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RIPASSO ITALIANO

1. DECADENTISMO E SIMBOLISMO
Baudelaire

Nasce a Parigi nel 1821 in una famiglia borghese.

Vita del dandy (nel nome del dissidio di soldi, senza pensieri, sperperando, drogandosi e bevendo)
Per vivere si dedicò alla critica d’arte.

Nel 1857 usci la sua prima raccolta I fiori del male.

Morì nel 1867 a causa della sifilide, il corpo era deteriorato da oppio e hashish.

I FIORI DEL MALE-pubblicazione

Prima edizione uscita nel 1857, comprende cento poesie, distribuite in cinque sezioni:
Spleen e ideale, Fiori del male, Rivolta, Il vino, La morte.

Suscita enorme scandalo nella critica e nel pubblico benpensante.

Una seconda edizione è uscita nel 1861, è comprendeva una nuova sezione, Quadri parigini.

I FIORI DEL MALE-temi

Conflitto tra artista della società, già costitutivo nel Romanticismo. Scelta di estrarre “la bellezza dal
Male”.
Tra tutti i vizi ce n’è uno più immondo di tutti: la noia.

Provoca degradazione, infelicità e disperazione.

CORRISPONDENZE

Baudelaire enuncia una visione mistico-irrazionalistica del mondo.


L’uomo comune non riesce a cogliere i legami anche se i simboli gli appaiono familiari perché
corrispondono a qualcosa che giace nel profondo.

Solo il poeta ha la facoltà di decifrare questi simboli, grazie alla sua sensibilità privilegiata.

Il linguaggio quindi non è più quindi razionale, ma allusivo, come una maia che mette in
comunicazione con ciò che è al di là delle apparenze.
Poesia ha il valore di rivelazione del mistero, dell’ineffabile.

ALBATRO
Albatro è come il poeta, vola alto rispetto alla gente normale che non lo capisce, ha le ali della
nobiltà spirituale.

Conflitto tra l’intellettuale e il mondo borghese, l’artista appare un diverso, inadatto alla vita
comune.

Diversità come segno di superiorità e nobiltà.

Gabriele d’Annunzio

Nato nel 1863 a Pescara da una famiglia borghese.


Fu un giornalista. Vita piena di lussi e debiti (fuggi per anni da debitori)
Culto della bellezza, era ciò che d’Annunzio ostentava di disprezzare, il denaro e le esigenze del
mercato.

Fu un irredentista, volo su Vienna, conquista di Fiume più un anno di governo.


A favore della guerra, alla fine considerò la fine come una “vittoria mutilata”.

Nella fine della vita si ritirò al vittoriale, dove passò gli ultimi anni di vita, alla sua morte la donò
all’Italia.

Morì nel 1938.


UN RITRATTO ALLO SPECCHIO: ANDREA SPERELLI ED ELENA MUTI.

L’eroe di d’Annunzio è presentato nell’atto di sovrapposizione alla vita reale le sue fantasie
estetizzanti.

Andrea in seguito ad un rifiuto insulta e deride la sua amata, arriva a mettere a nudo la menzogna
che si cela dietro le fantasie.
Tutto ciò perché l’estetismo esercita un forte fascino sullo scrittore, per cui alla durezza della critica
si mescola anche un ambiguo compiacimento nei confronti dell’eroe.

LA SERA FIESOLANA
Prima strofa: autonoma, tema natività della luna, luna immagine centrale, o meglio il suo sorgere.
Figurazioni mistiche del passato. Il mistero si cela dietro i fenomeni naturali.

Nei versi emerge una rete di segrete analogie, fondate sulla sinestesia.

La rete di immagini allude all’azione della luna-divinità, col suo apparire riporta la vita dove era
l’aridità.
Seconda strofa: ricerca di effetti musicali. Richiamo al cantico delle creature di san Francesco.

Con l’aggettivo pallido indica un collegamento tra il colore verde delle foglie e l’idea di santità che
quelle piante evocano da sempre nella tradizione cattolica (ulivi).

Terza strofa: immagini sensuali e voluttuose, tematica amorosa. Atmosfere di sospensione mitico-
religiosa, culto antico per le fonti e i boschi. Forza erotica che pervade la natura.

LA PIOGGIA NEL PINETO


Struttura musicale, d’Annunzio mira a trasformare la parola in musica, in linea con i principi
fondamentali della poetica decadente.

Al centro di tutto il discorso si pone il tema panico dell’identificazione del soggetto umano con la vita
vegetale, che torna insistente, sviluppato con numerose variazioni.

Pascoli
Nasce nel 1855 a San Mauro di Romagna.

Poeta delle piccole cose (non usa termini altolocati come d’Annunzio), utilizza la natura e termini
poetici di altri poeti classici.

Formazione classica, morte del padre (10 agosto 1867)


“nido familiare” = perdita anche di altri familiari, si lega alla famiglia. Fragilità psicologica del suo io.
Ricordo ossessivo di lutti e dolori. La vita amorosa aveva un fascino torbido.

Voleva farsi una famiglia ma aveva paura, per lui le sorelle erano una figura materna, quando Ida
decise di spostarsi lui si arrabbiò.
Quando si sposta a Massa chiama a sé le due sorelle Ida e Maria, poi si sposta a Livorno per
insegnare.

1891 myricae; 1897 poemmetti; 1903 canti di castelvecchio; 1904 poemi convivali.

Gareggio con Carducci e d’Annunzio per il titolo di POETA VATE.


Muore nel 1912.

Opere:

“novembre”; tratto da Myricae, poesia evocativa, suggestiva, illusionistica, non si ferma al


mio stato fisico, oggettivo, che rimanda a un mistero che si cela dietro la realtà visibile. Molte
immagini di morte, allegorie, metafore, ossimori.

“X Agosto”; descrive la notte in cui è morto il padre, discorso di carattere ideologico,


affronta con toni enfatici e predicatori i grandi temi del male e del dolore, del rapporto tra la
dimensione terrena e il trascendente. Temi centrali: religione, divinità che si dimentica
dell’uomo.

“la mia sera”

“gelsomino notturno”, parla della prima notte di nozze di una coppia.

2. AVANGUARDIE E GRANDE GUERRA

Avanguardia, termine militare, indica la pattuglia di soldati che va in avanscoperta, precedendo il


grosso delle truppe.
Termine utilizzato per indicare i nuovi movimenti (futurismo, dadaismo, surrealismo) chiamate
anche “avanguardie storiche”.

Contestano l’intero sistema del mercato culturale, accusato di trasformare il prodotto artistico in
merce.

Tutti gli avanguardisti erano a favore della guerra, queste avanguardie abbracciano tutti i settori
della società.

Filippo Tommaso Marinetti

Nato ad Alessandria d’Egitto nel 1876


Compie studi superiori a Parigi. Si laurea in giurisprudenza a Genova, formazione cosmopolita.

Esaltato dall’impresa libica, prese parte alla Grande guerra. Favorevole all’avvento del fascismo, in
cui si illuse di vedere le sue idee rivoluzionarie.

Opere
In poesia si fa riconoscere dal simbolismo e fonosimbolia.

Usa le “parole in libertà”, a differenza dei versi liberi.


Opera principale: Zang tumb tuuum, “bombardamento”. Significati onomatopeici, vuole ricreare in
modo sensibile il suono dei rumori legati alla battaglia di ADRIANOPOLI.

Aldo Palazzeschi
Vero nome Aldo Giuliani, nato nel 1885 a Firenze.

Per un breve tempo fece l’attore teatrale, studia nella scuola commerciale Ca’ Foscari di Venezia.

Stringe rapporti di amicizia con Marinetti e Boccioni a Milani (entra in contatto con l’ambiente
futurista). Spiccata originalità.
Si avvicinò al marxismo e le idee di anti-interventismo.

Opere

Grande amico di Apollinaire e i futuri dadaisti. Torno a Firenze e ruppe con il futurismo, non solo
per ragione di estetica.
Dopo la guerra (fu chiamato alle armi) tornò a Firenze ma ritornò spesso a Parigi.

Disposizione al grottesco, con forme diverse.

L’incendiario, pubblicato a Milano per l’edizione futurista di “Poesia” nel 1910.


“e lasciatemi divertire!”, tipo di poesia come puro divertimento, fatto di semplici accostamenti e
suoni verbali. Palazzeschi utilizza la forma dialogica, ma le varie battute, realizza secondo modi
prosastici e colloquiali, presentandosi in semplice e divertita successione una dopo l’altra.

La poesia non comunica alcun messaggio, anzi si presenta come esperienza inutile, addirittura priva
di significati comprensibili.

Guillaume Apollinaire

Nasce a Roma nel 1880, dopo il diploma si è stabilito a Parigi.

1901, pubblica romanzi pornografici, per guadagnare denaro.


Nel 1902 si impiegò in banca e iniziò una fitta collaborazione a importanti riviste. Applica la tecnica
della “scrittura automatica”. Fa uscire diverse raccolte, la più importante è Calligrammi.

Questa raccolta include ottantasei poesie, solo diciannove hanno la vera struttura del “Calligramma”,
l’autore muore poco dopo l’uscita dell’opera, nel 1918.
“la colomba pugnalata e il getto d’acqua”, calligramma in cui si può osservare una straordinaria
corrispondenza fra il significato del testo e la disposizione delle parole.

Compenetrazioni tra disegno e frasi accresce la suggestione di un testo che potremmo definire
multiplo, in cui si incontrano i motivi dell’amore e della guerra, della vita e della morte.

Simbologie: colomba (pace) e acqua (fonte della vita), nell’acqua si vedono anche i segni della
morte.
Punto interrogativo al centro del componimento che si chiede il perché di tutto ciò.

Giuseppe Ungaretti
Nasce ad Alessandria d’Egitto nel 1888, si reca a Parigi per completare gli studi.

Frequenta l’avanguardia poetica e artistica francese.

Si arruola come volontario nella Prima guerra mondiale, torna e si sposa. Dopo che d’annunzio
conquista fiume lui collabora con molte riviste irredentiste.
Si trasferisce a Roma, aderisce al partito fascista.

Si sposta a San Paolo per insegnare Letteratura Italiana all’Università, periodo felice fermato da
gravi lutti familiari (1937 muore il fratello, 1939 muore il figlio Antonietto).

Inizia la Seconda guerra mondiale. Nel 1942 torna in Italia, a Roma (insegna all’Università), fu
nominato Accademico d’Italia.

Negli ultimi anni si dedica alla traduzione, muore a Milano nel 1970.
Opere

Veglia; da L’allegria, poesia scritta al fronte, composta da due strofe, parla di lui che passa
una notte in una trincea con un compagno che sta morendo. La guerra appare ridotta a
questo macabro episodio. Istinto di amore solitario per colui che sta morendo, anche se
prima odiava durante il combattimento.

I fiumi; da L’allegria, il recupero del passato attraverso i fiumi (Serchio, Nilo, Isonzo),
motivo autobiografico, l’acqua come elemento purificativo, linguaggio religioso, ricerca
dell’armonia come antitesi della disarmonica causata dalla guerra.

Fratelli; da L’allegria, cinque brevi strofe accomunate dallo stile nominale, fratellanza
umana, precarietà della vita del soldato, contesto della guerra, ribellione della natura umana,
motivo centrale della fratellanza.

Mattina; da L’allegria, senso di infinito e di eterno, la poesia improvvisa folgorazione e


“illuminazione”.

Soldati; da L’allegria, senso di solitudine desolata e di abbandono, precarietà e la fragilità


dell’esistenza.

3. PIRANDELLO E IL FU MATTIA PASCAL

Pirandello-cenni biografici
Nasce ad Agrigento nel 1867, famiglia agiata borghese.

Si iscrive all’Università di Palermo, poi si sposta a Roma; dopo una divergenza con un professore si
trasferisce all’Università di Bonn.

1892 si sposta a Roma, 1893 scrive la prima opera (L’esclusa).


Sposa Maria Antonietta Portulano, donna instabile psicologicamente. Inizia ad insegnare presso
l’istituto superiore magistero.

La famiglia subisce un disastro economico: miniera di zolfo del padre si allaga, Pirandello subisce
l’esperienza del declassamento.

1911, primo contatto con il mondo teatrale. 1915 si dedica principalmente al teatro.
Dopo il figlio diviene prigioniero di guerra, la moglie viene ricoverata perché le sue condizioni si
aggravano, primi successi pubblici con le opere teatrali, abbandona l’insegnamento per
dedicarsi alla vota teatrale.

Si iscrive al partito fascista per avere aiuti economici dal partito, dopo si allontana dal fascismo pur
evitando posizioni di aperto dissenso.
PREMIATO CON IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA.

Muore nel 1936 a Roma, di polmonite.

Ideologie: famiglia come gabbia sociale, maschere utilizzate per adattarsi alla società, “trappola”
della vita sociale.
OPERE

Il treno ha fischiato; dalle Novelle per un anno, espressione della trappola del lavoro e
della famiglia, scomposizione umoristica della realtà, follia contrapposta all’apparente
razionalità del meccanismo dell’esistenza.

“la costruzione della nuova identità e la sua crisi”; da Il fu Mattia Pascal capp. VIII e IX,
l’errore di darsi una nuova identità, la nostalgia piccolo borghese delle abitudini quotidiane, la
critica alla società industriale.
SVEVO E LA COSCIENZA DI ZENO

Italo Svevo-cenni biografici


Nome reale: Aron Hector Schmitz, nasce a Trieste nel 1861, da un’agiata famiglia di origine
ebraica.

Nel 1873 viene mandato a studiare in Germania. 1878 torna a Trieste e si iscrive all’Istituto
Superiore per il Commercio.

Assume posizioni irredentiste e manifesta simpatia per il socialismo.


1880 dopo un investimento sbagliato, il padre fallì: Svevo subisce l’esperienza del declassamento.
Collabora con il giornale “L’indipendente”.

Si dedica alle prime prove narrative (scarso successo).

Muore la madre, si lega alla cugina Livia Veneziani, figlia di facoltosi industriali. Inizia a lavorare
nella ditta dei suoceri.
Esce la seconda opera, senilità, con scarso successo, abbandona la letteratura.

Prende lezioni di inglese da James Joyce, diventano amici, lo stesso Joyce lo aiuterà a diffondere le
sue opere, in Francia.

Conosce la psicoanalisi per tramite del cognato in cura da Freud.


Inizia la Prima guerra mondiale, la fabbrica dei suoceri è requisita dagli austriaci.

Inizia la stesura de La Coscienza di Zeno.

1923: pubblicazione de La Coscienza di Zeno, ottiene la fama europea grazie a Joyce che ne parla
bene sulla rivista le navire d’argent.
Si dedica alla scrittura di un quarto romanzo ma muore in un incidente stradale nel 1928 a Motta di
Livenza.

OPERE

“il fumo”; da La Coscienza di Zeno, cap. III, la malattia come alibi dell’inetto, l’origine
psicologica del vizio del fumo, la rivalità con il padre e i sensi di colpa, la psicoanalisi come
strumento conoscitivo.

“la morte del padre”; da La Coscienza di Zeno, cap. IV, il conflitto con la figura paterna, la
rimozione della colpa nei confronti del padre e l’affermazione di innocenza di Zeno.

James Joyce

Nacque a Dublino nel 1882

Educazione in collegi gesuitici ai quali il padre lo iscrisse. 1898 si iscrive all’University College di
Dublino per approfondire gli studi in lingua e letteratura italiana.
OPERE

“Il monologo di Molly Bloome”; tratto da Ulisse, cap. XVIII, importante lo stream of
consciusness (flusso di coscienza), meccanismo delle associazioni, inizio e fine dell’ultimo
capitolo del romanzo chiamato Penelope.

MONTALE E LA SUA POESIA TRA DANNUNZIANESIMO ED ERMETISMO

Eugenio Montale-cenni biografici


Nasce a Genova nel 1896 da una famiglia borghese.

Studia ragioneria, partecipa alla Grande Guerra.


Stringe rapporti di amicizia con i poeti liguri, tra cui Sbarbaro. Esordisce come poeta su “primo
tempo”. Entra in contatto con il gruppo gobettiano torinese.

Firma il manifesto degli intellettuali antifascisti redatto da Benedetto Croce. Espressione di


netto dissenso nei confronti della dittatura, riduce la sua esistenza schiva e appartata e schiva negli
anni del fascismo.
Si trasferisce a Firenze, dove lavora presso la casa editrice Bemporad. Intanto Hitler diventa
cancelliere.

A fine Seconda Guerra Mondiale svolge un’intensa attività di traduttore, fa parte del CLN toscano.

Si trasferisce a Milano, dove lavora per il “Corriere della Sera”.


1967 viene nominato senatore a vita “per aver illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo
letterario e artistico”.

1975 riceve il PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA, pronunciando verso l’Accademia di Svezia,
il discorso è ancora possibile la poesia?

Muore nel 1981.

OPERE

Ossi di Seppia, sono i residui calcarei di quei molluschi che il mare deposita sulla riva, alludono alla
condizione vitale impoverita, prosciugata, ridotta all’aridità minerale o quasi all’inconsistenza.
I limoni; tratto da ossi di seppia, il rifiuto della poesia aulica, l’impossibilità di attingere a un
significato ulteriore rispetto alla pura apparenza delle cose, la gialla solarità dei limoni come
simbolo di speranza e rinascita.

Non chiederci la parola; tratto da ossi di seppia, l’impossibilità di ricevere risposte dalla
poesia, l’estraneità verso l’uomo sicuro e appagato, la definizione di un linguaggio scabro e
antilirico.

Meriggiare pallido e assorto; tratto da ossi di seppia, l’aridità del paesaggio come simbolo
di una condizione esistenziale desolata, l’impossibile ricerca della verità

Spesso il male di vivere ho incontrato; tratto da ossi di seppia, il malessere che si


manifesta negli aspetti più comuni della natura, il distacco e l’indifferenza di fronte alla
miseria del mondo.

4. PRIMO LEVI E SE QUESTO È UN UOMO

Nasce a Torino nel 1919, si laurea in Chimica nel 1941 (impara il tedesco)

Entrato nel 1943 nelle formazioni partigiane di Giustizia e Libertà, fu catturato e deportato nel
Lager di Auschwitz.
Riuscì a scampare allo sterminio e a ritornare a Torino, nel dopoguerra esercitò la professione di
chimico, dedicandosi parallelamente alla letteratura.

Muore suicida nel 1987.

SE QUESTO È
UN UOMO

Condizione dei deportati

Annientamento psicologico
Sadismo degli aguzzini

Istinto di sopravvivenza

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