei
vari generi di prosa narrativa da cui il romanzo attinge, come la biografia, genere
privilegiato da Johnson. L’interesse per la biografia ha radici neoclassiche, come l'idea
oraziana del miscere utile dulci. Intervengono, a livello epistemico, le trasformazioni
che caratterizzano il 700, segnato da tre rivoluzioni di cui sono testimonianza The
History of England di David Hume, The History of America di William Robertson e The
Decline and Fall of the Roman Empire di Edward Gibbon. Boswell si distingue nel
racconto di viaggio, che si collega al mutamento della cultura settecentesca: il viaggio,
come esplorazione e comunicazione, comporta la trasmissione del pensiero e della
cultura ed è segno del passaggio dalla stasi al movimento, caratteristico della
trasformazione epistemica che caratterizza il Romanticismo. In letteratura, il viaggio
viene espresso attraverso favole, narrazioni romanzesche. L'attraversamento materiale
dei luoghi stessi, collegato all'estetica del gusto e con in mente gli antichi, contribuisce
a una poetica dell'immaginazione. Il movimento si accompagna all'esplorazione della
natura e si estende alla scoperta della parte sconosciuta e oscura dell'individuo. Il
racconto di viaggio, spesso collegato al grand tour, si fa mezzo di osservazione estetica
e artistica e documento di un percorso interiore. Esso rifluisce nelle opere dei
romanzieri del 700, costituendo parte integrante delle narrazioni, come elaborazione
del modello picaresco o spostato in una dimensione fantastica di tipo utopico-distopico.

DEFOE
Un viaggio è al centro di quello che è considerato il primo esempio della nascente
forma letteraria, ossia Robinson Crusoe di Daniel Defoe. Defoe viaggio molto e la sua
prima opera, The True-born Englishman, è un poema satirico contro chi si opponeva ad
un re d'Inghilterra straniero, cui segui The Shortest Way with the Dissenters dove
suggeriva un modo definitivo per eliminare il dissenso. Robert Harley lo impiegò come
agente segreto e lo inviò in varie missioni per tutta l'Inghilterra. Intensa è anche la sua
attività letteraria e si confronta con molteplici generi e modalità di scrittura, come
giornalismo, narrativa di viaggio, diaristica.
La sua fama è affidata ai suoi sei romanzi, tra cui Robinson Crusoe (1719). La storia è
basata sulla vicenda reale vissuta da Alexander Selkirk, che per contrasti con il capitano
della nave su cui viaggiava, a sua richiesta venne lasciato per 5 anni sull'isola
disabitata di Juan Fernandez. Presentato come storia vera di un naufragio su un'isola
deserta e della capacità di sopravvivenza di un uomo, Robinson Crusoe è un racconto
esemplare della centralità dell'individuo caratteristica del romanzo moderno. Alcuni
critici relazionano la vicenda di Robinson con il nascere dell'individualismo borghese,
con la divisione del lavoro e con l’alienazione sociale; altri mettono l'accento sulla
creazione di personaggi «eroici» all'interno di una dinamica socio-economica che
contribuiscono a formare ma da cui sono minacciati.
Moll Flanders traccia il percorso di una donna da una misera infanzia a una vita
prospera, attraverso varie peripezie. Le forme del picaresco, del romance d'avventura,
delle storie dei personaggi criminali vengono usate da Defoe per mostrare le
contraddizioni che l’individuo deve affrontare per affermarsi nel mondo.
Anche Roxana ha per protagonista una donna, Mlle Beleau, appartenente a una
famiglia di profughi protestanti francesi che, sposatasi in Inghilterra, viene abbandonata
dal marito e diventa una ricca cortigiana. Risposatasi con un mercante olandese, vive
una vita rispettabile finché il marito scopre il suo passato. Rimasta vedova viene
imprigionata per debiti e muore pentita. I diversi ruoli assunti da Roxana comportano
una varietà di modelli narrativi e ulteriori innovazioni del romanzo.
Captain Singleton narra la storia di un avventuriero e pirata, che viaggia sul
continente africano, nelle Indie occidentali e sui mari cinesi, depredando finche,
diventato ricco, torna in Inghilterra, si sposa e conduce una rispettabile vita borghese.
Memoirs of a Cavalier narra la vita di un gentiluomo inglese del 600, arruolatosi
prima nell'esercito austriaco e poi al servizio del re contro gli Scozzesi. Primo innovativo
esempio di romanzo storico, l’opera presenta descrizioni di eventi e battaglie, come il

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saccheggio di Magdeburgo e i combattimenti di Edgehill e Naseby tra le forze reali e


repubblicane.

RICHARDSON
L’affermazione del romanzo come genere avviene con Samuel Richardson. Nel 1740
appare Pamela, or Virtue Rewarded e l’idea originaria fu quella di scrivere una serie
di lettere, scambiate tra i membri della stessa famiglia, riguardanti problemi quotidiani.
Pamela consiste di lettere che raccontano le vicende di una serva sedicenne ingannata
dal padrone e infine premiata con il matrimonio per la sua resistenza. I corrispondenti di
questo romanzo sono sei e si esprimono con stili e punti di vista diversi. A Pamela è
affidata la maggior parte del racconto, in cui vengono descritti la sua situazione di
fanciulla povera, i tentativi di seduzione di Mr. B, verso il quale prova sia attrazione che
repulsione, la prigionia nella dimora del Lincolnshire dove subisce un tentativo di
violenza e il mutamento di Mr. B che innamoratosi le offre il matrimonio. Il romanzo
ebbe così successo che l'autore scrisse un seguito, dove Pamela è presentata come
sposa e madre perfetta. Le ragioni del successo dell’opera vanno ricercate nel contesto
socio-culturale in cui il romanzo si situa, perché espressione dell'ideologia della nuova
borghesia mercantile, che per la prima volta si avvicina alla letteratura, fino ad allora
privilegio della nobiltà. La narrativa è condizionata dai gusti della classe borghese, che
preferisce la prosa, chiede istruzione, informazione, la rappresentazione della realtà
quotidiana. Pamela rappresenta la spinta al miglioramento e all'ascesa sociale ed
economica attraverso la parificazione delle classi, il meritato raggiungimento del
benessere di chi è timorato da Dio, l'uguaglianza sessuale a livello etico. Al centro del
romanzo c'è un'esperienza individuale che viene espressa per mezzo di un’autoanalisi,
da parte della protagonista, delle proprie reazioni, emozioni, dubbi. Quest’opera ha
tutte le caratteristiche del romanzo sentimentale: il fine didascalico, l'insistenza sulla
virtù, le implicazioni morali della sensibilità, gli ideali di benevolenza. Pamela ha come
antecedenti i romanzi d'amore di Eliza Hayward e Delarivière Manley, nei quali il
personaggio femminile si afferma nei confronti di quello maschile attraverso la
seduzione e la sessualità. Dal romanzo amoroso derivano l'importanza data alla
passione e alla sofferenza, all'autenticità emotiva delle donne. Viene privilegiata la
forma epistolare perché consente il rapporto diretto con il lettore, presentandogli la
storia come se si stesse svolgendo in quel momento, coinvolgendolo emotivamente.
La forma epistolare si ripete in Clarissa; or the History of a Young Lady, secondo
romanzo di Richardson. Qui si racconta, attraverso lo scambio di lettere tra circa 20
corrispondenti, la storia della seduzione, dello stupro e della morte di una fanciulla,
esempio di «virtù in difficoltà», vittima di una crudele famiglia e di un libertino, che con
l'inganno la imprigiona in un bordello e che la stupra dopo averla drogata. Sconvolta,
Clarissa si lascia morire; tormentato dal rimorso, Lovelace si lascerà uccidere dal cugino
di Clarissa. Richardson trasforma il romanzo sentimentale. I corrispondenti del romanzo
esprimono tutti i gruppi e livelli sociali dell'Inghilterra del 600, includendo anche il
mondo criminale e delle classi povere. I protagonisti sono al centro di due gruppi sociali,
la famiglia degli Harlowe e il clan Lovelace, legati da una intricata rete di rapporti. Al
centro ci sono la passione e il contrasto con i condizionamenti sociali e morali di
un'epoca.
Nell’ultimo romanzo, Sir Charles Grandison, il protagonista maschile è un modello di
onore, sensibilità, saggezza. È stato osservato come Grandison sia un costrutto dei
personaggi femminili del racconto che lo esaltano. Se Sir Charles è un degno eroe da
romanzo sentimentale, il suo personaggio è rivelatore dell’ambiguità del culto della
sensibility, infatti la sua bontà viene associata con il potere che egli esercita sulle donne
che lo amano, sui parenti e sulla servitù. Grandison rappresenta un modello di
mascolinità che costituirà un punto di riferimento in tutto il romanzo sentimentale del
Settecento.

FIELDING

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Henry Fielding è ritenuto uno dei creatori del romanzo inglese. Le sue prime opere,
Shamela e Joseph Andrews sono parodie di Pamela. In Shamela, già il nome dell'eroina,
ossia una fusione tra sham, “falsità” e shame “svergognata”, rivela l'intento parodico
dell’opera, che ridicolizza la pretesa di rendere l'immediatezza dei pensieri e delle
emozioni della forma epistolare, mettendo in evidenza l'ipocrisia e la falsità del
personaggio principale, ossia una sgualdrina che cerca di sposarsi seducendo un uomo
ricco.
Anche Josep Andrews è una parodia: il protagonista, fratello della Pamela
richardsoniana, servitore presso la madre di Mr. B viene insidiato da questa e dalla
cameriera Slipslop. Avendo respinto entrambe, viene cacciato dal servizio, e nel viaggio
di ritorno alla sua casa nel Somerset incontra il parroco Adams, insieme al quale ha una
serie di avventure tragicomiche, come il salvataggio della fanciulla amata, Fanny,
l'incontro con un certo Mr. Wilson, l'arresto per false accuse, fino all'agnizione finale (si
scopre che Joseph è figlio di Wilson e che Pamela ha una sorella, Fanny). Fielding
recupera i modelli del romance, attuando delle modifiche cui contribuisce la sua
conoscenza di Aristotele, dei classici, dell'epica, Cervantes. Nella prefazione dell’opera
egli mette l'accento sugli aspetti innovativi della forma narrativa che inaugura e che
definisce comic epic-poem in prose. Dopo un richiamo ad Aristotele, Fielding insiste
sulla necessità dell'abbassamento degli elementi della tragedia e dell’epica. Egli
evidenzia la natura di history della sua narrazione che però concilia con gli elementi del
romance, come la storia d'amore, l'avventura, l'agnizione finale e la dinamicità
dell'insieme.
Nel 1749 appare Tom Jones, la storia di un trovatello che si rivelerà nipote del signore
che lo accoglie, il quale attraverso una serie di errori dovuti alla sua natura imprudente,
si salverà dalle situazioni pericolose, verrà reintegrato nella sua famiglia, e sposerà la
fanciulla amata. La maturazione dell'individuo è narrata tramite le forme del romance
favolistico, del picaresco, del commento metatestuale, presentato come un dialogo tra
l'autore e i lettori con accenni di satira sociale e commento moralistico. I passi di
commento critico denunciano l'intenzione della finzione e degli artifici messi in atto in
questa nuova arte del narrare. La struttura simmetrica, il procedimento narrativo per
causa ed effetto, il gioco delle coincidenze, l'equilibrio tra le varie parti, la coerenza tra
la struttura della trama e la costruzione sintattica delle frasi esprimono una visione
armonica in cui si conciliano razionalità e sensibilità.
Amelia, l'ultimo romanzo di Fielding, mostra una tendenza verso il genere
sentimentale. Luogo della vicenda è la Londra cupa e corrotta apparsa già in Tom Jones;
qui risalta la virtù della protagonista, moglie e madre ideale secondo i canoni della
sensibility settecentesca, che il marito lascia sola. La vita della città con i suoi
personaggi corrotti, l'orrore della prigione di Newgate e la presenza di gente onesta,
costituiscono lo sfondo di una vicenda in cui le avventure del personaggio maschile
sono viste nei loro effetti sull'esistenza di una famiglia, sostenuta dalla forza dell'eroina.
Il mondo dei sentimenti è in contrasto con quello al di fuori delle mura domestiche e
con la città. Il romanzo oscilla tra il racconto picaresco e la storia sentimentale centrata
sulla virtù femminile in difficoltà e, come nei romanzi sentimentali, si risolve con un
lieto fine.

SMOLLETT
Tobias Smollett operò come medico di bordo su una nave. Nel 1741 partecipò ad una
spedizione inglese contro gli Spagnoli e assisté alla sconfitta, raccontata in Roderick
Random. Il romanzo, in prima persona ha come protagonista un giovane energico e
generoso che ricorda l’autore: come lui prende il mare come medico di bordo e dopo
varie peripezie si stabilisce a Londra. Il romanzo si conclude con un lieto fine, in cui il
protagonista ritrova il padre e l'amore trionfa.
Nel 1751 Smollett pubblica The Adventures of Peregrine Pickle: il narratore
onnisciente descrive il percorso del protagonista attraverso una serie di avventure e
errori dovuti al suo carattere ribelle, fino alla felice soluzione finale, con il matrimonio,
l'eredità paterna e il ritorno alla quiete della campagna. Vengono inserite delle

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digressioni, ossia le memorie erotiche di Lady Vane e del poeta Mackercher, che
servono da commento e da riferimento analogico alle vicende del protagonista,
secondo il modello del racconto erotico e quello della storia patetico-sentimentale.
In Ferdinand Count Fathom Smollett riafferma la centralità di un personaggio, qui un
giocatore e truffatore, libertino e vizioso, che dopo aver rovinato una serie di vittime
viene punito. Il romanzo è costruito sul modello delle storie e biografie dei rogues,
criminali, assai popolari presso i lettori settecenteschi.
L’ultimo romanzo è Humphrey Clinker, narrato in forma epistolare, sui membri di una
stessa famiglia che si scambiano lettere in cui riferiscono le impressioni e le emozioni
provate durante un viaggio in Inghilterra, Scozia e Galles. L'interesse è concentrato sui
rapporti tra i personaggi: durante il viaggio nascono amori, si fanno incontri, si
raccontano vicende. Non può non esserci un agnizione secondo il paradigma del
romance. Autore polemico, controverso e discusso, Smollett fu un intellettuale di grandi
doti e un romanziere originale, la cui opera sta ottenendo quel riconoscimento che non
gli era stata dato in passato.

Il romanzo femminile
È un personaggio in Humphrey Clinker di Smollett che osserva come la narrativa sia
monopolizzata da scrittrici, che pubblicano con lo scopo di propagandare la virtù, la
delicatezza. La quantità dei romanzi scritti da donne diventa maggiore a partire dagli
anni attorno al 1740, e l'atteggiamento nei confronti di questo fenomeno è ambiguo. Il
romanzo promuove la trasformazione in senso femminile della cultura inglese,
diffondendo quel culto della sensibility che fa emergere desideri, bisogni, fantasie
femminili secondo una nuova ottica dei rapporti interpersonali e familiari. Il personaggio
femminile protagonista del novel of sensibility ha caratteristiche costanti: intuizione,
partecipazione emotiva alle sofferenze e gioie altrui, intensità dei sentimenti,
delicatezza, castità delle fanciulle. Questa eroina corrisponde all’ideale espresso in un
numero dello Spectator dove si dice che il compito della donna è la passiva
acquiescenza alla cultura patriarcale.
La narrativa di Frances Burney, Sarah Fielding, Charlotte Lennox e Frances Sheridan
costituisce una parte integrante del canone letterario.
Frances Burney, per matrimonio introdotta nell'ambiente aristocratico, fece parte del
Bluestocking Circle. I suoi romanzi, Evelina, Cecilia, Camilla, hanno come
protagoniste belle fanciulle al loro ingresso in società, dove il loro carattere si forma
attraverso prove, complicate vicende, l'incontro amoroso, le difficoltà, le gioie. Già dal
primo romanzo vengono evidenziate nuove caratteristiche del personaggio femminile,
allo stesso tempo conforme all'ideale della sensibility e trasgressivo del modello che
questo proponeva.
Ciò comporta un allontanamento dal romance tradizionale, a cominciare dalla trama, e
dalle principali funzioni narrative, che esprimono nuovi valori. Il romanzo viene
trasformato dalle scrittrici, che continuano a sperimentare forme narrative. Dopo la
metà del secolo, l'immagine di dolcezza e delicatezza associata a una figura femminile
passiva lascia il posto a personaggi più complessi: la figura centrale diventa una donna
sofferente, minacciata, a disagio in un mondo maschile.
Esempio è Memoirs of Mrs. Sidney di Frances Sheridan, storia patetica di una sposa
tradita dal marito. Vi si ritrovano la drammaticità dei romanzi di Burney.
Altre infelici protagoniste femminili sono al centro dei romanzi di Frances Brooke e
Charlotte Smith e in Mary, A Fiction, opera di Mary Wollstonecraft, che nello scritto
«politico» A Vindication of the Rights of Women vede l'eccesso di sensibility
diseducativo e volto a perpetuare il potere maschile.
Un tono più lieve e ironico caratterizza The Female Quixote di Charlotte Lennox: le
avventure dell'eroina Arabella, rivelano le contraddizioni esercitate nella società nei
confronti della donna. L’autrice presenta un personaggio femminile che vive la realtà
domestica di una dimora aristocratica attraverso l'immedesimazione nelle storie
amorose francesi del secolo precedente. Le fantasie di Arabella si rivelano come un

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rifiuto della propria individualità socializzata, trasformano la realtà e affermano il potere


dell'immaginazione sfidando il mondo razionale che il romanzo realistico promuove.
Fra i romanzi «sentimentali» più significativi che hanno come protagonista una figura
maschile, troviamo The Adventures of David Simple di Sarah Fielding, the Vicar of
Wakefield di Oliver Goldsmith e The Man of Feeling di Henry MacKenzie. Costante è il
tema dell'amicizia e del rapporto di un uomo capace di sentimenti con un mondo ostile,
dominato dall'egoismo, dove la mascolinità è associata all’intraprendenza. Il racconto
delle disavventure degli eroi mette in risalto le contraddizioni di una comunità sociale e
di una cultura che da un lato aspirano alla solidarietà, ma dall'altro si confrontano con
l'egoismo. Se il seguito di David Simple si conclude con un quadro di solitudine, The
Vicar of Wakefield termina con un lieto fine, che però risolve così tante sventure da
apparire falso, e lascia trasparire l'ironia dell'autore nei confronti delle illusioni dei
virtuosi in un mondo dominato dalla competizione. Il protagonista di The Man of Feeling
è ispirato all'idealismo e all'ingenuità di Don Chisciotte, un pensatore che osserva
distaccato le follie umane, incorrotto, candido e dominato dal sentimento, ma per
questo destinato a soccombere.

STERNE
Il termine «sentimentale» è associato a Laurence Sterne, incluso tra gli autori di
sentimental literature: tale inclusione può apparire limitativa data la complessità di
questo scrittore, ma è utile a collocare la sua opera all'interno della narrativa
settecentesca. L'adesione al culto della sensibility è in Sterne ambigua: lo spostamento
dalle facoltà razionali a quelle emotive è innegabile; ma è anche indiscutibile l'ironia
attraverso cui sono filtrate le storie sentimentali dei suoi libri, e la malizia delle allusioni
erotiche.
Il libro Tristram Shandy, sebbene criticato da Johnson, Goldsmith e Richardson, lo rese
famoso. Nel 1761, ritornato nello Yorkshire, pubblicò altri libri del Tristram Shandy,
completato tra il 1762 e il 1765. Tristram Shandy è considerato precursore del romanzo
moderno e si rifà ad antecedenti quali Rabelais e Robert Burton, filtrati attraverso
l'opera di Locke sull'intelletto umano. La trama è trasformata in un tenue filo narrativo
sempre interrotto da digressioni; la relatività del tempo dell'esperienza umana è
evidenziata dalla frantumazione delle sequenze; espedienti tipografici quali asterischi,
lineette, spirali, contribuiscono a trasmettere il senso dell’inafferrabilità del reale.
Attraverso la soggettività di Tristram, personaggio-narratore, i cui pensieri non vanno di
pari passo con le parole, le sue reazioni emotive e i suoi sentimenti, che si conoscono
eventi e personaggi: il padre Walter, la madre Shandy, lo zio Toby, Trim, la vedova
Wadman, il parroco Yorick, il servitore Obadiah, tutti dominati da fissazioni e manie.
Sterne rielabora la narrativa precedente rinnovandone il discorso, affermando una
nuova visione soggettiva in cui l'idea della compattezza dell'uomo e del suo mondo è
ironicamente sconfitta dal dominio del particolare e dell'imprevedibile, e dove la
gerarchia dei valori, con alla testa la razionalità, viene sovvertita. La parodizzazione del
racconto basato su causa ed effetto, e su una concatenazione degli eventi e dei
rapporti tra i personaggi, viene in Tristram Shandy smentita, e mette in rilievo l'artificio
del processo letterario. Non solo il romanzo mostra come sia impossibile rappresentare
la realtà, ma questa diventa oggetto di dubbio. È così che l'operazione parodica
sterniana assume il valore di una contestazione delle concezioni che l'individuo ha di se
stesso e della propria identità.
A Sentimental Journey Through France and Italy, introduce nell'uso comune
l'aggettivo sentimental: all'inizio del 700 questo termine ha un significato diverso da
quello ora in uso, quali «opinione» e «giudizio»; solo dopo la metà del secolo inizia a
prevalere l'aspetto emotivo, anche se si conserva il valore etico.
Il Sentimental Journey si collega alla letteratura di viaggio e ai documenti del grand
tour che costituivano una parte cospicua della travel literature, il genere più popolare
del romanzo. Il libro di viaggio di Sterne è una parodia del genere e costituisce,
all'interno della travel literature, quello che con Tristram Shandy Sterne aveva fatto per
il romanzo. Esso ne è una sorta di continuazione, come si vede dalla presenza di Yorick,

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e dall'itinerario che ricalca quello di Tristram, ma è anche esempio di libro di viaggio


nuovo, e della riattivazione di un genere, basato sulla descrizione di aspetti minuscoli e
fugaci visti attraverso la soggettività dell'autore.

Il romanzo gotico
Il romanzo gotico si collega alla rivalutazione del sentimento e dell’emozione, alla
liberazione della fantasia. Vi rifluiscono il gusto per il pittoresco e il sublime che si
traducono nei paesaggi e nelle scene naturali, nelle iperboliche dimensioni delle visioni
oniriche, nell’abissalità con cui si confrontano le protagoniste, fanciulle perseguitate,
insidiate da malvagi. Anche se la conclusione di questi romanzi è quasi sempre un lieto
fine, predomina ugualmente l’emozione sublime, il terrore, accompagnato da
quell'astonishment per cui il soggetto perde ogni capacità razionale. È ovvia
l'opposizione al classicismo e il predominio di una nuova dimensione della percezione
fisica, che si perde nell'infinito e nell'incommensurabile. Le atmosfere del romanzo
gotico sono in associazione con la poesia preromantica, che trasforma l'elegia funebre
in poesia dei sepolcri, in commemorazione delle rovine, in meditazione sul passato e
sulla morte.
Precursore di questo romanzo è The Castle of Otranto di Horace Walpole, intellettuale
interessato all'arte e alla letteratura, viaggiatore curioso e autore di un affascinante
epistolario. Un castello esotico è lo spazio del romanzo: in esso, si articola una
complicata vicenda piena di spettri, fenomeni sovrannaturali, giganti, apparizioni
misteriose, storie di amore e morte. Vi dominano violente emozioni e passioni. Con
questo romanzo Walpole crea un nuovo genere attraverso la commistione di elementi e
forme narrative, traendo dalla favola, dal picaresco, dalla ballata, dal romanzo
cavalleresco, dal dramma, dal racconto orientale.
Il romanzo gotico si distingue in storico, sentimentale, orrifico e nelle loro
trasformazioni.
Vathek di William Beckford è la storia del Califfo che, insoddisfatto del suo mondo,
spinto dall'ansia di conoscenza e dall’attrazione del misterioso, intraprende un viaggio
che ha come approdo la caduta «nel più atroce inferno della letteratura, si costruisce
sui moduli della favola orientale, codificati però in senso opposto alla loro utilizzazione
didattico-moralistica. Quello di Vathek è lo spazio del perturbante, dove prevalgono
potenze misteriose. L'opera di Beckford resta isolata.
Con i romanzi di Ann Radcliffe le invarianti del romanzo gotico stabilite da Walpole (il
castello, l'abbazia, la foresta, la fanciulla perseguitata, il villain, l'eroe) vengono
riproposte e codificate e imitate autori meno originali. The Castles of Athlin and
Dunbayne di Radcliffe è influenzata da ballate e leggende, cui la scrittrice dà una vaga
patina storica. I paesaggi scozzesi lasciano affiorare le visioni inquietanti dei romanzi
seguenti, tutti ambientati in Italia, dove le immagini sublimi e la presenza di elementi
fantastici conferma il debito dell'autrice nei confronti di Burke. Il capolavoro di Ann
Radcliffe, The Mysteries of Udolpho, è incentrato sulle peripezie di una fanciulla
perseguitata, personaggio in cui si fondono la carica di cui è investita l'eroina del
romance e l'ideale di sensibility che, con la sua finale vittoria sul villain afferma il trionfo
del Bene sul Male.
In The Mysteries of Udolpho Emily di St Aubert e in The Italian Ellena di Rosalba
vengono chiuse in spazi labirintici e bui, in balia del malvagio, e devono superare
pericoli prima di arrivare al lieto fine con le nozze e la reintegrazione del legittimo
patrimonio. I romanzi di Radcliffe costituiscono delle sintesi dell'affermazione di valori
moralistico-sentimentali tipici della cultura borghese.
The Monk di Matthew Gregory Lewis è influenzata dai romanzi tedeschi del terrore, e
dagli elementi in questi contenuti, ispirati allo Sturm und Drang e tratti dalla letteratura
popolare, dalle ballate, dai racconti di magia nera. Non mancano echi dai Faust di
Marlowe e Goethe, evocazione di figure archetipe come l'Ebreo errante, riferimenti a
Shakespeare. Figure demoniache e spettri popolano il romanzo, in cui prevalgono
elementi sensazionali e inquietanti.

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Autrice di Frankenstein è Mary Shelley, figlia di William Godwin e Mary Wollstonecraft,


importante figura del mondo intellettuale dell'epoca. Mary conobbe e sposò il grande
poeta romantico P. B. Shelley. Fu mentre si trovava con lui in Svizzera insieme a Lord
Byron nell'estate del 1816, che scrisse, influenzata dalle storie tedesche di fantasmi,
Frankenstein, or the Modern Prometheus, ispirato a un incubo. Il romanzo racconta di
come lo scienziato Victor Frankenstein decide di costruire un essere umano dai cadaveri
e di dargli vita. La Creatura è così orribile che anche Frankenstein la rifiuta,
scatenandone la vendetta. La vicenda viene narrata sia da Frankenstein che dalla
creatura al capitano di mare Walton, che li incontra tra i ghiacci dell'Artico dove sta
navigando, e che a sua volta la trascrive nella sua corrispondenza alla sorella. Nella
scena finale il Mostro, dopo avere ucciso Frankenstein, assicura a Walton che non farà
più vittime e si toglie la vita.

JANE AUSTEN
Numerose parodie dei romanzi gotici appaiono negli ultimi anni del 700, e anche il
romanzo sentimentale viene parodiato, mettendone in rilievo la convenzionalità, gli
eccessi melodrammatici e il basso livello formale e stilistico. Le prime opere di Jane
Austen sono delle parodie del romanzo sentimentale in forma epistolare, e con
Northanger Abbey anche di quello gotico. Nella duplice parodizzazione del romanzo
sentimentale e gotico Austen coglie l'incrocio tra questi due generi, rilevandone punti di
contatto e differenze. Del romanzo sentimentale sono oggetto di parodia gli eccessi
legati all'esibizione della sensibility, del romanzo gotico l'autrice segnala il pericolo
dello scatenarsi di fantasie morbose nella mente dei lettori e delle lettrici. Per entrambi
i tipi di romanzo Austen compie un'operazione metanarrativa e, mettendone in rilievo i
maccanismi e gli artifici pone l'accento sui complessi rapporti tra realtà e finzione. I
romanzi di Austen (Sense and Sensibility, Pride and Prejudice, Mansfield Park, Emma,
Northanger Abbey e Persuasion) disegnano il percorso interiore di personaggi femminili
attraverso il confronto con il contesto sociale e in particolare con i condizionamenti che
impone nel pubblico e nel privato alla donna. L'ambito in cui si muovono le protagoniste
dei suoi romanzi può apparire ristretto a una lettura superficiale, ma in realtà i drammi
delle eroine rimandano a questioni fondamentali della cultura settecentesca, pongono
interrogativi sui valori dell'epoca. Nei suoi romanzi Austen elabora gli elementi della
narrativa sentimentale e di introspezione psicologica, ispirandosi a Richardson e Fanny
Burney. Attraverso una revisione critica e la parodia Sterne, rielabora e rivaluta il
romanzo sentimentale restituendogli dignità e valore.
Il «viaggio» di maturazione dell'eroe maschio, che si snoda all'esterno con
l'attraversamento di luoghi reali, e per il quale si ricorre alle forme dell'epica e del
picaresco diventa un percorso interiore non meno arduo, un passaggio dall'errore, al
suo riconoscimento, al suo superamento, fino all'approdo a una maturità e coscienza di
se e del mondo circostante. Le contrapposizioni che evidenziano nei suoi romanzi sono
trasmesse attraverso strutture dialogiche mimetiche, che contribuiscono alla loro
dimensione «realistica». Tali strutture consentono di esprimere linguaggi e registri
diversi e di caratterizzare i personaggi e la loro appartenenza a gruppi. Una dinamica
dialogica contraddistingue il flusso dei pensieri delle protagoniste austeniane, come si
vede in Emma. Qui la visione soggettiva dell'eroina rivela la complessità del reale. Con
questo monologo interiore Austen dà spazio all'interiorità femminile, all’espressione dei
sentimenti, dei bisogni delle donne.
Il suo romanzo presenta una protagonista consapevole, che si fa soggetto del proprio
discorso, che sottopone i fatti oggettivi a un'attenta riflessione, che domina emozioni e
sentimenti e afferma i propri principi e valori.

Dal romanticismo all’età contemporanea


Il preromanticismo
Caratterizzato da tre grandi rivoluzioni (industriale, americana, francese) il
Preromanticismo copre gli ultimi tre decenni del secolo. Segni di un gusto per una

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poesia che rispecchia l’animo del poeta nella natura sono tuttavia presenti nelle
Seasons di James Thomson, opera ispirata alle Georgiche virgiliane e nei rappresentanti
della «scuola sepolcrale», ossia Edward Young, William Collins, Thomas Gray.
Edward Young deve la sua fama ai Night Thoughts on Life, Death, and Immortality,
poema religioso basato sul rifiuto del poeta di ogni lusinga terrena e sull’aspirazione
alla consolazione eterna. La morte viene invocata come il «grande consigliere» capace
di ispirare all'uomo pensieri nobili e atti generosi. La morte assolve l'esistenza, dando
un senso alle speranze, alle virtù, ai dolori. Young sostiene che è la consapevolezza
della morte che permette agli uomini di sopportare i tormenti della vita. In Young
questo concetto ha una connotazione metafisica, ma per Keats si manifesterà come
una liberazione dai dolori della vita. Con Young diventano di moda come scenari poetici
le tombe, le rovine, i paesaggi scabri, i cieli scuri ed inizia un processo di
coinvolgimento diretto dell'io del poeta nella scrittura in versi. L'immagine dell'uomo
che emerge dai suoi versi non è sempre negativa, ma il poeta mette in luce
contraddizioni e contrasti, abiezione e purezza, miseria e splendore. Il nuovo gusto non
si nutrì solo di scenari gotici e stati d'animo malinconici, ma anche l'espansione del
movimento metodista contribuì a rafforzare la reazione contro il buon senso: la parola
d'ordine di John Wesley fu entusiasmo (contro la Chiesa d'Inghilterra).
Su questa linea riconosciamo anche William Collins, poeta dalle radici classiche,
celebre per le Odes on Several Descriptive and Allegorical Subjects. Altre odi sono
dedicate alla pietà, alla sera, alla musica, alle superstizioni popolari scozzesi, le quali
esaltano squarci di paesaggio e eccitano la fantasia del lettore.
Il poeta più caratteristico della scuola sepolcrale è Thomas Gray, classicista,
viaggiatore, pensatore e scrittore in versi. Elegy Written in a Country Churchyard (128
versi suddivisi in quartine a rima alternata) descrive la desolata esistenza di una
comunità rurale. Ciò che fece il successo dell'opera fu l'intonazione poetica, insieme
malinconica e misteriosa. L'io del poeta si impone fin dalla prima quartina, in modo
innovativo e «romantico». Il bisogno di solitudine e la necessità per l'uomo di meditare
in silenzio per ritrovare se stesso vengono ribaditi in un altro passaggio, ossia «Far from
the madding crowd's ignoble strife». La polemica di Gray sembra essere contro la
spersonalizzazione in seguito all’urbanizzazione, ma essa è molto più sottile: è rivolta
contro la gente ricca che abita in città e che deride i contadini. Tra loro potrebbe
nascere un grande uomo che però non avrebbe i mezzi per diventarlo. La vita contadina
è contrapposta alla leggerezza delle classi nobiliari, in un modo che potrebbe
richiamare Parini; ma quando il poeta riconduce tutto alla necessità di rassegnarsi alla
volontà di Dio sembra imporsi una tematica di stampo manzoniano. L'elegia di Gray si
presta a varie letture, da quella politica a quella intimistica, autobiografica.

Macpherson, Chatterton e Burns


Nel 1760 lo scozzese James Macpherson pubblica Fragments of Ancient Poetry
Collected in the Highlands of Scotland and Translated from the Gaelic or Erse Language,
seguito da Fingal e Temora. Queste e altre furono raccolte in un unico volume, The
Works of Ossian, attribuendo al guerriero Oisin la paternità dei testi giunti al poeta
grazie a dei manoscritti altomedievali. Un’indagine filologica dimostrò l'infondatezza di
ciò: Macpherson aveva tratto spunto da antichi testi poetici e leggende inserendo molto
di suo sul piano stilistico e dei contenuti. L’opera ebbe un gran successo, testimoniato
dalle varie traduzioni nelle varie lingue.
Ciò che affascinava gli intellettuali europei nei testi di Ossian contraffatti da
Macpherson è che quei testi in cui i cavalieri combattevano coraggiosamente e
soffrivano pene d'amore davano ragione a chi accusava la civiltà moderna di avere
corrotto un ipotetico uomo primitivo depositario di tutte le virtù.
Nel 1765 Thomas Percy pubblicò un'altra raccolta di poemi popolari e ballate, The
Reliques of Ancient English Poetry. In questo caso il manoscritto esisteva davvero, ma
nemmeno Percy fu immune da personali interventi: il miglioramento dei testi.
La forma di revival ebbe la sua vittima in Thomas Chatterton, suicida dopo essere
stato smascherato autore e non traduttore dell'immaginario poeta Thomas Rowley. Egli

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aveva dichiarato di avere trovato i manoscritti nella chiesa di St Mary Redcliffe a Bristol,
dove invece consultò solo antichi registri. Di suo mise tutto: lo spelling finto antico, il
lessico arcaico, i desideri di amore, giustizia, coraggio, fedeltà, al punto che Chatterton
divenne personaggio letterario, protagonista dell'opera teatrale di Alfred de Vigny. Egli
si trasformò in soggetto d'arte, divorato da pittori, poeti, musicisti fino a incarnarsi nel
prototipo dell’antieroe che non desidera più nulla per aver desiderato troppo.
L’interesse per il passato medievale, le forme arcaiche, le antiche radici delle lingue
favorì la pubblicazione di opere in dialetto o in lingua scozzese. L'apparizione sulla
scena di Robert Burns, poeta contadino divenuto poeta nazionale di Scozia, fu
annunciata da alcuni precursori. In particolare Allan Ramsay, che rielaborò in due
antologie il patrimonio della letteratura popolare scozzese a partire dal XV secolo.
Robert Fergusson, contadino e autodidatta, iniziò a versificare secondo i canoni della
genteel English tradition neoclassica senza ottenere grandi risultati. Quando scoprì il
filone dialettale ottenne subito successo, consegnando ai posteri una raccolta di Poems.
Burns sempre riconobbe il proprio debito nei confronti di Fergusson. Anche Burns morì
giovane, dopo aver vissuto una vita dura. I grandi capolavori vennero pubblicati nella
Poems Chiefly in the Scottish Dialect. Dopo il 1786 anche Burns si dedico alla
pubblicazione di antiche canzoni popolari alle quali ne aggiunse di proprie. Nonostante
le sue raccolte poetico-musicali, ossia Scots Musical Songs e Select Scottish Airs,
ebbero numerose ristampe la fama dell’autore è legata ad alcuni testi poetici come To a
Mouse o a ballate come Tom o’ Shanter o The Jolly Beggars. È possibile dedicare una
poesia lirica ad un topo se si impara a guardare a se stessi come parte integrante della
natura e del mondo animale, considerandolo capace di sofferenza fisica e morale. Se il
poeta è un contadino ciò è possibile. Bastano il sottotitolo e i primi due versi per
comprendere come il clima poetico sia diverso rispetto alle pastorellerie
settecentesche. Wordsworth riconobbe di avere assorbito da Burns alcuni concetti
essenziali per la sua teorizzazione del binomio poesia-natura. Burns anticipa dei punti
cardine del manifesto delle Lyrical Ballads di tredici anni dopo. Il linguaggio poetico
deve essere semplice, la natura non deve essere idealizzata, le oscure astrazioni non
servono. Ciò che conta è l'osservazione attenta e la partecipazione.

BLAKE
Ultimo poeta preromantico è William Blake. In lui si innestano un senso mitico e
misterico, un’ispirazione religiosa, una pulsione verso l’esoterismo. Blake ricorre alla
meditazione simbolica.
Il filosofo che darà voce alle istanze di cambiamento e utopia è William Godwin, con
Enquiry Concerning Political Justice e The Adventures of Caleb Williams. Per quanto
attiene ad altri tratti essenziali di Blake, il filosofo di riferimento è Edmund Burke autore
della Pbilosophical Enquiry into the Origin of our ideas of the Sublime and the Beautiful.
Blake, oltre che poeta è pittore e incisore e solo tenendo conto delle sue opere
figurative alla luce della teoria di Burke è possibile cogliere il senso della sua poesia.
Burke aveva teorizzato varie categorie di sublime: il senso di vastità, di infinito, di
terrore. In particolare fu quest'ultimo ad accendere gli animi degli artisti: il pericolo, la
pena, in quanto fonti di emozione portavano al sublime. Blake, sin da bambino, si era
sentito investito di un compito profetico, con visioni di Dio e degli angeli. Era inoltre
confortato da visite private di poeti come Omero, Virgilio, Dante, Milton. Le sue
fondamentali raccolte di poesie sono Poetical Sketches (raccoglie la produzione
giovanile), Songs of Innocence e Songs of Experience. Le ultime due rappresentano i
due opposti stati dell'avventura umana sulla terra: il primo guarda agli uomini e al
mondo con fiducia, ingenuità; il secondo vede l'umanità quale è, nella sua lotta per la
sopravvivenza. In questi canti è possibile configurare il dualismo tra bene e male,
paradiso e inferno, amore e odio. Blake è convinto che il positivo sia innato nel bimbo e
il negativo gli venga inflitto dalla società. Egli incarna la concezione romantica
dell'artista come profeta, convinto che solo l’intuizione e l'immaginazione permettono
all'uomo di entrare in contatto con la vera realtà.

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Celebri sono i brani dedicati a The Lamb e a The Tiger. Nel primo il poeta è
affascinato dalla purezza dell'infanzia e il riferimento a Cristo salvatore è trasparente.
Ciò è ribaltato nel brano dedicato alla tigre, simbolo di violenza, furore, male. Tuttavia,
se ritorniamo a Burke, nel male ritroviamo anche energia vitale, libertà: quella libertà
che le rivoluzioni avevano promesso. La tigre rappresenta quindi la rivoluzione.
Nei Prophetic Books Blake, anziché rispondere alla domanda delle Songs of Experience,
ispessisce la sua scrittura con elementi simbolici, rendendola sempre più
contraddittoria. Il messaggio di Blake è chiaro: il XVIII secolo sta tramontando e con
esso la speranza di riuscire a sconfiggere con la ragione il male.

La prima generazione romantica


Se il Romanticismo ha il suo epicentro tra il primo e il secondo decennio dell'800, in
Inghilterra la perdita delle colonie americane e i termini del trattato di Versailles del
1783 provocarono fermento politico e civile. Ne conseguì il rafforzamento di due
atteggiamenti politici opposti: da una parte il radicalismo di Tom Paine e il
protosocialismo di Spence e Owen, dall'altra la conservazione degli antichi valori, che si
fece sempre più crudele con l'esplosione della Rivoluzione industriale, fino a sfociare
nella sconfitta parlamentare del 1832 con l'approvazione del Reform Act.
Sul piano letterario occorre anticipare le datazioni rispetto ad altri paesi europei, e
considerare il 1798, anno di pubblicazione delle Lyrical Ballads, non come il momento di
inizio del movimento, ma come il suo culmine.
Nell'ambito del romanticismo inglese si distinguono tre generazioni: la prima con
Wordsworth e Coleridge, la seconda con Byron, Shelley e Keats, la terza dai contorni più
sfumati per la mancanza di grandi poeti.

WORDSWORTH E COLERIDGE
Nonostante la firma congiunta sulle Lyrical Ballads e il soggiorno nella stessa regione
del Cumberland, Wordsworth e Samuel Taylor non potevano essere più diversi. Infatti,
passati gli entusiasmi libertari le differenze emersero, fino alla rottura di ogni rapporto.
Tuttavia, negli anni giovanili, riuscirono a teorizzare una nuova estetica del testo
poetico. Quando vennero pubblicate per la prima volta, le Ballads non avevano alcun
commento e solo due anni dopo alla seconda edizione, i due poeti anteposero il
«Manifesto», detto Preface. In quel lasso di tempo essi risiedettero in Germania, dove
vennero a contatto con gli ambienti più avanzati sul piano del rinnovamento letterario e
filosofico: in particolare con il «gruppo di Jena». Al ritorno in Inghilterra tali idee vennero
rielaborate da Wordsworth e adattate a quanto già scritto con Coleridge. I cardinal
points della poesia sono il potere di suscitare la sympathy del lettore tramite una
completa fedeltà alle verità della natura, e il potere di conferire alla narrazione in versi
l'interesse della cosa nuova attraverso i modifying colours dell'immaginazione. Il primo
obiettivo è risvegliare l'attenzione del lettore e dirigerla verso la bellezza e le meraviglie
del mondo. I due poeti avrebbero quindi scritto una serie di poesie relativi ai due poteri.
La prima specie di composizioni, doveva incentrarsi su incidents and agents in parte
soprannaturali, per suscitare quelle emozioni che tali situazioni soprannaturali, se
vissute realmente, avrebbero provocato in qualsiasi uomo. In questo brano il poeta
descrive lo spirito in cui venne concepita The Rime of the Ancient Mariner. Per la
seconda specie di composizioni, i personaggi ed eventi dovevano essere scelti nella
ordinary life, ma Wordsworth gli avrebbe conferito the charm of novelty. In sintesi si
potrebbero quindi indicare negli aspetti notturni e diurni dello spirito umano gli indirizzi
speculativi dei due poeti.
Tra le composizioni di Wordsworth presenti nella prima edizione del volume alcune
vennero eliminate in quanto troppo rivoluzionarie. Altre composizioni di Wordsworth
nelle Lyrical Ballads potrebbero essere definite del candore miracoloso, in quanto il
poeta scava nella psicologia dei semplici, dei bambini. Esempio è We are Seven, in cui
l'io racconta l'incontro avuto con una contadinella di otto anni, alla quale chiede quanti
sono in famiglia. La bambina, nonostante due fratelli siano per mare e gli altri morti,
risponde sette.

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Nelle Lyrical Ballads troviamo quella che è ritenuta la più bella poesia di Wordsworth:
Lines Written a Few Miles above Tintern Abbey, on Revisiting the Banks of the Wye
during a Tour. Qui la natura è vista come fonte di conoscenza, infatti attraverso lo
studio dei più minuti fenomeni naturali all'uomo è dato di conoscere i misteri del cosmo
e di Dio. Alla funzione didattica ne consegue una etica: la natura è in grado di educare
l'uomo che impara ad ascoltarla. La capacità di sentire ci conduce alla terza funzione
della natura, ossia quella estetica: la natura come sorgente di bellezza per l'uomo che
la elegge a propria guida.
Ode on Intimations of Immortality mostra il diverso rapporto dell'uomo con la
natura nei tre stadi di sviluppo della sua psicologia: infanzia, giovinezza, maturità. I
resti dell'abbazia di Tintern, il suono delle acque che volgono verso il mare vicino: tutto
congiura affinché egli possa giungere a vedere into the life of things, cioè a togliere da
esse la patina del consueto.
The Rime of the Ancient Mariner nelle prime edizioni non ha le note esplicative che
appaiono solo con l'edizione del 1817. Ormai il rapporto con Wordsworth era finito e tra
le cause vi era l'accusa di Wordsworth a Coleridge di aver contributo all’iniziale
insuccesso del libro con l'oscurità della sua ballata. Coleridge fu uno scrittore
asistematico perciò è ancor più straordinario lo sforzo compiuto nella Rime per condurre
in porto il racconto, con la costruzione delle tre parti conclusive e un finale
moraleggiante. Si tratta però della zona debole del capolavoro, la storia del marinaio
sarebbe risultata più ricca se fosse rimasta incompiuta.
Mentre le prime parti costituiscono un paradigma di poesia supremamente compiuta, le
ultime vivono dello stupendo fragore di alcune immagini frammentarie, non
dell'insieme. Molti biografi hanno sostenuto che la ballata è una metafora dell’esistenza
di Coleridge, alcuni identificando la moglie nell’albatros trafitto dal marinaio. Con
un'interpretazione simbolista si potrebbe configurare nello strazio del marinaio,
condannato a ripetere la sua storia a chiunque incontra, lo strazio dell'artista che viene
salvato dalla sua capacità di immaginazione quando riesce ugualmente ad ammirare i
colori e i giochi dei mostri marini. Quest'ultima è una chiave interpretativa estendibile
anche a Kubla Khan, poiché se è possibile leggerne tutte le immagini in chiave
sessuale è possibile considerare il frammento come una allegoria della creazione
artistica, culminante nella costruzione del sunny pleasure-dome. La maggiore fonte di
ispirazione per Kubla Khan è Purchas his Pilgrimage, le cui radici sono nel Milione di
Marco Polo. In Kubla Khan il palazzo solare custodisce «caverne di ghiaccio», il fiume
Alfeo diviene il Nilo, le cui sorgenti sono in Abissinia, e così via. Coleridge dichiara di
avere assunto poco prima della scrittura dell'opera due grani di oppio. Ciò ebbe
un’influenza sul secondo 800 simbolista francese e purtroppo sono note le
degenerazioni di tante pretese artistiche nei confronti dell'assunzione di sostanze
stupefacenti. Coleridge, che si era posto il problema di che cosa sia l'immaginazione in
arte, definì col termine Imagination la vera attività creativa, e col termine Fancy
un’attività del nostro cervello.
Se Wordsworth da Godwin si volse a Birke, Coleridge visse il processo di abbandono
della foga rivoluzionaria in modo più ombroso. Anche lui prima sublimò nella
contemplazione della natura gli ardori politici frustrati, ma a differenza di Wordsworth
Coleridge intuisce la sterilità e in Dejection, an Ode dichiara di non provare più gioia per
il tramonto, la luna.
Per Coleridge l'occupazione intellettuale più costante è la speculazione metafisica; e
dopo aver abbandonato le dottrine di Hartley, Coleridge abbraccia la dogmatica
cristiana. Il poeta in età matura definisce l'empirismo come la storia dell’eclissi della
filosofia, esaltando il ritorno alla tradizione neo-platonica e mostrando di prediligere una
visione dell'uomo simile a quella di Milton in Paradise Lost. Il poeta rende ardua la non-
identificazione della propria maschera con quella di un vecchio che prega un eremita di
confessarlo. La penitenza cade allora su di lui in forma di racconto da ripetersi
all'infinito. Coleridge nella Biographia literaria ricorda che i suoi sforzi dovevano essere
diretti verso personaggi sovrannaturali o romantici.

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La vecchiaia di Wordsworth fu segnata dalla ricerca dell’emotion recollected in


tranquillity. Le composizioni successive testimoniano solo il tentativo di rivivere
emozioni che ormai il poeta non è più in grado di provare. Alla morte di Robert Southey
la regina Vittoria lo nomina poeta laureato. Dopo la sua morte, la moglie diede alle
stampe la più grande delle sue opere, The Prelude. Anche il titolo fu imposto dalla
moglie sulla base della funzione che l'opera doveva avere: quella di preludere a The
Excursion, l'opera intesa dall'autore come un poema filosofico sull'uomo, la natura e la
società. Nella prima stesura l’opera era stata pensata come un Bildungsroman
incentrato sullo sviluppo psicologico del protagonista dall'infanzia alla giovinezza. Il
prelude non venne pubblicato da Wordsworth perchè non vi si riconosceva più
ideologicamente. The Excursion costituisce solo in piccola parte la realizzazione del
poema vagheggiato in gioventù. L’uomo che Wordsworth ora voleva configurare doveva
essere un fedele suddito della regina vittoria, osservante dei riti della Chiesa anglicana.
Tuttavia The Prelude era ancora attraente dal piano poetico, così Wordsworth continua a
riscrivere l'opera fino a snaturarla ideologicamente, trasformandola da poema
romantico nella storia della crescita di un fanciullo timorato di Dio, ma nell’accezione
più anglicana, perbenista, conservatrice.
Se Wordsworth fosse morto all'età di Keats o Shelley sarebbe oggi celebrato come il più
grande poeta delle aspirazioni della giovinezza, invece oggi prevale l'immagine
pubblica senile di un cinico e egotistico.

SCOTT
Walter Scott esordì pubblicando tre volumi di ballate dell’antica tradizione scozzese dal
titolo The Minstrelsy of the Scottish Border, seguiti da diversi volumi di ballate dai
contenuti avventurosi, esotici, accattivanti. Il successo di Scott venne interrotto con
l'apparizione dei primi due canti del Childe Harold's Pilgrimage di Lord Byron. Superato
dalla fantasia di Byron Scott chiuse con la poesia per dedicarsi al romanzo storico.
Il suo esordio come narratore avvenne nel 1814 con Waverly, or 'tis Sixty Years
since. Il pubblico fu catturato dalla sua energia creativa, dalla freschezza e dalla
favolistica credibilità dei suoi racconti. Scott raccontava ciò che conosceva, il suo
passato era recente, vissuto da persone delle quali aveva udito i racconti da ragazzo. I
luoghi descritti erano quelli dove era vissuto.
Dato il successo ottenuto dal primo titolo, i romanzi successivi sono citati come il ciclo
di Waverly. Scott spiegò come l'ambientazione storica dei tre romanzi dovesse
considerarsi consequenziale, con Waverly ambientato al tempo dei nostri padri, Guy
Mannering al tempo della nostra giovinezza e The Antiquary negli ultimi anni del 700. A
mano a mano che gli eventi si fanno vicini c’è un calo di tensione eroica e per
reintegrare la perdita di pathos l'autore ricorre a un espediente narrativo: il
protagonista giunge dall'«esterno» nel cuore della vecchia Scozia. Una casata nobile e
decaduta è apparentemente priva di un erede diretto: occorre indagare in loco,
venendo in contatto con le tradizioni, il costume, la mentalità della vecchia Scozia. La
trama non mira all’elaborazione di forti psicologie, ma alla descrizione di un preciso
ambiente, ben noto all'autore. E da royalist quale è, Scott mostra anche il suo
compiacimento per la prosperità e la pace civile che l'estensione sulla Scozia del
dominio degli Hanoverians hanno garantito all’ex regno indipendente di Edimburgo. Il
messaggio finale dei suoi romanzi è che le avventure del passato sono esaltanti, ma
compito del presente è pianificare un futuro di pace e di prosperità per le generazioni
future. Nonostante Scott influenzò Manzoni nella concezione del romanzo storico
moderno, a differenza di questo non seppe contenersi nella scrittura e continuò a
pubblicare invece di ritornare sul già scritto perfezionandolo per i posteri. Rimangono
cosi di lui tante trame avventurose molto simili, tante eroine stereotipate e
intercambiabili da un romanzo all'altro.

Southey, Rogers e Landon


Robert Southey fu uno spirito ribelle affascinato dalle idee rivoluzionarie e libertarie,
reazionario e perbenista. Si dedicò alla mitologia, cercando di scrivere di tutte le

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mitologie della storia dell'umanità. Malgrado la capacità versificatoria e l'eleganza, la


sua poesia manca di una poetica personale. Così i suoi grandi poemi come The Curse of
Kehama risultano oggi illeggibili.
Southey completò A Vision of Judgement, in onore di re Giorgio III, in poche settimane
immaginando l'arrivo del sovrano in paradiso e l’accoglienza riservatagli. Byron, che già
aveva avuto modo di incrociare la penna con Southey, colse l'occasione per regolare il
conto dall'esilio italiano in cui si trovava e scrisse The Vision of Judgment. L'opera di
Southey è ipocrita, grottesca quella di Byron è vivace, spumeggiante, divertente.
Giorgio III, elogiato da Southey, viene presentato da Byron come un povero vecchio
incapace di cogliere la portata storica degli eventi coi quali si trovava a interagire. Le
situazioni descritte da Southey vengono ribaltate in feroce satira da Byron. Byron
mostra infine Southey sulla scena della sua Vision che comincia a leggere un suo
insopportabile poema. Persino gli angeli non resistono e si crea confusione, della quale
approfitta un povero vecchio per sgattaiolare non visto proprio in paradiso. Il poeta
precipita invece nel lago Windermere.
Southey viene citato da Byron anche nel Don Juan, dove gli è rimproverato il voltafaccia
politico.
Samuel Rogers ottenne la notorietà con la raccolta The Pleasures of Memory. Tra il
1822 e il 1828 pubblica una raccolta dal titolo Italy che è la sua opera più matura e
completa. Il poeta viaggia attraverso la penisola descrivendo ciò che lo incuriosisce, in
alcuni casi divenendo un narratore di racconti italiani anche per gli stessi Italiani, come
la storia della fanciulla Ginevra andata sposa a un Orsini, e morta il giorno delle nozze.
Walter Savage Landor, preso a modello da Dickens per il personaggio di Boythorn in
Bleak House, trascorre gran parte della sua esistenza adulta in Italia. Fu un
epigrammista e compose drammi in versi di imitazione alfieriana come Count Julian.
Compose vari poemi anche in lingua latina.

La seconda generazione romantica


BYRON
George Gordon Byron nasce a Londra e trascorre l'infanzia con una madre nevrotica e
una governante fanatica calvinista. Studia in Scozia, poi al Trinity College. La sua prima
raccolta, Juvenilia (poi Hours of Idleness) è del 1807. L’opera venne criticata dalla
Edinburgh Review, a cui il Byron replica col poema satirico English Bards and Scotch
Reviewers mostrando di avere la stoffa del grande polemista. Byron estende il suo
sarcasmo dai recensori ai poeti romantici della prima generazione, deridendo in
ciascuno l'atrofizzazione dell'impulso creativo iniziale. Dal 1809 al 1811 compie il grand
tour viaggiando attraverso Portogallo, Spagna, Grecia, Albania e vicino Oriente. Nel
1812 appaiono i primi due canti di Childe Harold's Pilgrimage, sorta di diario in versi dei
vagabondaggi del giovane Byron-Harold attraverso i paesi mediterranei, con il terzo
libro incentrato su Belgio e Francia. Nel quarto si sofferma sull'Italia dove abbandona
l'artificio del pellegrino e parla in prima persona. Tra il 1812 e il 1816 pubblica alcuni
racconti in versi quali The Giaour, The Bride of Abydos, The Corsair, Parisina e The
Siege of Corinth, di ambientazione orientaleggiante, e dà sfogo a una vena lirico-
intimistica destinata a restare indelebilmente.
Pur avendo criticato nella sua prima opera i presupposti del movimento romantico, fino
a questo punto Byron dimostra di non averli superati come poeta in proprio. L'impianto
dei racconti è gotico, apparendo il protagonista come l'essere stupendo caduto in
questo mondo da un mondo superiore. E il Byron del Childe Harold corrisponde al
personaggio tetro e malinconico denominato Mr. Cypress.
L'enorme successo rese meno prudenti certi atteggiamenti pubblici e privati di Byron,
come la pratica dell'omosessualità e dell'incesto. Il fallimento del matrimonio con Anne
Isabella Milbanke completò il quadro e il poeta dovette lasciare l'Inghilterra nel 1816,
rifugiandosi prima in Svizzera, poi in Italia. In Svizzera ebbe inizio il sodalizio con
Shelley, Mary e la cognata Claire, rivelatosi fruttuoso sul piano letterario, poiché portò

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alla composizione di Frankenstein di Mary Shelley e Manfred di Byron, che ci permette


di seguire l'evoluzione estetica byroniana. L'opera è già in bozze per l'editore londinese
Murray, ma come il soggiorno veneziano prosegue, Byron parve trovare la sua patria. A
Venezia era bello peccare e poi pentirsi. Byron ogni pomeriggio si recava al convento
degli Armeni, dove i padri lo accoglievano, parlavano con lui e gli insegnavano la loro
lingua. Poi le feste e le avventure stravaganti, al mattino la scrittura poetica. Su padre
Paschal, Byron modella il personaggio di San Maurizio nell’opera ormai conclusa, ma
che egli non si decise a pubblicare. Nella prima versione, l'abate era avido e malevolo,
in quella definitiva è degno e caritatevole e cerca inutilmente di strappare Manfred al
suo tragico destino. Pur fallendo, San Maurizio nella stesura definitiva appare come il
personaggio più positivo.
Nella primavera del 1817 a Venezia, Byron, grazie anche alla lettura di Pulci e Casti di
Ariosto e Boiardo, rivede sotto un'altra luce anche il grande patrimonio settecentesco
inglese: nasce così il Byron in ottava rima, eroicomico, lucido, che prende il posto del
Byron tetro.
Nel 1817 pubblica The Lament of Tasso, un canto d'amore che il poeta imprigionato
rivolge a Eleonora d’Este.
Nel 1818 compone Beppo: a Venetian Story, poema allegro e ironico ambientato
durante il carnevale: il marito torna e scopre la moglie con l'amante, ma non avviene
alcuna tragedia, solo una riconciliazione.
Nel 1818 inizia la composizione del Don Juan, opera basata sulle avventure e
disavventure che accadono al giovane nobile spagnolo in varie zone del Mediterraneo e
della Russia. Rilevanti, dal punto di vista della satira politica alle istituzioni britanniche
sono gli ultimi canti, incentrati sul soggiorno di Don Giovanni in Gran Bretagna come
diplomatico al servizio di Caterina di Russia. Straordinaria in quest'opera la duttilità
ritmica e lessicale del poeta, la capacità di sorprendere il lettore con battute brucianti, e
di coinvolgerlo.
Nel 1819 iniziò una relazione con la contessa Teresa Gamba Guiccioli, e attraverso il
fratello della donna, Pietro Gamba, Byron entra in contatto con gli ambienti carbonari e
comincia a essere controllato dalla polizia papalina. Si rifugia a Pisa, dove riprende il
sodalizio con Shelley e ottiene l'appoggio di Leigh Hunt per fondare «The Liberal». Il
primo numero mostra una traduzione di Shelley dal Faust di Goethe, ma la testata durò
poco.
Al periodo veneziano vanno ascritte anche alcune tra le più importanti opera di Byron,
come le tragedie di ambientazione locale Marino Faliero e The Two Foscari, ispirate alle
tragedie alfieriane. Byron fu I'unico tra i poeti romantici a non fallire completamente
come autore teatrale: crollarono Wordsworth, Coleridge, Keats, Scott, Southey. L'unico
autore a risultare rappresentabile con qualche successo fu Thomas Lovell Beddoes, che
combinò una forte dipendenza dalla tragedia elisabettiana con un’influenza di marca
tedesca, capace di fargli amalgamare l'elemento tragico-macabro e quello satirico-
grottesco.
Altre opere teatrali byroniane nell'ultima fase del periodo veneziano furono Heaven and
Earth, Sardanapalus e Cain, Werner e The Deformed Transformed.
Molti biografi hanno osservato che la propensione di Byron ad atti di coraggio e sfide
fisiche in parte una conseguenza della malformazione al piede sinistro che gli impediva
di camminare in modo elegante e veloce.
L'irrequietezza di Byron si manifesta sempre più dopo la morte per annegamento di
Shelley, avvenuta nel 1822: solo gli atti estremi ormai lo attraggono. È palese come egli
cerchi di dare di se l'immagine dell’uomo d’azione. Matura la campagna di Grecia con
l’obiettivo di servire la causa della libertà in quel paese addormentato da secoli. L’11
agosto 1823 è a Itaca: vuole dormire in una grotta, si ubriaca, rifiuta qualunque
conversazione di tipo letterario.
Tra le prime azioni utili che Byron compie a Cefalonia è l'aiuto a una signora dell'alta
borghesia caduta in rovina con due figlie. Venuto a conoscenza di ciò, il maschio
quindicenne della signora, Lukas Chalandritsanos si offre al servizio di Byron e sarà il
suo ultimo amore.

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Il 5 gennaio 1824 il poeta si stabilisce con Luke a Missolungi. Le sue condizioni di salute
peggiorano perché si rifiuta di curarsi come dovrebbe, magari accettando di rinunciare
all'impresa di rientrare in Italia, come gli chiede di fare Teresa Guiccioli. Il 25 gennaio è
nominato comandante di Lepanto. Tre giorni prima il poeta aveva già scritto l'epigrafe
con la composizione dell'ultima poesia: On This Day I Complete My Thirty-sixth Year.
Un’immagine lega questo componimento alla produzione byroniana maggiore: quella
della foglia gialla, ad indicare la vita che si spegne. Il 19 aprile Byron muore, dopo un
attacco di febbre reumatica.

SHELLEY
Percy Bysshe Shelley nasce nel Sussex, e viene educato alla Sion House Academy
mostrando una predilezione per le materie scientifiche. Era attratto dall'elettricità e dal
magnetismo. Non riusciva a socializzare ed era soprannominato mad Shelley. Le prime
prove letterarie risalgono al 1810 con la composizione del romanzo Zastrozzi e Original
Poetry by Victor Cazire. Entrambe risentono dell'attrazione per il romanzo nero e il
Preromanticismo piu sepolcrale. Iscritto a Oxford, viene espulso per aver scritto un
libretto dal titolo The Necessity of Atheism. Il padre sdegnato rifiuta di accoglierlo in
famiglia e lui sposa la sedicenne Harriet Westbrook dalla quale avrà due figli. Diviene
discepolo di Godwin e, sotto la sua influenza, radicalizza la propria posizione di ateo e di
estremista anarchico-libertario. Risale al 1813 la prima importante pubblicazione,
Queen Mab. Si innamora di Mary, figlia di Godwin e fugge con lei in Svizzera. Il poeta da
alle stampe un altro libello contro la sensatezza di ogni credo religioso, ossia Refutation
of Deism. Ritornato in Inghilterra, alla morte del nonno, eredita una discreta somma che
gli permetterà di godere di una discreta rendita. Compone il poema Alastor, or the Spirit
of Solitude e nel 1816 scrive Hymn to Intellectual Beauty, dove lo spirito di ribellione
del poeta contro ogni imposizione di tipo dogmatico si presenta in una fusione tra
istanze razionalistiche e romantiche.
In Svizzera incontra Byron in fuga dall'Inghilterra. I due non si piacciono: per Byron
Shelley è troppo filosofo, per Shelley Byron troppo «aristocratico». Tuttavia forte fu tra
loro una sorta di attrazione.
Nel 1818 Shelley decide di trasferirsi in Italia ma prima di lasciare l'Inghilterra frequenta
per qualche mese la cerchia di Hunt, dove conosce Keats. Nel 1817 compone The
Revolt of Islam, un'opera dove cerca di unire le istanze femministe di Mary con quelle
ideologiche di suo padre. La fanciulla Laon riesce a scatenare la rivolta contro i tiranni e
ad avere ragione degli oppressori. E anche se Laon finisce sul rogo, il poema si chiude
con la nota ottimistica sull’eternità del genio e della virtù. In Italia, con Mary, Shelley si
rifugia sui colli Euganei, e a Villa Cappucci inizia la composizione del dramma
Prometheus Unbound, dove riesce meglio ad esprimere i suoi ideali di rigenerazione
umana attraverso la ribellione intellettuale, morale e sociale. Il poeta racconta del
trionfo di Prometeo su Giove (trionfo della libertà sulla tirannide) grazie all'intervento di
Ercole. Si instaura così il regno dell’amore dove troni e altari saranno solo ricordi del
passato. Un lungo soggiorno di Shelley ebbe luogo a Napoli, nel cui clima il poeta
sperava per la rigenerazione dei propri polmoni. Qui compone forse la più shelleyana
delle sue liriche: Stanzas Written in Dejection Near Naples. Vi si trova la
contemplazione di una natura dolcissima e sontuosa, avviata verso il tramonto del
giorno. Ad essa si contrappone il poeta con le sue problematiche esistenziali, la
solitudine. Infine la similitudine: quando io morirò, dice Shelley, verrò pianto da alcuni
uomini, come io piango l'abbandono del giorno alla terra; ma il mio ricordo in loro
resterà sotto la forma del rimpianto mentre io di questo giorno ricorderò la felicità.
Risale al soggiorno fiorentino la composizione di Ode to the West Wind, in cui il poeta
proclama uno slancio vitale di grande efficacia. Per alcuni il vento dell'Ovest è simbolo
della Rivoluzione americana e quindi di quella libertà destinata a risvegliare la vecchia
Europa. L’aspirazione del poeta è quella di un Prometeo volto a divenire Ariele
sottraendosi a ogni vincolo, a ogni legame anche con la propria corporeità. La grande
capacità evocativa del testo risiede nelle scelte lessicali, leggere ma al contempo dense
e sonore. In questa lirica Shelley è da accettare nel suo immenso afflato o da rifiutare

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come inconsistente sul piano di un messaggio condivisibile. In questa ottica, su di lui vi


si scagliò la penna di Peacock, con la creazione del personaggio di Scythrop, un giovane
intellettuale e malinconico, diviso tra due amori e ben provvisto di spleen.
Lo Shelley italiano è anche il coerente e lucido illustratore di psicologie nel poema
Juliano and Maddalo, incentrato sulla considerazione del potere che l'uomo ha sulla
propria mente, dopo una visita al manicomio di Venezia; è l'innamorato platonico di
Emilia Viviani per la quale compone Epipsychidion, è autore di serenate amorose, è il
poeta delle entità simboliche: la luna, il velo, l'allodola.
La luna in un frammento trasfigura diventando una “pallida lady morente”. Il velo,
sigillo di un memorabile sonetto, occorre strappare quel velo per avere una completa
visione della verità. L'allodola, la cui felicità squillante il poeta ode, ricorrendo a termini
in bilico tra il piacere e il dolore.
Nel componimento Ozymandias, scritto nel 1817, dalle sabbie del deserto emergono i
resti del monumento al faraone; ma l'artista che scolpi quei lineamenti vi impresse la
propria repulsione per il potere assoluto. Cosi è grazie all'artista se del faraone abbiamo
memoria, una memoria negativa.
Al periodo italiano appartengono anche due scritti in prosa di Shelley. A Philosophical
view of Reform è basato sull'illustrazione di una graduale riforma delle istituzioni
sociali e politiche inglesi, A Defence of Poetry sulla difesa del ruolo eterno e
universale della poesia, proclama la supremazia dell'immaginazione sulla ragione.
Le ultime due opere di Shelley risalgo al 1821 con Adonais e al 1822 con The Triumph of
Life. Adonais è un'elegia sul modello del lamento di Bione per Adone, in cui Shelley,
oltre a piangere l’amico si scaglia contro la miope critica britannica, colpevole di averne
stroncato le prime prove. The Triumph of Life è composto in terza rima sul modello
dantesco. Il poeta racconta di aver avuto una visione delle umane moltitudini, in mezzo
alle quali avanzava il grande carro di trionfo della vita, trascinando anche schiavi in
catene. Sul modello dantesco qui è Rousseau a chiarire che gli uomini incatenati sono
the great, the wise, the unforgotten. L’uomo è destinato a soccombere dopo una
giovinezza trascorsa a sperare di cambiare il mondo.
L’8 luglio 1822 dopo essersi recato a Pisa per incontrare Leigh Hunt, Shelley riprese il
largo da Livorno per rientrare in compagnia di due amici, ma annegarono nel corso di
un nubifragio. Il corpo di Shelley venne rinvenuto sulla spiaggia di Viareggio e cremato
alla presenza di Byron e Trelawny.

KEATS
John Keats nasce a Finsbury e cresce nella tenuta agricola dei nonni materni. Perde i
genitori e il fratello in giovane età. Non può frequentare l'università e ottiene solo un
diploma di chirurgo abilitato a esercitare sulle navi. Tuttavia il poeta, che aveva studiato
latino e francese traducendo migliaia di versi di Virgilio e Fenelon, non praticherà mai
alcun mestiere, vivendo grazie a una eredità materna e a qualche sovvenzione degli
editori. Nel 1814 scrive versi in stile byroniano e compone il sonetto To Lord Byron.
L'infatuazione ha breve durata: il giovane si avvicina alle idee della sinistra radicale e
alle questioni religiose. Più duratura è l'influenza di Wordsworth, scossa dalla sua
conoscenza diretta. Keats si aspettava di incontrare l'autore di Tintern Abbey, invece gli
si presenta un altezzoso signore di mezza età, insofferente a ogni discussione.
Alla fine del 1815 Keats trova l'ideale punto di riferimento letterario nella redazione di
«The Examiner», il periodico diretto da Leigh Hunt. Scrittore, poeta, giornalista, Hunt fu
una figura chiave e trasformò la sua casa in un luogo di ritrovo per giovani letterati. Fu
lì che Keats compose la sua prima poesia-capolavoro, On First Looking Into
Chapman's Homer. Non avendo studiato greco, il poeta conosceva Omero solo nella
traduzione neoclassica di Pope. A casa di Hunt scoprì la versione dell'elisabettiano
Chapman. Fu una folgorazione che porto Keats alla composizione di un sonetto basato
sulla descrizione della sorpresa attraverso due similitudini: quella dell'astronomo e
quella del conquistatore. Nel 1817 esce il suo primo volume di versi, Poems,
contenente Sleep and Poetry, e inizia la composizione di Endymion, dopo una

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scommessa con Shelley su chi fosse riuscito per primo a concludere un poema di
quattromila versi.
Il concetto di negative capability, costituisce il cardine della sua filosofia: si tratta
della capacità di vivere senza certezze assolute o credenze metafisiche. Dalla
pubblicazione di Endymion in poi, tutto per Keats comincia a prendere una piega
negativa: peggiorano le condizioni finanziarie, ottiene solo recensioni negative, si
manifestano i primi sintomi del male che lo distruggerà.
Keats doveva produrre poesia: progettando il grande poema epico-mitologico, mettendo
in versi il progetto poetico romantico in Sleep and Poetry. Tutto questo lavoro non lo
avrebbe certo consegnato alla storia della poesia se, in qualche rilassato momento di
non-progettazione gli dei non fossero venuti a trovarlo. Si pensi alla ballata La belle
dame sans merci, composta nel pieno ribollire di mitologie e teorie, senza dare al
componimento alcuna importanza ma divenendo poi il maestro venerato dei
preraffaelliti.
Le composizioni grazie alle quali il nome di Keats resterà per sempre non vennero
«programmate» ma giunsero al poeta spontaneamente. Nel 1818 Keats è reduce da un
tour a piedi in Scozia. Egli progetta di cantare in versi il rovesciamento dei Titani da
parte degli dei guidati da Giove. L’ambizione è di consegnare ai posteri un’opera degna
di competere con Paradise Lost di Milton; un'opera dalla versificazione eroica e ricca di
temi filosofici e sociopolitici capaci di coinvolgere i lettori. Interrompendosi a metà del
libro Keats si sente deluso e frustrato, confessa di dovere studiare ancora molto la
mitologia per completare l'opera, e ammette di star scrivendo di getto altri brevi
componimenti, ossia le «odi di maggio» del 1819.
L'occasione alla composizione di Ode to a Nightingale è costituita da un usignolo, che
affascinò Keats al punto da indurlo ad ascoltarlo fino a inebriarsi del suo canto.
L’opposizione tra caducità della vita e immortalità del canto dell'usignolo, può essere
assunta a tema del componimento, con un’eternità promessa solo dalla natura in virtù
della sua capacità di riprodursi. L'usignolo a mano a mano che le strofe si susseguono si
trasfigura in mito. Nella concezione che non l'uccello, ma il suo canto sia immortale,
possiamo percepire una prima indicazione del testamento spirituale di Keats.
Memorabile la contrapposizione tra il mondo nordico e quello mediterraneo, dove
solarità e sensualità allietano l'esistenza di ogni uomo.
La Ode on a Grecian Urn ha fatto discutere i critici per l'interpretazione dell'ultimo
distico. Essendo andato perduto il manoscritto originale, nessuno sa se tali versi
vengono proferiti dall’urna quale monito all'umanità, se all’urna sia la voce del poeta a
rispondere o se l’intero distico venga rivolto dal poeta all'urna. Keats non si pone il
problema di chi parli o risponda.
Per quanto riguarda l'ispirazione alla scrittura bisogna rifarsi a On Seeing the Elgin
Marbles, composto dopo aver visto al British Museum i fregi da poco trafugati da Lord
Elgin dal Partenone. Il tema sedimentò per due anni nell'animo del poeta e produsse
effetti poeticamente dirompenti grazie alla tensione versificatoria. Keats racconta ciò
che immagina, infatti un'urna greca siffatta non esiste, e lui non era mai stato in Grecia.
Keats, che aveva sfiorato il tema della condanna alla scomparsa del fascino, del piacere
e della bellezza, che aveva rivolto parole di rimpianto al ruscello, ai ramoscelli, nella
Ode on a Grecian Urn giunge alla fusione di tutti questi motivi, incidendo l’amante che
sta per baciare la fanciulla e resterà per sempre nel momento del massimo desiderio;
lasciando in eterno il suonatore a emettere la melodia più bella, rendendo le fronde
dell'albero fiorite per sempre. A Keats non importa più dei libri da pubblicare, dei lettori
da acquisire. Nel 1820, quando sta per partire per l'Italia, ignora l'uscita dell'ultima
raccolta.
In To Autumn il mutamento può essere sintetizzato nella trasformazione del terrore
della morte in un’accettazione di essa. Keats, che aveva assistito all'agonia della madre
e del fratello, avendo chiare alcune nozioni di medicina, capi che cosa significasse il
colore di un certo fiotto di sangue, conoscendo la differenza tra sangue venoso e
arterioso. In To Autumn è palese l'accettazione della propria fine, non sentita come una
condanna, perché priva della ribellione all'idea della morte che, nella Ode on a Grecian

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Urn, accende le esclamazioni di desiderio verso l’eterna giovinezza. In Ode to a


Nightingale è forte la presenza dell'io narrante. La morte in To Autumn è superata
dall'annullamento dell'io nel principio di ciclicità: le rondini torneranno, la stagione
rifiorirà. Nelle ultime settimane di sofferenza il poeta dichiarava ancora di ammirare la
figura umana di Cristo, ma di non poterne ammettere la natura divina. Venne sepolto
nel Cimitero degli Inglesi.

HEMANS E CLARE
Felicia Hemans non fu meno nota di Scott o Byron. Solo dopo il suo pathos poetico
venne riconosciuto piu sentimentale e superficiale che profondo e consapevole. Una
totale fede religiosa nel cristianesimo anglicano permea la sua opera. Tuttavia quando
cerca di conferire alle proprie composizioni uno spessore piu filosofico mostra i propri
limiti. Di Hermans va ricordata la ballata Casabianca, dedicata a un fanciullo, figlio del
capitano della nave in fiamme, che si sacrifica sul ponte di comando al posto del padre.
Per quanto riguarda Clare dopo il discreto successo ottenuto con la raccolta Poems
Descriptive of Rural Life and Scenery, ebbero scarsa eco due libri successivi, finché
il poeta venne ricoverato in manicomio. Poiché durante il ricovero Clare scrisse senza
mai pubblicare, l’assetto filologico della sua opera è andato compiendosi solo in anni
molto recenti, e forse non è ancora concluso.
La saggistica
Variegata durante il periodo romantico è la produzione saggistica, che presenta autori
importanti sia in ambito filosofico-politico che estetico-creativo. Importante è The
Wealth of Nations di Adam Smith, che può essere riconosciuto come il padre delle
teorie economiche liberiste.
Piu nel cuore del periodo romantico si colloca Jeremy Bentham, teorico
dell'utilitarismo. Egli riteneva che l'interesse sociale era dato dalla somma degli
interessi individuali ed ebbe grande influenza sugli sviluppi del capitalismo. Egli
contribuì alla riforma del Parlamento inglese in senso liberale e perfezionò le dottrine
del suo predecessore David Hume propugnando una sorta di sistema empirico applicato
alla scienza politica.
Altra opera importante è Vindication of the Rights of Women di Mary
Wollstonecraft.
In ambito della saggistica politica, vanno ricordati David Ricardo, che riuscì a dotare di
grande praticità le dottrine di Bentham propugnando il concetto di libero scambio
anche tra nazioni diverse, Thomas Robert Malthus, la cui dottrina volta al controllo della
crescita demografica è oggi applicata da interi Stati-continenti, John Stuart Mill, che
individuò nella natura umana l'esistenza di un sentimento morale disinteressato,
capace di apportare enormi rivolgimenti sociali. Per Mill è fondamentale conciliare i
diritti dell'individuo con gli interessi della collettività, e di favorire il rafforzamento tra
potere legislativo, esecutivo e giudiziario.
Considerando la saggistica letteraria abbiamo William Hazlitt, Thomas De Quincey e
Charles Lamb. Lamb fu poeta, narratore, drammaturgo ma non eccelse finché non di
dedicò alla scrittura saggistica. In questo ambito distinguiamo due differenti maniere di
scrittura e di approccio agli argomenti trattati: uno è quello letterario o di critica
teatrale, dove l'artista rivela una notevole tenuta retorica e un gusto per gli arcaismi, la
ricercatezza stilistica, la costruzione barocca del pensiero. In questo ambito le sue
opere maggiori sono Specimens of English Dramatic Poets Who Lived About the Time of
Shakespeare e On the Tragedies of Shakespeare.
Nel 1820 apparve sul London Magazine un articolo intitolato Recollections of the South-
Sea House firmato «Elia» e basato su onirici ricordi infantili, esposti in uno stile
semplice, elegante, accattivante. Gli articoli erano venticinque e divennero un volume
di successo, Elia: Essays Which Have Appeared Under That Signature in the London
Magazine. Seguì The Last Essays of Elia.
L’indole genuina di Lamb, il suo stile umoristico, ma non superficiale, gli argomenti
apparentemente frivoli, ma nella sostanza profondi sono speculari alla firma che scelse
per il suo alter ego, Elia, anagramma di a lie, «una bugia». Lamb visse sempre

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artisticamente, frequentando teatri e salotti, per dimenticare la vita privata, costituita


da un monotono lavoro di impiegato presso la Compagnia delle Indie e da una vita
familiare rischiosa: viveva con la sorella pazza che aveva assassinato la madre. Nei
periodi di lucidità, la sorella mostrava di possedere doti di sensibilità e intelligenza, che
Lamb sfruttò scrivendo con lei libri di fiabe e una raccolta di Tales from Shakespeare, in
cui viene raccontato ai bambini ciò che di Shakespeare possono capire.
Lamb divenne famoso per la necessità che sentiva di svagarsi, e di mostrarsi distratto,
sognatore, accentuando questi tratti come peggioravano le condizioni in casa o sul
lavoro. Cercò di vivere in un sogno, raccontando debolezze e capricci suoi e della buona
società. La produzione poetica di Lamb inizia con la raccolta Old Familiar Faces, poi
l'elegia On an Infant Dying as Soon as Born e la raccolta Album Verses.
Rispetto a Lamb, lo stile di William Hazlitt è semplice, moderno, disadorno; fu più lui a
rendere davvero inglese lo stile saggistico di Montaigne. Hazlitt presenta una
produzione distinguibile in tre aree: quella della critica d'arte, quella letteraria, quella
varia. Quest'ultima colpisce il lettore per la potenza di certe immagini: il saggio Going
to a Fight è ancora oggi di un sorprendente realismo, tanto da fare pensare ad una
preferenza dell'autore per descrizioni di azioni eroiche o grandiose. In questa linea è
possibile configurare anche Life of Napoleon, da cui traspare un sentimento
ambivalente nei confronti del conquistatore: da un lato la sua esaltazione, dall'altro il
disprezzo per chi li tradì. Possiamo includere anche The Feeling of Immortality in Youth,
dove il senso di potenza e di violenza è più psicologistico, ma non per questo meno
sbalorditivo. Le principali raccolte di questo tipo furono The Round Table e The Plain
Speaker.
Hazlitt mostra interesse per gli argomenti di tipo politico e sociale e ne parlò
esercitando al massimo livello il suo mestiere di critico letterario. Nel saggio My First
Acquaintance With Poets, le figure di Wordsworth e Coleridge vengono sviscerate con
obiettività su due piani contrapposti: quello della condanna per il loro passaggio alla
parte più conservativa e quello dell’esaltazione dei loro giovanili capolavori letterari.
Abile anche nella scrittura aforistica, Hazlitt ha scritto pagine di critica shakespeariana
in Characters of Shakespeare's Plays, contribuendo alla divulgazione del bardo e di
critica sulla storia della poesia inglese dalle origini all'800 in Lectures on the English
Poets.
Hazlitt definiva il suo stile familiar style, sottolineando come la sua scrittura fosse
basata sul ritmo della conversazione, sul respiro della lingua parlata. Questo è evidente
negli scritti d'arte, tra i quali di rilievo resta il reportage redatto in occasione del suo
secondo viaggio di nozze: Notes on a Journey Through France and Italy.
Thomas De Quincey, dotato di grandi doti linguistiche ma di carattere ribelle e
dissipatore, collaborò con giornali e riviste per sopravvivere. La forma saggistica gli
venne dalla misura giornalistica cui subordinò la prosa. Aveva molto da raccontare,
come dimostra l’opera Confessions of an English Opium-eater, sorta di
autobiografia che unisce alla narrazione di avventure picaresche il racconto della
dipendenza dall’oppio. La prima volta era accaduto a Oxford, si trattava di una funzione
analgesica. Poi la dipendenza, con lo studio sulla sua indole e mente degli effetti
provocati dalla sostanza. Il pubblico era curioso a riguardo. Vi era attenzione, anche
morbosa, ma non la consapevolezza dei pericoli sociali che tale dipendenza avrebbe
potuto apportare. Si trattava, sia per l'autore sia per i lettori, di un gioco dove era
assente la responsabilità sociale. Così De Quincey esaltava i piaceri dell'assunzione coi
sogni e le immagini fantastiche da essa apportate. Oltre ai piaceri, l'oppio apporta
anche le pene, dalle quali però non è staccato il godimento.
L'abitudine a narrare le proprie visioni sconfina nella capacità di analizzare i propri
sogni e l'autore mostra un’abilità che annuncia il metodo poi reso scientifico da Freud.
Nel saggio On Murder Considered as One of the Fine Arts, De Quincey anticipa la
tematica wildiana dell’irresponsabilità morale dell’arte, Baudelaire nella curiosità
amorale, Poe nello stile di narrazione dell’orrifico.
Per la saggistica letteraria celebre è On the Knocking at the Gate in Macbeth, dove
analizza le ragioni della necessità, nella scena III dell'atto II, di riprodurre quell'insistito

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battito al portone. Dopo l'assassinio, occorreva una percussione, qualcosa che


dimostrasse agli spettatori che il battito della vita riprendeva a pulsare.
Egli fu anche un analista del potere della letteratura sui lettori e famosa è la sua
distinzione (in The Literature of Knowledge and the Literature of Power) tra la pagina
scritta che parla al fine di trasmettere una mera conoscenza e quella che parla al più
alto livello della possibilità di comprensione di una mente umana senza
apparentemente nulla insegnare. De Quincey aveva un gran legame con Wordsworth e
Coleridge. Nel 1800 si era stabilito nella regione dei laghi per rivivere le grandi
emozioni paesaggistiche primo romantiche. La confidenza con gli autori gli permise di
scriverne un ritratto a tutto tondo, ma quando pubblicò Reminiscences of the English
Lake Poets Wordsworth andò su tutte le furie, non capendo che quello scritto avrebbe
contribuito a consolidare la sua leggenda.
Thomas Babington Macaulay fu un talento istituzionale. Fu poeta e sul modello di
Walter Scott compose i Lays of Ancient Rome; fu critico letterario, storico della
letteratura, polemista. Seppe essere tagliente come storico e documentatissimo nella
scrittura pamphlettistica. L'opera per cui viene ricordato è The History of England
from the Accession of James II, dove sottolinea il valore del compromesso
conseguito alla Rivoluzione gloriosa del 1688 come base della futura prosperità
dell'Inghilterra. Egli credeva nello Stato di diritto e nell'alternanza al potere tra tories e
whigs. Da whig si sentiva legato alle teorie di Adam Smith e Jeremy Bentham e
avversava quei conservatori che rimpiangevano un’Inghilterra semplice e rurale con il
potere nelle mani della Camera dei Lords. Tra questi Robert Southey, che Macaulay
attacca in un famoso saggio-stroncatura dei Colloquies del poeta laureato. Southey
viene messo a tacere con gli argomenti della libertà di stampa e dibattito e con la
necessità di un minor intervento dello Stato nella libera iniziativa dei cittadini. Macaulay
sostiene che le condizioni di vita medie della popolazione sono migliori rispetto a un
secolo prima e saranno ancora migliori dopo un altro secolo quando gli uomini si
faranno aiutare da macchine. Per Macaulay i governi devono solo mantenere la pace,
difendere la proprietà, assicurare un’amministrazione della giustizia efficace,
risparmiare sulle spese nella pubblica amministrazione.
Thomas Carlyle avrà una grande influenza sulla scena letteraria, politica e sociale.
Legato alla cultura idealistica tedesca, vede nell'universo un simbolo della potenza
divina che si manifesta nella personalità dei grandi uomini. Egli cerca di svalutare il
fascino della ricerca scientifica e della tradizione empirica. Il suo potrebbe essere
definito come il più brillante tentativo di introdurre in Inghilterra il germe dello Stato
etico. La sua opera principale, Sartor Resartus, appare nel 1833 e possiede una forte
connotazione didattico-allegorica. L'autore espone le idee di un collega filosofo tedesco
autore di un trattato sui vestiti. La morale è che le istituzioni umane, come i vestiti, si
logorano e occorre eroicamente liberarsene per cambiarle. Accettando le regole di uno
Stato di diritto, possono essere operati tutti i cambiamenti che la società richiede,
tenendo fissa la separazione dei tre poteri dello Stato. Ma a Carlyle non piace il fatto
che uno Stato di diritto non abbia bisogno di eroi, che non abbia fini etici da
raggiungere. Rispetto a questo argomento i poeti di cui ci siamo occupati furono
sempre piuttosto sbilanciati, eccedendo nelle proteste o cadendo in estremismi
reazionari.
ETA’ VITTORIANA
I caratteri principali del periodo vittoriano
Il regno della regina Vittoria (1837-1901) ha la stessa duplice natura delle fiabe,
appartenendo a un'epoca che sembra remota per molte sue caratteristiche, e
proiettandosi nella dimensione dell'attualità. Nei primi decenni del 900 l'epoca
vittoriana era stata ridimensionata dai modernisti, che avevano denunciato l’ipocrisia e
il conformismo dei suoi ceti dirigenti, l’asservimento di molti artisti al perbenismo
borghese, la bruttura delle condizioni di vita. Virginia Woolf presenta in Orlando l'epoca
vittoriana come un periodo intriso di umidità spirituale e materiale, tetro e opprimente
soprattutto per le donne.

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L'epoca vittoriana è attraversata da alcune figure memorabili, come Darwin, Marx,


Florence Nightingale, Disraeli, Morris, Wilde, ma anche dalle hands, le masse proletarie
impiegate negli opifici, nei quartieri squallidi delle città industriali delle Midlands, la
fascia centrale dell'Inghilterra dove fu forte la diffusione di una nuova forma di
produzione, basata sulle macchine e sulla divisione del lavoro manuale. La Rivoluzione
industriale è un processo lento che parte dagli ultimi due decenni del 700 e che
raggiunge il culmine verso la metà dell'800.
Nel 1829 in Signs of the Times, Thomas Carlyle parlò della nascita di una Mechanical
Age. Essa si traduce in una serie di fenomeni di enorme portata: un universo ancora
rurale e patriarcale si mette in moto verso le città. Aumenta la popolazione, anche per il
calo della mortalità infantile. Si modificano le condizioni di lavoro e nasce un nuovo
ceto, il proletariato, mentre la borghesia mercantile e imprenditoriale intacca il potere
della nobiltà, con cui tuttavia stabilisce una collaborazione fruttuosa per entrambi,
rappresentata a livello politico dall'alternanza dei governi Tory (conservatori) e Whig
(liberali aperti alla nuova economia).
Tuttavia la realtà è più complessa: basti pensare alle tendenze protezionistiche della
borghesia imprenditoriale o al tentativo di alleanza dell'aristocrazia con i ceti umili.
Conservatori e liberali condivisero l’esigenza di arrivare ad un allargamento
dell'elettorato come dimostrano i Reform Bill del 1832 e 1867.
La storia dell'Inghilterra vittoriana comprende anche misure volte a migliorare le
condizioni del lavoro in fabbrica e a consentire la partecipazione di ceti inferiori alla
gestione dello Stato. Non solo gli operai, ma anche i braccianti, i domestici. Nel 1831 in
Inghilterra vivono 24,1 milioni di persone, nel 1841 26,7 milioni, nel 1851 27,3 milioni.
La popolazione tende a ringiovanire e i fenomeni migratori sono imponenti. Drammatica
è la contrazione della popolazione Irlandese che da 8,2 milioni passa a 6,5 per la
carestia di patate.
Il rapporto tra i fenomeni socio-economici e la tradizione letteraria è stato messo in
rilievo da Raymond Williams in opere come Culture and Society, in cui parla delle
modalità di percezione e rappresentazione della realtà, di cui si fanno testimonianza le
opere letterarie del periodo. Infatti, l'espansione dei centri urbani è oggetto della
riflessione degli intellettuali vittoriani, sia quando ne sottolineano gli aspetti negativi,
che quelli positivi come fa Robert Vaughan in The Age of Great Cities. Scrittori
provenienti da altri paesi descrivono in termini drammatici la sporcizia, l'inquinamento
ambientale, la miseria dei quartieri urbani. L’americano Redburn, protagonista del
romanzo di Herman Melville, inorridisce davanti alla condizione di miseria dei poveri
che muoiono di fame. Assai lucido ma meno letterario è Friedrich Engels, che si era
posato su Londra e sulle città delle Midlands. Il risultato è La condizione della classe
operaia inglese. Tra i visitatori stranieri a Londra, attirati anche dall'Esposizione
universale, si trova Edmond De Amicis che nel 1873 si aggira tra le strade della
metropoli stupefatto dal putridume e dalla miseria dei quartieri della grande città. Nel
1890, William Booth, paragona Londra all’oscura giungla africana nel suo In England
and the Way Out, dove l'emigrazione verso le colonie viene esaltata come momento di
riscatto dalle brutture del Vecchio Mondo.
Il sovraffollamento urbano costringe i governi britannici a intervenire con le leggi sui
poveri, che obbligano le persone poveri a stare nelle workhouses, che non attenuano le
condizioni di vita. Dopo il decollo, il processo di industrializzazione si compie nella prima
metà del secolo, con l’espansione della produzione tessile, metallurgica, e del carbone.
Si affermano nuovi settori industriali stimolati dalle conquiste tecnologiche e da una
politica di investimenti. L'Inghilterra conosce però le conseguenze delle crisi
dell'economia, come succede durante la depressione che va dal 1837 al 1842. In questi
anni si manifesta la protesta dei sostenitori di una nuova carta costituzionale
(Charter), tra i cui principi troviamo: il suffragio universale maschile, la segretezza del
voto, l’elezione annuale del parlamento, la riforma dei distretti elettorali, un salario ai
deputati che non erano più tenuti a dare garanzie sul loro censo. Le richieste dei cartisti
furono respinte dal Parlamento. Nel 1848 fallisce una dimostrazione indetta a Londra e

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il movimento cartista si dissolve. L'eco de proteste cartiste e del social unrest risuona in
romanzi come Mary Barton di Elizabeth Gaskell.
Gli sforzi per giungere a riforme capaci di migliorare l'esistenza dei lavoratori e di dare
rappresentanza parlamentare ai ceti bassi continuano: si rafforzano le organizzazioni
sindacali che ottengono un pieno riconoscimento nel 1871. Negli anni Ottanta il
tentativo di importare in Inghilterra un'ideologia socialista rivoluzionaria viene
neutralizzato, mentre una componente utopica sopravvive grazie a William Morris,
autore di News from Nowhere. Veicolo del riformismo moderato degli intellettuali
socialisti inglesi è la Fabian Society, che si propone di modificare le istituzioni e prepara
il terreno per la nascita dell'Independent Labour Party.
Un paese sottoposto al trauma della Rivoluzione industriale non poteva ignorare il
pericolo delle tensioni interne, delle fratture tra le diverse classi sociali, tra zona e zona
del Regno Unito. Marginalizzata la Scozia, che conservava in alcuni settori, come
l'istruzione scolastica. L'Irlanda costituisce una sorta di terra di confine, a metà tra
colonia oltremare e territorio sottoposto a operazioni di omologazione linguistica e
religiosa. La carestia del 1847 che tolse agli Irlandesi la patata, il loro principale mezzo
di sussistenza alimentare, determinò una massiccia spinta migratoria verso gli Stati
Uniti e le colonie. La politica coloniale, che celebrò il suo trionfo nel 1876 con la
proclamazione di Vittoria a imperatrice delle Indie, costituì la carta vincente giocata
dalla classe dirigente per unificare ideologicamente un paese diviso: emigrare, trovare
benessere all'estero, partecipare alla creazione dell'Impero britannico divenne una
visione condivisa.
All’interno dell'Impero potevano sovrapporsi atteggiamenti diversi, come il desiderio di
evadere dalle costrizioni sociali imposte in patria, il sogno d'avventura, la brama del
facile arricchimento, il senso di dovere definito da Rudyard Kipling “Il fardello dell’uomo
bianco”. Il dominio inglese si estese su gran parte dell'Africa: Egitto, Sudan, Nigeria,
Corno d'Africa, Uganda, Capo. La vittoria sui Boeri consentì l'annessione del Transvaal e
dell'Orange, dopo una guerra moderna per l'impiego dei campi di concentramento dove
morirono donne e bambini boeri. In Asia, dopo l'ammutinamento dei sepoys il British
Raj si consolidò in tutto il subcontinente indiano. Nel 1867, il Canada diventò Dominion
con un governo dotato di autonomia politica. All'inizio del 900 si delineava cosi
un'entità politica sovranazionale, all'insegna dello Union Jack.

Periodizzazione dell'epoca: la rivoluzione del pensiero scientifico e la


diffusione della cultura
L’espansione temporale del regno di Vittoria è così lunga da rendere impossibile una
sua trattazione omogenea. Per lo storico G. M. Young due sono le fasi dell'epoca
vittoriana, per Asa Briggs tre: il primo periodo (1837-1851) sarebbe stato caratterizzato
da una serie di conflitti interni, il secondo va dal 1851 (anno dell’Esposizione
universale) alla fine degli anni Sessanta.
L'Esposizione universale del 1851 collocò fianco a fianco le meraviglie della tecnica e
della scienza e i frutti della bellezza estetica, esaltando il Regno Unito e i contributi
provenienti da tutto il mondo. Uno degli ispiratori dell'Esposizione fu il principe Alberto,
fautore dell'idea che l'obbedienza dovuta ai governanti si accompagnasse alla necessità
che essi si prendessero cura dei ceti bassi. La struttura stimola l’immaginario collettivo
e sancisce il trionfo dell'ordine liberale borghese pronto ad accogliere la rivoluzione
scientifica di Charles Darwin in On the Origin of Species by Means of Natural Selection.
Tuttavia il Palazzo di cristallo fu smontato nel 1854 e assemblato in una località
periferica di Londra.
Anche il mezzogiorno vittoriano conosce al suo interno divaricazioni, che si
trasferiscono alla sfera intellettuale. Il pensiero liberale rifiuta i messaggi apocalittici di
Carlyle, il quale si colloca su posizioni elitarie e autoritarie, ma segnala anche la propria
inquietudine per l’avanzata di un progetto basato sul benessere materiale. In On Liberty
di John Stuart Mill e in Culture and Anarchy di Matthew Arnold c’è l’esigenza di
difendere la libertà dell'individuo e la funzione critica degli intellettuali.

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La formulazione delle leggi della selezione naturale rivoluziona la concezione biblica e


provvidenziale della storia umana e ha conseguenze su molte discipline scientifiche e
sui nuovi settori del sapere come l'antropologia. Difeso da un gruppo di seguaci, il
pensiero di Darwin verrà assimilato velocemente dai sostenitori del progresso.
Travasato nel positivismo di Spencer, esso esprime il credo ufficiale e laico
dell'establishment britannico. Il darwinismo è così diffuso da prestarsi a varie
applicazioni: diventa fondamento di un'antropologia razzista che vorrebbe legittimare
scientificamente la superiorità dell'uomo bianco sulle popolazioni di colore.
L'irrazionalismo decadente trasformerà il grande viaggio dell'umanità, immaginato da
Darwin, in una favola orrifica di degenerazione e regressione, come accade in The Time
Machine di H. G. Wells, dove l'Inghilterra di un lontano futuro si è scissa in due razze
concorrenti, entrambe abbrutite, l'una scimmiesca l'altra infantile.
II 1870 costruisce uno spartiacque tra il medio e il tardo periodo vittoriano, sia perché è
l'anno della guerra franco-prussiana, da cui emerge il Reich tedesco in grado di sfidare
la supremazia inglese, sia perché vede l'approvazione dell'Education Act, una legge che
diffonde l'istruzione elementare, accelerando l'alfabetizzazione delle grandi masse che
cominceranno a farsi sentire e a esprimere nuove esigenze a favore del giornalismo,
della letteratura di intrattenimento, di un mercato editoriale basato sui libri
«economici». Una cultura prevalentemente religiosa si apre alla letteratura di evasione
o a quella che mescola sensazionalismo e impegno politico. Il mercato americano è
sempre più importante, come mostrano i tours oltre Atlantico di Dickens e Wilde e la
lotta degli scrittori inglesi per il riconoscimento dei diritti d'autore.
Dopo gli anni 70 si accentua la diffusione dei periodici, il cui impatto segna uno dei
passaggi più rilevanti dagli anni Trenta alla fin de siècle. Verso la metà del secolo, il
quotidiano nazionale è The Times, ma si affermano anche i Sunday papers, come
Llyod’s Weekly e News of the World, che sono gli eredi delle ballate, degli opuscoli
distribuiti per strada da cui riprendono quella materia della cronaca nera e rosa.
L’abolizione della tassa sui giornali (Stamp Tax) nel 1855 inaugura un periodo di forte
espansione e si afferma un nuovo tipo di giornalismo, il new journalism, che insiste su
linguaggi e contenuti sensazionalistici. Questa tendenza è rafforzata dai giornali della
sera che nascono negli anni 80 e che sono influenzati dalla stampa americana, piu
spregiudicata e vivace. Con la fine del secolo c’è una notevole diffusione dei quotidiani,
come il Daily Telegraph, il Daily Mail, il Daily Express, il Daily Mirror, in origine concepito
come un giornale femminile, poi imposto al pubblico con l'uso rivoluzionario delle
fotografie. I periodici miscellanei toccano i piu disparati argomenti, rinunciando a ogni
pretesa di approfondimento.
Limitata l'importanza dei giornali di provincia Londra diventa la capitale della stampa in
nome di un progetto politico che punta ad un’integrazione dei ceti mediobassi, chiamati
a celebrare i successi della scienza, a condividere il fascino delle imprese coloniali in
Africa e Asia, a partecipare ai fasti della monarchia e dell'aristocrazia. Nel 1887 il
Golden Jubilee festeggia mezzo secolo del regno di Vittoria, mentre sulle riviste
cominciano ad apparire fotografie dei vari membri della corte.
L'ultima fase promuove una revisione dei periodi precedenti. Il decennio estetizzante e
decadente degli anni Novanta si accompagna a una crisi generale. Riemerge la
questione irlandese, dopo il fallimento di Gladstone che non riesce a dare autonomia
all'Irlanda e subisce la scissione dei Whigs. Negli stessi anni, accanto al consolidamento
delle Trade Unions, cominciano a farsi sentire le donne in marcia verso i posti di lavoro,
la scuola e le altre istituzioni fino ad allora di monopolio maschile. Infatti, le riforme
dell'800 riguardano solo marginalmente le donne, che dovranno fare numerose
battaglie per ottenere l'approvazione dei più elementari diritti. Le donne della working-
class, sfruttate e costrette a un duro lavoro domestico, chiedono paghe uguali agli
uomini. Le donne della middle-class contestano l'immagine dell'angelo del focolare,
figura cara ai consorti che consideravano le mogli come una proprietà da possedere.
Nella famiglia tutto apparteneva al marito, le donne erano nullatenenti, collocate ai
gradini inferiori della scala evolutiva. La situazione muta con i Married Women's
Property Acts, che consentono alla donna coniugata di conservare i propri guadagni.

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Nella seconda metà del secolo le donne protestano pubblicamente, assumendo modi
aggressivi a causa delle incursioni delle suffragette. Riformatrici come Florence
Nightingale, Josephine Butler, Francis Power Cobbe, Emily Davies vanno affiancate a
John Stuart Mili, ricordato per le sue simpatie femministe. Nonostante The Subjection of
Women ebbe un grande impatto sul modello della famiglia ideale vittoriana e le
femministe lo appoggiarono nella sua elezione al Parlamento, dove tentò invano di
introdurre una legge che consentiva il voto alle donne, le sue idee non erano nuove, ne
totalmente condivise poiché per Mill la sorte della donna era legata al matrimonio.
L’inferiorità delle donne è ribadita dalla loro esclusione dalle università e da molte
professioni e dalla negazione del suffragio.
Il fronte delle new women diventa negli anni 90 oggetto di parodia, provocando forti
reazioni all'interno dello schieramento femminile. Celebre è l'atteggiamento
antifemminista di Mrs. Oliphant, che si scaglia contro l'immoralità dilagante, in un
articolo (The Anti-Marriage League) in cui attacca Hardy e il suo Jude the Obscure e
Grant Alien che aveva descritto una relazione non santificata dal matrimonio in The
Woman Who Did, accusando entrambi di incitare le donne al rifiuto della sacralità del
matrimonio.
Il vecchio e il nuovo coesistono. L'ammirazione per i grandi padri fondatori dell'epoca
vittoriana vacilla di fronte all'irrompere di nuove estetiche e filosofie. La piccola
Inghilterra cede il passo alla nazione imperiale minacciata nei suoi interessi in ogni
parte del globo e sottoposta alle pressioni della competizione internazionale e al
diffondersi di culture provenienti dal continente europeo.

Il romanzo
Caratteristiche del novel
Pur attaccato dalle frange religiose più radicali, ostili a ogni prodotto immaginativo, il
novel afferma la sua importanza come strumento di intrattenimento ed educazione dei
ceti borghesi che costituiscono l'ossatura dello Stato industriale. La sua diffusione
presso i ceti più bassi, è oggetto di soddisfazione, ma anche di preoccupazione per il
pericolo di decadimento della cultura umanistica. Il romanziere vittoriano non si
appiattisce su un atteggiamento conformistico, fedele al potere, ma anzi l'uso della
satira in Thackeray, del comico e del grottesco in Dickens, la rivendicazione della
centralità delle figure femminili in Elizabeth Gaskell e Eliot, l'ironia di Meredith, la
visione antindustriale di Hardy creano reazioni ostili in nome di valori moralistici quali
idealismo, la difesa della famiglia, il rispetto per le istituzioni nazionali.
Thomas De Quincey dice che tutti i romanzi sono destinati a scomparire nel giro di una
generazione. Vanno guardati con sospetto i romanzieri moderni, che dipendono dal
pubblico, infatti il romanziere vittoriano non rinuncia a dialogare con i suoi lettori e con
le istituzioni, rivendicando un peso sociale cui solo il Decadentismo rinuncerà.
D'accordo con questa impostazione sono i critici che sottolineano la funzione morale e
pedagogica del romanzo, per cui il romanziere deve condurre una vita pubblica
ineccepibile. Ecco quindi Thackeray a disagio a causa della moglie malata di mente,
Dickens che sente il bisogno di discolparsi di fronte ai lettori per il divorzio dalla moglie
o la schizofrenia della critica, quando si deve misurare con George Eliot. Mrs. Oliphant
considera l'arte di Eliot più profonda, libera dalle volgarità e dalle banalità. Le simpatie
di cui gode Eliot rispetto a Dickens e a Thackeray sono significative: egli aderisce in
modo più rigoroso al realismo della vita quotidiana, rifiutando le tentazioni del
fantastico o del sensazionalismo. L'autrice di Middlemarch indaga la crisi di un’ideale
comunità, ai margini della Rivoluzione industriale, cogliendone il processo di
svuotamento di fronte all'avanzata di nuove idee. Se tutta la letteratura inglese ruota
attorno al contrasto tra città e campagna allora Eliot va considerato la voce più
significativa dell'800. Rispetto al fervore degli ambienti letterari raccolti a Londra,
rimangono nascoste alcune figure marginali ma non meno importanti, come le sorelle
Bronte, confinate nello Yorkshire, ed esponenti di una narrativa che solo in parte si può
assimilare al novel realistico.

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I romanzieri vittoriani usano il narratore onnisciente, che guida l'esistenza dei suoi
personaggi, esprime il suo giudizio su ognuno di essi, entrando o uscendo dalla loro
interiorità, abbandonandosi a digressioni che possono riguardare la politica, gli eventi
storici, la morale. Investito di un potere quasi divino, il narratore si rivolge spesso al
lettore. Henry Fielding in Tom Jones aveva trasformato il narratore onnisciente in un
vero e proprio personaggio che accompagna l'eroe nelle sue traversie e nei
vagabondaggi per l'Inghilterra.
Altro romanzo adottato dall'epoca vittoriana è Robinson Crusoe, il cui eroe ha spirito di
iniziativa, frugalità e tempra morale. L'ideologia dell’impero produrrà altri Robinson
Crusoe, traducendo la versione tedesca della Swiss Family Robinson o riscrivendo
l'originale in chiave di solidarietà e coraggio in The Coral lsland di R. M. Ballantyne.
Fino agli anni 80 i romanzieri sono tutelati dalle circulating libraries, biblioteche private
che garantiscono l'acquisto di varie copie date poi in prestito tramite il pagamento di
una tassa d'iscrizione. Queste biblioteche favoriscono la diffusione della letteratura nei
ceti bassi, ma essendo espressione di un’ideologia conservatrice condizionano la
cultura vittoriana, suscitando proteste da George Moore e altri intellettuali. Nel caso
delle biblioteche circolanti e della vendita di libri economici, tecnologia e cultura vanno
di pari passo visto che le stazioni ferroviarie ospitano spazi adatti al prestito o alle
vendite.
In alternativa al romanzo in tre volumi, si sviluppa quello a puntate, per un totale di
venti parti che il lettore acquista dividendo la spesa. Eliot pubblica Middlemarch in otto
libri tra il 1871 e il 1872. Dickens si serve di una frequenza periodica più compatta
quando pubblica opere sulle riviste. L'uscita è settimanale. Significativo è il caso di Hard
Times, pubblicato a puntate su Household Words dal 1 aprile 1853 al 12 agosto 1854
per risollevare le sorti del settimanale. Sempre su Household Words, Dickens pubblicò i
suoi servizi sul viaggio compiuto a Preston in occasione degli scioperi dei lavoratori
tessili e delle serrate con cui i loro padroni avevano risposto alla sfida. La pubblicazione
a puntate sopravvive alla crisi dell’editoria, tanto che è utilizzata anche dai romanzieri
tra 800 e 900; infatti Blackwood's Edinburgh Magazine inizia la serializzazione in tre
parti di Heart of Darkness. Il successivo romanzo di Conrad, Lord Jim, esce sulla stessa
rivista. Mentre le opere narrative tendono a farsi meno lunghe, man mano che si
liberano dal modello del triple-decker o delle dispense mensili, acquista rilievo il genere
della short story. Nel 1891 George Newnes fonda «The Strand», rivista riservata ai
racconti, su cui compaiono regolarmente le storie di A. Conan Doyle, che hanno come
protagonista il detective Sherlock Holmes.
La visione del romanziere vittoriano è espressa da Anthony Trollope, che ne enuncia i
principi in chiave antiromantica. Per lui il novelist è un artigiano che deve dedicarsi al
suo lavoro con scrupolo e regolarità. Visto che scrivere è la sua professione e fonte di
sostentamento, il romanziere dove mantenere un fruttuoso rapporto con il pubblico,
mantenendo le funzioni pedagogiche. Egli ribadisce che l'artista deve distinguere il
Bene dal Male, la virtù dal peccato, assolvendo così ad una positiva funzione
pedagogica. Nella conferenza On English Prose Fiction as Rational Amusement Trollope
riconosce al romanzo realista, che si occupa di eventi quotidiani e contemporanei, una
supremazia sul romance e sulla tradizione gotica. Trollope coglie con la natura
ambivalente del romanziere vittoriano quando dice che un buon manzo deve essere sia
realistico che sensazionale. Trollope difende una forma narrativa in crisi per l'arrivo sulla
scena inglese di autori come Henry James e Stevenson. Il dibattito sul romanzo si
esprime attraverso uno scambio epistolare, che coinvolge James e Stevenson e si
materializza sul Long man's Magazine, che ospita The Art Humble Remonstrance di
Stevenson e The Art of Fiction di James. Per impulso di James e del realismo francese
una serie di convenzioni vittoriane vengono abbandonate. Tutta una nuova generazione
di scrittori scopre la cultura francese e ne rimane affascinata. Il francese è la lingua che
consente di conoscere anche i grandi romanzieri russi, tra cui Turgenev e Tolstoj,
mentre il romanzo sperimentale punta sull’oggettività della narrazione e non si ferma
davanti alla rappresentazione scabrosa della sessualità, del crimine, della violenza.

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Nel 1888 l'editore ungherese Vizetelly viene multato per aver tradotto in inglese La
terre di Zola. Ormai è chiaro che il realismo didascalico del romanzo vittoriano non è più
uno strumento efficace per indagare la realtà contemporanea.

DICKENS
Charles Dickens esordisce come narratore con i bozzetti urbani Sketches by Boz. Una
prima serie fu raccolta in volume nel 1836, mentre lo scrittore si accingeva a pubblicare
i Pickwick Papers. Negli Sketches compare la vita della metropoli londinese, composta di
storie bizzarre, tragiche o patetiche. Percorsa dagli omnibus, visitata da personaggi che
hanno il diritto di uscire dall'anonimato per due o tre pagine grazie allo spirito
d'osservazione dello scrittore, Londra appare come un palcoscenico dove si celebra la
città moderna. Il quadro metropolitano individua la precarietà degli abitanti. Scrittore
tragicomico, Dickens esibisce una ricchezza verbale che gli permette di rappresentare
Londra nei suoi aspetti multiformi, esplorando la miseria più squallida di certi scenari
notturni e cogliendo quanto di rozzo, vitale esisteva nell’ascesa di un ceto piccolo e
medioborghese fatto di impiegati, commercianti. Una massa indistinta in mezzo a cui
l'individuo emerge trasformato in un tipo, si riversa nei parchi alla ricerca di forme
semplici di svago. Le strade della città rivelano una grande qualità scenografica ed
esaltano il mutamento delle prospettive, all'insegna di una mobilità materiale che
contagia i personaggi: il narratore onnipresente cerca una prospettiva d'assieme,
capace di comprendere le persone della città tra le pagine di un libro.
Il successo giunse con The Pickwick Papers. La vicenda, partita con una struttura
episodica costruita intorno alle comiche imprese di Samuel Pickwick e dei tre soci del
suo club, solo a metà strada assume un carattere romanzesco, a partire dalla causa
intentata da un’arpia contro l'ingenuo Pickwick. Le sue sciagure forniscono a Dickens
un’occasione per denunciare l'ingiustizia di un apparato legale che è l'emblema delle
ingiustizie sociali. Nel libro, i valori sono ancora quelli della vecchia Inghilterra che sta
per scomparire per cedere il posto alle trasformazioni che porterà lo sviluppo
industriale. Il tono è ironico, con un sense of humour che investe personaggi, istituzioni.
Popolare in vita, Dickens diventerà il bersaglio della critica successiva che considera il
romanzo vittoriano inadeguato stilisticamente, ridondante, troppo condiscendente
verso i lettori. In una recensione al suo ultimo romanzo James accusa Dickens di
mancanza di serietà, indisciplina compositiva, superficialità nel rappresentare i
personaggi. Il rifiuto del suo metodo porta a una scomunica dei circoli letterari che dura
fino agli anni 40 del nostro secolo. La critica contemporanea ha rivalutato quelli che
venivano considerati difetti di stile. La carica comica di Dickens, che spesso sconfina
nella parodia, fa parte di un strategia di smascheramento delle apparenze, che riguarda
soprattutto le istituzioni e le ipocrisie dell'epoca. Dickens si rivolgeva a un pubblico
piccolo e medioborghese, la cui instabilità sociale si univa a un senso di inadeguatezza
intellettuale, all'ansia di non integrarsi nei meccanismi di cambiamento economico e
tecnologico. Dickens travolge i lettori col flusso degli eventi narrati, li pone di fronte alla
continua mobilità della scena sociale. Dickens lavora all'interno delle convenzioni del
romanzo vittoriano: l'impiego del narratore onnisciente, l'enfasi sulle trame
melodrammatiche e i colpi di scena sono finalizzati alla pubblicazione a puntate delle
sue opere. Dickens tentò anche la strada del romanzo storico, scegliendo momenti di
tensione politica e sociale per ribadire la precarietà dei suoi tempi come i
settecenteschi Gordon Riots e la Rivoluzione francese. Il motivo ricorrente
dell’iniziazione alla vita di un eroe dall’identità fragile, lo porta alla rivalutazione dell'io
narrante, che ricostruisce la propria vita con sofferta partecipazione in David
Copperfield e Great Expectations. Il romanzo assume sfumature autobiografiche e
approfondisce un discorso sulla soggettività dei processi immaginativi, che allontanano
dalla comprensione della realtà. Soprattutto in Great Expectations Dickens mette in
crisi il romanzo di formazione, introducendo gli elementi onirici del romance gotico,
facendo del suo io narrante un patetico antieroe, traghettato dallo squallore del suo
villaggio natale a Londra, dove si consumano le sue speranze di raggiungere la
condizione del gentleman, la ricchezza, l'amore. L'autore lascia a Pip solo la possibilità

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del riscatto morale con la fuga fallita lungo il corso del Tamigi verso il mare, assieme
all'evaso Magwitch, tornato in Inghilterra per incarnare quella figura paterna che Pip ha
sempre negato. In questa opera troviamo una conclusione aperta in cui Pip forse corona
il suo sogno d'amore con Estella.
Il paesaggio londinese è per Dickens il cuore di un mondo che si estende fino
all'America, all'Italia, alle colonie, pur rimanendo nazionale. In Little Dorrit la prigione
per debiti di Marshalsea assume le caratteristiche di un antimondo sia vitale che
sofferente. Secondo J. Hillis Miller Dickens riprende nei Pickwick Papers e in Oliver Twist i
temi ereditati da Fielding e Smollett, rifacendosi al romanzo comico settecentesco, con
la sua folla di personaggi e avventure picaresche, anche se «già in Oliver Twist Dickens
vede la città come un luogo in cui Dio è assente». In David Copperfield la visione
dall'alto viene abbandonata in nome della soggettività delle impressioni. In Our Mutual
Friend l’enfasi sulla preminenza del denaro come «valore» nella vita degli individui crea
un mondo senza valori, in cui si aggirano figure spettrali, che lottano per il potere come
macchine senza anima. Non a caso, il protagonista è una sorta di morto vivente, giunto
in una Londra a lui estranea, ucciso e gettato nel Tamigi. Egli adotta identità fittizie per
muoversi in incognito nei vari ambienti sociali, prima di reclamare un’eredità, ricavata
dal lavoro di chi si occupa della raccolta delle immondizie, depositate sulle rive del
Tamigi e setacciate in cerca di oggetti preziosi. In quest’opera la disgregazione
dell'immaginario urbano sembra preannunciare l'universo pullulante di pulsioni
insoddisfatte delle terre desolate novecentesche.

Industria e romanzo, “Hard Times” ed Elizabeth Gaskell


In Hard Times Dickens si avvicina al mondo industriale, rappresentando sofferenze e
tensioni sociali. Egli rimane fedele a una visione borghese, che rifiuta l'estremismo e
rilancia la fantasia e l’immaginazione capace di scacciare lo squallore delle città
industriali. Dickens ammirava Elizabeth Gaskell nota per aver scritto il romanzo
industriale Mary Barton. Hard Times non si occupa della condizione operaia, ma si
concentra sulle contraddizioni del ceto borghese, raffigurate dall’alleanza tra Gradgrind,
l'intellettuale, e Bounderby, odioso capitalista tessile che basa il suo potere sulla
leggende della sua infanzia sfortunata, da cui è emerso grazie alle sue doti
imprenditoriali. Dickens condanna Louisa, figlia di Gradgrind, a un matrimonio di solo
interesse con Bounderby. Alcuni personaggi vogliono distruggerlo: l’arpia Mrs. Sparsit,
presunta aristocratica e governante di Bounderby, il nobile Harthouse, chiamato a
Coketown per stringere un'alleanza elettorale con Gradgrind, il fratello di Louisa. Molti
critici hanno messo in rilievo il carattere fiabesco dell'ispirazione di Dickens. L’universo
delle fabbriche è un mondo caotico fatto di suoni aspri e disarmonici, o di luci che si
accendono misteriose nei fairy palaces. La descrizione visionaria di Coketown ribadisce
il carattere fantastico di un'esperienza straniante e allucinata. Il conflitto tra i capitalisti
e gli operai, sedotti dal sindacalista Slackbridge si risolve nello spettacolo di un circo
equestre. Solo nella dimensione ludica del circo itinerante, una comunità di pagliacci e
cavallerizze può muoversi al di là dei confini della città industriale e oltre il territorio di
una campagna abbandonata, costituendosi come spazio privilegiato della fancy
redentrice. Gradgrind educa la fanciulla Sissy secondo principi razionalistici e le anime
di Coketown ai valori cristiani della fede, della speranza, della carità. Sarà Sissy a
sottrarre Louisa a Harthouse, e sarà il circo a proteggere Tom, consentendogli la via
dell'esilio. Hard Times richiede il sacrificio della simbolica figura di Cristo, incarnata in
Stephen Blackpool, ingiustamente accusato del furto nella banca di Bounderby.
Raymond Williams osserva che non potremo comprendere le reazioni all’industrialismo
se non citassimo un gruppo di romanzi che illustrano alcuni presupposti generali da cui
nacquero tali reazioni, tra cui Hard Times, Felix Holt di Eliot, Sybil di Disraeli, Alton
Locke di Charles Kingsley, Mary Barton e North and South di Elizabeth Gaskell.
Il brano più famoso di Sybil elabora, attraverso le osservazioni di uno straniero, la
teoria delle due nazioni su cui regna la regina Vittoria: quella dei ricchi e quella dei
poveri, tra cui non c'è alcun rapporto, sono formate da una diversa educazione, sono
guidate da comportamenti e leggi diverse.

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Più vivace è Alton Locke di Kingsley, intellettuale sostenitore del Christian Socialism,
che doveva promuovere un maggiore impegno a favore dei ceti poveri. Qui affronta il
motivo della miseria urbana e la necessità di trovare un’alternativa al radicalismo dei
cartisti. Alton Locke, un sarto che ha aspirazioni poetiche, conosce il degrado del
quartieri londinesi. Il richiamo alla Bibbia fa da scudo contro ogni tentazione eversiva e
rende meno amara la morte di Alton. Lo scrittore esprime fiducia nel ceto dirigente
britannico e in particolare in una aristocrazia illuminata, più attenta alle sofferenze dei
poveri. Salvo che per qualche eccezione Dickens sarebbe stato più sospettoso riguardo
alle potenzialità riformatrici della nobiltà.
Elizabeth Gaskell ci offre una visione più diretta dei ceti umili di Manchester, grazie
anche all'uso di forme dialettali. Sia Mary Barton che North and South mettono a fuoco
la realtà degli emarginati sociali partoriti dalla Rivoluzione industriale: gli operai delle
fabbriche, le sartine. Il narratore onnisciente di Mary Barton guida il lettore per le
strade di Manchester inoltrandosi nelle zone più squallide per esplorare le fetide
abitazioni-tane, e scrutare da vicino i volti che compongono una società priva di
certezze. Gaskell evoca un universo urbano in cui i pianti si confondono con le risate dei
potenti. La donna, che pubblicò anche una biografia di Charlotte Bronte basata
sull'incontro tra le due, crea una galleria di figure femminili che diventano le vittime di
un mondo violento. In Mary Barton le disavventure dell'eroina riflettono un'identità
turbata e schiacciata da eventi terribili. Umiliato, privato della sua dignità, stordito dal
l'oppio, John Barton viene paragonato a un powerful monster, creatura carica di odio e
rancore. In North and South l'atteggiamento di Gaskell muta con gli eventi del
periodo storico ed esprime una posizione più equilibrata sui conflitti di classe,
smorzando i toni accesi, senza rinunciare però a descrivere le vittime del mondo
industriale. Tuttavia, la città terribile del Nord è percepita dalla protagonista Margaret
Hale come un luogo vitale, in contrapposizione al Sud agricolo. Il personaggio di
Margaret, che salva il futuro marito dalla furia degli scioperanti, viene visto spesso a
contatto con il mondo naturale, fuori dalle pareti domestiche. Anche questo romanzo,
pieno di eventi tragici, non manca del dell’happy ending. Occorre lasciarsi alle spalle la
città infernale e Mary e Jem emigrano in Canada, verso una terra utopica lontana dalla
Rivoluzione industriale.
Un mondo utopico appare in Cranford, una cittadina fittizia abitata da vedove e zitelle
che vivono senza uomini. Gaskell coglie i ritmi della vita quotidiana al di fuori dei
meccanismi della competizione industriale attraverso una serie di eventi banali. I
personaggi femminili principali vengono ironicamente paragonati a un gruppo di
Amazzoni, ma in realtà si tratta di gentildonne che conducono un’esistenza tranquilla, a
20 miglia dalla città industriale di Drumble. I vari episodi spesso slegati tra di loro,
ruotano attorno all’esistenza delle due anziane sorelle Miss Matty e Miss Deborah
Jenkyns. Unico evento clamoroso è la morte di uno dei pochi personaggi maschili, il
Capitano Brown, investito da un treno mentre legge.
Le problematiche legate alla rappresentazione delle figure femminili sono investigate
anche in Ruth, incentrato sulla sorte di una fallen woman che il perbenismo dell'epoca
condannava al ruolo della prostituta. Anche per Ruth è possibile il riscatto. I suoi ultimi
due romanzi, Sylvia's Lovers e Wives and Daughters ribadiscono la volontà della
scrittrice di porre in primo piano la condizione femminile, che si afferma, grazie a lei e
alle sorelle Bronte, come uno dei grandi temi del romanzo vittoriano.

Thackeray e Trollope: il romanzo senza eroi


Sebbene Thackeray fosse arrivato in modo casuale a svolgere l’attività di scrittore, sia
lui che Trollope vedono il loro impegno letterario come una professione da esercitare
con regolarità e dedizione. Così si giustifica la scelta del romanzo, genere principe
dell'epoca vittoriana. Entrambi scelgono il novel con una forte impronta realistico-
didascalica, e Thackeray anche con una vocazione satirica. Trollope sembra convinto
che il romanzo sia effimero e debba riflettere la visione sostanzialmente ottimistica
dell'establishment medio-vittoriano. Entrambi propongono per l’intellettuale un ruolo
sociale e tentano senza successo la strada delia politica.

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Il momento di maggior successo per Thackeray si situa verso la metà dell'800 quando
pubblica a puntate Vanity Fair e contrappone al David Copperfield di Dickens
Pendennis. La maggior parte della sua produzione narrativa esplora il 700
preindustriale, secolo della satira di Pope e Swift e del Tom Jones di Fielding. Nel 1844
Thackeray pubblica a puntate Barry Lindon, storia di un avventuriero irlandese che
cambia identità nell'Europa dell'ancien regime, nel 1852 Henry Esmond, che ruota
attorno agli ultimi tentativi di riportare gli Stuart sul trono e nel 1857-1859, The
Virginians, basato su alcuni episodi della Rivoluzione americana.
Trollope rievoca la Rivoluzione francese ne La Vendee e ottiene un discreto successo
con dei romanzi di ambientazione rurale irlandese. La sua fama è legata a due cicli
narrativi: i Barsetshire o Barchester Novels, che mostrano conflitti e problemi di vita
provinciale e clericale nell’immaginaria Barchester e i romanzi incentrati sulla figura
dell'aristocratico Plantagenet Pallisier.
Entrambi gli scrittori evitano di farsi coinvolgere dalle problematiche della Rivoluzione
industriale preferendo i paesaggi più tradizionali, anche se Thackeray in Vanity Fair si
sofferma sulle agitazioni che contraddistinguono Londra dal 1813 al 1830 e Trollope
indaga sugli intrighi della politica. Entrambi sono legati al narratore onnisciente, elevato
da Thackeray al ruolo di «Manager of the Performance», ossia una sorta di burattinaio,
con l'intenzione di dare un'amara lezione morale, sostituendo alla vena allegorico-
cristiana di John Bunyan una serie di ritratti grotteschi impegnati nello spettacolo
dell'esistenza quotidiana, in cui si lotta per acquisire denaro, amore, rispettabilità.
Abbandonati il giovane appassionato del romanzo di formazione europeo e l'eroe
byroniano, ancora vivo nel romance vittoriano, Thackeray e Trollope calano il lettore nel
mondo della mediocrità umana, dove i valori si identificano con il denaro, unico oggetto
del desiderio, necessario per il soddisfacimento del proprio ego. I due romanzieri
accompagnano il racconto delle vicende con i commenti del narratore onnisciente, il
quale funziona da moderatore fino a riequilibrare.
The Warden intreccia la vita dei personaggi alle questioni sociali e religiose dell'epoca,
viste nella prospettiva marginale di un conflitto di provincia. L’ecclesiastico Septimus
Harding, beneficiario di una rendita come guardiano di un ospizio dove alloggiano dodici
pensionati, viene accusato da un giovane chirurgo riformista, John Bold, e da un
giornale di Londra di speculare sulla rendita. La polemica ha riflessi familiari: la figlia di
Harding è sposata con l'arcidiacono Grantly, che accusa il suocero di scarso polso,
mentre la minore è corteggiata da Bold. Harding risolve la questione dando le
dimissioni e accontentandosi di una rendita più modesta: i pensionanti non trarranno
vantaggio dalla sua partenza e i due nemici imparentati, finiranno per accettarsi pur
non rinunciando alle loro idee, Questa è una nuova versione della Merry England, che
conserva la sua integrità anche nel mondo moderno. Trollope, Thackeray e la
maggioranza degli autori vittoriani sono consapevoli dell'importanza dell'«altrove»
rappresentato dai territori coloniali, verso cui si dirigono gli eroi del romanzo alla ricerca
della fortuna o per evadere dalle rigide gerarchie sociali. I due erano consapevoli
dell'importanza della stampa. Thackeray inizia la sua carriera sul «Fraser's Magazine» e
la prosegue con il Punch. Dopo gli anni Cinquanta (narrativa) Thackeray torna al
giornalismo come direttore del «Cornhill Magazine», facendovi collaborare Trollope.
Trollope era stato nel 1865 tra i promotori della rivista Fortnightly Review, su cui
pubblicano gli evoluzionisti e Spencer.
Mentre Trollope mostra soddisfazione per la propria attività, Thackeray vive con ansia il
confronto diretto con Dickens, beniamino del pubblico mediovittoriano, che tendeva a
porre in contrapposizione i due, come era successo con Fielding e Richardson. Durante
la pubblicazione di Vanity Fair Thackeray scrive alla madre di essere sulla cima
dell'albero a combattere con Dickens.
Vanity Fair è basato sulla vita di due donne simboliche, l'angelica Amelia Sedley e la
povera e spregiudicata Rebecca Sharp, pronta a tutto pur di compiere la sua scalata
sociale, anche mettere in gioco la sessualità. Il gioco delle situazioni parallele mostra la
complessità dell'opera che a tratti si frammenta in episodi minimi, per cogliere meglio
gli aspetti grotteschi di Londra, con il suo seguito di servi ma che non manca di sfiorare

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scenari grandiosi. Nella parte centrale la battaglia di Waterloo è ricostruita attraverso i


traffici che avvengono nelle retrovie e a Bruxelles, dove Amelia e Becky aspettano di
sapere cosa è accaduto all'esercito inglese. Fra intrighi sentimentali, tradimenti e
vigliaccherie si consumano i destini dell'Europa e delle due eroine, mentre il narratore
onnisciente nel capitolo 32 sovrappone il suo commento beffardo. Alla fine dello stesso
capitolo, tuttavia, il tono si fa serio in ricordo di coloro che sono morti combattendo. Le
ultime parole del capitolo sono dedicate ad Amelia, che prega per il marito, senza
sapere che è morto. Amelia ritroverà la felicità con il più nobile degli innamorati mentre
Becky continua a salire e scendere dalla scala sociale fino ad accasarsi con Jos, fratello
di Amelia, e a ereditarne le sostanze, dopo la sua morte sospetta. Le due si
incontreranno: Amelia realizzata come madre e moglie, l'altra sola. Nella grande «fiera
della vanità» che è l'Inghilterra le due sono i due volti complementari dell'immaginario
maschile: l'angelo della casa e il demone della sessualità.

George Eliot: le tonalità della vita reale


Romanziera, traduttrice, critica letteraria, interessata a problematiche religiose e
filosofiche, Marian Evans che pubblicò con lo pseudonimo di George Eliot figura, è
dominante della scena vittoriana, tanto da essere vista come l'apice della visione
narrativa del periodo. Anche se rimane fedele alla macchina romanzesca basata
sull’artificio del narratore onnisciente, che dà giudizi e commenti, George Eliot impone
una personale interpretazione del romanzo, dove l’attenzione al quotidiano e al
dettaglio è fondamentale. Qualche critico ha messo in relazione l'opera di Eliot con il
pensiero di Darwin e Spencer: l'indagine del mondo individua una comunità al cui
interno si manifestano dinamiche di ordine psicologico, emotivo, intellettuale, secondo
un congegno di cause e effetti che esclude l'intervento di un caso provvidenziale. Eliot
fa riferimento alla rappresentazione di una verità interiore, che deve evitare
falsificazioni del sentimentalismo e sensazionalismo. In The Natural History of
German Life Eliot rimprovera gli scrittori inglesi di non aver saputo rappresentare le
classi inferiori, di solito idealizzate nei loro atteggiamenti. Nella stessa occasione
attacca Dickens, rimproverandolo di non passare quasi mai dall'umoristico all'emotivo.
Anche Eliot si occupa dei cambiamenti apportati dalla Rivoluzione industriale, tuttavia
la sua attenzione si concentra sulle comunità di provincia, legate all'economia della
terra, che subiscono l’effetto dei fenomeni industriali. Così si spiega la tendenza della
scrittrice a retrocedere di una generazione in Felix Holt, The Radical e in Middle-marob,
ambientati ai tempi della prima riforma elettorale e agli albori dell'epoca vittoriana, e
all'inizio dell'Ottocento in Adam Bede e Silas Marner. In queste ultime due l'azione si
svolge nelle campagne del Warwickshire, in uno scenario che ha rimandi autobiografici,
e mostra forme di economia rurali messe in crisi dall'arrivo dei meccanismi industriali.
Questa prospettiva si articola in Eliot, fin da Scenes of Clerical Life, per esplorare la
psicologia dei personaggi, la cui esistenza, pur intrecciandosi con quella della comunità,
non esclude la responsabilità delle scelte individuali. Gli affreschi paesaggistici o sociali
non escludono la ricerca di motivazioni interiori, spesso irrazionali, che guidano i
protagonisti. In The Mill on the Floss il destino di Maggie Tulliver è disegnato dalla
madre, che la considera un errore perché testarda, disordinata e indisciplinata e dal
padre, che consapevole delle sue doti intellettuali, non le consente l'istruzione concessa
al fratello. Il problema di Maggie sarà quello di volere l'approvazione del fratello, verso
cui è sempre protettiva. Di fatto, Eliot risolve il dilemma attraverso l'etica del sacrificio
femminile, infatti durante un’inondazione Maggie torna a casa per salvare il fratello. I
due moriranno l’uno tra le braccia dell'altra, poiché lo splendido paesaggio della loro
infanzia si dimostra crudele.
In Felix Holt si avvicina alle tematiche del romanzo industriale, proponendo al lettore
un viaggio in carrozza attraverso la parte centrale dell'Inghilterra, in cui si passa
dall'antico borgo alle città di provincia, dove coesistono vecchie strutture sociali e
nuove attività produttive.
Romola è un tentativo di ricostruzione storica della Firenze del tardo 400, negli anni
della teocrazia del Savonarola e del consolidamento del potere dei Medici. Romola,

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figlia di un umanista cieco e allieva del Savonarola, testimonia un'epoca di tensioni.


Tradita sia dal marito che dal maestro Savonarola la donna fugge da Firenze
dedicandosi ai figli che Tito ha avuto da un'altra donna ed esaltando il suo senso di
sacrificio e dichiarando l'impossibilità delle donne di essere parte attiva in processi
storici. In Daniel Deronda Eliot utilizza lo schema del multi-plot novel per presentare
le vicende parallele di due figure emarginate, quella dell'eroina Gwendolen Harleth,
moglie di un aristocratico corrotto e crudele, e del giovane Daniel, che scopre e
rivendica le proprie origini ebraiche.
In Middle march, che ha come sottotitolo A Study of Provincial Life, la minuzia dei
dettagli realistici e la ricchezza della trama, trovano unità narrativa nelle vicende
dell’eroina Dorothea Brooke, un'orfana diversa da quelli di Dickens. Educata con la
sorella Celia nel clima religioso di Losanna, Dorothea è affidata alle cure di uno zio, che
non impedisce il suo matrimonio con il reverendo Casaubon, il quale potrebbe esserle
padre. La scoperta da parte di Dorothea della sterilità fisica e spirituale del marito, della
sua meschinità, del suo egoismo costituisce la parte più efficace del romanzo. La
scrittrice non radicalizza il conflitto tra i due e non trasforma Casaubon in un villain.
L'inadeguatezza del reverendo si rispecchia nell'ingenuità di Dorothea, capace di aprire
gli occhi solo durante un viaggio a Roma. Il rapporto difficile tra Casaubon e Dorothea
trova riscontro nelle complicazioni sentimentali degli altri personaggi, come il giovane
medico londinese Tertius Lydgate, che vorrebbe riformare la sua professione applicando
nuove teorie scientifiche. Emerge la complessità delle relazioni interpersonali,
dell’impossibilità a seguire schemi prefissati, viene riaffermata la necessità di difendere
la propria integrità morale. Non si tratta solo di astratti valori ideali, ma anche del
problema dell'uso della proprietà e del suo passaggio da una famiglia all'altra. In Eliot la
questione è aggravata dalla centralità delle figure femminili, il cui diritto alla proprietà
era limitato dalle leggi patrimoniali dell’epoca. Ironia del romanzo il fatto che la
consapevolezza di vivere in una «tomba virtuale» si completa per Dorothea poco dopo
la metà del romanzo, quando Casaubon defunge pateticamente, reclamando Dorothea
anche dopo la morte. Nell'epilogo di Middle march, gli errori e le sofferenze di Dorothea
vengono riscattati alla luce di una coscienza nutrita di principi religiosi e aperta ad una
visione democratica laica, consapevole che i tempi moderni non consentono più
l'eroismo di grandi figure femminili.

Meredith, Hardy, Gissing: variazioni e inquietudini del novel


Dopo Eliot vari scrittori si servono ancora delle stesse formule del novel realistico-
didascalico esaltando la vita di provincia, osservata con più nostalgia quando si tinge di
ricordi autobiografici o recuperando gli aspetti melodrammatici che si traducono in una
letteratura di consumo, basata sulle tre R, ossia religion, reform, romance. Margaret
Oliphant, autrice scozzese, va ricordata per i sette volumi che compongono le
Chronicles of Carlingford, in cui la commedia della vita domestica si arricchisce di
interessi teologici. Anche Mary Augusta Ward, apprezzata negli Stati Uniti e amica di
Henry James, raggiunge un grande successo con Robert Elsmere, dove appaiono i dubbi
religiosi del tempo e l'ideale di un agnosticismo non disgiunto dall'impegno etico e
sociale. Sia Oliphant che Ward erano nemiche dei movimenti per l'emancipazione della
donna.
Che le dinamiche storiche e politiche non permettano una rappresentazione
rassicurante della realtà è evidente in George Meredith. Il suo primo romanzo, The
Ordeal of Richard Feverel, tocca il tema del rapporto tra padre e figlio. Esso fu rifiutato
dalla più importante biblioteca circolante per allusioni esplicite alla sessualità. Nei suoi
romanzi l’uso del narratore onnisciente e la costruzione psicologica dei personaggi
subiscono un’amplificazione iperbolica che da una qualità volutamente artificiale alla
prosa. Viene messo in discussione il processo di crescita spirituale essenziale per il
romanzo di formazione europeo. Meredith si nasconde dietro una voce autoriale ironica,
che dichiara la narrativa ancella prediletta della filosofia, dal momento che dovrebbe
organizzarsi come sistema verbale consolidato. Tuttavia tale progetto è precario per
l’impossibilità di dare una interpretazione univoca ai fatti. Per cui il sentimentalismo di

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cui Meredith fa uso appare falso e forzato, a significare quanto sia difficile ricostruire
sulla pagina emozioni che sprofondano nell'humus dell'inconscio. Diana of the
Crossways è la storia di una donna forte e spregiudicata che passa indenne attraverso
varie disavventure sentimentali. Qui Meredith cerca un percorso a metà strada tra il
realismo e idealismo.
La narrativa di Thomas Hardy trova ispirazione nella consapevolezza che il mondo
rurale dell’Inghilterra sta per essere annientato dall'arrivo della civiltà meccanica. La
visione tragica che ne deriva coinvolge anche i personaggi, proiettati su uno scenario
cosmico che ne decreta l'inevitabile sconfitta. L'universo di Hardy, come si vede in Far
from the Madding Crowd, è melodrammatico quando si tratta di coinvolgere i
personaggi in conflitti personali, mentre è più pacato quando misura la dimensione del
mondo contadino. Da The Return of the Native attraverso i romanzi degli anni 70, in The
Trumpet Major e The Mayor of Casterbridge fino a Tess of the D’Urbervilles e Jude the
obscure, Hardy approfondisce la sua vena tragica inducendo i personaggi a compiere
errori che ne condizioneranno per sempre l’esistenza. Così è per Betsheba, la fanciulla
di Far from the Madding Crowd, indipendente ma incapace di accorgersi subito di
aver trovato un degno marito e sedotta da un soldato galante. La cittadina di
Weatherbury è la sede di antiche pratiche pastorali, come la tosatura delle pecore.
Weatherbury è contrapposta alla città moderna, con la sua vita frenetica e distruttiva,
ma l'apparente eternità della condizione rurale viene violata dall’avvento delle
macchine, che accelerano i ritmi del raccolto, come fa la trebbiatrice in un episodio di
Tess of the D'Urbervilles.
In Tess of the d’Urbervilles, Tess viene umiliata nella sua innocenza da Alec, il
discendente dei signori feudali trasformato in un volgare seduttore. Che la famiglia di
Tess sia imparentata con Alec d'Urbervilles non può che rafforzare quel motivo
dell'ironia tragica che accosta Hardy ai drammaturghi elisabettiani. Negli anni Novanta
Hardy mette in crisi l'architettura rassicurante del narratore onnisciente puntando a un
ritmo narrativo più disarmonico e irregolare. Nell'ultima parte Tess, offesa non solo dal
seduttore ma anche da Angel, l'uomo che ha sposato, uccide Alec a coltellate e vaga
per la campagna inglese, fino a raggiungere Stonehenge dove si compie il suo fato:
catturata mentre riposa su un altare pagano viene condannata a morte. In Tess come in
altre opere hardyane prevale la qualità cromatica del linguaggio. L'occhio del narratore
si muove minuzia naturalistica quando segue le operazioni rurali e ricerca di un
significato simbolico, che possa proiettare in una dimensione metafisica il più umile
eventi. Ecco allora, in Jude the Obscure, lo scannamento del porco, compiuto da Jude
e dalla moglie. Il lettore riconosce nell'episodio il correlativo oggettivo della sorte di
Jude, vittima sacrificale delle proprie debolezze e egoismo altrui. Dopo vari preparativi il
porco viene scannato in modo maldestro e un fiume di sangue si riversa in terra. Le
polemiche successive alla pubblicazione degli ultimi due romanzi indussero Hardy ad
abbandonare il romanzo volgendosi alla poesia. Così il patto tra autore e lettore che
aveva caratterizzato il novel vittoriano veniva a cadere.
A partire dagli anni 80, l'influenza di Zola, Maupassant, dei fratelli Goncourt e del
realismo di Daudet e Howells aveva cominciato a farsi sentire sulla scena inglese.
Anche se si distacca dall’estremismo di Zola, George Gissing, si fa portavoce di un
realismo privo di ogni tocco sentimentale e immerso nella vita urbana. Pur servendosi
del triple-decker tradizionale, Gissing è attento alle leggi socioeconomiche che regolano
la vita degli individui. Egli cala i suoi personaggi, di solito alle prese con problemi
finanziari, nella densità del territorio londinese e coglie i disagi di intere categorie
sociali: i proletari e le loro donne che lottano nella giungla darwiniana che è la metropoli
di The Nether World, gli scribacchini messi fuori gioco dal mercato editoriale in New
Grub Street, le donne piccoloborghesi, alla cui educazione non corrisponde la capacità
di trovare un lavoro in Odd Women. In quest'ultimo compare la figura della new woman,
donna emancipata che lotta per elevare la condizione femminile, osservata con un
occhio ironico maschile e con la convinzione che i tempi sono cambiati e che il futuro è
comunque alle porte. In New Grub Street, tra i tanti intellettuali, si distingue per la
coerenza dei suoi ideali lo scrittore Biffen, che sogna di pubblicare il vero romanzo

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realista, basato sull'annotazione maniaca le di ogni minimo evento. Gissing gli riserva
un destino crudele: ridotto alla solitudine Biffen muore in un incendio per salvare il suo
manoscritto. Simbolicamente, con lui bruciano i triple deckers e altri tomi che erano
stati la quintessenza del novel vittoriano.

IL ROMANCE
Romance e Novel: il caso delle sorelle Bronte
Nel saggio Modern Romance and Novel lo scozzese George Moir distingue due classi: il
romance, dove l’interesse della narrativa si volge verso il meraviglioso e il novel, dove
gli avvenimenti sono adattati al normale corso degli eventi. Il romance dell’epoca
vittoriana non è un genere ben definito, rifiuta la centralità del novel, il valore sociale
dato alla riproduzione veritiera della vita quotidiana, il narratore onnisciente, sostituito
da un io narrante. Difficile è situare la narrativa delle sorelle Bronte, che ha numerosi
punti di contatto con il novel vittoriano, ma anche col romance per l’intensità con cui
vengono rappresentate le vicende. Nel 1847 vengono dati alle stampe Jane Eyre,
Wuthering Heights e Agnes Grey, firmate da Currer, Ellis e Acton Bell. Il grande
successo spingerà i tre «autori» a recarsi a Londra per rivelare la propria identità. Così
fanno la loro comparsa Charlotte, Emily e Anne Bronte, figlie di un curato di provincia,
che risiede nello Yorkshire. Tuttavia rimarrà in vita solo Charlotte, in quanto Emily e
Anne muoiono nell'arco di due anni. Le tre opere mostrano alcune caratteristiche della
scrittura delle donne nel periodo vittoriano: la centralità della figura dell'eroina in cerca
di identità e di una voce autonoma, uno sguardo attento allo spazio della domesticità, il
ricorso all'autobiografia, l'intreccio di motivi favolistici, gotici e l’analisi dei desideri
delle donne.
In Wuthering Heights Emily Bronte costruisce un’architettura narrativa basata su
incastri e simmetrie, mettendo al centro la passione tra Catherine Earnshaw e
Heathcliff. La vicenda viene filtrata attraverso più voci, che spezzano l'io narrante
affidato a Mr. Lockwood e a Mrs. Dean, la domestica che conosce di prima mano gli
eventi, essendo vissuta sia a Wuthering Heights che a Thrushcross Grange. La
ricostruzione dei fatti è sollecitata da Lockwood dopo il suo incontro con lo spettro di
Catherine. Il romanzo, che si apre nel 1801, quasi in bilico tra due secoli, è dominato
dall'arrivo di Heathcliff, il trovatello adottato da Mr. Earnshaw. Catherine si riconosce
con la parte «selvaggia» di Heathcliff, pur avendo deciso di sposarsi con il mite Linton.
Heathcliff, che ascolta le parole della giovane, organizzerà una vendetta nei confronti
delle due famiglie. Egli si erge come un diabolico eroe tormentato dalla perdita di
Catherine. Il romanzo si chiude con l'apparizione dei fantasmi di Heathcliff e una donna
che si inoltrano nella brughiera.
Le avventure di Jane Eyre attingono più a motivi gotici e favolistici, intrecciati a una
serie di eventi sensazionalistici, che riguardano parenti ritrovati, lettere nascoste,
inganni, un’eredità. La voce narrante di Jane adulta conduce il lettore attraverso i suoi
dieci anni di formazione, che passa da ospite maltrattata nella famiglia della zia ad
alunna di una scuola per poveri a istitutrice e infine moglie del proprietario terriero che
le aveva affidato la figlia della sua amante. La parte più corposa del romanzo traccia da
una parte il ruolo di Edward Rochester, il villain che ha rinchiuso la moglie folle in
soffitta, ma che perderà la vista nel tentativo di salvarla da un incendio appiccato da lei
stessa, e che sposerà Jane e dall'altra la consapevolezza di Jane della sua identità di
donna autonoma e non sottomessa. Tant'è che quando crede di aver perduto Rochester
ella dichiara il suo amore, violando le regole del pudore vittoriano. Alla voce passionale
di questa eroina Charlotte oppone il silenzio e la terribile risata di Bertha.
Anche Agnes Grey è dedicato alla figura dell'istitutrice, nell'ambito di una struttura
didascalico-moralistica molto marcata, che esplora i mali dell'educazione vittoriana. The
Tenant of Wildfell Hall narra la storia scandalosa di Helen Huntington, la quale,
invece di sopportare il marito dissoluto e adultero lo abbandona portando con se il
figlioletto, rifiutando il ruolo di semplice proprietà. Il filo del racconto è ceduto a Gilbert
Markham, narratore della prima e ultima parte del romanzo, mentre la sezione centrale
è lasciata a Helen, in cui la protagonista riflette sulle torture inflittele dal marito.

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In Shirley di Charlotte Bronte il tema dell’oppressione della donna è inserito sullo


sfondo del conflitto tra la classe operaia e i padroni. La donna mette a confronto la vita
delle due protagoniste, la povera Caroline Helstone e la ricca Shirley Keeldar, entrambe
collegate al proprietario tessile Robert Gerard Moore, il quale vuole rimodernare i
macchinari. In Villette Charlotte sceglie un paesaggio urbano. Lucy Snowe va a
insegnare a Villette, dove scopre la sua condizione femminile. Lucy è una flaneuse che
in terra straniera può mettersi in discussione, percepire la città non come aliena ma
come territorio della conoscenza. L'opera, considerata la rievocazione delle vicende di
Charlotte durante il suo soggiorno in Belgio, anticipa alcune caratteristiche del romanzo
sulla città delle donne. The Professor è ambientato a Bruxelles, l’autrice richiama la
sua esperienza autobiografica servendosi però della voce narrante maschile del
professor Crimsworth.

Dall'idealismo romantico all'ideologia imperiale


L'attenzione per il folklore è uno dei punti fermi della cultura dell’800 e dà al romance
vari esiti: può essere nostalgia del passato preindustriale, interpretare le esigenze della
letteratura per l’infanzia, scomporre ogni preoccupazione etica. Nel 1823 appare una
prima selezione di German Popular Tales, ricavate dalle opere dei fratelli Grimm e nel
1826 Fiabe di Hans Christian Andersen. Dall'Oriente arrivano le Mille e una notte,
tradotte con in Arabian Nights' Entertainments. Si crea così una tradizione favolistica.
L’oscillazione tra matrice popolare ed empireo degli ideali è un aspetto fondamentale
del romance vittoriano, il cui rappresentante è Edward Bulwer-Lytton, che parla di
metaphysical novel e sostiene un romanzo in grado di esaltare i caratteri ideali
dell'umanità. Da ciò deriva il suo interesse per lo historical romance, ricostruzione
avventurosa del passato medievale in The Last Barons, dramma apocalittico della
distruzione di una città in The Last Days of Pompeii. Il termine idealism è associato al
romance e contrapposto al realism del novel.
L’ideologizzazione del romance come mezzo per educare nuove generazioni si vede già
nel Robinson Crusoe, sottoposto a varie riscritture. R. M. Ballantyne in Coral Island
sostituisce alla solitudine del naufrago di Defoe lo spirito fraterno di tre Inglesi, prima
confinati su un'isola deserta, poi in viaggio per i mari dove affrontano cannibali e pirati
senza perdere la fiducia nelle loro capacità di sopravvivenza. A questa narrazione che
esalta i valori della civiltà britannica appartengono Treasure Island di Stevenson e le
opere di H. Rider Haggard come King Solomon's Mines e She. Entrambi si schierano a
favore del romance contro le degenerazioni del realismo. Treasure Island di
Stevenson, ambientato nel XVIII secolo, ricostruisce il viaggio alla ricerca del tesoro dei
pirati compiuto da un gruppo di Inglesi. La voce narrante è quella di Jim Hawkins, che
cambia con la sua innocenza una realtà violenta. L’unico insegnamento appreso da Jim
pare consistere nell'angoscia che lo tormenta al ricordo della terribile avventura. Meno
controllato è lo stile narrativo di Haggard, che tuttavia nelle sue opere presenta
tematiche avventurose, offrendo un'Africa mitica e leggendaria. Gli eroi di Haggard
possono imbattersi in una donna immortale, una sorta di Cleopatra, ammaliatrice e
onnipotente.
Haggard e gli altri seguaci del romance vedono in Stevenson il successore di Walter
Scott, capace di riscattare il romanzo moderno dalle insidie del naturalismo francese.
Stevenson difende il modello di un romanzo d'avventura di grande respiro mitico e
simbolico. In The Strange Case of Dr. Jekyll and Mr. Hyde recupera la dimensione
gotica e onirica attraverso il tema del doppio. Gli esperimenti compiti dallo studioso
Jekyll lo trasformano in una creatura che dà sfogo agli istinti bestiali repressi dalla
moralità dell'epoca. Nell'ultima parte della sua vita Stevenson si misura con il romanzo
storico alla Walter Scott. La qualità epica dei romanzi scottiani acquista tensioni e
ambiguità psicologiche come in The Master of Ballantrae. Qui il conflitto tra due nobili
fratelli scozzesi che militano l'uno tra le truppe di re Giorgio II Hanover, l'altro tra i
sostenitori della vecchia dinastia Stuart, viene filtrato attraverso il racconto di un
testimone inattendibile.

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Tra fiaba e gotico


La favola vittoriana si consolida quando George MacDonald comincia a pubblicare le
sue opere fantastiche, con un intento allegorico. Il mondo delle fate che si distende
davanti agli occhi del protagonista di Phantastes è un universo alternativo, dove il
viaggio dell'eroe verso la maturità si compie attraverso varie prove, che rinviano alla
Faerie Queene di Spenser. Nessun tipo di messaggio si manifesta in Alice in
Wonderland di Lewis Carroll, seguita da Through the Looking-Glass. Collocando nel
tempo metamorfico del sogno il viaggio di Alice tra oggetti animati e animali loquaci,
Lewis Carroll si situa al di fuori di qualsiasi modello mimetico. L'arbitrarietà dei segni
verbali nega ogni possibile significato definitivo alla realtà.
La favola vittoriana in mano alle donne non manca di sformare personaggi di bambine
ribelli, di fate o di streghe inquietanti. Anne Thackeray in Five Old Friends toglie alla
favola ogni dimensione mitica e la sottopone alla verifica della condizione della vita
moderna, dove prevalgono la parodia e l'ironia.
Rilevante è la partecipazione femminile al genere gotico dove assistiamo a un'opera di
aggiornamento, che tende a contestare gli stereotipi vittoriani. In Lady Audley's
Secret Mary Elizabeth Braddon mette il lettore di fronte a un'eroina apparentemente
angelica, ma in realtà perfida arrampicatrice sociale. La trama contiene anche un
elemento di detection atto a scoprire la colpevolezza della donna, a conferma che si sta
diffondendo anche la detective story. Esso raggiunge la maturità con i racconti di Arthur
Conan Doyle.
Popolare autore di racconti orrifici è J. Sheridan Le Fanu con In a Glass Darkly. Pu
passando in rassegna il repertorio del gotico, Le Fanu si concentra sulle reazioni dei
personaggi, vittime dell'irruzione del fantastico nella vita quotidiana. In Green Tea il
resoconto di un medico, che si rifugia nel gergo scientifico, non spiega alcunché dei
fenomeni descrittigli da un paziente, che il dottore non riuscirà a salvare.
Negli ultimi anni del secolo l'interesse per il gotico ha un esponente di spicco in Bram
Stoker che in Dracula presenta l'esplosione del sovrannaturale e del magico nel mondo
moderno. La minaccia viene dalla Storia europea, fatta di violenze. Per sconfiggere il
pericolo e salvaguardare la donna occorrerà l'intervento di un alter ego del Vampiro,
Van Helsing, una figura simbolica della commistione tra ragione e magia.

Utopia e romanzo dell'immaginario scientifico


L'avanzata del pensiero scientifico influenza anche il romance. Una contestazione della
teoria della selezione naturale si trova in Water Babies di Charles Kingsley. In
contrasto con il percorso evolutivo tracciato da Darwin, Kingsley trasforma dopo la
morte uno spazzacamino in una creatura acquatica che discende il fiume per arrivare
alle sorgenti spirituali della vita. Le ipotesi darwiniane non vengono negate
direttamente, ma riportate nell'ambito di una visione provvidenziale.
L'immaginario scientifico ha uno spessore più apocalittico in After London di Richard
Jefferies. L’Inghilterra di Jefferies è tornata a un passato preindustriale poiché la civiltà
moderna è stata annientata dalla caduta di una meteora. Il romance Darwiniano si
manifesta come paradossale sogno di regressione.
Il Medioevo è l'immagine su cui si fonda News from Nowhere di William Morris. Egli è
un geniale interprete dell'ideologia antindustriale, muovendosi vicino alla cerchia dei
pittori preraffaelliti e impegnandosi in iniziative politiche a favore di un socialismo più
libertario. Vivere il sogno una Londra purificata dai mali della lotta dello sfruttamento di
classe, dedita a pacifiche attività rurali significa per il protagonista di News from
Nowhere, William Guest, concepire un'alternativa al presente e alle sue brutture. Se il
messaggio politico resta disatteso, il desiderio del Nowhere che corrisponde alle più
profonde esigenze umane, afferma un’irriducibile alterità rispetto a qualsiasi modello di
progresso borghese.
Il romanzo di H. G. Wells, basato sull'immaginario scientifico, si afferma negli anni 90,
mescolando utopia e gotico, attenzione alle applicazioni tecnologiche e alle fantasie
futuristiche. Wells inizia una sequenza di scientific romances, che si configurano
come grandi favole darwiniane: al viaggiatore del tempo, che visita il futuro per

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verificare il fallimento della civiltà, si succedono altri testimoni dell'irruzione del


meraviglioso e dell'alieno nella realtà quotidiana inglese, altri esploratori che si
confrontano con i mostri partoriti dalla mentalità scientifica o che approdano nella
Londra del futuro, ben lontana dall'ideale di stabilità delle utopie. Anche se Wells
abbandonò la via del scientific romance, sedotto dalla tentazione di farsi commentatore
sociale, giornalista e ideologo del progresso, sono le sue opere a indicare che il realismo
non è l'unico modello narrativo a disposizione del romanziere novecentesco.

LA POESIA
Caratteristiche della poesia vittoriana
Hillis Miller scriveva che molti poeti vittoriani ereditano la concezione romantica della
poesia, ma sono diversi. I poeti romantici credono che nella natura sia nascosta una
forza spirituale e il problema è raggiungerla. Per poeti vittoriani il potere spirituale è al
di là del mondo e il distacco tra uomo e potere divino sembra più grande. A questa
interpretazione del passaggio tra poesia romantica e vittoriana, bisogna aggiungere
l’approccio di Isabel Armstrong che in Victorian Poetry, Poetics, and Politics sottolinea la
ricchezza tematica della poesia vittoriana. Secondo Armstrong i poeti vittoriani sono
convinti della loro modernità e della necessità di misurarsi con la complessità dei
saperi. Cedono in parte i presupposti di una poesia volta solo a indagare la propria
interiorità. La solitudine intellettuale e l'agnosticismo diventano lacerazione nei
confronti della comunità, le problematiche sessuali e di gender ribadiscono i vincoli che
legano gli individui o esplorano le pressioni che li dividono. I riferimenti al passato
letterario, che portano alla riscoperta dell'Inghilterra arturiana o ripercorrono i poemi
omerici vengono rivissuti alla luce di un inquieto presente che modifica grottescamente
l’apparente distanza dalla leggenda. In Golden Wings di William Morris il gioco delle
quartine che illustrano uno scenario d’amore in un castello popolato da dame e
cavalieri spensierati si carica d’ansia per l’attesa del ritorno di Ali dorate, amato da
Jehane du Castel beau. Stanca di aspettare, Jehane va alla ricerca del suo amore ma
muore, una guerra si avvicina al castello travolgendo i suoi abitanti. L’energia pittorica
di Morris è confermata dalla vicinanza al gruppo dei preraffaelliti, poeti e pittori che
rifiutano l'arte contaminata dalla Rivoluzione industriale e guardano più lontano del
Rinascimento. Nel 186I con alcuni di loro Morris fondò a Holborn la ditta Morris,
Marshall, Faulkner & Co. Uno sforzo comune, basato sulle teorie di Ruskin e su quelle
sostenute sulla rivista «The Germ» confluisce nel recupero dell'architettura gotica
tramite il Gothic Revival e nella proposta di una pittura spiritualizzata e stilizzata,
attuata da Dante Gabriel Rossetti in nome del rifiuto del materialismo del mondo
moderno. Rossetti era affascinato da Blake, alcune delle sue poesie riguardano i suoi
dipinti. Un elemento pittorico è presente anche in The Blessed Damozel, quasi un
manifesto poetico. Il perbenismo vittoriano attaccò la Pre-Raphaelite Brotherhood,
accusando Rossetti di eccesso di sensualità. Nelle polemiche fu coinvolto anche
Algernon Charles Swinburne, autore di Poems and Ballads che si atteggiò a personalità
anticonformista non disdegnando la satira e la polemica politica. Ossessionato dall'eros,
anticipatore di motivi decadenti, Swinburne è un abile versificatore e mitografo,
conoscitore della letteratura francese, tanto che nel 1867 celebra la morte di
Baudelaire in Ave atque Vale. Forse è la consapevolezza delle innovazioni introdotte
dalla poesia francese che ha indotto la critica letteraria a dare un giudizio riduttivo della
produzione poetica vittoriana.
Il linguaggio poetico vittoriano fa i conti con l'epoca impoetica e con la tradizione
romantica. Alcuni poeti vittoriani, come Tennyson, parlano con un richiamo ai romantici,
altri insistono su una visione pedagogica, tant'è che Matthew Arnold vede nella poesia
un magister vitae, mentre in Sordello Browning recupera il personaggio dantesco
nella sua doppia natura di sognatore e uomo d'azione sottolineano la sua natura
oracolare. La poesia vittoriana rivive i travagli del mondo presente, dedicandosi alla
sperimentazione metrica. Ogni tanto qualche voce rompe la crosta di sobrietà.
Il rapporto con il pubblico è difficile. Visto che il poeta indossa i panni del profeta, egli
rivendica di essere portatore di una verità che la sua epoca non può percepire: ecco

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allora il disprezzo per i lettori. Tormentato dal dubbio che Dio non sia più presente, il
poeta indossate le vesti del filosofo Empedocle in Empedocles on Etna di Arnold. Se
Arnold accentua una nota di pessimismo, Alfred Tennyson in In Memoriam dichiara la
necessità di lenire il dolore per la morte dell'amico Arthur Hallam attraverso una
metrica pacata e distesa, che vuole comunicare non tanto l'intensità del rimpianto,
quanto il dovere di condividerlo con i lettori. Il tono elegiaco dell’opera favorisce un
andamento discorsivo che stempera l'individualismo delle sensazioni personali. La
poesia vittoriana cerca lo sviluppo di un intreccio narrativo ed è interessata alla qualità
drammatica dell'azione teatrale per recuperare tutte le modalità della tradizione
letteraria e porsi come summa di un'epoca più attenta ai valori materiali che spirituali.
Anche il mondo scientifico diventa materia poetica, e con essa si misurarsi Tennyson
quando in Locksley Hall compie un balzo nel futuro e assiste a battaglie aeree. Fra i
temi sviluppati in In Memoriam Tennyson coglie le implicazioni della nuova visione
scientifica della natura, che non più formata da un'impronta provvidenziale si disintegra
nello spettacolo delle ere geologiche. Tennyson assolve alla funzione del poeta laureato
per la versatilità della sua produzione che si adatta alle esigenze del momento storico.
In The Passing of Arthur la narrazione dell'agonia del re è messa in bocca a Sir
Bedivere, che deve liberarsi della magica spada Excalibur. Tennyson incarna la volontà
vittoriana di cercare, attraverso la perfezione dei versi e la variabilità dei contenuti, un
equilibrio impossibile, un centro di ispirazione che si identifichi con la voce del poeta. Il
suo conservatorismo lo spinge verso soluzioni come quelle proposte in Dream of Fair
Women, che rievoca i tempi antichi attraverso l'esaltazione della bellezza femminile
già cantata da Chaucer, con una sensualità ammaliatrice che riconduce all'esperienza
delle Mille e una notte. L'esotismo è un altro volto della poesia vittoriana, e il sogno
dell'Oriente pervade la cultura epoca come è evidente dal successo di The Rubaiyat of
Omar Khayyam di Edward Fitzgerald, che ripropone una serie di generalizzazioni
intellettuali care alla cultura vittoriana, in nome della filosofia del carpe diem.
Una risposta alla magniloquenza di Tennyson o alla liricità accattivante di Fitzgerald si
manifesta negli anni 90, quando Rudyard Kipling dà la sua versione dell'esperienza
coloniale, rivivendola attraverso l'eloquio impoetico dei tommies, i soldati semplici che
si fanno protezione dell'Impero britannico.

Browning e il monologo drammatico


Robert Browning sviluppa un metodo poetico che consente di indagare nella psicologia
di personaggi emblematici, ma ciò che ne deriva è un senso di ambiguità. La sua
capacità di rendere oggettivi personaggi e situazioni fu apprezzata da Eliot e dai
modernisti. Le sue opere di conservano una qualità frammentaria, giustificata dalla
consapevolezza del poeta di non poter dare risposte assolute. La percezione è
rappresentata in termini di discontinuità e dubbio. Neanche lo scenario più solenne o la
stagione più favorevole eliminano il senso di precarietà. La pittura, la musica, la
religione diventano temi poetici che, personificati attraverso personaggi del passato,
suggeriscono ironicamente la soggettività di un’identità fittizia, perché filtrata
attraverso la soggettività del poeta. A ciò si aggiunge la dislocazione del poeta, che
sembra parlare dall'esterno, sia per le sue idee poco gradite in patria sia per il
soggiorno all’estero. Browning vive in Italia fino al 1861 e in Asolando l’esperienza
italiana si traduce in un viaggio nella memoria, che lo riporta nella cittadina di Asolo. La
realtà dei fatti si sostituisce al potere della fancy e tuttavia l'io poetico continua a
comporre, rivisitando la sua formazione infantile. Che l'Italia fosse al centro
dell'ispirazione di Browning lo mostrano i monologhi drammatici come My Last
Duchess, che parla della duchessa rinascimentale alla corte ferrarese degli Estensi. Di
fronte all'inviato con cui sta trattando un nuovo matrimonio, il duca racconta la storia
dell'assassinio della moglie e le sue motivazioni. La qualità discorsiva del verso rinvia al
teatro di Webster, poiché la duchessa ferrarese è ideale sorella della websteriana
duchessa d'Amalfi. Lo stesso metodo drammatico si vede in The Ring and the Book,
ambientato nella Roma papale di fine seicento. La parte scenografica del poema si
arricchisce di dettagli storici (historical romance). La ricostruzione documentaria viene

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vivificata da varie immagini, tra cui la forgiatura dell'anello, operazione che rinvia
all’esperienza autobiografica attraverso il riferimento all'anello donato dal poeta alla
moglie.

Le poesie di Emily Bronte, Elizabeth Barrett Browning, Christina Rossetti


La sfera del femminile è soggetto preferito della poesia vittoriana sia quando le donne
sono figure mitiche sia quando sono antagoniste. Il modello prediletto è raffigurato da
Coventry Patmore in The Angel in the House dove Honoria è sintesi delle virtù della
perfetta lady. Molte poetesse dell'800 vogliono dare espressione adeguata alla lotta con
l'icona dell'angelo, alle strategie per mettere a tacere la lady sottomessa per far
riaffiorare un io che affermi la dignità della propria esistenza di donna. Scrivere per le
poetesse è difficile perché come lamenta Elizabeth Browning, non c’è una tradizione
femminile a cui ispirarsi.
I versi delle sorelle Bronte appaiono in un volumetto del 1846. Le poesie di Emily sono
le più memorabili: nella loro apparente semplicità, esse sono vigorose, dotate di una
musicalità melanconica e selvaggia. Le sue poesie sono leggibili autonomamente,
incentrate sulla visione panteistica della natura, sulla morte.
Elizabeth esordisce nel 1826 con Essay on Mind, with Other Poems, ma anche come
traduttrice dal greco. Nel 1844 appaiono i due volumi di Poems, ammirati da Robert
Browning, con cui stabilisce una corrispondenza che sfocerà in una relazione
clandestina. Al suo amore per Robert sono dedicati i Sonnets from the Portuguese in cui
mescola il linguaggio del desiderio, le esperienze personali con una forte dose di
humour e di ironia. Casa Guidi Windows: A Poem è il suo tributo di testimone oculare
alle lotte del Risorgimento in Toscana e un’affermazione che anche le donne possono
ricoprire un ruolo nello svolgimento della Storia. In Aurora Leigh evoca la vicenda di
una donna in quanto ritratto dell'artista dell'800. L’autrice esplora la duttilità del blank
verse e si misura con il novel. Il poema è un Kunstlerroman in versi, che indaga la vita
interiore e le vicende della poetessa Aurora. Rimasta orfana di madre, Aurora viene
condotta in Inghilterra dove è addestrata come una lady, ma rifiuta di sottomettersi e
respingerà l'offerta di matrimonio del cugino Romney Leigh. Accanto all'artista
individuata nel difficile processo di formazione Elizabeth colloca una fallen woman
(Marian Erle) che Aurora porta con se a Firenze, aurora, poetessa ormai famosa, scrive
mentre osserva Marian che accudisce il figlio illegittimo. La narrazione prende corpo
grazie alla costruzione magistrale dell'opera, generata da un’alchimia di generi narrativi
e temi mescolati con grande libertà creativa.
Christina Rossetti sceglie la strada della favola e della visione fantastica in Goblin
Market e The Prince's Progress. Il primo è un fairy tale su peccato e redenzione, sul
desiderio sessuale e sulla punizione, leggibile sia in chiave erotica che religiosa. Esso è
la rappresentazione di diverse proiezioni dell'identità femminile, che si riconciliano
nell'affermazione della solidarietà tra le donne. Il poemetto narra la storia di due
sorelle, Laura e Lizzie, che vengono tentate dai folletti del bosco. Mentre Lizzie resiste
alla tentazione, Laura assapora i frutti magici in cambio di un ricciolo dei suoi capelli. I
frutti hanno la stessa valenza della mela di Eva: si rivelano un veleno morale. L'atto di
Laura ha conseguenze terribili: la giovane si ammala, invecchia precocemente, langue
di desiderio, perché il maleficio le impedisce di rincontrare i folletti. Lizzie va in soccorso
della sorella recandosi al mercato dei folletti, dove costoro la cospargono con la polpa
incantata così che ella potrà «donarsi» alla sorella come cibo e antidoto. Il poema-
favola è caratterizzato dall'eccentricità del metro, variabile, fluido, con una
sovrabbondanza lessicale e fonetica che sfrutta i procedimenti retorici
dell'accumulazione di dettagli, delle ripetizioni verbali, delle allitterazioni e assonanze,
di parole composte, per creare un senso di ricchezza fabulatoria, sensuale, mentre il
quadro apparentemente edenico si rivela percorso da immagini di violenza. Il
movimento magico dei folletti si carica di implicazioni grottesche. Essi si accostano alla
fanciulla stregata e si imprimono indelebilmente nella mente dei giovani lettori.

Hopkins: il poeta di fronte al suo Dio

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Dopo aver studiato a Oxford, dove fu a contatto con la cerchia dei preraffaelliti, Gerald
Manley Hopkins si convertì alla religione cattolica e fu ammesso nella Compagnia di
Gesù. L'ordinazione e l’impegno pastorale non gli impedirono una carriera accademica
come professore di greco allo University College di Dublino. Le sue vicende influirono
sulla creazione artistica: egli fece della sua poesia il terreno di scontro tra le sue
aspirazioni estetiche, rafforzate da una maestria metrica e la scelta di una vocazione
religiosa che non viene mai dimenticata. La sua sperimentazione poetica si esprime
nell’elaborazione del sprung rhythm, adatto alla versificazione perché più vicino al
ritmo naturale del discorso, il meno forzato. La celebrazione della figura di Cristo in
God's Grandeur si carica di ambiguità semantiche come se fosse impossibile risolvere
il dilemma che oppone il trionfo del Verbo e la bellezza autonoma del linguaggio. Il suo
poema The Wreck of the Deutschland, dedicato alla memoria di cinque suore esiliate in
Germania e morte vicino alla foce del Tamigi, non viene accettato dalla rivista gesuita
«The Month». In esso esplode una vena visionaria e apocalittica che non si placa mai
del tutto, neppure nella convinzione che anche l'evento più funesto venga trasfigurato
dalla misericordia di Cristo. Nel 1918 il poeta Robert Bridges avrebbe consegnato alle
stampe l’edizione delle poesie di Hopkins.

Verso la fin de siècle: armonie e disarmonie


Nel 1889 esce una raccolta di Edward Lear, Nonsense Drolleries, che riprende lo spirito
bizzarro dei limericks; Demeter and Other Poems di Tennyson; la terza serie di Poems
and Ballads di Swinburne; Asolando di Browning; Morris sta per fondare la Kelmscott
Press, per ridare dignità all'arte della stampa e si occupa di letterature nordiche e di
Beowulf; esce la raccolta di Yeats The Wanderings of Ossian, che recupera una
musicalità romantica. Nel 1886 Kipling pubblicò Departimental Ditties and Other Verses,
seguito da Barrack-Room Ballads and Other Verses, e Ballads and Barrack Room
Ballads. Il quadro poetico è in movimento, ma è impossibile ricorrere in modo rigido a
una scala cronologica. L'attenzione per il paesaggio urbano, già presente nella poesia
mediovittoriana, si coglie in alcuni componimenti di Arthur Hugh Clough come
Dipsychus, in London's Poems di Robert Buchanan e in The City of Dreadful Night di
James Thomson, che inscena lo spettacolo lugubre e apocalittico di una città pietrificata
al di fuori del tempo, eppure moderna.
Negli anni 90 la coscienza della metropoli si frammenta ancora nell'evanescenza delle
impressioni soggettive, che tentano di catturare il pulsare del cuore di Londra o si fanno
annotazione malinconica sui processi di urbanizzazione che cancellano l'antica civiltà
rurale. Londra è per i decadenti città tetra, peccaminosa, percorsa da una massa che
ignora i poeti, a loro volta preoccupati di rimanere estranei al pubblico.
Parte della fin de siècle reagisce sia rivalutando l'esperienza romantica, in
contrapposizione al conformismo della borghesia vittoriana, sia ritornando ai temi della
natura, alla vita rurale, resuscitati da A. E. Housman in A Shropshire Lad. La musicalità
del verso vuole rendere la consapevolezza della caducità del passare del tempo. La
natura contrasta con la mutevolezza dello scenario umano, esemplificata dalla
sostituzione del soldato romano con lo yeoman, l'agricoltore medievale, e poi con l'io
del poeta.
Nei Wessex Poems, prima raccolta di poesie di Thomas Hardy, l'autore dà voce alla
mancanza di punti fermi della sua epoca a cui è sostituita la frammentarietà
dell'osservazione del poeta, che registra alcuni risvolti di una realtà non più
rassicurante. Il tempo e gli eventi storici sono testimoni della tendenza umana
l'autodistruzione, come Hardy ribadirà in The Dynasts, dedicato alle guerre
napoleoniche.
In The Darkling Thrush, il silenzio del paesaggio invernale, rotto solo dal vento, viene
movimentato dal canto di un tordo. Il pessimismo di Hardy chiude il secolo che aveva
assistito alla «scomparsa di Dio» ridimensionando la natura, priva di significato
trascendente e non più depositaria di nuove verità scientifiche. Il tordo è un cantore
folle e sconclusionato, a cui il poeta preclude anche la dignità di farsi interprete della
disperazione. La disperazione sembra però l'unico approdo per l'artista che vuole

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recuperare la sua identità, come in Ballad of Reading Goal, testamento poetico di Oscar
Wilde scritto in prigione dopo la condanna per omosessualità.
Una risposta meno critica alla difficoltà di fare poesia viene da William Butler Yeats,
poiché nelle sue raccolte di versi la riscoperta del paesaggio irlandese risponde a una
sincera esigenza di creare le condizioni per un ritorno alle origini della cultura irlandese.
La dislocazione geografica rispetto al centro dell'Impero offre un'opportunità di
guardare dall'esterno una tradizione largamente consunta e ripiegata sotto il peso della
rievocazione erudita, del pathos elegante e della laboriosità produttiva dei maggiori
suoi rappresentanti. La prospettiva magica con cui Yeats osserva la natura irlandese
delinea il paesaggio cancellato dalla propria terra, pronto a riemergere dall'oblio. In The
Lake Isle of Innisfree l'io del poeta ribadisce l'incantesimo di un viaggio iniziatico. Nuove
forme di cultura avanzano e Yeats ne sarà uno dei maggiori interpreti.

LA PROSA
Da Carlyle ad Arnold: il ruolo critico dell'intellettuale
La prosa saggistica è momento fondamentale della coscienza letteraria vittoriana. Lo
scambio tra linguaggio saggistico e creativo è fondamentale nell'epoca della prosa,
dove ogni aspetto della realtà tende a essere narrativizzato. L’intellettuale vittoriano,
ancora più del novelist, sente la responsabilità di farsi interprete autorevole dei tempi,
anche in chiave critica e spesso con un atteggiamento duplice di chi cerca di analizzare
il dispiegarsi del presente e di chi guarda con nostalgia al passato rurale che
l’industrializzazione ha spazzato via. Suggestive appaiono le osservazioni di Raymond
Williams nell'introduzione a Culture and Society, che indica nella trasformazione del
significato di cinque termini (industria, democrazia, classe, arte, cultura) il senso più
profondo del cambiamento, il cui epicentro è nel periodo vittoriano. Il periodo vittoriano
vede emergere le «specializzazioni» intellettuali, che dividono il critico letterario dallo
scienziato, lo studioso di estetica dallo storico. Il dibattito innescato da Matthew
Arnold, difensore della letteratura e dell'arte in generale, come criticism of life e da
Thomas Huxley, che afferma la necessità di un rinnovamento pedagogico che valorizzi
l'istruzione scientifica, è il segno più efficace della rivendicazione delle due culture in
una società complessa. L'impegno critico dell'intellettuale vittoriano non può eludere la
sfida lanciata da Thomas Carlyle, nella sua polemica contro l'inaridimento spirituale
prodotto dalle macchine. Essa percorre Signs of the Times, Chartism e Past and Present
fino a sfociare nei Latter-Days Pamphlets, in cui il pensatore abbandona ogni speranza
di una democrazia effettiva, l'imbestialimento delle masse. Carlyle usa un linguaggio
aspro e lampeggiante, denso di richiami biblici, contrario a ogni «purismo dello stile».
Gli accenti di Carlyle tendono all'apocalisse e si stemperano solo nel dibattito tra lo
spirito individuale e le forze che plasmano la «Storia moderna».
John Stuart Mill usa strategie verbali più pacate e raziocinanti quando rivendica i
diritti dell'individuo in On Liberty e On the Subjection of Women. In entrambi aspetti del
rapporto tra gli individui e la vita sociale, fino ad allora trascurati, si impongono al
pubblico, grazie al tono rigoroso e argomentativo del saggista. Mill riserva le sue note
più dolenti alla Autobiography, in cui viene toccato il terreno della severa educazione
impartitagli dal padre James. Anche grazie alla scoperta della poesia di Wordsworth, Mill
si salva dalla depressione e raggiunge una visione più generosa del mondo.
I successi inglesi vengono esaltati dal maggior storico Whig dell'epoca, Thomas
Babington Macaulay, in The History of England, che illustra il trionfo dell'epos
liberale. La storia dell'Inghilterra, ricostruita da Macaulay e da altri studiosi vittoriani, si
propone come percorso di una nazione destinata alla gloria.
Meno ottimista è Matthew Arnold, poeta e critico che nel saggio Culture and Anarchy,
difende una visione educativa capace di salvaguardare i principi della tradizione
umanistica, dall'aggressione dei filistei (borghesia ottusa), dei barbari (aristocratici) e
della plebe (proletariato indisciplinato). La sua prosa già guarda a quella crisi di autorità
della clerisy (il ceto intellettuale) che sancirà la spaccatura tra l'artista decadente e i
lettori.

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La prosa scientifica
Thomas Henry Huxley è divulgatore delle teorie di Darwin, attento ai dettagli, ma non
privo di slanci immaginativi nel proporre ai suoi lettori la supremazia delle scienze
naturali, che prendono il posto della teologia e filosofia. A lui dobbiamo le vivaci
conferenze degli anni Settanta, raccolte in Science and Culture, che sostengono un
nuovo modello di istruzione scientifica, senza trascurare i valori letterari che Huxley
identifica nelle loro espressioni moderne, bollando come superfluo lo studio del greco e
del latino. La prosa scientifica dell’800 punta verso modelli di chiarezza espositiva tanto
più accentuati quanto più essa si addentra nelle teorie del pensiero darwiniano.
Charles Darwin nei suoi scritti raggiunge un equilibrio tra il rigore dell’osservazione
della natura e l’elaborazione dei dati cosi ricavati e la volontà di comunicare ai lettori le
caratteristiche di una testimonianza personale. Ciò è visibile nel Diario di viaggio
ovvero nei Journals che rielaboravano gli appunti presi da Darwin a bordo del Beagle, il
vascello che lo aveva portato a circumnavigare il globo. La gamma di esperienze che lo
coinvolgono si traduce nella lucida testimonianza di spettacoli meravigliosi: i fuegini
non sembrano appartenere alla razza umana, ma sono osservati con pietà; le distese
del Cile sono sconvolte da fenomeni tellurici; il paradiso delle Galapagos nasconde il
segreto della vita.
Il linguaggio scientifico si diversifica e si carica di implicazioni ideologiche via via che
diventa funzionale ai progetti della madrepatria. Basta pensare alla retorica di
Roderick Murchison, autore di The Silurian System, che studia la conformazione
geologica della terra come prova dell'antichità dell'Inghilterra, e quindi della sua
supremazia sulle altre nazioni; o allo sviluppo degli studi antropologici inquinato dalla
volontà di dimostrare la superiorità intellettuale della razza bianca. L'antropologia
consente di arrivare a una definizione di cultura più estesa di quella fornita da Arnold e
Huxley e apre grandi spazi immaginativi, rifiutando una visione incentrata sulla civiltà
occidentale. In The Golden Bough James Frazer recupera la figura universale del re
divino, che deve essere ucciso per rinascere e dare fertilità al suo popolo.

Viaggiatori e viaggiatrici imperiali


La figura più emblematica del viaggiatore vittoriano è quella di Richard Burton, in cui
convivono due nature: quella dello studioso e multilingue orientalista, e quella dello
spregiudicato esploratore che visita ogni angolo della terra. I suoi resoconti combinano
erudizione, vivacità dell'esperienza diretta e uno spirito mai conformista. Traduttore
delle Mille e una notte, Burton è personaggio esuberante, guardato con ammirazione e
sospetto dalla cultura dell'epoca. Più assimilabile all'ideologia dell'Impero è Henry
Morton Stanley, che acquista fama rintracciando in Africa il missionario scozzese
Livingstone. Egli si rappresenta come un narratore robusto e un leader valoroso,
coniugando sensazionalismo avventuroso e retorica dell'avventura. Sempre attento al
pubblico, alla fine di How I Found Livingstone si rivolge al dear reader e si congeda
affettuosamente. Più problematica e ironica è la versione dei viaggi in terre lontane che
da un gruppo di scrittrici, le quali incorporano nella loro narrazione il discorso della
propria alterità, accentuata quando l'impresa non è compiuta al fianco d'un marito,
nella solitudine della propria condizione di donna mancata (spinster). Accanto a Isabella
Bird, che viaggia dall'Asia alle Americhe, raffigurandosi come un'amazzone, o ad Amelia
Edwards, affascinata dalla mescolanza tra la moderna civiltà musulmana e le meraviglie
dell'antichità che caratterizzano l'Egitto, va ricordata Mary Kingsley, proveniente da
un'illustre famiglia. A lei si deve il resoconto dei viaggi compiuti nella zona centrale
dell'Africa occidentale, pubblicato come Travels in West Africa, il quale si configura
come una sorta di prova interiore, durante la quale l'osservazione spesso divertita dei
costumi dei cannibali o della foresta tropicale, vuole indagare sulle proprie reazioni
psicologiche o sulle proprie debolezze umane di individuo androgino. Quest’opera
ricostruisce un viaggio introspettivo che è anche rivendicazione del diritto delle donne a
intromettersi nell'indagine naturalistica.

L'autobiografia

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Le autobiografie vittoriane seguono uno schema ricorrente: si parte dalla formazione


giovanile e si segue il percorso che culmina nell'impegno nell'ambito della comunità.
Questo itinerario consente di esplorare molte problematiche morali, intellettuali,
estetiche. Talvolta l'autobiografia può rispondere a un intento di autodifesa, come nel
caso di Apologia pro vita sua di John Henry Newman, la cui conversione al
cattolicesimo aveva destato grande scalpore. Spesso nell’autobiografia si insinua la
presenza della malattia e della morte, ed è per la convinzione di essere vicina alla fine
che Harriet Martineau, impegnata nella lotta per l'emancipazione femminile scrive la
sua Autobiography, ricca di episodi che rivendicano la sua vitalità euforica.
Più sobrio è Charles Darwin nella Autobiography. Gli eventi privati e pubblici sono
riepilogati con distacco, con una rassegnata e quasi ironica accettazione del proprio
decadimento intellettuale.
Movimentate, polemiche, e a volte animate dai guizzi della creatività, sono le
autobiografie di artisti, tra cui Praeterita di John Ruskin. Prevale la storia
dell'educazione artistica, ma non manca la presenza di sensuali figure femminili o la
cronaca di viaggi memorabili, che portano Ruskin a contatto con le Alpi e con lo
splendore di opere pittoriche e architettoniche che confermano la sua vocazione
estetica, il suo desiderio di occuparsi della bellezza come fonte di piacere. Del 1886
sono le Confessions of a Young Man di George Moore, in origine scritte in francese e
poi modificate per corrispondere sempre più al gusto stravagante della fin de siècle. Le
Confessions, che mescolano spregiudicati giudizi letterari e la ricostruzione del proprio
percorso di artista anticonformista, sono un documento della voga decadente, che si
esalta nell'autoritratto dell'autore.

La riflessione estetica
La riflessione sull'arte si accentua in Inghilterra verso la metà del secolo XIX in funzione
antindustriale e antiutilitaristica. La cultura inglese arriva alla definizione dell'arte per
l'arte, cruciale nel decennio dei decadenti per preparare il passaggio alle estetiche
novecentesche. Ruskin inizia la sua attività saggistica difendendo la pittura
antiaccademica di Turner, per arrivare alla pubblica dei volumi di Modern Painters.
Comincia anche a occuparsi di architettura e dispiega la sua esigenza di recuperare la
dimensione spirituale dell'arte nei tre volumi di The Stones of Venice. Con uguale
energia, Ruskin si volge all'impegno sociale appellandosi al proletariato nelle 96 lettere
raccolte in Fors Clavigera. Egli è in grado di scrivere su vari soggetti, passando dalla
storia dell'arte alla botanica, dalla mineralogia allo studio della meteorologia. La sua
importanza risiede soprattutto nella sua concezione dell’arte, nella centralità che
attribuisce all'esperienza estetica, nella rivendicazione del carattere purificatorio del
gotico.
La condanna ruskiniana del Rinascimento italiano è contestata da Walter Pater,
autore di Studies in the History of the Renaissance e di un romanzo di formazione
estetica, Marius the Epicurean. Peter condivide molti aspetti del rifiuto del materialismo
vittoriano promosso da Ruskin, ma situa nel Rinascimento il luogo di un'armonia
spirituale che può indicare la strada di una nuova modernità, dove arte e vita diventano
una sola entità. L'impressionismo pateriano è momento essenziale di una nuova
sensibilità estetica, a cui fa da sigillo l'opera di Wilde. In Wilde si intrecciano sia le
aspirazioni a un riscatto attraverso l'arte dell'individuo asservito alla macchina, sia le
dichiarazioni dell’autonomia non solo dell'artista, ma anche del critico. I maggiori saggi
di estetica di Wilde, come The Decay of Lying e The Critic as Artist, considerano l'arte
come momento supremo dell'esperienza umana, che si incarna nell'artista dandy,
antiborghese, e si realizza nella coscienza della superiorità dell'artificio sulla natura.
L'uso del dialogo, usato in The Decay of Lying, esalta la qualità ironica e paradossale
della prosa wildiana. The Picture of Dorian Grey consente a Wilde di creare un romance
gotico radicato nella Londra contemporanea e gli permette di dar voce alla sua visione
del rapporto tra arte e vita, della necessità che l'artista indossi la maschera della

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finzione per poter esprimere una verità. Dorian Grey mostra la faccia nascosta della
rispettabilità vittoriana.

Mutazioni letterarie: gli anni Novanta


L'ultimo decennio dell'Ottocento vive l'ambivalenza di una cultura che si situa
all'interno della continuità storica rappresentata dal regno di Vittoria, ma che non ne
riconosce più caratteristiche e valori. La polarizzazione della cultura è accompagnata
dall’inasprirsi delle tensioni politiche e sociali: il fallito tentativo di dare all'Irlanda
un’indipendenza, la lotta per l'emancipazione femminile, la questione sociale
ingigantita dalla paura degli attentati anarchici. Da una parte troviamo l'artista
decadente, che esibisce la diversità del dandy e il suo disprezzo per l’arte democratica;
dall'altra parte un letterato ancora più radicato nel sistema attraverso l'impiego dei
mezzi di comunicazione. Da una parte il rifiuto del rapporto con una società che viene
sentita come conformista, ipocrita, dall'altra il recupero del patriottismo in chiave
popolare e come risposta alla minaccia della Germania. Le riviste letterarie degli anni
90 sono indicative delle differenze che attraversano la cultura inglese. Il mensile Strand
si rivolge a un pubblico mediamente istruito, valorizza la short story, con un’enfasi sul
racconto di avventura, che esprime l'ideologia dell'Impero. Lo Strand dà spazio alla
narrativa di Arthur Conan Doyle, incentrata sulla figura del detective Sherlock Holmes.
Sul versante dell'estetismo rigido troviamo The Yellow Book, diretto da Henry Harland,
nel nome di una raffinatezza esclusiva e della polemica antiborghese, a cui dovevano
contribuire le illustrazioni di Aubrey Beardsley. L’allontanamento di quest’ultimo
avviene in seguito al processo che porta alla condanna di Wilde. Il 1895 viene visto
come uno spartiacque che separa la fase più trasgressiva degli anni 90 dal quinquennio
successivo. La moralità e l’ideologia correnti vengono difese da molte riviste
settimanali, anch'esse con pretese letterarie elencate da J. H. Miller sul Blackwood's
Magazine. Il panorama letterario inglese è percorso da convulsioni sismiche. Basta
pensare all'internazionalizzazione del romanzo inglese, insulare nel periodo
mediovittoriano e ora dominato da scrittori che non sono nati in Inghilterra: gli
americani Henry James e Stephen Crane, il polacco Joseph Conrad, l'angloindiano
Rudyard Kipling. Nel frattempo le traduzioni dei romanzieri russi e l'ammirazione per
l'arte francese modificano tecniche e linguaggi narrativi. Il romanziere che scrive in
Inghilterra dialoga con un pubblico fortemente differenziato. Tra gli scrittori più
consapevoli e convinti dell’artisticità del romanzo ci sono Henry James, che tenta anche
la strada del teatro senza successo e Joseph Conrad, che rivoluziona il romanzo esotico
e d'avventura caricandolo di tensioni psicologiche.
Nello stesso periodo si sviluppa anche una corrente narrativa che esplora la condizione
dell'Inghilterra in una prospettiva realistica. Si tratta di autori che verranno qualificati
dalla Woolf come edoardiani e liquidati per la superficialità psicologica e l'eccesso di
sociologismo: Arnold Bennett, creatore di personaggi femminili nel contesto della
realtà industriale dello Staffordshire; John Galsworthy che esordisce con lo
pseudonimo di John Sinjohn e conseguirà il premio Nobel con il ciclo familiare della
Forsyte Saga. Ai due, entrambi sostenitori del romanzo va aggiunto H. G. Wells, il quale
rifiuta il principio che il romanzo sia uno strumento estetico perfetto. Si afferma anche
un gruppo di scrittrici recentemente rivalutate, tra cui Sarah Grand, che pubblica The
Heavenly Twins, romanzo che segue le vicende di vari personaggi femminili, e George
Egerton, pseudonimo di Mary Dunne, autrice di Keynotes e Discords, dove esplora gli
spazi che si aprono alle donne quando vengono messi in crisi i valori patriarcali. Al di là
di questa fervida scena narrativa si collocano scrittori e scrittrici di successo alla ricerca
del best-seller, in cui si mescolano spunti di attualità, l'attenzione ai contenuti e agli
interessi più immediati di un pubblico mediobasso. Ricordiamo i tre citati da Joseph
Conrad in una lettera a un'amica polacca: Grant Allen, autore di The Woman Who Did;
Marie Corelli, autrice di The Sorrows of Satan, un romanzo in cui diavolo fa visita alla
società londinese; Hall Cane, autore di The Manxman.

IL TEATRO

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La cultura degli anni 90 tende alla spettacolarizzazione e il teatro diventa lo strumento


espressivo più importante, l’unico in grado restituire un’identità nazionale a un pubblico
diviso. Il recupero del teatro non riguarda solo la scena inglese, ma coinvolge anche la
cultura irlandese del Celtic Revival. In questo ambito il tentativo compiuto soprattutto
da Yeats è quello di rivalutare la parola poetica in opposizione al naturalismo di Ibsen.
Tra le sue opere si distinguono per l’uso del blank verse The Countess Cathleen e Land
of Heart's Desire. Insieme ad altri intellettuali irlandesi tra cui Lady Gregory e George
Moore, Yeats fonderà l'Irish Literary Theatre che vuole recuperare la tradizione folklorica
delle campagne irlandesi.
Verso la fine del secolo si afferma un genere inglese di operetta, trovando la sua
massima espressione in W. S. Gilbert e Arthur Sullivan. Acquista importanza sociale
l'attore: basta pensare a Henry Irving, Ellen Terry, al ruolo di new woman ricoperto da
attrici come Mrs. Patrick Campell o Elizabeth Robins, all'importanza di attori che
dirigono la loro compagnia come Charles Wyndham, George Alexander. Molti di questi
partecipano al revival del teatro di Shakespeare. Testimoniano questo rinnovato
interesse teatrale il potenziamento della Royal Shakespeare Company e il recupero
degli history plays shakespeariani. I dominatori della scena inglese furono Henry Arthur
Jones e Arthur Wing Pinero, debitori per la forma drammatica della pièce bien faite
importata dalla Francia e artefici del society drama, ambientato nell'alta società. A
questa categoria appartiene anche il teatro di Wilde, autore di Lady Windermere’s Fan,
A Woman of No Importance, An Ideal Husband, The Importance of Being Earnest,
Salome (Sarah Bernhardt l’avrebbe dovuta recitare a Londra, ma fu censurata per la
commistione tra misticismo e erotismo). Wilde adopera un impianto ottocentesco, ma
lo trasforma attraverso il dialogo, che si muove tra ironia, dissacrazione delle
convenzioni sociali. Il linguaggio è finzione e pura forma senza contenuti etici. Denaro,
amore, rispettabilità sociale si traducono in formule vuote, seppure eleganti, adoperate
da un mondo spregiudicato pronto ad adattarsi a ogni circostanza.

SHAW
Alle spalle di George Bernard Shaw c'è l’impatto del teatro naturalistico di Ibsen,
affacciatosi sul palcoscenico di Londra con A Doll's House e Ghosts. Avendo trovato
nell'Independent Theatre l'istituzione adatta a promuovere le sue opere, Shaw debutta
con Widowers' Houses, attaccando l'ipocrisia dei benpensanti. Infatti il contrasto che
oppone due innamorati si risolve in nome della speculazione finanziaria da compiere sul
reddito delle case affittate ai poveri. Più trasgressivo, ma anche più teatrale è Mrs.
Warren’s Profession, dove Shaw rende con ironia il conflitto tra morale pubblica e
privata nelle figure di Mrs. Warren, tenutaria di bordelli che ha investito il suo reddito
nell'educazione della figlia Vivie e quest'ultima, una new woman inconsapevole del
passato della madre. Mentre il mondo maschile è raffigurato come opportunista, il
rapporto tra le due si sviluppa in modo drammatico, fino alla risoluzione finale che vede
le due donne coscienti dell'intensità del loro legame, ma anche divise. Nella prefazione
ai Plays Unpleasant Shaw mostra il carattere polemico del suo teatro, rivolgendosi ai
lettori con un’aggressività che sottolinea il distacco del drammaturgo dalla tradizione
vittoriana. Shaw è un grande drammaturgo fin-de-siècle, un autore la cui formazione
culturale e i punti riferimento ideologici sono ottocenteschi. Il suo linguaggio teatrale
costituì una voce rivoluzionaria e capace, per ricchezza di humor, la capacità nel
costruire macchine drammaturgiche che utilizzavano le formule del teatro popolare
rovesciandone i presupposti di conquistare l'applauso del pubblico. Il settore
progressista del pubblico edoardiano era l'interlocutore privilegiato di Shaw. Quando,
con la Prima guerra mondiale, quel mondo scomparve, anche la forza della sua
invenzione venne meno. Dal dopoguerra in poi Shaw ripiegò su vicende ambientate in
un lontano passato o ipotetico futuro, così da non fare i conti con una realtà che, da un
lato valutava confusamente e dall'altro aveva svuotato d'importanza i gruppi sociali a
cui un tempo rivolgeva le sue proposte di riforma. Dopo aver consegnato al teatro
inglese lavori memorabili, con la fine della guerra Shaw si ritrovò privo dei punti di

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riferimento a cui aveva ancorato il suo teatro: della paradossale originalità restò
l'eccentricità. In St Joan ci fu un ultimo scatto di geniale invenzione drammatica.

IL MODERNISMO
Modernismo: la modernità come programma e movimento
Nel primo decennio del 900 in Europa irrompono le avanguardie artistiche e letterarie,
con l’obiettivo comune del rinnovamento delle forme. L’esigenza di modernità c’era già
prima come stato d'animo di singole persone, ma questa esigenza diventa ora
programma di gruppi e movimenti e la modernità diventa così modernismo. Si
distinguono due tempi del modernismo inglese: uno la cui data d'inizio può coincidere
con la Image School di Hulme e un secondo che culmina nell’annus mirabilis 1922 in
vedono la luce capolavori come The Waste Land e Ulysses. Il 1939, anno in cui esce
Finnegans Wake potrebbe essere il terminus ad quem.
Gli anni che precedono la Prima guerra mondiale sono stati euforici, esaltanti, si sono
elaborate le premesse per il grande rinnovamento. È in questo contesto che si attua
l’opera di negazione e distruzione delle convenzioni. Accantonati i toni accesi con cui
all’inizio era necessario protestare, subentravano nel clima postbellico una
decantazione e un consolidamento dei risultati acquisiti. Il nuovo clima che si instaura
nel dopoguerra è quella che in Francia e altrove va sotto il nome di rappel à l'ordre, e di
cui in Inghilterra si erano già avute avvisaglie col classic revival. Questo non implica
però un rigetto degli stilemi ribelli dell'anteguerra, ma una loro differenziata
rielaborazione in un clima diverso, in un in dirizzo generale che, emarginate le
intemperanze, pone l'accento sul recupero della forma, della struttura.

Tradizione e discontinuità
Il modernismo inglese non ha mai interrotto un dialogo con i il patrimonio della
tradizione, non proclamò mai la necessità della tabula rasa. È significativo che sulla
rivista del movimento più eversivo ci si appelli ancora ai classici. Tuttavia sarebbe
errato sottolineare una continuità del modernismo con le poetiche tardoromantiche
poiché la frattura ci fu (basta vedere Waste Land e Ulysses). La cultura tardosimbolista
riaffiora anche in autori votati a un antipassatismo programmatico come Marinetti. Altra
verifica della discontinuità è offerta dal modo in cui i modernisti si confrontano con
l'esperienza urbana e dall'intensità con cui avvertono che il loro è uno sconvolgimento
epocale. Essi sentono profondamente la crisi del senso storico. A sottolineare come
nell'avanguardia coabitassero conflittualmente sia l'interrogazione del passato sia la
tensione verso il futuro varrà riflettere anche sulla condizione di outsiders dei maggiori
esponenti del modernismo. Gli espatriati Eliot e Pound, venuti in Europa in cerca di un
forte spessore storico, sentivano l’esigenza di stabilire un dialogo con la cultura della
tradizione. Fu proprio l'appello alla tradizione a garantire la massima apertura alla
rivoluzione operata dal modernismo. Al contrario, là dove il confronto con i modelli del
passato fu respinto, spesso gli sconvolgimenti apparentemente più radicali si rivelarono
meno incisivi.

Cosmopolitismo e primato dell'esperienza urbana


Uno dei caratteri distintivi del modernismo è la dimensione cosmopolita e
metropolitana. I protagonisti del modernismo inglese sono outsiders. Eliot e Pound sono
americani, Wyndham Lewis ha padre americano e un periodo di formazione a Parigi che
lo rendono continentale, Yeats e Joyce sono irlandesi, Ford Madox Ford è di padre
tedesco e conserva per la Germania un interesse costante. Il cosmopolitismo delle
radici spiega l'insofferenza dei modernisti verso orizzonti chiusi e la lo apertura verso
una cultura internazionale. Mentre rimane forte l'identità d'origine dei modernisti, sono
la cultura europea e quella metropolitana di Londra a costituire il contesto in cui sorge il
loro progetto di radicale ribellione dalle forme tradizionali. E Londra a rendere possibile
la nascita delle loro proposte, la quale stimola o rende possibile la circolazione delle
idee, la formazione di gruppi e movimenti, l'istituzione di spazi alternativi, la ricerca di
risorse finanziarie, e la loro divulgazione. Londra è anche lo spazio dell'emancipazione.

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La città modernista è il tessuto insurrogabile, il luogo privilegiato di sollecitazione ed


elaborazione creativa, il nemico è il provincialismo. Non è eccesivo ipotizzare
un’equazione di identità tra Erlebnis urbana e esperienza modernista. Per l'area inglese
abbiamo un'indicazione preziosa in The Soul of London di Ford Madox Ford, dove
cogliamo un nesso tra le trasformazioni dello spazio urbano e la crisi della
rappresentazione che ne deriva. Londra, divenuta immensa, non si può cogliere se non
per frammenti. L'impossibilità di istituire una continuità o connessione minava il
rapporto di causa ed effetto, indispensabile per ogni sequenzialità narrativa. In un
orizzonte contrassegnato dalla perdita della familiarità e da un’instabilità permanente,
sarà solo possibile rendere delle impressioni fuggevoli, delle improvvise rivelazioni.
Non diversamente urbana sarà I'image che Pound vorrà fissare sulla pagina quando
evocherà l’emozione avvertita nella metropolitana in In a Station of the Metro. È questa
la motivazione dell'«impressionismo» che caratterizzerà la poetica fordiana soprattutto
in The Good Soldier. Il referente metropolitano, e la cogenza delle nuove strutture
percettive che la contrassegnano sono essenziali per comprendere sia la tecnica del
flusso di of coscienza, sia l'uso che l'Irlandese fa della simultaneità nel capitolo x di
Ulysses.

La scrittura e il modello della pittura sperimentale


Il modernismo ha dato vita a un'interazione tra le varie espressioni artistiche. Sulla
scena londinese era la pittura che guidava la rivoluzione delle forme. Celebre
l’indicazione della Woolf, secondo cui il carattere dell'uomo cambiò. Era un'allusione
all'impatto delle mostre di pittura che mostravano al pubblico le innovazioni dei pittori
avanguardisti. Celebri quelle organizzate da Roger Fry: una nel 1910-11, l’altra nel
1912-1913. Altre esposizioni suscitarono clamore, segnatamente quelle dei futuristi
presenti sulla scena inglese in tre momenti: nel 1912 alla Sackville Gallery, nel 1913 e
nel 1914 con l’Exhibition of the Works of the Italian Futurist Painters and Sculptors. In
rivolta contro i tradizionali scopi della pittura, i pittori mostravano un altro modo di
cogliere la realtà: quello non lineare, non realistico, che sfocia nella frammentazione
della forma, nella sovrapposizione dei piani, nell’uso di collages. Anche la letteratura
non è da meno. La dichiarazione di un poeta cubo-futurista russo, Chlebnikov rende
esplicita la dimensione europea di questo fenomeno. A Londra è Wyndham Lewis a
sperimentare per primo la scrittura astratta, sia in una pièce teatrale (Enemy of the
Stars) sia nel romanzo Tarr. Pound in In a Station of the Metro testimonia come a
stimolarlo fosse non tanto la sperimentazione letteraria quanto quella pittorica. Nel
1911 la rivista Rhythm faceva dialogare letteratura, filosofia e pittura. La rivista BLAST
ostenta un titolo esplosivo, a lettere cubitali, disposto diagonalmente. E la rivoluzionaria
tipografia futurista ricorrerà anche nelle titolazioni giornalistiche del capitolo VII di
Ulysses. Ne andranno trascurate le interazioni della scrittura con altre arti. Quanto alla
musica basta ricordare oltre al Leitmotiv wagneriano, la sperimentazione di Stravinskij
di cui Eliot sottolineava la capacità di rendere in musica sia la componente primitiva sia
quella tecnologica della cacofonia urbana contemporanea.

La Scuola di Cambridge: Richards, Empson e Leavis


La critica letteraria agli inizi del 900 versava in una condizione di mediocre eclettismo.
Prevaleva negli autori un taglio di tipo aneddotico o impressionistico, inadeguato ad
affrontare gli impervi prodotti della sensibilità novecentesca. Sarà T. S. Eliot ad
inaugurare una stagione di riflessione e militanza critica. Egli fa valere gli assunti
dell’impersonalità e dell'oggettività, agli apprezzamenti di vocazione lirico-estetizzante
oppone la necessità dell’analisi, del confronto, della comparazione. Si è già detto
dell'importanza del saggio sulla natura e sul ruolo della tradizione (Tradition and the
Individual Talent). Altro intervento, che ebbe l'effetto di una rivoluzione critica, fu la
rivalutazione che Eliot fece della poesia metafisica a scapito della produzione di Milton,
Dryden, Pope e Shelley: autori svalutati in quanto vittime di una presunta dissociazione
della sensibilità linguistica e culturale. L'uso del metodo mitico al posto di quello
narrativo al fine di dare forma e significato al panorama della storia contemporanea

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giustificava l'operato di Eliot e forniva una legittimazione alla sperimentazione narrativa


modernista. Altrettanto influenti e decisivi furono i saggi che Eliot dedicò ai
drammaturghi elisabettiani e a Dante. I successivi interventi critici accentuarono un
condizionamento tra letteratura e società in una direzione sempre più conservatrice e
reazionaria.
Data la grande personalità di Eliot non sorprende trovarne un'incidenza tutt'altro in un
indirizzo culturale che rinnovo la critica letteraria. È il caso della Scuola di Cambridge,
fondata da I. A. Richards e che vide come attivi protagonisti William Empson e F. R.
Leavis. Essa si allineava sulla tesi di una necessaria oggettività e professionalità della
funzione critica, accentuandone l'esigenza di scientificità. Alla filologia subentravano
l'analisi e le ambizioni della psicologia sperimentale, come in Principles of Literary
Criticism di Richards. Al centro dell'indagine si colloca il testo, oggetto linguistico
complesso da spiegare analiticamente tramite una lettura ravvicinata. Tale
impostazione, in polemica con un’ineffabilità dell’uso artistico, emarginava qualsiasi
altra dimensione extratestuale. Il close reading risentiva del neopositivismo logico
della Cambridge primonovecentesca che faceva dell’investigazione linguistica la
premessa per mettere al riparo la filosofia dai falsi problemi. Data la condensazione
semantica della poesia modernista, la critica analitica si configurò come l'indirizzo più
adeguato per rispondere ai testi sperimentali dell'avanguardia. Empson, ispirandosi ad
alcune letture condotte nel secondo libro di Richards, elaborò la categoria
dell'ambiguità in Seven Types of Ambiguity. Il risultato fu un’esplorazione delle
ambivalenze verbali e sintattiche proprie del discorso poetico. L'enfasi sulla polisemia
del linguaggio poetico, sia per l’eccezionale ricchezza che per l’ambiguità e
drammaticità coglieva un tratto fondamentale della creatività modernista. Essa era in
sintonia sia con le scelte di Eliot, sia con le difficoltà della poesia e dell'arte
contemporanee invocate come necessarie da Eliot e dalle avanguardie. Più sensibile
alle valenze etico-sociali è stato il close reading di Leavis, che fin dagli esordi si pose il
problema di una difesa della cultura contro gli effetti del progresso tecnologico, e si
appellava alla necessità di una minority intellettuale vigile e militante. In seguito (opere
più notevoli: Revaluation e The Great Tradition) egli commisurò i suoi modelli critici agli
ideali connessi a una comunità organica preindustriale, identificata dal critico in una
cultura armonica e integrata, non investita dalla divisione della sensibilità. La visione e
la passione con cui Leavis immaginò questi ideali sono a fondamento di D. H. Lawrence-
Novelist (1955), empatica interpretazione del narratore inglese mostrato come cantore
della old rural England.
La pedagogia letteraria di Richards contribuì alla conoscenza e legittimazione dei testi
modernisti. Il suo trasferimento a Harvard ne accelerò la divulgazione negli Stati Uniti.
Negli anni Trenta la formazione del canone promossa dalla Scuola di Cambridge era già
avviata e i decenni successivi furono quelli del progressivo consolidamento. Nel
processo di canonizzazione si persero i fermenti libertari delle origini, che vennero
comunque già ridimensionati in quanto nell’estetica richardsiana l'opera d'arte non era
urto o lacerazione, ma equilibrata conciliazione di «impulsi». Il primato conferito alle
words on the page emarginò il ruolo dirompente esercitato dalle arti plastico-
figurative. A sancire l'affermazione della critica analitica non fu solo l'istanza neutrale e
scientifica con cui fu necessario identificarsi all'inizio, ma anche l'apertura umanistico-
letteraria e la capacità di fiancheggiare le nuove opere e valori dei protagonisti
dell'avanguardia da parte di interpreti che erano anche poeti.

Il Bloomsbury Group, la scrittura femminile modernista


Per gli anni 10, 20 e 30 un gruppo di intellettuali e artisti (Bloomsbury Group) esercita
una grande influenza sulla cultura modernista in molti campi. Le figure più
rappresentative sono Leonard Woolf, diplomatico e marito di Virginia (con cui fonda la
Hogarth Press), Lytton Strachey, critico e saggista, autore di profili biografici che
demistificano la cultura vittoriana, l'economista John Maynard Keynes e Clive Bell,
critico e storico d'arte. Alcuni di loro frequentano a Bloomsbury le riunioni informali del
giovedì sera organizzate dai figli di un uomo politico, studioso ed editorialista, Leslie

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Stephen: Adrian, Thoby, Virginia e Vanessa, pittrice che diventerà moglie di Clive Bell.
Entrano nel gruppo anche Roger Fry, critico d'arte più influente per oltre un trentennio,
e il pittore Duncan Grant. Ricordiamo anche E. M. Forster, Eliot e Bertrand Russell.
Questo gruppo non firma manifesti, non fonda scuole, essi sono legati da una rivolta
contro le ipocrisie e le convenzioni dell'Inghilterra vittoriana. Questa rivolta si nutre
degli ideali promossi dal filosofo G. E Moore, i cui Principia Ethica ispirano anche la loro
vocazione a coltivare i rapporti personali. Si è già detto del grande impatto esercitato
dalle mostre: Roger Fry fu il promotore di questi eventi, ma anche colui che dà vita agli
«Omega Workshops», un atelier che, rifacendosi al modello delle Arts and Crafts di
Ruskin e Morris, riunisce artisti e decoratori per diffondere il gusto del moderno nel
campo delle arti applicate. Il conflitto tra Fry e Wyndham Lewis si configura come una
contrapposizione tra due posizioni inconciliabili all'interno dell'esperienza modernista:
da un lato c'è l'avanguardia radicale, dall'altro la cultura di Bloomsbury, accusata di
importare in Inghilterra innovazioni del modernismo del continente per integrarle
all'establishment, smussandone la dirompenza originaria. Basta pensare che la
ricezione di Cezanne, incoraggiata da Fry, avviene accentuando in direzione neoclassica
le tesi dei poeti francesi che proponendo un Cezanne monumentale, ridotto a forme
composte, volevano reagire alle dissoluzioni della forma operate dall'impressionismo.
Ma c'è qualcosa di più sostanziale che fonda le divaricazioni tra i due. Se Bloomsbury è
parte integrante del modernismo, non è meno vero che si configura spesso come un
movimento reattivo. L'enfasi cade sulla sfera del privato, gli spazi domestici che ricerca,
diversi da quelli convenzionali, sono individuati dentro un sistema di privilegi che i
bloomsburyani ereditano e aggiornano, ma senza scardinarlo. Il culto della domesticità
sembra una risposta alternativa al modernismo esaltante, eroico praticato da Joyce,
Lewis e Pound. Ciò che turba la Woolf è la sperimentazione destabilizzante di Joyce,
incontenibile entro le coordinate sociali, ideologiche della sua educazione elitaria, del
suo decoro altoborghese che si avverte anche nelle opere più sperimentali. Un aspetto
che dà un apporto decisivo nell'ambito del modernismo praticato dal Bloomsbury Group
è quello legato al problema della categoria del genere sessuale e alle rivendicazioni
della scrittura femminile, che, respinti i paradigmi patriarcali, elabora un anticanone
che accoglie anche la «diversità». Estraniandosi dai linguaggi elaborati dal soggetto
maschile, la scrittura femminile dichiara la propria ostilità alla frase costruita dall'uomo.
E una posizione che non è limitata solo alla Woolf, ma coinvolgerà altre scrittrici, da
Katherine Mansfield a Dorothy Richardson, autrice di un notevole romanzo
sperimentale, Pilgrimage.
Oltre alle arti visive non vanno trascurati anche gli stimoli speculativi che provengono
dalla scienza e dalla filosofia (Moore, Russell), come attestano i riferimenti
all'epistemologia, reperibili sia nei romanzi sia nella scrittura saggistica o diaristica di
Forster e della Woolf. Va sottolineato anche il peso esercitato dal Bloomsbury Group
nella difesa della tolleranza e diffusione del pensiero democratico liberale in anni in cui
era forte un'ideologia reazionaria, illiberale, coltivata da esponenti del modernismo
radicale, quali Lewis, Pound.

LA POESIA
L'imagismo
All'alba del secolo la poesia è attardata su stili realistici tardottocenteschi. Poeti
edoardiani quali Kipling, G. K. Chesterton, John Masefield sono sordi alla modernità, i
poeti georgiani pur rinunciando alla retorica dei vittoriani, rifuggono della modernità
metropolitana coltivando ideali pastorali in forme tradizionali. Non a caso le raccolte
della poesia georgiana rifiutavano di pubblicare le espressioni più tragiche e
destabilizzanti dei poeti di guerra quali Robert Graves e Siegfried Sassoon. Una prima
proposta di rinnovamento del linguaggio poetico venne dall'imagismo, sostenuto da
Ezra Pound. Esso ereditava l'insofferenza verso la tradizione tardoromantica già
espressa dalla School of Images. Dichiarata guerra a ogni dimensione poetica di
carattere moralistico, esso esaltava la centralità dell'immagine, alle debolezze
tardosimboliste veniva contrapposto un linguaggio duro volto al trattamento diretto

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delle cose. In antitesi ad una poesia vaga, di matrice romantica si proponeva un fare
poetico classico, caratterizzato da una massima economia espressiva, all'insegna della
intensità, della concretezza, della precisione. Il modello ispiratore dell'imagismo non era
solo quello della poesia provenzale, ma anche quello del componimento conciso delle
brevi poesie giapponesi haiku.
La modernità di questa poetica era costituita da vari fattori: la consapevolezza che la
realtà ormai in crisi era fenomenologia di una discontinuità. Caduta la linearità e la
sequenzialità temporale, l’esperienza era rappresentata solo mediante frammenti.
Cosciente della caduta della referenzialità tra parole e cose, la nuova poesia aspirava a
farsi autonoma, a porsi come realtà autotelica, interiormente necessitata. Alla diacronia
sostituiva la sincronia. Con l'adozione del verso libero la nuova poesia annullava la
distinzione tra poesia e prosa, avvicinando il verso al linguaggio quotidiano. La prima
fase del movimento imagista si esaurì nel 1916, ma i suoi effetti furono importanti sia
sull’opera di Pound che su quella di Eliot.

Yeats
William Butler Yeats, nasce a Dublino ed è educato a Londra e in Irlanda, da cui
ricava opposte sollecitazioni: l'apertura moderna della prima e l'insularità, ma densa di
fermenti culturali e politici, della seconda. A Dublino, dopo aver studiato all'Academy of
art, decide di dedicarsi alla letteratura. La sua poesia partecipa di due mondi: fino a
Responsibilities, raccolta di poesie in cui Yeats si fa moderno, il poeta si muove di un
estetismo romantico, cui diviene presto esponente. Al materialismo vittoriano oppone,
in componimenti dai toni nostalgici ed elegiaci, il mondo incontaminato della tradizione
rurale irlandese, testimoniato dalle raccolte di folklore e antiche leggende, come The
Celtic Twilight. Allo stesso orizzonte idillico appartengono il romanzo John Sherman,
dove Yeats canta la dolcezza della contea di Sligo e la poesia The Lake Ise of Insfree,
che ne sigilla il sogno. Altre fonti cui Yeats impronta in questo periodo la sua ispirazione
poetica sono il mito eroico dell’Irlanda celtica, evocato nel poema The Wanderings of
Oisin e le sue letture mistico-esoteriche. L'esperienza che matura al Rhymers' club è
evidente sia nelle atmosfere sognanti di influenza tardosimbolista, sia nella perfezione
che caratterizza le liriche di The Wind Among the Reeds. Alla svolta modernista di
Yeats presiede la scelta di una nuova poetica. Il suo linguaggio è segnato da un
crescente realismo, con toni vigorosi e nitidi contorni, diretto e colloquiale,
occasionalmente ironico. Emarginate le temperie crepuscolari e le tentazioni di una
soggettività solipsistica, Yeats privilegia l'anti-se della maschera, si richiama
all'impersonalità di una memoria più ampia, collettiva, identificata in una universale
anima mundi.
Nella poesia di questa fase matura, l'evasione della prima maniera si trasforma in
tensione conoscitiva. Essa evidenzia la ricerca di paradigmi remoti, rinvenuti in una
tradizione che agli occhi di Yeats rappresenta l'unità formale del mondo, di cui vede
come realizzazione i mosaici bizantini. Contribuiscono alla modernizzazione della sua
poesia due occasioni: la frequentazione di Pound e la riscoperta dei metafisici che gli
offre il modello di una poesia inquieta e totaliste, capace di unire passione intellettuale
e sensualità: l'eco di John Donne si avverte già in The Wild Swans at Coole. Il lettore si
imbatte spesso nella cosmologia privata della poesia di Yeats i cicli solari e lunari, la
spirale conica che segue il moto della storia, ecc. In A Vision prospetta le ipotesi
fantastiche che incorniciano molte sue poesie. Altro tratto distintivo della modernità di
Yeats è l’assunzione di profonde aporie che già aveva viste esaltate in Blake e
Nietzsche. Yeats sente la contraddizione non solo nell’eterogeneità degli stimoli e
nell’esotericità delle esperienze che affronta, ma anche nella decisione di sconfessarle,
distanziandosene dopo avervi speso il massimo di investimento intellettuale ed
emotivo. Domande irrisolte, salti logici, musicalità del verso messo in crisi da
dissonanze, adesione al mito ma anche apertura verso gli eventi contemporanei,
contraddistinguono la poesia di Yeats. Sono molte le poesie che fanno di Yeats non solo
il maggior poeta d'Irlanda ma una delle personalità più autorevoli della poesia europea
novecentesca. Oltre a Responsibilities, spiccano i componimenti inclusi in The Wild

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Swans at Coole e le raccolte poetiche Michael Robartes and the Dancer e le due che
seguirono al riconoscimento del premio Nobel, The Tower e The Winding Stair and
Other Poems.

Eliot
Thomas Stearns Eliot nasce a St Louis nel Missouri e dopo gli studi alla Smith
Academy locale sono cruciali gli anni della formazione a Harvard, dove studia
letteratura e filosofia. Qui legge i metafisici e studia Dante. La lettura di The Symbolist
Movement Literature di Arthur Symons lo introduce alla poesia di Rimbaud, Verlaine,
Mallarme e Laforgue, il cui impatto si avverte nella produzione giovanile. A Parigi segue
i corsi di Bergson e i fermenti artistici e intellettuali della capitale. Nel 1914 è in
Germania per approfondire il pensiero fenomenologico (Husser) e a Oxford per
completare la sua tesi. A Londra entra in contatto con le avanguardie, Pound, gli
esponenti dell'imagismo e con gli artisti del movimento vorticista. La sua prima
pubblicazione (Preludes e Rhapsody on a Windy Night) appare su BLAST. Abbandonata
la carriera accademica e presa la decisione di rimanere in Inghilterra, Eliot pubblica,
grazie a Pound, Prufrock and Other Observations. Si tratta di una raccolta che
include poesie composte tra il 1909 e il 1915. Esse rivelano nell'assunzione della crisi,
nelle interrogazioni esistenziali, nella rottura del continuum narrativo, nella
discontinuità tematica e nella mescolanza delle tonalità la modernità del discorso
poetico eliotiano: dall'adozione del verso libero, alla frammentazione della coscienza
alle suggestioni della pittura sperimentale, rilevabili negli effetti di simultaneità e nei
processi di dislocazione delle prospettive. Altra conferma della partecipazione di Eliot
alle innovazioni è la sua produzione poetica negli anni 1917-19 che riprende le forme
«rigide e classiche di Gautier, in quartine a rima alternata, pur nell'ambito di
composizioni sperimentali. Qui colpisce, nell'Eliot satirico la contiguità con lo stile
parodistico-grottesco praticato da Lewis nei suoi wild bodies, tratteggiati come sarà in
Eliot in modo ambivalente, tra repulsione e attrazione. Basta vedere le composizioni
che hanno a protagonista il personaggio di Sweeney, in seguito figura centrale di una
sua pièce.
Il vertice della maturità eliotiana è The Waste Land. Il tema del poemetto è la crisi
della cultura occidentale, simbolicamente identificata come perdita della fertilità
naturale. L'attuale desolazione rinvia all'aridità che le culture primitive dovevano
scacciare affinché, con il ritorno della pioggia, ci fosse la rinascita della vita. Le modalità
per rappresentare questa crisi sono quelle connesse al metodo mitico, che opera
tramite un parallelismo fra il mondo contemporaneo e quello antico. Le suggestioni
etnologiche e antropologiche, dai riti della vegetazione, ai miti del Graal forniscono il
referente simbolico all'antico, portando alla massima amplitudine e risonanza gli
orizzonti universali entro cui è prospettata l’alienazione contemporanea. La terra
desolata, che ritorna in tutte le epoche, è allo stesso tempo il deserto biblico del re
Pescatore nella leggenda del Graal, l'inferno di Dante, la città satanica di Milton, la
fourmillante cite di Baudelaire, la folla anonima di Londra. Una rete intertestuale, piena
di allusioni, citazioni, reperti, tratti dai testi più disparati appartenenti a varie culture
tengono insieme un testo metamorfico, perennemente mobile. L’organicità è smentita
dalla crisi delle categorie spaziotemporali, per cui un qualsiasi Stetson può, per uno
slittamento dei piani temporali, essere un passante odierno e al tempo stesso un
soldato che ha combattuto la prima guerra punica.
Se è ancora valido l'appello alla musica delle idee, sembra più pertinente a illuminare la
novità del testo eliotiano il richiamo alle scomposizioni e alla spazialità simultanea della
pittura sperimentale coeva (cubisti, futuristi, vorticisti). Un richiamo opportuno se
vogliamo riscoprire il vero tumulto del testo che decenni di spiegazioni e formule
semplificative hanno addomesticato. In questa direzione è fondamentale considerare il
ruolo svolto da Pound nel riorganizzare il materiale che ha dato forma al poemetto.
La dedica del poemetto a Pound non è un semplice omaggio, ma il riconoscimento
dell’operazione per cui Pound ridusse la composizione di Eliot a circa metà della sua
lunghezza. Pound elimina parecchi indugi descrittivi, nessi logici, parti discorsive,

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spersonalizza il discorso, attua contrazioni e condensazioni, suggerisce variazioni


metriche imprimendo una cifra inconfondibilmente modernista.
Tra The Waste Land e le ultime composizioni si collocano esperienze poetiche che
attestano l'inizio di una risoluzione della crisi in una prospettiva religiosa, secondo un
itinerario finalistico-allegorico già individuabile nell’ansia di superamento presente nel
poemetto. È un itinerario contiguo a quello riconoscibile nella riflessione saggistica
religiosa e nell'opera teatrale. Una prima tappa, che approda però a una speranza
frustrata, a un desiderio di rinascita insoddisfatto è costituita dagli Hollow Men. La
ricerca che il poeta compie negli Ariel Poems come nel biblico viaggio simbolico dei re
magi o nella lirica Animula testimonia come l'obiettivo della redenzione non sia ancora
all'orizzonte.
Ash Wednesday è una meditazione penitenziale aperta e interrogativa, lontana dal
paesaggio desolato della Waste Land e dai toni satirici degli Hollow Men. Al centro vi è
la propria esperienza interiore: da qui l'apparire di nuove immagini non legate al
contesto urbano, ma di una natura e paesaggio che si rivelano simboliche epifanie. Il
cambiamento investe anche il ritmo, non più quello conflittuale della Waste Land o
quello agitato di Sweeney Agonistes, ma quello ritmato della liturgia e dei salmi, quello
fluido dei nessi associativi.
I Four Quartets, composti in tempi diversi, compongono un poema unitario, volto a
esprimere, oltre il frammentario e il discontinuo, il momento della Rivelazione. Le
sequenze meditative dei Quartets toccano l'esperienza concreta e personale del poeta,
la natura dell'arte, le condizioni della nostra civiltà e del nostro destino in un orizzonte
in cui è perenne l'opposizione tra dimensione esistenziale e storica e dimensione
assoluta e trascendente. L'eterno che via via si manifesta nel flusso della temporalità è
ora l'arte, la tradizione, l'Incarnazione in cui si saldano storia ed eternità, la sfera
mondana e spirituale. Come implica l'analogia musicale del titolo, i quattro «quartetti,
in se autonomi, si richiamano continuamente grazie alla ricorrenza di motivi tematici,
immagini, simboli o parole che sostanziano le meditazioni. Queste ultime vengono
proposte, riprese, variate, ampliate sviluppandone tutte le risonanze secondo tonalità
differenziate.

Auden e i trentisti
Wystan Hugh Auden, intellettuale di sinistra, è la personalità più brillante del
movimento poetico degli anni Trenta. Fu al centro di un gruppo di cui facevano parte i
coetanei Stephen Spender, Cecil Day-Lewis, Louis Mac Neice e i romanzieri Christopher
Isherwood ed Edward Upward. Le poesie dell’esordio, Poems, annunciano una ripresa
dei modelli premodernisti e soprattutto Hardy. Auden non abbandona la
sperimentazione formale, ma anzi la estende oltre le indicazioni canoniche moderniste,
recuperando molte modalità espressive, dalle forme allitterative dell'Old e Middle
English, alla tradizione popolare delle ballate, del light verse, delle nursery rhymes, fino
alle cadenze del music hall. The Orators mescola prosa e poesia, alternando forme
allegoriche, riflessioni sociologiche e modalità parodistiche, in un collage che, come si
vede dal sottotitolo (An English Study) vuole essere diagnosi di una società scissa,
attraverso un intreccio di testimonianza e denuncia. Nasce da qui la novità della poesia
trentista, cioè una propensione per il j'accuse, uno spiccato interesse per l'intervento-
azione e per l'impegno sociale. I trentisti si rifanno al marxismo sperando di trasformare
la società, di rimettere in sesto il mondo e invocano una concreta rivoluzione politica.
Da qui l’appello verso una poesia impura capace di fronteggiare il reale e l’apertura
verso altri generi di maggior coinvolgimento, quali il film documentario e il teatro di
gruppo. Auden affronta l'impegno militante in modi che coniugano passione civile e
distacco intellettuale. Esemplare, in tale direzione, la poesia Spain 1937, presa di
posizione a favore della causa repubblicana contro le falangi di Franco. Non vanno
trascurati altre due componenti che segnano Auden: la lettura in senso eversivo della
psicologia del profondo e l’interesse per la rivendicazione degli istinti e i valori vitalistici
predicata dal D.H. Lawrence in rivolta contro la cultura repressiva della civiltà
industriale.

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La personalità sessuale dell'autore può motivare sia la ribellione contro le ipocrisie e la


sua tensione verso un'alternativa sociale, sia gli sbocchi conflittuali spesso
individualistici e narcisistici della sua ricerca. La considerazione è che l'Auden critico
della società faceva i conti con la propria emarginata omosessualità, la cui espressione
fu resa possibile attraverso la fuga dalla società inglese. L’omosessualità è anche
all'origine della ribellione contro l'establishment di Forster, Isherwood e altri
intellettuali. Essa può spiegare l'atteggiamento critico nei riguardi della censura da
parte di Forster, la sua critica all'imperialismo e il suo orientamento democratico-
liberale. È per una maggior libertà sessuale che dovettero cercare altrove che questi
scrittori entrarono in contatto con l'intellighenzia europea di sinistra. La presa d'atto
della violenza nazista accelerò la loro maturazione politica. L'impossibilità di trattare
politicamente la problematica della loro alterità li indusse a guardare alle soluzioni
private offerte dalla psicoanalisi. Venute meno le illusioni trentiste, smorzati i
radicalismi della protesta, le raccolte di Auden successive alla sua residenza americana,
come Another Time e New Year Letter rivelano un interesse per la riflessione filosofica e
la dimensione religiosa. Negli anni 50-60, in una produzione variegata e complessa
(The Age of Anxiety, The Shield of Achilles, Homage to Clio), Auden sviluppa rapporti
con la musica. Con Chester Kallman allestisce il libretto per The Rake's Progress
musicato da Stravinskij e per l'Elegy for Young Lovers. Tra i saggi spiccano The
Enchafed Flood e The Dyer's Hand.

THOMAS
Dylan Thomas nasce a Swansea (Galles meridionale). Precoce è la sua vocazione,
documentata dalla pubblicazione postuma dei taccuini dei suoi anni scolastici, che
presentano versioni mature delle poesie che costituiranno le sue due prime raccolte
(Poet in the Making, The Notebooks of Dylan Thomas). La prima raccolta (Eighteen
Poems) risale all'anno in cui si trasferisce a Londra. La dichiarazione di Thomas «Una
mia poesia ha bisogno di una falange di immagini» si può estendere a tutta la sua
produzione. Essa è flusso di contrasti, conflitto non pacificato di immagini e ritmi che
sgorgano da concrezioni di parole tese a inseguire l'energia creativa e distruttiva di un
cosmo multiforme e contraddittorio. Questo universo, interrogato sui temi della nascita,
infanzia, amore, morte, è sostanziato dalla presenza del corpo. Esso fa appello a tutti i
sensi, si impone con tutte le sensazioni fisiche ed emozioni. La tensione verso una
fusione panica dell'uomo con la natura ha riscontro in liriche memorabili.
La poesia di Thomas, mossa e barocca, richiama, anche per la qualità intellettuale delle
immagini, per la complessa strategia verbale e sintattica e per l'oscurità che ne
consegue, la tradizione dei poeti metafisici come in Vision and Prayer. Altra
sollecitazione culturale è quella del surrealismo. Questi rinvii alla tradizione nulla
tolgono agli esiti della poesia di Thomas, alle novità delle sue soluzioni, alla sua
immediatezza. Oltre all'originalità e alla potenza del suo talento, il successo della sua
poesia si spiega per aver riportato in auge la forza delle emozioni, attinte al paesaggio
e alle memorie della cultura gallese all'origine del suo mondo. Le letture pubbliche
tenute negli Stati Uniti negli anni 50 sancirono il suo carisma e popolarità. Egli esercitò
anche un influsso sul movimento dei «neoromantici» degli anni 40: i poeti inglesi della
New Apocalypse e David Gascoyne, che frequentò i surrealisti a Parigi e divenne
seguace della loro poetica presso la cultura inglese. Questi poeti, insofferenti verso la
poesia trentista e fautori di un revival del mito, riconobbero nella scrittura visionaria e
nei ritmi della poesia di Thomas un maestro.
Notevole anche la sua produzione come prosatore. The Map of Love contiene poesie e
prose; Portrait of the Artist as a Young Dog, il cui titolo allude al Portrait of the Artist as
a Young Man di Joyce, è la prima raccolta di racconti; la successiva, Adventures in the
skin Trade comprende un racconto dal titolo omonimo che doveva svilupparsi in un
romanzo picaresco che Thomas ha lasciato incompiuto. Frutto della collaborazione con
la Bbc è una bellissima pièce radiofonica, cioè Under Milkwood e gli scritti raccolti in
Quite Early One Morning.

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LA NARRATIVA
Il dibattito sul romanzo che aveva caratterizzato gli ultimi due decenni dell’800, si
approfondisce nella stagione modernista. Predecessori e protagonisti della
sperimentazione narrativa rimproverano al romanzo tardovittoriano di perpetuare un
realismo attardato, in un orizzonte provinciale inadeguato ad affrontare la modernità.
Giustificabili nell'ambito di un romanzo di intrattenimento e consumo, le convenzioni
della narrativa inglese sono contestate quando il romanzo aspira a diventare presso i
modernisti veicolo di un'autentica esplorazione, indagine della realtà. Il romanzo è
teorizzato come suprema forma d'arte, superiore a ogni altro genere non solo da Henry
James e Joseph Conrad, ma anche da Lawrence. In polemica con le istanze moralistiche
George Moore aveva contrapposto al modello pedagogico quello di un romanzo estetico
e non è da sottovalutare l'esperienza del decadentismo, che aveva aperto il romanzo
alle suggestioni del simbolismo e lo aveva elevato alla categoria di autonomo prodotto
artistico. È soprattutto Henry James a rivendicare il romanzo come forma d'arte.
Sostenitore dell’autonomia estetica del romanzo e della sua natura di prodotto
formalmente consapevole, James si rifà ai parametri rinvenibili nella lezione stilistica
francese di Flaubert e Maupassant. Nell'ottica jamesiana il narratore moderno prende
atto che una realtà mutata e problematica non può più essere contenuta in un intreccio
convenzionale ne raccontata da un autore onnisciente. James teorizza una narrativa
che affida la rappresentazione a più di punti di vista per cogliere, in tutti gli aspetti, la
sfuggente complessità del reale. La perdita di fiducia in un mondo oggettivo, che per le
rivoluzioni tecnico- scientifiche e un dirompente pensiero filosofico non si presenta più
solido e trasparente, è ciò che sta dietro la ricerca novecentesca di una nuova forma e
linguaggio narrativo. Quest'ultimo diventa sottile esplorazione delle coscienze,
monologo interiore, percezione di privilegiati «momenti d'essere». Per afferrare almeno
una parte della realtà, il romanzo rinuncia alle ambizioni di una prospettiva sociale e
collettiva e si fa romanzo d'artista, indagine autobiografica, riflessione su se stesso,
metaromanzo. Come testimonieranno Ford e Virginia Woolf la penetrazione del romanzo
russo dà uno scossone all'ottuso realismo tardovittoriano, spalancando nuovi orizzonti.

CONRAD
Joseph Conrad, nato in Ucraina, cresciuto in Russia e poi in Polonia, a 17 anni giunse a
Marsiglia per intraprendere la carriera marinara, non accantonando però l’ambizione di
diventare scrittore. Per qualche tempo conciliò scrittura e vita sul mare, ma dopo la
pubblicazione del primo romanzo, Almayer’s Folly, si dedicò solo all’attività di scrittore.
Egli giunge tardi alla lingua inglese e i suoi maestri sono Maupassant e Flaubert; ciò ha
talvolta indotto a collocarlo ai margini o comunque in posizione eccentrica. Anche la
sua esperienza marinara è importante per la sua opera letteraria, che ne ripropone gli
incontri, le atmosfere, gli insegnamenti: da un lato per il fascino che esercitava sul
lettore la componente avventurosa che, inoltre, si sposava con il momento di trionfo
dell'espansione coloniale; dall'altro per la visione del mondo che ne scaturiva: la vita
vista come un misurarsi con le avversità, il senso di comunità che unisce chi le affronta
insieme, la necessità di un ordine che ne consenta il successo. Il suo è un universo
maschile e ciò spiega la difficoltà di entrarvi da parte di molte lettrici. La figura
femminile sta fuori da quel mondo, venendo idealizzata in un modo che appare quasi
offensivo. Un uomo, dopo mesi sul mare in cui ha affrontato difficoltà, vuole tornare a
casa e trovare una presenza affettuosa, serena. È l’idea dell’angelo del focolare.
Molte delle sue storie si svolgono nei territori coloniali, ma diversamente dai suoi lettori
l'atteggiamento di Conrad non è di convinta adesione, bensì di acuta riflessione critica.
Egli consapevole della grandiosità dell'impresa coloniale, ma allo stesso tempo è
consapevole dell’insostenibilità della presenza dei colonizzatori nei luoghi in cui si sono
insediati. È una posizione evidente sin dai primi lavori, Almayer's Folly, An Outcast of
the Islands, An Outpost of Progress, Heart of Darkness. La vicenda, che si svolge
Congo, ha al suo centro Kurtz, un uomo che per via delle varie nazionalità dei suoi
ascendenti aveva contribuito a creare tutta l'Europa. Il cuore di tenebra è quello
dell'uomo europeo, che lasciato solo in quel mondo primitivo, si abbandona alla parte

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più remota di se, istintiva e selvaggia. Si può vedere come tenebra l’impresa coloniale o
ci si può limitare a osservare come Kurtz si perda perché non doveva essere li. Le
pagine in cui si descrivono gli schiavi africani lasciati morire vicino al cantiere della
ferrovia hanno un evidente valore di denuncia.
Conrad non è uno scrittore di pamphlets, ma un romanziere pieno dell'ambiguità e
genialità evocatrice della parola del grande scrittore. Quando il narratore di Youth,
invaso dal sogno dell'Oriente giunge al porto di Bangkok, l'unica voce che sente è
quella di un comandante inglese che lo copre d'insulti.
Il romanzo breve Typhoon racconta della tempesta attraverso la quale il capitano
MacWhirr conduce alla salvezza la nave e il suo equipaggio. Non ci sono premi, onori o
gloria per lui: ha compiuto il suo dovere, facendo semplicemente ciò che doveva essere
fatto. Conrad colloca il personaggio in una situazione estrema, davanti a una prova
tremenda: se la supera non c'è ricompensa, se non la supera è punito con la morte.
Kurtz, colpevole di essersi dimenticato di se viene fatto morire, il capitano di Typhoon
supera la prova e si salva.
Quella di Lord Jim è la storia di un uomo che, in momento estremo, abbandona la nave
che sembrava destinata al naufragio e che per anni vaga in Oriente alla ricerca di una
prova che lo redima: troverà la morte.
Anche Nostromo è un’indagine sulla risposta a situazioni estreme e la morte sarà il
suggello al tradimento di Nostromo. Ma tutto il romanzo, ambientato in un'immaginaria
repubblica sudamericana, è il ritratto di tradimenti di se stessi, cedimenti al denaro, alla
forza irresistibile della miniera d’argento.
Con The Secret Agent Conrad sposta l’attenzione sull’Europa. La vicenda si svolge a
Londra, la metropoli disumana, muovendo intorno alle trame di un gruppo di anarchici e
all’attentato organizzato in modo da dare la colpa a loro. Questa non è una tragedia
politica, ma umana, di piccole figure travolte da un gioco che le sovrasta e che si
conclude con la morte. Anche Under Western Eyes mette in scena il fallimento
morale di un gruppo di rivoluzionari, in un romanzo che confronta l'anima irruente e
barbara dell'Europa orientale con quella fredda dell'Occidente. L'ultimo grande romanzo
di Conrad è Victory, la cui vicenda melodrammatica è al servizio del ritratto di una
figura enigmatica, quella del protagonista Axel Heyst, autoesiliato dal consesso umano
che, prima di morire, consegna al lettore un messaggio sulla necessità della speranza e
dell'amore. Conrad è stato un grande narratore di storie, un inventore di trame lontane
dall'animo modernista; ma spesso ha affidato la narrazione ad un narratore incapace di
cogliere il significato profondo dell'esperienza raccontata. In modo indiretto egli
dichiara la difficoltà del romanzo di essere ancora capace di dire una parola
complessiva su una realtà troppo disgregata.

FORD
A Ford Madox Ford si deve un’amplia opera di narratore, saggista e memorialista,
comprendente 80 volumi. Figura di transito tra cultura fin-de-siecle e modernista, egli
ha rivestito un ruolo di mediatore fra tradizione e innovazione. Quando dirige l'English
Review, egli ha già al suo attivo, oltre a un sodalizio con Conrad, i romanzi della trilogia
Tudor e importanti saggi, tra sociologia del costume e reportage, che documentano
l'evolversi della società inglese. L'attenzione verso la pittura, che deriva dall’ambiente
artistico in cui si era formato (nipote del pittore preraffaellita Ford Madox Brown), è
attestata da due monografie e da una delle più interessanti formulazioni di poetica
narrativa di quegli anni, On Impressionism. Vi confluiscono da un lato la riflessione
sulla crisi della rappresentazione e dall'altro la critica rivolta al romanzo inglese
tradizionale cui Ford rimprovera di essere provinciale e inadeguato rispetto alle sfide
contemporanee e di mancare di forma.
The Good Soldier nasce come tentativo non di narrare ma di rendere espressioni.
Scartata la scansione cronologica tradizionale, esso si fa impressionistico ed erratico,
insegue gli effetti di simultaneità e sensazioni multiple tipiche delle innovazioni
pittoriche più recenti. L’espediente della molteplicità dei punti di vista, l'uso del time
shift e della progression d'effet mirano a rendere il carattere frammentario della realtà.

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The Good Soldier mette in scena una tragica passione che, filtrata dalla consapevolezza
del protagonista Dowell, investe due coppie in un groviglio intricato di rapporti la cui
interpretazione viene affidata al lettore.
Per quanto riguarda i romanzi del dopoguerra il risultato migliore è costituito dalla
tetralogia di Parade's End. Qui l'enfasi non è sulla frammentazione soggettivistica o
sull’interrogazione circa la possibilità stessa di poter narrare. Ford pone l'accento sulla
reconstruction per la quale il romanzo si pone come esperienza oggettiva e
documentaria, inserendo le vicende in una cornice di eventi specifica e in un momento
storico definito. Vanno ricordati gli studi su Henry James e Joseph Conrad. Essenziali per
la ricostruzione del clima pre e post bellico le pagine memorialistiche di Thus to Revisit,
Return to Yesterday e It Was the Nightingale.

LEWIS
Wyndham Lewis nasce in Canada. Egli non è solo un letterato ma anche un pittore.
Dopo aver passato l'infanzia nel New England fu educato in Inghilterra. Il periodo più
decisivo per la sua formazione è il soggiorno a Parigi, con tappe a Madrid e Monaco.
Questa esperienza lo rende il più cosmopolita tra gli intellettuali del modernismo
inglese e lo espone ai fermenti culturali della ville lumiere. Al soggiorno parigino
risalgono le letture dei classici russi e l’incontro con l’opera di Nietzsche. Una volta
rientrato a Londra tutti questi stimoli culturali gli consentono di muoversi con
indipendenza all'interno di una cultura in ritardo.
Il suo primo romanzo, Mrs. Dukes' Million, moltiplica gli incidenti e il ritmo sempre più
accelerato del plot. I racconti scritti tra il 1909 e il 1911 sono stilisticamente immaturi,
ma tematicamente e ideologicamente importanti: ambientati in Bretagna, in una
società primitiva, vi si aggirano personaggi emarginati, vagabondi, saltimbanchi. Lewis
non è alla ricerca di una natura incorrotta dalla civiltà industriale, non sogna nessun
ideale regressivo; è affascinato dall'energia primitiva che anima questi disadattati.
Tarr fu scritto prima della guerra ma pubblicato solo nel 1918. Ambientato nei primi
anni del 900 a Parigi, il romanzo descrive i rapporti che si instaurano all'interno di un
gruppo di bourgeois-bohemiens nella società artistica di Montmartre. L'assunto
narrativo non permette più la sperimentazione astratta del linguaggio ma Lewis
introduce un'altra innovazione: quella di una caratterizzazione esterna e plastica, di
grande impatto visivo. In polemica con una narrativa dell'interiorità, egli usa una
parola-azione violenta e dinamica, che rifiuta ogni psicologismo. La dimensione ludica si
fa più accesa e spettacolare, diventando laughter in action.
Nella produzione narrativa postbellica egli abbandona gli sperimentalismi più arditi
senza eliminare del tutto i caratteri tipici dello stile e della poetica maturati durante la
stagione avanguardistica. Il rappel à l'ordre ha forti punti contatto con il pensiero
reazionario francese. Lo stile esterno, oggettivo, si impone nelle lunghe descrizioni di
The Apes of God, romanzo satirico in cui Lewis prende a bersaglio, con grottesche
caricature, l'ambiente di Bloomsbury che accusava di dilettantismi estetizzanti.
Dell’ambizioso progetto che avrebbe dovuto costituire la tetralogia di The Human Age,
Lewis pubblica solo tre volumi: The Childermass, Monstre Gai e Malign Fiesta. Un Lewis
meno polemico è individuabile in un romanzo ambientato in Spagna al tempo della
guerra civile, Revenge for Love e nel semiautobiografico Self Condemned.
Diseguale, ripetitiva, ma incisiva è la sua saggistica, di cui vanno menzionati The Art of
Being Ruled e Time and Western Men, che contiene una stroncatura dello Ulysses di
Joyce.

LAWRENCE
David Herbert Lawrence è autore di una produzione ricchissima. Lavora per alcuni
anni come insegnate prima di dedicarsi solo alla letteratura. Grazie a Ford, Lawrence
entra in contatto con l'ambiente letterario londinese e pubblica i primi romanzi The
White Peacock e The Trespasser. In essi emergono già i temi ricorrenti della sua
narrativa: l'antagonismo tra istinto e ragione, il conflitto tra natura e civiltà industriale,
il rapporto tra i sessi, l'esaltazione delle passioni contro le convenzioni borghesi. In

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Sons and Lovers Lawrence salda la vocazione naturalistico-documentaria con l’analisi


introspettiva del rapporto conflittuale tra i genitori. Altrettanto complessa è la
descrizione del processo di emancipazione dei figli dall'ambiente domestico.
I contatti diretti con la cultura europea promuovono in Lawrence un allargamento di
orizzonti e una revisione della propria poetica narrativa in direzione modernista. In
analogia con la distruzione dell’io perseguita da Marinetti, Lawrence abolisce il romanzo
onnisciente, lasciando spazio al movimento delle incessanti metamorfosi dei suoi
problematici personaggi, svincolandoli dall'aderenza ad un modello divenuto logoro.
I nuovi esiti sono testimoniati da The Rainbow e Women in Love. Attraverso una
saga familiare che abbraccia tre generazioni, Lawrence traccia un affresco della vita
inglese dalla seconda metà del XIX secolo fino agli inizi del 900, mettendo a fuoco un
fenomeno che l'autore vive come una catastrofe: il crollo della comunità organica della
civiltà contadina sotto l'incombere di quella industriale. In questi romanzi l'esperienza
erotica si pone come l'unica via per una possibile restaurazione della totalità. L'eros
lawrenciano, carico di valenze religiose e metafisiche, è lontano dall'essere osceno.
Come attestano gli attacchi alla promiscuità e alla pornografia, il suo eros trabocca di
puritano rigore.
La Prima guerra mondiale lo costringe a un soggiorno forzato in Inghilterra, dove
matura un'alienazione profonda nei riguardi dei suoi connazionali, e porta avanti il
progetto utopico di fondare una colonia lontano dall’Europa. Dopo la guerra da inizio a
vari pellegrinaggi, vere e proprie fughe che lo condurranno sempre più a Sud, in terre
sempre più lontane dall'Europa e dalla civiltà industriale, alla ricerca di civiltà primitive
e remote. La salute cagionevole lo obbligherà a un rientro in Europa, dove, stabilendosi
in Italia, lancerà accuse alla decadenza della civiltà occidentale in opere che saranno
censurate.
La realizzazione di una società alternativa, l'accesso al vitale attraverso una
resurrezione nella carne e il contatto con mondi e culture diversi sono alla base della
sua attività di scrittore negli anni 20. Appartengono a questo periodo The Lost Girl,
Aaron’s Rod e Kangaroo. The Plumed serpent, ambientato in Messico, rivitalizza i
vecchi miti aztechi; The Fox e The Ladybird sono legati alla guerra e The Captain’s Doll
ha i toni di un'elegante, ma critica, commedia sociale. L'ansia verso una resurrezione
della cultura occidentale lo induce a individuare una speranza di rinascita nell'opera
riformatrice di figure-leader e in un rapporto uomo-donna non basato sulla polarità tra i
sessi. Abbandonato l'equilibrio tra integrità individuale e apertura verso il mondo
dell'altro, Lawrence invoca una distinzione di ruoli, dove la donna è sottomessa
all'uomo. Queste posizioni hanno attirato su di lui le riserve della critica femminista e le
accuse di fascismo e totalitarismo.
Lawrence, dopo un periodo iniziale di simpatia, nutrirà disprezzo nei confronti del
fascismo. Testimonianza di ciò è il libro di viaggio Sketches of Etruscan Places,
rievocazione della visita che egli fece alle tombe dell'antica Etruria, alla riscoperta di
una civiltà che vive di una spontanea vita fisica liberata da umilianti inibizioni, è in
contatto con l'arcano, è integrata con il mondo naturale. Opponendo la vitalità della
cultura etrusca al progetto dell'imperialismo romano Lawrence mette a nudo il
fallimento di ogni modello ideologico e culturale che intenda proporsi come
universalmente valido. Contro la condizione di solitudine dell'uomo occidentale
sottomesso a una paralizzante razionalità, Lawrence ambisce alla riscoperta del proprio
primitivo, al recupero della coscienza fallica, che ci riporti in sintonia con le forze
organiche del vivente. Questa ricerca trova una singolare elaborazione nei saggi
interpretativi dei classici americani: Studies in Classic American Literature.
Il rispetto per l'autonomia dei luoghi e delle comunità che li abitano è alla base di molte
opere dell'ultima fase lawrenciana (The Plumed Serpent, The Princess, The Woman Who
Rode Away). Nella produzione degli anni 20 si rompe l’equilibrio tra rappresentazione
realistica e simbolica, tra denuncia, predicazione e profezia.
Della produzione lawrenciana vanno ricordati anche i testi teatrali (The Widowing of
Mrs. Holroyd, A Collier's Friday Night). Vanno aggiunte anche le prose saggistiche
provocatorie, che ereditano il radicalismo di autori decisivi nell'evoluzione del suo

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pensiero (Carlyle, Ruskin e Morris), e gli scritti pedagogico-filosofici, testi la cui tensione
conoscitiva si attua mediante un fantasioso linguaggio metaforico (Psychoanalysis and
the Unconscious, Fantasia of the Unconscious). Apocalypse è l'ultimo poetico appello
che Lawrence lancia con il proposito di rifondare una vita di plenitudine, vibrante con le
forze dell'universo.

JOYCE
James Joyce è l’autore più sperimentale del 900 modernista. Dopo studi severi presso i
gesuiti egli consegue la laurea in lingue moderne allo University College. L'insofferenza
verso il provincialismo e il nazionalismo reazionario della cultura irlandese si vede già in
alcuni saggi giovanili in cui Joyce esalta il genio europeo Ibsen, che sarà il suo modello.
Desideroso di allargare i propri orizzonti va a Parigi per studiare medicina, ma i testi in
cui si immerge sono letterari. Rientrato Dublino inizia il suo romanzo di formazione,
Stephen Hero, che vedrà la luce nel 1916 col titolo di A Portrait of the Artist as a
Young Man. A questi anni risalgono molte brevi composizioni in prosa (Epiphanies),
alcune liriche raccolte nelle poesie di Chamber Music e alcuni racconti che
confluiranno in Dubliners. Nel 1904 lascia definitivamente Dublino per Trieste, dove
sarà professore alla Berlitz School Trieste e dove vivrà fino al I915 in precarie condizioni
finanziarie. Allo scoppio della guerra si rifugia a Zurigo. La sua pièce teatrale, Exiles,
composta nel 1914, è messa in scena a Monaco di Baviera nello stesso anno della
pubblicazione, ma con scarso successo. Nel 1920 si trasferisce a Parigi dove termina
Ulysses. Finnegans Wake, ultima impresa narrativa di Joyce, è pubblicato nel 1939.
Joyce muore a Zurigo nel 1941.
I racconti di Dubliners, pur in se autonomi, furono concepiti come parti di un più vasto
progetto, regolato da una precisa struttura. Essi rappresentano in sequenza vari aspetti:
infanzia, adolescenza, maturità, vita pubblica. L'epifania si sviluppa nei Dubliners fino a
diventare una forma narrativa più ampia, in grado di raccontare l'improvvisa rivelazione
dell'essenza di una cosa, cogliendone l’intima essenza. Scritti con grande finezza e con
uno stile oggettivo, i racconti evocano un mondo di frustrazioni e fallimenti, di
stagnazione cui è impossibile sfuggire. L'efficacia dei Dubliners è data dalla capacità di
Joyce di legare insieme i singoli racconti non solo tramite ricorrenze tematiche, ma
anche in virtù di una fitta serie di immagini e simboli, assonanze e simmetrie che ne
fanno un organismo unitario e coerente.
Il tema del Portrait non è la paralisi ma la fuga, l'esilio. Esso, diviso in cinque capitoli, è
la resoconto di questa condizione, dalla scoperta della propria vocazione fino alle scelte
esistenziali del silenzio, esilio e astuzia assunte come protesta contro le angustie
dell'ambiente. Esso esplora la maturazione dell’artista, seguendone le varie fasi,
dall’infanzia all’adolescenza alla giovinezza. L'ultimo capitolo vede il giovane Stephen
Dedalus abbandonare le costrizioni imposte dalla cultura locale. In Stephen Hero era
forte l’identificazione tra Joyce e Stephen e il racconto della propria formazione
procedeva secondo i moduli della scrittura realistica. Nel Portrait Stephen è molto più
distanziato e lo stile è quello dell’impersonalità. La poetica del Portrait accoglie le
istanze oggettivistiche della formazione di Joyce.
Ulysses è concepito all’inizio come un racconto da aggiungere a Dubliners, ma la storia
dell’ebreo Mr. Hunter tradito dalla moglie si espande nel progetto di un romanzo, che ha
per centro Dublino. Dei diciotto capitoli, ciascuno dei quali si ricollega ad un episodio
dell'Odissea, i primi tre sono completati tra il 1917-18, gli altri tra il 1919-20. L'erranza
di Ulisse sarà quella di Mr. Leopold Bloom, le sue avventure in mari e paesi remoti
equivalgono alle peregrinazioni di Bloom nelle strade. Nuovo Telemaco Stephen
Dedalus andrà in cerca del padre Ulisse-Leopold. Rifiutata la progressione cronologica
della narrativa tradizionale, Joyce mette in atto una rappresentazione sincronica di ciò
che avviene in un giorno (16 giugno 1904).
Il romanzo attrasse subito l’attenzione di T. S. Eliot. Il ricorso al mito (come sosteneva
l'autore della Waste Land) conferisce ordine, senso e forma al panorama anarchico della
storia contemporanea. Si tratta di un’indicazione critica preziosa, a patto di non togliere
a quell’ordine la carica di sperimentazione che investe ogni dimensione del romanzo. In

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quest'ambito, Joyce, facendo saltare storiche codificazioni, recupera parte di quello che
di avventuroso avevano inventato i padri del romanzo all'origine della fondazione del
genere.
La sua tecnica narrativa, caratterizzata da un'alternanza di narrazione obiettiva,
monologhi interiori e dialoghi, si avvale di un’invenzione linguistica. È il linguaggio il
vero protagonista del romanzo joyciano, il quale raggiunge vertici virtuosistici. Lo
stream of consciousness va colto nella sua motivazione di fondo, ovvero come
tecnica espressiva che va al cuore di quella molteplicità che costituisce l’esperienza
modernista. Proprio perché l'interiorità del monologo è mobilità, sovrapposizione,
eterogeneità, dinamismo, essa coincide con la città, luogo per eccellenza della non
linearità, della percezione multipla, della simultaneità.
Finnegans Wake spinge agli estremi la sperimentazione di Joyce. Esso è la storia di
una famiglia irlandese, gli Earwicker, il cui capo famiglia gestisce una taverna nel
villaggio di Chapelizod. L'ambizione di Joyce non è solo di mettere in scena l'artista o
l'uomo medio sensuale ma raffigurare l'intera storia dell'umanità. Da qui la
trasformazione dei dati realistici di partenza in una dimensione simbolico-allegorico e il
ricorso alla concezione ciclica della storia formulata da Giambattista Vico. Rende ardua
la decifrazione di quanto accade in Finnegans Wake non solo l'enigmaticità degli eventi,
ma anche la dimensione onirica. Contro il funambolismo linguistico e l’impianto a piani
multipli dell’opera espressero severe riserve Wyndham Lewis ed Ezra Pound.

FORSTER
Due sono le esperienze che segnarono Edward Morgan Forster: gli anni traumatici della
public school e il periodo di rinascita intellettuale a Cambridge, dove entra a far parte
della società degli «Apostles», dove stringe amicizia con il classicista Goldsworthy
Lowes Dickinson. Sin dall’inizio Forster mette al centro della sua narrazione la
contrapposizione tra due culture, quella conformista, borghese e quella delle ragioni del
cuore.
L'esordio è nel 1904 con The story of a Panic, i racconti successivi usciranno in due
raccolte The Celestial Omnibus e The Eternal Moment, postumi i racconti dal titolo The
Life to Come and other Stories.
In Where Angels Fear to Tread l'opposizione tra Inghilterra e Italia non si risolve
schematicamente solo a favore della seconda. Forster ritornerà con una più sensibile
esplorazione dello stesso tema in A Room with a View. In Howards End la
dimensione realistica si avvale di una rete di immagini e simboli che ne dilatano i
significati. La country house che dà il titolo al romanzo, lontana dalla vita urbana, è il
centro metaforico in cui si attua la ricomposizione. Dopo un lungo silenzio, Forster dà
alle stampe A Passage to India, ultima prova narrativa. Forster si ispira a due lunghi
soggiorni in India in un'ottica anticoloniale attenta alle realtà altre. Pur essendo
ambientato in un'India britannica d'anteguerra, si avverte che chi narra non crede
all’utopia di una totalità integrata, qui tra due comunità divise da un gap razziale e
pregiudizi. In questo contesto sono inefficaci quei rapporti personali e quell'apertura
dell'intelligenza anticonformista chiamati un tempo a risolvere i disagi. La produzione
saggistica documenta gli interessi e la curiosità intellettuale di Forster: Abinger
Harvest, Two Cheers for Democracy, The Hill of Devi, Aspects of the Novel.
Forster è stato per anni la voce della ragione illuminata e della tolleranza. I limiti della
sua opera sono in parte legati alle sue stesse virtù. Il disegno di pacificazione dei
conflitti paga spesso il prezzo di escludere realtà impervie e conflittuali che non si
lasciano ricomporre in una forma estetica superiore. È significativa Aspects of the
Novel l’accusa rivolta a Joyce di degradare la realtà. L’incapacità di Forster a spingersi
oltre rende ragione al silenzio narrativo in seguito a Passage to India.

VIRGINIA WOOLF
Virginia Woolf raggiunse il pieno riconoscimento delle sue capacità con Mrs. Dalloway.
L'esordio negli anni prebellici era avvenuto nell'ambito della critica dove aveva affinato
la sua sensibilità letteraria e messo a punto strumenti di indagine essenziali per la

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nuova narrativa. In due interventi la Woolf sostenne l’inattualità delle convenzioni del
romanzo edoardiano di Arnold Bennett, Wells e John Galsworthy. Il realismo con cui
questi raccontavano la realtà era per lei inadeguato, sia a cogliere la complessità di un
contesto trasformato, sia a fronteggiare la problematiche dell'esperienza modernista.
Due fenomeni sono determinanti nel promuovere la svolta sperimentale dell'autrice: la
riflessione sulla crisi e sulla rivoluzione delle forme che aveva caratterizzato la stagione
dell'avanguardia prebellica e la rivoluzione delle tecniche narrative attuata da Joyce.
Come in Ulysses, in Mrs. Dalloway è l'esperienza complessa della città a innescare la
sperimentazione lungo eventi che sono concentrati in una sola giornata. A partire da
Jacob's Room, che avvia la fase innovativa, al narratore onnisciente si sostituisce una
coscienza frammentaria, divisa. Ai dati oggettivi subentra la coscienza che li ha
registrati, l'artificiosa concatenazione degli eventi esterni cede alla seduzione di
momenti soggettivi. Questi istanti, chiamati moments of being, si pongono come unica
garanzia dell’autenticità con cui si può far luce sull'enigmaticità del reale.
A differenza del flusso di coscienza, il monologo interiore della Woolf ha un carattere
lirico, fantastico. La materia della visione si scioglie in vibrazioni di echi e suoni fino a
radicalizzarsi nel movimento ritmico di The Waves, in cui i personaggi si riducono a voci
indistinguibili nel fluire del tutto. La qualità fragile, evanescente del monologo della
Woolf esprime per un verso la posizione indifesa della coscienza femminile e per l'altro
si offre quale massima ricettività verso tutte le sfumature del fenomenico.
Virginia Woolf ammirò la dimensione introspettiva del romanzo russo e fece tesoro della
lezione stilistica di Henry James e Conrad. Virginia Woolf attinge alle regioni più oscure
e profonde della realtà mediante un lavoro di sgretolamento definito tunnelling process.
Per lei il romanzo doveva porsi come alto prodotto estetico. Da qui l'approdo a una
prosa «poetica», con un largo impiego di linguaggio simbolico e metaforico. Come
testimoniano le pagine di A Writer's Diary e parti del suo epistolario, la sua prosa è
frutto di una elaborazione formale senza tregua, condotta nella solitudine della sua
stanza. Un cenno merita Orlando, che ispirandosi alla figura dell'amica scrittrice Vita
Sackville-West, propone la fantasiosa biografia di un personaggio androgino attraverso
quattro secoli di storia inglese. Vi è una solidarietà tra la nuova scrittura della Woolf e il
suo essere donna: la maturazione della propria coscienza femminile sembra porre le
condizioni ideali per una sperimentazione spregiudicata, libera dalle costrizioni
patriarcali e dai codici normativi maschili.

Lowry e Ivy Compton-Burnett


Ivy Compton-Burnett esordì con un romanzo, Dolores, a struttura narrativa e morale
ottocentesca. Dopo una pausa dovuta alla malattia che la colpirono, tornò alla scrittura
con un'opera diversa, Pastors and Masters. Il narratore scompare e la storia è affidata al
dialogo dei personaggi. Le loro parole vanno al di là della visione del mondo della
scrittrice, lasciando emergere un ritratto critico della realtà che dipinge.
L'ambientazione è sempre quella di grandi dimore di campagna e il periodo è quello
degli anni dell'apice della potenza britannica. Dietro quelle pareti rispettabili si
nascondono il matricidio, l'incesto, si esercita il potere dei più arroganti sui più deboli, si
organizzano tradimenti e rivincite, ma senza che nulla turbi l’apparente decoro.
Delle figure che caratterizzano la scena letteraria inglese della prima metà del 900
forse la più eccentrica è Malcolm Lowry. Figlio di un commerciante si imbarcò per un
anno su una nave mercantile, esperienza che confluì nel romanzo Ultramarine, più
tardi ripudiato dall'autore, ma simbolico della sua visone esistenziale, quella del viaggio
come percorso dentro di se e come itinerario creativo destinato a non concludersi mai.
Terminati gli studi troviamo Lowry in Spagna, Parigi, New York, Messico, dove è
ambientato Under the Volcano. Nel 1938 si trasferì in Canada poi si recò in Italia e infine
in un paese del Sussex dove mori.
Buona parte dei suoi lavori furono pubblicati dopo la sua morte, con l'editing spesso
ambiguo della moglie.
Under the Volcano è la storia di Geoffrey Firmin, console britannico a Cuernavaca,
alcolizzato e ucciso da una banda di fascisti. Tutto il racconto si svolge il 2 novembre

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1938. Tre grandi icone sottendono il romanzo: la dannazione faustiana, la Commedia


dantesca e la cacciata dal Paradiso terrestre.
La scrittura di Lowry, che per alcune soluzioni si riallaccia al Tristram Shandy nello
scavalcare la forma romanzesca tradizionale, riprende molti aspetti del modernismo: la
molteplicità dei punti di vista, il monologo interiore, il flusso di coscienza. Mentre Eliot e
Joyce miravano a un'espressione letteraria oggettiva, Lowry mira ad una scrittura
soggettiva, personale. L'ultimo giorno di vita del Console si svolge poco dopo la
Conferenza di Monaco, con l’Austria occupata da Hitler: la sua fine è un’allegoria storica
del suo tempo. Under the Volcano non è un romanzo politico, bensì modernista, fitto di
rimandi eruditi, di agganci alla tradizione. E’ un romanzo che si risolve nel suo
protagonista, nella sua autodistruzione e incapacità di amare, al punto che terminiamo
la lettura con la sensazione che il Console sia tutto il cosmo.

IL TEATRO
La letteratura drammatica del Novecento non ha gli stessi esiti della produzione poetica
e narrativa del modernismo. Bernard Shaw, che aveva costretto il teatro inglese
tradizionale a fare i conti con la rivoluzione naturalista, rimase ancorato a una
concezione drammaturgica e a una visione del mondo incapaci di confrontarsi con le
trasformazioni della società novecentesca. Il tradizionalismo delle forme teatrali dei
primi anni del 900 è confermato dal fatto che Gordon Craig, regista e teorico, rimase
inascoltato in Inghilterra. Ebbe solo la simpatia di pochi, quali Pound e Yeats. Deluso
dalla scarsa considerazione Craig si rifugiò nel continente per sperimentare le sue
proposte innovative (On the Art of the Theatre, Towards a New Theatre). Queste, in
sintonia con la rivoluzione in atto nelle arti plastico-visive e polemiche contro le
attardate convenzioni naturaliste, erano animate da un antirealismo. Craig, che
sosteneva il primato del regista come autore dello spettacolo, erigeva a programma la
valorizzazione della gestualità, del suono e del colore, l'uso simbolico delle luci, dei
costumi, l'impiego di pannelli mobili, finalizzando il tutto a un’omogenea unità
espressiva.
Va ricordato l’Amleto moscovita in collaborazione con Stanislavskij e il saggio con cui
Craig proponeva provocatoriamente l’abolizione dell’attore-personaggio, troppo
appesantito dalla propria coscienza, sostituendolo con la marionetta. Questa,
inorganica degli apparati scenici, era garanzia di imperturbabilità e di ogni istanza
astratta, ma anche depositaria di ritualità simbolico-ancestrali (The Actor the
Ubermarionette). Un esito estremo che, avendo come meta la ricerca utopica di una
forma pura tramite la produzione di effetti visivi e forme simboliche, aboliva il teatro
tout court. Questo aspetto spiega in parte l'emarginazione di Craig come regista
effettivo, ma nulla toglie al contributo apportato al rinnovamento del teatro
novecentesco.

Il poetic drama
Sono i poeti che vogliono rinnovare le convenzioni drammaturgiche ancora troppo
vincolate ai dettami del well-made play. Gli esiti di questo teatro sono stati interessanti,
ma speso fallimentari in quanto i loro testi erano di natura essenzialmente letteraria e
non teatrale, che li destina alla lettura o all'occasionale performance elitaria e non alla
realtà scenica. Il teatro di William Butler Yeats appare oggi datato. L'assenza di
allestimenti delle sue opere impedisce di accostarsi a un'esperienza che fu comunque
significativa. Yeats si fece promotore della rinascita del teatro irlandese fondando
l’Abbey Theatre. Il suo teatro inaugura il revival del poetic drama, poi riproposto da
Eliot. La sua produzione, per lo più ambientata in Irlanda, annovera oltre trenta opere
caratterizzate da varie tecniche e stili. Essa documenta la volontà di creare un genere a
se, autonomo rispetto alla sua attività poetica. Si tratta di un teatro con molta di
simbolicità, evocativo, visionario, estraneo all'impianto naturalista di Ibsen o alla
dimensione brillante di Shaw o Wilde.
Inizialmente i suoi drammi hanno come tema miti e leggende irlandesi e sono
caratterizzati da una qualità elegiaca, trasognata, crepuscolare (The Land of Heart's

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Desire). Non mancano i drammi di intonazione politica scritti con Lady Gregory, Where
There is Nothing, poi riveduto usando immagini bibliche in The Unicorn from the
Stars o di valenze patriottiche (The Countess Cathleen, Cathleen ni Houlihan). Le
saghe dedicate al personaggio del folklore celtico, Cuchulain, attraversano tutta la sua
carriera teatrale (On Baile's Strand, The Death of Cuchulain). The Words upon the
Window-Pane coniuga i suoi interessi per l'occultismo al contrasto tra il presente
urbano e il passato eroico. L’ultima pièce, Purgatory, che attesta una ricerca
sperimentale mai interrotta, fu elogiato da Eliot per la bravura con cui Yeats concentrò il
dramma in una sola scena.
Già sensibile agli influssi del teatro simbolista francese, a partire dal 1915 Yeats è
affascinato dal teatro arcaico giapponese del No. Yeats, che condivide il proposito di
svincolare il teatro occidentale dalla tirannia della parola, trasporta nei suoi drammi le
componenti antimimetiche, ritualistiche, astratte del No. Suono canto e danza danna
alla sua drammaturgia una ritmica che fa aggio su qualsiasi istanza sociale o
psicologica. Tra le pièces più rappresentative di questo indirizzo Four Plays for
Dancers.
La rottura più netta col teatro tradizionale è attuata da Wyndham Lewis. Enemy of the
Stars fu pubblicata nel 1914 su BLAST. Essa tenta di applicare alla scrittura la
rivoluzione astratta introdotta dal modernismo pittorico, in sintonia con futuristi e
cubofuturisti. Ma l'abolizione quasi totale dell'azione, sostituita da blocchi di situazioni
statiche e da una struttura frammentaria e onirica, l'ha resa irrappresentabile. Nella
pseudocoppia dei protagonisti, Arghol e Hanp, Lewis fornisce più di un suggerimento a
Waiting for Godot.
Un tentativo di importare le forme brechtiane del teatro epico è nei drammi poetici di
W. H. Auden scritti con Isherwood. Sorto nel clima della decade rossa e delle
pressioni ideologiche, è un teatro politico che si avvale delle tecniche del teatro
espressionista per risaltare l’analisi sociale. Tuttavia la struttura drammatica manca di
coerenza e il messaggio non è sempre chiaro. Rimangono godibili, una volta estratti
dall'ambigua funzionalità cui erano destinati, i risvolti parodistici e le canzonette. Qui si
avverte, oltre alla tradizione del music hall, l'influsso del cabaret assorbito da entrambi
gli autori durante il soggiorno berlinese.
Più audace e creativo è l'esperimento di Eliot, soprattutto quello vicino alla Waste Land:
Sweeney Agonistes: Fragments of an Aristophanic Melodramma. Eliot lancia
interrogativi inquietanti e spalanca abissi metafisici, secondo una tecnica di inclusione e
accostamenti inusitati che mescola argomenti effimeri a temi seri. La farsa che si muta
in tragedia si avvale di vari modi sperimentali: uso delle maschere, tecnica del
montaggio espressionista, percussioni sonore, toni dell'operetta e soprattutto si
modellano sugli schemi del teatro di varietà, apprezzato da Eliot perché di grande
efficacia comunicativa. Il linguaggio dell’opera è quotidiano, ma ospita anche
suggestioni musicali.
Le successive opere, The Rock e Murder in the Cathedral, si rifanno al modello delle
sacre rappresentazioni. La prima fa sfilare sulla scena personaggi storici del cammino
glorioso della Chiesa; la seconda, realizzata nella Chapter House della cattedrale di
Canterbury, fu scritta su commissione per commemorare il martirio di Thomas Becket,
avvenuto nelle vicinanze del luogo della messa in scena. Murder in the Cathedral ha per
modello la tragedia greca, ma ha presente anche il morality play medievale, in una
riscrittura moderna che si ispira alla detective story e al teatro argomentativo di Shaw.
La produzione posteriore di moderne commedie drammatiche, per dare nuovo vigore al
teatro e interessare un pubblico sempre più vasto, punta sulla ritualità e mito. Tuttavia i
risultati sono deludenti. Ciò perché, una volta venuto meno il contesto ecclesiale in cui
il sacro trova la sua legittimazione, la formula non funziona. Eliot non aveva più un
pubblico di fedeli, ma il pubblico normale del teatro, un'audience laica. Il dramma
metafisico che tenta di calare nel genere del teatro convenzionale rimane imprigionato
nella forma che sperava di far “lievitare”. Le motivazioni spirituali che dovrebbero
elevarla a una significazione più alta, a dramma metafisico, perdono intima necessità, i
personaggi si disumanizzano, si fanno astratti. I due livelli di significato, religioso e

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profano, riproposti come double plot del teatro elisabettiano, non interagiscono. Tra le
commedie drammatiche The Family Reunion, The Confidential Clerk, The Elder
Statesman.

COWARD
Noel Coward compose commedie brillanti, riviste musicali e racconti. Sua è la
sceneggiatura del film Brief Encounter. La sua attività si estende fino agli anni 60, ma
il teatro più creativo è degli anni 20, 30,40. Egli inventa una commedia leggera, in
antitesi a quella seriosa degli anni edoardiani di Somerset Maugham. Anche se il primo
successo fu un dramma (The Vortex), la sua fama si deve a delle commedie, imbastite
su trame eleganti e spregiudicate. Tra i suoi lavori bisogna citare Hay Fever e Blithe
Spirit, commedia scritta di getto nella Londra devastata dai bombardamenti. Dopo
un'assenza dovuta al diverso indirizzo verso cui si orientava la scena inglese negli anni
le sue commedie hanno ripreso quota, imponendosi per il ritmo brioso, per il gioco degli
intrecci, per la qualità del suo linguaggio, per l'irriverenza dei suoi contenuti. Il suo
talento emerge anche nelle danze e nelle canzoni. Egli nasce attore e tra i musical che
reggono il confronto con gli equivalenti americani vanno menzionati On with the Dance,
Bitter Sweet, Cavalcade. Coward si muove all'interno della middle class, ma è ironico e
critico nei riguardi dei valori convenzionali dell'establishment, di cui critica le
moralistiche ortodossie, la rigidità dei codici sociali, l'ipocrisia.

BECKETT
L'opera di Samuel Beckett affonda le radici nella cultura modernista. I suoi anni di
formazione, l'orientamento dei suoi interessi e della sua produzione mostrano la sua
partecipazione ai fermenti avanguardistici, anche se si riserva la massima libertà non
lasciandosi condizionare da alcuna precisa militanza. Lasciata Dublino va a Parigi dove
incontra Joyce, che stava scrivendo Finnegans Wake. Sia nel saggio del ’29, volto a
difendere quest'opera, sia in quello del ‘31 su Proust, emerge un Beckett deciso a
sostenere le rivoluzioni linguistiche in atto e la centralità dell'autonomia della forma.
Non vanno dimenticate le pressioni liberatorie nei confronti degli schemi della ragione e
di un appiattito linguaggio mimetico che gli derivavano dalla rivoluzione surrealista.
Beckett ritiene inderogabile l'obbligo di un rigoroso controllo formale degli apporti
acquisiti grazie all'apertura all'onirico e all'irrazionale. Della produzione di Beckett
prima del teatro va segnalata l’attività poetica documentata da Whoroscope e dai
tredici testi di Echo's Bones and Other Precipitates, in cui si annuncia un universo di
crisi. Per quanto riguarda l’opera narrativa, Beckett pubblica a Londra una serie di
racconti dal titolo More Pricks than Kicks. Murphy, pubblicato negli Stati Uniti, è il
primo di vari romanzi, cui seguono Mercier et Camier, Watt e la trilogia scritta in
francese: Molloy, Malone meurt, L'Innomable.
Dato il vincolo che lega produzione teatrale e narrativa, è opportuno fare una
considerazione su quest'ultima. Inizialmente nei racconti prevalgono, calati in forme
realistiche a volte messe in forse da esiti parodistici, i toni di una satira dei costumi. La
struttura simbolica degli eventi si vede nel romanzo Murphy, il cui protagonista è un
dublinese che lavora come assistente in un manicomio di Londra. Murphy per sfuggire
al mondo vive nella sua mente, da cui invano un gruppo di connazionali cercano di
distoglierlo. Dopo il suicidio, le sue ceneri finiranno per errore sul pavimento di un pub
di Londra.
Già in questo lavoro la ricerca di pace e silenzio in un universo di follia si attua con il
ricorso a una pluralità di allusioni e toni dissonanti, dalla citazione dotta alle
pseudospeculazioni metafisiche. L'esperimento successivo porta alla creazione della
pseudocoppia di Mercier e Camier: prima coppia di personaggi opposti e complementari
di una lunga serie (Vladimir e Estragon, Pozzo e Lucky). I due intraprendono un
fallimentare viaggio allegorico, dove rilevanti sono i preparativi atti a realizzarlo
piuttosto che la meta. La caratterizzazione psicologica qui è abolita: prevale uno stile
freddo, distaccato.

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Punto di svolta nella struttura dei suoi romanzi è Watt. Cade la costruzione onnisciente
del romanzo, il personaggio è fantasmatico: la narrazione è affidata al monologo di un
«io» transitorio e diviso, destinato a dissolversi in mera voce, in un balbettio
esasperante, ripetitivo. Così accade nei monologhi di Molloy in cui il protagonista, che
dapprima coincide con Molloy, subisce una progressiva perdita di identità, sdoppiandosi
nel poliziotto che lo insegue, Moran, che inseguendolo smarrisce la propria fisionomia
trasformandosi in Molloy. In Malone meurt il protagonista è un moribondo immobile in
una stanza. Le storie che racconta sono scientemente dette solo per non lasciare la
parola al nulla della morte, così che il loro tasso di attendibilità è irrilevante, essendo
dominante la pura volontà di sopraffare con mozziconi di storie l'avvicinarsi della morte.
La disgregazione del personaggio culmina nell’Innomable, in cui il flatus vocis non
sembra appartenere più neanche ai personaggi: Mahood è un relitto contenuto in un
orcio e Worm non è mai nato. Questa voce non è attribuita all'autore, ma si pone come
espressione terrificante di un neutro nulla, di un innominabile.
La dimensione paradossale della scrittura beckettiana è data dal fatto che essa rivela il
fallimento della parola a dire qualcosa, evidenzia la propria inadeguatezza. Questa
scrittura, mentre si autodenuncia, mostra anche come le parole hanno il potere di
raccontare quel fallimento.
La rarefazione della sostanza narrativa, l'autoriflessione spinta all’estremo della
problematicità avevano portato Beckett a un'impasse. È allora che si volge al teatro,
inizialmente concepito come divertimento. La forma teatrale gli offre la possibilità di
mettere in scena e animare i suoi personaggi, riacquistando quella plasticità e
concretezza che nella scrittura erano andate perdute. Le ripetizioni che nei racconti
spesso generavano noia, potevano coincidere con i ritmi dell'azione teatrale, con la sua
struttura circolare. Sulla scena le contraddizioni, le ironie si traducevano nell’elemento
del tragico beckettiano, la comicità messa in atto sul palcoscenico tramite le gags dei
clown e le cadenze del teatro di varietà, le pose che sembrano mimare le marionette. È
un teatro anticonvenzionale che prescinde da ogni dimensione naturalistica, lo spazio è
illocalizzabile, il tempo irreale. Gli elementi del teatro borghese sono portati alla ribalta
in funzione ironica.
I personaggi di En attendant Godot tentano invano di fuggire da una condizione
esistenziale di attesa e assenza di cui ignorano la ragione; ma il loro dialogo e le
situazioni tragicomiche confermano l'inevitabilità del loro destino angoscioso, che non
conosce risposte certe. Più rigoroso, senza le battute da music hall, è Fin de partie,
che mette in scena l'incapacità dell'uomo ad affrontare la solitudine e la comunicazione.
L’azione si svolge in una stanza che ha parvenza di rifugio da una catastrofe, non in
seguito a un disastro nucleare, ma in seguito ai campi di concentramento e ai massacri
della Seconda guerra mondiale.
Krapp's Last Tape, prima pièce scritta direttamente in inglese che presenta un
monologo, si accompagna alle prime incursioni di Beckett nel genere del radiodramma.
Beckett affronterà poi altri media espressivi quali la televisione e la sceneggiatura
cinematografica.
Il grottesco del monologo di Winnie in Happy Days è dato dal contrasto tra la realtà
degradata in cui la protagonista è immersa e il contenuto sentimentale-nostalgico delle
sue espressioni. Winnie, in una sepoltura finale, è conficcata in terra dapprima fino alla
cintola, poi fino al collo. Il marito Willie non reagisce se non con rari monosillabi alle sue
interrogazioni.
Sarà sempre più essenziale il teatro di Beckett, secondo un processo che condurrà i
discorsi a farsi silenzio, i gesti a bloccarsi in immobilità. Indicativi di questo sviluppo
verso un’afasia progressiva e verso un minimalismo sono i brevi drammi (dramaticules)
scritti a partire da Come and Go. Negli anni 70 e 80 prevalgono figure statiche, che
aspirano, senza riuscirci, a sparire nel nulla. In Not I la protagonista, che dà sfogo a un
monologo angoscioso, è solo la bocca di un'attrice priva di corpo. In That Time il
vecchio Ascoltatore è in ombra, salvo la sua faccia sospesa sul vuoto. Gli ultimi
dramaticules, Footfalls, Rockaby, What, Where, sono giocati intorno a un'immagine o a
parole monologanti al limite della comprensione.

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IL SECONDO NOVECENTO
I nuovi scrittori degli anni Cinquanta le facce del realismo
La forma narrativa nella seconda metà del 900 sembra rinascere, ricevendo impulso
dall'imitazione e riproposta dei generi tradizionali, dalla ripresa di miti o tradizioni
favolistiche, dall’appropriazione dei linguaggi giornalistici e dei media. Se negli anni 40-
50 c’è una continuità con il romanzo anteguerra, a partire dagli anni 60 la riscoperta del
passato e la contaminazione dei linguaggi producono forme ibride non contenibili nelle
definizioni note. Il paradigma di base della scrittura narrativa è il realismo. Gli scrittori
che esordiscono in quel periodo ripropongono per lo più forme collaudate di realismo,
con tratti tardosimbolisti e tardomodernisti. Aspetti comuni della produzione narrativa
sono il legame con la tradizione nazionale di romanzo sociale e impegno morale e
un'ottica ristretta, provinciale, che predilige ambienti locali. Con ciò non si vuole
suggerire l'idea di una chiusura; è vero invece che le qualità che avevano portato
all'affermazione del realismo come forma dominante trovano in questi anni nuova forza.
Si afferma un realismo eclettico, non in contrapposizione con la scrittura sperimentale,
che mostra una grande capacità di rinnovamento.
Quasi tutti gli scrittori degli anni 50 hanno provato a ripensare il realismo, mostrando
come sia possibile conciliare il realismo con la favola, la fantascienza, la satira,
l'allegoria, il metaromanzo.

La commedia sociale: Wilson, Murdoch, Amis


Angus Wilson è la prima espressione di una generazione postbellica, attenta ai
mutamenti sociali, alla nuova meritocrazia, all'affermarsi del consumismo. Nelle prime
raccolte (The Wrong Set, Such Darling Dodos) Wilson coglie il nuovo clima sociale del
dopoguerra nel passaggio dallo snobismo prebellico dei ceti dominanti al clima
egualitario del Welfare State e del governo laburista. Pur definendosi liberale egli vede
tutte le debolezze del socialismo liberale e in Hemlock and After e Anglo-saxon
Attitudes esprime il suo disagio nei confronti di questa posizione. Lo scrittore
omosessuale di Hemlock and After sente, in quanto intellettuale, di dover svolgere il
ruolo di coscienza critica della società non rinunciando all’ambiguità di una doppia
morale. Nelle opere più tarde (No Laughing Matter, As if by Magic, Setting the World on
Fire) mostra un mutamento radicale, la capacità di rovesciare la formula del romanzo
sociale con la scrittura parodica. Il realismo dei primi romanzi cede il passo all'allegoria,
alla favola morale, alla tendenza a esibire l'artificio della scrittura.
Percorso inverso è quello di Iris Murdoch, il cui primo romanzo Under the Net
contiene elementi parodici e surreali con rimandi alla Nausee di Sartre e a Beckett. Egli
rivendica in Against Dryness la propria ascendenza letteraria nel filone ottocentesco
del realismo inglese e russo. I suoi lavori, piuttosto che al romanzo realista, fanno
pensare a giochi concettuali che riguardano la natura della libertà, del bene, il rapporto
tra arte e vita. Le trame dei suoi romanzi contengono rimandi culturali tratti dalla
mitologia, dall’arte, dalla letteratura. I richiami a Shakespeare mostrano il tentativo di
riprodurre il mondo della sua commedia delle coincidenze, ma la miscela di commedia e
grottesco ricorda anzi Dickens. The Unicorn, The Italian Girl, An Accidental Man
contengono elementi melodrammatici (delitti, ricatti, prostituzione, magia nera, suicidi).
Maestro della commedia sociale è Kingsley Amis, il cui romanzo Lucky Jim è la satira
del sistema accademico e dei valori di un ceto sociale in ascesa. Jim proviene dalla
piccola borghesia e crede nei principi dell'eguaglianza. Pur cosciente dei difetti e
ipocrisie del ceto accademico, aspira a farne parte, ma si preclude ogni possibilità di
carriera visto che non perde occasione di ridicolizzare la vanità del suo professore. Jim è
il primo di una serie di eroi ambiziosi e realisti della nuova letteratura che aspirano alla
conquista di uno status sociale che assicuri successo e soldi, come Joe Lampton,
protagonista del romanzo Room at the Top. Dei due Jim è il più simpatico perché, pur
parlando di onestà, non nasconde i valori materiali che gli stanno a cuore. Amis colloca
i personaggi in situazioni complicate e alla fine gli concede una ricompensa in cui
realizzano una fantasia. Il suo realismo comico si basa sugli equivoci delle situazioni,

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un’abilità nei giochi verbali, sulla capacità di riprodurre le cadenze della lingua parlata. I
romanzi successivi (One Fat Englishman) sono occasioni di satira sociale di stampo
conservatore. Nelle ultime opere (Stanley and the Women, The Old Devils,
Difficulties with Girls) Amis si allontana dalla commedia di costume e lascia il posto a
una profonda comprensione dei personaggi.

Scrittura e impegno: Lessing e Berger


Nata in Persia e vissuta in Rhodesia fino a 30 anni, nel 1949 Doris Lessing arriva a
Londra, dove pubblica il primo romanzo. La mancanza di istruzione accademica, il
background coloniale e l'impegno politico a sinistra fanno di lei una scrittrice atipica ma
rappresentativa delle tendenze della narrativa del secondo dopoguerra. Nel saggio A
small Personal Voice, Lessing dichiara la sua ascendenza letteraria nei maestri del
realismo ottocentesco (Tolstoj e Stendhal), in una visione impegnata della letteratura
coerente con la scelta del marxismo e l'interesse per le minoranze sociali. La
frammentazione e proliferazione dei discorsi, l'isolamento dell'individuo nella società,
rendono problematica l'adozione di una formula letteraria: l’allontanamento dal
marxismo, l'entusiasmo per religioni segrete e forme di scrittura come la fantascienza
la mostrano tutt'altro che irrigidita su posizioni ideologiche.
Opere realistiche come The Grass is Singing e Children of Violence, le raccolte di
racconti di ambientazione africana e inglese, la scrittura postmoderna e apocalittica di
The Golden Note-Book, Memoirs of a Survivor, il ciclo fantascientifico Canopus in Argos:
Archives e il romanzo, Mara and Dann: An Adventure (collocato in una Africa del futuro,
due orfani si scoprono di sangue reale) danno un'idea eterogenea dell’universo
narrativo. Costante è il tentativo di collegare la coscienza individuale di un personaggio,
per lo più donna, al mondo attuale. Lo sviluppo della protagonista (doppio dell’autrice)
del ciclo Children of Violence, Martha Quest, viene seguito a vari livelli e filtrato
attraverso la donna. L'Africa che emerge con grande vitalità nei primi volumi appare
altrettanto autentica della Londra che fa da sfondo all'ultimo, The Four Gated City, dove
Martha si è trasferita e dove prende consistenza, nel mondo della space fiction.
Nel 1962 Lessing pubblica The Golden Notebook, dove la scrittura realistica viene
fatta esplodere e si mostrano i limiti di una parola letteraria ferma alla superficie delle
cose. La complessa struttura del romanzo e l’uso di una protagonista scrittrice, Anna
Freeman, mettono in discussione un modello di rappresentazione sentito come
obsoleto. In una serie di quaderni Anna riflette sulle difficoltà di scrittura, sul rapporto
tra esperienza soggettiva e rappresentazione, sulla funzione del romanzo. La
frammentazione dell'esperienza di Anna rispecchia quella della sua psiche. L’analisi del
lato oscuro dell'individuo e l'importanza dell'inconscio come forza positiva diventano
centrali in tre romanzi degli anni 70, quando Lessing si sposta dall'analisi della
condizione sociale dell'individuo a quella mentale. A collegare i tre volumi è il motivo
della discesa nello spazio interiore alla ricerca della verità su se stessi, con echi a
Dostoevskij, alla fantascienza.
Dopo i romanzi di fantascienza, Lessing torna con The Diares of Jane Somers alla
scrittura realistica mostrando comprensione matura dei problemi della vecchiaia e della
malattia. L'incontro tra Jane, donna borghese e Maudie, vecchia malata di cancro, sono
alla base di un parabola sulla solidarietà femminile in cui Jane riuscirà a imparare
qualcosa sulle sue paure. L'interesse per la nuova topografia sociale e urbana di Londra
si vede in The Good Terrorist e nei racconti di London Observed nel lucido sguardo
dell'autrice, che coglie i cambiamenti nei conflitti generazionali e nei problemi
dell'emigrazione. La sua autobiografia, Under My Skin e Walking in the Shade, ha
confermato la sua capacità di collegare il personale e il politico.
L'opera di John Berger può leggersi all'interno di un rapporto dialettico con il realismo
socialista, non convenzionale, aperto alle sperimentazioni e connotato in senso
ideologico dalla passione civile e politica. Outsider, Berger è una figura eccentrica, noto
per la vasta produzione saggistica nel campo della critica dell'arte. La sua opera
letteraria è caratterizzata da sperimentazione e ricerca estetica: dopo l'esordio con A
Painter of Our Time, vicenda di un artista ungherese rifugiato a Londra, Berger

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pubblica The Foot of Clive e Corker's Freedom, dove esplora il tema dell'identità
mettendo a nudo la natura delle relazioni nella società borghese. Seguono opere
narrative e di reportage dove la fotografia di Jean Mohr si alterna al testo narrativo
legando parola e immagine. Nel 1972 esce G. A Novel che gli vale il Booker Prize.
Provocatoriamente lo dividerà con il movimento delle Black Panthers, gesto che lo
allontanerà dall'establishment letterario.
G. A Novel è un romanzo storico ambientato tra il 1890-1915, periodo di affermazione
della borghesia capitalistica, dove Berger tenta di collegare l’esperienza individuale di
un moderno Don Giovanni e quella collettiva del suo tempo. Berger si allontana dal
naturalismo ricorrendo alla metafora, all'associazione di idee, alla digressione
metanarrativa e a una tecnica di montaggio vicina al collage. Le avventure del
protagonista sono raccontate un narratore alienante e digressivo che spezza di
continuo il flusso narrativo delle vicende per commentare gli eventi, per illustrare le
tecniche impiegate.
Con la trilogia Into their Labours, dedicata al lavoro dei contadini del villaggio
dell'Alta Savoia, Berger torna al realismo senza però rinunciare all’alternanza di
linguaggi. Narrare significa per Berger raccontare le vite degli esclusi dalla società,
emigrati, outsiders. Un progetto visibile fin dagli inizi della sua opera e ripreso in Pig
Earth, dove la vita del villaggio è presentata attraverso micronarrazioni e temi crudi
come la guerra, la morte, l'uccisione degli animali, il potere del danaro. La storia del
villaggio di Brine viene narrata in modi epici e popolari al tempo stesso, rispettando
l’andamento ciclico del tempo. Al centro di Once in Europa e Lilac and Flag si
trovano la disintegrazione della vita collettiva per l’emigrazione dei giovani nella
metropoli.

Scrittori dalle province: Braine, Sillitoe, Storey


Dei romanzi apparsi alla fine degli anni 40 sembrano rivelare una cultura diversa da
quella metropolitana e medioalto-borghese dominante e assieme ai film del Free
Cinema e ai lavori teatrali di autori come John Osborne rappresentano un momento di
rottura con la tradizione. Le vicende dei giovani protagonisti, figli della piccola
borghesia o del ceto proletario, ebbero un effetto demistificante rispetto ad alcuni
luoghi comuni, come il benessere per tutti e la scomparsa dei privilegi sociali
(tematiche già apparse nel romanzo di Philip Larkin Jill, il cui protagonista, di umile
estrazione sociale, giunto agli studi universitari è discriminato per i suoi modi, in Hurry
On Down di John Wain e in Lucky Jim di Kingsley Amis). John Braine in Room at the
Top descrive con precisione impulsi e bisogni di un giovane nel dopoguerra. Il
protagonista Joe odia la classe da cui proviene e non accetta nessun ostacolo alla sua
ascesa sociale. Braine gli spiana la strada, mettendo a tacere i sussulti della coscienza
e premiando col successo la rinuncia alla sua integrità morale.
Alan Sillitoe, nato a Nottingham, fu etichettato come l'espressione più genuina del
nuovo realismo proletario. Il protagonista di Saturday Night and Sunday Morning,
Arthur Seaton, ha un lavoro in fabbrica ben retribuito che gli permette di soddisfare le
sue esigenze. Compiaciuto per il benessere della sua epoca, Arthur cova però una
rabbia nascosta, sintomo delle frustrazioni e delle ingiustizie accumulate dalla sua
classe. Personaggio vitalistico rispetto all'immagine stereotipata del proletario
consegnata dalla letteratura precedente, combattivo e ribelle, finirà per mettere la
testa a posto, accettare il matrimonio e l'integrazione sociale in un finale coerente con
l'atteggiamento nei confronti dell'establishment tipico delle classi inferiori. Efficace l'uso
del dialetto nella rappresentazione dell'ambiente proletario, privo di sentimentalismi. In
The Loneliness of the Long Distance Runner, dove un ragazzo rinchiuso in un
carcere minorile rifiuta di vincere una gara di corsa campestre per non fare il gioco del
direttore del riformatorio e sentirsi integrato in un sistema che rifiuta. Nei romanzi
successivi Sillitoe si indirizza verso un'arte didascalica, caricata di allegorie e
ridondanze stilistiche.
David Storey nasce nello Yorkshire. In This Sporting Life approfondisce le tematiche
di alienazione sociale e perdita delle radici. Arthur Machen, il protagonista, è un operaio

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giocatore di rugby cui un fortunato ingaggio procura fama e ricchezza ma gli aliena
l'affetto dei familiari e della sua donna. I soldi guadagnati gli impediscono di stabilire un
rapporto con gli altri. Storey continua anche con i romanzi successivi l'analisi della
perdita di identità causata dallo sradicamento dalla cultura d'origine e dal proprio
sistema di valori. Con Radcliffe, romanzo sulla relazione omosessuale ossessiva e
tragica tra Leonard Radcliffe, discendente di una famiglia aristocratica decaduta e
Victor Tolson, operaio dalla personalità magnetica, Storey si allontana dal realismo
accentuando la dimensione metafisica di situazioni e paesaggi. Il conflitto tra corpo e
mente è ripreso in Saville, romanzo di impianto vittoriano, sulla presa di coscienza da
parte del protagonista dell’alienazione dalla famiglia e dai rapporti mediante i quali fin
dall'infanzia ha definito se stesso.

Moralisti e visionari: Greene, Golding, Spark


Graham Greene usa tecniche estranee al modernismo che attingono a forme più
popolari, come il cinema e il thriller. Se la presenza del religioso lo avvicina alla
tradizione ottocentesca, la capacità di trattare i grandi temi della storia
contemporanea, utilizzando i materiali del reporter, lo rende moderno. Concluso il
periodo dei romanzi cattolici (Brighton Rock, The Power and the Glory, The Heart of the
Matter) Greene passa a una fase di ispirazione politica con romanzi che danno una
cronaca dei conflitti più drammatici sul piano internazionale. La realtà è osservata da
una salda posizione morale, dettata dalla necessità di dire la verità e combattere
l'ingiustizia schierandosi dalla parte delle vittime. Il protagonista è in realtà un antieroe,
torturato dal dubbio e dai ricordi, in fuga da se stesso e dal mondo. Le figure di Green
sono personalità ambivalenti, stereotipi del bene e del male che rappresentano il
passaggio dell’uomo sulla terra. Corrispondono a tale categoria il whisky priest, il prete
alcolizzato di The Power and the Glory, insicuro ma capace di rischiare la vita per tenere
fede al suo dovere cristiano; Scobie, protagonista di Heart of the Matter, un uomo
buono ma tormentato tanto da suicidarsi; Wormold, la spia-venditore di aspirapolvere di
Our Man in Havana, che sfida le autorità britanniche inventando complotti internazionali
pur di proteggere la propria vita. Il protagonista di The Human Factor è un uomo buono
e un agente del Foreign Office che, vittima del conflitto tra dovere e sentimenti, non
riesce a salvarsi e finirà esiliato in Unione Sovietica. Greene ci presenta esseri umani
segnati da fragilità, debolezza: forse è questo che li ha fatti sentire vicini a milioni di
lettori, per questo definito uno scrittore “facile”. Altra accusa è il suo
antiamericanismo, da cui si giustificava dicendo che ce l’aveva solo con chi governava.
I romanzi del dopoguerra sono ambientati fuori Europa: The Ouiet American
nell'Indocina della guerra di liberazione dal dominio francese, Our man in Havana nella
Cuba di Batista, The Comedians ad Haiti. Queste opere inaugurano una nuova fase
narrativa che culminerà nel romanzo parodico Travels with My Aunt, dove nel viaggio
del bancario in pensione Henry Pulling e della sua presunta zia, Greene mescola
comicità e angoscia della morte, problematicità etica, gusto dell'avventura in un
continuo scambio tra verità e menzogna. Ironia e paradosso sono anche alla base di
Monsignor Quixote e The Captain and the Enemey, dove Greene ritorna alle memorie
dell'infanzia e a temi del suo immaginario.
Diverso per l'atteggiamento di distanza dal mondo contemporaneo e le problematiche
sociali è William Golding. La sua produzione conta circa 12 romanzi che gli hanno
valso il premio Nobel. La sua fama è dovuta a Lord of the Flies, romanzo sulla
scoperta del male da parte di un gruppo di ragazzi naufragati su un'isola deserta
Pacifico. Nella sua opera è rilevante l'interesse per l'archeologia, soprattutto l'Egitto e
l'antica Grecia, due mondi contrastanti che Golding mette in opposizione: la tradizione
greca con i suoi caratteri di luce contro quella egiziana, avvolta nel mistero. La
polarizzazione tra razionalità e immaginazione è alla base delle sue opere, conflitto
simbolico di quello esistente tra fisico e spirituale, bene e male. Ricollegabile al
romance allegorico, Golding tende a costruire miti per l'uomo contemporaneo, ma le
metafore dei suoi romanzi risultano poco più che favole morali. Egli considera l'uomo
come non migliorabile né a livello razionale che sociale, dominato da forze malvage e

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condannato alla solitudine. La visione religiosa e l'immaginazione storica si fondono


nell'ultima produzione, la «trilogia del mare» (Rites of Passage, Close Quarters, Fire
Down Below) in cui lo scrittore rivisita la prima fase del colonialismo inglese seguendo,
attraverso il diario di Edmund Talbot, gentiluomo inglese diretto in Australia, lo sviluppo
della sensibilità romantica.
Muriel Spark comincia a scrivere negli anni 50, dopo la sua conversione al
cattolicesimo. Le atmosfere di suspense di The Comforters, Robinson e Memento Mori
nascondono allegorie della lotta tra bene e male e la tendenza ad accompagnare il
tema morale alla vena surreale. The Prime of Miss Jean Brodie e The Girls of
Slender Means rappresentano claustrofobici interni femminili (collegio diretto da una
fanatica del duce, ostello) osservati con acume psicologico e ironia. Costante l'analogia
tra il romanziere e Dio, entrambi creatori di un mondo popolato di individui che sono sia
liberi che controllati. A volte i personaggi si ribellano all’autorità e la relazione tra
creature e creatore è parte della trama. I suoi scarni intrecci presentano esperienze di
tipo metafisico, l'intervento del diavolo, la presenza del male. Teologia ed estetica si
intrecciano spesso nelle sue trame, come in The Only Problem, riflessione semiseria
sul libro di Giobbe e sulla sofferenza. Il tono di Spark è leggero, distaccato
emotivamente, controllato anche nei momenti drammatici. La vena antirealistica si
accentua nei romanzi brevi degli anni 70, che anticipano la crudeltà e indifferenza di
opere come Symposium e Reality and Dreams, beffarde riflessioni sull'ambiguità dei
costumi nel mondo attuale.
Symposium è una commedia macabra con personaggi bizzarri, ambientata nel corso
di una cena elegante a Londra che finirà nel sangue.

Esperimenti e pastiches
Altra linea di sviluppo è quella che si incentra sul linguaggio e sulla forma narrativa. La
pubblicazione della trilogia di Samuel Beckett, esito del modernismo, mostra la crisi del
modello di rappresentazione mimetico. Alla fine degli anni 50 Lawrence Durrell
pubblica la serie di romanzi del quartetto di Alessandria (Justine, Balthazar, Mountolive,
Clea). Egli offre uno stile diverso rispetto al linguaggio impoverito dei suoi
contemporanei, che si collega a una tradizione di prosa barocca. La parola nel quartetto
è sontuosa invenzione, evocatrice di un immaginario ricco espressivo. Si presenta un
universo relativizzato rispetto a una serie di coordinate temporali e spaziali. Il narratore,
Darley, rinuncia a fornire un quadro completo del mondo.
A partire dagli anni Sessanta la tensione tra i moduli realistici e una scrittura che li
utilizza mettendoli in discussione diventa sempre più rilevante. L’interesse per una
scrittura sperimentale appare più radicalmente in scrittori che concepiscono il proprio
lavoro come ricerca incessante sulle forme e linguaggio, guidati dalla volontà di trovare
un'alternativa al realismo.
Tra questi, Rayner Heppenstall e Christine Brooke-Rose, la cui narrativa rivela un
debito con l'opera di Beckett e la cultura francese. L'opera di Brooke-Rose è una
riflessione sulla natura autoriflessiva e pluralistica del linguaggio che scardina la
struttura del testo realistico minando la connessione tra significante e significato. Nei
romanzi più recenti il rapporto donna, scrittura e civiltà della macchina è oggetto di
complessi giochi linguistici e testuali. L'aspetto autoriflessivo è al centro dell'opera di B.
S. Johnson che scrive negli anni Sessanta romanzi sperimentali in cui l’affermazione
della funzione autoriale e il richiamo autoreferenziale diventano sintomo dell'insicurezza
ontologica dell'autore.
Il narratore, scomparso nei primi decenni del secolo, è reintrodotto quasi come figura
parodica, incerto sulla propria funzione. È il caso del narratore di The French
Lieutenant's Woman di John Fowles. Basato un modello vittoriano, il romanzo riserva
ad un narratore inattendibile l'esplicitazione della propria sfiducia negli strumenti di
scrittura impiegati e il rifiuto del ruolo di demiurgo. I tre personaggi principali, di diversa
estrazione sociale, riflettono la struttura del sentire dell'epoca: l'aristocratico Charles
Smithson, amante di paleontologia, la fidanzata Ernestina, figlia di un imprenditore e
Sarah, donna del tenente francese. La storia, raccontata da una prospettiva

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onnisciente, si interrompe al capitolo XIII, in cui un’altra voce dichiara il proprio


scetticismo e l'impraticabilità delle vecchie convenzioni nel romanzo moderno.
Con The French Lieutenant's Woman Fowles si iscrive in una linea di antiromanzo
che utilizza le forme convenzionali rendendole problematiche. Nelle prime opere, The
Collector e The Magus lo scrittore impiega situazioni tipiche del romance gotico allo
scopo di criticare il romanzo realistico contemporaneo per la sua assenza di
responsabilità morale. L'opera di Fowles si nutre della tensione tra liberalismo e
individualismo, tra la professata ideologia del socialismo democratico e una forma di
scetticismo fondata su convinzioni di natura biologica che mostrano l'impossibilità di
realizzare le sue idee. Sia nei romanzi storici che in quelli collocati nel presente, Fowles
indaga la possibilità di sopravvivenza dell'individuo minacciato dalla massificazione
sociale. In A Maggot: A Romance, Fowles offre squarci di microstoria sulla realtà del
tempo adducendo a prova dell'autenticità del racconto documenti storici, ma
l'intervento del narratore mette in dubbio la possibilità di una ricostruzione storica
attendibile. Alla fine il narratore esce allo scoperto facendo trionfare la libertà beffarda
e sconcertante del romanziere.
La parodia del romanzo e il pastiche diverranno pratiche molto diffuse, utilizzate a
dimostrazione della consapevolezza della scrittura come ripetizione del già detto e
dell'impossibilità di sottrarsi alla tradizione. Ogni opera è testimonianza di un unione
inscindibile di presente e passato; gioco finalizzato al recupero di opere già scritte;
reinvenzione di testi mai composti, di autori reali o fittizi. Molti di questi motivi appaiono
nell’opera di S. Byatt. In The Virgin in the Garden protagonista è una famiglia nello
Yorkshire all'epoca dell'incoronazione di Elisabetta II. Al centro del romanzo c'è la
produzione di un poema in versi dedicato alla regina, occasione che serve a creare un
confronto con l'epoca di Elisabetta I. In Possession: A Romance la trama è una quest
romantica agita su un doppio piano narrativo in cui si giustappongono presente e
passato: due studiosi dei nostri giorni ritrovano un carteggio che svela la relazione tra
due immaginari poeti vittoriani, Randolph Henry Ash e Christabel La Motte. Nel romanzo
si mescolano vari codici letterari e critici, rivelando l’abilità mimetica e il virtuosismo
letterario di Byatt. Arte e scienza si incontrano nei romanzi successivi: Angels and
Insects, dove oltre al pastiche vittoriano che coinvolge la sorella di Tennyson e Arthur
Hallam, appare un discorso sulla scienza che tenta di conciliare darwinismo e fede; e
The Matisse Stories, racconti ispirati a quadri e incisioni di Matisse, in cui Byatt
riflette sul problema della rappresentazione artistica.
Arte e scienza ricorrono nell'opera di John Banville che nella tetralogia della
scienza (Doctor Copernicus, Kepler, The Newton Letter, Mephisto) esplora il rapporto
tra artificio narrativo e realtà. I romanzi strutturati su una analogie e corrispondenze
presentano temi e personaggi dominati da preoccupazioni scientifiche. La scienza
appare a Copernico come la possibilità di fare ordine sul caos della realtà quotidiana; e
così è per Keplero e Newton, protagonisti degli altri romanzi i cui intrecci si complicano
per la presenza di un narratore angosciato dal problema di come fornire un'accurata
ricostruzione storica di persone e fatti. Nei romanzi successivi, The Book of Evidence
e Ghosts, Banville sceglie una prospettiva contemporanea approdando al nichilismo su
linguaggio e memoria. Nel primo Freddie Montgomery ruba un quadro del 600 e
commette un omicidio senza alcuna intenzionalità, solo perché era possibile. Non c'è
alcun tentativo nella sua confessione di spiegare il fatto, se non quello di coprire con le
parole la futilità della sua vita. Freddie è una voce piuttosto che un personaggio.
Anthony Burgess ha scritto varie opere di ispirazione letteraria, tra cui una satira
dello strutturalismo MF, e due pastiches, Nothing like the Sun e A Dead Man in
Deptford, che hanno a protagonisti Shakespeare e Marlowe e sono pieni di erudizione.
I quattro romanzi del ciclo di Enderby, il cui protagonista è l'aspirante poeta Enderby,
offrono la caricatura del poeta minore. In A Clockwork Orange, in un linguaggio
inventato a metà tra il cockney e i russo, Alex racconta le imprese teppistiche della sua
banda nei quartieri di Londra. Una volta catturato, il ragazzo riuscirà a contrattare una
condanna al carcere con una forma di tortura psicologica, la visione di filmati di
violenza. La cupa visione che il romanzo esprime sul futuro dell'umanità collega l'autore

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a Huxley e Orwell. Interessante la Malayan Trilogy (Time for a Tiger, The Enemy in the
Blanket, Beds in the East) il cui personaggio unificante, Victor Crabbe, funzionario
inglese onesto ma incapace di comprendere ciò che sta accadendo in Malesia fornisce
la prospettiva pessimistica sul declino della potenza imperiale inglese.

Scrittura femminile e postmoderno


La narrativa femminile assume grande rilevanza, in sintonia con un'epoca che vede la
fioritura di una notevole saggistica teorica e letteraria. Germaine Greer con The
Female Eunuch, Eva Figes con Patriarchal Attitudes e Kate Millett con Sexual
Politics sono tra le prime a tentare la rilettura, da un’ottica di genere, di un canone
letterario ritenuto neutrale, rilevandone storture, esclusioni. Nel 1977 Elaine
Showalter scrive A Literature of Their Own, prima storia letteraria in cui si
ricostruisce una tradizione di scrittura femminile, fatta di continuità e innovazione, di
eredità e rotture. La narrativa scritta dalle donne in questi anni ha caratteri di
«genere». Nuovi territori vengono esplorati o ripresi da una prospettiva femminile: la
sessualità, i rapporti e le rivalità tra donne, la maternità. La delegittimazione delle
convenzioni culturali accettate si accompagna al rifiuto dei limiti imposti dai generi
codificati, o dei confini tradizionali tra arte e vita, maschile e femminile, cultura
dominante e marginale, al punto che femminismo e postmodernismo sembrano
intersecarsi. L'interesse per la rappresentazione fa sì che la riflessione sulla donna si
sposti sul corpo femminile e i suoi desideri come costruzioni socialmente e
storicamente determinate.
È anzitutto nella trattazione delle tematiche che aumenta il divario con la letteratura
maschile. Temi centrali diventano la ricerca di identità e l'emarginazione femminile. Il
processo di emancipazione e liberazione sessuale di una giovane donna è il tema dei
primi lavori di Margaret Drabble che si concentra sul nuovo ruolo sociale della donna.
Quasi sempre di estrazione borghese, la protagonista si oppone alle restrizioni imposte
alla sua condizione sociale. L'uso del registro soggettivo femminile rende possibile
scandagliare più intimamente pensieri e sensazioni del personaggio, mentre
l’alternanza tra prima e terza persona ne rivela la tensione interna. La protagonista di
The Millstone, Rosamond, sceglie di avere un bambino al di fuori del matrimonio,
esperienza che l'aiuterà nella presa di coscienza di se e a superare le barriere di classe
che l'hanno fino a quel momento separata dalle altre donne. Nelle opere successive le
tematiche si ampliano in un'ottica che mira alla rappresentazione dello stato
dell'Inghilterra contemporanea. The Realms of Gold, The Middle Ground, The Radiant
way esplorano da una prospettiva femminile, affidata a donne affermate nella società e
nel mondo dei media, il malessere della nazione in vari stadi del suo sviluppo.
Altre scrittrici si occupano di donne di bassa estrazione sociale, della classe operaia,
della piccola borghesia: Nell Dunn, autrice di Up The Junction e Poor Cow e Fay
Weldon che, insieme a Drabble sono tra le prime a rappresentare la maternità e i
rapporti tra donne in un'ottica demistificante. Fay Weldon rappresenta la condizione
femminile contemporanea sostenendo la necessità che la rivoluzione cominci dalle
mura domestiche. In Life and Loves of the She-Devil Weldon attacca il mito della
felicità domestica, trasformandolo in una macabra farsa in cui il l’ambiente familiare si
rivela luogo di oppressione. Lo sguardo cinico e distaccato dell’autrice e il tono brillante,
attraverso l'uso di tecniche parodiche, capovolgono i moduli del melodramma
vittoriano: facendo leva sul paradosso, la trasgressione della norma, ricorrendo al
soprannaturale o alla tecnologia, Weldon pone la donna in competizione con l'uomo,
affermando un suo modo d'essere differente, anche se non sempre vincente. The
Cloning of Joanna May e Darcy’s Utopia pur restando fedeli ai temi delle passioni e
dei giochi di potere tra i sessi, sono incursioni nella fantasy e nell'utopia.
Eva Figes, ebrea espatriata in Inghilterra, si pone tra l'eredità dell'esperienza
modernista e l'interesse per la nuova figurazione del femminile. Storie di
emarginazione, disagio, malattia fisica e psichica, scavo psicologico sono al centro di
Winter Journey, Days, Nelly's Version, Light. I romanzi successivi, The Seven
Ages e The Tree of Knowledge, tentano in modo diverso la ricostruzione della storia

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delle donne. Nel primo, le sette età corrispondono a sette epoche nella storia del
genere femminile, evocate attraverso la voce di una levatrice inglese dei nostri giorni,
veicolo della memoria collettiva delle donne. Il secondo racconta di emarginazione
femminile e riscatto, nella figura della figlia di John Milton. Narrato in prima persona, il
romanzo restituisce la voce a una donna intelligente, ironica, sottraendola al silenzio cui
è stata destinata dalla storia.
Ciascuna autrice utilizza la formula del romanzo in modo nuovo rispetto al passato,
rivisitando con ironia e scetticismo generi colti e popolari, avanguardia e tradizione,
realismo e fantastico. La nuova sensibilità caratterizzata da una tensione irrisolta tra
finzione e realtà e da una forte componente riflessiva, si manifesta in tutti i romanzieri
di questa generazione.
Angela Carter tenta di dare nuovo vigore alla forma romanzo ampliandone i confini e il
repertorio. Rifiutando le convenzioni del romanzo realistico, la plausibilità come canone,
Carter lascia libero corso alla fantasia, alle esagerazioni, travestimenti. La sua scrittura
si nutre dell'innesto di elementi e forme derivati dalla preistoria del romanzo, dai miti e
dalle fiabe rivisitate in The Magic Toyshop e in The Bloody Chamber; dalla narrativa
popolare in Nights at the Circus e Wise Children; dal mondo dei media tecnologici dei
quali esalta il fascino in The Infernal Desire Machines of Doctor Hoffman e The Passion
of a New Eve. Interessante anche l'opera saggistica The Sadeian Woman, riflessione
sull'opera di Sade e sui ruoli femminili impersonati da Justine e Juliette come modelli
codificati di una cultura patriarcale.
Sintesi tra le forme del mito, cinema e narrativa è il romanzo distopico The Passion of
a New Eve in cui Evelyn, giovane inglese trapiantato in una New York apocalittica dove
incontra una prostituta, fugge nel deserto ma viene catturato da un esercito di donne al
servizio di Mother, personificazione dell'archetipo femminile che lo condanna a
cambiare sesso. Rovesciando il racconto della Genesi, la nuova Eva sarà il prodotto
della trasformazione di un uomo che verrà violentato e costretto a subire una
gravidanza, imparando cosa significhi essere donna. Nelle ultime opere di Carter
troviamo l’elemento fantastico, magico: Nights at the Circus, con la protagonista
acrobata, Fevvers, una donna gigantesca dal corpo di uccello e dalla contagiosa risata e
Wise Children, ambientato nel mondo del teatro. Qui, le gemelle Nora e Dora Chance,
figlie illegittime di un attore, ripudiate dal padre ed escluse dal teatro, esercitano le loro
doti nell'effimero music hall.
Jeanette Winterson è una scrittrice dalla vena versatile e provocatoria, che
contamina generi popolari e colti, intrecciando motivi biblici e contenuti erotici, storie
per bambini e intermezzi metanarrativi. Opera di esordio è l'autobiografico ORANGES
are not the only fruit sulla scoperta dell'identità lesbica da parte di una ragazzina,
ricca di un suo mondo interiore popolato di fiabe e principesse, che fanno da scudo alla
ristretta mentalità provinciale e alla fede evangelica della madre adottiva. La vena
fantastica e surreale si accentua in Boating for Beginners, riscrittura parodica
dell’arca di Noè cui segue The Passion, romanzo storico ambientato all'epoca delle
guerre napoleoniche che tenta di confondere storia e finzione, enfatizzando
l'importanza della fantasia. Protagonisti sono Henri, cuoco di Napoleone, e Villanelle,
ragazza dai piedi palmati, figlia di un pescatore veneziano, che è bisessuale. In Sexing
the Cherry si alternano i registri di scrittura più disparati.L’ambiente storico è oscurato
dal prevalere dell'invenzione e della favola, come nella creazione del personaggio della
donna-cane. Written on the Body presenta il tema della passione erotica nella storia
di una relazione narrata con un misto di lirismo e precisione scientifica da una voce che
cela la propria identità sessuale.

Scrittori metropolitani e periferici


Per gli autori delle ultime generazioni l'opposizione tra un romanzo di ispirazione sociale
e uno sperimentale appare sempre meno significativa. I nuovi scrittori praticano in
maniera schematica l'ibridazione dei codici linguistici e letterari e, rifiutando i generi
tradizionali, valicano ogni frontiera. Attenti ai linguaggi dei media e alla fiction di
genere, utilizzano queste forme come spazio di mediazione con una realtà divenuta

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sempre meno realistica. I romanzieri si dedicano alla rappresentazione dell’incontro tra


realtà e finzione della società post-tecnologica, mettendo in scena l'assurdo del
quotidiano e l'indeterminatezza della verità. La sfida degli autori contemporanei è
quella di tentare l’equilibrio tra il ritorno alla grande narrativa, con le sue regole e
l'infrazione delle aspettative del lettore, un modo di conciliare, attraverso ironia e
scetticismo, generi colti e popolari, avanguardia e tradizione.
Tra le modalità ricorrenti si trova il metaromanzo storiografico, un romanzo che non
reinventa fatti realmente accaduti, ma vuole sollecitare la riflessione su che cos'è la
storia, sui modi di rappresentazione dell'evento e sul rapporto tra verità e scrittura.
John Fowles fu tra i primi a decretare il successo di questo modello intrecciando la sua
riflessione a trame elaborate di ambientazione storica. Ugualmente, l'esplorazione di
aspetti della realtà contemporanea, la desolazione urbana e di certi ambienti
dell'Inghilterra thatcheriana, si traduce in metafore apocalittiche nei romanzi di Ian
McEwan, Martin Amis, Doris Lessing o Alasdair Gray, che per l'impianto base
delle loro opere ricorrono al thriller gotico, alla fiction televisiva, al romanzo spionistico.
Altri autori di ispirazione urbana concentrano l'attenzione sulle periferie delle proprie
città, in una forma di letteratura che sottolinea un forte senso di differenza culturale.
L'utilizzo del dialetto locale ha un senso di rivalsa, di voler «liberare» da qualsiasi
stereotipo la rappresentazione del proprio paese.

Il presente e la storia: McEwan, Barnes, Swift


L’esordio con First Love, Last Rites, In Between the Sheets e The Cement
Garden rivelano Ian McEwan come scrittore dell'infanzia e dell'adolescenza turbata
dalle prime pulsioni sessuali, con un gusto per il macabro e il perverso. Le opere
successive mostrano la sua abilità di adattare i temi alla storia contemporanea in opere
che rappresentano un'analisi del malessere dell'Inghilterra thatcheriana.
The Cement Garden esplora fantasie oniriche tipiche dell'età adolescenziale. Rimasti
orfani, quattro fratelli decidono di seppellire in cantina il corpo della madre per non
essere affidati a istituzioni sociali. Privi di freni autoritari, i ragazzi rimangono
abbandonati a se stessi e alle proprie angosce di crescita. Lo spazio della fantasia e
dell'innocenza si dilata, sottraendoli alla dimensione temporale e alle regole sociali.
The Comfort of Strangers è situato in un mondo chiuso e claustrofobico, una Venezia
che è il riflesso di uno stato mentale favorevole alla realizzazione di fantasie inconsce.
Due giovani inglesi in vacanza vengono adescati da una coppia dedita al
sadomasochismo che li tira fuori dal torpore per coinvolgerli in un gioco di eros e morte.
In The Child in Time McEwan esplora molte facce del rapporto tra adulto e bambino,
tra genitori e figli, tra il bambino del passato e l'adulto del presente. La vicenda parte
dal rapimento di una bambina di tre anni mentre si trova al supermercato col padre,
Stephen Lewis, evento che porterà alla separazione dei genitori che non riescono a
condividere il dolore della perdita. Il romanzo rivela tracce di artificio, appesantito da
metafore e simmetrie e un lieto fine a effetto. McEwan si richiama a teorie scientifiche
che ampliano la nozione di tempo come sequenza lineare per far sopravvivere il
bambino nell'uomo adulto.
Altro filone tematico presente nell'opera di McEwan è legato alla recente storia
europea, alla seconda guerra mondiale e alle sue conseguenze, come in The Innocent,
romanzo sulla guerra fredda con un protagonista antieroico e in Black Dogs, in cui
rielabora angosce legate allo sterminio degli ebrei. Il romanzo racconta la storia di
Bernard e June, che mentre sono in viaggio di nozze, June è assalita da due cani neri
che identifica come rivelazione del male. I cani, probabilmente quelle di cui si servivano
i nazisti, rappresentano la minaccia perenne del male.
Vicino alla letteratura europea è Julian Barnes che pubblica Flaubert's Parrot.
Incentrato sulla passione per Flaubert di un medico inglese, Geoffrey Braithwaite, che
nel corso di un pellegrinaggio ai luoghi flaubertiani scopre l'esistenza di un doppio
prototipo del pappagallo protagonista del racconto Coeur simple, Flaubert's Parrot
mescola i generi più diversi, combinando scrittura di finzione e saggistica. La vicenda di

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Braithwaite, serve da pretesto per criticare un modo di fare letteratura e la stupidità dei
critici.
Problemi centrali nell'opera di Graham Swift sono il senso del passato, il confronto tra
generazioni e la storia familiare, ricorrenti in tutti i suoi romanzi: The Sweey Shop
Owner, Shuttlecock, Waterland, Out of this World, Ever After. In Waterland,
l'opposizione passato/presente è il perno del racconto di Tom Crick, insegnante giunto a
un momento di crisi, minacciato dalla mezza età, dalla contestazione degli studenti, dal
pericolo di licenziamento e dalla follia della moglie. Per individuare la radice dei
problemi, Tom torna al passato, che emergendo poco a poco lascia vuoti e zone
d'ombra perché Tom è un filtro imperfetto della narrazione, che trasmette soprattutto
angoscia del futuro. La sua concezione della storia è da un lato costruzione razionale,
dall'altro favola, mito. I fatti del passato hanno per lui lo stesso valore delle fiabe.
Analoga compattezza storica, sociale, linguistica si ritrova in Last Orders, in cui
rielabora molti dei motivi a lui cari nel viaggio da Bermondsey (quartiere di Londra) a
Margate di quattro amici per disperdere in mare le ceneri di un compagno. Le sezioni
del romanzo hanno forma di brevi dialoghi o monologhi che svelano un intreccio di
gelosie, rancori, passioni. Notevole la presentazione della topografia sociale del
quartiere di Bermondsey, di cui viene ricostruito il tessuto umano e urbano. La scrittura
ha il ritmo veloce della lingua parlata, ricca di cadenze popolari, espressioni colloquiali
e rhyming slang.

Il romanzo urbano: Amis, Gray, Kelman, Doyle


Martin Amis è attratto dagli aspetti più degradanti e sgradevoli del mondo d’oggi,
esasperati attraverso un linguaggio brillante e irreverente come nella trilogia di
Notting Hill: Money: A Suicide Note, The London Fields, The Information. Nel Primo
John Self, regista di spot pubblicitari che esaltano cibo spazzatura, sigarette,
pornografia, va in America per girare il film “Serious Money”. Il mondo dei soldi è una
creazione mostruosa, che affascina e disgusta allo stesso tempo l’autore. Il secondo è
ambientato in una Londra corrotta e inquinata. Il terzo, satira del mondo letterario, si
basa sulla rivalità tra due scrittori: uno mediocre e frustrato (Tuttle), l’altro mediocre ma
di successo. I tentativi di Tuttle di sabotare il rivale gli si ritorcono contro.
Rappresentazioni di una realtà urbana decentrata sono quelle di Alasdair Gray e
James Kelman. Il romanzo di Gray, Lanark: A Life in Four Books, è una sintesi di
realismo e fantascienza, autobiografia e protesta politica, indagine metafisica e
pornografia, dove Glasgow è una presenza costante con le sue strade, pubs, case
popolari. L’opera usa molti stili narrativi. Nel thriller Poor Things Gray plagia
ironicamente Frankenstein, Stevenson, Hogg. La prosa di James Kelman aderisce
invece alla realtà, mirando ad una rappresentazione arida, squallida. Rigettando il
sistema e il pubblico borghese Kelman usa come protagonisti gente ordinaria,
emarginati, disadattati. Ricorrente il senso di alienazione per la propria condizione: il
controllore di autobus di Busconductor Hines vuole diventare autista ma perde il lavoro,
l’insegnante Pat Doyle lascia la scuola anziché insegnare agli allievi valori borghesi,
l’alcolizzato di How Late it Was, How Late, dopo aver perso la vista in carcere non riesce
a orientarsi.

La lingua di Roddy Doyle è lontana dall’inglese standard, i cui suoni si mescolano alla
musica rock, al brusio del pub. Discendente di Joyce, mostra la città come centro
dell’universo, ma si allontana dalla tradizione narrando storie di un’umanità avvilita dal
degrado, che fronteggia le difficoltà con ironia. Dietro l’ironia c’è però una dimensione
morale che squarcia il velo sul ruolo della famiglia. La famiglia Rabbitte nella trilogia è
microcosmo dell’intera comunità: in The Commitments Jimmy Rabbitte vuole formare
un gruppo di musica soul; il tono è allegro come in The snapper, dove la sorella di
Jimmy non rivela la paternità del figlio che aspetta e la famiglia la aiuta. Più cupo è The
Van, dove si narrano i tentativi del padre disoccupato di mettersi in proprio con un
camioncino di fast food. Il dialogo domina la narrazione al presente, in sintonia con il
rifiuto del passato. In Paddy Clark Ha Ha Ha e A Star Called Henry la narrazione è

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affidata a un bambino, nel primo per descrivere una crisi familiare, nel secondo per
leggere in chiave antieroica un episodio della storia irlandese.

L’intreccio delle culture: Mo, Ishiguro, Kureishi


Il successo di Midnight’s Children di Salman Rushdie mostra l’esistenza di un nuovo
spazio narrativo, di una letteratura scritta da autori provenienti dall’ex Commonwealth,
o nati da famiglie immigrate. Il romanzo risulta ampliato negli orizzonti, arricchito di
temi e scenari inconsueti: intrighi della mafia cinese a Londra in Sour Sweet di Timothy
Mo, scontri tra skinheads e pakistani nelle opere di Hanif Kureishi, rivisitazioni della
storia di Cina e Giappone nelle opere di Ishiguro e Mo. La scelta dell’inglese non li
allontana dalla cultura d’origine, anzi viene approfondita. L’affermazione di un romanzo
etnico, l’ibridazione delle lingue, l’incontro tra letteratura occidentale e tradizioni
lontane mettono fine al vecchio concetto di letteratura.
Nato a Hong Kong, Mo indaga nei suoi romanzi la fusione tra culture diverse e il senso
dell’identità cinese per chi non vive in Cina. Scegli una prospettiva esterna che in The
Monkey King appartiene a Nolasco, ragazzo di Macao che dopo il matrimonio con una
ragazza di Hong Kong è inserito in una struttura tradizionale. In Sour Sweet una
famiglia di immigrati cinesi a Londra, nel tentativo di aprire un ristorante, si scontrerà
con la mafia cinese. In An Insular Possesion, ambientato al tempo della guerra
dell’oppio, Mo mostra la forza distruttiva del colonialismo. The Redundancy of
Courage è basato sull’invasione indonesiana di Timor Est e la resistenza locale. La
scelta di un cinese omosessuale come narratore da una prospettiva umoristica alla
vicenda.
Nato a Nagasaki, i romanzi di Ishiguro evocano il paese di provenienza: A Pale View of
the Hills si svolge tra Inghilterra e Nagasaki nella mente di una donna sfuggita alla
bomba atomica e trasferitasi in Inghilterra. Il tentativo di negoziare le due culture
subisce un duro colpo dal suicidio della prima figlia. The Artist of the Floating World
ha come protagonista Ono, pittore che incapace di cogliere il cambiamento del
Giappone mette la sua arte a servizio della causa nazionalista. In The Remains of the
Day il protagonista è Stevens, maggiordomo di una casa inglese di un Lord. Egli va in
Cornovaglia per far visita a Miss Kenton, governante di Darlington Hall 20 anni prima.
Nel viaggio rievoca il periodo tra le due guerre, epoca d’oro per Lord Darlington che era
coinvolto nella causa nazista. Anche qui l’opposizione tra la lealtà ai valori del passato e
un presente mutato. L’eleganza dello stile, la sobrietà della narrazione, l’uso
dell’understatement sono meno forti in The Unconsoled, ambientato nell’Europa
Orientale.
Hanif Kureishi nasce a Londra nel 1954. Dopo la sceneggiatura di due film sugli
ambienti degli immigrati asiatici a Londra, My Beautiful Laundrette e Sammy and Rosie
Get Laid, si dedica al romanzo in cui presenta con un linguaggio demistificante e
aggressivo l'intreccio etnico di una metropoli come Londra. In The Buddha of
Suburbia, Kureishi mescola il romanzo di formazione con motivi picareschi,
soffermandosi, nel clima razzista dell'Inghilterra thatcheriana, sulle relazioni sociali del
protagonista. Karim vuole avere un futuro diverso da quello del padre, insegnante di
yoga che per farsi strada nel teatro deve accettare qualche compromesso e venire a
patti con la propria identità meticcia. Segno della maturazione di Karim sarà l’amicizia
che istaura con un giovane indiano da poco immigrato, figura caricaturale in cui si
concentrano gli stereotipi sulla cultura asiatica. The Black Album racconta nei toni del
thriller la storia di un pakistano a Londra sullo sfondo dei rave parties, della droga, dei
fanatismi religiosi. Shahid è diviso tra la cultura islamica che gli propone un compagno
di università e quella libertaria della professoressa radical, Deedee. Con Intimacy
Kureishi cambia scenario e registro per raccontare la crisi d’identità di un uomo che sta
per abbandonare i figli e la moglie. Nel rapporto di coppia si rispecchia l'immagine di
una generazione maschile mai approdata alla maturità, cresciuta nel clima libertario
degli anni 60, nel mito della musica pop, della droga, priva di riferimenti ideologici e
culturali.

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LA POESIA
Il Movement e Larkin
I poeti degli anni 50 denunciano affinità e idiosincrasie. Ciò che permette di considerarli
una generazione è l’antipatia per le generazioni precedenti: obiettivo comune è
dimenticare Eliot, Pound, Dylan Thomas, andare oltre gli sperimentalisti, gli apocalittici.
I poeti ufficiali del Movement sono otto, o nove se si include Gunn: Philip Larkin, Donald
Davie, Kingsley Amis, John Wain, John Holloway, Robert Conquest, Elizabeth Jennings, D.
J. Enright e Tom Gunn, uniti da affinità nella formazione, nella provenienza da città di
provincia e nel collegamento con le red brick universities. Essi vogliono escludere
l'inconscio e il surreale in favore del privato e del quotidiano, della provincia e del suo
microcosmo, bandire i grandi temi e la memoria della guerra. Donald Davie scrive la
ricetta della nuova poesia: una base di conservatorismo e razionalità su cui si innestano
un rigido provincialismo, romanticismo, e ironia. Soprattutto niente teorie estetiche,
chiarezza espressiva e rigore formale. Il nuovo eroe appartiene alla lower-middle class,
abita un territorio incerto, incolore. Bibliotecari e accademici, i poeti del Movement
sembrano schivare ogni ufficialità, evitando gli atteggiamenti bizzarri dei membri del
Bloomsbury Group e dei modernisti.
La poesia che Philip Larkin dedica alla figlia neonata di Kingsley Amis, Born Yesterday,
si può leggere come un manifesto che enuncia ironicamente i principi di una scelta di
vita antieroica: pochi possono coltivare il mito della grandezza. Ma versi carichi anche
di tenerezza nell'indicare una via d'uscita: la cattura della felicità avviene al riparo della
vita, è un esercizio di normalità. Una produzione limitata, quattro racconti: The North
Ship, The Less Deceived, The Whitsun Weddings, High Windows. L'equilibrio stilistico
incerto lascia tuttavia intravedere la voce del poeta nella rappresentazione di una
squallida realtà provinciale e nella presenza di temi come l'impotenza dei sentimenti e
l'impossibilità di realizzare qualcosa che nasca dall'impulso personale.
Le raccolte successive sviluppano il tema delle periferie industriali e della gente che le
abita. L'influsso di Hardy si avverte soprattutto in The Whitsun Weddings, dove il
registro è quotidiano, fino a includere nuovi oggetti poetici come la pillola
anticoncezionale e la biancheria di nylon.
Quella di Larkin è una poesia che consiste nel fissare l'unicità dell'evento perché non si
perda. La convinzione che non esista vita ultraterrena genera pessimismo venato di
ironia come nell'espressione di una coscienza postcristiana in Church Going, dove il
poeta ammette il senso dell'andare in chiesa. Egli ricerca qualcosa di duraturo da
sostituire alla religione e che identifica nei rituali della natura, in quelli sociali, familiari,
della vita culturale inglese. I versi finali di The Importance of Elsewhere affermano un
senso di identità sociale.

GUNN
Pur esprimendo tratti lontani dalla poetica del Movement, Thom Gunn si trova associato
ai poeti del gruppo. Fighting Terms denuncia caratteri di vitalismo e trasgressione,
una visione filosofica vicina a Nietzsche, Sartre. Protagonisti della sua produzione
poetica sono la motocicletta, le bande giovanili di ragazzi violenti, specchio di un
disgusto per la società e dell'attrazione per vite dominate dall'irrequietezza. Il
trasferimento negli Stati Uniti è un'altra dichiarazione di intento: Gunn non sarà né
insulare ne accademico, ma un ribelle, un diverso. Motivi centrali della sua poesia fino
agli anni 60 sono l'omosessualità, il sadomasochismo, l’LSD, la musica rock, Elvis
Presley, i teddy boys.
Nelle raccolte successive il discorso sulla violenza si attenua e lascia spazio alla ricerca
su se stesso, che mette in scena il timore dello smembramento orfico. Al vitalismo
Gunn accompagna un controcanto cinico e autoironico, dettato dalla consapevolezza
della distanza tra eros e civiltà, mente e corpo, ideale e irreale. I versi di The Passages
of Joy celebrano il valore dell'amicizia.

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Hughes e Hill
Ted Hughes e Geoffrey Hill, allo scopo di contrastare la rimozione del bagno di
sangue da cui è uscita la storia, i due inventano una loro mitologia, un arsenale di
metafore. I versi riacquistano orrore e vigore, grondano lacrime e sangue, scuotono le
coscienze addormentate. I morti, la morte e il dolore sono temi costanti della poesia di
Geoffrey Hill. Le sue raccolte poetiche tessono un discorso complesso per il lettore,
oltre che per il contenuto religioso, per l'ampiezza dell'allusione dotta e la forma
lontana da quella dei contemporanei. Le sue opere sono popolate da figure mitiche, dai
fantasmi degli Ebrei morti nei campi di sterminio, una varietà di personaggi che portano
ciascuno la sua voce, dall’immaginario re Offa dei Mercyan Hymns ai deportati di
Auschwitz, da Arrurruz, il poeta spagnolo di cui Hill finge di tradurre l'opera, al poeta
francese Peguy ucciso nella prima guerra mondiale, una galleria di cadaveri cui il poeta
presta voce, senza svelarne il mistero e alimentando intorno a loro enigmi. Alternando
monologo drammatico e meditazione lirica, affiancando linguaggio quotidiano e
profetico-oracolare, avvicinando farsa e tragedia, ossimoro e paradosso Hill dà vita a un
registro misto dove il tono moraleggiante non cancella la ricerca verbale spinta ai limiti
dell'indecifrabilità. La violenza per Ted Hughes è la cifra dell'universo intero e la sua
mitologia non è fatta di eroi, ma di belve, di animali carichi di valenze simboliche,
guidati dall'istinto di sopraffazione. Di istinti, pulsioni primordiali, confronto solitario con
le forze della natura è popolato il suo mondo poetico. L'ambiguità della presenza della
natura, sia numinosa che minacciosa, è stata rilevata più volte nella produzione poetica
di Hughes, come si vede nelle raccolte The Hawk in the Rain, Lupercal, Wodwo, From
the Life and Songs of the Crow. Nei suoi versi ci sono solo animali, dai quali l'uomo
apprende la lezione dell'istinto, di un essere naturale governato da impulsi primitivi.
Materialità dell'animale e pensiero del poeta si incontrano nell'immagine del pensiero-
volpe.
In A Modest Proposal, rivolgendosi forse a Sylvia Plath, Hughes descrive l'incontro tra
un uomo e una donna come quello tra due lupi, arrivati separatamente nel bosco, l’uno
distratto dall'altro.
L'uso che Hughes fa dell'universo mitico nei suoi versi, popolati dallo spirito animale
delle belve nelle sue diverse metamorfosi, è personale. Non fonda la civiltà sulla
rivelazione di un delitto avvenuto nel passato per giustificare l'ordine del presente
storico, ma propone un modello eccentrico che azzera le ragioni della ragione e del
cuore, per proporre le figure spietate di un conflitto cosmico.
Le raccolte Crow, Gaudete e Cave Birds segnano una sintesi mitica in cui
confluiscono tradizioni mistico-religiose dove si incontrano sciamani e alchimia,
leggende amerindie e mitologia egiziana, riproponendo il mistero e l'irrazionale. In versi
in cui aleggia lo spirito del carnevale compare Wodwo, fusione di uomo e uccello,
creatura che si muove tra terra e aria, facilmente avvicinabile a quella del poeta. Dopo
lo sprofondamento nel buio di queste raccolte, Hughes approda con Remains of
Elmet, Moortown, e River a una scrittura della luce, sorta di reportage poetico
intorno a luoghi riconoscibili. Il ribellismo e individualismo di Hughes si attenuano nella
produzione degli ultimi anni. L'ultima raccolta, Birthday Letters, contiene 88 poesie
dedicate a Sylvia Plath in cui, rompendo il silenzio seguito al suicidio della moglie,
Hughes parla del loro rapporto in un intenso colloquio in cui rivive dolore e rancori,
nostalgie, intimità e distanze.

HEANEY
Nato in Irlanda del Nord, Seamus Hearney è consapevole della sua problematica
identità di irlandese e cattolico, come testimonia An Open Letter, con cui reagisce
all'inclusione nell'antologia Contemporary British Poetry. Le esperienze dell'infanzia e il
senso di appartenenza alla cultura contadina sono alla base della sua poesia cui egli
attinge come riserva di ricordi, sensazioni, immagini. La sua prima raccolta, Death of a
Naturalist segna l'inizio della Northern Irish Renaissance, di cui Heaney è
protagonista. In Digging, lirica che apre la raccolta, si vede la metafora di un intento
poetico cui Heaney terrà sempre fede: liberare gli strati della civiltà irlandese, in

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qualche modo sotterrata dalla storia, per raccontare le cose come stanno, identificare
nel legame con la terra della cultura contadina il nucleo di memorie e tradizioni che
lega il poeta alle ragioni del suo popolo. La presenza dell'autore è avvertibile come io
irriducibile, prepotente, narciso.
In The Tollund Man e The Grauballe Man Heaney evoca i vichinghi, primi
colonizzatori dell'Irlanda, mettendo in relazione i resti delle vittime di antichi sacrifici
tribali ritrovati nelle torbiere danesi con i martiri politici irlandesi. In The Grauballe Man
la torbiera, col suo centro senza fondo dove si perdono le radici della nazione irlandese,
inghiotte i corpi sacrificali. Quest’ultima è contenuta in North, raccolta dove la violenza
dell'attualità è trasposta, per essere indagata, in un passato preistorico che ha da poco
cominciato a restituire i corpi delle vittime sacrificali conservati nelle torbiere; corpi che
sono il correlativo oggettivo di una difficile condizione esistenziale e consentono
l'interrogazione sull'identità cattolica nordirlandese del poeta.
Molte le influenze nella sua poesia, da Wordsworth a Dante, presente in Field Work, che
contiene la sua traduzione dell'episodio del conte Ugolino, dove l'accentuazione degli
aspetti macabri è usata come denuncia nei confronti di una patria i cui abitanti si
divorano l'un l'altro; in Station Island e Seeing Things. Nel processo di chiarificazione
del mistero della poesia è determinante per Heaney l'incontro con i poeti russi degli
anni 20-30 e i poeti polacchi del secondo dopoguerra, che con lui condividono l'idea
della poesia come divinazione e del poeta come medium che esprime il proprio
subconscio e inconscio collettivo.

HARRISON
L'origine proletaria, la provenienza da una città dell'Inghilterra settentrionale, e gli studi
universitari in lettere antiche connotano l’opera di Tony Harrison, in cui gli accenti
dialettali dello Yorkshire si fondono con forme linguistiche colte. La prima raccolta, The
Loiners, mostra le sue capacità metriche e la scelta di temi sociali e politici legati alla
liberazione sessuale e alla politica degli anni 60, dalla bomba atomica alla guerra al
colonialismo. A distinguerlo dalla tradizionale poesia impegnata è la varietà dei registri
impiegati nei suoi versi, che usano toni comici e grotteschi. L' uso della rima baciata o
dello humour nero per una materia forte come la guerra mostrano la satira della sua
poesia. In From The School of Eloquences and Other Poems Harrison
approfondisce i temi dello sradicamento dalla famiglia e della sofferenza della classe
operaia. Il titolo allude a una società rivoluzionaria nata a Londra alla fine del 700 che
rinvia al collegamento tra parola e potere, alla necessità di appropriarsi della lingua e
alla difficoltà che ciò comporta per chi è di origine proletaria.
Opera didattica diretta a un vasto pubblico è v., iniziale che sta per versus, poemetto
narrativo in quartine giambiche dal tono solenne e burlesco, con l'uso di parole oscene.
In v. Harrison racconta di un suo ritorno a Leeds in cui, in visita alla tomba dei genitori,
la trova imbrattata di scritte oscene e graffiti dei teppisti del calcio. La lettera v.,
inizialmente il versus della partita di calcio, include l'omofono verses, ma indica anche
la vittoria di Churchill, simbolo di un'epoca in cui l'Inghilterra appariva più unita.
Poesia di intervento politico è A Cold Coming, formato da due poemetti sulla guerra
nel Golfo. Reclamando un ruolo centrale la sua poesia approfondisce l'investigazione del
presente e della storia.

Poesia narrativa: Fenton e Motion


Il paradosso di una poesia che nasconde fingendo di rivelare e inganna mentre confessa
è al cuore della nuova poesia narrativa degli anni 80-90. Significative Secret Naratives
e Dangerous Play di Andrew Motion, The Inquisitor di Blake Morrison, Nest of
Vampires e A Staffordshire Murderer di James Fenton. La nuova poesia include
materiali sentimentali e sensazionali tipici dei generi popolari, gli scenari delle guerre e
l'esodo di popolazioni colpite da conflitti armati. I racconti non sono presentati
direttamente ma in contesti particolari, mediati da voci beffarde che procedono verso
una sorta di implosione narrativa. Il racconto diventa una specie di gioco pericoloso in
cui i lettori devono fare ipotesi sulla base di indizi e tracce.

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Oscuro e spesso indecifrabile è il linguaggio della prima raccolta di James Fenton,


Terminal Moraine, in cui citazioni riprese da testi di scienza, storia e antropologia
compongono esperimenti di found poetry: A Frog, Notes, South Parks Road. La scrittura
si fa più complessa nelle successive raccolte in cui l'ispirazione derivata dalla sua
esperienza di giornalista è veicolata nei ritmi della ballata o del nonsense. La guerra è il
tema di The Memory of War and Children in Exile. Poems dove al centro c’è la
memoria di un poeta che osserva senza capire al realtà. Le voci narranti sono quelle di
antropologi, giornalisti o bambini chiamati a interpretare segnali ambigui e incompleti.
A German Requiem esplora con tecnica diretta e sintassi chiara l'oblio e il silenzio che
circondano la memoria dell'Olocausto. Out of Danger. Poems aggiunge una vena
comica all'osservazione degli eventi accaduti nelle Filippine, dove Fenton fu
corrispondente di guerra. I testi alternano liriche d'amore a poesie di guerra e
nonsense, utilizzando surrealmente il linguaggio locale.
La prima produzione d Andrew Motion è ispirata a temi storici. Episodi della storia
inglese, seconda guerra mondiale e fine dell'Impero sono alla base delle sue
composizioni come Inland, che narra la storia delle enclosures dal punto di vista
dell'abitante di un villaggio vittima delle inondazioni e della politica, mostrando la
fragilità della vita privata davanti alla storia. In Independence si uniscono motivi
romantici e gotici, protagonista un uomo d'affari tornato dall'India dove la moglie è
morta di parto in sua assenza; l'ansietà post imperiale si lega all'amore e al dolore della
perdita. L'accuratezza tecnica e la capacità di evocare intense atmosfere emotive sono
notevoli in Secret Narratives e Dangerous Play. Poems. Più autobiografico Love in
a Life, sequenza di episodi attraverso cui emergono i ritratti di due matrimoni e The
Price of Everything.

Voci di donne
Tra le voci delle ultime generazioni significativa è la presenza di poeti con un
background culturale misto, che si manifesta nella scelta di temi legati all'identità,
all'alienazione linguistica, alla nostalgia del proprio paese, nell’introduzione di elementi
linguistici dialettali o delle lingue di origine. Interessanti le voci femminili di Mebdh
McGuckian, Liz Lochhead, Sujata Bhatt e Jackie Kay. La poesia di Mebdh McGuckian
spazia da uno specifico geografico ben definito (Belfast, l'Irlanda) a quello definito
dall'identità di genere. McGuckian esplora territori presidiati dall'autorità maschile ma
aperti alla trasgressione femminista: periodi lunghi, dizione poetica ricercata dove sono
recuperate etimologie, elementi di lessico straniero e del linguaggio nordirlandese,
immagini e metafore sono riprese dall'area domestica, della maternità del giardinaggio.
Cinque le raccolte principali, The Flower Master, Venus and the Rain, On Ballycastle
Beach, Marconi's Cottage, Captain Lavender, il cui linguaggio inventivo, arguto e oscuro
si pone in polemica con la tirannia del controllo della poesia inglese. Frequente l'uso del
monologo drammatico, dove McGuckian dà voce a donne del passato accostate a forti
immagini di sessualità, e della lettera, ricevuta ma non letta, figura di desiderio e
assenza.
Liz Lochhead esordisce con Memo for Spring, in cui introduce una voce femminile
nel mondo maschile della poesia scozzese. La ripresa di ballate e fiabe popolari per
riscriverle da una diversa prospettiva è alla base di The Grimm Sisters e di
Dreaming Frankenstein and Collected Poems che ampliano la gamma di toni dolci-
amari della prima raccolta. In The Mother si passano in rassegna le madri malate,
malvagie delle fiabe. In Spinster una zitella decide di conformarsi ai luoghi comuni
attribuiti alla sua condizione. Sono testi che mostrano come la costruzione del se
femminile passi attraverso l’analisi critica dei ruoli che la società assegna alla donna. Il
registro colloquiale e il tono scettico che rifiuta di accettare il tradizionale lieto fine
portano al rovesciamento dei luoghi comuni delle fiabe e all’adattamento del materiale
tradizionale al mondo attuale.
Sujata Bhatt ha pubblicato quattro raccolte di versi in lingua inglese. La sua è una
poesia della memoria e della confessione autobiografica con temi come l'esilio e la
nostalgia. Pezzo chiave della prima raccolta è Search for My Tongue, scritto in inglese

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e gujarati. Se l'inglese è usato per ciò che riguarda il presente allora il sentimento della
memoria può solo esprimersi in gujarati, lingua materna. Il conflitto alienazione-ritorno
alle radici si trasforma in un confronto tra lingue diverse, accettato alla fine come
condizione dello sradicamento. Notevoli la capacità evocativa nei dettagli fisici e la
capacità di creare un immaginario ibrido che collega esperienze culturali diverse. In
Monkey Shadows simboli della mitologia greca sono accostati all'induismo, alle
tradizioni nordiche, alla scienza. Con The Stinking Rose prosegue l'esplorazione dei
temi consueti, patria, identità, multiculturalismo e l'attraversamento dei confini,
geografici e ideologici.
All'origine dell'impulso alla scrittura di Jackie Kay si trovano il senso di isolamento
dell'essere scozzese e nera e il desiderio di creare un mondo in cui ritrovare l’identità.
Ispirata alla sua vicenda biografica The Adoption Papers racconta la storia
dell'adozione di una bambina nera da parte di una coppia bianca scozzese. Si alternano
tre voci narranti appartenenti ai tre personaggi: la figlia, la madre adottiva, la madre
biologica. Il linguaggio dell'opera, misto di scozzese e inglese, si distanzia dalla poesia
lirica tradizionale attingendo alla memoria orale e focalizzandosi sui temi della
differenza, del lesbismo, del confronto con esperienza delle altre donne. Le conclusioni
non sono ovvie e le immagini sono tratte da differenti patrimoni culturali, come in So
You Think I'm a Mule? e Kail and Callalou dove tenta la definizione della propria
identità di scozzese nera senza dividerla in due entità contrapposte. Off Colour si
concentra sul motivo della malattia, non solo fisica ma come diffuso malessere sociale,
evidente nel razzismo. Voci di donne nere del passato si mescolano alle voci di vittime
più recenti, in testimonianze di sopruso e negazione della dignità umana.

IL TEATRO
Il nuovo teatro: Osborne, Wesker, Arden, Bond, Pinter
Il rinnovamento del teatro negli anni 50-60 ha all'origine l'insoddisfazione per la
produzione prevalente negli anni del dopoguerra e I'esigenza di riancorare il teatro al
presente. Determinante l'avvento di autori di origine proletaria, che portano in scena
problematiche sociali e politiche in un linguaggio autentico, lontano dai formalismi della
drammaturgia che voleva rimuovere il presente. Le commedie di Terence Rattigan e di
Noel Coward, i musical del West End, i drammi di Eliot sono esempi di tale rimozione
anche nei temi e personaggi. La realtà è mutata: i giovani mal sopportano il distacco tra
vecchia cultura e nuova realtà del Welfare State e le aspettative di giustizia sociale. Ciò
porta alla maggiore politicizzazione del teatro e all'atteggiamento iconoclasta dei nuovi
autori nei confronti di una tradizione divenuta obsoleta. Di rilievo fu l’influenza di
Bertold Brecht, che contrastò il teatro naturalistico. Nel 1956 Brecht fece una tournee
a Londra e presentò Mutter Courage e Der Kaukasische Kreidekreis. Un grande
contributo venne dal teatro non commerciale, da compagnie come il Theatre Workshop
e dalla English State Company, il cui obbiettivo era sprovincializzare il teatro inglese
mettendo in scena ciò che si produceva all’estero, offrire una rilettura non accademica
dei classici, e proporre nuovi testi inglesi scelti con un criterio estraneo alla logica
commerciale dei teatri del West End. Il primo successo importante fu Look Back in
Anger scritto da John Osborne.
Le novità di Look Back in Anger sono significative soprattutto per gli ambienti: la scena
è una mansarda, protagonista un giovane che nonostante gli studi universitari vende
dolciumi, il dialogo colmo di urli e imprecazioni. Il contenuto era in realtà meno ribelle e
la forma tradizionale secondo lo schema del well-made play: un dramma che invece di
svolgersi in un salotto si svolge in soffitta. I monologhi di Jimmy Porter contro il
conformismo e l'establishment inglese, oggi appaiono generici, attaccando tutto e tutti;
egli attacca anche la moglie di estrazione borghese e il suocero. La rabbia priva di ideali
di Jimmy riflette l'insoddisfazione di una generazione, facendone il modello dei ribelli
senza causa. Altro tema dei drammi di Osborne è il senso di rimpianto per il passato
glorioso dell'Inghilterra, per le sue certezze e valori, presente in The Entertainer e
Luther, il cui protagonista è un ribelle in lotta con la sua epoca, senza che le ragioni
della sua ribellione vengano approfondite. The Entertainer esprime in toni

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sentimentali e nazionalistici la nostalgia per l'Inghilterra edoardiana e il teatro popolare.


La tecnica usata, nell’alternanza di scene domestiche e canzoni del music hall, ricorda
quella brechtiana. L'abilità di Osborne nelle opere successive risulta un aggiornamento
di consolidate formule teatrali come si vede in Hotel in Amsterdam, West of Suez e
Watch it Come Down i cui protagonisti, perduto ogni idealismo, cercano forme di
evasione da una società che trovano invivibile. Nei testi sono assenti la passione e la
rabbia dei primi drammi, e le soluzioni sceniche appaiono ripetitive.
Arnold Wesker, ebreo figlio di immigrati, esordisce con una trilogia di drammi
naturalistici (Chicken Soup with Barley, Roots, I'm Talking About Jerusalem) incentrati
sulle vicende della famiglia Kahn, ebrei comunisti a Londra. Nel primo si mostrano le
fasi attraversate dalla sinistra inglese dagli anni 30, le illusioni di una via pacifica al
socialismo e lo sbandamento di fronte alla repressione della rivolta ungherese.
Personaggio prominente è Sarah Kahn, matriarca ebrea e comunista, cui è affidato un
messaggio finale di speranza. Nel secondo si abbandona la dimensione corale, con
protagonista Beatie, figlia di un bracciante e fidanzata di Ronnie Kahn, assente dalla
scena ma presente nei discorsi della ragazza che critica la società classista. Tornata a
casa per una visita ai familiari, Beatie annuncia il fidanzamento con Ronnie che
dovrebbe raggiungerla: solo alla fine la ragazza parlerà con parole sue e la nascita di
una coscienza di classe coinciderà con la notizia che Ronnie non arriverà. Il terzo
racconta il fallimento del sogno utopistico di Ada Khan e del marito Dave, veterano
della guerra civile spagnola e della seconda guerra mondiale, di sottrarsi al capitalismo
trasferendosi in campagna. In The Kitchen, che mostra una giornata di lavoro nella
cucina di un ristorante, I'assenza di una trama è bilanciata dai racconti dei personaggi.
La dimensione collettiva e la presentazione della cucina come microcosmo rivelano
l’influenza di Brecht. Con Chips with Everything Wesker si allontana ancora dal
naturalismo. Il protagonista Pip Simmons, ufficiale della Raf, vuole far capire ai soldati i
meccanismi dell'espropriazione culturale che hanno subito. Alla fine, mentre ascoltano
musica di ballo, Pip, che rappresenta le responsabilità degli intellettuali nei confronti del
popolo, chiede all'orchestra di suonare un vecchio canto di protesta che i soldati
canteranno contrapponendosi agli ufficiali borghesi.
Wesker fondò il Centre 42 che voleva portare a teatro il pubblico popolare proponendo
drammi, concerti, mostre. Dopo dei lavori più intimisti, Wesker si dedica
all'adattamento di testi classici per il teatro, come The Wedding Feast e The
Merchant, che rilegge il dramma di Shakespeare concependolo come accusa contro le
persecuzioni subite dagli Ebrei. Con i One-woman Plays, Wesker propone ritratti
femminili in cui si mescolano sogno e realtà, ricordo e fantasia e le cui protagoniste
sono donne di ogni età e condizione: un’anziana domestica in Annie Wobbler, una
madre che parla con un figlio assente in Four Portraits of Mothers, una donna sulla
sedia a rotelle in Whatever Happened to Betty Lemon? La tecnica, definita naturalismo
stilizzato, è una mescolanza di poesia e dati reali, ironia e indagine psicologica.
John Arden vuole restituire al teatro una funzione sociale e un contatto diretto col
pubblico. L'influsso di Brecht si vede fin dai primi drammi, le cui storie fanno appello
all'intelligenza degli spettatori piuttosto che alle loro emozioni. Le prime opere (The
Waters of Babylon, Live like Pigs, Serjenat Musgrave’s Dance, The Happy Haven, The
Workhouse Donkey) contengono riferimenti a fatti e conflitti contemporanei come la
situazione di Cipro o del Congo. Opere che mettendo in scena problematiche scottanti
con un linguaggio grottesco divisero pubblico e critica. La concezione di Arden di teatro
comico, presa dalla tradizione del music hall e della farsa, resterà costante per tutta la
produzione successiva.
Serieant Musgrave's Dance è un apologo antimilitarista di brechtiana epicità.
Ambientato in un distretto minerario dell'Inghilterra settentrionale in epoca vittoriana,
mostra l'effetto causato sulla comunità dall'arrivo di un gruppo di soldati disertori, che
per denunciare gli orrori della guerra mostrano lo scheletro di un loro compagno. Anche
Armstrong's Last Goodnight è un dramma sulla violenza in cui si descrivono le
manovre di Sir David Lindsay, poeta umanista e diplomatico alla corte di Giacomo V,
volte a convincere John Armstrong, signorotto di frontiera, a porre fine alle sue scorrerie

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in terra inglese. Lindsay pensa di non dover ricorrere alla violenza, ma la missione
finisce conl tradimento e l'assassinio di Armstrong. La vicenda è raccontata come in una
ballata, con l’alternanza di poesia e prosa e l'uso del dialetto delle Lowlands.
La produzione successiva di Arden critica episodi e personaggi storici per sottrarli alla
lettura agiografica della storiografia ufficiale. Nascono così Left-Handed Liberty,
commissionatogli per celebrare il 75 anniversario della Magna Charta; The Hero Rises
Up, che racconta la vita di Nelson trasformandola in melodramma e The Island of the
Mighty che ruota intorno alle figure della leggenda arturiana offrendone una lettura
estranea alla tradizione culturale inglese. La messa in scena di questo lavoro, che
secondo gli autori aveva svuotato il dramma dei suoi contenuti più profondi, portò allo
scontro con la compagnia e all’abbandono del teatro ufficiale. Tra le opere più
significative della nuova fase sono The Ballygombeen Bequest, che tratta la
questione irlandese in chiave economica e di conflitto di classe in una forma che si rifà
alla farsa, al music hall e alla ballata, The Non-Stop Connolly Show, che rievoca la
vita del patriota irlandese alternando verso, canzoni, spezzoni cinematografici,
narrazione e recitazione e Vandaleur's Folly che racconta le vicende della cooperativa
agricola creata da Vandaleur nell'Irlanda del primo Ottocento.
Il teatro di Edward Bond è lontano dalle tecniche naturalistiche: il palcoscenico vuoto
di The Pope's Wedding e Saved serve a negare l'illusione realistica e la divisione dei
drammi in scene rivela l'influsso di Brecht. Dominano all’inizio i temi dell’alienazione e
della violenza. The Pope's Wedding mostra giovani di periferia a confronto con un
vecchio emarginato che alla fine verrà ucciso da uno di loro senza motivo. In Saved un
gruppo di ragazzi uccide per gioco un bambino lasciato solo in un parco nella
carrozzina. Nei dialoghi che riproducono accenti e intonazioni dialettali e nella
dimensione della violenza si avverte un'eco pinteriana. Con le opere successive, Early
Morning e The Sea, Bond estende l'analisi della violenza del mondo alla mentalità da
cui si genera. La messa in scena della famiglia reale nel momento della sua gloria in
Early Morning rappresenta il tentativo più radicale di lettura del rapporto presente-
passato in cui la storia ufficiale è stravolta per mostrare la sua penetrazione ideologica
nel presente: la regina Vittoria ha una relazione con Florence Nightingale, il principe
Alberto vuole assassinarla e i principi ereditari sono gemelli siamesi. L'atteggiamento
dissacratorio nei confronti di queste figure portò alla censura.
Nelle opere successive Bond si occupa del problema della cultura e del ruolo di scrittori
e artisti mettendo al centro delle opere personaggi storici cui attribuisce vicende
immaginarie. Ambientato in Giappone Narrow Road to the Deep North riflette sul
conflitto tra l'astratto ideale dell'arte e il coinvolgimento dell'artista: diretto al Nord, il
poeta Basho trova sulle rive di un fiume un bambino abbandonato ma lo lascia li; il
bambino sopravvivrà e diverrà il tiranno Shogo. Lear è una parabola sulla struttura del
potere ispirata a King Lear, di cui rimangono solo alcuni elementi, ma che si differenzia
dal testo di Shakespeare nel finale positivo, che mostra la possibilità di cambiamento
attraverso l’azione politica. La polemica contro Shakespeare, emblema di una cultura
conservatrice, è più diretta in Bingo, che ha per protagonista il poeta nell’ultimo anno
di vita a Stratford, incapace di farsi coinvolgere nella lotta a favore dei contadini e
perciò complice dell'ingiustizia sociale. Lo salverà la presa di coscienza finale e il
suicidio. Il poeta John Clare, protagonista di The Fool rappresenta l'artista che rifiuta il
compromesso con il potere: ma l'impegno morale senza un programma ideologico non
è sufficiente e Clare soccomberà alla pazzia. In The Bundle tornano Basho e il tema
del bambino abbandonato, che qui viene salvato da un traghettatore e cresciuto
attraverso esperienze durissime che lo porteranno a formarsi una coscienza politica.
Harold Pinter, figlio di ebrei dell'East End, aggancia la sua proposta teatrale all'opera
di Beckett, in particolare per l'uso del linguaggio quotidiano in una conversazione
assurda, carica di contenuti di minaccia. La sua opera fu all'inizio associata a quella dei
drammaturghi dell'assurdo perché egli sottolinea l'insensatezza della vita in un mondo
senza Dio e solleva problemi filosofici sulla natura dell'esistenza umana. Ma mentre i
personaggi di Beckett erano situati fuori della storia, quelli di Pinter sono calati in uno
specifico quotidiano e realtà sociale. Le sue atmosfere surreali non derivano solo dal

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linguaggio, ma dall'uso del silenzio, delle pause e dalla problematica identità dei
personaggi. Il primo gruppo dei suoi drammi (The Room, The Dumb Waiter, The
Birthday Party) è costruito intorno a una situazione ricorrente: personaggi ordinari,
immobilizzati nella loro essenza, la cui vita monotona è spezzata da un evento
inaspettato. Spesso ambientati in una stanza, realtà chiusa ma rassicurante rispetto
all’esterno, i drammi mettono in scena difficili e misteriose relazioni tra i personaggi. Il
mondo sembra pessimisticamente dominato da meccanismi di autoconservazione e
aggressione nei confronti degli altri. Ciò si verifica in The Birthday Party in cui, nel
giorno del suo compleanno, Stanley è raggiunto da due sconosciuti che lo accusano di
colpe non ben identificate e che finiranno per portarlo via, verso una destinazione non
specificata. Protagonista di The Caretaker è Davies, barbone e emarginato che, dopo
una rissa, viene accolto in casa di Aston, un uomo dimesso da una clinica psichiatrica
che vive con il fratello Mick, aggressivo e prepotente. Davies cerca di istallarsi in casa
ma, cadendo nella trappola di Mick, ne verrà invece estromesso. Nel dialogo realistico e
surreale, parole banali e inoffensive si caricano di implicazioni misteriose e minacciose,
ma la vicenda si presta a varie possibilità interpretative, dalla lotta tra padri e figli alla
ricerca di identità all'atto d'accusa contro l’emarginazione. The Homecoming racconta
il ritorno a casa di Teddy, professore in un’università, con la moglie Ruth, la quale è
accolta prima con sospetto e poi è fatta oggetto di proposte sessuali. Quando Teddy
decide di ripartire, Ruth annuncia la decisione di restare non come vittima ma come
madre e amante degli uomini di casa. La vicenda resta oscura, i riferimenti alla vita
passata dei personaggi incerti, non si giunge a una conclusione. Il linguaggio è ricco di
allusioni, ambiguità, implicazioni erotiche, mentre la parola sembra usata come arma.
Dopo una fase di produzione di testi radiofonici e sceneggiature per il cinema, Pinter
scrive drammi su problematiche temporali e sugli inganni della memoria: Old Times, No
Man's Land e Betrayal presentano i temi del controllo e della vittimizzazione degli altri,
studi sulla psicologia del potere. Generalmente tre i personaggi in scena, che si
uniscono in alleanze isolando l'altro: nel primo una coppia e il fantasma di un'altra
donna del passato, nel secondo il confronto tra due scrittori, uno di successo, l'altro
fallito, nel terzo un triangolo amoroso in cui una moglie ha tradito il marito con il suo
migliore amico. Negli anni Ottanta Pinter scrive One for the Road, sulla tortura fisica e
psicologica delle vittime in un paese a regime dittatoriale, e Mountain Language,
ambientato nella prigione di un paese in cui la lingua degli abitanti della montagna è
stata dichiarata morta: unica permessa, quella della capitale, la lingua dell'oppressione.
II dramma rappresenta le ingiustizie cui sono sottoposte oggi le minoranze.

La commedia: Orton, Ayckbourn, Bennett, Stoppard


Grande rilevanza ha nel teatro la tradizione comica, che si esprime nella commedia
come genere sofisticato e nella farsa come forma popolare. Joe Orton fu autore di
commedie che rivelano un grande talento linguistico e padronanza dei meccanismi
della comicità. La comicità farsesca si basa sul contrasto tra situazioni estreme e una
conversazione ordinaria. Il suo teatro recupera da un lato la raffinatezza del dialogo di
Wilde e dall'altro utilizza un linguaggio urbano contemporaneo. Lo humour è
iconoclasta, grottesco, una denuncia dell'ipocrisia morale e sessuale della borghesia. In
Entertaining Mr. Sloane un delinquente si sistema presso una coppia di fratello e
sorella con l'intenzione di sfruttarli, ma ne diventa invece preda sessuale. Quando il
ragazzo uccide il loro padre per evitare che lo denunci per i crimini tra i tre si stabilisce
un gioco di ricatti e seduzioni.
Loot, parodia del genere poliziesco, è basata sui tentativi di nascondere un bottino in
una bara dove c’’è il cadavere della signora McLeavy, madre del ladro e assassino.
Dell'omicidio sarà incolpato il marito, onesto cittadino che perderà la vita in un
incidente organizzato dal figlio. Quello di Orton è un teatro aggressivo in sintonia con il
clima degli anni 60, in cui si punta all'effetto shock e all'attacco della morale puritana
del pubblico. The Erpingham Camp e What the Butler Saw presentano un
microcosmo sociale, il primo un campo vacanze che è una sorta di prigione, il secondo

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una clinica psichiatrica in cui la follia diventa occasione per esibire ogni tipo di assurdità
e perversione sessuale.
In polemica con Orton, Alan Ayckbourn propone un teatro di satira sociale e ritorno ai
valori comici tradizionali. Ayckbourn fa scaturire la comicità dall'uso del palcoscenico
mettendo in scena vari ambienti in cui si muovono i personaggi all'insaputa degli altri.
In How the Other Half Loves si vedono gli interni di due case con due situazioni
contrapposte: nel primo vive un impiegato, nell’latro il suo datore di lavoro con la cui
moglie l'impiegato ha una relazione. In Absurd Person Singular i tre atti sono
collocati in tre successive vigilie di Natale e in tre diverse cucine. The Norman
Conquests si dovrebbe raccontare il fine settimana peccaminoso di Norman con la
cognata, che invece mostra solo ciò che accade in giardino, in salotto e in camera da
pranzo. Il suo gusto per l'architettura si accompagna a una caratterizzazione accurata
dei personaggi, basata sull’osservazione dei comportamenti della media e piccola
borghesia di provincia. Sotto la comicità delle situazioni si denuncia il malessere di un
settore importante della società inglese.
Il teatro di Alan Bennett nasce da una mescolanza tra teatro classico e popolare in cui
le tecniche del music hall, della rivista e della farsa si fondono con forme di teatro più
classiche. Bennett fu uno dei quattro attori di Beyond the Fringe, rivista universitaria
nata a Oxford il cui successo era destinato a cambiare la tradizione del teatro di rivista.
Oggetto della satira dei quattro giovani erano vari temi, dalle inquietudini esistenziali
alla morte, alla religione, o controverse questioni come la bomba atomica e il disarmo
nucleare. Bennett esplora le idiosincrasie di gente comune o celebri personaggi del
passato sfruttando i manierismi del linguaggio con un risultato tragicomico: in Forty
Years On protagonista è il preside di una scuola che va in pensione, in Getting On un
deputato laburista di mezza età, in Habeas Corpus un medico di provincia. L'uso
dell'understatement e la capacità di svelare un mondo attraverso gli stereotipi sono alla
base del successo di Single Spies sulle spie Guy Burgess e Anthony Blunt e The
Madness of George III sulle malefatte dei medici incaricati di curare il re. Più
sofisticato è il teatro di Tom Stoppard che basa le sue commedie su complicati giochi
verbali in cui si combinano teatro ludico e di idee. In Rosencrantz and Guildenstern
are Dead i due personaggi marginali di Amleto sono al centro di un dramma in cui
sono testimoni confusi e vittime predestinate. Il dialogo offre un costante riferimento
parodico all’Amleto di Shakespeare, ma il miscuglio di farsa e contenuto filosofico, la
riflessione sul senso di solitudine dell'uomo rinviano a Beckett: i due ricordano Vladimir
e Estragon di Waiting for Godot. Con Jumpers Stoppard offre una parodia della filosofia
accademica: il protagonista è il professore di filosofia George Moore, impegnato a
dimostrare l'esistenza di Dio. Le sue acrobazie verbali sono accostate a quelle di un
gruppo di ginnasti mentre un televisore trasmette immagini dello sbarco del primo
uomo sulla luna. L'uso di effetti speciali e del pastiche eccellono in Travesties in cui
Stoppard rievoca l'incontro tra Joyce, Lenin e Tristan Tzara a Zurigo al tempo della
prima guerra mondiale. L'opera, costruita con grande libertà ha la forma di un collage
di fatti in cui si tenta di rispondere al dilemma se l'arte posa essere rivoluzionaria.
La riflessione sul proprio teatro e sulla sua funzione sociale è ricorrente nelle commedie
di Stoppard in cui i personaggi sono artisti, scrittori e pittori: The Real Thing usa la
tecnica del teatro nel teatro per mostrare la realtà emotiva nascosta dietro l'apparente
superficialità del suo teatro. In Indian Ink la trama ruota intorno alla ricerca del ritratto
di un poetessa inglese da parte di un giovane studioso americano, impegnato a scrivere
la sua biografia. Gli spazi temporali dell'azione teatrale, gli anni 30 e 80, non sono
distinti sulla scena, che rappresenta sia l'India che l'Inghilterra e, simultaneamente
passato e presente.

Il teatro politico: Hare, Brenton, Churchill, Friel


Dall’esperienza di teatro sperimentale e alternativo deriva per il teatro inglese una forte
spinta innovativa. Gli autori degli anni 70 provengono da esperienze alternative e
quando approdano al teatro ufficiale conservano un modo diverso di fare teatro, non
fondato solo sulla parola, ma aperto a ogni innovazione formale e contenutistica. Con i

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loro drammi il teatro diventa strumento di analisi della società contemporanea con tutta
la provocatoria e la violenza dei linguaggi del teatro alternativo.
David Hare si esprime in un registro comico-grottesco in cui un forte del teatro si
combina con l'analisi di tematiche politiche e sociali. Molti suoi drammi si svolgono in
ambienti borghesi, negli scenari tipici della classe dominante: Slag, sull'emancipazione
femminile, The Great Exhibition sull’ipocrisia della sinistra ufficiale, nella casa di un
deputato laburista; Knuckle, sulla corruzione politica, in casa di un trafficante di armi;
Teeth 'n' Smiles in un college di Cambridge; Licking Hitler in una villa di campagna
requisita dai Tedeschi.
Fanshen è l’adattamento del libro-reportage di William Hinton sulla Rivoluzione cinese;
Plenty sul declino della vita politica inglese dal dopoguerra al boom economico, segue
la vicenda di una donna che lavorò nella Resistenza francese e che al ritorno in patria
trova una società avida e corrotta; A Map of the World sul rapporto tra Europa e Terzo
Mondo, è ambientato a Bombay durante un convegno dell'Unesco sulla povertà e
ingiustizia. Il confronto vede in opposizione lo scrittore indiano Victor che è
ideologicamente schierato a destra, convinto che l'arte debba occuparsi solo della
verità, e un giovane giornalista inglese di sinistra che morirà. Altri drammi: Racing
Demon, Murmuring Judges, The Absence of War.
I drammi di Howard Brenton mescolano toni farseschi e surreali come Magnificence
sul terrorismo politico e Brassneck sulla corruzione della classe politica inglese. The
Churchill Play, scritta in occasione del centenario della nascita dello statista, è
ambientata in un campo di concentramento di un'immaginaria Inghilterra fascista.
Seguono Weapons of Happiness sulla repressione a Praga in cui Brenton usa una
rappresentazione più realistica e Epsom Downs sul derby di Epsom che presenta uno
spaccato della società inglese: il derby, come rito interclassista, porta in scena popolani
e borghesi. The Romans in Britain, sulla questione irlandese, paragona l'invasione
romana dell'Inghilterra alla violenza dell'Inghilterra sull'Irlanda. Pravda è una beffa
all'ipocrita disinvoltura con cui, nell'Inghilterra thatcheriana, singoli esponenti e settori
dell'establishment mettono in vendita i loro ideali.
Il teatro alternativo è prolifico per drammaturghe e compagnie femminili che si formano
in questi anni. Il nuovo spazio è utilizzato per creare un linguaggio teatrale capace di
dare voce alla nuova politica sessuale. Il teatro di Caryl Churchill, spesso di
ambientazione storica, tratta temi politici e sociali in una forma parodica che usa
canzoni, danza e travestitismo: attori maschi impersonano personaggi femminili e
viceversa, adulti impersonano bambini, attori bianchi fanno parti di neri per dare enfasi
a problematiche di razza. Ambientato all'epoca della Rivoluzione puritana Light
Shining in Buckinghamshire mescola realismo documentario e affabulazione
fantastica; Vinegar Tom tratta della stregoneria puntando sulla miseria e i pregiudizi
prodotti dalla paura della sessualità femminile; in Cloud Nine si attaccano
l'oppressione sessuale e il colonialismo vittoriano sulla base di elementi comuni. In Top
Girls donne famose di varie epoche e culture rappresentano l'oppressione delle donne
da parte degli uomini; Serious Money mostra la corruzione negli ambienti dell'alta
finanza, dominati da alienazione e cinismo nei rapporti umani: un sistema di valori in
cui i soldi sono una religione di vita. In A Mouthful of Birds Churchill adatta le
Baccanti di Euripide fondendo temi come la violenza, la possessione, l’estasi.
Influenzato da Brecht, Brian Friel scrive Philadelphia, Here I Come! sulla difficile
comunicazione tra un giovane che sta per emigrare negli Stati Uniti e il padre, poi The
Freedom of the City e Volunteers, drammi politici incentrati sulla lotta per i diritti
civili e la sua degenerazione in violenza. Dominante in Friel è il linguaggio: l’abbandono
del linguaggio tradizionale ha spezzato la continuità culturale con il passato e annullato
il senso delle emozioni più profonde. The Faith Healer si compone dei monologhi di
tre persone: il guaritore, la moglie e l'impresario, e ciascuno dà una versione diversa
della loro vita in comune. Translations è una rilettura della storia nazionale sulla
colonizzazione inglese e sull’espropriazione linguistica che ne è derivata; ambientato in
una scuola rurale istituita per insegnare ai contadini, il dramma mostra gli scontri tra

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contadini irlandesi e cartografi inglesi che avevano il compito di ridisegnare la carta


dell'Irlanda con i nomi nella grafia inglese.

Le letterature in inglese
Negli anni 70 si diffondono le letterature in inglese. Uno dei primi saggi sull'argomento,
Literatures of the World in English di Bruce King, aveva prospettato una specie di
mosaico di letterature in inglese, sottolineandone però la diversità. Esse si riferivano ad
una comune ambientazione culturale e letteraria britannica, ma andavano distinte per
aree nazionali poiché i critici dei paesi di lingua inglese avevano da tempo cercato di
definire nazionalmente le loro letterature per affermare la propria identità.
Bisogna fare una distinzione in base a un fattore storico-linguistico, ossia quella tra i
paesi in cui l'inglese è la lingua nazionale e quelli in cui è una seconda lingua. Questa
distinzione è presente in un saggio di Maxwell, che distingueva tra settler colonies,
ossia Canada, Australia e Nuova Zelanda, in cui il paese era stato occupato dai
colonizzatori che l'avevano sottratto alle popolazioni indigene e invaded colonies in cui
la presenza britannica era limitata alle necessità del dominio. In entrambi i casi si era
verificata una separazione tra luogo e linguaggio, una divisione tra le caratteristiche
fisiche dei luoghi e il linguaggio con cui erano espresse. Lo schema di Maxwell lasciava
fuori il Sudafrica, i cui autori bianchi erano assimilati a quelli delle settler colonies e
quelli neri erano tutt'uno con quelli degli altri paesi africani e le Indie occidentali, dove
le popolazioni indigene erano state annientate e l'inglese era la lingua imposta dal
dominio britannico. Nel caso delle settler colonies gli scrittori scrivono nella propria
lingua, l’inglese, negli altri casi gli scrittori non usano la lingua madre ma quella
imposta dall'Impero.
Vi è anche una differenza sul piano tematico tra le due produzioni. Comune è
l'esperienza di essere stati sudditi dell'Impero nelle colonie, diversa la natura della
sudditanza, i modi di definizione della propria identità. Nonostante queste diversità
forte è stata la tendenza a trovare dei caratteri unificanti, che consentissero di
contrapporle alla letteratura inglese. Nell’analisi di W. H. New caratteristiche comuni
erano la condizione dell’esilio, il conflitto razziale, lo sradicamento dell'emigrazione. Il
tema dell’esilio è quello che ha avuto maggior peso, individuando in esso la condizione
comune tra gli scrittori delle Indie occidentali e del continente africano.
Aspetto comune emerge nella fase dell'indipendenza, quando si pose il problema di
come fare i conti con l'eredità coloniale: non più sudditi, ma cittadini nel proprio paese.
Il problema poteva essere anche quello di costruire l'idea stessa di nazione e una
identità nazionale: compito chiamato imagining the nation concretizzatosi nella forma
di tipo fantastico-leggendario.
Il rapporto con la storia è centrale. Nelle invaded colonies il materiale era ricavato dalla
storia coloniale, dallo sfruttamento, dalle rivolte, dalle testimonianze delle figure della
lotta anticoloniale. Anche nelle settler colonies c'è fu un simile lavoro di scavo nella
storia coloniale.
Negli ultimi vent'anni del 900 lo sviluppo delle letterature in inglese è associato alla
crescita della produzione critica su esse. Non va ignorato il lavoro di tre studiosi
australiani che in The Empire Writes Back offrono una strategia di lettura delle
letterature in inglese di successo. Il saggio dice che ciò che hanno in comune è di
essere sorte dall'esperienza coloniale e di essersi formate rispetto la potenza imperiale.
Da qui discende l'aggettivo che le accomuna: postcoloniale. Uno dei cardini del saggio
è l'idea di appropriazione del linguaggio. L'inglese delle letterature postcoloniali non è
quello della letteratura inglese. Esso include le varianti sintattiche, i vocaboli e i ritmi
delle lingue locali. Decisiva è la consapevolezza della necessità di allontanarsi
dall'inglese standard: un liberarsi dal controllo dell’imperiale che va di pari passo con
quello conquistato in campo politico. Le letterature postcoloniali continuano a
confrontarsi con il patrimonio culturale dell'antica potenza imperiale e ne nasce un
fenomeno ibrido che ruota intorno al rapporto dialettico tra sistemi culturali europei.
The Empire Writes Back sostiene tesi non sempre convincenti ma va apprezzato per

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l'energia con cui rivendica il valore delle differenze, la dignità linguistica delle variazioni
di inglese e la ricchezza letteraria dell'espressione dell'alterità.
Per Rushdie c'è una letteratura in inglese i cui autori sono figli dell’ex Impero,
accomunati dalla stessa lingua letteraria e con patrimonio culturale autonomo. Tuttavia
il raggruppamento per grandi aree e letterature nazionali resta il più pratico.

AFRICA
Le letterature africane
L'Africa di cui si parla è quella subsahariana, il Sudafrica è un discorso a parte. Gli
scrittori africani di lingua inglese sono originari di luoghi lontanissimi e hanno etnie
diverse. L'elemento unificante è dato dall'inglese, la lingua dei dominatori usata come
lingua franca. Un dato comune è rappresentato dalla diglossia che emerge nell'opera
scritta in inglese attraverso il ricorso a parole della lingua dell'etnia a cui lo scrittore
appartiene, che a volte sono tradotte ed altre no perché il vocabolo africano può avere
un significato non presente in inglese. L'inglese usato può essere tanto quello standard
quanto quello modificato dall'uso africano e si può anche lasciare posto al pidgin. Vanno
evidenziati due aspetti comuni: uno espressivo, dato dalla tradizione orale che si
manifesta nella scelta di un narratore che è voce narrante, nell’uso di proverbi e perle
di saggezza, nel ricorso a un concetto di tempo non lineare o nell'arrogazione di una
dimensione magica ed uno ideologico che riguarda il ruolo dello scrittore. Egli si pone
come guida, come colui che dà voce e risposta ai problemi della propria gente ed è
capace di proporre la strada da seguire verso l'ideale da lui intravisto. Questa funzione
si è accompagnata a un forte impegno politico di denuncia del colonialismo, del
saccheggio subito da una terra da parte della potenza imperiale, dei regimi nati dopo
l'indipendenza e della loro corruzione. È un impegno che ha un prezzo altissimo: la
galera o la morte.
Qui cominciano le differenze. Se gli elementi di differenza prevalgono rispetto a quelli
comuni per parlare di una letteratura africana, anche un’individuazione di letterature
nazionali non ha senso. La sistemazione avviene quindi ricorrendo a tre aree
(occidentale, orientale e meridionale), ma ulteriori distinzioni sono inevitabili per cui qui
si presentano i singoli autori.

Con Things Fall Apart del nigeriano Chinua Achebe e con la fine del dominio
coloniale in Africa, la letteratura africana irrompe sulla scena letteraria. L’opera è
ambientata nella Nigeria di fine 800 dove la vicenda del protagonista coincide con
l'estensione del dominio coloniale. Achebe vuole dimostrare l'esistenza di una cultura
africana eliminando le distorsioni operate dagli europei per riscrivere la storia dell'Africa
da una prospettiva interna. Perciò il romanzo ritorna al passato precoloniale per
mostrare come fosse il mondo degli ibo prima dell'arrivo dei bianchi, che faranno
crollare la loro civiltà. Quando Okonkwo torna al villaggio trova una comunità incapace
di opporsi all'invasore e si uccide.
No Longer at Ease è ambientato alla vigilia dell'indipendenza, mostra il fallimento del
protagonista incapace di superare il tabù della divisione in caste e evitare la corruzione
per pagare alla donna che ama le spese dell'aborto, confermando ai bianchi la tendenza
alla corruzione degli africani. A Man of the People ha per protagonista un ministro
della Cultura ignorante, corrotto. L'insegnante che narra la vicenda non può che
testimoniare la scomparsa degli antiche valori.
Importante è anche Anthills of the Savannah, dove troviamo un più ampio spettro
etnico dei personaggi ed il ricorso al pidgin. Il romanzo estende il discorso da quello
sulla corruzione dei paesi africani appena usciti dal dominio coloniale a quello sulle lotte
per il potere tra élite prive di rispetto per la vita umana.
La corruzione e la brutalità dei regimi post-indipendenza muovono la scrittura di Ayi
Kwei Armah.
The Beautiful Ones Are Not Yet Born racconta di una realtà marcia, infetta. A un
gruppo di potere espulso ne subentra un altro occupandone le medesime strutture: il
maestro e l'Uomo che mostrano ciò, non possono che ripiegare su se stessi. Per

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l'anonimo protagonista l'accettazione della situazione è un'umiliante sconfitta. Il tema


dell'alienazione lascia pensare alla schizofrenia non solo come una condizione legata
alla colonizzazione, ma anche alla fase postcoloniale, a una divisione dell'io che rifiuta i
valori del mondo occidentali e non trova un riferimento in quelli della tradizione
africana di un tempo e del presente. Armah cerca una via di uscita in Two Thousands
Seasons, che ripercorre la storia dell’Africa, vittima dell’imperialismo arabo ed
europeo, in nome della necessità della rivolta e The Healers, che ricostruisce la caduta
dell'Impero degli Ashanti per mano degli inglesi.
Wole Soyinka è drammaturgo, poeta e romanziere, premio Nobel per la letteratura nel
1986. Dopo l'università a Leeds tornò in Africa dove incrociò l'esperienza europea con la
riscoperta del teatro pagano dell'antica Nigeria e con la folk opera yoruba. Per le
celebrazioni dell'indipendenza scrisse Dance of the Forests, opera che invocava la
necessità di radicare nel passato la celebrazione del nuovo. La danza nella giungla
politica nigeriana è l’immagine di un testo che fonde riferimenti al teatro classico e
contemporaneo europeo con le ritualità africane. In The Lion and the Jewel Soyinka
utilizza i toni della commedia chiudendo con un lieto fine; in seguito si limitò ai toni del
grottesco o diede spazio a momenti di comicità all'interno di una forma teatrale di
spessore tragico, che fondeva linguaggio alto e popolare, la musica e la danza con la
parola, la maschera con il procedere dell'azione drammatica secondo i modi del teatro
occidentale. Nella produzione letteraria non teatrale di Soyinka spiccano The
Interpreters, romanzo di discussione tra degli intellettuali che si interrogano sul
presente lasciando a Soyinka poca fiducia sulle capacità delle giovani generazioni e
Season of Anomy, dove la vicenda del protagonista mette a confronto riformismo e
rivoluzione. La produzione di Soyinka è legata alle sue scelte di vita e alla sua funzione
di guida.
Altri sono gli scrittori africani che hanno scelto il teatro come forma espressiva. In alcuni
il ricorso alle tradizionali convenzioni naturalistiche risulta soffocante, in altri l’unione
tra modelli drammaturgici europei e forme africane è più convincente.
Stesso ruolo di guida ha assunto James N’Gugi, scrittore cresciuto in Kenya che dopo
essere stato in carcere un anno per i suoi scritti vive in esilio. I primi romanzi riflettono il
suo slancio idealistico e la sua incertezza sul futuro. Segue A Grain of Wheat,
incentrato sulla rivolta dei Mau Mau. Il romanzo parte dall’indagine per scoprire chi
aveva tradito Kihika. La verità è sfuggente, poiché nessuno è affidabile; ma una
pubblica confessione chiude l’indagine. Il romanzo, che dal presente ritorna al passato,
ha un flato epico nella predicazione dell'attaccamento alla terra e nell’esaltazione della
rivolta. Come si allude nel titolo il chicco di grano con la sua morte farà nascere una
nuova spiga. Possiamo pensare che l'immagine dichiari l'utilità delle colpe del passato,
che sepolte ma non dimenticate serviranno a far nascere una nuova realtà.
Per N'Gugi i suoi per personaggi sono de gli eroi, da un lato visti come lo possono
essere quelli dell’epica, dall'altro come eroi del proprio tempo. In Petals of Blood
abbiamo una figura individuale eroica ma il vero eroe della vicenda è collettivo, sono gli
abitanti del villaggio. Nel romanzo l’impegno di N'Gugi è marxista e la conclusione del
libro, con il comunista Karega in carcere che scopre che gli operai della fabbrica si
batteranno insieme, indica nel movimento dei lavoratori l’artefice del riscatto del
popolo kenyano dall'oppressione dei padroni. Nonostante l'intento didattico, il romanzo
ha una forza narrativa e una capacità di ritratto psicologico che lo rendono convincente.
Questo è meno vero per altre opere scritte in gikuyu, forse la traduzione in inglese le
impoverisce.
Per Nurruddin Farah, nato in Somalia nel 1945 il problema di N'Gugi non esisteva: il
somalo come lingua scritta esiste solo dal 1972. Dato l'intreccio di etnie, Farah parla
arabo, amarico, inglese e italiano. Il suo atteggiamento rispetto al passato è più critico
di altri scrittori, come emerge rispetto alla condizione della donna nel secondo romanzo
della trilogia, Sardines.
Il successo del nigeriano Ben Okri arriva con The Famished Roads, romanzo che, a
partire dalla figura centrale, un bambino tornato dal mondo dei morti, raffigura la realtà
contemporanea nigeriana con i toni del surreale, fantastico, visionario. Da un lato la sua

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scrittura riprende dalla tradizione orale yoruba l'abolizione della separazione tra i due
piani, dall'altro fa venire in mente le soluzioni del realismo magico.
Cheney-Coker, apprezzato poeta, è un discendente degli schiavi liberati che due secoli
fa popolarono Freetown, capitale della Sierra Leone. Il conflitto fra questi africani
stranieri di lingua quasi inglese e le etnie locali costituisce un elemento della storia
della Sierra Leone, una delle nazioni più povere del mondo, ma anche una delle prime
colonie africane in cui si svilupparono gli studi universitari. Cheney-Coker si discosta
dalla tradizione realistica, in cui i tempi si confondono, lo spazio e la distanza non
contano, i popoli e le tradizioni si fondono creando un unico retroterra africano.
La poesia africana trova il suo primo cantore nel nigeriano Gabriel Okara. Seppure
debitore della poesia romantica, Okara esplorò per primo la possibilità di incrociare il
verso inglese con la lingua africana, a livello sia linguistico che concettuale, attingendo
alle immagini della sua terra natale.
Poeta più complesso fu Christopher Okigbo, artefice di un’unione tra la retorica
classica, la poesia occidentale e il retroterra folklorico del suo popolo. I temi della sua
poesia vanno dalla riflessione religiosa alla protesta politica, alienazione, innocenza
dell’infanzia, colonialismo. Il suo testamento è racchiuso in Labyrinths, with Path of
Thunder: nella prima raccolta, Labyrinths, prevalgono aspetti più personali, anche se
collegati al contesto sociale, in Path of Thunder l'accento è sulla realtà politica.

La letteratura del Sudafrica


Essendo l'afrikaans la lingua dell'oppressione coloniale, in Sudafrica l'inglese è la lingua
della libertà. Ad usarla sono stati sia scrittori neri, di ascendenza britannica e boera. Si
fa coincidere l'inizio della letteratura sudafricana in inglese con la pubblicazione di The
Story of an African Farm di Olive Schreiner, figlia di un sacerdote protestante,
autodidatta e lettrice dei pensatori inglesi di metà 800. Il romanzo fu adottato dalla
critica femminista, che ha sottolineato il rilievo che in esso ha il tema della liberazione
della donna. Schreiner anticipa il tema del paesaggio come elemento fondamentale del
rapporto tra creazione letteraria e mondo sudafricano. Dalla realtà che Schreiner
rappresenta i neri restano fuori.
La peculiarità del Sudafrica è di essere stato l'unico paese africano con un numeroso
insediamento di europei. Il problema della convivenza con i neri si poneva in termini
anomali e fu risolto attraverso il sistema della separazione, il regime dell'apartheid. La
storia della letteratura sudafricana nella seconda metà del 900 è intrecciata con
l'esistenza di quel regime che elevava il razzismo a valore. La situazione politica
divenne il tema centrale. Poteva variare solo lo spazio dato all'esperienza privata,
sempre come frammento di una condizione collettiva inaccettabile. In questo senso si
caratterizza la narrativa di Alex La Guma. Con i primi anni 70 per lo scrittore africano
le coordinate non potevano che essere quelle della censura, del carcere, dell’esilio.
La produzione poetica sudafricana è quantitativamente notevole ma di modesta
originalità e, fino agli anni 70, quasi sempre di scrittori bianchi. Poi ci fu l'affermazione
di Mongane Serote, le cui prime raccolte uniscono consapevolezza politica ed
effusione lirica, esperienza individuale e condizione collettiva e di Mbuyseni Mitshali,
la cui raccolta legata agli aspetti quotidiani di duro lavoro e disperazione delle
baraccopoli sudafricane, colpì per la forza drammatica delle sue immagini.
Apartheid per molti voleva dire esilio. Per Bessie Head la terra d’esilio fu il Botswana.
La discriminazione e la rivalità che denuncia è anche quella tra etnie africane. La
condizione che più l’offende è quella dell'oppressione della donna. Per uno scrittore
bianco e boero come Andre Brink apartheid volle dire lasciare l'afrikaans per l'inglese,
per un drammaturgo inglese come Athol Fugard volle dire sfidarne i divieti, lavorando
insieme ad attori di colore e producendo un teatro di dirompente forza drammatica nel
rendere il disastro che l'apartheid portava con se.
Le figure maggiori della letteratura sudafricana sono Nadine Gordimer e Coetzee.
Gordimer, premio Nobel per la letteratura nel 1991, esordi con una raccolta di
racconti. La sua opera narrativa è lo specchio dell'aporia morale e politica che investe il
Sudafrica dell'apartheid e rappresenta un incitamento ai bianchi a opporsi al regime. I

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suoi romanzi invocano il bisogno di un impegno radicale di fronte all'inefficacia delle


posizioni liberali. Di pari passo l'accento si sposta sul possibile destino dei bianchi di
fronte alla rivoluzione che cancellerà l'apartheid. Gordimer si affida a una scrittura di
tipo realistico.
Coetzee si rivolge al patrimonio letterario europeo e i suoi romanzi si basano su un
confronto con i suoi esponenti. Nel primo romanzo, Dusklands, coesistono due
narratori e storie, quella settecentesca di Jacobs Coetzee e dell’indigeno Namaqua, e
quella contemporanea di un americano impegnato nella guerra in Vietnam, avvicinate
dalla stessa indagine sulla violenza dell'impresa coloniale.

AUSTRALIA E NUOVA ZELANDA


Il terreno australiano fu terreno di scontro e scoperta della propria identità da parte dei
coloni che dal Regno Unito giunsero in Australia tra 700 e 800. Quando cessò di essere
una colonia penale, l'Australia diventò una colonia agricola, con vaste proprietà e
grandi allevamenti di ovini. Da metà 800 il quadro cambiò: la scoperta dell'oro e
l’ondata migratoria che determinò, fece sì che i vecchi proprietari si trasformassero in
una specie di aristocrazia rurale e le nuove ricchezze si concentrarono nei centri urbani.
La contrapposizione tra il bush, i vasti spazi dell'interno, e le città sviluppatesi sulla
costa hanno costituito un nucleo centrale della letteraria australiana. Ciò che fu scritto
in e sull’Australia è quasi tutto documento storico, anche quando vuole essere opera
letteraria. Una delle forme più tipicamente australiane è il melodramma, costruito sul
contrasto tra innocenza e malvagità. In esso era presente una denuncia sociale, che poi
lasciò il posto allo stereotipo del ricco punito e del povero premiato. La denuncia
consolava il pubblico popolare e suscitava l'assenso del pubblico borghese in nome
dell'etica del buon cuore.
Nell'ultimo decennio del secolo e fino alla prima guerra mondiale dominò il realismo,
spesso percorso da una vena sentimentale. Ne emerse una «mistica nazionale» che
fece della vita del bush l’espressione dell'animo australiano, tra idealizzazione ed
esaltazione della solidarietà e cameratismo. Alla scuola realistica appartiene Ethel
Robertson, autrice della trilogia The Fortunes of Richard Mahony. Il racconto delle
fortune e sfortune di Richard si accompagna al ritratto delle trasformazioni che
percorrono l'Australia. L'interesse maggiore sta nella descrizione del rapporto tra
Richard e la moglie, divisi nell'atteggiamento che assumono rispetto alla società
australiana e al ruolo di lei. Il matrimonio è visto come condanna e sacrificio quotidiano.
Il realismo in Australia assume poi i connotati del social realism, che accentua l’idea
del bush come essenza del mondo australiano, sposando i valori rurali con quelli
progressisti. Della scuola del social realism vanno citati Susannah Prichard e Xavier
Herbert, che in Capricornia denuncia il massacro fisico e culturale di cui gli aborigeni
furono oggetto. Il romanzo, per molti versi vicino al social realism, è però caratterizzato
da una vena comica che lo stacca da esso. Non è estraneo alla forza del libro il taglio
melodrammatico.
Mentre Herbert ebbe un legame profondo con la sua terra, gli altri romanzieri
australiani sono degli espatriati. Martin Boyd trascorse gran parte della sua vita in
Europa. Il suo genere è il romanzo storico, il quale consente di riflettere sulla
formazione, sulle trasformazioni, sui percorsi da cui è nata l'Australia di oggi.
Christina Stead partì da Sydney per l’Europa e vi tornò solo nei tardi anni della sua
vita. Solo Seven Poor Men of Sydney è ambientato in Australia. Il romanzo è all’inizio
pervaso dalla bellezza del paesaggio, dove la baia di Sydney, la natura e l’opera
dell'uomo comunicano il senso di una vitalità prorompente. Poi il fascino della baia
sfuma in secondo piano. Sydney è cambiata con la prima guerra mondiale, le tensioni
del dopoguerra, le lotte operaie, le illusioni rivoluzionarie e le sconfitte. In questo
mondo cosi mutato Michael, tornato dalla guerra, non trova un suo posto e si suiciderà.
La scrittura di Christina Stead è talvolta appesantita da un eccesso di verbosità nei
dialoghi e nei monologhi dei personaggi. Tuttavia questo è anche un modo di rivelarne
le nevrosi e le angosce. I romanzi di Stead hanno una trama solidamente costruita, che
non appare tale perché le vicende dei personaggi procedono per accumulazione di

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episodi, da cui emerge il ritratto della loro condizione esistenziale, del loro disagio, delle
loro delusioni.
Patrick White visse in Inghilterra e negli Usa per poi tornare in Australia. White era
mosso da un rifiuto dell'establishment australiano, di una società in cui era importante
soltanto il denaro, in cui i valori culturali non contavano nulla. I protagonisti dei suoi
romanzi non appartengono alla classe dominante o ne sono ai margini, per una scelta di
valori opposti a quelli predominanti. White trova una propria voce con The Aunt's
Story che racconta la storia di un'espatriata. Nella seconda parte la protagonista si
rifugia in un suo mondo fantastico, in cui passato e presente, sogno e ricordo
coesistono e si sovrappongono, in una condizione mentale che sconfina nella follia, ma
che l'avvicina alla verità. Nei suoi romanzi sono spesso gli umili, i semplici, i visionari
che possono arrivare al senso dell'esistenza grazie a un sapere intuitivo che scavalca gli
strumenti della razionalità. Con Voss riscrive la storia dell'Australia coloniale,
sollevando il velo di ipocrisia che ne nascondeva il volto più vero. La vicenda del
romanzo è stata vista come metafora della scoperta di se, della propria realtà interiore
nel viaggio parallelo dei due protagonisti: dell'esploratore Voss attraverso le zone
desertiche dell’interno e di Laura Trevelyan attraverso la società di Sydney.
A Fringe of Leaves, romanzo storico, è basato su un fatto realmente accaduto nel
1836 e ricco di episodi cari al melodramma australiano (naufragio, donna bianca
prigioniera degli aborigeni). White ripropone i temi da lui più sentiti e indaga il rapporto
tra cultura bianca ed aborigena. Il lieto fine è solo apparente.
I romanzieri australiani più noti sono Morris West e Thomas Keneally, autore del
libro da cui è stato tratto Schindler's List.
Peter Carey si affermò inizialmente come autore di racconti dove il realismo si
mescolava al surreale o alla fantascienza. Bliss, il suo primo romanzo di successo, è
stato definito una black comedy, notevole per il modo con cui il linguaggio, australiano,
trasmette un modo di rivelare pregiudizi e pseudo-valori senza che debbano essere
esplicitati. Illywacker reinventa il genere della saga familiare, con il vecchio
personaggio narratore che ripercorre la propria vita lasciando trasformare la realtà a
opera della fantasia. Carey è abile nel trasferire sulla pagina le paure e i mostri della
mente, i suoi angoli segreti e disturbanti. I suoi romanzi sono cosi popolari perché Carey
rielabora con aspetti e prodotti della cultura di massa; ma ne è lucidamente critico, si
riserva un ruolo di osservatore guidato da una laica moralità che ne fa un punto di
riferimento per l'intellettualità australiana.

La poesia e il teatro
La produzione poetica australiana a partire dagli anni 30 ha cercato una sua autonomia
e identità attraverso percorsi contraddittori, in un alternarsi di adesione alla tradizione e
suggestioni moderne.
The Moving Image di Judith Wright ottenne subito successo. In quei versi c'è la
volontà di dar conto del passato e del presente del mondo australiano, delle forze che
lo costruirono, dell'unicità del paesaggio e dell'estraneità a esso dei colonizzatori. A
partire dalle liriche sulla paura atomica nella sua opera si registra una maggiore
attenzione ad argomenti di carattere politico e sociale, e il suo amore per il patrimonio
naturale australiano assume i toni della denuncia ecologica. A partire da Birds nella
sua poesia c’è un cambiamento di registro linguistico, con un linguaggio più vicino al
parlato.
Negli anni 40 si mise in luce un gruppo di giovani poeti appoggiato dal direttore del
Bulletin Douglas Stewart. Negli anni 50 troviamo poeti formatisi in ambito accademico,
spesso docenti universitari. L'influenza della poesia americana riuscì appena a fare
entrare un po' d’aria nuova nel chiuso dell'accademia. Negli anni 70, a conclusione di
una stagione creativa che mutò la poesia australiana si impose Les A. Murray
affascinato dai rituali, dai miti del mondo aborigeno. Nella sua produzione egli ha
cantato un rapporto diretto con la natura che da un lato lo ha avvicinato a Wordsworth,
dall'altro lo ha proposto come l'interprete di un modo di sentire che eredita

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l'atteggiamento aborigeno nel rapporto con la realtà naturale australiana. Conseguenza


di ciò è la valorizzazione del proletariato rurale accompagnata dal giudizio negativo nei
confronti della realtà urbana.

La storia del teatro australiano è stata soprattutto una storia di importazione. Solo negli
anni 20-30 del 900 ci fu la prima affermazione di un teatro australiano a opera di
compagnie che proponevano un repertorio che voleva essere popolare. Neanche allora
però emerse una letteratura drammatica originale. La messinscena nel 1955 di
Summer of the Seventeenth Doll di Ray Lawler, un testo che coglieva la realtà
dell’urbanizzazione, fu salutata con successo: il pubblico fu affascinato dalla comicità
del linguaggio, dalla veridicità dei personaggi, dall'abilità con cui veniva ritratta la
versione urbana dei miti maschili del cameratismo e della virilità.
Questa commedia restò un caso isolato e fu alla fine degli anni 60 che a Sydney e
Melbourne vennero poste le basi della nascita del teatro australiano. Attori e registi
lavorarono a un progetto di ridefinizione del teatro attraverso la ricerca di un nuovo
rapporto tra scena e pubblico, la sperimentazione linguistica, il recupero dei moduli del
music hall, la rivisitazione delle esperienze del teatro europeo e americano. Nacque un
gruppo di autori, la New Wave, la cui produzione era specchio dei paradossi e
contraddizioni della società australiana: i miti del bush rispetto alla nuova realtà
urbana, il rapporto uomo-donna in una società maschilista, i pregiudizi nei confronti
delle minoranze razziali, l'omosessualità.
L'autore più rappresentativo è David Williamson, che dallo studio sulla violenza che
percorre la società australiana, passò a una serie di ritratti d'ambiente borghese di
grande efficacia linguistica e sociologica. Nei testi degli ultimi quindici anni Williamson
ha affrontato il mondo dei mass media, gli ambienti del potere politico e
dell'accademia.
Esauritasi la spinta della New Wave, i vecchi drammaturghi abdicarono al ruolo di
ritrattisti critici della società australiana. Il teatro mantenne una posizione di rilievo e
comparirono nuovi drammaturghi. Il più convincente è Louis Nowra, che si dichiarava
al di fuori della tradizione teatrale australiana già a partire dall'ambientazione esotica di
molti suoi testi. La sua scrittura teatrale nasce da una rielaborazione delle forme del
teatro epico.

Una letteratura aborigena in inglese?


Nelle storie della letteratura australiana sempre più spazio hanno i capitoli dedicati agli
scrittori aborigeni, con l'intento di valorizzare il loro contributo e di facilitare l'accostarsi
di altri alla creazione letteraria. L'unica figura interessante è Colin Johnson, nato a
Narogin e cresciuto in un orfanotrofio: Wild Cat Falling è il suo primo romanzo
aborigeno. Sono aborigene la sua cultura e la sua visione del mondo: quando cambiò il
suo nome anglosassone egli dichiarò una volta per sempre ciò che sapeva di essere.
Egli si è impegnato nella strutturazione di un Aboriginal English letterario.

La letteratura della Nuova Zelanda


Per tutto l'Ottocento i coloni neozelandesi si pensavano come gli abitanti di una
provincia inglese, ma nel primo dopoguerra svilupparono la consapevolezza di una loro
distinta identità nazionale. Poi la crisi economica fece crollare il castello di valori legati
al benessere diffuso a cui avevano affidato la loro immagine. Da questa rivoluzione
culturale nacquero le prime voci originali della letteratura neozelandese.
Negli anni 30 furono pubblicati i primi racconti di Frank Sargeson, che divenne
l'esponente più autorevole e il modello tematico del genere letterario. La sua lingua si
nutriva della ricchezza della colloquialità, che pescava nei ritmi e nel vocabolario del
linguaggio quotidiano. La sua è una prosa asciutta e diretta, con un narratore che ci
confida le sue osservazioni ed esperienze. Ma questo linguaggio così elementare e
radicato nel parlato neozelandese nasconde una selezione sapiente, un procedere per
reticenze, una riservatezza del narratore che lascia al lettore il compito di capire ciò che

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c'è oltre le parole. Importanti sono i personaggi: proletari degli anni della Depressione,
braccianti, marinai, operai, emarginati, poveracci.
La solitudine, la chiusura in se stessi è stata la caratteristica centrale del mondo
neozelandese: nei racconti di Sargeson la possibilità di aggirare la solitudine è offerta
dall'amicizia virile, dalla solidarietà tra uomini avvicinati dalla durezza dell'esistenza,
che poi si allontanano, perché il legame che si stabilisce è fragile. Di famiglia
protestante, di fronte alla rivelazione della propria sessualità, lasciò lavoro e carriera,
cambiò nome e si stabilì nei dintorni di Auckland.
Allen Curnow dopo la fine della seconda guerra mondiale divenne il protagonista della
scena poetica. Scrittore di una poesia di impeccabile nitore nella prima fase, poi di un
verso più elaborato nelle liriche degli anni 60 e creatore di una lirica in cui le soluzioni
stilistiche della poesia precedente si uniscono alla lezione del modernismo nella sua
produzione ultima, Curnow è ricordato per il contenuto ideologico della sua poesia. Egli
voleva creare una tradizione neozelandese. Il suo merito fu quello di avere liberato la
poesia neozelandese dal Romanticismo e di avere introdotto la poesia modernista.
Per James K. Baxter il poeta è un profeta, una specie di guru, come lui stesso diventò
nell'ultima parte della sua vita, creando una «comune». Il tema della Caduta, la qualità
liberatoria dell'atto sessuale, il recupero dei miti e dei valori tribali della cultura dei
Maori rappresentano gli aspetti decisivi della sua opera. Il suo verso ha una forza
evocativa di piglio romantico ed è governato da un solido impianto retorico.
La letteratura neozelandese ha trovato i suoi autori maggiori in figure lontane
dall'establishment. Janet Frame ha creato un mondo romanzesco altro rispetto alla
realtà. I suoi personaggi di matti si scontrano con un mondo che li rifiuta, che
sostituiscono con un mondo creato da loro, dalla loro parola, altra rispetto alle
convinzioni dei sani di mente. La loro sfida è la sfida di Janet Frame ai valori piccolo-
borghesi, al conformismo, all'accettazione dei miti della società dei consumi. La sua
scrittura è simbolica, movimentata dallo spostamento del punto di vista e dal ricorso al
monologo interiore.
I Maori subirono un destino simile a quello degli aborigeni australiani, anche se forse
per la loro maggiore coesione il disastro fu meno micidiale. Anche in Nuova Zelanda
furono gli scrittori ad accostarsi agli «indigeni», in quanto depositari della cultura della
terra. Si potrebbe dire che la letteratura neozelandese è riuscita a liberarsi dalla
sudditanza coloniale quando si è aperta alla cultura maori.

CANADA
I caratteri e gli inizi
Il Canada è forse il paese più civile del mondo e questa civiltà si è manifestata anche
nel modo con cui il Canada si è posto nei confronti delle comunità che si sono andate
definendo sul suo territorio. Un atteggiamento più civile si è visto anche rispetto alle
popolazioni indigene: anche lì ci furono massacri, ma il Canada ha cercato di trovare
soluzioni che riscattassero il passato. Sul piano letterario l'aspetto negativo di questa
mentalità potrebbe essere stato quello di volere tener fuori la natura selvaggia del
paese.
È difficile parlare del Canada senza fare riferimento agli Stati Uniti. In Canada la
questione dell'identità doveva fare i conti con il pericolo statunitense. Da un lato c'era
la scarsa visibilità del Canada, considerato come l'appendice settentrionale degli Stati
Uniti, dall'altro un grande export culturale di quest’ultimi che rischiava di sommergere
le espressioni originali locali. Ne nacque la decisione di destinare risorse finanziarie al
sostegno della pubblicazione di autori canadesi e al teatro, attraverso il sostegno delle
compagnie e la costruzione di numerosi centri teatrali. Il Canada destinò notevoli
risorse anche alla promozione della propria immagine culturale all'estero, con borse di
studio, assegni di ricerca, fondi per associazioni, tutti mirati a evidenziare i caratteri di
originalità e autonomia del Canada.
Primo libro originale fu The Clockmaker di Thomas Chandler Haliburton. Il racconto ha
come protagonista il venditore di orologi Sam Slick, statunitense, accompagnato dal
narratore canadese. La differenza di atteggiamento tra i due corrisponde a due

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mentalità lontanissime. Il canadese è prudente, Slick è sicuro di sé, dinamico e


brillante. In contrasto con l'individualismo, la spregiudicatezza, la brama di successo
degli Statunitensi, si delineava un carattere nazionale canadese cauto, conservatore,
propenso a sottostimarsi.
Anche in Roughing It in the Bush di Susanna Moodie emerge il contrasto tra
Canadesi e Statunitensi, dove la diffidenza si mescola al rifiuto. Ai canadesi il romanzo
riserva toni pietosi con cui sono descritte le difficoltà della vita dei coloni, anche se non
mancano episodi di un certo umorismo.
Alle colonie canadesi, nel 1867 si sostituì una Confederazione del Canada. L'accordo
politico portò con se una notevole vivacità culturale, più significativa a livello critico che
non a livello creativo.

La prima metà del Novecento


Nella poesia canadese spiccano E. J. Pratt e il movimento dei poeti che scoprivano il
modernismo, che rivedevano criticamente la precedente poesia della natura, che
utilizzavano il linguaggio del parlato quotidiano e che includevano la critica sociale.
Pratt seguì un percorso lontano dalla sperimentazione e dal modernismo nella forma e
discendente dalla sua formazione religiosa metodista nello spirito. Le sue composizioni
più apprezzate hanno un piglio epico, in particolare quando a ispirarle è la tragedia sul
mare. Il tema del sacrificio, della morte e della lotta, considerata come eredità animale
della natura umana, sono gli argomenti di una poesia tradizionale nella forma, ma di
grande vigore linguistico e morale.
La narrativa canadese del 900 si aprì all'insegna dell'umorismo, con gli episodi e
personaggi creati da Stephen Leacock. Ma il percorso che prese fu diverso. Parte della
critica canadese sostiene che la letteratura canadese, fino alla seconda guerra
mondiale, si sviluppò intorno alla triade Dio, Ordine e Terra, alla visione dell'uomo
destinato a lottare con una terra matrigna, che tuttavia manifesta la volontà divina.
Fallisce il protagonista di As for Me and My House di Sinclair Ross, il sacerdote Philip
Bentley, ministro di una Chiesa in cui non crede e che non riesce a realizzarsi come
artista. Il romanzo è ambientato nelle pianure del Canada centrale: il paesaggio è lo
specchio degli stati d'animo e della condizione psicologica dei personaggi.

La seconda metà del Novecento


La seconda guerra mondiale segnò la fine dei valori tradizionali e nuovi valori andavano
proposti. Hugh MacLennan è lo scrittore in cui questa necessità è più evidente. Nei
suoi romanzi è presente il tema del contrasto tra vecchio e nuovo, del bisogno di
costruire una nuova consapevolezza, fatta di autonomia, fierezza della propria storia e
delle bellezze del proprio paese, di generosità.
La produzione di Robertson Davies affronta il tema di una difficile identità canadese,
sia indagando la sua componente tradizionalista sia sottolineando le radici europee
della cultura canadese. In Tempest-Tost eredità britannica e autonomia canadese
danno luogo a un confronto che propendere verso quest'ultima.
Margaret Laurence nacque da una famiglia scozzese e protestante. Per lunghi anni
visse in Africa, nella Somalia britannica e in Ghana. L'esperienza africana le aveva
fornito lo spunto per i primi lavori e le aveva fatto capire meglio il suo paese. Il meglio
della sua opera è racchiusa nel volume di racconti che formano il ciclo di Manawaka,
nome inventato che rimanda alla cittadina in cui era nata. Le figure principali sono
donne, giovani e vecchie, che devono fronteggiare i soprusi di una società provinciale e
maschilista. I momenti del passato si affollano nella sua mente in un percorso di
autorivelazione e rimpianto, che per un momento le consentirà una visione di possibile
riconciliazione. I temi sono quelli della condizione e della sessualità femminile, del
rapporto con l'ambiente naturale, il rapporto con l'eredità culturale.
Nella produzione di Margaret Atwood il tema centrale è quello del rapporto con la
natura, del contrasto tra il rispetto per la terra e il materialismo del progresso
tecnologico, della condizione femminile. Importante è anche il tema della doppia
identità, anglofona e francofona, del Canada. The Edible Woman è forse il romanzo

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più efficace che sia stato pubblicato nella seconda metà del secolo scorso. Marian
McAlpini, immersa in una società consumistica, scopre di essere diventata anche lei
qualcosa di commestibile, il cibo per l'istituto cannibalistico del matrimonio.
Michael Ondaatje nacque a Colombo, visse in Inghilterra, poi si trasferì in Canada. Si
tende a considerarlo uno scrittore internazionale di lingua inglese, ma il Canada lo
annovera tra gli scrittori canadesi. Nelle opere del primo periodo Ondaatje guarda a
personaggi del mondo musicale e della cultura di massa cercandone la storia nascosta,
una realtà più vera, con una tecnica narrativa che corrisponde all'idea di una
frammentarietà dell'esperienza di matrice modernista. Diverso è In the Skin of a
Lion, il quale racconta dei lavoratori immigrati che, tra le due guerre, costruirono
Toronto: la varie voci ed esperienze sono tenute insieme dall'idea che il paese è la
somma dei mille frammenti di vita di una popolazione in cui tutti, tranne i nativi, sono
immigrati.
The English Patient si avvale di un linguaggio poetico che mescola invenzione
narrativa, documenti storici e brani di diario, e che usa una tecnica di montaggio che
ricorda il cinema, il jazz, passando dal realistico al visionario. La storia emerge per
continui flashback, a partire da un presente in una villa-convento vicino a Firenze, verso
la fine della seconda guerra mondiale, e ruota attorno a tre personaggi: la canadese
Hana, una crocerossina, un conte ungherese e Davi Caravaggio, ladro di origine
italiana.
Nell'ultimo quarto del secolo la poesia in Canada è diventata la forma più praticata: ci
sono i poeti originari dei Caraibi che fanno poesia rap, quelli di origine britannica che si
propongono come poeti locali legati alla terra, le poesie femministe, omosessuali e
quelle di Michael Ondaatje e Margaret Atwood.
Leonard Norman Cohen, quando era già affermato, fece uscire un album di sue
canzoni. Fu uno straordinario successo e da allora Cohen si è trasformato in una
prestigiosa figura multimediale. Da allora la sua produzione scritta non ha più registrare
cose significative; ma che i versi delle sue canzoni hanno una dignità poetica. Il suo
segno distintivo è la ricerca di una dimensione della sessualità che è sia erotica che
spirituale, che si affida a immagini molto esplicite e carnali.
La dimensione erotica è centrale in Irving Layton, poeta di grande passione civile, che
affronta temi politici e sociali con spregiudicatezza, critico nei confronti della mentalità
piccolo-borghese. La sua idea dell'erotismo, visto come forza liberatrice, corrisponde
alle posizioni anticonformiste assunte in ambito sociale. Contro la mentalità puritana
Layton utilizza il tabù del sesso per colpire l'ipocrisia.
Il teatro canadese ricevette un primo stimolo dalla radio; ma decisiva fu la scelta
politica di sostenere il teatro come scoperta e valorizzazione di identità. Numerosi sono
i drammaturghi affermatisi negli ultimi trent'anni del 900: molti si muovono in ambito
naturalistico, altri percorrono strade meno tradizionali. La teatralità più esibita, la
finzione, la possibilità di creare sulla scena ciò che è irreale sono il segno distintivo di
George F. Walker. All’inizio propose un teatro antirealistico che rinviava a Beckett, poi
cercò ispirazione nelle icone dell'American pop culture, utilizzando la tecnica dei
fumetti. La reazione tiepida del pubblico indusse Walker a seguire due percorsi: il primo
in dei testi centrati sulla figura del giornalista-detective Power, che esplora il rapporto
tra crimine e politica, il secondo con Zastrozzi, dove con la forma del melodramma
rinnova la proposta di Walker di un teatro sopra le righe.
Con gli anni 80-90 Walker optò per la soluzione più tradizionale. La forma non è
naturalistica ma l'originalità è affidata alle storie che racconta, allo sguardo con cui
osserva la realtà canadese.

I CARAIBI
La letteratura caraibica si nutre di una realtà fatta di discriminazione, pregiudizio,
isolamento, povertà ed emigrazione. Gli anglosassoni, più che di Caraibi, parlano di
Indie occidentali, quelle che avevano fatto parte dell'Impero britannico, unite
dall’inglese. Da un lato c'è la tendenza dei caraibici a pensarsi come distinti, dall'altro il
senso di appartenenza a uno stesso mondo è dato da una somma di elementi oggettivi

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che proclamano una comune identità. Gli schiavi africani portarono con se i miti, le
tradizioni, le religioni e i canti delle loro terre. Questa cultura incorporò e fu incorporata
da quella europea, in uno scambio che vide il permanere delle radici africane. Non c'è
niente di idilliaco: i mulatti, elemento di congiunzione tra una maggioranza africana e
una minoranza bianca, erano spesso la conseguenza degli stupri subiti dalle schiave. I
soldati caraibici di colore che combatterono per l'Impero britannico si accorsero che i
neri dell'esercito statunitense e i Senegalesi delle truppe francesi erano meno
discriminati.
È solo a partire dall'inizio di questo secolo che appaiono i primi scrittori caraibici.
Tuttavia già negli anni 30 era comparsa una rivista letteraria, The Beacon, ed erano
usciti i lavori di un gruppo di scrittori che adattavano il naturalismo alla realtà caraibica,
agli echi della Rivoluzione russa e del movimento nazionalista indiano.
Una prima fase di imitazione dei modelli inglesi coniugata con la raffigurazione della
natura locale lasciò il posto alla scoperta di una prima identità, tesa tra aspirazioni di
indipendenza e coscienza dell'oppressione colonialistica, tra un'eredità culturale divisa
tra Africa e Europa e una nuova realtà caraibica, tra una lingua colta e le forme locali
dell'inglese.
Nei Caraibi l'inglese è l'unica lingua comune a genti di etnie diverse, l'unica insegnata
nelle scuole, usata nei tribunali e scritta sui giornali. L'inglese parlato dalle comunità a
cui appartengono gli scrittori caraibici è diverso da quello standard, con varianti locali
cosi accentuate da dare luogo a «dialetti».
Sono stati gli stessi autori caraibici a cercare di individuare l'essenza unitaria della loro
letteratura. Lo scrittore haitiano Jacques Alexis aveva proposto un'arte caraibica che
nasceva dalla sintesi di forme europee, africane e amerindie e che fondeva reale e
fantastico. In questo ambito si colloca la poetica di Wilson Harris, che vede la
ricchezza della scrittura caraibica nella sua multiculturalità, nell'incrocio tra culture
diverse, che individua il fattore creativo determinante nel nuovo che si costruisce di
volta in volta, superando le diverse componenti etnico-storico-culturali presenti nelle
Indie occidentali.
Walcott contrappone al paesaggio pieno di macerie della storia che il poeta europeo
ha davanti il paesaggio caraibico illuminato dalla bellezza della natura. Anche lo
scrittore caraibico può essere ossessionato dalla distruzione che la storia ha attuato nel
passato, ma ha la possibilità di trascenderla, di abitare un mondo «senza storia» che
egli stesso ricrea nella sua visione.
Edward Brathwaite sottolinea l'analogia tra romanzo e jazz, vista come un
allontanamento dalle forme letterarie tradizionali a favore di forme indigene. Queste
consentono di mettere l'accento sul passato africano e amerindio delle genti caraibiche
come fonte della loro identità culturale. La creolization è il prodotto di una risposta
rispetto al passato schiavista, alle differenze etniche e alle presenti condizioni
ambientali.

La narrativa
Primo grande autore caraibico è Jean Rhys. I romanzi degli anni 20-30 hanno al centro
figure di donne di grande intensità, sole, vittime della prepotenza maschile, la cui storia
è affidata a una scrittura asciutta. Il suo romanzo più bello, dove è importante l'eco del
mondo caraibico è Wide Sargasso Sea. È la storia della giovinezza di Mrs. Rochester
di Jane Eyre nella sua caduta nella follia, vista come la conseguenza della sua
condizione di donna nel mondo coloniale, del conflitto tra il suo desiderio di
affermazione e l'oppressione in una società che la confinava in un ruolo di sudditanza.
Il genere del racconto ha avuto una grande diffusione, come testimoniano le raccolte
dove i temi erano quelli della definizione di un'identità caraibica, della tensione tra il
peso del colonialismo e l'eredità del mondo africano, della questione razziale, della
contrapposizione tra poveri e borghesi, dell'emigrazione.
Quest'ultimo tema è al centro dell’opera di Samuel Selvon. Il suo capolavoro, dove
emerge il sense of humour, è The Lonely Londoners, che ha per protagonisti gli
immigrati dai Caraibi a Londra nel corso dell'ondata migratoria dei primi anni 50. Il

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narratore dell’opera è stato definito un calypsonian, la voce solista accompagnata dal


coro che, in occasione del carnevale, cantava i calypsos che davano voce allo stato
d'animo e ai sentimenti popolari. La definizione è giustificata sia dal tono del narratore,
sia dal procedere per episodi della vicenda. Il pregio tematico sta nella capacità di
esprimere dietro il sorriso il dramma che accompagna l'emigrazione, di raccontare con
ironia le difficoltà e i dolori.
Il concetto di rigenerazione, di incrocio tra culture e mondi diversi è il faro della
creazione letteraria di Wilson Harris. Harris sente molto il rapporto con la natura e il
paesaggio, con la testimonianza viva delle genti massacrate nel corso della conquista,
col patrimonio culturale dei conquistatori. Il suo romanzo d'esordio, Palace of the
Peacock, nel ricreare il mito dell’Eldorado attraverso l'avventura del piantatore Donne,
affida all'invenzione letteraria il suo messaggio di riconciliazione tra i due mondi che la
storia ha opposto nelle vicende dell'impresa coloniale. Harris usa una scrittura
visionaria, estranea al realismo, fitta di riferimenti con le opere e i generi della cultura
europea alta.
Il maggiore tra i narratori caraibici è l'indiano V. S. Naipaul. I suoi primi romanzi,
ambientati nell'epoca coloniale, sono tutti radicati nel mondo della comunità indiana
dell'isola, di cui ritraggono le contraddizioni e le debolezze derivanti dalla loro duplice
alterità. The Mystic Masseur illustra i due poli della risposta a tale alterità: la chiusura
nella propria cultura e l'adesione a quella britannica. Nella prima parte del libro i due
estremi coesistono, ma nel finale il protagonista diventa la personificazione del secondo
polo, quello della copia della classe dirigente inglese. Il rifiuto della realtà coloniale e
della comunità indiana è il tema di A House for Mr. Biswas, piccolo uomo che
persegue il suo sogno di indipendenza dalla ricca famiglia della moglie e dall'ordine
conservatore in essa incarnato. Biswas vive in un mondo che cambia ed egli coglie il
cambiamento. È un indiano di seconda generazione, che rifiuta il retaggio indù per
consegnare almeno ai suoi figli una nuova identità: caraibica, forse, e comunque
occidentale. Questo romanzo ha il piglio del romanzo settecentesco che narra la vita e
le avventure del suo eroe. Ma Biswas è un uomo qualunque, senza importanza. Nella
scelta del taglio narrativo è evidente l'intenzione ironica di Naipaul. Questa ironia è
stata interpretata come una scappatoia per evitare di affrontare la realtà del mondo
coloniale. In effetti può esserci l'impressione che Naipaul critichi la realtà delle colonie
non da un punto di vista interno alla società in cui è nato. Ma in realtà egli parla del suo
mondo come luogo di schiavitù: è un punto di vista interno che poi inevitabilmente è
espresso con la lingua e gli strumenti culturali dei dominatori.

La poesia
Della produzione di Edward Brathwaite riordiamo la trilogia The Arrivants, che
mette insieme tre raccolte degli anni 60 in cui il concetto centrale è quello della great
tradition africana. Le liriche degli anni 70 rappresentano il passo successivo, con la
scoperta di un’originale cultura «creola» dei Caraibi. Nella raccolta X/Self la denuncia
dell'imperialismo e del denaro va di pari passo con l'amarezza per le rivoluzioni
caraibiche fallite, mentre la figura dell'artista si staglia su un panorama di egoismo.
Il maggior poeta caraibico è Derek Walcott, premio Nobel per la letteratura nel 1992.
Fu anche un drammaturgo, con molti testi interessanti oltre che per i pregi linguistici,
per il modo in cui incorporano le forme dell'area caraibica, cioè musica e danza. A Saint
Lucia, ex colonia britannica, la maggioranza della popolazione di origine africana,
parlava un patois francese. Lui era mulatto e parlava inglese che, pur essendo la lingua
dei coloni era anche quella della sua infanzia. Alla base del suo mondo Walcott
individua una divisione fisica, geografica e razziale, ma sente la necessità di superarla.
Molte delle sue liriche sono incentrate sul rapporto e contrasto tra neri e bianchi, sul
suo essere parte dell'uno e dell'altro mondo. In ultima istanza prevale la compassione,
una volontà di riconciliazione. Ciò che colpisce nella poesia di Walcott è la serenità
anche nei momenti più dolorosi. Egli parlava della poesia europea del dopoguerra come
una poesia permeata dalla lotta contro la disperazione: il poeta europeo ha di fronte un

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paesaggio segnato dalla distruzione, quello caraibico è un paesaggio di fortificante


bellezza, in cui non ci sono rovine e in cui il poeta si trova davanti il rinnovarsi
quotidiano di una natura benigna. Il suono più importante nella poesia di Walcott è il
rumore del mare. Quando Walcott ricorre al dialetto nella lirica cerca di trovare la
soluzione nel sottolineare il contrasto tra la forza sintattica dell'inglese e la ricchezza
dialettale. Nelle liriche degli anni 70-80 il punto di vista si è allargato sino a
comprendere il tema del contrasto tra Nord e Sud, sempre con una spinta verso la
ricerca di un elemento di comunanza.

INDIA
La prima metà della History of Indian English Literature di Naik è dedicata alle
opere e agli autori indiani in inglese dalle origini al 1930. Questa produzione non
presenta caratteristiche originali, ma vuole dimostrare che la letteratura indiana in
inglese ha una tradizione già secolare. Verso la metà degli anni Trenta si assiste alla sua
fioritura. Ricordiamo Anand, il quale del pensiero di Gandhi fa proprio l'aspetto della
proclamazione dell'ingiustizia della divisione in caste e della dignità di uomini degli
intoccabili. Nei suoi romanzi c'è una denuncia sociale indignata, che discende da una
vicenda personale di sconvolgente verità. Anand è sempre rimasto fedele a questa sua
narrativa d'impegno, con risultati tanto più convincenti quanto più vita autonoma ha il
personaggio.
Raja Rao esordì con Kanthapura, romanzo che dipinge l'effetto della predicazione
gandhiana in un villaggio dell’India meridionale. Rao sceglie l'inglese come lingua della
comunicazione narrativa e inserisce in essa dei vocaboli, dei ritmi, dei registri linguistici
sia dell'alta tradizione sanscrita che della parlata popolare. La dimensione mitica è
importante per Rao.
Narayan è l’inventore dell'immaginaria città di Malgudi, dove si muovono la figurine di
un'India tradizionale che si apre anche alla modernità. Scrittore ironico, Narayan fa
emergere la realtà della società indiana per accenni, attraverso gli incontri e le
disavventure dei suoi personaggi. Solo a volte li avvicina alla storia. Narayan nacque a
Madras e la sua famiglia era di casta elevata: queste coordinate sono centrali in tutta la
sua opera. A partire dal settore sociale di cui fa parte costruisce un universo letterario
che ci comunica il senso di tutta la società e riesce a indagare tra le pieghe dell'animo
umano al di là di ogni barriera linguistica, culturale. I suoi protagonisti, non ricchi ma
senza problemi, sono quelli che meglio riescono a trovare un equilibrio tra vecchio e
nuovo. Indiana è la sua visione del mondo, inglese la lingua ed europea è la forma
letteraria adottata.

Dopo l'indipendenza una seconda generazione di scrittori scelse l'inglese come lingua
dell'espressione letteraria. Kushwant Singh è il più brillante degli autori della seconda
generazione, la quale scrive nel e sul dopoguerra, a seguito dell'indipendenza dell’India
e la separazione tra India e Pakistan. Questo tema è al centro del suo primo romanzo
che illustra la formazione dei due stati attraverso l'osservatorio di un villaggio di
confine. La vita serena del villaggio è stravolta da un turbine di odio e violenza,
irresistibile perché seppure sollecitato da fuori, esso nasce da dentro.
Desani è autore di All About H. Hatterr, che mescola modi linguistici indiani e inglesi
per raccontare l’esperienza di Hatterr, europeo da parte di padre e asiatico da parte di
madre, nella sua ricerca di una filosofia del senso della vita tra Oriente e Occidente. Il
suo romanzo, comico per la bizzarria degli avvenimenti e per l'invenzione linguistica è
estraneo alla tradizione letteraria indiana in inglese.

Fino agli anni 50 non esisteva tanto una letteratura indiana in inglese quanto autori che
per far sentire la loro voce si rivolgevano in inglese ad un lettore britannico e indiano.
Negli anni 60-70 gli autori indiani poterono pensarsi come parte di un insieme
variegato. A partire dagli anni 80 si è andato affermando un atteggiamento adulto che
consente di parlare di una letteratura indiana in inglese come di una letteratura
nazionale. Per gli autori indiani questo significa pensarsi come scrittori dell'India che

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scrivono nella loro seconda lingua. Non c'è più la preoccupazione del confronto con i
modelli inglesi da imitare, ma il confronto è con il proprio passato letterario e con le
altre letterature.
Del 1968 è The Foreigner di Arun Joshi, valutato quasi sempre positivamente dalla
critica. Forse perché è sentito come il più indiano, il più legato alla tradizione, il più
propenso a vedere l'incontro tra Oriente e Occidente come pericoloso. Egli è un
narratore di grande efficacia, sia quando si muove su un terreno più tradizionale sia su
uno più sperimentale.
Agli anni 60 appartengono i primi due romanzi di Anita Desai, letterari per la loro
preoccupazione stilistica e dolenti per l’inquietudine della condizione femminile. Dopo
altri due romanzi Desai offrì la sua prima prova convincente, Fire on the Mountain,
parabola sulla condizione della donna in India raccontata attraverso il rapporto tra
nonna e nipote e attraverso il martirio subito da un’amica della nonna, colpevole di
essersi opposta ai matrimoni delle bambine. In Custody e Baumgartner’s Bombay si
distanziano dalle opere della prima fase. Essi hanno come protagonista non una donna
ma un uomo, senza che ciò impedisca a Desai di ritrarre l'infelicità e l'ingiustizia della
condizione femminile indiana. In essi assume grande rilievo il ruolo della lingua come
traduzione di una condizione sociale e d esistenziale. In Custody pone anche il
problema del rapporto tra presente e passato, che rischia di essere cancellato nella
nuova India, deve essere preservato: ma può esserlo solo se il mito viene incorporato
nella realtà.
Veniamo agli scrittori dell'ultima generazione. Il più interessante è Amitav Ghosh, nato
a Calcutta. Il suo romanzo d’esordio è molto rushdiano nella scelta del protagonista e
nello sviluppo fantastico-realistico della storia, che ci porta dal villaggio bengalese di
Lalpukur sino all’Avenue d’Espagne di Tangeri. Nei romanzi successivi Ghosh trova un
suo linguaggio autonomo e sovrappone alla fiction la ricerca storica, la cronaca e
l'autobiografia. The Shadow Lines si chiude con un episodio terribile, l'uccisione da
parte di una folla fanatica di musulmani dell'indifeso Tridib; ma il racconto vi giunge
senza urla ne odio, come se la morte dell'innocente purificasse la barbarie dei suoi
assassini. La contrapposizione tra indù e musulmani si affaccia di continuo nelle pagine
del romanzo e trova il suo suggello nella morte di Tridib. Ghosh è riuscito nel suo
intento: ci ha mostrato la cecità dell'odio e le ragioni delle vittime e dei carnefici, ci ha
fatto scorgere gli abissi del fanatismo e la consolazione della pietà, ci ha comunicato
l'accettazione di ciò che è stato: non per rassegnazione, ma per la convinzione che la
salvezza non può stare che nella tolleranza.
Questo tema ritorna in In an Antique Land. La vicenda che Ghosh ricostruisce è
quella di Ben Yiju, mercante ebreo. La ricostruzione della sua storia è accompagnata dal
rimpianto di un mondo che aveva un comune linguaggio per discutere delle proprie
differenze, un mondo tollerante, che in nome dei commerci aveva saputo far coesistere
civiltà diverse, che aveva consentito a uomini di fedi diverse di trovare una comune
intesa, un linguaggio comune che parlava di commerci, amore, poesia.
Ispirato a Rushdie è The Great Indian Novel di Shashi Tharoor, che racconta le
vicende del dopo-indipendenza attenendosi agli avvenimenti storici e trasfigurandone i
protagonisti in personaggi leggendari. Il libro suscita qualche perplessità per una certa
freddezza di invenzione.
Osservazione opposta va fatta a A Suitable Boy di Vikram Seth. Con quest’opera egli
si è scoperto romanziere, il quale ha fatto tesoro della tradizione orale dell'India, del
gusto per il narrare che per secoli è stato affidato alla voce dei «raccontatori» nelle
città. Il modo del narrare ricorda quello del serial televisivo: si potrebbe definire A
Suitable Boy come una soap opera in cui l'invenzione sostituisce la banalità. Il paragone
è dettato sia dalla costruzione per episodi, sia dal modo di intrattenere il pubblico con
una storia che lo trascina.
Altre sono le voci che meritano di essere ricordate. La prima è quella di Upamanyu
Chatterjee, il cui romanzo d'esordio si raccomanda oltre che per il ritratto dell'India
burocratica e provinciale, per l’autonomia tematica e linguistica. Non c'è la
preoccupazione di essere un indiano che scrive in inglese e che si interroga sul rapporto

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con l'Occidente, ma c’è uno scrittore che si lancia nell'invenzione letteraria basandosi
sulla sua visione della realtà indiana. La conferma viene da The Last Burden, ritratto
di una tranche della società indiana reso con grazia e ironia attraverso una prosa sicura
di se.
Vikram Chandra si affida all'invenzione fantastica. Egli è l'autore di Red Earth and
Pouring Rain, caratterizzato dall’aumento delle storie che prendono le mosse dalla
vicenda centrale del romanzo. Il meccanismo che le aziona fa venire alla mente la
Sherazade delle Mille e una notte. Tradizione orale, popolare e alta dell'India,
padronanza delle risorse del genere romanzesco si coniugano insieme.

Nei lavori più recenti c’è una forte presenza femminile. Githa Hariharan scrive The
Thousand Faces of Night, storia del ritorno a Madras di una donna che è stata
studentessa negli Stati Uniti e che si ritrova nel destino femminile di autosacrificio,
raccontata da una voce narrante che si accompagna a quella in prima persona della
protagonista. Arundhati Roy è autrice di The God of Small Things. Il pregio del
romanzo è l’originalità del suo linguaggio che dimostra come la letteratura indiana in
inglese abbia ormai raggiunto la piena maturità. Altrettanto pregevole è la costruzione
del romanzo e il vigore dell’accusa contro il sistema induista delle caste.

Il romanzo è il genere in cui si è espressa la letteratura indiana in inglese. Il teatro è


poca cosa e anche la poesia non ha trovato molte voci originali ed è legata soprattutto
a Sri Aurobindo. Dopo i versi della gioventù, dopo le prove poetiche della prima
maturità, dopo le liriche mistiche degli anni Trenta, Aurobindo ha affidato la sua fama al
poema epico Savitri, composto in blank verse. Il sottotitolo è Una leggenda e un
simbolo. La leggenda è quella del principe Satyavan, strappato al regno della Morte
dalla moglie. Il poema è carico di echi miltoniani e ricorre a un tipo di imagery
tipicamente romantica. La sua originalità sta nell’elaborazione dell'antica leggenda,
nella capacità di utilizzarla per una riflessione sul valore spirituale dell'esistente.
Il contributo più interessante è quello di Kamala Das. È scritta in inglese la sua poesia
a partire dalla raccolta Summer in Calcutta, che colpi per l’autonomia rispetto ai
modelli occidentali e per l'aderenza del linguaggio all'esperienza concreta. La denuncia
del ruolo inferiore della donna indiana e l’inno alla sensualità costituiscono i principali
nuclei tematici della sua poesia. Anche dove le immagini dominanti sono di malattia,
disfacimento, prigionia, trappole, appare poi la figura dell'amante o di una donna
capace di affidarsi al conforto dell'amore con un abbandono fisico e spirituale. Questo
atteggiamento suscitò un certo disagio nell'accademia indiana, pronta a far notare le
imperfezioni del suo inglese. La critica riconosce però che il suo linguaggio poetico può
essere considerato come un contributo alla definizione di una variante indiana
dell'inglese. Il pregio della sua poesia sta nella forza delle immagini e nella capacità che
esse hanno di dare voce a un sentimento di rivolta femminile contro una realtà
umiliante.

La diaspora indiana
Gli autori della diaspora indiana sono quelli che provengono dal subcontinente indiano.
La diaspora nasce da flussi migratori diretti verso altre regioni dell'Impero e dopo la
Partition verso Gran Bretagna, Stati Uniti e Canada. Nella loro produzione letteraria il
mondo culturale indiano, o l'assenza dell'India, sono un elemento che quasi sempre
tocca l’invenzione narrativa. Questo (versioni in Occidente della patria d'origine) e il
tema dell’immigrazione sono presenti negli scrittori della diaspora.
Il più interessante degli Indiani statunitensi è Bharati Mukherjee, nata nel Bengala e
vissuta in Stati Uniti e Canada. In un suo racconto fa una distinzione tra il distacco
dell'espatriato e l'esuberanza dell'immigrato: il primo non vuole assimilarsi al paese
ospite, il secondo si. I primi due romanzi ruotano sul senso di alienazione delle
protagoniste bengalesi, spiazzate tra Oriente e Occidente Non è così nel romanzo
successivo, Jasmine, che racconta la vicenda di una donna dall'India agli Stati Uniti. Il
racconto è in prima persona, in inglese americano. All'inizio del romanzo Jasmine si

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sposa con un uomo che ha soprattutto il merito di parlare inglese. Alla fine del romanzo
Jasmine diventa americana, come, forse, l'autrice.
Tra gli Indiani canadesi spicca Rohinton Mistry, nato a Bombay e trasferitosi in
Canada. Il primo romanzo, Such a Long Journey, è di tipo realistico, percorso da una
vena d’affetto per il mondo a misura d'uomo della sua città natale. La narrazione ruota
intorno alle vicende di una famiglia parsi a Bombay negli anni dello scontro tra India e
Pakistan e della nascita del Bangladesh. C'è un filone giallo che si fonde con un ritratto
d'ambiente di grande interesse antropologico e di grande vivezza narrativa.
In A Fine Balance Mistry torna alla natia India, alle sue drammatiche vicende politiche
e sociali. Raramente l'India è emersa con tanta immediatezza, con convincente verità in
un'opera letteraria dei nostri giorni. L’opera segue le vicende dei quattro personaggi
principali con la capacità evocatrice della macchina da presa, con in più l’umorismo
della saggezza a temperare la drammaticità dell'esistenza.
Salman Rushdie è padrone di un materiale narrativo esuberante che gli viene dal suo
retroterra indiano, dalle vicende storiche dell'India e dal suo patrimonio fantastico, dalle
lacerazioni scatenatesi dopo la fine del dominio britannico. A Rushdie il retroterra
indiano ha fornito non solo il materiale, ma anche una forma narrativa con cui
comunicarlo.
Gli Indiani sono dei grandi story-tellers, capaci di raccontare storie piene di digressioni e
riprese. Per questo nella seconda stesura di Midnight's Children Rushdie aumentò il
ruolo assegnato a Padma, che diventò il pubblico del narratore. Il continuo voler essere
in contatto con l'ascoltatore del narratore si traduce in un costante intervenire nella
narrazione che ha il suo modello nel Tristram Shandy di Sterne. Il narratore è un
narratore che scrive, che si muove all'interno del romanzo rivelandone gli artifici, i
trucchi, le trovate, coinvolgendo il lettore nella dimensione fantastica. La maggior
conquista di Rushdie sta nella capacità di scardinare i criteri della verosimiglianza
ponendo sullo stesso piano realtà e sogno, narrazione realistica e invenzione. Rushdie
stabilisce con il lettore un contatto costante, lo rende complice dell'invenzione
narrativa. È un maestro di suspense, anticipa particolari di ciò che verrà raccontato poi.
È un maestro di humour, dotato di un gusto per il gioco di parole, un'ironia feroce e una
capacità di cogliere nel tragico l'aspetto comico.
L’originale piglio narrativo e la capacità di Rushdie di porre sullo stesso piano
narrazione realistica e invenzione ricompaiono in The Satanic Verses. Nel libro c'è un
susseguirsi di storie mirabolanti e bellissime che s'intrecciano con quelle dei
protagonisti e la rivisitazione romanzesca di alcuni aspetti della cultura islamica che si
possono ricondurre a un unico nucleo tematico, quello dei rapporti tra mondo laico e
religiosità.
Sul legame tra religione e potere, sul rispetto esteriore delle regole religiose e sulle loro
trasgressioni segrete, sull'ipocrisia religiosa, Rushdie esercita le armi della ragione e
dell'immaginazione letteraria. Egli sa anche quanto sia forte il sentimento religioso e
quanto la ragione possa essere impotente nei suoi confronti.
Nei Satanic Verses c'è una sottolineatura del valore della tolleranza, tema importante
nella produzione letteraria dell'India e della diaspora indiana, produzione che si innesta
su una storia e una realtà che dell'intolleranza portano le ferite.

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