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DANTE E I PAPI

AA.VV.

DANTE E I PAPI

Interpretato da:

FRANCO CILIA
DANILO FUSI
ANGELO LIBERATI
GRAZIA LODESERTO
MAURO MOLINARI
IMPERO NIGIANI
TERESA NOTO
GABRIE PITTARELLO

ianieriedizioni
A Corrado Gizzi
Fondazione Pescarabruzzo

L’
Regione

L’

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Comune

L’

10 11
SOMMARIO
I PAPI NELLA DIVINA COMMEDIA
Umberto Russo

S
e nelle tre cantiche della Divina scandalo assai più grave di qualsiasi al-
Commedia s’incontrano così spes- tro provocato da personaggi comuni. Non
so figure di pontefici romani ne va tutti i papi, è vero, hanno dato scandalo,
individuata la ragione peculiare in quella anzi alcuni di loro sono proposti ad esem-
concezione verticistica della Chiesa che pio per la loro santità, e tra questi sono
ai tempi di Dante (e, si può ben dire, per soprattutto quelli dei primi secoli del Cri-
tutta l’età medioevale) era radicata nella stianesimo, a cominciare da San Pietro,
Cristianità: una concezione che riportava pronti a sacrificarsi nel martirio per atte-
al capo supremo ogni responsabilità deci- stare la loro fedeltà al messaggio di Cri-
sionale ed ogni suo effetto, positivo o ne- sto. È lo stesso San Pietro a ricordarli nel
gativo che fosse. Ma in Dante questa sorta corso della sua invettiva contro la corru-
di assioma trova una decisa applicazione zione del papato dei tempi di Dante (Par.,
nell’indirizzo giustizialistico conferito al XXVII): da Lino ad Anacleto, da Sisto a
poema, sicché le figure dei Papi sono sot- Pio, da Callisto a Urbano, furono i pon-
toposte alla critica autoriale alla stregua tefici dei primi tre secoli dell’era volgare
di tutte le altre anime, in virtù di quell’i- che nel periodo cruciale della persecuzio-
deale parificatorio che connota l’opera, ne dei cristiani non esitarono a versare il
rendendola un unicum della letteratura loro sangue per la fede. Ma già all’inizio
mondiale. del quarto secolo, la deprecata donazio-
È anche vero che Dante tendenzialmen- ne di Costantino a Papa Silvestro, “il pri-
te orienta le sue scelte in direzione di per- mo ricco patre” (Inferno, XIX, 117), fu
sonaggi eminenti, ed è lui stesso, tramite la causa originaria di un male – l’avidità
la figura di Cacciaguida, a darne la moti- di possedere beni terreni – che da allora
vazione: “... ti son mostrate in queste rote, ha inquinato la Chiesa, e continua ad in-
/ nel monte e nella valle dolorosa / pur l’a- quinarla, emergendo nei tempi prossimi
nime che son di fama note, // che l’animo all’esperienza di vita del poeta. Di qui, in
di quel ch’ode, non posa / né ferma fede tanti passi della Commedia, la condanna
per esemplo ch’aia / la sua radice incogni- senza mezzi termini della cupidigia eccle-
ta e ascosa, // né per altro argomento che siale, riassunta, per il processo mentale
non paia” (Paradiso, XVII, 136-142). descritto all’inizio, nelle figure apicali dei
Ora, quale “esemplo” più alto e signi- papi.
ficativo di quello della suprema autorità Ed ecco, nella prima cantica, la drastica
religiosa? Un “esemplo” che Dante utiliz- dannazione del pontefice simoniaco Nic-
za tanto in senso positivo quanto (e anche colò III, papa dal 1277 al 1280, che, pur
più spesso) in senso negativo, dal momen- confitto a testa in giù nel suolo inferna-
to che le deviazioni, le colpevoli condotte, le, profetizza una pena analoga alla sua
insomma le aberrazioni di un pontefice, sia per Bonifacio VIII, ancora regnante
in un modo o nell’altro, trapelano, si dif- nel tempo ideale del viaggio dantesco, sia
Gustave Doré, fondono tra i fedeli, costituiscono uno per Clemente V, eletto solo nel 1305. Di

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entrambi Dante torna a biasimare la con- già del primo papa è vacante, sicché chi avello infuocato questo papa, indotto volte eramente definitorie) nelle tre can-
dotta anche in altri passi della Commedia: lo occupa è un abusivo (Par., XXXII, 22- dal diacono Fotino a lasciare”la via drit- tiche, conviene mettere a fuoco i Canti
nel Canto XXXI del Purgatorio la visione 24). Pronunciato da un personaggio così ta” dell’ortodossia (Inf., XI, 8-9). Meno XXIV e XXVII del Paradiso, nei quali, ri-
fantastica della mostruosa trasformazio- eminente e in così alta sede, il giudizio drastiche appaiono le condanne di altri spettivamente, San Pietro esamina Dante
ne del carro trionfale simboleggiante la assume una validità e un’importanza del pontefici che il poeta incontra nel Purga- sulla fede e pronuncia l’invettiva spesso
Chiesa adombra la condanna della loro massimo peso, e di riflesso, sul piano me- torio, poiché la loro pena, se pure doloro- ricordata sui mali della Chiesa. Prelimi-
politica favorevole alla Casa di Francia, ramente poietico, un significato che non sa, sarà limitata nel tempo. Tra gli avari, nari alla suprema visione di Dio, gli esa-
nel XVII del Paradiso i profetici moniti investe soltanto la strutturazione ideolo- che giacciono bocconi a terra nella quinta mi che il poeta deve affrontare e superare
di Cacciaguida comprendono ancora un gica della Commedia, ma coinvolge altresì cornice del “monte doloroso”, piangendo vertono sulla fede (con San Pietro), sulla
cenno all’ingannevole comportamento di la personalità dell’autore: in altre parole, e recriminando la propria colpa, è il papa speranza (con San Giacomo) e sulla ca-
Clemente V nei confronti dell’imperatore è un’affermazione senza mezzi termini Adriano V, che regnò appena per “un rità (con San Giovanni evangelista). Nel
Arrigo VII, nel XXVII della stessa terza del rifiuto di Dante all’obbedienza eccle- mese e poco più” nel 1276; in una sorta canto XXIV l’esame sulla fede si svolge
cantica è San Pietro a recriminare il suo siale. In risposta all’onta subita dell’in- di confessione egli rievoca a Dante la pro- secondo un metodo dialettico che ricor-
peccaminoso indirizzo politico, infine nei giusto esilio Dante si dichiara esule dalla pria vita, dapprima tesa ad accrescere le da quello socratico: San Pietro dapprima
versi finali del XXX canto sarà Beatrice a Chiesa, poiché questa è guidata da un pa- sue proprietà materiali e a fare carriera interroga Dante sull’essenza ideale e sul
ribadire la profezia della pena infernale store fuori legge. nel clero; non appena egli giunse al grado possesso che egli ha della fede, quindi sul-
destinata a quel papa simoniaco. Del resto, il suo inquinamento ha radi- supremo del papato, si ravvide volgendosi le fonti di essa e sulla loro validità, infine
Anche più frequenti i passi dedicati alla ci antiche: il poeta, come già detto, ne fa come sua unica aspirazione al bene spiri- sui contenuti del suo credo; alle singole
figura di Bonifacio VIII, particolarmen- risalire l’origine alla donazione di Costan- tuale, giacché non c’era meta più alta da questioni il poeta risponde correttamente
te inviso a Dante per la presunta impli- tino, che nel trasferire la capitale dell’Im- attingere. Il suo, perciò, è un eloquente ed esaurientemente, meritando l’appro-
cazione nella propria condanna all’esilio pero a Bisanzio cedendo la città di Roma esempio di radicale conversione, che tut- vazione del maestro, poiché tale il Santo
da Firenze. Se si prescinde da San Pietro, al papa Silvestro pose implicitamente le tavia non lo ha del tutto esentato dalla pe- è raffigurato, come in una vera e propria
il primo Vescovo di Roma, ampiamente basi di quella cupidigia dei beni terreni nitenza ultraterrena (Purg., XIX, 97-114). scuola del Medioevo. A conclusione dell’e-
presente nel poema, è appunto Bonifacio che da allora in poi si è insinuata maligna- Altro pontefice, che sconta nella sesta same, San Pietro, avvolto in una sfera lu-
ad essere il più citato tra i pontefici ro- mente nel corpo della Chiesa. Se l’impe- cornice del Purgatorio la colpa della gola, minosa, benedice Dante girandogli per
mani. Nella prima cantica, oltre che nel ratore, inconsapevole delle conseguenze è Martino IV, ingordo di “anguille di Bol- tre volte intorno e così esprimendo il suo
passo già ricordato (Inf., XIX, 53), egli è del suo atto, non ne porta la pena, anzi è sena” che amava trangugiare dopo averle compiacimento per le risposte ottenute: è
maledetto da Guido da Montefeltro, con- nel cielo dei giusti in Paradiso (canto XX, affogate nella vernaccia (Purg.,XXIV, 24): la solenne consacrazione del poeta come
dannato alle fiamme dell’ottava bolgia del 55-60), il papa beneficiario è fatto segno ora soffre fame e sete con gli altri peccato- autentico testimone della fede cristiana.
cerchio dei fraudolenti: appunto per col- da parte di Dante di una recriminazione, ri del suo genere. Varie menzioni di papi Diverso l’atteggiamento del santo nel
pa del “gran prete (…) principe dei nuovi sia pure implicita, ma tanto più dura in si trovano nel Paradiso, a volte in senso canto XXVII, nel quale, dal verso 19 al 26
Farisei” che lo indusse a fornire il consi- quanto, come successore di Pietro, egli positivo, come nel caso del “benedetto e dal verso 40 al 66, si sviluppa la sua aspra
glio d’inganno assolvendolo in anticipo avrebbe dovuto rifiutare la donazione per Agapito” che l’imperatore Giustiniano nel reprimenda nei confronti della Chiesa di
dal peccato che stava per commettere, restare fedele a quell’esempio di purezza cielo di Mercurio ricorda come colui che quei tempi. Infatti in questo caso la luce
Guido è ora all’Inferno, drammaticamen- di costumi. lo ricondusse “a la fede sincera (…) con che lo avvolge da chiara e splendente di-
te disilluso al momento della morte. Ma Sempre in riferimento alla figura di Bo- le parole sue” (Par., VI, 17-18), o come i viene di un rosso fiammante, espressione
anche nelle altre due cantiche la figura di nifacio VIII, resta aperta la questione se pontefici Innocenzo III e Onorio III che dello sdegno che informa il suo discorso,
Bonifacio VIII emerge, e sempre connota- nel personaggio del Limbo infernale defi- approvarono la regola di San Francesco tutto impostato sul raffronto tra i difficili
ta negativamente: vittima delle prepoten- nito “colui / che fece per viltade il gran ri- consentendogli di fondare il suo ordine esordi della Chiesa cristiana perseguitata
ze dei francesi di Filippo il Bello ad Ana- fiuto” (Inf., III, 59-60) debba riconoscersi (Par., XI, 92 e 98). Ma non mancano ci- e martirizzata, aliena da ogni appetito di
gni (Purg. XX, 85-93 e XXXII, 154-156), Celestino V. Quando si prendano in con- tazioni di segno negativo, come quella beni materiali, e le condizioni della Chie-
responsabile della corruzione dei fedeli siderazione le condanne del suo successo- che s’incontra nel Canto XXVII, quando sa attuale, divenuta perverso strumen-
cristiani (Par., IX, 132), della deviazione re, più volte ripetute nel corso del poema, nel corso della sua veemente invettiva to di cupidigia, di simonia, di passioni
del clero (Par.,XII, 90), dell’ingiusto esi- e si tenga conto della definizione adibita San Pietro accusa Clemente V e Giovanni terrene. Questa costatazione, affermata
lio di Dante (Par., XVII, 49-51), viene ri- (“gran rifiuto”), non si può non propen- XXII di essere avidi di beni terreni facen- dapprima mediante un linguaggio aspro,
badita la sua futura condanna alla pena dere per l’identificazione del personag- do scempio della sacra eredità che egli ha gremito di concitate iterazioni retoriche,
dei simoniaci nell’Inferno (Par., XXX, gio in Pietro da Morrone; ma non sono lasciata. di accuse vibranti, di sdegnate espressio-
142-149). Ma senza dubbio il passo più da trascurare le ragioni che vari studio- Come si è detto, la figura di San Pietro ni che potrebbero definirsi al limite del
aspro in questa serie di negative citazioni si hanno opposte a tale interpretazione, è largamente presente nel poema, sempre triviale, si sviluppa in una seconda parte
è quello contenuto nella già ricordata in- sicché sembra opportuno, in questa sede, circonfusa di quella gloriosa esemplarità del discorso con la rievocazione della pu-
vettiva di San Pietro, che esplicitamente sospendere il giudizio. che gli deriva non soltanto dalla diretta rezza della Chiesa primitiva, e in questo
dichiara Bonifacio pontefice illegittimo: Esplicita, invece, è la dannazione com- investitura di Cristo, ma anche dalla sua caso la figura retorica prevalente è la li-
al cospetto di Cristo al momento la Chie- minata al papa Anastasio II nel cerchio condotta di vita, conclusa col martirio. tote, che permette all’oratore di ribattere
sa non ha un suo capo, il seggio che fu infernale degli eretici: Dante pone in un Senza indugiare sulle molte citazioni (a in altro modo sui mali della Chiesa con-

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temporanea. Concludono l’invettiva una rinnovare il mondo terreno, abbattendo
invocazione all’intervento divino perché il male e ripristinando la giustizia e la
voglia porre fine allo scandalo (“o difesa correttezza dei costumi. E ciò a partire
di Dio, perché pur giaci?”) e la profezia proprio dai vertici, da quel Papato che nel
di un prossimo ripristino della moralità
da parte dell’”alta provedenza”, con il mo-
giudizio di Dante ha tralignato. Appunto
in questi momenti salienti del suo viaggio
CLEMENTE QUINTO PAPA
nito a Dante di diffondere nel mondo ter- ultraterreno il poeta conferisce alla Com- Nicola Longo
reno ciò che ha appreso in Paradiso dalle media una valenza pedagogica che va ben
veementi parole di San Pietro. al di là dell’intrinseco pregio poetico, in
È un monito che si appaia a quello già effetti pronunciando un alto messaggio di
espresso da Cacciaguida nel cielo di Mar- portata universale, capace di incidere sul-
te: anche in questo caso, la parola poeti- le coscienze degli uomini per ricondurli
ca acquista la forza di un incitamento a sulla retta via della pura fede cristiana.

INTRODUZIONE: DANTE CONTRO come s’era venuta configurando nei seco-


IL POTERE TEMPORALE DEI PAPI li3, che si corrompe nella sua pretesa di
gestire non solo il potere spirituale (attri-

C
i sono alcuni giudizi sui papi, buito da Gesù il Cristo a Pietro) ma anche
nella Divina commedia, che, fatta quello temporale, attribuito da Dio stes-
salva la funzione sacerdotale del so (secondo l’ideologia dantesca) proprio
pontefice quale successore di Pietro1, at- all’imperatore.
testano l’ostilità del poeta verso il potere Né, almeno nei versi sopra citati, si
temporale, secondo la sua interpretazio- stigmatizza il comportamento dei singo-
ne, da loro esercitato dopo la donazione di li successori di Pietro perché si sceglie,
Costantino2, potere che avrebbe prodotto invece, di mettere in evidenza il danno
la corruzione dell’istituto ecclesiastico. Si spirituale provocato, con l’avallo (non si
tengano presenti almeno i seguenti luoghi trascuri questo dato) dell’ecclesìa nel suo
del testo nei quali è netta la condanna del insieme, da chi è interessato a svolgere le
poeta verso la degenerazione della pote- funzioni che non gli competono, di mo-
stà spirituale: narca terreno.
Scorrendo, dunque, l’elenco dei nomi
ed è giunta la spada / col pasturale, e dei pontefici presenti nella Commedia4 ci
l’un con l’altro insieme / per viva forza si accorge che le frequenze con cui essi
mal convien che vada (Pg XVI 109-111); sono citati, vanno da Pietro (presente in
Dì oggimai che la Chiesa di Roma, / venti canti ma per lo più nella sua funzio-
per confondere in sé due reggimenti, ne di apostolo e di vescovo di Roma e per-
/ cade nel fango, e sé brutta e la soma ciò qui omesso), a Bonifacio VIII (presen-
(Pg XVI 127-129); te in sette canti), a Clemente V (in cinque
Poscia per indi ond’era pria venuta, canti), a Gregorio Magno (in tre canti),
/ l’aguglia vidi scender giù ne l’arca / Celestino V (in due canti); ciascuno dei
del carro e lasciar lei di sé pennuta (Pg nomi degli altri quindici papi si legge in
XXXII 124-126); un solo canto.
Fatto v’avete dio d’oro e d’argento; / Sicché, una volta compiuta la scelta di
e che altro è da voi a l’idolatre, / se non non soffermarsi su San Pietro e su papa
ch’elli uno, e voi ne orate cento? (Inf Caetani, mi sembra che sia opportuno
XIX 112-117).  svolgere un discorso intorno ai riferimen-
Del sangue nostro Caorsini e ti che rinviano alla figura del papa france-
Guaschi / s’apparecchian di bere: o se, Clemente V, (accusato esplicitamente
buon principio, / a che vil fine convien di essere complice di Filippo il Bello re
che tu caschi! (Pd XXVII 58-60). di Francia, nonché traditore dell’impero)
e spero che ciò risulti utile a mostrare la
Come si vede, la questione riguarda, in considerazione dantesca della funzione
generale, l’istituzione ecclesiastica così papale nella storia del suo tempo.

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CLEMENTE V SIMONIACO IV di Valois, il Bello) Bertrand, nel 1283, sceglie colui che aveva dimostrato grande rappresenta la terza ragione dell’avversità
diviene membro del Parlamento inglese. capacità di saper operare contemporane- che egli manifesta, come vedremo, in più
[…]. Dieci anni dopo, Bonifacio VIII lo nomi- amente sui fronti contrapposti ottenendo luoghi del Poema. Muore a Villandraut
Ma più è ’l tempo già che i piè mi cossi na vescovo di Comminges nel ducato di i migliori risultati. Così, senza un suo in- nell’aprile del 1314.
e ch’i’ son stato così sottosopra, Aquitania. tervento diretto del re francese, al contra-
ch’el non starà piantato coi piè rossi: Nello svolgere questi incarichi ha molte rio di quanto si poteva pensare e si pensò,
ché dopo lui verrà di più laida opra, occasioni per riuscire a dimostrare una si arriva all’elezione di Bertrand de Got LE PAROLE DI NICCOLÒ III
di ver’ ponente, un pastor sanza legge, grande abilità diplomatica, essendo vici- che, incoronato a Lione il 14 novembre
tal che convien che lui e me ricuopra. no al re d’Inghilterra e al suo avversario 1305, prende il nome di Clemente V. Torniamo alle parole di papa Orsini9. La
Nuovo Iasòn sarà, di cui si legge il re di Francia; nello stesso modo sa de- Anche per sottrarsi alle lotte intestine perifrasi con cui si riferisce, senza nomi-
ne’ Maccabei; e come a quel fu molle streggiarsi nelle controversie che esistono fra Colonna e Caetani (ma non solo per narlo, a papa Clemente è la seguente: «[…]
suo re, così fia lui chi Francia regge5. fra quest’ultimo e l’altro suo avversario, il questo), il nuovo papa sceglie di stabili- verrà di più laida opra, / di ver ponente,
papa Bonifacio VIII. re momentaneamente la sede apostolica un pastor senza legge», cioè un pontefice
Questa la prima apparizione di Cleme- Il fratello Bernard, dalla Cattedra di ad Avignone, città situata all’interno di un di origini francesi, svincolato dalle leg-
nte V nelle parole con cui Niccolò III si Lione, lo nomina, prima canonico e poi feudo della famiglia angioina, nelle terre gi umane e divine, pronto a commettere
rivolge a Dante illustrandogli la sua con- nel 1289, vicario generale della stessa del conte di Provenza, Roberto d’Angiò, qualunque misfatto, quindi artefice di
dizione di anima dannata a stare nella Chiesa. re di Napoli. Ciò comporta una maggio- azioni assai turpi, che fra i simoniaci tro-
buca della terza bolgia dell’ottavo cerchio Quindi Celestino V lo invia come suo re collaborazione se non una vera e pro- verà la punizione per i suoi peccati. Egli
per scontare eternamente la colpa di aver cappellano presso Edoardo I (di cui era pria dipendenza dalla corona di Francia si comporterà come Giasone, di cui parla
fatto mercato di cose sacre. Dopo di lui, chierico) per fare da mediatore e trattare (è questo uno dei motivi della profonda la Sacra Scrittura10. Costui compra dal re
dice Giovanni Gaetano Orsini (morto la pace con Filippo il Bello. avversione di Dante nei suoi confronti). Antioco IV la carica di Onia III, sommo
nel 1280) sulla scorta di quanto leggeva Nel 1299 è arcivescovo di Bordeaux. L’altra questione che determina l’ostilità sacerdote e suo fratello, sottoponendosi
nel libro del futuro6, verrà papa Caetani Nello stesso anno Edoardo II sposa del poeta verso Clemente è il suo compor- alla politica regia e procedendo all’elle-
(morto nel 1303); e questi (nel 1314) sarà Isabella, figlia di Filippo, sancendo, con tamento politico di fronte al fenomeno nizzazione dei costumi dei giovani con
seguito nella stessa buca da Bertrand de la pace fra i due troni, sottoscritta a Parigi rappresentato dalla discesa in Italia di l’aprire la strada alla corruzione.
Got. nel 1303, il successo dell’intervento diplo- Enrico VII di Lussemburgo. Ugualmente, nella lettura dantesca,
matico di Bertrand. Morto nel 1308, Alberto I d’Asburgo, Bertrand de Got, sarebbe stato eletto
Le sue capacità politiche si dimostrano re dei Romani dal 1298 (riconosciuto papa per l’influenza di Filippo IV di Valois
NOTA BIOGRAFICA nell’aver partecipato nello stesso anno, il imperatore da Bonifacio VIII ma mai in- sul Conclave e poi, stabilendo di porre la
1302, sia agli Stati Generali di Parigi, in coronato), Filippo di Francia, fiducioso residenza ad Avignone, di fatto avrebbe
Il quale, nato intorno alla metà del XIII cui il clero francese protestava contro il nell’appoggio del pontefice, pretende la sottomesso la politica pontificia alla vo-
secolo a Villandraut (dipartimento della papa (ottenendo dal re il riconoscimento corona imperiale per il fratello Carlo di lontà del re di Francia. In realtà, ricevuta
Gironda, regione dell’Aquitania, nella re- dell’indipendenza dalla corona, dell’ar- Valois. Invece sia Clemente che i Grandi la nomina a Bordeaux il 24 luglio 1305,
gione storica della Guascogna, a sud ovest civescovato di Bordeaux), sia al concilio Elettori temono la concentrazione del po- egli avrebbe voluto che l’incoronazione
della Francia), riceve la prima educazione romano convocato dal papa per condan- tere nelle mani del re francese e quindi avvenisse a Vienne, città imperiale non
religiosa nel convento di Defés, (apparte- nare il re francese. la scelta cade, con il forte sostegno del sottoposta al re di Francia, questi inve-
nente all’Ordine di Grandmont,  fondato, A Roma si schiera con il partito del papa fratello Baldovino, arcivescovo di Treviri, ce impone che la cerimonia si svolga a
probabilmente verso la fine del XII seco- e diventa cappellano del cardinale nipo- su Enrico VII di Lussemburgo, designato Lione. Solo più tardi, per evitare di tro-
lo, da santo Stefano di Thiers)  nella dio- te Francesco Caetani. Il legame con il re alla fine del 1308 e riconosciuto dal pon- varsi all’interno degli scontri fra Caetani
cesi di Agen. Molti membri della famiglia Filippo, momentaneamente allentato, si tefice nel luglio successivo (con promessa e Colonna che continuavano ad afflig-
appartengono al mondo religioso (un rinsalda già prima del conclave perugino di incoronarlo a Roma il 2 febbraio del gere Roma, Clemente sceglie come sede
fratello del padre, Bertrand de Got come che, dal 18 luglio del 1304 è impegnato 1312). provvisoria Avignone. Ancora una volta
lui, sarà vescovo proprio di Agen7; il fra- nell’elezione del successore di Benedetto I tanti ostacoli che Enrico incontra nel la sua abilità diplomatica gli consente di
tello Bernard è arcivescovo di Lione e poi XI. Gli schieramenti opposti dei bonifa- suo viaggio verso Roma da parte delle cit- evitare che il processo a Bonifacio VIII
cardinale vescovo di Albano; l’altro fratel- ciani e degli antibonifaciani sono solo in tà guelfe (Brescia è conquistata e distrut- giunga a sentenza di condanna, secondo
lo Guillome muore giovane canonico di parte rappresentati gli uni dal più anzia- ta dopo quattro mesi di assedio) e il venir i desiderata di Filippo e nello stesso tem-
Agen). no (1230-1305) Matteo Rosso Orsini e gli meno del sostegno papale, corrisponden- po lo accontenta con la beatificazione di
Comincia la sua carriera ecclesiastica altri da Napoleone Orsini (1260-1342), te all’ostilità di Filippo il Bello per la delu- Celestino V e con la nomina di cardinali
da canonico della cattedrale di Bordeaux entrambi nipoti di Niccolò III. Da notare sione subita dalle sue ambizioni, portano francesi, utili per il prossimo conclave.
e della collegiata8 di Sant Caprais di Agen che Napoleone non si oppose alla candi- ad una cerimonia in minore che si svolge- Dante semplifica tutta la complessa rela-
(che nel XIX secolo diventa sede vesco- datura proposta da suo cugino, per anda- rà nella cattedrale lateranense. zione fra le due autorità, attribuendo al
vile). Poiché il re d’Inghilterra (allora re incontro agli interessi di re Filippo. Il cambiamento di disponibilità da par- pontefice una totale subalternità e com-
Edoardo I) nella qualità di duca d’Aquita- Entro questa competizione, il concilio, te di Clemente verso Enrico è interpreta- plicità con il Valois.
nia, era vassallo del re di Francia (Filippo anche con l’avallo di Francesco Caetani, to da Dante come un vero tradimento e

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LA CORRUZIONE DELLA Bonifacio VIII invia, con l’avallo del fratel- ha l’utilità di sancire, persino nella con- di lasciare libero il cammino del re dei
CURIA PONTIFICIA lo re, Carlo di Valois, con il compito di pa- siderazione del nobile avo, la condanna romani verso l’incoronazione imperiale
ciere ma in realtà per favorire il partito dei verso il papa per aver tradito l’imperato- in San Pietro, fin quando un’importante
Sicura, quasi rocca in alto monte, Neri14. Da qui Dante fa iniziare la sventura re. Il contesto è storicamente interessante delegazione della corte francese arriva ad
seder sovresso una puttana sciolta dell’esilio, conseguente alla caduta del po- perché proprio Cangrande, fallita l’impre- Avignone per imporgli di non spedire in
m’apparve con le ciglia intorno pronte; tere dei Bianchi e dell’avvento al Comune sa unificatrice di Enrico VII, dopo la mor- Italia le lettere che contenevano quell’or-
e come perché non li fosse tolta, del partito dei Donati. Tutta l’ostilità del te di questi, assume il ruolo di guida del dine20. Questa palese ingerenza decide per
vidi di costa a lei dritto un gigante; poeta verso la stirpe dei Capetingi è affi- partito ghibellino in Italia, tentando di re- sempre la fine dell’indipendenza del papa
e baciavansi insieme alcuna volta.11 data alle parole che egli pone in bocca al alizzare il sogno che era stato di Federico dal re Filippo21. Sicché si può configurare
capostipite Ugo Capeto che narra, talvolta II, di unificare sotto le insegne imperiali qui la matrice del giudizio di tradimento
Ci troviamo nel Paradiso terrestre e con amara ironia (come nel caso del rife- le città italiane settentrionali. Sicché il ri- che Dante rimprovera a Clemente22.
Dante racconta la processione del carro rimento all’uccisione di Tommaso d’Aqui- chiamo alla contrapposizione fra papato Sicché Enrico si trova nell’Urbe in ba-
rappresentante la Chiesa apostolica. Il no) le turpi azioni compiute dai suoi di- ed impero può essere interpretato come lia dei due schieramenti contrapposti
discorso è del tutto allegorico, ogni ele- scendenti, compresa la sacrilega vicenda l’identificazione in Cangrande di colui avendo a disposizione un esiguo manipo-
mento rinvia ad un referente che, grazie del leggendario “schiaffo di Anagni” che che sarebbe stato in grado di contrasta- lo di soldati. Superato ponte Milvio, che
all’intervento dei commentatori antichi da solo serve come durissima condanna di re con più efficacia il dominio di un papa Giovanni d’Angiò ha sgombrato lascian-
e moderni, ci è possibile interpretare e Filippo IV: francese sulle sorti dello schieramento do solo quaranta balestrieri sulla torre
comprendere. I versi che ho evidenziato ghibellino. del Tripizone alla fine del ponte, Enrico
narrano ciò che accade sotto lo sguardo Perché men paia il mal futuro e ’l fatto, Questo è il luogo della Commedia nel entra trionfalmente in città il 7 maggio,
del poeta, dopo che il carro viene coperto veggio in Alagna intrar lo fiordaliso, quale la missione di Arrigo, a cui Dante alloggia presso le case Colonna ai Santi
dalle penne dell’aquila. Il senso di questa e nel vicario suo Cristo esser catto. annetteva così tanto significato politico, Apostoli; alla fine del mese si trasferisce
azione rinvia a ciò che l’impero, nella per- Veggiolo un’altra volta esser deriso; di restauratrice dell’ordine politico e del- nelle case dei Savelli sull’Aventino a fian-
sona di Costantino, ha donato alla Chiesa veggio rinovellar l’aceto e ’l fiele, la giustizia in terra, risulta destinata al co a Santa Sabina.
appesantendola di una ricchezza terrena e tra vivi ladroni esser anciso. fallimento e quindi non può produrre i Dopo molto tergiversare e molti scon-
che sarà all’origine della sua corruzione. Veggio il novo Pilato sì crudele, suoi benefici effetti a causa dell’inganno, tri armati fra le fazioni, di fronte all’op-
La conseguenza, infatti, è il drago-ser- che ciò nol sazia, ma sanza decreto del tradimento del Guascone Clemente posizione di Roberto d’Angiò, ricono-
pente che dal fondo del carro ne porta via portar nel Tempio le cupide vele.15 V. Che poi la storiografia abbia corretto, sciuto sovrano di Napoli da Clemente e
una parte: riferimento agli scismi di Ario almeno in parte, questa interpretazione quindi divenuto capo del partito Guelfo,
o di Maometto, oppure alla perdita dello Morto Bonifacio, l’ostilità dantesca ver- non ha importanza ai fini dell’analisi del Enrico accetta di essere incoronato in
spirito di povertà che causa ingordigia e so la casa dei Valois si estende a quel papa coerente discorso dantesco. San Giovanni in Laterano da Niccolò da
avarizia. che, stabilita la residenza nella Francia Quest’anno, 1312, è������������������
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segnato dall’im- Prato, cardinale vescovo di Ostia e Velletri
Di conseguenza sul carro si siede, da do- meridionale, sembra disposto a cedere a pervio procedere di Arrigo attraverso e legato pontificio; da Luca Fieschi, cardi-
minatrice, la grande meretrice dell’Apoca- tutte le richieste di Filippo IV. Sicché si l’Italia, per raggiungere a Roma la coro- nale diacono di Santa Maria in Via Lata e
lisse12, (in Giovanni l’immagine corrispon- spiega così l’immagine dal forte conte- na imperiale. Intanto Clemente sancisce da Arnaldo Pelagrue cardinale diacono di
de alla Roma pagana) che qui, discinta13, nuto profetico che si ricava dai versi del (con molte cautele che qui non è il caso Santa Maria in Portico d’Ottavia nonché
rappresenta la corruzione della curia pa- Purgatorio. di esaminare nei dettagli) lo scioglimen- nipote del papa. È questa stessa cerimo-
pale. Anche lo sguardo è pronto ad acco- to dell’ordine dei Templari, con la costi- nia che manifesta l’insuccesso imperiale
gliere l’esito della sua provocazione sen- tuzione Vox in excelso da lui emanata il e, contemporaneamente, la subalternità
suale; accanto a lei è un gigante che ha la L’ANNO 1312 22 marzo, poi espressa davanti al conci- di Clemente a Filippo, cioè il tradimen-
funzione di difenderne le proprietà. Chi lio di Vienne. Anche questa decisione è to a cui è stato costretto nei confronti di
altri può essere il protettore della grande Non se ne son le genti ancora accorte una aperta concessione ai desiderata di Enrico VII.
corruzione papale se non il re di Francia? per la novella età, ché pur nove anni Filippo. Mentre la pressante richiesta re- Le conseguenze dello scontro fra Sacro
Questi si permette di frustarla dalla testa son queste rote intorno di lui torte; gale di svolgere il processo a Bonifacio Romano Impero e Regno di Napoli non
ai piedi e di trascinare il carro mostruoso ma pria che il Guasco l’alto Arrigo VIII veniva utilizzata dal re come stru- si limitano alla contrapposizione fra
lontano dalla sua sede naturale, simbolo inganni, mento di ricatto per sottomettere il papa Enrico e Roberto perché intaccano il
dell’avvenuto trasferimento del trono pa- parran faville de la sua virtute alla sua volontà. Per esempio con la ri- concetto stesso di auctoritas così come si
pale da Roma ad Avignone. in non curar d’argento né d’affanni16. chiesta del trasferimento della residenza definisce presso i teorici delle istituzioni
Non si fa qui il nome di Clemente ma pontificia ad Avignone17. statuali. Quel contrasto significa il disco-
l’intera rivisitazione in chiave tragico-pa- Nelle parole di Cacciaguida il riferimen- Ciò che ha più importanza, in questo noscimento dell’indiscutibile superiorità
rodica, delle parole dell’Apocalisse sono to a Clemente V è solo un pretesto per in- anno, è assistere al cambiamento della dell’imperatore sul re cioè l’autorità di
facilmente riconducibili alla vicenda del dicare l’anno in cui Cangrande della Scala politica di Clemente V. Convinto di aver colui che comanda per volontà di Dio è
suo papato, letta da Dante in chiave ra- divenuto signore di Verona, può dimostra- accontentato a sufficienza il re Francese18 contrastata semplicemente attraverso
dicalmente ghibellina. Alla fonte della re le sue grandi virtù morali, fra tutte il di- egli è pronto a ordinare a Giovanni di uno scontro armato, attraverso il calco-
sua ostilità c’è la vicenda di Firenze dove sinteresse per la ricchezza. Ma il pretesto Gravina, fratello di Roberto re di Napoli19, lo del numero dei soldati e dei cavalieri

22 23
disponibili. Diciamo pure che ha ragione Quanto ai Guaschi è già noto che Dante di Lussemburgo, re di Germania prima conclusione, con riferimento a Enrico, si
Silvestrini quando scrive: si riferisce a Clemente che col suo suc- e re dei romani poi, s’è comportato con legge:
cessore è pronto a bere il sangue dei veri grande ambiguità: promettendogli l’in-
Clemente ha compromesso la restau- cristiani, proprio come un pastore, tra- coronazione romana, sia pure differita Questi è colui che Pietro vicario di
razione dell’impero: ergendosi a giu- sformatosi in lupo che può comodamente nel tempo, e lavorando sotterraneamente Dio ci invita ad onorare; colui che
dice supremo della disputa in corso attingere al sangue del proprio gregge. perché le città guelfe del nord e del centro Clemente, attuale successore di Pietro,
fra Arrigo e Roberto, ha intenzional- Eppure, commenta amaramente Pietro Italia gli si opponessero militarmente. illumina della luce dell’apostolica be-
mente negato qualsiasi capacità giuri- / Dante, la Chiesa aveva avuto origine nel- Ma il peccato più grave che Dante ri- nedizione affinché dove il raggio spi-
sdizionale del primo sul secondo.23 la povertà e ora è ridotta in una condizio- conosce nel suo comportamento è quello rituale non basta lì porti la sua luce
ne così vile. Poco prima aveva ricordato d’aver venduto l’intera autorità papale ai l’astro minore.32
Né la storia finisce lì, perch�������������
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il suo suc- come il sangue dei primi papi martiri non voleri del re di Francia e questo non potrà
cessore sancisce come, in assenza dell’au- era stato versato per arricchire i papi di non essere scontato dalla sua anima per Il tempo della lettera (forse dell’autunno
torità imperiale, «la facoltà di giudice ter- ora. Ma, e qui è la grande speranza pro- l’eternità. del 1310) è quello in cui Clemente accetta
reno torna “ad summum Pontificem”»,24 fetica che anima l’intero Poema, è neces- Di conseguenza, profetizza Beatrice, l’elezione di Enrico e promette di inco-
il quale, quindi, conferma a Roberto l’in- sario che Dio ponga le sue difese contro non solo Clemente sarà precipitato30 nel ronarlo a Roma due anni dopo. Invece
carico di vicario imperiale. questa corruzione dilagante nella sua luogo in cui si trova Simon Mago31, a cau- Dante assiste nel corso del tempo alla or-
Chiesa, è indispensabile che Egli ripristi- sa del suo peccato (cioè nella terza bolgia, ganizzata opposizione delle città guelfe
ni l’ordine giuridico delle istituzioni, che dove sono dannati coloro che fecero com- italiane nei confronti del re dei romani e
IN VESTA DI PASTOR LUPI RAPACI faccia di nuovo trionfare la giustizia. mercio di cose sacre) ma egli spingerà più poi dell’opposizione di Roberto che non
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l’anima del papa di Anagni (altret- avrebbe potuto agire senza l’avallo del
Così San Pietro parla di due dei suoi tanto simoniaco di lui). fratello Filippo e di conseguenza senza
successori: ANCORA DI CLEMENTE TRADITORE Con quest’ultima immagine di Bonifacio l’assenso tacito di papa Clemente.
DI ARRIGO VIII si interrompe il legame con la storia Così costui assurge a figura peggiore
In vesta di pastor lupi rapaci umana, prima dell’apparizione divina del dello stesso Bonifacio, in grazia della sua
si veggion di qua su per tutti i paschi: E fia prefetto nel foro divino canto XXXIII. doppiezza e delle conseguenze del suo
o difesa di Dio, perché pur giaci? allora tal, che palese e coverto comportamento perché la sconfitta di
Del sangue nostro Caorsini e Guaschi non anderà con lui per un cammino. Una delle giustificazioni che si forni- Enrico significa la fine di ogni speranza
s’apparecchian di bere: o buon Ma poco poi sarà da Dio sofferto sce dell’ostilità dantesca nel confronti non solo di tornare a Firenze, che avreb-
principio nel santo officio; ch’el sarà detruso del pontefice guascone la si trova nel ri- be dovuto essere punita dall’imperatore
a che vil fine convien che tu caschi!25 là dove Simon mago è per suo merto, ferimento al suo nome contenuto nella giusto, per la sua arroganza, ma di vedere
e farà quel d’Alagna intrar più giuso,27 quinta Lettera a tutti i re d’Italia in cui, in ripristinata in terra la giustizia divina.
Questi versi risultano indimenticabi-
li sia perché tessuti con due versetti del Con questi versi ci troviamo all’”entra-
Vangelo26 sia perché le parole di condanna ta” dell’Empireo, quando Beatrice illustra
sono pronunciate da Pietro che esercita al pellegrino la condizione della candida
il suo diritto di violenta accusa nei con- rosa e, compiendo un volo dallo spazio
fronti di quanti hanno tradito la missione metafisico dell’eternità alla dimensione
spirituale a lui affidata dal Cristo. temporale della storia futura, mostra il
È molto evidente il riferimento a seggio vuoto che attende Arrigo VII: « E
Giovanni XXII, Jacques Duèse nato a ’n quel gran seggio a che tu li occhi tieni /
Cahors, nominato da Clemente V car- […] sederà l’alma, che fia giù agosta, / de
dinale prete di San Vitale, poi cardinale l’alto Arrigo, […]»28.
vescovo di Porto, eletto papa dopo qua- In tale contesto Beatrice avverte che
si tre anni di sede vacante nell’agosto del ad esercitare in terra la giustizia divina
1316. Proprio la città da cui nasce aveva («[…] prefetto del foro divino»29) ci sarà
fama europea di cittadini dediti all’usu- un papa che verso Arrigo non si compor-
ra. Giovanni fra le sue iniziative politiche terà nello stesso modo apertamente e na-
importanti ha quella della lotta contro il scostamente, sarà perciò ipocrita e ambi-
pauperismo che sottostava a certe posi- guo fino al tradimento.
zioni del francescanesimo, assai rischiose Ancora una volta il riferimento a
perché potevano essere assunte a modello Clemente V è svolto senza nominarlo ma
di una Chiesa che, rinunciando a posse- con un giro di parole che non lasciano
dere ricchezze, rinuncia ad esercitare il dubbi sulla sua identità. Per Dante egli è
potere temporale. colui che di fronte alla elezione di Enrico

24 25
NOTE 13. Nessun sinonimo corrisponde meglio al sen- mano ed egli non capisce perché Roberto ha
so del dantesco «sciolta» che significa poco imposto al fratello Giovanni di impedire che
accurata nel vestito, aperto e disponibile a su- possa essere incoronato in San Pietro. Così,
scitare la concupiscenza; come del resto sono di fatto, Enrico, che aveva l’intenzione di su-
i suoi occhi avidi di conquiste. perare le fazioni e di presentarsi al di sopra
1. Si pensi per questo ai versi che esprimono il Sisto I (romano) Pd XXVII 44; 19. Urbano I
14. L’ingresso in Firenze avviene il 1° novembre delle lotte cittadine, a Roma si trova da un
dovuto rispetto verso la dignità e l’onorabilità (Pd XXVII 44).
1301. lato difeso dai ghibellini (Stefano e Sciarra
del papato e gli altri luoghi in cui si sancisce 5. Inf XIX 79-87.
15. Pg XX 43-96. Un riferimento a questo episo- Colonna, fra gli altri) che controllano il rio-
l’inviolabilità dell’istituzione pontificia. Così 6. Nessuna ulteriore precisazione ci aiuta a il-
dio si trova anche nell’ottimo lavoro di Flavio ne Monti, il Laterano, Santa Maria Maggiore,
avviene nel ricordo dell’episodio dell’oltrag- luminare il riferimento a «lo scritto» che l’in-
Silvestrini, Iugum librtatis. Dante e la lettura il Pantheon, l’Augusteo, Porta del popolo e
gio subìto da papa Caetani ad Anagni ad ope- terlocutore fa (nel verso 54) per spiegare la
politica del libro arbitrio, Roma, Aracne, 2012, Ponte Milvio ma anche Monte Citorio e Qui-
ra di Sciarra Colonna e di Guglielmo di Noga- sua attesa dei successivi due papi simoniaci
pp. 189-190. Il libro, con molta sapienza, rinale; dall’altro egli è osteggiato da Giovanni
ret: «[…] veggio in Alagna intrar lo fiordaliso come lui. Si tratta, per la maggioranza degli
spiega il nesso fra voluntas, potestas, caritas, d’Angiò e dagli Orsini (Gentile e Poncello) che
/ e nel Vicario suo Cristo esser catto / […]» interpreti, del “libro del futuro”.
auctoritas e, attraverso queste categorie, fa controllano il Vaticano, Castel Sant’Angelo, i
Pg XX 86-87; si ricordino le parole rivolte dal 7. Tale legame con la città della Francia meri-
emergere la questione teorica, e insieme po- ponti, Monte Giordano, la fortezza dell’Arpa-
poeta a Niccolò III: «E se non fosse che ancor dionale è uno dei motivi che mi ha portato
litica, del rapporto fra papato e impero nella cata in Campo de’ Fiori (è la torre del palazzo
lo mi vieta / la reverenza de le somme chiavi / a soffermarmi su questo personaggio tanto
riflessione dantesca del libro intorno alla Mo- poi Pio Righetti), la Minerva, Trastevere.
che tu tenesti ne la vita lieta / io userei parole inviso al poeta. Agens è stata anche la sede
narchia. 21. Per questi avvenimenti sono molto utili le pa-
ancor più gravi; / […]» Inf XIX 100-102. Sono vescovile di un grande letterato italiano del
16. Pd XVII 79-84. gine di Carlo Ciucciovino, La cronaca del Tre-
solo due esempi che indicano bene come nel XVI secolo Matteo Bandello che, nato nel
17. Almeno questa è l’opinione di Ferdinand Gre- cento italiano, I, 2, pp. 8 e ss. Per l’ultimo giu-
pensiero dantesco sia ben distinto il giudizio 1485 a Castelnuovo Scrivia in Piemonte, alla
gorovius, Storia di Roma nel Medioevo, IV, dizio sul Guasco, egli cita Robert Davidsohn,
sulla persona da quello sulla funzione che ri- fine del secolo prende i voti e più tardi, a se-
Roma, Edizioni Romane Colosseum, 1988, p. Storia di Firenze, III, Firenze, Sansoni, 1972,
copre. guito della morte del suo signore Francesco I
13. pp. 644-46.
2. La bibliografia sull’argomento è assai ampia, re di Francia, nel 1541, si trasferisce sulle rive
18. Anche se la conseguenza dello scioglimento 22. Ciucciovino, cit., p. 15.
mi limito a citare lo studio di Bruno Nardi, della Garonna dove fra il 1550 e il ’55 ricopre
dell’Ordine dei Templari, tanto voluto da Fi- 23. Silvestrini, cit., p. 244.
La donatio Costantini e Dante, in Idem, Nel le funzioni di Vescovo di Agen. Qui muore nel
lippo, è la non conclusione del problema rela- 24. Ivi, p. 245.
mondo di Dante, Roma, Edizioni di Storia e 1561.
tivo all’altra richiesta pressante del re, quella 25. Pd XXVII 55-60.
Letteratura 1944, pp. 109-159. 8. Chiesa in cui si può svolgere il servizio divi-
di processare il defunto Bonifacio VIII, pro- 26. «Guardatevi dai falsi profeti che vengono a
3. Per una rapidissima disamina del passaggio no solenne da parte di un collegio di chierici
cesso che non arriva mai a sentenza. voi in veste di pecore, ma dentro son lupi ra-
dal potere imperiale al potere papale, mi costituenti un capitolo collegiale equivalente
19. Secondo Dante alla morte di Carlo Martello paci. Dai loro frutti li riconoscerete» (Matteo,
permetto di rinviare al primo capitolo della al capitolo cattedrale sebbene privo dell’auto-
(1295), primogenito di Carlo II d’Angiò, que- 7, 15-16).
prima parte del mio volumetto I papi, Roma rità del vescovo.
sti, con la complicità di Bonifacio VIII, escluse 27. Pd XXX 142-148.
e Dante. L’idea e le immagini di Roma nella 9. Alla lettura di questo canto è dedicata la terza
dalla legittima successione al trono di Napoli 28. Ivi 133-137.
Commedia dantesca, Roma, Bulzoni, 2004, parte del lavoro già citato I papi, Roma e Dan-
Carlo Roberto primogenito di Carlo Martello 29. Ivi 142.
pp. 13-33. te, pp. 91-116; per i versi relativi a Clemente
a favore di Roberto suo terzogenito. Roberto 30. «detruso» è un perfetto latinismo, da detru-
4. Questo catalogo, che si presenta qui in ordine V, si vedano le pp. 107-110.
è lo stesso personaggio al cui giudizio si sot- sum, supino di detrudo che significa “cacciar
alfabetico, è ricavato, con aggiunte (ma sen- 10. «Ma, Seleuco passato all’altra vita e avendo
topone Petrarca prima di essere incoronato giù abbasso”.
za gli anni di riferimento, considerata la loro prese le redini del governo Antioco, chiamato
poeta in Campidoglio, nel 1341. Si ricordino 31. Sui riferimenti evangelici a questo personag-
frequente incertezza), dall’Indice dei nomi anche Epifane [215 ca.-164, re dal 175], Gia-
almeno questi versi del Paradiso: «Da poi che gio si veda I papi, Roma e Dante, pp. 94-94, n.
delle tre Cantiche che si trova in Alighieri Dan- sone, fratello di Onia, volle procurarsi con la
Carlo tuo, bella Clemenza, / m’ebbe chiarito, 2.
te, Commedia, a c. di Anna Maria Chiavacci corruzione il sommo sacerdozio e, in un in-
mi narrò li ’nganni / che ricever dovea la sua 32. Alighieri Dante, Epistole, in Idem, Opere, Fi-
Leonardi, III, Paradiso, Bologna, Zanichelli contro con il re, gli promise trecentosessanta
semenza;» (Pd IX 1-3). renze, Sansoni, 1965, p. 326
2001, pp. 617-634. talenti d’argento e altri ottanta riscossi con
20. Questo avvenimento rimane a lungo ignora-
1. Adriano V (Ottobuono Fieschi) Pg un’altra entrata. Oltre a questi prometteva di
to dall’incoronando imperatore, nella fase del
XIX 79 ss; 2. Agapito I (romano) Pd VI 16; versargli altri centocinquanta talenti, se gli
soggiorno italiano e poi nel primo periodo ro-
3. Anastasio II (romano) Inf XI, 8; 4. Boni- fosse stato concesso di stabilire di sua autori-
facio VIII (Benedetto Caetani) Inf XV 112; tà una palestra e un campo d’addestramento
XIX 53; XXVII 70; XXVII 85; Pg XX 87; Pd e di erigere una corporazione d’Antiocheni a
XVII 49; Pd XXVII 22; XXX 148; 5. Callisto I Gerusalemme» (2Maccabei, 4, 7-9).
(romano) Pd XXVII 44; 6. Celestino V (Pietro 11. Pg XXXII, 148-153.
da Morrone) Inf III 59 ss; Inf XXVII 105; 7. 12. «Allora uno dei sette angeli che hanno le sette
Clemente IV (Guy Foucois) Pg III 125; 8. Cle- coppe mi si avvicinò e parlò con me: “vieni ti
mente V (Bertrand de Got) Inf XIX 82 ss; Pg farò vedere la condanna della grande prosti-
XXXII 148 ss; Pd XVII 82; Pd XXVII 58; Pd tuta che siede presso le grandi acque. Con lei
XXX 142 ss.; 9. Giovanni XXI (Pedro Julião, si sono prostituiti i re della terra e gli abitanti
detto Pietro Ispano) Pd XII 134; 10. Giovan- della terra si sono inebriati del vino della sua
ni XXII (Jacques Duèze o d’Euse) Pd XXVII prostituzione”. L’angelo mi trasportò in spiri-
58; 11. Gregorio I Magno (romano) Pg X 75; to nel deserto. Là vidi una donna seduta sopra
Pd XX 108; Pd XXVIII 133; 12. Innocenzo III una bestia scarlatta, coperta di nomi blasfe-
(Lotario dei Conti di Segni) Pd XI 92; 13. Lino mi, con sette teste e dieci corna. La donna era
(della Tuscia) Pd XXVII 41; 14. Martino IV ammantata di porpora e di scarlatto, adorna
(Simon de Brion) Pg XXIV 20 ss.; 15. Niccolò d’oro, di pietre preziose e di perle, teneva in
III (Giovanni Gaetano Orsini) Inf XIX 31 ss.; mano una coppa d’oro, colma degli abomini
16. Onorio III (Cencio ma non dei Savelli) Pd e delle immondezze della sua prostituzione»
XI 98; 17. Pio I (di Aquileia) Pd XXVII 44; 18. (Apocalisse, 17, 1-5).

26 27
BONIFACIO VIII, IL NEMICO GIURATO
Michele Tamponi

M
olti sono i grandi personag- quivoco in cui viene fatto incorrere Gio-
gi con i quali prima dell’esilio vanni Gaetano Orsini, papa col nome di
Dante intrattenne relazioni di Niccolò III dal 1277 al 1280. Collocato
natura politica, culturale o amicale: in- tra i dannati, questo pontefice scambia il
contrò Enrico VII di Lussemburgo, l’alto Poeta per Bonifacio e lo incalza con do-
Arrigo ispiratore del De Monarchia; dia- mande costituenti un severissimo j’accu-
logò con Corso Donati, Vieri de’ Cerchi, se: «Se’ tu sí tosto di quell’aver sazio / per
i Donateschi e i Bianchi a Firenze, dove lo qual non temesti tórre a ’nganno / la bel-
conobbe anche l’angioino Carlo Martello; la donna, e poi di farne strazio?» (Inferno,
strinse legami con il signore ravennate canto XIX).
Guido da Polenta il Vecchio, podestà di Bonifacio è così incolpato da quel papa
Firenze nel 1290 e padre di Francesca da simoniaco, sfacciatamente proteso all’ul-
Rimini; instaurò fraterna dimestichezza teriore ascesa della propria famiglia an-
con il pisano Nino Visconti, giudice di che attraverso l’attribuzione del cardina-
Gallura e abiatico del conte Ugolino della lato a tre suoi nipoti, di avere accumulato
Gherardesca. Ma il più noto personaggio fortune e beni mondani, in vista dei quali
con cui ebbe rapporti fu certamente Bo- non avrebbe esitato a ingannare la sposa
nifacio VIII, al secolo Benedetto Caetani, di Cristo per poi «farne strazio» attraverso
presso il quale si recò a Roma come am- un’opera scellerata e corruttrice.
basciatore della Repubblica fiorentina nel Dante trova in tal modo l’opportuni-
1301: il più noto, e anche il più disprez- tà, nella terza bolgia dell’ottavo girone
zato, assurto nella Commedia a simbolo e infernale, di rimproverargli l’avidità di
sintesi dei mali che affliggevano la Chiesa ricchezze per le quali si era impadronito
e la società del tempo. con la frode della Chiesa («la bella don-
L’immaginario viaggio nell’aldilà è col- na») per poi prostituirla. E poco più oltre,
locato nel 1300, e a tale data Bonifacio alludendo allo stesso Bonifacio e al suc-
era nel pieno del suo pontificato (morirà cessore Clemente V pastor sanza legge, ne
tre anni dopo, a poche settimane dall’u- stigmatizza l’operato evocando le parole
miliazione inflittagli da Sciarra Colon- dell’Apocalisse attribuita all’apostolo Gio-
na con il leggendario schiaffo). Egli non vanni, dove si legge che l’evangelista ebbe
poteva entrare, dunque, nella schiera dei la visione di una meretrice seduta sulle
peccatori incontrati da Dante nel suo iti- acque del mare, la quale fornicò con i re
nerario. Eppure per almeno quattro volte e inebriò i popoli della terra con la sua
il Poeta si industria di vituperarlo, e di ad- lascivia:
ditarlo come votato alle pene dell’inferno.
E nelle prime due lo fa, a modo di massi- «Di voi pastor s’accorse il Vangelista
mo spregio, per bocca di altri peccatori quando colei che siede sopra l’acque
gravati anch’essi da eterno supplizio. puttaneggiar coi regi a lui fu vista».
Gustave Doré, Il primo espediente è costituito dall’e-

28 29
Non meno eloquente è il secondo accor- Perciò il Poeta proverà ciare il netto discrimine tra miserie uma- licentia invadendi a un sovrano straniero
gimento cui il Poeta ricorre per inveire ne e grandezza della Chiesa, tra errori dei di patria, di costumi e di lingua su terri-
contro l’odiato pontefice (Inferno, canto «… come sa di sale suoi uomini ed eternità della missione tori riguardati come sancte romane eccle-
XXVII). lo pane altrui, e come è duro calle affidata a Pietro, tra squallore del peccato sie iuris et proprietatis solo in forza di un
A parlare è ora Guido da Montefeltro, il lo scendere e ’l salir per l’altrui scale». e celestiale clarità. Una cosa è il potente falso storico – la donazione di Costantino
quale racconta la sua vita di condottiero regnante, uomo tra gli uomini, peccatore – fabbricato alla corte papale nei secoli
poi divenuto frate francescano alla ricerca Infine, a Bonifacio allude San Pietro nel tra i peccatori; altro la persona del papa, precedenti allo scopo di giustificare il “di-
dell’eterna salvezza («Io fui uom d’arme, canto XXVII del Paradiso, allorché con- “Cristo in terra”, mediatore indispensabi- ritto” della Chiesa sui dominî bizantini in
e poi fui cordigliero, / credendomi, sí cin- danna duramente la corruzione del papa- le tra cielo e mondanità. Italia o addirittura sul rinnovato Impero
to, fare ammenda»), finché non fu traviato to che ha reso Roma, la città del suo mar- d’Occidente.
proprio da Bonifacio («lo principe d’ì novi tirio, «cloaca / del sangue e della puzza». Può soggiungersi che la figura di que- Così si spiegano le pagine dell’amarezza
Farisei»), al cui servizio mise la propria E l’indegnità morale del pontefice che la sto discusso pontefice non ha incontra- e del dolore con cui il De proeliis Tusciae
astuzia per distruggere Palestrina e la po- regge è tale, che Pietro lo bolla come colui to nella storia le censure del solo Dante. del pisano Raynerius De Grancis, inserito
tenza dei suoi signori, gli invisi Colonna, «ch’usurpa in terra il luogo mio, / il luogo Basterebbe ripensare alla violenta invet- dal Muratori nella raccolta dei Rerum ita-
dietro promessa dell’assoluzione dai pec- mio, il luogo mio che vaca / ne la presenza tiva scagliatagli da Iacopone da Todi, da licarum Scriptores, lamenta la perdita del-
cati: del Figliuol di Dio». lui scomunicato e fatto imprigionare nei la Sardegna. Aspra è la reprimenda con-
sotterranei del convento di San Fortuna- tro l’ingrato papa, immemore dei meriti
«… Tuo cuor non sospetti; Negli episodi qui richiamati può co- to, e liberato dalla scomunica e dal car- della grande repubblica marinara nell’an-
finor t’assolvo, e tu m’insegna fare gliersi a piene mani tutto il rancore del cere solo dopo che il potente avversario tica difesa contro il musulmano Mughaid
sí come Penestrino in terra getti. Poeta verso Bonifacio, colpevole di avere morì: «O papa Bonifazio, / molt’ài iocato («satis ingratus vobis Bonifatius»), col-
Lo ciel poss’io serrare e diserrare, ordinato il suo esilio destinato a bandirlo al mondo; / pensome che giocondo / non pevole di avere concesso al re d’Aragona
come tu sai …». dalla città natale. Sempre rigorosamente te ’n porrai partire! / … / vizio inveterato / un’intera isola nella quale non possedeva
presente resta tuttavia la netta separazio- convertes’en natura; / de congregar le cose neppure un palmo di terra.
Anche con questo brano, dunque, il Po- ne tra l’uomo e la Chiesa. Nel canto XIX, / granne n’à auta cura; / or non ce basta Personalità composita e, comunque, di
eta disvela tutto il suo disprezzo verso il questa è «la bella donna» senza macchia el licito / a la tua fame dura, / messo t’èi a grande rilievo quella di papa Bonifacio,
gran prete: “principe” dei nuovi farisei, e senza rughe, insidiata però dalla mon- ’rrobatura / come asscaran rapire». ricordato nel tempo, tra l’altro, per la fon-
capo degli ecclesiastici che ricalcano l’ipo- dana cupidigia e dalla mitizzazione del Né questa coeva testimonianza è rima- dazione dello Studium Urbis, destinato a
crisia dei sacerdoti d’Israele consenzienti denaro; nel canto XXVII, domina il ri- sta isolata, se il Chronicon estense poteva divenire l’Università degli Studi di Roma,
alla condanna a morte di Cristo, espressio- chiamo a Costantino, l’imperatore colpito annotare che Bonifacio morì non bono e per la decisione di celebrare il primo
ne della corruzione e della degenerazione, dalla lebbra umiliatosi a chiedere l’aiuto modo, set rabiosus et desperatus de Deo. giubileo della storia.
pronto a vincere le perplessità del neo- del pontefice che aveva perseguitato: è la E al di là della sete di denaro e di potere La bolla 22 febbraio 1300 con cui l’An-
convertito francescano col più ripugnante grande vittoria della Chiesa, il trionfo del – quella sete di potere in epoca contem- no Santo fu indetto decretava l’indulgenza
dei mercanteggi («Lo ciel poss’io serrare e suo capo spirituale, quel papa Silvestro ri- poranea così felicemente romanzata da plenaria in favore di coloro che nell’anno
diserrare»): a mio piacimento posso sco- fiugiatosi sul Monte Soratte per sfuggire Ignazio Silone ne L’avventura di un po- in corso e in ogni futuro centesimo anno
municarti e decretare la perpetua danna- alla persecuzione e tornato per battezzare vero cristiano, lo sventurato anacoreta di avessero visitato le basiliche romane di
zione, ovvero spalancarti le porte del cie- l’augusto convertito. Sulmona indotto a rinunciare alla tiara, San Pietro e di San Paolo. Anche Dante si
lo. Ricatto e suadente promessa, minaccia E vi è di più: nel canto XX del Purgato- inprigionato e forse anche fatto uccidere unì alla foltissima schiera dei romei, e ne
e frode, violenza e ammiccamento: il più rio, l’ira del Poeta si scaglia contro il “fior- da Bonifacio –, neppure le strategie poli- è traccia nel canto di Malebolge, ove la fol-
sacrilego inganno, la più riprovevole em- daliso”, l’insegna dei reali di Francia, cui tiche hanno incontrato l’approvazione dei la dei peccatori è paragonata allo «esercito
pietà, la più turpe spregiudicatezza. rimprovera il violento ingresso in Anagni suoi contemporanei. molto» di pellegrini convenuti nella cit-
per trarre in cattività Cristo, nella perso- Eloquente è la cuppa aurea del 4 aprile tà eterna che percorrevano in un senso e
È poi la volta del trisavolo Cacciaguida, na del suo vicario: «veggio in Alagna entrar 1297, la bolla con la quale, mirando alla nell’altro il ponte di Castel Sant’Angelo, in
luminoso esempio di costumi morigerati lo fiordaliso, / e nel vicario suo Cristo esser sistemazione dei problemi mediterranei allora unico a collegarla al colle Vaticano.
e di retto vivere, che nel canto XVII del catto. / Veggiolo un’altra volta esser deriso; sorti con la guerra del Vespro e la caccia- Ma neppure questo passo di ordine spi-
Paradiso predice a Dante l’esilio, riferen- / veggio rinovellar l’aceto e ’l fiele, / e tra vivi ta degli esecrati francesi dalla Sicilia, in- rituale ha trovato nei contemporanei e
dogli che in tale direzione già si muove la ladroni esser anciso». feudava le principali isole del Mediterra- nei posteri piena condivisione: annota il
corrotta curia romana per ordine di papa Eppure il vicario, a quel momento, era neo a Giacomo II il Giusto, concedendo- Muratori nei suoi Annali d’Italia, racco-
Bonifacio: proprio Bonifacio, umanamente meri- gli solenne investitura del sino ad allora gliendo anteriori illazioni ingenerose, che
tevole di ogni disprezzo, ma pur sempre inesistente Regnum Sardiniae et Corsicae il giubileo fu inventato «per soddisfare alla
«Questo si vuole e questo già si cerca, successore del Figlio di Dio, oltraggiato nel corso di una pomposa cerimonia alla divozion de’ popoli, divozione che tornava
e tosto verrà fatto a chi ciò pensa dalla prepotenza di Sciarra Colonna e di presenza della madre del monarca iberi- anche in sommo profitto del papa a cagion
là dove Cristo tutto dí si merca». Guglielmo di Nogaret ministro di Filippo co, la regina Costanza figlia di Manfredi delle grandi limosine che spontaneamente
IV il Bello. Non livore a tutto campo, dun- di Svevia andata sposa a Pietro d’Arago- si faceano dai pellegrini alle chiese, e anda-
que, ma piena capacità del Poeta di trac- na. Una mossa, questa, che concedeva la vano in borsa del papa».

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Bibliografia essenziale

Chronicon estense cum additamen-


tis usque ad annum 1478, a cura di G.
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ratori, t. XV, parte III, Città di Castello - F. POMPONI - A. ROVERE (a cura di),
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Fratris Raynerii de Grancis, a cura di C. (a cura di), Momenti di storia medioevale
Meliarò, in RIS Raccolta degli storici ita- pisana. Discorsi per il giorno di S. Sisto,

È
liani dal cinquecento al millecinquecento, Pisa 1991, p. 141 ss. tra gli aspetti più interessanti e ro particolare che di lui pure ostenta, in
controversi, quello del rapporto continuità con il più aggiornato giudizio
con i papi, che trasuda dalla com- montiniano, il papa ‘regnante’ attuale,
plessiva produzione letteraria e poetica Francesco.2
di Dante. Se ne occupa, come vedremo, Già carico di un precipuo apprezzamen-
particolarmente nella Commedia, ma non to nell’età della Riforma, particolarmente
solo in essa. Ed è, mi pare di poter dire, nel caso del trattato della Monarchia3, il
un rapporto sofferto, apertamente denun- giudizio di Dante, fu e resta una critica
ciato e interpretato, con tutti i rischi che sferzante del Papato del suo tempo, an-
comporta il caso dell’ intellettuale e uomo che se tutto interno, come si diceva, all’or-
pubblico quale fu Dante. Il quale visse in- todossia cattolica del periodo e, in quanto
tensamente il proprio ruolo sociale e cul- lezione storico-morale, ancor oggi, come
turale.1 accennavo, particolarmente significativo.
Egli ha un’idea alta della figura e della Non si dimentichi, però, come spesso
missione del Pontefice Romano e lungo si fa nelle aule scolastiche, che il testo in
tutto il suo percorso formativo, non pri- cui Dante meglio precisa ed espone il suo
vo di esitazioni e qualche incertezza, ma- pensiero politico, il trattato Monarchia,
tura un giudizio sui papi del suo tempo fu colpito dall’accusa di eresia poco dopo
che, dall’alto di quell’ideale luminoso, è la sua morte (1325). Che, come raccon-
certamente complessivamente negativo: ta per primo Giovanni Boccaccio (1313-
in una prospettiva provvidenzialistica e 1375), gli venne rivolta, lo si vedrà più
cristiana della storia, che rimane il suo avanti, durante il pontificato di Giovanni
orizzonte ideale e, direi, esistenziale sino XXII (1316-1334)4.
alla fine. In buona sostanza la teoria circa la
È poi questa prospettiva di fondo, lar- funzione del Papato ‘reale’, che esce fuo-
gamente positiva e progressiva, del pen- ri dalle pagine dantesche è largamente
siero di Dante, come la sua ecclesiologia, negativa, perché se esso ebbe per dispo-
ammesso che tale possa definirsi questa sizione divina una precisa missione di
sua ricerca nel seno stesso della vita della cooperazione attiva con l’Impero e, dun-
Chiesa, che opera, ancora oggi, nel sen- que, destinata alla felicità umana nel Re-
so di un recupero dell’ideologia dantesca, gno dei Cieli, a partire dalla fondamenta-
del ‘poema sacro’ in particolare, per un le investitura cui attese Cristo mediante
aspetto significativo ed attuale, ai culmini il mandato affidato all’apostolo Pietro, i
stessi del moderno Pontificato, attraver- papi che Egli considera più da vicino e
so personaggi del calibro di Leone XIII che dunque fanno testo ai fini della sua
(1878-1203), Benedetto XV (1914-1922) valutazione, non si sono, né si dimostra-
e, ancor più efficacemente, Paolo VI rono degni di tale originaria investitura.5
(1963-1978). Senza trascurare il pensie- In ragione del loro effettivo compor-

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tamento, dell’uso distorto della altissima ne XIII, nel 1881, per la rimozione dell’o- sione di quella e di sé molti degli argomenti che dell’Impero, anzi che lo sottovaluta-
dignità loro conferita, essi si sono mac- pera dall’Indice di Venezia, quindi da in esso posti cominciarono ad usare: per va12.
chiati di gravi colpe, simonia e brama di quello Romano di Paolo IV (1555-1559) la qual cosa il libro, il quale infino allora In età più matura Dante, nel vivo, al-
potere – per menzionare le principali - e poi dal Tridentino, nei quali era stata appena era saputo, divenne molto famoso tresì, della cocente esperienza dell’esilio,
derivandone il gravissimo stato in cui si confinata. Certo, nel tardo Ottocento l’o- (….). Il detto cardinale, non essendo chi a procuratogli proprio per conseguenza
trovava la Chiesa cattolica a detrimento pera era pur sempre in circolazione, ma il ciò s’opponesse, avuto il soprascritto libro, dell’attività politica di un Bonifacio VIII
dell’umanità intera. gesto leonino, diciamo, di ‘riabilitazione’ quello in pubblico, sì come cose eretiche (1294-1303), denuncia convintamente l’at-
Quella di Dante, allora, è una riflessio- dantesca, si faceva pur carico di signifi- contenente, dannò al fuoco. E il simigliante tacco che la Chiesa istituzionale sferrava
ne anche teologica, morale e conseguen- cato, non solo nel contesto politico del si sforzava di fare delle ossa dell’auttore, a ai diritti dell’Impero per mezzo del suo
temente politica, maturata nel campo di tempo e, maggiormente, all’interno del- etterna infamia e confusione della sua me- temporalismo e, come si diceva, la simo-
una intensa esistenza umana, entro la la organizzazione ecclesiastica, ma nel moria, se a ciò non si fosse opposto uno nia e il nepotismo dei papi.
quale, nella particolare visione che ha del complesso di una nuova riconsiderazio- valoroso e nobile cavaliere fiorentino, il cui Tra le diverse espressioni dantesche di
mondo, degli uomini e della storia, Egli ne dell’opera dantesca in una rinnovata nome fu Pino della Tosa, il quale allora a questo convincimento mi sembra oppor-
riassume il suo sguardo al passato, in un prospettiva pastorale!8 Come si diceva, fu Bologna, dove ciò si trattava, si trovò e con tuno non rinunciare qui ad una di esse, in
cocente e disilluso giudizio del presente. il grande Boccaccio, a darci quasi la cro- lui messer Ostagio da Polenta, potente cia- Paradiso XXVII, 22-24. Sono le parole più
naca di quegl’eventi e quindi le ragioni di scuno assai nel cospetto del cardinale di so- accorate e dure, che Egli mette in bocca
*** quella persecuzione politica. È un vivido pra detto”.11 non a un nemico della Chiesa, o ad un ere-
quadro del tempo, quello delineato nel tico, ma proprio a San Pietro, in una dolo-
È in Monarchia, appunto, che si trova- Trattatello in laude di Dante9 composto tra Ed ecco che il trattato fece testo, inse- rosa e famosissima invettiva:
no i concetti più chiari e convinti della il 1357 e il 1361. Insisto sull’episodio, per- rendosi nel vivo di una intensa vicenda
sua teoria politica, mentre nel prosieguo ché, lungi, qui, da intenti apologetici, che politica e culturale. Giorgio Petrocchi ha Quelli ch’usurpa in terra il loco mio,
della sua costruzione letteraria, semmai, non avrebbero nessun senso, esso costitu- efficacemente delineato il percorso della il loco mio, il loco mio, che vaca
ne cogliamo gli sviluppi. All’Impero spet- isce un esempio calzante per capire come formazione politica di Dante, incentran- ne la presenza del Figliol di Dio.13
ta la gestione della dimensione razionale l’ideologia dantesca si calasse, alla fin fine dolo tra la composizione della cantica del
dell’uomo, nelle forme concrete dell’atti- e concretamente, nel dibattito politico Purgatorio e, appunto, del tratto Monar- Ecco, prima ancora di entrare nella più
vità politica. Alla Chiesa, come detto, è del tempo tra Papato e Impero. E, anco- chia. Effettivamente, ciò che Dante sostie- particolare vicenda di quell’ ‘usurpatore’
data la missione di guidare e indirizzare ra senza tema di divagare, sarebbe que- ne nel trattato è un approdo, non sconta- che come è noto è Bonifacio VIII, perso-
la vita spirituale dell’uomo. Tra i due Enti, sto uno dei metodi possibili per rendere to, del suo pensiero politico. In una prima naggio noto personalmente a Dante, in-
parti essenziali dell’unico disegno provvi- didatticamente viva la storia della nostra battuta, infatti, la Chiesa, istituzione divi- teressa cogliere qui il senso più profondo
denziale e divino, non c’è separatezza di letteratura, in luogo di mnemoniche ripe- na, si rivelava indegna della sua missione, della riflessione del Poeta; una considera-
tipo moderno, tipica, cioè, della conce- tizioni, anticamere della noia, facilmen- come detto, attraverso l’opera ‘corrotta’ zione che non mutò mai, sino alla morte.
zione laica e liberale di ‘libera Chiesa in te risolte nella più assoluta dimentican- dei papi, perché essa si impadroniva “del- Non si tratta, come si vede, di una con-
libero Stato’. Dante, in concreto, postula za, ovvero nelle più banali esercitazioni le norme della politica terrena; in poche testazione diretta al pontefice e a quel
un coordinamento tra i due sommi poteri aneddotiche!10 parole attendeva alla scherma politica per pontefice!, chiaramente sottinteso, ma di
concessi da Dio, chiamati a collaborare: Racconta allora Giovanni Boccaccio finalità del tutto umane; politica che, inve- una riflessione sull’ Istituzione pontificale.
“l’imperatore e il papa sono chiamati a che: ce, è propria della libertà del Comune, del- Non è una critica di illegittimità canoni-
servire un unico Ispiratore, realizzandone la autonoma volontà del popolo, della ge- ca che Dante rivolge al papa, quello stes-
la volontà en modi e campi diversi”6. “questo libro (Monarchia n.d.s.) più losa difesa della indipendenza dello Stato so che, come accennavo, aveva ‘scritto’ il
Il trattato Monarchia, in sintesi, espone anni dopo la morte dell’auttore fu dannato fiorentino (di conseguenza di tutti gli Stati suo destino di esilio, ma l’amara conside-
più compiutamente che altrove la sua dot- da messer Beltrando cardinal del Poggetto e terreni) dal potere di Roma”. Siamo qui di razione che lui, il pontefice, non si ispira-
trina politica, tenendo presente che la sua legato di papa nelle parti di Lombardia, se- fronte a qualcosa di diverso – fa notare il va agli insegnamenti di Cristo! L’accusa è
datazione oscilla tra il 1314 e il 1317 ed è dente papa Giovanni XXII. E la cagionefu grande Critico – dal pensiero giovanile del di indegnità morale, il che comporta una
quindi opera, come pure accennavo, della per ciò che Ludovico duca di Baviera, dagli Poeta. vacanza sostanziale del Seggio petrino.
piena maturità dantesca. Scritta in lati- elettori della Magna eletto in re dei Roma- Si tratta adesso di una Chiesa invadente Il giudizio sull’usurpazione di quest’ulti-
no l’opera venne volgarizzata da Marsilio ni, e venendo per la sua consacrazione a e prepotente, che si fa tale proprio snatu- mo esprime la protesta di Dante “contro
Ficino (1433-1499), nel 1467, non senza Roma contro il piacere del detto Giovanni rando gravemente il mandato divino, cioè il pontefice che ha ottenuto il suo ufficio
il piglio di una sentita contestazione alla papa, essendo in Roma, fece, contra gli or- usando la religione cristiana, più che pra- con l’inganno”14.
avvenuta sua censura a mezzo dell’Indice, dinamenti ecclesiastici, uno frate minore, ticandola! È, appunto, la ‘teoria dei due soli’ che qui
condannato come fu al rogo, in Bologna chiamato frate Pietro della Corvara, papa Petrocchi ci spiega il senso di questa va oltremodo in crisi, perché viene meno
e bandito alla lettura. La prima stampa (l’antipapa Niccolò V, Pietro Rainalducci) svolta nell’idea dantesca della Chiesa, ri- uno dei suoi due elementi essenziali, cioè
dell’opera non a caso si ebbe, come rife- e molti cardinali e vescovi; e quivi, a questo cordando il Dante giovane e uomo pub- il Papato, alla sua originaria funzione, in
rito in nota, nel 1559, a Basilea, in piena papa, si fece coronare.È nata poi in mol- blico. “preso dall’esclusivo amore per la quanto la disposizione divina, che ne è
area protestante!7 ti casi della sua auttorità quistione, egli e’ libertà del reggimento popolare”, che non alla base, di fatto è negata dalla cupidigia
Si dovrà attendere il pontificato di Leo- suoi seguaci, trovato questo libro, a difen- guardava alle finalità e prerogative politi- dell’uomo: “l’avarizia dei pontefici ha fat-

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to sì che essi trascurino la loro missione In vesta di pastor lupi rapaci come lo era stato nelle lamentazioni del difficoltosa costruzione di uno Stato della
spirituale e attendano esclusivamente al Si veggion di quassù per tutti i paschi: profeta Geremia per Gerusalemme, la mi- Chiesa, organicamente strutturato, dopo
potere temporale, non voluto da Dio; la o difesa di Dio, perché pur giaci? serrima condizione di Roma, che di per il definitivo tramonto di ogni velleità teo-
Chiesa di Cristo è vacante; sul suo soglio Del sangue nostro Caorsini e Guaschi sé è scandalo, perché “porge argomento cratica bonifaciana24.
siede un usurpatore”.15 S’apparecchian di bere: o buon principio, di schernire il culto cristiano”. I principi L’età di Dante, cioè, quella in cui si pon-
Ripeto: Dante resta profondamente a che vil fin conviene che tu caschi.19 della Chiesa “ anzi che menare per la retta gono i problemi più urgenti e spinosi della
convinto del dogma papale e in questo via il gregge loro affidato, l’hanno condot- storia politica e istituzionale del Papato,
senso è decisamente avverso a forme ere- È la simonia e il mercato continuo dei to sull’orlo del precipizio, avendo in non che l’uomo pubblico, prima e l’esule, poi,
ticali di radicale contestazione del Papato benefici ecclesiastici ( i paschi ), vale a cale le supreme ragioni della religione”. assume al centro della propria riflessione
medesimo, più antiche e recenti, proprio dire mediante i quali si acquistano tali L’appello ai cardinali, quindi, è di agire storico-politica e quindi poetico-lettera-
mentre si scaglia con veemenza contro il privilegi, a far si che essi si assegnano a strettamente uniti “in pro della Chiesa di ria, è quella che va dal tramonto della po-
pontefice ‘usurpatore’ ed è a questa, tut- persone indegne. È questa pratica fraudo- Roma, dell’Italia, anzi di tutta la cristia- tenza sveva, a cui ha partecipato e vinto il
to sommato, positività critica, mi pare lenta a macchiare il Papato, a snaturarlo nità”21. Papato, al tentativo di una maturazione,
di poter dire, a cui si rivolge, tra le altre e, quindi, a metterlo sullo stesso piano Certo, come accennavo, era tramontata come dicevo, istituzionale dello Stato Ec-
cose, la più recente ed interessata riconsi- di un beneficio materiale, che poi viene allora in Dante la speranza di un risolu- clesiastico nell’Italia centrale25.
derazione di Dante da parte dei pontefici a contraddistinguere la Ecclesia carnalis, tivo intervento imperiale, che aveva pure Il trasferimento della Santa Sede in
dell’ età contemporanea!16 come logica, sua conseguenza. invocato in una personale lettera ad Ar- Francia fece cadere in un grave disordine
Sull’argomento, come detto, Dante tor- Ed è come in Matteo VII, 15: “Attendi- rigo VII di Lussemburgo. Al riguardo so- i territori dell’Italia centrale; un proble-
na più volte. Nel 1314 lo fa, per esempio, te a falsis prophetis, qui veniunt ad vos in stenne Francesco Di Capua, “…tale spe- ma a cui già aveva messo mano lo stesso
nella Lettera ai cardinali italiani riunitisi vestimentis ovium, intrinsecus autem sunt ranza non era affievolita, s’era allontanata Bonifacio VIII. L’assenza della Curia, che
in conclave dopo la morte di Clemente V lupi rapaces”. nel buio del mistero” che rimaneva, però, perdurò per quasi tutto il Trecento, da
(1305-1314); un conclave destinato a pro- L’allusione, quindi, agli ultimi due papi a Lui in una forma di intimissima aspet- Roma, non volle dire ‘meno governo po-
trarsi lungamente, dopo alterne vicende, è esplicita. L’uno guascone, Clemente V e tativa22. litico del territorio pontificio, ovvero una
finché solo nel 1316 venne eletto Giovan- l’altro caorsino, Giovanni XXII; quelli che La Lettera ai cardinali italiani é una ulte- ridotta influenza della Chiesa nel contesto
ni XXII17. si apprestano ad aggredire il patrimonio riore conferma dell’analisi dantesca sulle italiano, piuttosto una sua estrema com-
Un altro papa ‘straniero’ e ‘fuori’ dalla spirituale della Chiesa, per farne mercato. condizioni del Papato. Certo si è che que- plicazione sul piano interno ed interna-
Sede Apostolica, cioè da Roma, sua sede Echeggia bene qui in Dante, nel religio- sta testimonianza è parte non secondaria zionale26.
naturale e legittima, oramai trasferita in sissimo Dante, del Salmo XLIII, il verso del suo testamento politico, che possiamo Dante vide in ciò, prima ancora che il
Francia. Nel mentre fallisce anche il ten- 23: “Exurge, quare obdormis, Domine?” vedere riaffermato nella poesia del Para- fenomeno si sviluppasse in tutta la sua
tativo imperiale di Arrigo VII, morto nel Ma la lettera ai cardinali è ancora piena diso; la cantica non a caso dedicata all’uo- portata, un traviamento della missione
1313, a cui aveva guardato con grandis- di aspettativa. Egli perora l’elezione di un mo politico che forse gli fu più vicino di salvifica affidata alla Chiesa, per l’estremo
sima speranza per le sorti politiche d’I- papa italiano non per una mera questione tutti nell’esperienza dell’esilio, ad uno dei scadimento di essa nella temporalità, em-
talia, Egli si rivolge ai cardinali italiani, di nazionalità e non soltanto perché spe- grandi governanti d’Italia del tempo, Can- blematicamente ripropostasi attraverso i
rivelando ulteriormente lo spessore della rava tramite questi che la Sede Apostoli- grande della Scala (1291-1322)23. fatti dei conclavi di Carpentras ed Avigno-
sua aggiornata polemica antipapale. Qui, ca tornasse a Roma, dove era stata fissata ne.
come si fede la polemica si carica di moti- dagli apostoli Pietro e Paolo, ma soprat- *** Dunque, in estrema sintesi, i papi che
vi nazionali. Dante vede nel trasferimento tutto perché ciò avrebbe contribuito a contraddistinguono l’arco cronologico
della Sede Apostolica in Francia e quindi ridare autorevolezza ad una istituzione Ma chi sono i papi di Dante, attorno ai della vita di Dante (1265-1321) sono ben
nella elezione di papi francesi, cioè stra- screditata, in modo tale che questa avreb- quali Egli organizza il discorso storico- quattordici, secondo una serie che va da
nieri, un aggravamento della condizione be pacificato le fazioni avversarie che si critico, che lo porta a sostenere l’esigenza Clemente IV (1190-1200/1268) a Giovanni
generale della Chiesa e quindi un avvili- dilaniavano nelle città italiane. di un profondo rinnovamento della istitu- XXII, che gli sopravvisse.
mento ulteriore di quella che doveva esse- Fu questa concezione – senza tema di zione sacra del Papato? È un fatto, come Nel Paradiso compare un solo pontefice
re la sua rinnovata missione salvifica per divagare - nella ‘riscoperta’ di Dante a fini s’è cercato di dire, che egli si muove da (XII, 134-135), Pietro Ispano. “ lo qual giò
l’umanità18. nazionali italiani, vale a dire quel Dante testimone qualificato e avvertito del suo luce in dodici libelli “, ossia Giovanni XXI
Perciò, a quanto scriveva in Paradi- non meramente ‘risorgimentale’, ma ori- tempo, lungo una contingenza che per (1276-1277), importante giurista, autore
so XXVII (ut supra), aggiunge l’ulteriore ginariamente nazionale ed unificatore certi versi travalica la stessa dimensione delle Summulae logicales, senza che que-
commento all’elezione di Jacque Dèze, della Penisola, in senso culturale prima temporale della sua esistenza umana. Si sti desse particolari motivi di tale ‘inseri-
Giovanni XXII, già vescovo di Avignone che politico, che emerge, per esempio, già occupa, cioè, di una sezione precisa del- mento’ se non appunto il riferimento alla
e nel medesimo luogo, appunto, del Pa- dalla riflessione fosco liana e montiana20. la storia del papato, che comincia, so- sua opera di diritto canonico26bis.
radiso, ai versi 55-60, opera una sorta di L’esule fiorentino in questo caso si ri- stanzialmente, dalla vittoria sull’Impero, È, quindi, tra il Purgatorio e l’Inferno
bilancio delle più recenti vicende, inter- volge a due potenti porporati: Napoleone con la morte di Federico II, nel 1250 e la che, sostanzialmente, si dispiega, come è
pretandole in senso nettamente contrario Orsini (1260-1342) ed a Francesco Cae- sconfitta dei suoi successori: Manfredi, noto, la trattazione dantesca e si esplicita
ai veri interessi della Chiesa: tani (1256-1317); nipote, quest’ultimo, nel 1266 e Corradino, 1268 e che termina il suo rapporto con il Papato: in coerenza
di Bonifacio VIII, rappresentando loro, nella fase immediatamente precedente la con lo sviluppo del tema a cui Egli, come

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si disse, attese pure nelle altre opere con pazioni del papa; quelle che in realtà gli chezze e di carriera, mette in bocca al caso di specie, ma anche particolare per
intensità descrittiva diversa e variegato stanno veramente a cuore!29bis. personaggio l’avvenuta sua conquista ide- le indubbie connessioni storiche, religio-
livello passionale teologico ed anche po- È quindi il papa, suo contemporaneo, ale, della consapevolezza amara, cioè, del se, culturali e politiche con la vicenda
litico27. che Dante addita, proprio mentre Lui proprio limite nell’aver procurato con il delle terre d’Abruzzo, così profondamen-
Di ben cinque pontefici Dante non par- stesso prega nel cielo del Paradiso, al co- suo comportamento un vero e profondo te segnate, un po’ a tutti i livelli, oltre che
la . Le esplicite citazioni, pertanto, nella
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spetto di quella “…milizia del ciel cu’ io sconvolgimento del suo animo, tale da dalla vicenda personale di Celestino V, tra
Commedia si riducono a otto figure, oltre contemplo/ adora per color che sono in non essere più se stesso: la fine del secolo XIII e l’inizio del suc-
al citato Pietro Ispano: tre in Purgatorio, terra/ tutti sviati dietro al malo esempio!” cessivo e ancora oltre, anche e soprattutto
quattro nell’Inferno, a cui va aggiunto all’esecrazione dei Santi e Beati30. Non Vidi che lì non s’acquetava il core dalla attiva presenza del ‘movimento’ mo-
Giovanni XII, citato in Paradiso, ma in un si ferma, come si vede, ancora negli epi- né più salir potèsi in quella vita: nastico benedettino, fondato proprio da
accezione completamente negativa, sic- loghi dell’opera sua, l’impegno tenace di perché di questa in me s’accese amore.33 Pietro d’Angelerio nella nostra Regione;
ché può considerarsi un caso a sé emble- denuncia del ‘ malo esempio’ papale, che una congregazione religiosa che gli so-
matico, a cui già abbiamo fatto riferimen- è ancora attivamente operante in quegli È vero che l’avaro è costretto, per la leg- pravvisse e che ne difese energicamente la
to sopra, ma che vale la pena riprendere anni. Non è difficile immaginare cosa gli ge del contrappasso, a guardare a terra, memoria, almeno nei primi tempi e par-
brevemente, giacché è proprio nell’econo- sarebbe accaduto al Nostro se fosse ca- bocconi, finchè piacerà a Dio mantener- ticolarmente dopo la sua canonizzazione,
mia della Cantica in questione che brilla pitato, in quei frangenti, tra le mani di velo, ma è questo pentimento a sottoli- il 5 maggio 1313.36
meglio lo sferzante giudizio dantesco sul Giovanni XXII, così come accadde, non neare anche la non ineluttabilità della La polemica sul ‘gran rifiuto’ e il relati-
costume di questo pontefice: molti anni dopo, come accennammo, tra scelta del papa in vita, punito, provviden- vo personaggio – che per noi è Celestino
le fiamme del rogo di Bologna, al trattato zialmente, altresì, nell’ l’estrema brevità V- è troppo lunga e complessa per essere
Ma tu che sol per cancellare scrivi de la Monarchia!31 del pontificato. È il ribadire, diremmo, il qui riproposta e, forse, soltanto riassunta.
pensa che a Pietro e Paolo che moriro A parte il caso di Martino IV (12811285), disatteso messaggio-invito evangelico sul È un fatto che i primi commentatori di
per la vigna che guasti ancor son vivi. che è, come è noto, tra i golosi nel Purga- Regno divino, che non è di questo mondo Dante, per la grande maggioranza, furo-
Ben puoi tu dire: “L’ho fermo il disiro torio, la menzione di Dante dei pontificati ed a cui sono chiamati tutti gli uomini, no concordi nell’identificare il ‘misterioso
si a colui che volle viver solo di Clemente IV (1265-1268) e di Adriano indistintamente, i papi compresi. personaggio’ con Celestino V, a comincia-
e che per salti fu tratto al martirio, V (1276-1276), questi dal brevissimo ‘re- E questo Regno, con tutte le conseguen- re dal figlio di Dante, Jacopo, come si è
ch’io non conosco il pescator né Polo”29 gno’, introduce efficacemente quello che ze terrene del caso in termini di mancata detto, e, a seguire,, Graziolo Bombaglioli
esprimerà nell’Inferno sugli altri papi realizzazione della vera felicità umana, è (1291- prima del 1343), Jacopo della Lana
Il peccato gravissimo, appena denun- considerati32. negato anche a coloro che non hanno sa- (1290-1365), Guido da Pisa (commenta-
ciato e che avrà conseguenze enormi, Ma è possibile dire anche che il suo è puto, o voluto, per ignavia, sicuramente tore tra il 1327-1328) ed altri37.
come noi sappiamo, in età di Riforma un giudizio complesso e complessivo sul per pusillanimità, esercitare appieno il È un fatto, però, che, nell’economia del-
protestante, è quello di ‘lanciare facili Papato, pur trascurando Egli taluni emi- mandato affidatogli da Dio nel supremo la cantica dell’Inferno, coloro i quali pec-
scomuniche’, per poi annullare in cambio nenti personaggi dell’epoca in quanto non reggimento della Chiesa. carono di ‘viltà’, ovvero di rinuncia ad agi-
di denaro! ne parla, è interamente organico al suo Siamo qui, allora, seguendo lo sche- re, devono, in ragione della stessa colpa,
È il mercimonio più esplicito e racca- pensiero. Che poi articola, si direbbe mi- matismo espositivo di Dante, di fronte restare anonimi. Scrive Zanot: “nessuno
pricciante di cose sacre! rabilmente, per i diversi casi, nella costru- al profilo, ancora vivacemente dibattuto, deve emergere da un avvilente anonima-
Perciò il sarcasmo diventa feroce quan- zione poetica del suo ‘divino’ messaggio. della figura di Pietro d’Angelerio, Celesti- to, perché esso stesso è un intenzionale e
do Dante descrive il pensiero e le azioni E quelli del Purgatorio sono papi, di- no V (1294-1294), il papa che rimase in categorico giudizio morale”!
di questo papa. Il quale, nel vivido giudi- remmo, meno impegnativi – mi si passi carica dal 29 agosto al 13 dicembre 1294 Ecco perché i contemporanei e, a mag-
zio del Poeta, riesce ad evocare, nel suo il termine – nel senso che rivelano subito e che, appunto, rinunziò all’ufficio34. gior ragione, i primi commentatori di
stesso nome, la figura del Battista e quin- quei limiti di fondo della natura umana, Tra i primi ad identificarlo per tale fu Dante, conoscendo la eco vivissima dell’e-
di conoscerne la vicenda martiriale e, al in un discorso che sembrerebbe, se non lo Jacopo Alighieri (prima del 1300-1348), sperienza di Celestino V, anzi parteci-
contempo, non saper nulla di Pietro e di considerassimo nel loro complesso conte- figlio del Poeta, che così si esprime delle pando a quel dibattito, sono sicuri della
Paolo e della loro missione fondativa del- sto, tutto incentrato su limiti personali e Chiose alla cantica dell’Inferno: “ per più identificazione, senza poi dimenticare la
la Chiesa, nata sul sangue dei martiri. se vuole anche effimeri, nella ricerca del conoscenza qui d’alcuno della presente lezione stessa che, in anticipo su quegli
Quel richiamo di Dante, diremmo eru- potere per il potere, da non sconvolgere qualità si ragiona, il quale essendo papa a eventi, dette di Pietro del Morrone Jaco-
dito al Battista, riesce a rendere visiva per questo il quadro d’assieme del Papato Roma, e nominato Cilestrino, per viltà di pone da Todi (1236-1306).
l’allusione all’ipocrisia del papa, che gli del periodo. cuore temendo altrui rifiutò il grande uffi- Che poi, nel caso, debba trattarsi di un
preme esplicitare figurativamente. L’allegoria dantesca, però, come nel cio apostolico di Roma”35. personaggio contemporaneo è fuor di
Quello che fu il ‘maggior nato di don- caso di Adriano V, propone anche una Si sa che Jacopo scriveva attorno al dubbio: “Il poeta, infatti, sembra dimo-
na’ – come il Battista è nei Vangeli - è an- vena di intensa umanità, da non farsi 1322, pochissimo dopo la morte del pa- strare di voler colpire qualcuno in parti-
che, in realtà, il patrono di Firenze, e in sfuggire per la stessa costante considera- dre e che ‘aveva seguito passo passo il na- colare, perché tutto l’episodio è costruito
quanto tale raffigurato in un verso della zione della personalità di Dante, quando, scere, lo svilupparsi e il compimento del in modo da trovare il suo culmine nella
moneta del fiorino fiorentino: i denari di a sottolineare il pentimento per la vissu- grande poema’. personalità di questo innominato, antesi-
Firenze. Per i quali vanno le vere preoccu- ta avarizia e il desiderio smodato di ric- Per noi abruzzesi questo non è solo un gnano degli ignavi: potrebbe così cadere

38 39
una possibile obiezione di principio (…), be espresso in così duro giudizio ben pri- caldo’, sul significato del parere dantesco, veramente il suo tempo; la gente del suo
che sia inutile, per intendere il senso del- ma che Celestino V venisse canonizzato, nel complesso storico della vita religiosa, tempo con la quale Egli dialogava!42bis
la vicenda, cercare ciò che il Poeta stesso peraltro, aggiungiamo, come Pietro del politica e culturale del tempo, che il Poeta Credo, quindi, che tutto questo porti a
avrebbe condannato all’oblio perpetuo” Morrone, e non già come papa, da Cle- descriveva. pacificamente concludere che il versi 58-
37bis
. mente V.41. In altri termini occorre evitare il rischio 60 del Canto III dell’ Inferno:
Per questo converrà anche recuperare “Poscia ch’io v’ebbi”, guardando, “al- di isolare il pensiero di Dante, per ricon-
per l’essenziale anche l’autorevolissimo cun riconosciuto”, il quale non nomina, durlo non ad una riflessione generica Poscia ch’io v’ebbi alcun riconosciuto
parere di Giovanni Boccaccio38, che re- perciocché, se egli nominasse, qualche ed occasionale della narrazione poetica, vidi e conobbi l’ombra di colui
gistra i primi dubbi circa quella identifi- fama o infamia gli darebbe (il che sareb- come se stesse trattando di una persona che fece per viltà il gran rifiuto.
cazione ed anche, quasi contemporanea- be contro a quello che di sopra ha detto, qualunque, per quanto importante e non
mente, il giudizio di Francesco Petrarca cioè “Fama di loro il mondo esser non di chi, invece, aveva profondamente in- risultano ancora e sempre ispirati a
(1304-1374)39, che non intervenne dichia- lassa” ecc.), “Vidi, e conobbi l’ombra di fluenzato il suo tempo, per poter cogliere quella - e particolarmente quella - più
ratamente nella polemica, ma, supponen- colui, Che fece per viltate il gran rifiuto”. di quell’ ‘incerto parere’ il senso di un di- complessiva visione che Dante s’era fatta
dola, tenendola particolarmente presen- Chi costui si fosse, non si sa assai certo; scorso descrittivo della Chiesa e, quindi, della Chiesa e della sua missione e, quin-
te, nel De vita solitaria e pronunciandosi ma, per l’operazione la quale dice da lui qualificante la stessa teoria politica del di, del ruolo e della funzione del Pontefice
apertamente su Celestino V, la sua perso- fatta, estiman molti lui aver voluto dire Pontificato elaborata da Dante42. Romano.
na, il suo pensiero, lasciando chiaramente di colui, il quale noi oggi abbiamo per Lo spessore polemico profondo di Dan- Del resto ed in maniera ancor più espli-
intendere che, nel caso specifico, di tutto santo, e chiamiamo san Pietro del Mor- te, infatti credo che risieda in un concetto cita, come è noto, Dante indica Celesti-
si trattava, ma mai di viltà. Quello petrar- rone, il quale senza alcun dubbio fece un più articolato di ignavia. Non in quello è no V e questa volta senza possibilità di
chesco è uno sguardo di ammirazione per grandissimo rifiuto, rifiutando il papato. riferibile a chi non ha mai preso una de- equivoci, se mai ce ne fossero stati, come
il papa eremita, che ha pensato ed attuato (…). Pare dunque l’autore qui volere lui, cisione in vita sua, anzi!, per opportuni- la critica ci insegna, ancora nel Canto
la rinuncia coerentemente alla sua scelta per questa viltà d’animo, in questa parte smo, ma più gravemente in quello d’aver XXVII, 103-105 de l’Inferno:
di vita. superiore dello ‘nferno’ tra’ cattivi esser ‘tradito’, sempre attraverso una scelta
È indubbio che queste considerazioni dannato. Sono per questo alcuni che ri- meditata, la missione affidatagli: per non Lo ciel poss’io serrare e diserrare,
attingono al vivo dibattito, ancora in atto, prendono l’autore, dicendo lui qui aver assumere, in realtà, quelle decisioni es- come tu sai; però son due le chiavi
sul Papato del tempo, nonché sull’inedita, errato e detto contro a quello articolo che senziali al rinnovamento ecclesiale, che che ‘l mio antecessor non ebbe care.
o quasi, iniziativa del pontefice ‘eremita’. si canta nel Simbolo, cioè “Et in unam erano nelle vive aspettative di Dante e
Perciò il Petrarca ha indubbiamente con- sanctam catholicam et apostolicam Ec- non solo di Dante. Si tratta quindi di una Sono parole, queste, di un beffardo e
tribuito a respingere quel giudizio nega- clesiam”; in quanto dice contro a quello contestazione diretta alla mancanza di re- ipocrita Bonifacio VIII, che, per fermar-
tivo di viltà, che per lui, anche se non si che la Chiesa di Dio ha deliberato, cioè sponsabilità nella carica di governo della ci qui al solo problema identificativo sol-
esprime direttamente in questo, non po- questo frate Pietro essere santo, ed egli, Chiesa. levato nel Canto III, nonostante un così
teva essere assegnato a persona religiosa mostrando di non crederlo, il mette trà Perciò, come accennato, a chiarificare grave e longevo dibattito; nell’identifica-
di così elevata condizione morale, quale dannati. Alla quale obiezione è così da al meglio i termini di quella polemica, re, come fanno chiaramente, quello che
era Pietro del Morrone. rispondere: che, quando l’autore entrò in occorrere reinesire quelle valutazioni, di- è stato definito il ‘papa angelico’, ovvero
E questo qualifica, credo, nella ricerca questo cammino, il quale egli descrive; ciamo ‘a caldo’, sul significato del parere Celestino V, a me pare procurino la san-
identificativa del personaggio, il senso più e nel qual dice aver veduta e conosciuta dantesco, nel complesso della vita religio- zione più credibile all’intera polemica
profondo dell’apprezzamento petrarche- l’ombra di colui che fece per viltà il gran sa, politica e culturale del tempo, che il identificazione. Dante conosceva bene i
sco: nell’avversare in tal modo l’attribu- rifiuto, questo san Pietro non era ancora Poeta descriveva. personaggi e partecipava attivamente a
zione a quel papa del giudizio dantesco, canonizzato; perciocché, siccome appa- Sento di aderire pienamente, in questo quella lotta di rinnovamento43.
così come si era venuta a diffondere attra- rirà nel vigesimo primo canto di questo senso, alla proposta conclusiva dello stu- L’ignavia, infatti, tornando per un atti-
verso i commentatori cronologicamente libro, l’autore entrò in questo cammino dio di Massimiliano Zanot: “…Dante si mo al concetto, per Dante stà proprio nel
più vicini alla pubblicazione della Com- nel MCCCI e questo santo uomo fu cano- mostra veramente impietoso nel giudicare fatto di non aver avute ‘care’ le chiavi, ov-
media40. nizzato molti anni dopo, cioè al tempo di il gesto di Celestino V, ma questo è il giudi- vero di non essersene servito il pontefice
Mi soffermo qui sull’importante, ma non papa Giovanni vigesimo secondo: e però, zio poetico dell’Alighieri, che colloca questa come la situazione richiedeva e come era
risolutivo giudizio del Comento del Boc- infino a quel dì che canonizzato fu, fu le- figura nella più totale marginalità dell’o- nell’aspettativa universale della sua con-
caccio, anch’egli attento alla ‘pubblicista’ cito a ciascuno di crederne quello che più pera, facendo dubitare ancora oggi molti temporaneità.
del tempo, che, pur non schierandosi de- gli piacesse, si come è di ciascuna cosa studiosi contemporanei sulla consistenza Piuttosto, penso, ci si dovrebbe ancora
cisamente per l’una o l’altra attribuzione, che dalla Chiesa diterminata non sia; e dell’identificazione celestiniana, segnando interrogare nel prosieguo degli studi sul
riafferma, però, il senso proprio e reale per conseguente l’autore non fece contro il limite della discussione che rimane nei ritegno dantesco a rendere più esplicita
dell’eventuale pronunciamento di Dante al predetto articolo, ma farebbe oggi chi confini angusti della Commedia e della sua la considerazione, anche sulla scorta dei
sulla rinuncia pontificia ( il che mi fa se- credesse quello esser vero”.41bis. struttura, senza alcun coraggioso confron- rilievi suggeriti dagli Autori citati, facen-
riamente pensare che lui ci credesse!), al- Per sintetizzare al meglio, quindi, i ter- to con i dati dell’immaginario collettivo co- do chiaramente riferimento al pontefice
lorché considera, a difesa dei contestatori mini di quella polemica, occorrerebbe evo al Poeta (…)”. È infatti questa la fron- in questione, Celestino V e ciò proprio in
di Dante stesso, il fatto che Egli si sareb- inserire quelle valutazioni, diciamo ‘a tiera da varcare, per capire, con Dante, presenza, come sottolinea lo Zanot, della

40 41
evidente intenzione del Poeta, per cui ‘l’i- soltanto in campo simoniaco. È più com- di chi aveva procurato, con la viltà di una contribuisce anche a chiarire le finalità
dentificazione doveva risultare spontanea plessa la nozione di un papa, già definito rinuncia, quel fallimento. Oppure il suo stesse di quell’opera ed in particolare del-
al lettore’, in ragione come dicemmo, di dal Villani ‘pecunioso’, conosciuto per- atteggiamento è conseguenza di un pro- la Commedia, che è anche e maggiormen-
trovarsi quest’ultimo a dibattere di quel sonalmente, come accennai da Dante, ai fondo imbarazzo di fronte alla reale por- te opera di impegno civile51. Non potreb-
‘grande avvenimento del tempo’, che fu la tempi del suo ufficio pubblico fiorentino, tata del fenomeno politico che si è con- be essere diversamente, perché l’intento
rinuncia al Papato.44 il quale credeva di usare la Chiesa a suo sumato, che vide operare un uomo santo, programmatico, come nella missione af-
La protesta dantesca, se posso definire piacimento: “che tutto dicea gli era licito ma ‘inadatto’ al reggimento della Chiesa. fidatagli da San Pietro, a cui accennai, nel
quella precisa e, al tempo stessa, voluta quello ch’era della Chiesa”: Sarà stata la cocente delusione procura- XXVII del Paradiso è sempre più eviden-
anonimia nel giudicare un atto dagli esiti ta a Lui ed a tanti altri, in Italia e in Eu- te, ancora attraverso le parole di Beatrice,
disastrosi, quale fu appunto la ‘rinuncia’, …se tu già così costì ritto Bonifazio? ropa, da quel fallito esperimento di rinno- nel XXXII canto del Purgatorio:
potrà meglio essere capita proprio nella Di parecchi anni mi mentì lo scritto. vamento, con la connessa revisione di un
considerazione ch’Egli esplicita del Pa- Se’ tu sì tosto di quell’aver sazio giudizio di merito sulla persona di Pietro Però, in pro del mondo che mal vive
pato nel canto XIX dell’Inferno, allorché per lo qual non temesti tòrre a ‘nganno d’Angelerio, non condiviso dal Petrarca, al carro tieni or li occhi, e quel che vedi,
incontra Niccolò III (1277-1280)45. la bella donna, e poi di farne strazio?46 come si è detto, a lasciarlo nella voluta ritornato di là, fa che tu scrive.52
È questo il luogo dei simoniaci e degli anonimia all’interno di una valutazione
avari per eccellenza, ma il giudizio, uma- Bonifacio ha ingannato la Sposa e quin- negativa, per la sostanza dell’esperienza Dante incarna, allora, il ruolo di un in-
no e politico, è più profondo, con conte- di l’ha straziata con il temporalismo e la politica che s’era vissuta. tellettuale ‘non conformista’ del suo tem-
stazioni dirette e molto circostanziate a brama di potere. La sua assunzione al Forse in ciò è possibile cogliere anche po.
papi come Bonifacio VIII e Clemente V. Pontificato è illegittima secondo la vulga- il senso della stessa autocritica che la Ec- Si direbbe una cosa scontata e invece
L’ avarizia e la simonia non sono solo ta fatta circolare dai Colonnesi, gli spiri- clesia spiritualis dovette necessariamente Egli é un uomo pubblico, colto e di go-
peccati privati, ma il portato di una scelta tuali francescani e lo stesso re di Francia; affrontare a seguito di quel ‘fallimento’ verno, che fonda sulla critica puntuale
di governo del Papato, oramai immerso un racconto, quindi, che Dante prende in politico, al di là delle recriminazioni e della società ed, in questa, della Chiesa,
nel temporalismo, della ‘confusione fra seria considerazione, anche non risolven- delle violente accuse antibonifaciane dei istituzionale e spirituale, su di un pro-
potere temporale e potere spirituale’, non- dolo con una definitiva sanzione.47 primi momenti49. getto reale e concreto di rinnovamento
ché – come si diceva – della vera e propria Ma ecco, altresì, la riaffermata imma- Dante, quindi, si accosta ai grandi e della società cristiana in una ben precisa
usurpazione di poteri e prerogative, che, gine di una Chiesa ‘usata’ come centro di gravi problemi della Chiesa, la Vigna, che direzione53. Stà qui anche il tono profeti-
per disposizione divina spettano all’Impe- potere, per finalità estranee alla missione stava essiccandosi velocemente, perché il co che caratterizza il suo linguaggio, con
ratore. Ciò che Dante dirà, come abbia- del Papato. Perciò la denuncia di Dante vignaio non l’amava, non si dedicava alle cui interpreta il suo progetto di rinnova-
mo riferito, del papa suo contemporaneo, è, in realtà affidata ad una missione, che sue necessità, la sfruttava e spremeva, è mento. Ma, non lo si dimentichi, anche
Giovanni XXII, in Paradiso XXVII, è am- sente, comunque, precipua ed urgente il caso di dire, senza ristorarla con il ‘nu- affrontando noi a cuore aperto l’alta sua
piamente introdotto in questi frangenti, nella sua esistenza, ovvero quella di svela- trimento’ della sua cura. I papi di Dante, poesia, che tutto questo Egli pagò di per-
nella riaffermata considerazione negativa re lo sdegno del Paradiso, ‘per la vergogna allora, scelti emblematicamente, perché sona!
e continuata dei papi del suo tempo. La in cui la Chiesa è caduta’. È sempre San vissuti nella sua contemporaneità, sono Ghibellino, o guelfo – il dibattito sulla
simonia di Niccolò III, che, tese tutte le Pietro a riconfermarlo in tale prospettiva questi uomini di potere, che vivono, pur- evoluzione del pensiero politico dantesco
sue forze ad arricchire la famiglia degli operativa: troppo, per esso. è ancora in auge - Egli, precisando la sua
Orsini’ e che previene, come noto, quella In una recente dichiarazione il Cardi- funzione innanzi alla Storia, ridefinen-
stessa di Bonifacio VIII e di Clemente V, E tu, figliuol, che per lo mortal pondo nal Ravasi, che poi recò il saluto ufficiale do, così, la propria missione, attraver-
suoi successori, è quindi l’ennesimo epi- Ancor giù tornerai, apri la bocca, del Papa Francesco, alla commemorazio- so un intenso travaglio interiore, supera
sodio di ‘una delle forme più gravi della e non asconder quel ch’io non ascondo.48 ne del 750° anniversario della nascita di i termini stessi del dibattito politico del
corruzione ecclesiastica e del disordine Dante, svoltasi il 4 maggio 2015, presso il tempo, elevandosi in una prospettiva di
sociale e politico’. Così descritta, ai versi Ch’Egli nutrisse rispetto e devozione per Senato della Repubblica, in Roma, si tor- rinnovamento che intende considerare la
70-72 del XIX canto: la Sede Apostolica stava alla base del suo na a sottolineare, accanto alla necessità realtà nel suo enorme complesso54.
rincrescimento, per cui l’istanza di rinno- di una ‘seria attrezzatura teologica’, per È per questo, in forza, come è stato
Se di saper ch’i’ sia ti cal cotanto, vamento non poteva essere più disattesa sostenere il cammino di una comprensio- scritto, di un ‘mandato solenne e vinco-
che tu abbi però la ripa corsa, nella vita concerta, per quanto profetica- ne piena della massima opera dantesca, lante’ che Egli considera necessario rivol-
sappi ch’i’ fui vestito del gran manto; mente fosse nei disegni della Provvidenza la Divina Commedia, la ‘fede vigorosa e gersi ‘al più grande potere del mondo’, al
e veramente fui figliuol dell’orsa, divina la risoluzione del problema. Dante, rigorosa, eppure libera e sincera, come Papato, perché, dimentico della ‘dignità e
cupido sì per avanzar li orsatti, quindi, chiama ancora all’azione! attestano le severe critiche alla Chiesa del santità del suo ufficio’, proceda ora ad un
che su l’avere e qui me misi in borsa. tempo’ di Dante50. profondo rinnovamento, ripristinando,
Resterebbe da chiedersi, come si è det- Al di là del dato, pur attualissimo di finalmente, l’equilibrio essenziale di quei
to, perché a proposito di Celestino V, quella ‘severa critica’, il giudizio sul Pa- ‘due soli’, che
Ma l’attenzione riservata a Bonifacio il pontefice del rinnovamento spiritua- pato che il Poeta viene progressivamente
VIII, per quanto possa essere più sfuma- le, Dante, così motivato, resti nel vago e elaborando, come si è detto, nell’ambito …l’una e l’altra strada
ta quella per Niccolò III, non si articola nell’indeterminatezza dell’identificazione complessivo della sua ideologia politica, facean vedere, e del mondo e di Deo…55

42 43
Nel rapporto con il Papato, come dissi, felice’. A dire, cioè, che si scontra e si con- NOTE
stà il suo sofferto sentire della necessità trappone al necessario dispiegarsi di quel
di una trasformazione, cioé di ‘rigenera- complesso di forze ed energie, che tendo-
zione morale’ ed è questo il lascito di una no, nella storia, al miglioramento dell’u-
(*) Scrittori italiani. Dante Algiheri, La Divina tato il 27.11.2015. Mi limito a citarne, senza
speranza, che rende Dante eternamente mana condizione, in una condivisione del
Commedia, a cura di Natalino Sapegno, III,. tema di de contestualizzazione, il seguente
attuale. Lo è perché, ricordando ai papi fine ed attraverso esperienze diversamen- Paradiso, 87 (vedasi la nota n. 1) brano: “Dante è, (…), poeta di speranza, an-
ch’essi sono discendi di Cristo e non di te motivate. A giusto titolo il Sapegno, III, Paradiso, pg. nunciatore della possibilità del riscatto, della
Costantino, non c’è solo la riprovazione A questo concetto, infatti, mi pare che 160, nota 86, spiega il verso con il riferi- liberazione, del cambiamento profondo di ogni
per il mercato politico che si fà di cose Dante ispiri, tra le altre cose, il suo sen- mento al pontefice: “…la vigna di Dio, cioè uomo e donna, di tutta l’umanità”; pensiero
la Chiesa, (..) subito intristisce e si dissecca, che, di per sé, qualifica, eccome!, l’accosta-
spirituali, cioè di un traviamento della tito richiamo, in Monarchia, delle parole
se il vignaiolo è cattivo e non adempie bene mento di Papa Bergoglio al messaggio dan-
Istituzione. di Boezio. al suo ufficio. Ho voluto ricorrere a questo tesco, per quell’ansia di ‘cambiamento’ che lo
La sua critica suggerisce anche quella, concetto per denunciare il fine dell’opera di pervade.
io penso di poter dire, alla politica tout O felix hominum genus Dante, che tratta del Papato del suo tempo, 3. Circa la presenza dell’opera dantesca e la
court, quando diventa, per dirla con Lui, si vestros animos amor perché mi sembra condensata qui, più che discussione che ha provocato nei paesi del-
altrove, con la denuncia, la più vera speranza la Riforma protestate e, particolarmente in
appunto, tout court!, ovvero strumento quo celum regitur, regat.56
del Poeta. E, ancora, perché, per estensione, Germania e Francia, si veda l’Enciclopedia
d’azione contrario ed opposto al ‘vivere il concetto del governo degli uomini non ha Dantesca, consultabile on line, come detto, al
tempo, almeno finché sarà storicamente ne- sito: www.treccani.it/enciclopedia/dante-ali-
cessario questo governo. ghieri_(EnciclopediaDantesca)/, alle rispet-
tive voci di Francia, Germania e Inghilterra.
L’opera di Dante costituì una delle fonte sto-
1. Circa la biografia di Dante seguo G. Petrocchi, riche utilizzate dalla Riforma nella denun-
Vita di Dante, Laterza, Bari 2008 (5^ ediz.) e G. cia ‘delle malefatte dei papi’ e, più in gene-
Gorni, Dante. Storia di un visionario, Laterza, rale, per una critica radicale al Papato. Non
Bari 2009. Mi sono altresì servito per molti mancarono importanti risposte, in questo
altri aspetti della Enciclopedia Dantesca, in senso, da parte cattolica, con annesso ap-
VI voll., della Treccani (1970-1978), ideata, prezzamento esegetico dell’opera dantesca,
come è noto, per il VII Centenario della na- come quelle di Cesare Baronio (1538-1607)
scita di Dante. L’intera opera è reperibile on e, ancor più, di Roberto Bellarmino (1542-
line all’indirizzo: www.treccani.it/enciclope- 1621). Si veda, quindi, la nutrita bibliografia
dia/dante-alighieri_(EnciclopediaDantesca)/, storica alla voce Francia. In particolare mi
Indicherò di seguito l’indirizzo delle diverse preme ricordare la prima edizione a stampa
voci consultate. Per quanto attiene al Papato de la Monarchia, avutasi,in area protestante,
cfr. la successiva nota 5. Circa i testi delle tre nel 1556 a cui è connessa l’opera di Mattia
cantiche della Dina Commedia, con relativo Flaccio Illirico (+1575), eminente teologo lu-
apparato di note e commento, utilizzo il cele- terano dissidente, che la utilizzò in appoggio
bre lavoro di Natalino Sapegno (1901-1990), alle tesi protestanti: Catalogus testium veri-
in tre tomi, Firenze, La Nuova Italia, 1955- tatis qui ante nostram aetatem reclamarunt
1957, ovvero ‘Scrittori italiani. Dante Algiheri, Papae (Basilea, 1556) Eccone un brano molto
La Divina Commedia, a cura di Natalino significativo: “Dantes Florentinus (…) scripsit
Sapegno (voll. III, Inferno, Purgatorio, librum quem appellavit Monarichia. In eo pro-
Paradiso – diverse edizioni). babit, papam non esse supra Imperatorem, nec
2. Cfr. Lia Fava Guzzetta, Leone XIII, Dante, habere aliquid jus in Imperium, ob eamque
Monarchia: laicità e religiosità, che è alle pp. rem a quibusdam haereseos damnatus (…).
65-74 di Dante e i Papi. Quaderni della libe- Dicit alibi, Papam ex pastore factum lupum,
ra Università “Maria SS.Assunta”. LUMSA- vastare Ecclesiam, non curare una cum suis
Roma, n. 29, a cura di L. Fava Guzzetta, spirituali bus verbum Dei, sed tantum sua de-
G. Di Paola Dollorenzo e G. Pettinari, creta”. Ivi, pg. 661, passim. Cfr. per questo te-
Edizioni Studium, Roma 2009. L’enciclica di sto: www.uni-mannheim.de/mateo/camena-
Benedetto XV, In praeclara summorum, del 30 hist/autorem/fracius_crist.html consultato il
aprile 1921 e la Lettera Apostolica, Altissimi 28.11.2015. Per l’edizione di Basilea: Andreae
cantus, di Polo VI, del 7 dicembre 1965, sono Alciati Juriconsulti clariss. De formula Rom.
comprese nelle versioni latina e italiana, nel Imp. Libellus. De Monarchia lib. III Radulphi
volume collettaneo predetto, Dante e i Papi, Carnotensis de translatione Imp. Libellus.
rispettivamente, alle pp. 199-214 e 215-249. Il Chronica M.Giordani qual iter Rom. Imp.
messaggio di Papa Francesco alla cerimonia Translatum sit ad Germanos, omnia nunc pri-
per il 750° della nascita di Dante, celebrato a mun in lucem edita. Basilae per Jo. Opotinum
Roma, presso il Senato della Repubblica, il 4 (Herbst n.d.r.), mense octubri.
maggio 2015 (vedasi anche la successiva nota 4. Sul trattato Monarchia e in particolare al
n. 50), è reperibile in internet nel sito http://2. Libro III, oltre a quanto detto alla prece-
vatican.va/content/francesco/it./messages/ dente nota 3, si può fare riferimento al
pont.messages/2015/documents/pa..., consul- testo originale latino, pubblicato on line

44 45
presso: www.danteonline.it/italiano/opere. le altre tesi, è rilevabile in quella sulla sup- Roma, 2007 è da segnale anche l’importan- http://www.treccani.it/enciclopedia/episto-
asp?idope=4&idong=OR Non è male ripren- posta donazione di Costantino al papa, che, te contributo della ‘VI Settimana di Studi le_(Enciclopedia-Dantesca)/, nonché la voce
dere l’incipit dell’opera, nella traduzione ita- naturalmente Dante non crede tale (cfr Inf. Medievali, organizzata dall’Istituto Storico Dante Alighieri: opere minori: Epistole.
liana di Pio Gaja, che si trova in www.classi- XIX,115-117), né ne conosce il testo. Questa Italiano per il Medio Evo, a Roma, 13-15 Introduzione: http://www.treccani.it/enci-
ciitaliani.it/dante/prosa/monarchia_ita.htm: ‘donazione’, per logica estensione, costituisce maggio 2015 (i cui atti sono in pubblicazio- clopedia/dante-alighieri-opere-minori-epi-
“Gli uomini tutti, cui la natura superiore ha il temporalismo papale contro cui si scaglia, ne). Il congresso si riallaccia all’opera otto- stole-introduzione_(I_Classici_Ricciardi:_
infuso l’impulso ad amare la verità, sembrano perché è l’uso distorto, ovvero l’abuso che il centesca di Isidoro Del Lungo, Dante né tem- Introduzioni)/, di A.Frugoni e G. Brugnoli.
dare il massimo valore al fatto di lavorare per papa ne fa a determinare lo scadimento della pi di Dante, Znichelli, Bologna 1888. Per il testo della epistola cfr. http://www.
i posteri, onde questi ricavino un arricchimen- pastorale nel temporalismo. 11. Riprendo qui il testo boccacciano, citato dal classicitaliani.it/index045.htm. Ho consul-
to dalle loro fatiche, così come essi stessi sono 6. È il concetto, enunciato sulla scorta della Gorni, Dante. Storia di un visionario, cit., pp. tato anche: Dantis Alagherii Epistulae. Le
stati arricchiti dal lavoro degli antichi”. concezione medievale, dei ‘due soli’ della 189-190. lettere di Dante.Testo, versione, commento e
5. Per una chiara ed aggiornata introduzione pari dignità, in ambiti diversi, del papato e 12. Cfr. G.Petrocchi, Vita di Dante, cit, pp. Si veda appendici,a cura di Arnaldo Monti, U.Hoepli,
al concetto di Papato in Dante, a cui la cri- dell’Impero, inteso anche a contrastare quel- la voce Chiesa nella Enciclopedia dantesca, Milano 1928, pp. 249-299.
tica non ha mai cessato di apportare sempre lo chiaramente teocratico del ‘Sole e della redatta da Paolo Brezzi: http://www.trec- 18. Cfr. la voce Clemente V in Enciclopedia
nuovi contributi e, quindi, anche per cono- Luna’, che concepiva il papa come principale cani.it/enciclopedia/chiesa_(Enciclopedia- Dantesca, di Raoul Manselli: http://
scere lo status quaestionis sul vitale argo- autorità terrena e quindi la fonte dello stesso Dantesca)/ . L’articolo di Brezzi è molto ac- www.treccani.it/enciclopedia/clemente-
mento, di grandissima utilità è la sintesi pro- potere politico dei sovrani. Si veda al riguar- corto a esplicitare il senso della ecclesiologia v_(Enciclopedia-Dantesca)/ e quella su
posta da Ovidio Capitani nell’ Enciclopedia do la voce ‘Luminaria, duo’, redatta da Diego di Dante e del quale, il Poeta fece un valore Giovanni XII, dello stesso autore, in ibidem:
Dantesca:http://www.treccani.it/enciclope- Quaglioni, nella Enciclopedia Treccani: storiografico, sia pure con intenti morali. http://www.treccani.it/enciclopedia/giovanni-
dia/papato_(Enciclopedia_Dantesca)/. http://www.treccani.it/enciclopedia/duo-lu- Brezzi sottolinea, in ogni caso, che restano xxii-papa_(Enciclopedia-Dantesca)/. Come
L’insigne studioso avverte che ‘il Papato non minaria_(Federiciana)/; G.Petrocchi, Vita di inaccettabili, proprio sul piano storico, le po- dalla bibliografia proposta dal Manselli sulla
compare, sino alla Commedia, oggetto princi- Dante, cit., pp. 181-183. sizioni “anacronistiche e assurde (…) di un storia del papato di questo periodo, mi sem-
pale delle argomentazioni di Dante: egli appare 7. Cfr. le note 3 e 4 e la voce Monarchia nella Dante anticattolico e anticlericale nel sen- bra utile tornare a indicare G.Mollat, Les
preoccupato di riconquistare, sul piano teo- Enciclopedia dantesca, di Pier Giorgio Ricci: so moderno del termine”. Vedasi altresì la Papes d’Avignon, 1305-1378, Parigi 1949 e
rico, lo spazio proprio dell’Impero, più che di http://www.treccani.it/enciclopedia/monar- voce Impero nella Enciclopedia Dantesca, a Y. Renouard, La papauté à Avignon, parigi
definire in tutte le loro articolazioni i rapporti chia_(Enciclopedia-Dante/. G.Gorni, Dante. cura di Pier Giorgio Ricci: http://www.trec- 1954.
tra le due massime autorità”. E bisogna par- Storia di un visionario, cit., pp 217-230; Si cani.it/enciclopedia/impero_(Enciclopedia- 19. Cfr. Scrittori italiani. Dante Algiheri, La Divina
tire da qui per cercare di seguire lo sviluppo veda altresì G.C. Garfagnini, La Monarchia Dantesca)/. Commedia, a cura di Natalino Sapegno, cit.,
successivo, giacché Dante ha processualmen- di Dante e la traduzione di Ficino: un manife- 13. Cfr. Scrittori italiani. Dante Algiheri, La Divina III, Inferno, XXVII,, 55-70.
te sviluppato la sua concezione, senza peral- sto politico tra utopia e realtà. Testo on line: Commedia, a cura di Natalino Sapegno, cit., 20. Questo aspetto è trattato nel bel manuale di
tro, a me pare di poter dire, arrivare ad una https://www.academia.edu/2651536/Dante_ III, Inferno, XXVI, 22-24. A.M. Banti, Il Risorgimento italiano, Laterza-
definitiva, nel senso di codificabile sistema- Ficino_Monarchia, consultato il 30.11.2015. 14. Per la vicenda del viaggio a Roma di Dante, Bari 2014 (9^ ed.), alle pp. 5 e 169, che cito
zione della sua concezione. Che poi svilup- La traduzione del Ficino è ulteriormente re- senza fare mai più ritorno a Firenze, si veda qui come indicazione di massima dell’argo-
pa pienamente nella cantica de l’ Inferno. Il peribile on line: http://www.classicitaliani.it/ G. Petrocchi, Vita di Dante, cit., pp….. Si mento sull’uso di Dante in età contempora-
ragionamento dantesco, segunte l’illustre cri- dante/prosa/monarchia_trad_Ficino.htm. veda la voce Bonifacio VIII nell’Enciclopedia nea, che esula da questa trattazione. Per lo
tico e storico, allora, parte dalla definizione 8. Oltre al sintetico testo della Guzzetta, attorno Dantesca, realizzata da Ernesto Sestan, in: stesso motivo si vedano le voci Ugo Foscolo e
dell’Impero, perché è questi che fornisce al a Leone XIII, ( cfr. la nota 2), si veda anche http://www.treccani.it/enciclopedia/bonifa- Vincenzo Monti nella Enciclopedia Dantesca:
Papato “una dimensione e una funzione di- quello, citato dall’autrice: D.Ramacci, Leone cio-viii_(Enciclopedia-Dantesca)/. http://www.treccani.it/enciclopedia/ugo-fo-
verse”. Per lo schema scolastico della ‘reduc- XIII e Dante Alighieri, in AA.VV., Leone XIII. 15. Cfr. la nota 6 e G. Petrocchi, Vita di Dante, scolo_(Enciclopedia-Dantesca)/; http://www.
tio ad unum’, a cui Dante deve aderire, per Nel centenario della sua ascesa al soglio pon- cit., pp. 77-90. treccani.it/enciclopedia/vincenzo-monti_
il quale ‘tutte le cose che sono di uno stesso tificio, a cura dell’Associazione Artisti dei 16. Sulla storia delle eresie medievali e il loro (Enciclopedia-Dantesca)/ redatte, rispettiva-
genere devono essere ridotte ad unum, accet- Lepini di Carpineto Romano, Roma 1978, pp. contenuto teologico la bibliografia è vastis- mente, da Mario Scotti e Febo Allevi.
tando il concetto, il Poeta filosofo lo ritiene 165.172. Ancora sullo stesso pontefice vedasi, sima. Un buon e sintetico manuale storico è 21. Si vedano le voci Orsini Napoleone e Caetani
valido “solo a patto di considerare il papa e da un punto di vista eminentemente cattoli- quello proposto da G.Merlo, Eretici ed eresie Francesco, ambedue di Francesco Frascarelli,
l’imperatore in quanto uomini, non in quanto co e con intenti chiaramente apologetici, G. medievali, Bologna, Il Mulino, 1989. Ma è nella Enciclopedia Dantesca: http://www.
propriamente papa e imperatore”. In breve, Della Balda, Leone XIII. Il Papa, guardia in- importante il lavoro di O.Capitani, che sot- treccani.it/enciclopedia/napoleone-orsi-
Dante “pone un principio incontrovertibile flessibile del passato, che ha accennato l’avve- tolinea “Dante non ha preoccupazioni stori- ni_(Enciclopedia-Dantesca)/; http://www.
alla base della distinzione tra papato e Impero, nire al mondo. Documenti scelti del Pontificato che, ma morali”: giudizio altresì riferibile al treccani.it/enciclopedia/francesco-caetani_
mostrando nettissimamente di rifiutare al (1878-1903), Grafe.it Ed., 2010; I cattolici e lo rapporto con le eresie del tempo. La visione (Enciclopedia-Dantesca)/. Ma è sempre utile
Papato ogni attribuzione di giurisdizione” . stato liberale nell’età di Leone XIII, a cura di riformatrice dantesca, pertanto, si concretiz- tornare a R.Morghen, La lettera di Dante ai
Dilatando i suoi compiti il Papato e proprio A. Zambarbieri. Istituto Veneto di Scienze ed za essenzialmente nella considerazione di un cardinali italiani, in Bullettino dell’Istituto
quello con cui Dante convive, limita la sfe- Arti di Venezia, 2008. Papato collocato dopo la morte di Federico II Storico Italiano, anno 1956, n. 68, pp. 1-31.
ra dell’Impero, usurpandone ‘competenze di 9. Per il Trattatello in laude di Dante del (1250 . Inoltre Dante è convinto “di vivere un 22. Quella a Arrigo VII la si può leggere nel te-
giurisdizione’ e questa usurpazione è causata Boccaccio, cit. dal Gorni….., si veda: De ori- momento conclusivo della storia del mondo”, sto latino on line anche in http://www.liber-
proprio dal papa, come si ha esplicitamente gine, vita et studio et morbus viri carissimi per cui il suo è “un giudizio-profesia” abba- liber.it/online/autori/autori-a/dante-alighieri/
dai giudizi danteschi de la Commedia. Ovidio dantis aligerii fiorentini, poete illustris, et de stanza ipotetico circa il Papato, ‘dal duplice epistole/. Ho consultato altresì la raccolta
Capitani ribadisce che questo concetto è cen- operibus compositis ab eodem, incipit feliciter aspetto ’: postula la riforma della Chiesa e edita da Arnaldo Monti, cit. a nota 17, pp.
trale in Dante ed è attorno ad esso che Egli edito da V. Braca (Arnaldo Mondadori Ed., prefigura l’azione di un Papato diverso, che 180-213 .Resta indispensabile la lettura della
organizza la sua riflessione, oltre che filoso- Milano, 1974), reperibile on line: http://www. non degeneri e perciò sia all’opposto a quel- voce Enrico VII di Lussemburgo, di Ovidio
fica, maggiormente politica, sino agli esiti classicitaliani.it/boccaccio/prosa/trattatello_ lo dei Guaschi e dei Caorsini”: Clemente V e Capitani, nella Enciclopedia Dantesca: http://
profetici della prospettiva di cambiamento prima_redazione.htm. Giovanni XXII! www.treccani.it/enciclopedia/enrico-vii-di-
che tenta di postulare. Ne consegue lo snatu- 10. Per l’età di Dante, oltre all’oramai classico 17. Sulla lettera ai cardinali italiani (XI episto- lussemburgo-imperatore_(Enciclopedia-
ramento, anzi la negazione dell’esercizio pa- di O.Capitani, Da Dante a Bonifacio VIII. la) si veda la voce Epistole in Enciclopedia Dantesca)/.
storale da parte del pontefice, così come, tra Istituto Storico Italiano per il Medio Evo, Dantesca, redatta da Manlio Pastore Stocchi: 23. Cfr. la voce della Scala Cangrande a cura

46 47
di Girolamo Arnaldi nella Enciclopedia 26bis. ‘Scrittori italiani. Dante Algiheri, La ampia bibliografia concernente la biografia cit., p.81, passim: “ …i primi commentatori.
dantesca: http://www.treccani.it/enciclope- Divina Commedia, a cura di Natalino del pontefice in quanto monaco e, quindi, Fino al 1340, non esitano a proporre come
dia/cangrande-della-scala_(Enciclopedia- Sapegno, III, Paradiso, XII,132-135. papa. identificazione del dannato, antesignano di
Dantesca)/. L’epistola (XIII) a Cangrande, 27. In Monarchia Dante menziona tre pontefici: 35. (su Jacopo Alighieri) http://www.treccani.it/ tutti gli ignavi, Pietro celestino, né accanto
scritta tra il 1316 e 1320), tradotta in italiano Adriano I (772-795); Leone III (963-965) e enciclopedia/iacopo-alighieri_(Enciclopedia- a questa ipotesi avanzano altre possibilità.
da Maria Adele Garavaglia si legge altresì in Benedetto V (964, dal brevissimo pontificato). Dantesca)/ di Francesco Mazzoni. Il Però successivamente a questa data appaio-
http://www.classicitaliani.it/dante/cangran. Secondo O. Capitani i papi della Monarchia Commento: Chiose alla cantica dell’Infer- no le prime perplessità”. Cominciava a preva-
htm. Il Paradiso costruito da Dante ven- “non sono significativi di un dover essere del- no in http://www.liberliber.it/online/autori/ lere la tesi della santità del personaggio della
ne descritto da lui stesso nel 33° ed ultimo la Chiesa (o di un non dover essere, che è la autori-a/jacopo-alighieri/chiose-alla-cantica- rinuncia ed è in questo senso che si muove il
paragrafo della medesima lettera: “(…), per stessa cosa), ma assumono solo il valore di dellinferno-di-dante-alighieri/. Petrarca.
mostrare la gloria della beatitudine in quelle una constatazione (…) e sono (….) altome- 36. L’Abruzzo ha dedicato a questo pontefice pa- 40. Il Petrarca compose il De vita solitaria nel
anime, saranno poste loro molte domande, dievali (…). Gli altri papi (…) si dispongono gine nuove ed essenziali della più recente sto- 1346; opera che rielaborò nel corso degli
di grande utilità e diletto: infatti esse vedono in una prospettiva di giudizio-profezia”. Cfr riografia celestiniana, attraverso una serie di anni, nel 1355 e nel 1371. Dopo la vita di san
tutta la verità. E poiché, trovato il principio o per questa cit. la precedente nota 5. convegni, svoltisi tra gli anni 1984 e 1994, il Pier Damiani c’è quella di Celestino V “e qui
l’Essere primo, cioè Dio, non c’è più null’altro 28. Sono Gregorio X (1271-1276); Innocenzo cui elenco è compreso in una apposita post- il Petrarca dissente nettamente dal severo
da cercare, perché Egli è l’alfa e l’omega, l’opera V (1276-1276, dal brevissimo pontificato); fazione editoriale, alle pp. 367-373 della ri- giudizio di Dante: “io considero il suo ope-
termina in Dio, benedetto nei secoli dei secoli”. Onorio IV (1285-1287); Niccolò IV (1288- chiamata edizione dell’Herde (vedi nota 34). rato come quello di uno spirito altissimo e
La si può leggere ancora nella predetta rac- 1292); Benedetto XI (1303-1304). Di questi nove convegni, oltre a quello già ci- libero, che non conosceva imposizioni, quel-
colta di Arnaldo Monti, cit., alle pp. 329-351. 29. Cfr. ‘Scrittori italiani. Dante Alighieri, La tato a nota 34, mi preme segnalare i seguenti: lo di uno spirito veramente divino e penso
24. Il periodo, schematicamente inteso, po- Divina Commedia, a cura di Natalino ‘Celestino V, papa angelico’. Atti del 2° con- che un uomo non avrebbe potuto agire così
trebbe essere considerato tra i pontificati Sapegno,vol. III, Inferno, XVIII, 130-132. vegno storico internazionale. L’Aquila, 26-27 se non avesse giustamente valutato le cose
di Alessandro IV (1254-1261) e di Giovanni 29BIS. ‘Scrittori italiani. Dante Algiheri, La agosto 1987, L’Aquila 1988; ‘Celestino V e i umane e non si fosse posto sotto i piedi il
XII (1316-1334); uno spazio di circa ottan- Divina Commedia, a cura di Natalino suoi tempi:realtà spirituale e realtà politica’. capo orgoglioso della fortuna”. Ma anche in
ta anni. Da un punto di vista rigorosamente Sapegno,voll. III, Inferno, XVIII, 130-132, Atti del 4° convegno storico internazionale. Petrarca c’è una critica al temporalismo del
cattolico, ma solo per un approccio mera- cit., nota n. 133. L’Aquila 26-27 agosto 1989. L’Aquila 1990; papato, particolarmente l’avignonese, perché
mente manualistico, si vedano i voll. II e III 30. ‘Scrittori italiani. Dante Algiheri, La Divina ‘Celestino V tra storia e mito’, L’Aquila, 30-31 Celestino viene equiparato agli apostoli che
della Storia della Chiesa per K. Bihlmeyer-H. Commedia, a cura di Natalino Sapegno, voll. agosto 1992 e ‘Celestino V, tra monachesimo seguirono Cristo e viene indicato come colui
Tueschle, Marcelliana (8^ Ed.) – 1987 – 1988, III, Inferno, XVIII, 124-126. e santità’. Le fonti, L’Aquila.9 ottobre 1993. che non amò se non la povertà degli antichi
pp. 300-308 e 25-58. .Sul problema del Regno 31. Basterebbe solo ricordare la fiera persecuzio- Gli atti di questi due convegni vennero pub- e buoni costumi; ‘l’uomo che si volse al cielo
di Sicilia si veda la voce Federico II di Svevia, ne di chi quel papa chiamava con disprezzo blicati in un unico volume (VII e VIII), a cura dimenticando la terra’. Cfr. U. Dotti, Vita di
imperatore, re di Sicilia e di Gerusalemme, ‘fraticelli’, cioè i francescani spirituali e, in di Walter Capezzali, L’Aquila 1994. A riguar- Petrarca, Laterza, Bari 1987, pp. 145-146. Il
re dei Romani nel Dizionario Biografico de- ambito più politico, le condanne comminate do della canonizzazione cfr. il testo di P.Vian,, De Vita solitaria – testo latino - è reperibile
gli Italiani, vol. 45 (1995).redatta da Norbert ai seguaci di Ludovico il Bavaro (1282-1347), “Predicare populo in habitu eremitico”. Ascesi on line: http://petrarca.letteraturaoperaom-
Kamp: http://www.treccani.it/enciclope- uno per tutti Marsilio da Padova (1270?- e contatto col mondo negli atti del processo di nia.org/petrarca_de_vita_solitaria.html.
dia/federico-ii-di-svevia-imperatore-re-di- 1311). Si veda R. Manselli, I primi cento anni canonizzazione di Celestino V, alle pp. 165-202 41. Oramai disponiamo di un testo critico im-
sicilia-e-di-gerusalemme-re-dei-romani_ di storia francescana, San Paolo Ed. 2004; di Celestino papa angelico. Atti del 2° conve- portante sulla canonizzazione di Celestino
(Dizionario-Biografico)/. Dalla nutrita biblio- O.Capitani, Medioevo ereticale, Il Mulino, gno storico internazionale, etc., op. cit. Si V. Il Processo di canonizzazione di Celestino
grafia mi sembra di poter indicare, ai nostri Bologna 1983. veda anche la nota 41. V, a cura di Alessandra Bartolmei Romagnoli
fini, i testi raccolti in ‘Potere, società e popolo 32. 133, per Martino IV; Ibidem, III, 125-133, 37. Sulla questione la sintesi Giorgio Padoan, e Alfonso Marini. Sismel, Edizioni del
nell’età sveva’. Atti delle Seste Giornate nor- per Clemente IV; Ibidem, XIX, 109-11, per Colui che fece per viltade il gran rifiuto, in Galluzzo, 2015, che è il primo volume del
manno sveve, Bari 1985; Politica e cultura Adriano V. «Studi Danteschi», XXXVIII, 1961. Per l’o- Corpus Celestiniano . Vi si pubblicano in edi-
nell’Italia di Federico II, a cura di S. Gensini, 33. ‘Scrittori italiani. Dante Algiheri, La Divina pera di questo autore vedasi altresì lo studio zione critica: il processo apostolico di Parigi,
Pisa 1986. Per una considerazione unitaria Commedia, a cura di Natalino Sapegno, II, di M. Zanot, cit. a nota 34., che ripercorre i secondo il manoscritto 1071 della biblioteca
del periodo si veda il saggio di M. Miglio, Purgatorio, XIX, 109-111, cit. ut supra. testi dei diversi commentatori espressisi sul dell’ Arsenal e il Processo verbale della cano-
Progetti di supremazia universalistica, alle pp. 34. Si veda la voce Celestino V, redatta da Arsenio problema prima del Boccaccio e ricostruisce nizzazione, nonché la descrizione della ceri-
435-461 di Manuale di Storia Donzelli. Storia Frugoni, nella Enciclopedia dantesca: http:// il contesto in cui cominciarono ad insorgere i monia, secondo l’Ordo XIV per il cardinale
medievale. Donzelli Editore,R.roma 1999 www.treccani.it/enciclopedia/celestino-v_ primi dubbi circa la fondatezza della origina- Iacopo Caetani Stefaneschi.
25. Cfr. R.Manselli, Onorio III e Fedrico II (Enciclopedia-Dantesca)/. Segnalo subito lo ria identificazione. 41bis. Il testo del Comento del Boccaccio si
(Revisione di un Giudizio?), in ‘Studi Romani’, studio prezioso di M. Zanot, Celestino V e 37bis. Si veda la voce Jacopone da Todi nella legge altresì on lin a: http://www.liberliber.
11, (1963), pp. 142-149; S.Sibilia, Gregorio IX Dante nella storiografia più recente, alle pp. Enciclopedia Treccani on line: http://www. it/mediateca/libri/b/boccaccio/il_comento_
(1227-1241), Milano 1961; G.Tabacco, Dal tra- 71-88 di ‘Da Pietro del Morrone a Celestino V’. treccani.it/enciclopedia/iacopone-da-todi/; alla_divina_commedia_etc/pdf/il_com_p.pdf.
monto dell’Impero fino alle prime formazioni Atti del 9° convegno storico. L’Aquila, 26-27 M. Zanot., op. cit., pp. 73-74. La laude di 42. Cfr. nota 5 e altro. Per la storia della Chiesa
di Stati regionali, in Storia d’Italia, 2, Torino, agosto 1994, a cura di W.Capezzali, L’Aquila Jacopone, in questione: Que farai, Pier da al temine del secolo XIII vedasi la sintesi di
Einaudi 1974, riedito come Egemonie sociali 1999. Si veda, inoltre, l’importante biografia Morrone? (…), si può leggere on line in http:// E.Pasztor, La Chiesa alla fine del Duecento ed
e strutture del potere nel medioevo, Einaudi dell’Herde, tradotta dal tedesco: Peter Herde, www.classicitaliani.it/duecento/Iacopo01. il pontificato di Celestino V, alle pp. 13-32 di
1979; G.Arnaldi, Le origini dello Stato della Celestino V (Pietro dal Morrone) 1294, a cura pdf. Si veda altresì E. Paratore, Canto III ‘Celestino V papa angelico’, Atti del 2° con-
Chiesa, UTET, 1987. di Quirino Salomone. Traduzione di Anna dell’Inferno, Napoli, Loffredo 1980. vegno storico internazionale, etc., op. cit..Si
26. Sul papato avignonese, a titolo indicativo per maria Voci, Edizioni Celestiniane, L’Aquila 38. Si veda Boccaccio Giovanni, voce in veda ancora di A. Bardelloni, Celestino V boc-
la conoscenza del problema storico si veda- 2004; L.Gatto, La vera storia di Celestino Enciclopedia Dantesca di Giorgio Padoan caccesco e ‘il gran rifiuto’ tra Dante e Petrarca,
no E. Duprè Theseider, Problemi del papato V, in L.Gatto,, Celestino V pontefice e san- http://www.treccani.it/enciclopedia/giovanni- alle pp. 51-69 di Celestino V tra storia e mito.
avignonese. Lezioni tenute nell’Università di to (Raccolta di studi dell’insigne studioso, a boccaccio_(Enciclopedia-Dantesca)/ (e altro) Atti dei Convegni celestini ani, VII-VIII, cit.,
Bologna durante l’anno accademico 1960- cura di Eleonora Plebani), Bulzoni Editore, 39. Petrarca voce di Michele Feo: http://www. L’Aquila 1009
1961. R.Patron, Bologna 1961; W.Ulman. Il Roma 2006, pp. 9-100. Tanto la scheda del treccani.it/enciclopedia/francesco-petrarca_ 43. Cfr. ‘‘Scrittori italiani. Dante Algiheri, La
papato nel medioevo, Laterza, Bari 1989. Frugoni, quanto il lavoro del Gatto riportano (Enciclopedia-Dantesca)/ Scrive Zanont, op. Divina Commedia, a cura di Natalino

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Sapegno, III, Inferno, XXVI,103-105. Lo spie- to_alla_divina_commedia_etc/pdf/il_com_p. polemisti precedenti, ma c’è invece una pre- 53. Cfr. G.Gorni, Dante. Storia di un visionario,
ga chiaramente il citato Zanot, alla pg. 84 del pdf. Si veda pure l’aggiornatissimo lavoro di senza di colpevoli all’interno della Chiesa”. etc. cit., pg. 302, che è poi l’epilogo di tutto il
suo Celestino V e Dante, etc., cit.: “In questo Agostino Paravicini Bagliani, Bonifacio VIII, In nome di tutto questo, allora, avremo una suo ragionamento: “Se non fosse che la gran-
versetto si conservano due distinti elementi”. edizione italiana di Boniface VIII, Paris 2003, Chiesa trasformata, ampiamente descritta e dezza insuperata dell’artefice vince ogni con-
Quello di “ricordare un avvenimento reale ripubblicato dal Corriere della Sera, nella denunciata dalla Riforma. tesa, avremmo a che fare con un pover’uomo,
con l’accenno del potere delle due chiavi” sul- collana ‘Protagonisti della storia’, n. 14, 2006. 50. La Dichiarazione del Cardinal Ravasi, la si sconfitto dagli eventi, che ha sbagliato ogni
la scorta della lotta ai Colonna di Bonifacio Vedasi i ancora la nota 14. veda anche in http://vaticaninsider.lastampa. suo calcolo”. L’Impero e Firenze erano miti
VIII e quello di rimandare “a un arguto com- 47. Ai fini della conoscenza del problema mi it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/fran- e che la Monarchia era un falso obiettivo, un
mento su Celestino (…), che non comporta sembra utile, anche perché recupera un vivo cesco-francisco-francis-dante-40850/. (vedi sogno nobile, se si vuole, ma assolutamente
necessariamente un giudizio positivo di Dante dibattito sulla santità dell’Uomo, il testo di bene) inattuale”. E, ancora: “Non si pretende di
sul pontefice (..), che quelle chiavi aveva lascia- Jaques Paul, Celestino V nella devozione po- 51. Si veda, di Girolamo Arnaldi a Cangrande avere a che fare con un cieco progressista,
te nelle mani del successore simoniaco”, che polare, (testo in francese) alle pp.203-232 di Della Scala,, in Enciclopedia Dantesca: http:// ma la radice del suo discorso è quella che è”.
fece ‘strazio’ della Chiesa sua sposa. Si veda, Celestino V papa angelico, etc., op.cit. . Vanno www.treccani.it/enciclopedia/cangrande- 54. Si legga il messaggio del papa in http://www.
altresì, di Alessabdra Bartolomei Romagnoli, in ogni caso tenuti presenti i vari commenta- della-scala_(Enciclopedia-Dantesca)/. Il testo tempi.it/papa-francesco-ecco-perche-io-e-i-
Le bolle di Celestino V cassate da Bonifacio tori di Dante, prima e dopo Boccaccio. Un te- della lettera è in http://www.classicitaliani. miei-predecessori-onoriamo-dante-alighie-
VIII, in ‘ Archivium Historiae Pontificiae’, 37, sto importante ed autorevole contemporaneo it/dante/cangran.htm., che si chiude: “… per ri#.VmByPc9dG1s
1999, Roma, pp.61-83. L’Autrice pubblica un di Celestino V è quello del cardinal Jacopo mostrare la gloria della beatitudine in quelle 55. Scrittori italiani. Dante Alighieri. La Divina
documento importante, che getta nuova luce Caetani degli Stefaneschi (1270-1343), ov- anime, saranno poste loro molte domande, Commedia, a cura di Natalino Sapegno, II,
sugli ultimi giorni del pontificato celestini vero l’Opus metricum, a cui rimanda l’arti- di grande utilità e diletto: infatti esse vedono Purgatorio, XVI, 106-108
ano, dell’11 dicembre 1294, due giorni prima colo di Vincenzo Licitra, Jacopo Stefaneschi tutta la verità. E poiché, trovato il principio o 56. Si veda la voce Boezio Severino in
delle sue ‘dimissioni’; documento già segnala- e la cosiddetta “Autobiografia di celestino V, l’Essere primo, cioè Dio, non c’è più null’altro Enciclopedia Dantesca di Francesco Tateo:
to una prima volta, nel 1895. Il documento è a alle pp.146-168 di Celestino V e i suoi tempi. da cercare, perché Egli è l’alfa e l’omega, l’o- http://www.treccani.it/enciclopedia/severino-
favore della congregazione dei monaci morro- Realtà spirituale e realtà politica, etc. op. cit., pera termina in Dio, benedetto nei secoli dei boezio_(Enciclopedia-Dantesca)/. La cit. è
nesi e in esso il pontefice fa una chiara allusio- con rimandi a studi predecendi dell’Aurore secoli”. tratta dal LibI, IX della Monarchia: ‘O degli
ne, mediante l’espressione:” Vi sono molti che sul medesimo oggetto. 52. Scrittori italiani. Dante Alighieri. La Divina uomini stirpe felice/se gli animi vostri reggesse/
ci chiedono importune, inopportunamente di 48. Scrittori italiani. Dante Alighieri. La Divina Commedia, a cura di Natalino Sapegno, II, l’amor che il ciel governa’.
revocare i privilegi che abbiamo concesso” . Commedia, a cura di Natalino Sapegno, III, Purgatorio, XXXII.
Così la studiosa:” Da un lato Celestino è as- Paradiso, 64-66.
sediato dalle crescenti contestazioni sul suo 49. Cfr. R.Manselli, Il “Pastor angelicus”: una
operato, dall’altro deve subire le pressioni dei speranza, una delusione ed il loro significato
suoi amici e compagni che, come sappiamo storico, alle pp.9-16 di Indulgenza nel medio-
dalla biografia di Tommaso da Sulmona, ten- evo e Perdonanza di papa Celestino. Atti del
tano disperatamente di farlo recedere dal suo Convegno storico internazionale. L’Aquila,
proposito di dimettersi” (ivi, pg. 62, passim). 5-6 ottobre 1984, L’aquila 1987 (volume !°
Vittima dell’ ‘anacronismo teocratico’, vale a della serie ricordata a nota 36). Il breve e den-
dire non solo di se stesso, Bonifacio VIII, se- so saggio del Manselli è illuminante: “Le di-
condo la Studiosa, che per molti versi agì in missioni di Celestino V e la successiva, rapi-
continuità con Celestino V, vede il punto di da elezione di Bonifacio VIII comportarono
rottura tra i due piuttosto nei modi dell’eserci- in coloro la cui delusione era stata più forte,
zio del potere e, chiude, ‘si possono dire molte cocente ed amara, in un gruppo di francesca-
cose su Bonifacio VIII, non che fu incoerente ni Spirituali un profondo senso di angoscia.
o che non seppe, come celestino, anche se in Essi decidono (…) di disubbidire, di rifiu-
maniera diversa, pagarne il prezzo più duro”. tare al papa Caetani il loro riconoscimento
È un Papato prigioniero di se stesso, allora, di pontefice. Dobbiamo cogliere in questo
che non sa fare i dovuti conti con la missione fatto la misura della delusione: Celestino V
– secondo Dante – affidatagli da Dio! era stato la speranza di un rinnovamento
44. Cfr. M.Zanot, op. cit., pg. 74, passim.; A.- interiore e profondo della Chiesa, un’uscita
Marini, L’abdicazione di Celestino V nella da quelle che potevano sembrare le pastoie
mentalità religiosa francescana contempora- della giuridicità o del formalismo giuridico,
nea, alle pp. 107-122 di ‘Celestino V e i suoi un formalismo giuridico, che ha avuto un
tempi: realtà spirituale e realtà politica’, op. suo peso (…) anche a proposito della perdo-
cit. nanza. Bonifacio risponde con la bolla Unam
45. Si veda la voce Niccolò III, di Stanislao da sanctam, ovvero – sottolinea il Manselli, “la
Campagnola, in Enciclopedia Dantesca: prima e più esplicita dichiarazione della
http://www.treccani.it/enciclopedia/niccolo- dottrina del corpo mistico di Cristo”, con
iii_(Enciclopedia_Dantesca)/; ‘Scrittori ita- cui trasferisce il concetto della Chiesa spiri-
liani. Dante Alighieri. La Divina Commedia, a tuale in un’altra posizione teologica “quella
cura di Natalino Sapegno, III, Inferno, 61. appunto del Corpo mistico di Cristo”. Allora,
46. Si veda la voce Bonifacio VIII di Ernesto “non bisognava cercare negli uomini la eccle-
Sestan, in Enciclopedia dantesca: http:// sia spiritualis (…), ma bisognava trovarla in
www.treccani.it/enciclopedia/bonifacio-viii_ qualche cosa di più alto, in Cristo stesso, che
(Enciclopedia-Dantesca)/, cit., e il riferito del nella Chiesa si incarna. È il passaggio dalla
Comento del Boccaccio: http://www.liberli- ecclesia spiritualis al corpus misticum. (…)
ber.it/mediateca/libri/b/boccaccio/il_comen- Non c’è una ecclesia carnalis, come dicevano

50 51
TITOLO
Giorgio Di Genova

L
a

52 53
Danilo
Fusi

Franco
Cilia

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Angelo Grazia
Liberati Lodeserto

56 57
Mauro Impero
Molinari Nigiani

58 59
Gabrie
Teresa Pittarello
Noto

60 61
Vitam excolere
per artes

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