Sei sulla pagina 1di 4

Competenze geometri sul

cemento armato, il Consiglio


nazionale contro la sentenza
La sentenza del Consiglio di Stato n. 833 del 2015 stabilisce
che i geometri hanno competenza solo per la progettazione e la
direzione lavori di costruzioni in cemento armato di modesta
entità. Il Consiglio nazionale degli ingegneri accoglie e
sostiene questa tesi generale con la circolare n. 526/2015, ma
il Consiglio nazionale dei geometri la respinge con la
circolare n. 5126/2015, considerandola efficace solo per il
caso specifico. Vediamo in dettaglio i contenuti di questa
nuova puntata dell’annoso “braccio di ferro” tra ordini
professionali.
La sentenza
Il Consiglio di Stato si è pronunciato su un ricorso degli
Ingegneri di Verona contro il Comune di Torri del Benaco e i
Geometri della provincia, in merito a una delibera comunale
che dettava indirizzi operativi sulle competenze professionali
dei geometri in materia edilizia. Le parti erano sostenute dai
rispettivi Ordini Nazionali.
In prima istanza, il Tar Veneto aveva dato ragione ai Geometri
e al Comune, in relazione agli indirizzi operativi che
ammettevano tra le competenze professionali dei geometri “la
progettazione e direzione dei lavori di modeste costruzioni
almeno fino a mc. 1500”, adottando quindi il criterio tecnico-
qualitativo in relazione alle caratteristiche dell’opera da
realizzare, “che deve avere caratteristiche strutturali
semplici con moduli ripetitivi, sia pur con la presenza del
cemento armato, che non richiedano competenze tecniche,
particolari e specifiche, riservate per legge ad un diverso
professionista”.
La sentenza n. 883/2015 ribalta il giudizio e chiarisce
innanzitutto che la materia delle professioni rientra
nell’ambito della legislazione concorrente tra Stato e
Regioni, ma la potestà legislativa regionale deve rispettare
il principio invalicabile di ordine generale, secondo cui
l’individuazione delle figure professionali, con i relativi
profili ed ordinamenti, è riservata allo Stato, potendo le
regioni disciplinare quei soli aspetti che presentano uno
specifico collegamento con la realtà locale; nessun potere
normativo in materia, neppure a livello regolamentare, spetta
ai comuni.
Per quanto riguarda le competenze tra l’attività dei geometri
e quella degli ingegneri, viene richiamata la sentenza del
Consiglio di Stato n. 2537 del 28 aprile 2011, nella quale si
precisa che “esula dalla competenza dei geometri la
progettazione di costruzioni civili con strutture in cemento
armato, trattandosi di attività che, qualunque ne sia
l’importanza, è riservata solo agli ingegneri ed agli
architetti iscritti nei relativi albi professionali. Solo le
opere in cemento armato relative a piccole costruzioni
accessorie rientrano nella competenza dei geometri”.
In sostanza, la competenza dei geometri è limitata alla
progettazione, direzione e vigilanza di modeste costruzioni
civili, con esclusione di quelle che comportino l’adozione –
anche parziale – di strutture in cemento armato; solo in via
di eccezione si estende anche a queste strutture, purché:
–> si tratti di piccole costruzioni accessorie nell’ambito di
edifici rurali o destinati alle industrie agricole,
–> che non richiedano particolari operazioni di calcolo e
–> che per la loro destinazione non comportino pericolo per le
persone.
La sentenza esclude la possibilità di un’interpretazione
estensiva o “evolutiva” di tale disposizione, negando che le
innovazioni introdotte nei programmi scolastici degli istituti
tecnici possano avere ampliato, mediante l’inclusione tra le
materie di studio di alcuni argomenti attinenti alle strutture
in cemento armato, le competenze professionali dei Geometri.
Il criterio per accertare se una costruzione sia da
considerare modesta – e quindi se la sua progettazione rientri
nella competenza professionale dei geometri – consiste nel
valutare le difficoltà tecniche che la progettazione e
l’esecuzione dell’opera comportano e le capacità occorrenti
per superarle; mentre non è decisivo il mancato uso del
cemento armato, assume significativa rilevanza il fatto che la
costruzione sorga in zona sismica, con conseguente
assoggettamento di ogni intervento edilizio alla normativa che
impone calcoli complessi che esulano dalle competenze
professionali dei geometri.
Dopo aver citato numerose sentenze della Corte di Cassazione,
i giudici di Palazzo Spada bocciano la delibera impugnata
dagli Ingegneri di Verona, in quanto atto che incide,
limitatamente al campo dell’attività edilizia, sulla
disciplina delle professioni di geometra ed ingegnere, sulla
quale gli enti locali non hanno alcun potere normativo,
neppure a livello regolamentare.
La circolare degli Ingegneri
Con la circolare n. 526/2015, il Consiglio Nazionale degli
Ingegneri ha ribadito che “esula dalla competenza dei Geometri
la progettazione di costruzioni civili con strutture in
cemento armato, trattandosi di attività che, qualunque ne sia
l’importanza, è riservata solo agli Ingegneri e agli
Architetti iscritti nei relativi albi professionali”. La
circolare riprende i punti salienti della sentenza n. 883/2015
e sottolinea che il Consiglio di Stato legittima gli “Ordini
professionali a ricorrere in giudizio sia per reagire alla
violazione delle norme poste a tutela della professione, sia
per perseguire vantaggi, anche strumentali, riferibili alla
sfera della categoria nel suo insieme”.
La circolare dei Geometri
Il Consiglio Nazionale dei Geometri intende opporsi alla
sentenza del Consiglio di Stato n. 883 del 2015, che a suo
parere attiverebbe “una presunta riserva di competenze
professionali in favore di ingegneri ed architetti”. Secondo
il Cng, “la giurisprudenza ampiamente contrastante che va
avanti da anni non può essere cancellata da una sola sentenza
negativa”. La sentenza di primo grado nella stessa causa in
questione, ad esempio, qualificava la delibera comunale
impugnata come “atto di indirizzo politico amministrativo
interno e lasciava ampi margini per una positiva
interpretazione rispetto ai limiti di competenza dei
geometri”.
Nel merito della sentenza, il giudizio del Cng è netto: è
sbagliata perché “non ha tenuto in giusto conto neanche
l’espressa abrogazione della riserva per le opere in cemento
armato in favore di ingegneri e architetti, recentemente
operata dal D.Lgs. n. 212/2010, in quanto ritenuta norma
inutile e di cui anche la Corte suprema di Cassazione ha preso
espressamente atto”.
Perciò, il Cng invita i geometri a “non assegnare un valore
assoluto alla pronuncia in esame, collegandovi effetti
eccessivamente negativi, in considerazione del fatto che tale
sentenza è una, in un ambito di pronunce contrastanti”.

L’autore

Giorgio Tacconi

Nato a Milano nel 1956, laureato in giurisprudenza, svolge


come libero professionista attività di comunicazione,
informazione e consulenza tecnico-giuridica in tema di
sicurezza negli ambienti di lavoro, tutela dell’ambiente e
sostenibilità, responsabilità sociale d’impresa. Ha
collaborato come autore di testi, siti e banche dati con
Cedis, McGrawHill, Eco-comm, De Agostini, Rcs, Conde Nast,
LifeGate, Sistemi Editoriali, Giappichelli.

Potrebbero piacerti anche