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Antonella Ravizza

CHE COS'È
L'ENERGIA
Dall’energia cinetica
a quella della materia oscura:
le meraviglie del mondo della fisica
Prodotto curato da: R
 iviste & Co. per Scienza e Conoscenza/
Gruppo Editoriale Macro
Grafica: Melissa Bernardi per Riviste & Co.
via Uberti 33, Cesena FC
direzione@rivisteeco.it

I edizione luglio 2019 - Tutti i diritti riservati

Questo libro in formato e-book fa parte della collana


“Gli speciali di Scienza e Conoscenza”
www.scienzaeconoscenza.it

Proprietà letteraria digitale di gruppo editoriale macro © 2018


Antonella Ravizza
Si è laureata in fisica nucleare all’Università degli Studi di
Pavia, con la quale ha mantenuto rapporti di collaborazio-
ne. È docente di Matematica e Fisica presso il liceo classi-
co “G. Parini” di Milano. Nominata anni fa tutor del Presi-
dio Scientifico della provincia di Lodi per l’insegnamento
delle scienze sperimentali, si è occupata della diffusione
del laboratorio nelle scuole del territorio. Da sempre ap-
passionata di divulgazione scientifica, è particolarmente
convinta dell’importanza dell’approccio laboratoriale nell’
insegnamento delle scienze. Ha curato rubriche scienti-
fiche su giornali locali, nel 2013 ha scritto il libro di di-
vulgazione scientifica Dialogo sopra i massimi fenomeni
naturali del mondo, pubblicato con la Midgard Editrice,
nel 2017 ha scritto L’ABC della fisica-dai quanti all’univer-
so a 26 dimensioni pubblicato tra gli Speciali di Scienza e
Conoscenza, con la Macro Edizioni, nel 2018 ha scritto I
misteri del nostro grande Universo, pubblicato sempre tra
gli Speciali di Scienza e Conoscenza, con la Macro Edizioni.
Nel 2019 ha pubblicato 20 DOMANDE PER CAPIRE LA FI-
SICA Dai quanti all’universo a 26 dimensioni, della collana
dei Macrotascabili di Scienza e Conoscenza, con la Ma-
cro Edizioni. Pubblica inoltre articoli scientifici sulla rivista
Scienza e Conoscenza.
INTRODUZIONE

L’
energia è fondamentale per la vita nell’Universo, tutti gli orga-
nismi viventi hanno bisogno di energia per continuare a vivere.
L’uomo riesce a svolgere tutte le attività grazie all’energia, che
usa quando pensa, o quando si muove, o quando utilizza un qualsiasi
dispositivo che lo circonda (che funziona perché riceve energia o che
è stato costruito utilizzando energia). La società moderna è comple-
tamente dipendente dall’energia, in particolare dall’energia mecca-
nica, elettrica, chimica e termica, in tutti i suoi processi produttivi e
gestionali, per esempio nel trasporto marittimo e aereo e nei vari pro-
cessi industriali. Per questo il problema energetico globale assume
grande interesse e preoccupazione, a causa del possibile esaurimen-
to nel tempo delle fonti fossili, che attualmente rappresentano una
delle principali fonti di energia primaria, il cui utilizzo ha permesso il
boom dello sviluppo economico dalla Rivoluzione Industriale fino ai
nostri giorni. L’energia riscalda le abitazioni, illumina le case, fa fun-
zionare gli strumenti che utilizziamo per produrre cibo… insomma, è
indispensabile!
Ma sappiamo veramente che cosa è l’energia? Non è una sostanza
che vediamo, quindi è più difficile da definire. In realtà possiamo dire
che è la capacità di un corpo di compiere lavoro, ma anche lavoro è
una parola che in fisica assume un significato specifico e particolare,
che non è semplice da capire, perché è diverso da quello che cono-
sciamo nel linguaggio comune e ci viene dall’esperienza quotidiana
e perché l’energia non ha alcuna realtà materiale, ma è un concet-
to matematico astratto. L’energia è la capacità di un sistema fisico di
compiere lavoro, che diminuisce man mano che questo viene prodot-
to, in questo senso possiamo definire l’energia come una proprietà
posseduta dal sistema, che può essere scambiata fra i corpi attraverso
il lavoro. Un corpo infatti può aumentare o diminuire la sua energia
5

interagendo con altri corpi; esistono numerose possibili interazioni.


Dal punto di vista qualitativo si parla di meccanica quando gli urti av-
vengono fra corpi rigidi o forze anche tra particelle puntiformi, si parla
di termodinamica quando si considerano le reazioni fra gas a tempe-
rature diverse.
Tutto ciò che produce energia, invece, è una fonte di energia, come
il sole, che alimenta tutti i processi vitali vegetali e animali, scioglie i
ghiacciai, alimenta quindi anche il ciclo dell’acqua tra il mare e l’atmo-
sfera, produce i venti, fa crescere la vegetazione che poi trasforma nel
corso degli anni, dei secoli, di milioni di anni, in combustibile fossile,
in petrolio, in carbone e in gas naturale. Anche altre forme di ener-
gia derivano direttamente o indirettamente dall’energia del sole: le
energie idrica, eolica, chimica dei combustibili fossili e delle biomasse
come la legna, o l’energia delle onde. Poi ci sono energie che derivano
dai campi gravitazionali del sole, della luna e della terra, che provo-
cano l’avvicendarsi delle maree o le energie che risalgono alla forma-
zione della terra, come l’energia geotermica o quella nucleare, che
non derivano perciò da trasformazioni successive di energia solare.
6

È difficile quindi trovare una definizione unica che possa descrivere


tutte le forme di energia conosciute, ma è chiaro che ha a che fare
con i concetti di spazio, di tempo, di moto e anche di cambiamento,
perché spesso assume delle forme ben definite, ma altre volte tende
a trasformarsi.

Noi di solito conosciamo l’energia chimica, assorbita o sviluppata


nelle reazioni chimiche, l’energia meccanica, quella elastica, quella
nucleare, elettrica, radiante, sonora, termica… L’energia è una gran-
dezza fisica definita estensiva, perché varia proporzionalmente con la
massa, cioè l’energia di due corpi è la somma delle energie dei corpi
considerati singolarmente, ed è fondamentale nella formulazione di
parecchie teorie in meccanica classica, in termodinamica e oggi an-
che nella relatività e nella meccanica quantistica.
Il concetto di energia è importante anche dal punto di vista tecno-
logico, perché per mezzo del suo sfruttamento a livello industriale,
permette di trasformare le materie prime in prodotti finiti o in beni di
consumo da introdurre sul mercato.
In questo libro andremo a capire i vari tipi di energia, approfon-
dendo in modo particolare le molteplici caratteristiche e le diverse
fonti che li hanno generati.
CAPITOLO 1

L’ENERGIA E LA SUA
IMPORTANZA FISICA
E TECNOLOGICA

L
a parola energia deriva dal latino energīa, che a sua volta deriva
dal greco ἐνέργεια (enérgeia), ed è composta da en (particella
intensiva) ed ergon (capacità di agire). Fu usata per la prima vol-
ta da Keplero nel 1619. In seguito, nel 1686, Gottfried Leibniz intro-
8 - Che cos'è l'energia

dusse per la prima volta una grandezza simile a quella che oggi chia-
miamo energia cinetica, chiamandola forza viva, in opposizione alla
forza morta, intesa come inerzia. In realtà il termine italiano deriva
dalla parola francese énergie, anche se il primo ad utilizzare il termi-
ne Energy in senso moderno fu Thomas Young nel 1807 nel saggio
“Lectures on Natural Philosophy”. Anche in seguito la terminologia
rimaneva molto confusa, perché il concetto di energia rimaneva oscu-
ro, venivano spesso usati termini come sforzo, azione, impeto, per
indicare grandezze fisiche che durante gli esperimenti rimanevano
costanti. Nel 1847 lo scienziato tedesco Hermann von Helmholtz for-
mulò la legge di conservazione dell’energia totale di un sistema, ma
pubblicò un saggio sulla conservazione dell’energia solo circa 30 anni
dopo. L’idea che le grandezze di un sistema fisico possano conservarsi
era nata già nello studio di fenomeni di meccanica. Il matematico to-
rinese Lagrange parlò già nel 1788 della legge di conservazione dell’e-
nergia meccanica, ma all’epoca il significato di energia non era stato
compreso, perché sarebbe nato molto più tardi.
CAPITOLO 2

DEFINIZIONE DI ENERGIA

L’
energia è una grandezza fisica che misura la capacità di un de-
terminato sistema di compiere un lavoro. Affinché si compia
lavoro in fisica è necessario che si applichi una forza ad un
corpo che si sposti in una qualsiasi direzione diversa da quella per-
pendicolare al corpo stesso. Quando la forza è costante e parallela
allo spostamento, il lavoro si calcola facendo il prodotto della forza
per lo spostamento, prodotto che diviene negativo se la forza e lo
10 - Che cos'è l'energia

spostamento sono antiparalleli. Se la forza e lo spostamento sono


perpendicolari il lavoro in fisica è nullo e se la forza e lo spostamento
formano tra loro un certo angolo, il lavoro si ottiene moltiplicando
la proiezione ortogonale della forza sullo spostamento per lo sposta-
mento stesso. Si chiama lavoro motore quando è positivo e lavoro
resistente quando è negativo, perché è subito dal corpo e non eser-
citato. Per calcolare la proiezione della forza si moltiplica la forza stessa
per il coseno dell’angolo compreso tra forza e spostamento: L=F s cos α.
Il lavoro come tutte le energie si misura in Joule, seguendo le unità di
misura del Sistema Internazionale, cioè quelle usate da tutti i Paesi
che si sono accordati per avere unità di misura comuni. Il simbolo del
Joule è J. 1 J è uguale a 1 Newton moltiplicato per 1 metro. Altri Paesi
preferiscono usare l’erg, che è un suo sottomultiplo e che corrisponde
a 10-7 J. A seconda dell’ambito in cui si parla di energia, a volte si pre-
ferisce usare l’elettronvolt (che corrisponde a 1,602 x 10-19 J), la caloria
(che corrisponde a 4,186 J) o il kilowattora (che corrisponde a 3,6 x
106 J). Quando si parla di lavoro ed energia in fisica si introduce sem-
pre anche il concetto di potenza, perché per compiere un lavoro serve
tempo. La grandezza che misura la rapidità con cui un determinato
sistema compie un lavoro si chiama appunto potenza. La potenza è
il rapporto tra il lavoro compiuto dal sistema e l’intervallo di tempo
impiegato: P=L/Δt, quindi indica il lavoro compiuto in un secondo e si
misura in Watt (simbolo W).
CAPITOLO 3

VARI TIPI DI ENERGIA


IN FISICA
Per fare lavoro si spende energia. Esistono varie forme di ener-
gia in fisica. La più studiata, anche alle superiori, è l’energia cinetica,
posseduta da un corpo in movimento, insieme all’energia potenziale
gravitazionale, posseduta da un corpo che si trova in alto rispetto al
terreno e all’energia potenziale elastica, posseduta dai corpi elastici
quando sono compressi o allungati. Queste tre energie insieme for-
mano l’energia meccanica. Ci sono però svariati altri tipi di energia in
fisica; l’energia termica, è quella posseduta dai corpi che si trovano ad
una temperatura superiore allo zero assoluto; l’energia elettrica che
utilizziamo ogni giorno per far funzionare tutti gli apparecchi elettri-
ci; l’energia interna di un corpo, che è l’energia immagazzinata negli
atomi e nelle molecole di un corpo; l’energia elettromagnetica, che è
quella trasportata anche nel vuoto dalla luce e da tutte le onde elet-
tromagnetiche e l’energia nucleare, che è quella immagazzinata nel
nucleo degli atomi.
CAPITOLO 4

L’ENERGIA MECCANICA

L’
energia meccanica è l’energia che si studia in quella parte della
fisica che si occupa dell'equilibrio e del movimento dei corpi. Le
sue leggi descrivono il movimento dei pianeti, ma anche la ca-
duta degli oggetti sulla terra e hanno una vasta gamma di applicazio-
ni, dalla messa in orbita di satelliti, alla progettazione delle automobili
o delle biciclette, o allo studio del movimento in generale dei corpi.
Si occupa di alcune grandezze fisiche importanti, quali la velocità dei
corpi, la loro accelerazione, le forze, la massa…
Capitolo 4 - L'energia meccanica 13

L’energia meccanica si divide in ulteriori tre forme di energia:


£
£Cinetica
£
£Potenziale gravitazionale
£
£Potenziale elastica

L’energia cinetica è un’energia di movimento, posseduta da un


qualsiasi corpo che si muove ad una velocità v. Per mettere in movi-
mento un oggetto inizialmente fermo si spende lavoro, ma quando
l’oggetto è già in movimento, è in grado di compiere lavoro su altri
corpi. Per far muovere una ruspa, per esempio, serve un lavoro mo-
tore, ma a sua volta la ruspa compie lavoro quando solleva la terra.

L’energia cinetica viene introdotta proprio per descrivere quanti-


tativamente la capacità dei corpi di compiere lavoro per mezzo del
movimento. L’energia cinetica si indica con la lettera K e si calcola nel
modo seguente: K= (1/2) m v2. Come tutte le energie si misura in Jou-
le. Essa sarà maggiore all’aumentare della massa del corpo stesso e
soprattutto della sua velocità, quindi una persona che corre avrà un’e-
nergia cinetica molto più bassa di quella posseduta da un treno in cor-
sa, per la differenza delle due masse e per la differenza delle velocità.
14 - Che cos'è l'energia

L’uomo che corre avrà sicuramente un’energia cinetica minore del-


lo stesso uomo che scia ad una velocità molto più elevata, anche a
parità di massa.

Immaginiamo ora di avere innanzi a noi una macchina che parte


da una certa velocità iniziale e che poi accelera fino ad arrivare a una
velocità finale maggiore. Possiamo considerare l’automobile come se
fosse un punto materiale avente massa m, per facilitare i calcoli. Au-
mentando la sua velocità, aumenterà anche la sua energia cinetica.
Se calcoliamo la differenza tra l’energia cinetica finale e quella iniziale,
otteniamo il lavoro totale compiuto sul punto materiale. Vale cioè il
Teorema dell’energia cinetica: L= ΔK=Kfinale -Kiniziale . Se il punto mate-
riale parte da fermo, allora la velocità iniziale è nulla, quindi anche
l’energia cinetica iniziale è nulla. Questo significa che l’energia cine-
tica di un corpo con velocità v è uguale al lavoro motore che serve
per accelerare il corpo, inizialmente fermo, fino a fargli raggiungere la
velocità v. Il caso di un corpo in moto che si ferma è il suo simmetrico.
Se un punto materiale si ferma è l’energia cinetica finale che si annul-
la, per cui l’energia cinetica finale corrisponde all’opposto del lavoro,
Capitolo 4 - L'energia meccanica 15

infatti la forza che ferma un corpo in movimento compie sempre un


lavoro resistente, cioè negativo. Quindi Kiniziale = - W con W negativo, - W
è positivo e perciò verifichiamo che K è positiva (l’energia cinetica, per
come viene calcolata, è sempre positiva). In questo modo possiamo
affermare che l’energia cinetica di un corpo corrisponde all’opposto
del lavoro resistente che ci servirebbe per fermare il corpo stesso. Per
accelerare una pallina da ping pong con massa m fino alla velocità v,
partendo da ferma, allora serve un lavoro uguale a ½ mv2. Quando
fermiamo la pallina, essa perde la stessa energia cinetica che aveva
acquistato. Questa energia può trasformarsi in lavoro, per questo si
dice che l’energia è la capacità di un sistema fisico di compiere lavoro.
L’energia potenziale gravitazionale è anche detta l’energia poten-
ziale della forza peso ed è posseduta da ogni corpo che si trova in
alto, in quanto esso è in grado di compiere lavoro quando scende.
In questo caso non serve che il corpo sia in movimento, può anche
essere fermo, ma può possedere energia potenziale solo per il fatto
che occupa una certa posizione rispetto al suolo. L’energia potenziale
gravitazionale nasce dall’attrazione gravitazionale della terra. Imma-
giniamo un corpo che cade da una certa altezza e colpisce un palo, con-
ficcandolo nel terreno. L’esempio ci mostra chiaramente come la forza
peso, che è l’unica forza che agisce durante la caduta, trascurando le
forze esercitate dall’aria, compia lavoro sul palo: lo spinge nel terreno.
Calcolando il lavoro della forza peso otteniamo: L= Fp x s = m x g x h,
dove m è la massa del corpo, g l’accelerazione di gravità (che vale 9,8
m/s2) e h è il dislivello tra le posizioni iniziale e finale del corpo.
16 - Che cos'è l'energia

Possiamo quindi definire l’energia potenziale gravitazionale Up per


un corpo che si trova vicino alla superficie terrestre come il lavoro
che compie la forza peso quando il corpo, dalla sua posizione, viene
portato ad una seconda posizione di riferimento scelta ad arbitrio. Se
il corpo ha massa m e si trova ad un’altezza h rispetto alla posizione
di riferimento, allora la sua energia potenziale gravitazionale sarà Up
= m x g x h, e come tutte le energie si misura in Joule. Una forza si de-
finisce conservativa se il lavoro che essa compie su un corpo, mentre
questo si sposta da un punto A fino ad un punto B, dipende solo dagli
estremi A e B e non dipende dal particolare percorso seguito durante
lo spostamento. La forza peso è un esempio di forza conservativa e
quindi il lavoro della forza peso dipende solo dai punti di partenza
e di arrivo e non dal percorso seguito dal corpo. Un corpo che deve
essere sollevato ad una certa altezza può essere sollevato in verticale
oppure può essere fatto scivolare su un piano inclinato. In entrambi
i casi il lavoro compiuto dalla forza peso è lo stesso. L’energia poten-
ziale gravitazionale (come tutte le energie potenziali) non appartiene
ad un solo oggetto, ma a un intero sistema. Per esempio l’energia
potenziale gravitazionale di un oggetto che è posizionato ad una certa
Capitolo 4 - L'energia meccanica 17

altezza dal suolo è una proprietà del sistema formato dall’oggetto e


dalla terra. Se non ci fosse la terra non ci sarebbe nemmeno la forza
peso che compie lavoro mentre l’oggetto cade verso terra o mentre
viene sollevato verso l’alto.
Per introdurre l’energia potenziale elastica dobbiamo prima fare
una distinzione tra corpi elastici e corpi plastici. I corpi elastici si dif-
ferenziano da quelli plastici perché quando sono sottoposti ad una
forza non si spezzano, ma si allungano o si comprimono e le defor-
mazioni non sono permanenti ma cessano non appena cessa la sol-
lecitazione. Un esempio di corpo elastico per eccellenza, utilizzato
spesso in fisica, è la molla, che quando viene soggetta a una forza, si
allunga. L’allungamento è direttamente proporzionale alla forza peso
applicata. Una molla deformata tende a tornare nelle sue condizioni
di partenza, quindi è in grado di compiere lavoro quando è lasciata
libera di muoversi.
Per esempio una molla compressa alla quale appoggiamo una pal-
lina, può lanciare la pallina a una certa distanza, quindi possiede una
certa energia potenziale come l’oggetto posizionato ad una certa al-
tezza. Anche in questo caso bisogna scegliere lo zero dell’energia po-
tenziale elastica corrispondente alla posizione di riposo della molla.
18 - Che cos'è l'energia

L’energia potenziale elastica è uguale al lavoro compiuto dalla for-


za elastica quando la molla si riporta nella sua posizione di riposo,
considerato livello zero. Da notare che l’energia potenziale elastica è
sempre positiva, perché, sia che la molla si comprima sia che si allun-
ghi, il lavoro è positivo. A differenza della forza peso, la forza elastica
di una molla non è costante, ma dipende dalla deformazione a cui è
sottoposta la molla e dipende dalla costante elastica della molla stes-
sa: nel momento in cui la molla si deforma, la forza elastica cambia
continuamente, e il lavoro non può più essere calcolato come F x s.
Per calcolare il lavoro dobbiamo calcolare l’area del triangolo che si
viene a formare quando rappresentiamo la forza sull’asse x e lo spo-
stamento sull’asse y.

Il lavoro della forza elastica è quindi uguale all’energia potenzia-


le elastica Us= ½ k s2. Abbiamo potuto calcolare il lavoro della forza
elastica in questo modo perché in generale il lavoro compiuto da una
forza variabile, parallela allo spostamento, è uguale alla parte di piano
che si trova sotto il grafico che rappresenta la forza in funzione dello
spostamento, ed è compresa tra il punto iniziale e il punto finale dello
spostamento.
CAPITOLO 5

LA CONSERVAZIONE
DELL’ENERGIA MECCANICA

“L
’energia non si crea e non si distrugge” è una delle frasi che
ci sentiamo ripetere spesso fin dalle scuole elementari, ed
effettivamente è sempre valida. Se la resistenza dell’aria è
trascurabile, la somma dell’energia cinetica e delle due energie poten-
ziali rimane costante. Questa proprietà ci permette di definire la gran-
dezza energia meccanica come la somma dell’energia cinetica e dell’e-
nergia potenziale di un sistema. Possiamo dire, quindi, che l’energia
meccanica in un sistema isolato, con forze conservative, si conserva.
Per sistema isolato si intende un sistema in cui le forze che compiono
lavoro sono tutte interne al sistema. In tutti i sistemi isolati, se non sono
presenti forze non conservative come la forza di attrito, l’energia cine-
tica e l’energia potenziale variano durante il moto, ma la loro somma
rimane costante. Questo si può esprimere anche dicendo che Ki + Ui =
Kf + Uf . Per chiarire il principio di conservazione dell’energia meccanica
si consideri una pallina che cade da una certa altezza.
20 - Che cos'è l'energia

Mentre la pallina cade aumenta la velocità con cui si muove, a cau-


sa dell’accelerazione di gravità, quindi aumenta l’energia cinetica. In
compenso, sempre mentre la pallina cade, diminuisce l’altezza h in cui
la pallina si trova e quindi diminuisce il valore dell’energia potenziale.
L’energia meccanica rimane sempre la stessa, vuol dire che mentre la
pallina cade, senza considerare l’attrito dell’aria, la somma dell’ener-
gia cinetica e dell’energia potenziale rimane sempre la stessa. L’ener-
gia potenziale iniziale si trasforma in energia cinetica durante la cadu-
ta, a causa della forza peso. In generale il lavoro di una forza converte
da una forma ad un’altra una parte dell’energia posseduta dal sistema
in esame. Vedremo in seguito che se teniamo conto di tutte le forme
di energia e non solo dell’energia meccanica, in un sistema isolato
l’energia totale si conserva.
CAPITOLO 6

ENERGIA TERMICA

Q
uando parliamo di energia termica parliamo di calore e di la-
voro. Entrambi non sono posseduti da un sistema, ma sono
energia in transito, cioè sono la manifestazione sperimentale
dello scambio di energia che avviene tra due sistemi. Calore e lavoro,
però, possono essere misurati e sono utili per prevedere la differenza
di energia posseduta da un corpo tra la fine e l’inizio della trasforma-
zione. Quando parliamo di energia termica parliamo di calore. L’espe-
rienza ci suggerisce che siamo in grado di aumentare la temperatura
di un corpo o attraverso un lavoro, oppure attraverso uno scambio di
calore, però in entrambi i casi aumenta l’energia interna del corpo.
Un esempio può essere scaldarsi le mani solo strofinandole energi-
camente o avvicinandole ad un calorifero o tenendole a contatto con
un corpo caldo.
22 - Che cos'è l'energia

Quando appoggio le mani ad una tazza di caffè caldo, produco un


flusso di energia che passa dal corpo più caldo al corpo più freddo.
L’energia interna di un sistema è l’energia di tutti i suoi costituenti
microscopici, quindi è formata dalla somma dell’energia cinetica as-
sociata alle oscillazioni o al movimento delle molecole che costitui-
scono un corpo e dell’energia potenziale dovuta alla loro posizione
reciproca. L’energia cinetica media di tutte le molecole presa da sola
costituisce invece l’energia termica. A livello microscopico l’energia
cinetica media delle molecole del sistema tiene conto dei moti di tra-
slazione, di rotazione e di vibrazione delle molecole. La temperatura
aumenta all’aumentare dell’energia cinetica media.
Tutte le sostanze sono composte da molecole. Tali molecole sono
legate tra loro da forze intramolecolari più o meno intense. Nei solidi
le molecole oscillano attorno ad una loro posizione di equilibrio. Esse
sono, quindi, in continua agitazione. Tuttavia dei legami abbastanza
forti le tengono unite tra loro e la loro struttura è indeformabile, in-
fatti hanno una forma ed un volume proprio. Per temperature elevate
le oscillazioni sono più ampie, mentre a temperature inferiori corri-
spondono oscillazioni più ridotte. Nei liquidi le molecole sono legate
tra loro da forze più deboli, per questo un liquido non possiede una
forma propria. Nei gas le molecole godono di un’estrema libertà di
movimento. Esse si muovono in modo molto caotico e casuale in ma-
niera tanto maggiore quanto più è alta la temperatura del gas.
C’è un passaggio di calore tutte le volte che avviene una trasfor-
mazione spontanea di energia da un corpo più caldo ad un corpo più
freddo. Anche il calore è energia, quindi si misura in Joule, come tutte
le altre energie, però si usa spesso anche la caloria (cal) che è definita
come la quantità di calore che deve essere assorbita da 1 grammo di
acqua distillata per aumentare la sua temperatura di 1 ° C, da 14,5 a
15,5 ° C, con una normale pressione atmosferica. Una caloria corri-
sponde a 4,186 Joule. Si parla di calore assorbito o ceduto, perché il
calore è una grandezza che si scambia.
Capitolo 6 - Energia termica 23

Non tutti i corpi, però, si riscaldano allo stesso modo, pur riceven-
do la stessa energia. Per esprimere in modo quantitativo l’aumento
di temperatura di un corpo che assorbe una certa quantità di calore
si definiscono la capacità termica C e il calore specifico cs. La capacità
termica è caratteristica del corpo e rappresenta la quantità di energia
necessaria per aumentare di 1 K la temperatura di un corpo. Si calcola
facendo il rapporto tra il calore assorbito e l’aumento di temperatu-
ra: C= Q/ΔT, e si misura in J/K. La capacità termica è direttamente
proporzionale alla massa. Il coefficiente di proporzionalità tra C e m
si chiama calore specifico, ed è la quantità di energia necessaria per
aumentare di 1 K la temperatura di 1 kg di una determinata sostanza:
C= cs× m. L’equazione che definisce la capacità termica di un corpo si
può scrivere anche così:
Q= C ΔT, ossia: ΔE=Q= cs× m × ΔT. Dal momento che la massa e il
calore specifico sono positivi, il calore assorbito dal corpo ha lo stesso
segno della variazione di temperatura che il corpo stesso subisce,
questo significa che se la temperatura aumenta il corpo assorbe
calore positivo, cioè avviene un flusso di energia dall’ambiente al
24 - Che cos'è l'energia

corpo (l’ambiente si trova ad una temperatura maggiore rispetto


al corpo); se invece la temperatura del corpo diminuisce il calore
assorbito è negativo, cioè vi è un flusso di energia opposto, che esce
dal corpo e va verso l’ambiente. Quando mettiamo a contatto due
corpi inizialmente a temperature diverse, il calore spontaneamente
fluisce sempre dal corpo più caldo al corpo più freddo, non avviene
mai l’inverso. Dopo un certo periodo di tempo i due corpi raggiungono
la stessa temperatura, che si chiama temperatura di equilibrio.
La propagazione del calore può avvenire in maniera differente a
seconda che il corpo in oggetto sia solido, oppure sia un fluido (cioè
liquido o gas). Si chiama conduzione quando il calore viene propagato
nei solidi, trasportando energia senza trasporto di materia. I buoni
conduttori termici si scaldano molto facilmente, mentre i cattivi
Capitolo 6 - Energia termica 25

conduttori termici, o buoni isolanti termici, fanno fatica a scaldarsi.


Per questo quando mettiamo una pentola sul fuoco non siamo in
grado di prendere la pentola in mano, perché scotta, mentre possiamo
prenderla per i manici, perché sono fatti di materiale isolante.

Nei fluidi, invece, il calore si propaga per convezione: un trasporto di


energia con trasporto di materia, dovuto in particolare alle correnti che
si creano all’interno dei liquidi o dei gas. Prendiamo come esempio una
pentola piena di acqua e messa sul fuoco. L’acqua sul fondo della pen-
tola si scalda prima, perché è più vicina al fuoco, si dilata, diventa meno
densa e sale verso l’alto creando una corrente convettiva ascendente.
L’acqua più fredda, invece, scende verso il basso e crea una corrente
convettiva discendente. Anche i termosifoni nelle stanze contengono
acqua calda ma si scaldano per conduzione (perché sono fatti di metal-
lo); essi scaldano l’aria vicina e la corrente convettiva di aria fa aumen-
tare la temperatura della stanza. Il calore, però, si propaga anche se
non c’è la materia, nel vuoto. Il calore del sole raggiunge la terra dopo
circa 150 milioni di chilometri. La propagazione del calore nel vuoto si
chiama irraggiamento. Irraggiare vuol dire emettere radiazioni. In real-
tà tutti i corpi emettono e assorbono radiazioni elettromagnetiche, an-
26 - Che cos'è l'energia

che i corpi freddi. I corpi caldi, però, emettono luce visibile, che cambia
colore al variare della temperatura. I corpi freddi o quelli a temperatura
ambiente, invece, non diventano luminosi, anche se emettono radia-
zioni, che appartengono prevalentemente alla parte infrarossa dello
spettro elettromagnetico. Le radiazioni elettromagnetiche sono campi
elettrici e magnetici oscillanti, che si propagano come onde.

Le radiazioni elettromagnetiche viaggiano tutte nel vuoto alla ve-


locità della luce di 300000 km/s, anche se hanno frequenze diverse.
Le radiazioni elettromagnetiche trasportano energia; questo vuol dire
che se un corpo assorbe più radiazioni di quelle che emette, allora
aumenta la propria energia interna e si scalda; se invece emette più
radiazioni di quelle che assorbe, allora riduce la propria energia in-
terna e si raffredda. Grazie all’irraggiamento, il sole riesce a mandare
la sua energia sulla terra: su una superficie di 1 m2, messa in posizio-
ne perpendicolare ai raggi del sole, arriva in ogni secondo un’energia
di 1367 Joule. Solo il 45% raggiunge la superficie terrestre, perché il
Capitolo 6 - Energia termica 27

40 % è assorbito o riflesso dalle nubi e il 15 % è assorbito dall’aria.


Questo 45 % è fondamentale per la vita sulla terra, perché riscalda la
superficie terrestre, fa evaporare le acque, fa crescere la vegetazio-
ne, mantiene i venti e le correnti…. Dal momento che anche la terra
emette energia verso lo spazio cosmico, ne risulta che la temperatura
terrestre si mantiene abbastanza costante.

L’atmosfera contiene vapore d’acqua, anidride carbonica CO2 e al-


tri gas chiamati gas serra perché si comportano come il vetro di una
serra, infatti sono trasparenti alla luce visibile, ma assorbono la ra-
diazione infrarossa, quindi lasciano passare l’energia proveniente dal
sole ma trattengono le radiazioni emesse dalle piante e dal terreno.
Tutto ciò provoca un aumento della temperatura dell’atmosfera terre-
stre. Questo fenomeno si chiama effetto serra. Le temperature terre-
stri nel corso degli anni vengono registrate per monitorare i possibili
28 - Che cos'è l'energia

cambiamenti climatici. La temperatura terrestre viene monitorata an-


che attraverso delle rilevazioni satellitari che analizzano l’emissione
elettromagnetica della terra nella regione spettrale delle microonde
e ne ricavano dei dati di temperatura. Tutte le stime evidenziano che
a lungo termine la terra tende a riscaldarsi.

È molto difficile però prevedere un andamento futuro del clima,


perché ci sono spesso delle variazioni che fanno oscillare i dati rac-
colti. Le fluttuazioni ci sono sempre state e dipendono da vari fattori:
- la variabilità stagionale del tempo meteorologico;
- alcuni fenomeni climatici ciclici che ogni tre anni circa generano
fenomeni di riscaldamento delle acque dell’Oceano Pacifico cen-
tro-orientale, alternati a fenomeni di raffreddamento;
- all’attività solare che segue dei cicli di circa 11 anni, alternando
dei periodi di massima intensità di emissione elettromagnetica
con periodi di minima emissione;
- all’attività dei vulcani che liberano nell’atmosfera terrestre grandi
quantità di ossidi di zolfo, che contrastano l’effetto serra.
Capitolo 6 - Energia termica 29

A tutte queste fluttuazioni dobbiamo aggiungere anche i possibili


errori di misura dovuti all’uso di modelli matematici, e la loro stima
è molto difficile anche per gli scienziati impegnati a fare questi studi.
Attualmente gli scienziati prevedono un probabile aumento della
temperatura media di circa 2 ° C nel prossimo secolo, cioè un aumen-
to annuo di circa 0,02 °C. Non è detto che questo aumento dipenda
dall’inquinamento dovuto alla presenza dell’uomo sulla terra o al suo
sfrenato sfruttamento delle risorse che madre natura ci offre, perché
ere glaciali o ere di riscaldamento ci sono state anche quando l’uomo
non aveva ancora conosciuto il progresso.
CAPITOLO 7

GLI SCAMBI DI ENERGIA


TRA UN SISTEMA
E L’AMBIENTE E IL
PRIMO PRINCIPIO
DELLA TERMODINAMICA
Sono circa 5 miliardi di anni che il sole emette energia nello spazio
sotto forma di radiazioni elettromagnetiche, ma per questo diminui-
sce la sua energia interna.
Anche sulla terra avvengono scambi di energia tra i vari sistemi
e l’ambiente esterno. Prendendo come esempio una pianta, essa ri-
ceve luce dal sole, che usa per aumentare la propria energia interna
(spiegheremo più avanti nei particolari come avviene il processo di
fotosintesi). Nel frattempo la pianta cresce in altezza e crescono an-
che le sue radici nel terreno, quindi essa compie lavoro meccanico
sull’ambiente.
C’è una parte della fisica che si occupa degli scambi di energia tra
i sistemi e l’ambiente: è la Termodinamica. Questi scambi di energia
avvengono sotto forma di calore e di lavoro. Quando un sistema ri-
ceve energia dall’esterno, aumenta la propria energia interna, invece
quando cede energia diminuisce la propria energia interna. Il primo
principio della termodinamica ripete che il calore e il lavoro sono
energia in transito. La grandezza che si accumula o che si spende nei
sistemi termodinamici è l’energia interna. Dal momento che l’energia
Capitolo 7 - Gli scambi di energia tra un sistema e l’ambiente... 31

si conserva, perché non si crea e non si distrugge, la variazione di


energia interna risulta uguale al calore assorbito (energia in ingresso)
meno il lavoro compiuto (energia in uscita):
ΔU= Q-W. In fisica questa legge viene utilizzata per studiare il com-
portamento dei gas, ma è una legge molto importante di validità ge-
nerale e si può applicare a tutti i sistemi termodinamici.
CAPITOLO 8

IL SECONDO PRINCIPIO
DELLA TERMODINAMICA

N
on tutta l’energia di un sistema riesce a produrre lavoro in una
trasformazione termodinamica: la quantità di energia disponi-
bile per produrre lavoro può essere molto più piccola di quel-
la totale del sistema. Il rapporto tra l’energia utilizzabile e l’energia
fornita da una macchina si chiama rendimento della macchina. Una
macchina termica è un qualsiasi dispositivo che trasforma di continuo
Capitolo 8 - Il secondo principio della termodinamica 33

calore in lavoro, realizzando una serie di trasformazioni cicliche, cioè


che ritornano alle condizioni iniziali una volta effettuate. Tanti anni
fa si usavano i motori a vapore, anche nei mezzi di trasporto. Oggi,
invece si usano motori a combustione interna. Le turbine delle cen-
trali termoelettriche e nucleari, invece, funzionano ancora a vapore.
In queste macchine le turbine non fanno muovere i pistoni, ma spin-
gono le pale di una turbina alla quale c’è collegato un alternatore per
la produzione di energia elettrica. Purtroppo non tutto il calore che
il combustibile fornisce alla centrale si trasforma in energia elettri-
ca perché parte viene dissipata nell’ambiente, provocando inquina-
mento termico. Il secondo principio della termodinamica si divide in
due enunciati. Il primo enunciato è quello di lord Kelvin e dice che è
impossibile realizzare una trasformazione che abbia come unico risul-
tato quello di assorbire una certa quantità di calore da una sorgente
e di trasformarla tutta in lavoro. Una macchina termica assorbe dalla
sorgente calda una quantità di calore, ma compie un lavoro minore
del calore assorbito, e cede l’energia rimanente alla sorgente fredda.
Il secondo enunciato è quello di Clausius e dice che è impossibile re-
alizzare una trasformazione che abbia come unico risultato quello di
far passare calore da un corpo più freddo ad uno più caldo: serve un
lavoro esterno che provochi il passaggio di calore da un corpo a tem-
peratura inferiore ad un corpo a temperatura superiore.
CAPITOLO 9

IL PRINCIPIO
DI CONSERVAZIONE
DELL’ENERGIA

A
bbiamo già visto che vale il principio di conservazione dell’e-
nergia meccanica, ma il principio può essere ampliato dicendo
che anche l’energia totale si conserva. Pensiamo per esempio
ad un bambino che scende da uno scivolo; dopo la discesa le mani del
bambino e lo scivolo stesso sono più caldi.
Capitolo 9 - Il principio di conservazione dell’energia 35

Perché? Perché l’energia meccanica non sparisce, ma si trasforma


in energia interna, il cui aumento si manifesta come incremento di
temperatura. La perdita di energia meccanica del sistema è bilanciata
dall’aumento di energia interna del sistema stesso e dell’ambiente.
Considerando tutte le forme di energia, non solo l’energia interna,
ma anche quella chimica, quella nucleare…, vale il principio di con-
servazione dell’energia totale: in un sistema isolato l’energia totale si
conserva. Il principio di conservazione dell’energia è molto importan-
te perché ha permesso la scoperta di nuove particelle. Agli inizi del
XX secolo, infatti, vennero scoperti alcuni decadimenti nucleari che
emettevano elettroni e che sembravano in disaccordo con la conser-
vazione dell’energia. Nel 1924 Niels Bohr azzardò l’ipotesi che a livello
atomico l’energia non fosse strettamente conservata, ma la sua teo-
ria si dimostrò sbagliata. Nel 1930 Wolfgang Pauli e nel 1934 Enrico
Fermi postularono l’esistenza di nuove interazioni che rispettavano
il principio di conservazione dell’energia ed introdussero una nuova
particella che non era ancora stata osservata e che trasportava l’e-
nergia che sembrava mancante negli esperimenti. Scoprirono così il
neutrino: una particella molto particolare, perché priva di carica elet-
trica. Il neutrino fu osservato sperimentalmente soltanto più tardi,
nel 1959.
CAPITOLO 10

L’ENERGIA IN MECCANICA
QUANTISTICA

L
a meccanica quantistica ha cambiato totalmente la nostra idea di
materia e di energia. All’inizio del ventesimo secolo i fisici inizia-
rono a fare una ricerca sulla relazione tra l’energia e la struttura
della materia. Mentre per la fisica classica l’energia è una grandezza
scalare immagazzinata dai corpi, per la meccanica quantistica, per i
sistemi legati (quelli in cui l’energia della particella non supera le bar-
riere di potenziale) l’energia è quantizzata, cioè può assumere solo un
numero discreto di valori, detti livelli energetici.
Capitolo 10 - L’energia in meccanica quantistica 37

Lo studio della meccanica quantistica iniziò con Planck, ma fu con-


tinuato da grandi fisici del tempo, come Rutherford e Bohr, per giun-
gere a descrivere un modello atomico per l’atomo di idrogeno.

Secondo tale modello, quando l’elettrone percorre un’orbita do-


tata di energia totale ben definita, esso non irraggia. Il raggio dell’or-
bita, la velocità dell’elettrone e la sua energia totale non possono
assumere valori qualsiasi, ma solo un insieme di valori ben definiti.
Inoltre l’energia cinetica di un elettrone che ruota attorno al nucleo
è uguale alla metà dell’energia potenziale dell’atomo, cambiata di se-
gno. Un atomo emette un fotone quando uno dei suoi elettroni passa
da un’orbita permessa di energia maggiore a un’orbita permessa di
energia minore.
Si arrivò alla conclusione che la materia è soltanto un’illusione e
che l’energia è la sostanza primaria dell’universo. La fisica quantistica
ha scoperto che gli atomi sono “vortici” composti da energia, al loro
interno sono formati da altri piccolissimi “vortici”: i quarks e i fotoni,
che costituiscono la loro struttura. Gli scambi energetici tra gli atomi
e le radiazioni elettromagnetiche avvengono attraverso il passaggio di
un numero intero n di pacchetti di energia: E=nhf, dove h è la costante
di Planck, che ha un valore fisso;
h vale 6,62607×10-34 J×s, mentre f è la frequenza della radiazione.
L’energia E di un quanto scambiato è proporzionale alla frequenza f
della radiazione. I fotoni sono i quanti del campo elettromagnetico:
secondo Einstein ogni fotone ha una massa nulla, energia quantizzata
E=hf e quantità di moto p=E/c=hf/c. Un fenomeno molto particolare
e caratteristico della fisica moderna è l’effetto fotoelettrico, che con-
siste nell’emissione di elettroni da una lastra metallica colpita da una
radiazione ultravioletta. L’emissione di elettroni, però, non avviene
sempre, ma solo se la frequenza f della radiazione incidente è mag-
giore di un valore minimo, che dipende dal metallo che viene utilizza-
to. L’energia quantizzata dei fotoni spiega perché l’effetto fotoelettri-
co dipende dalla frequenza della radiazione e non dalla sua intensità,
38 - Che cos'è l'energia

come si potrebbe pensare seguendo l’intuito. La fisica quantistica in-


troduce il concetto di dualità onda-particella della radiazione: la luce
si presenta come onda e quindi produce fenomeni di interferenza,
o come particella (effetto fotoelettrico), a seconda delle condizioni
sperimentali. Heisenberg in questo periodo formula il principio di in-
determinazione, che nella sua forma in riferimento all’energia dice
che più breve è la misura dell’energia effettuata su un sistema, più im-
preciso è il valore trovato dell’energia; viceversa più preciso è il valore
dell’energia, più grande sarà l’incertezza sull’istante di tempo in cui è
stato misurato quel valore.
CAPITOLO 11

LA CELEBRE EQUAZIONE
E=m c2 E LA MASSA COME
FORMA DI ENERGIA

Già Einstein parlava di equivalenza fra massa ed energia, infatti la


nota formula E=m c2 ci spiega come si possa ottenere energia da una
massa o viceversa, fondamentale però è raggiungere una velocità pa-
ragonabile alla velocità della luce.
40 - Che cos'è l'energia

Da questa semplice equazione si deduce che l’energia contribui-


sce all’inerzia di un corpo come la sua massa, cioè anche l’energia si
oppone all’accelerazione di un corpo. La dimostrazione che la massa
si possa trasformare in energia si ha in alcuni processi nucleari. Nel
decadimento di alcuni metalli pesanti, come per esempio l’uranio, in
elementi più leggeri produce un difetto di massa corrispondente alla
liberazione di energia sotto forma di radiazione. Mentre in meccanica
classica la massa e l’energia sono conservate (separatamente), nella
fisica moderna, in particolare nella relatività ristretta i due principi di
conservazione della massa e dell’energia possono essere riassunti in
un unico principio: il principio di conservazione della massa/energia.
CAPITOLO 12

ENERGIA ELETTRICA ED
ELETTROMAGNETICA
L’energia elettrica è stata studiata poco prima del 1800, ed ha sem-
pre incuriosito gli studiosi della fisica: una bacchetta di ambra strofi-
nata attira a sé un piccolo pezzetto di carta, i fulmini nel cielo rivelano
la loro grande potenza, ma bisognava capire il perché.
42 - Che cos'è l'energia

Verso la fine del 1800 si è incominciato a capire che c’erano dei


legami tra questo fenomeno particolare e la struttura della materia.
La materia è composta da atomi, ogni atomo è formato da una parte
pesante (il nucleo) e da particelle molto più piccole (gli elettroni) che
ruotano attorno ad esso. Gli elettroni hanno carica negativa, il nucleo,
invece, ha carica positiva, e quindi tra essi c’è una forza attrattiva che
vincola gli elettroni a non allontanarsi dal nucleo. A volte, per svariati
motivi, nella struttura degli atomi di un certo corpo si verificano dei
cambiamenti quali l’aumento del numero di elettroni, o la loro ridu-
zione, o il passaggio di elettroni da un’orbita ad un’altra, o la modifica
dell’orientamento dell’orbita di rotazione, e quindi ne seguono dei
possibili effetti, tra cui c’è anche il passaggio di corrente elettrica. La
corrente elettrica è un flusso continuo di elettroni da un punto ad un
altro. È detta alternata quando il flusso di elettroni cambia direzio-
ne in modo regolare, formando delle oscillazioni (in Europa si usa 50
oscillazioni al secondo, in USA 60 oscillazioni). È importante la quanti-
tà di elettroni in movimento, perché sono essi che alla fine producono
l’energia elettrica disponibile. L’energia elettrica può essere prodotta
in impianti piccolissimi o molto grandi, non richiede molto personale
e neppure luoghi particolari, è comoda da distribuire, perché utilizza
un sistema a rete molto simile a quelli utilizzati per la distribuzione
dell’acqua, infatti si usa il termine elettrodotto, che assomiglia a quel-
lo di acquedotto. Si possono utilizzare anche alimentatori tascabili,
come le batterie o le celle a combustione. Nella nostra società ormai
l’energia elettrica è diventata quella più utilizzata a partire dal mondo
produttivo, fino all’ambito domestico, o ai sistemi di comunicazione o
ancora all’ambito scientifico: l’illuminazione degli immobili, le metro-
politane, le industrie, le televisioni, i frigoriferi, i computer, le radio, i
telefoni…. senza energia elettrica la città diventerebbe invivibile.
Capitolo 12 - Energia elettrica ed elettromagnetica 43

Fino al periodo della rivoluzione industriale si era abituati a parlare


di elettricità e di magnetismo come fossero due argomenti separati,
anche se il magnetismo aveva sempre incuriosito gli scienziati. Nel
mondo classico, in particolare nella Grecia antica, si conosceva già
l’esistenza della magnetite, intesa come sostanza misteriosa in grado
di attrarre altre sostanze, ma solo più tardi vennero descritte le pro-
44 - Che cos'è l'energia

prietà del ferro e le relazioni tra elettricità e magnetismo. Nei secoli


successivi, fino ad arrivare al 1700, si fecero esperienze per osser-
vare il diverso comportamento delle sostanze di fronte allo sposta-
mento delle cariche elettriche. Nel secolo successivo aumentarono
le scoperte di elettrostatica e quelle sullo studio dei conduttori, degli
isolanti e sul magnetismo, in particolare sul fenomeno dell’induzione
elettromagnetica e sulle onde elettromagnetiche. Nel 1800 Alessan-
dro Volta presentò per la prima volta al pubblico la sua pila, un gene-
ratore di corrente continua, che ha permesso di avere a disposizione
una fonte di energia.
Capitolo 12 - Energia elettrica ed elettromagnetica 45

In seguito A. Coulomb introdusse la forza elettrostatica (attrattiva


o repulsiva) generata tra due cariche poste ad una certa distanza, e C.
Oersted verificò interazione tra fenomeni elettrici e fenomeni magne-
tici. Non si poteva più parlare allora di elettricità e magnetismo sepa-
ratamente, ma nacque l’elettromagnetismo: campi elettrici inducono
sempre campi magnetici, mentre campi magnetici generano campi
elettrici solo quando siamo in presenza di una variazione di campo
magnetico. Maxwell approfondì lo studio delle onde elettromagneti-
che e scrisse delle equazioni, che sono riassuntive della fisica classica.
Con lo studio delle caratteristiche delle onde elettromagnetiche, ini-
ziato nel 1888 da H. Hertz, si aprì la strada ad un nuovo tipo di comu-
46 - Che cos'è l'energia

nicazione. Da questo momento in poi l’uomo incominciò a sfruttare


sempre di più l’energia elettrica, portando anche grandi cambiamenti
in vari settori della vita. Eccone alcuni esempi che sembrano parti-
colarmente significativi. La comunicazione cambiò totalmente e di-
ventava molto più semplice passarsi informazioni con l’introduzione
del telegrafo, poiché non era più necessario spostarsi per trasmettere
l’informazione, ma bastavano emittente e ricevente… e tutto diveniva
molto più semplice.

Dal momento che la corrente in un cavo si muove a una velocità di


circa 300000 km/s, bastava un tempo veramente breve (per aprire e
chiudere il circuito) per trasmettere il messaggio; era necessaria solo
la presenza di un circuito elettrico. Già verso la prima metà dell’800
un pittore americano (Samuel Morse) ebbe l’intuizione che la trasmis-
sione a distanza fosse possibile e inventò il telegrafo, utilizzando il
Capitolo 12 - Energia elettrica ed elettromagnetica 47

codice morse. Una elettrocalamita, inventata nel 1820, veniva pilota-


ta a distanza attraverso l’uso della corrente elettrica e permetteva di
alzare o abbassare un pennino che lasciava dei segni su una striscia di
carta che scorreva. Devono passare circa 30 anni per collegare grandi
città di nazioni diverse. Nel 1851 Londra era collegata con Parigi; dieci
anni dopo l’Inghilterra era collegata con l’India e nel 1886 l’Europa
era collegata agli Stati Uniti d’America. Nei decenni successivi ci fu un
miglior sfruttamento delle potenzialità dell’energia elettrica, a tal punto
che vennero prodotti strumenti in grado di trasmettere dei messaggi
sempre più completi. Nel 1860 infatti un insegnante tedesco, Ph. Reis,
inventò il primo telefono in grado di trasmettere dei suoni via cavo. Nel
1871 A. Meucci avrebbe voluto brevettare il suo telefono ma non era
economicamente in grado di finanziarsi, allora nel 1876 G. Bell negli
Stati Uniti e E. Gray in Inghilterra brevettarono il telefono che poi si
sarebbe diffuso ben presto in tutti i paesi. Nel 1913 E. Belin inventò il
48 - Che cos'è l'energia

belinografo, che era il primissimo “cellulare” (che però era in grado di


trasmettere solo fotografie) e che fu utilizzato dai giornalisti. L’energia
elettrica è indispensabile comunque soprattutto per l’illuminazione.
Anche qui prima di giungere alla luce che conosciamo ci furono parec-
chi passaggi importanti. Nel 1809 H. Davy ottenne una luce molto in-
tensa dalla scarica elettrica tra due carboncini messi molto ravvicinati e
collegati ai poli di una batteria molto potente. Nel 1879 Edison inventò
la primissima lampadina utilizzando un filamento di carbone che diven-
tava incandescente in seguito al passaggio di corrente, senza però bru-
ciare, perché era messo nel vuoto in un bulbo di vetro sigillato.

Nel 1882 nacque il primo impianto con generatori a vapore che


producevano corrente continua, portando la luce nelle città e nel-
le case collegate. Nel 1883 nacque anche in Italia il primo impianto
di illuminazione pubblica, precisamente a Milano e poi si diffuse un
po’ ovunque: Vienna, Venezia, Genova… Nel 1930 nacquero le prime
lampadine a fluorescenza. In esse la scarica avveniva nel vapore di
mercurio che eccitava il materiale fluorescente con cui era fatto il ri-
vestimento dell’interno del tubo.
L’energia elettrica è in grado di produrre movimento. L’intuizione
venne nel 1884 da N. Tesla che inventò il generatore di corrente alter-
nata e due anni dopo il motore. W. Stanley inventò il trasformatore per
trasportare energia elettrica alternata su grandi distanze, cercando di
evitare il più possibile le perdite. Nel successivo 1890 in Oregon nacque
la prima centrale idroelettrica per la produzione di corrente alternata.
Capitolo 12 - Energia elettrica ed elettromagnetica 49

A questo punto incominciò il grande sviluppo dell’energia elettrica:


nelle fabbriche si sostituirono i motori a vapore con quelli elettrici,
così come le automobili incominciarono ad utilizzare motori elettrici.
Si svilupparono anche le metropolitane, fino ad arrivare ai treni ad
alta velocità dei nostri giorni.
CAPITOLO 13

L’ALTERNATORE
L’alternatore è una macchina elettrica rotante che trasforma l’e-
nergia meccanica fornita dal motore in energia elettrica, sotto la for-
ma di corrente alternata, con un rendimento molto alto. Questo pro-
cesso si chiama conversione elettromeccanica dell’energia e coinvolge
la formazione di campi magnetici che agiscono come mezzo interme-
dio. Gli alternatori sono usati nella rete elettrica, perché convertono
l’energia presente nelle varie centrali elettriche, che poi trasformano
l’energia in modo da consentire il trasporto e la distribuzione indu-
striale e domestica. La tensione prodotta è dell’ordine di migliaia di
volt, è trifase e ha una frequenza di 50 Hertz (60 negli Stati Uniti). Il
vantaggio rispetto alla dinamo è soprattutto la produzione di energia
elettrica in corrente alternata, invece che in corrente continua.
CAPITOLO 14

ENERGIA NUCLEARE
L’energia nucleare è chiamata anche energia atomica e rappresenta
l’energia prodotta da trasformazione di nuclei atomici, cioè da reazioni
nucleari. È una forma di energia primaria perché non deriva dalla tra-
sformazione di altre forme di energia. È un’energia che non immette
anidride carbonica nell’atmosfera, ma crea comunque problemi legati
alla radioattività delle scorie che produce. Le scorie, infatti, rimangono
radioattive per migliaia se non milioni di anni. L’energia nucleare vie-
ne studiata a partire dalla scoperta della radioattività. Già Einstein nel
1905 parlò di equivalenza tra massa e energia, cioè vide la possibilità di
52 - Che cos'è l'energia

ricavare energia dal nucleo dell’atomo. Soltanto nel 1942 fu costruito


il primo reattore nucleare, grazie al lavoro di Enrico Fermi, negli Stati
Uniti d’America. Solo verso la metà del secolo scorso si incominciò a
sfruttare l’energia nucleare per la produzione di energia elettrica, ma
negli anni precedenti essa venne utilizzata soprattutto a scopi bellici. Le
reazioni nucleari sono la fissione, la fusione e i decadimenti radioattivi.

La fissione nucleare è quella reazione che permette di rompere i nu-


clei di atomi con un elevato numero atomico, per formare nuclei con
numero atomico minore. Durante la reazione la massa totale diminu-
isce e viene compensata dalla liberazione di una grande quantità dii
energia. Di solito i nuclei utilizzati sono di uranio 235 o di plutonio 239.
Succede questo: un neutrone colpisce il nucleo fissile (di uranio 235
per esempio) e lo rompe in due frammenti, liberando nel frattempo
altri due o tre neutroni. Sommando le masse dei due frammenti con le
masse dei neutroni emessi si dovrebbe trovare un valore corrisponden-
te alla massa del nucleo di partenza sommata alla massa del neutrone
usato per la fissione. Non è però così: si trova una massa leggermente
minore, perché una piccola quantità di massa si è trasformata in ener-
gia; precisamente ogni chilogrammo di materiale fissile, circa 1 gram-
mo viene trasformato in energia. È possibile sviluppare una reazione
a catena creando successive fissioni con i neutroni secondari prodotti
dalla prima fissione, così il processo riesce ad autosostenersi.
Capitolo 14 - Energia nucleare 53

Reazioni di questo tipo sono ormai sperimentate da più di 50 anni.


Nelle reazioni di fusione, invece, avviene il processo inverso. Par-
tendo da nuclei di atomi con basso numero atomico, come l’idrogeno,
o il deuterio o il trizio, essi si uniscono per formare nuclei più pesanti.
54 - Che cos'è l'energia

In questo caso la massa dei nuclei più pesanti è minore della som-
ma di quelli originari e la differenza viene emessa come energia sotto
forma di raggi gamma ad alta frequenza e energia cinetica dei neu-
troni emessi. Il processo rilascia una enorme quantità di energia. Af-
finché la fusione possa avvenire è necessario avere una temperatura
elevatissima, di milioni di gradi Celsius, perché i nuclei degli atomi
devono essere fatti avvicinare nonostante la forza di repulsione elet-
trica che tende a respingerli. In natura reazioni di questo tipo sono
presenti nel nucleo delle stelle, compreso il sole.
Capitolo 14 - Energia nucleare 55

L’uomo ha cercato di realizzarle in modo controllato anche in la-


boratorio, ma non ha ancora ottenuto dei risultati positivi. È possibile
però ottenere parecchia energia per mezzo di reazioni di fusione in-
controllate, come nella bomba all’idrogeno. Sarebbe possibile inseri-
re il plasma ottenuto dalla fusione di nuclei di idrogeno in un fortissi-
mo campo magnetico, facendo fluttuare il plasma, che non dovrebbe
toccare nessun materiale. La creazione di questo campo magnetico
sarebbe possibile solo utilizzando una enorme quantità di energia
elettrica, quindi non sarebbe conveniente. Gli esperimenti che si fan-
no sono basati sulla fusione di alcuni isotopi dell’idrogeno, come per
esempio il deuterio e il trizio, che fondono più facilmente. I decadi-
menti radioattivi invece avvengono quando atomi instabili emettono
o catturano delle particelle subatomiche per raggiungere uno stato di
maggiore equilibrio. Anche in questo caso c’è una diminuzione della
massa totale.
CAPITOLO 15

ENERGIA OSCURA
Oggi si parla spesso di energia oscura, un termine che incuriosi-
sce molto. Cerchiamo allora di capire il significato. L’energia oscura è
una forma di energia, che non è possibile rilevare direttamente, ma
che sappiamo essere presente nello spazio a causa delle conseguenze
che produce: per esempio pressione negativa e l’espansione accelera-
ta dell’universo, che non sono spiegabili in altro modo. In realtà pare
che l’energia oscura dell’universo rappresenti una percentuale rilevan-
te della massa totale dell’energia dell’universo, dovrebbe infatti essere
circa il 68% dell’energia totale o potrebbe salire al 95%, se comprendia-
mo anche la materia oscura. Le due forme principali di materia oscura
sono la costante cosmologica e la quintessenza. La costante cosmolo-
gica è una densità di energia costante che riempie in modo costante lo
spazio e dal punto di vista fisico corrisponde all’energia del vuoto. La
quintessenza invece è un campo dinamico la cui densità di energia varia
nello spazio e nel tempo. Qualcuno dice che l’energia oscura potrebbe
derivare dall’eccitazione di particelle in alcuni campi previsti o dalla te-
oria delle stringhe o dal modello standard, chiamata quintessenza. La
quintessenza può variare nello spazio e nel tempo e deve essere molto
leggera, ma non è ancora stata verificata la sua esistenza.
Ormai l’energia oscura ci fornisce la spiegazione più accreditata dai
vari cosmologi per spiegare l’espansione accelerata dell’universo, an-
che se si potrebbero spiegare comunque le proprietà cosmologiche
senza utilizzare l’ipotesi della presenza di energia oscura. Inizialmen-
te il termine energia oscura fu coniato nel 1998 da Michael Turner,
un cosmologo teorico statunitense. In realtà già Albert Einstein aveva
notato che c’erano degli effetti della nuova gravità che portavano ad
Capitolo 15 - Energia oscura 57

un’idea di universo dinamico, in espansione o in contrazione, e per


evitare un collasso gravitazionale aveva dovuto inserire nelle equazio-
ni di campo della relatività generale una costante cosmologica, simile
ad una forza antigravitazionale.

Nel successivo 1929 l’astronomo e astrofisico statunitense Edwin


Hubble scoprì che l’universo era effettivamente in espansione ed Einstein
ritrattò la sua precedente idea definendola “il suo più grande errore”.
58 - Che cos'è l'energia

Nei primi decenni del 1900, con lo svilupparsi della teoria quan-
tistica della materia, passò l’idea che anche il vuoto possegga una
sua energia prodotta dalle coppie di particelle e antiparticelle che si
formano e poi si annichilano di continuo. Nel successivo 1967 fu ri-
levato lo spostamento verso il blu della radiazione cosmica di fondo
quando attraversa i campi gravitazionali generati da grossi ammassi
di materia: questa energia in più sarebbe proprio una prova dell’e-
sistenza dell’energia oscura. Negli anni novanta fu proprio accerta-
ta l’espansione dell’universo e l’ipotesi della presenza dell’energia
oscura si rafforzò ancora di più, perché doveva giustificare l’esistenza
di una forza antigravitazionale presente in tutto l’universo. In real-
tà anche oggi non si conosce ancora del tutto la natura dell’energia
oscura e della materia oscura. Si pensa che quest’ultima dovrebbe
essere omogenea, così come dovrebbe avere una densità non elevata
(circa 10-29 g/cm3) e non dovrebbe interagire molto con le tre forze
fondamentali forte, debole ed elettromagnetica, l’unica forza con cui
dovrebbe interagire è la gravità. Vista la sua bassa densità è molto dif-
ficile pensare di poterla studiare con degli esperimenti in laboratorio.
Capitolo 15 - Energia oscura 59

Il fisico e matematico Roger Penrose non crede all’esistenza della ma-


teria oscura. Penrose dice che l’accelerazione dell’universo è spiega-
bile con una sua teoria chiamata cosmologia ciclica conforme, in base
alla quale è l’eccesso di radiazione gravitazionale (che attraversa uno
spaziotempo per raggiungerne un altro) ad accelerare l’universo. Se-
condo altri cosmologi, invece, la densità della materia in un universo
che si sta espandendo dovrebbe diminuire più velocemente dell’ener-
gia oscura, fino ad un certo momento in cui l’energia oscura prende
il sopravvento. Sempre secondo alcuni cosmologi, quando il volume
dell’universo raddoppia, la densità della materia diventa la metà,
mentre l’energia oscura dovrebbe restare circa uguale. Se l’accelera-
zione continuasse, non ci sarebbero variazioni per la terra e per la Via
Lattea (la nostra galassia), ma il resto dell’universo si allontanerebbe.
Altri ricercatori credono invece che l’energia oscura possa causare
un’espansione divergente, facendo aumentare la forza repulsiva che
diventerebbe gradualmente maggiore di tutte le altre forze presenti
nell’universo. A questo punto l’energia oscura distruggerebbe tutto
ciò che è in relazione con la forza di gravità, compreso le galassie e
i sistemi solari, e diventerebbe maggiore anche delle forze nucleari
ed elettriche, portando ad una distruzione degli atomi e quindi alla
inevitabile fine dell’universo (Big Rip, o grande strappo). Altri invece
sostengono che l’energia oscura dovrebbe scomparire al trascorre-
re del tempo o potrebbe anche diventare attrattiva. A questo pun-
to la forza di gravità potrebbe diventare predominante e potrebbe
condurre l’universo ad una contrazione finale, chiamata Big Crunch,
che rappresenterebbe la fine dell’universo. Esistono però delle teorie
che prevedono un continuo susseguirsi di contrazioni ed espansioni
dell’universo, definendo un universo oscillante.
CAPITOLO 16

ENERGIA CHIMICA
L’energia chimica è l’energia immagazzinata nei legami dei compo-
sti chimici. L’energia chimica dipende dalla posizione delle particelle,
in quanto varia in seguito alla rottura o alla formazione dei legami
chimici nelle reazioni chimiche. Essa si può ricondurre alla somma
dell’energia potenziale delle interazioni elettrostatiche delle cariche
presenti nella materia e dell’energia cinetica degli elettroni. Duran-
te una reazione chimica l’energia chimica può essere rilasciata sotto
forma di calore, allora queste reazioni vengono dette esotermiche. Le
reazioni che richiedono un certo calore per procedere, possono im-
magazzinare parte di quell’energia come energia chimica in legami di
nuova formazione. Studiando l’energia chimica dobbiamo conoscere
il significato di esoenergetico e di endoenergetico. Una reazione nu-
cleare è definita esotermica quando rilascia energia al formarsi dei
legami chimici. Al contrario è definita endotermica quando ha biso-
gno di energia iniziale per poter avere luogo. Spesso, infatti, serve
dell’energia per rompere i legami già esistenti, prima di creare nuovi
legami. Ecco un semplice esempio per chiarire le idee: nelle piante
con la fotosintesi l’energia del sole viene utilizzata per rompere i lega-
mi dell’acqua e dell’anidride carbonica. La reazione produce glucosio,
facendo un legame O2.
Capitolo 16 - Energia chimica 61

Solitamente, quando viene rilasciata energia chimica da una so-


stanza, la sostanza stessa si trasforma in un’altra sostanza diversa. Per
esempio, consideriamo un esplosivo. Dopo l’esplosione, l’esplosivo si
spegne e l’energia chimica che contiene si trasferisce nell’ambiente,
infatti si trasforma in energia termica, energia sonora e energia cine-
tica. Anche durante la combustione avvengono tante reazioni chimi-
che. Il legno secco è un deposito di energia chimica. Quando viene
62 - Che cos'è l'energia

fatto bruciare, il legno reagisce con l’ossigeno presente nell’aria e la


reazione produce nuovi legami di anidride carbonica, monossido di
carbonio e acqua. L’energia chimica naturalmente, mentre il legno
brucia, si converte anche in energia termica e in energia luminosa; e
poi il legno diventa cenere.
CAPITOLO 17

L’ENERGIA NELLA CHIMICA


DEGLI ALIMENTI
Il cibo è un altro esempio di energia chimica immagazzinata, che
viene rilasciata poi durante la digestione. Le molecole di cibo vengono
suddivise in pezzettini più piccoli. Durante queste reazioni chimiche,
nascono dei nuovi composti e viene prodotta energia che riesce a
mantenerci caldi e ci fornisce l’energia necessaria al movimento. Non
tutti gli alimenti forniscono la stessa quantità di energia, ma imma-
gazzinano quantità diverse di energia. L’energia degli alimenti solita-
mente non si misura come tutte le altre energie in Joule, ma si misura
in calorie o in chilocalorie. Per passare dalle calorie ai Joule o vicever-
sa vale la relazione:
1 caloria = 4,186 Joule, quindi 1 chilocaloria = 4186 Joule.
64 - Che cos'è l'energia

Nella chimica degli alimenti si parla allora di valore energetico per


riferirsi all’energia che l’organismo umano può ricevere attraverso il
consumo di alimenti. Dal momento che parte dell’energia può essere
persa durante i processi metabolici di digestione, il valore energetico
può sembrare minore rispetto al valore sperimentale ottenuto bru-
ciando gli alimenti in laboratorio con appositi strumenti. Per questo
sono stati sperimentati dei metodi che calcolano anche le perdite
energetiche: il valore energetico dell’alimento si calcola a partire dal
valore energetico di tutti i suoi macronutrienti, come grassi, alcoli,
proteine e carboidrati. I valori energetici degli alimenti in Europa de-
vono essere scritti per legge sulle etichette degli alimenti.
CAPITOLO 18

L’ENERGIA FISICA
È l’energia base che serve al corpo, secondo il giornalista ameri-
cano Tony Schwarz. L’energia fisica è molto importante, ma spesso è
la forma di energia più scontata, perché fa parte della quotidianità.
Per mantenere un livello di energia fisica ottimale, è necessario non
trascurare ciò che mangiamo ogni giorno e considerare sempre che la
nutrizione è il nostro carburante. Per guadagnare più energia sarebbe
importante nutrirsi di carboidrati al mattino (per avere il carburante
necessario ad affrontare la giornata), grassi e proteine alla sera (per
permettere al corpo di rifornirsi durante la notte). Recenti ricerche
suggeriscono che non bisognerebbe fare altro quando si mangia,
perché focalizzarsi solo sul mangiare aiuta a digerire meglio. Un altro
elemento importante, da non sottovalutare, che è in relazione con l’e-
nergia fisica, è quanto ossigeno il flusso sanguigno può trasportare, e
questo dipende dalla forma fisica. Non dimentichiamo che l’esercizio
fisico ci rende anche più felici.
66 - Che cos'è l'energia
CAPITOLO 19

ENERGIA PULITA

Le fonti di energia pulita sono fonti di energia alternative alle tradi-


zionali fonti fossili, che hanno la particolarità di non immettere nell’at-
mosfera sostanze tossiche che potrebbero danneggiare l’ecosistema.
68 - Che cos'è l'energia

Sono di solito considerate energia pulita l’energia geotermica, solare,


idroelettrica, eolica e mareomotrice, e la biomassa.

ENERGIA GEOTERMICA
L’energia geotermica è l’energia prelevata o sfruttata da sotto ter-
ra, infatti il termine deriva da geo, che significa appunto terra. È una
fonte di energia completamente pulita e rinnovabile, ed ormai è uti-
lizzata da molti anni. La terra al suo interno contiene il magma, che
è roccia fusa che emette calore. La temperatura, infatti, aumenta di
circa 3 gradi centigradi per ogni 100 metri di profondità. Ad una pro-
fondità di oltre 10000 metri la temperatura diventa molto alta, tanto
che può essere usata per far bollire l’acqua.
All’interno delle rocce l’acqua bollente produce vapore, che viene
catturato dalle pompe di calore geotermiche. Il vapore fa girare le tur-
Capitolo 19 - Energia pulita 69

bine, le turbine stesse fanno funzionare i generatori. L’energia ge-


otermica si trova dappertutto sulla terra e viene sfruttata da molti
paesi per fare elettricità, che viene poi portata nelle varie abitazioni.
Ci sono delle zone che hanno una temperatura sotterranea più alta
delle altre: sono quelle soggette a terremoti e a vulcani. I grandi ser-
batoi geotermici di acqua calda si trovano negli stati occidentali e in
Alaska. È importante sottolineare che l’energia geotermica è rinno-
vabile, perché la terra produce continuamente calore e lo farà per
sempre, quindi bisognerebbe sfruttare al meglio questa potenzialità,
che potrebbe aiutare anche a risolvere alcuni problemi di alimenta-
zione mondiale. È un’energia che non produce inquinamento e che
permette di ridurre l’uso di combustibili fossili, infatti per sfruttare
l’energia che arriva dal sottosuolo non servono altri combustibili.
Per tutti questi motivi è considerata una delle migliori energie al-
ternative, ma, come sempre, esistono anche degli aspetti negativi.
Primo fra tutti è che l’energia geotermica è adatta solo a particolari
regioni, infatti non si è ancora in grado di sfruttarla dappertutto.
La terra, inoltre, a volte, oltre al calore rilascia dei gas nocivi per
l’uomo e soprattutto l’installazione di centrali geotermiche richiede
costi di installazione veramente molto elevati.
70 - Che cos'è l'energia

ENERGIA SOLARE
L’energia solare è in assoluto la prima fonte energetica al mondo, che
era già in uso anche prima che l’umanità imparasse a sfruttare il fuoco.

In effetti è l’energia solare che permette la vita sulla terra, a parti-


re dalle piante durante il processo di fotosintesi, dalla vita acquatica,
fino ad arrivare a quella animale (uomo compreso). È anche usata per
asciugare i vestiti e per aumentare la temperatura corporea. L’energia
solare si usa soprattutto per generare la luce (utilizzata dagli impianti
fotovoltaici per produrre energia elettrica) e il calore (utilizzata dagli
impianti solari termici per produrre energia termica). Essa è influen-
zata dalle varie attività che si svolgono nello spazio e soprattutto da
quelle che coinvolgono il sole. Si pensa che sia stata proprio l’energia
solare a far rompere il ghiaccio durante l’era glaciale e a far nascere
la separazione tra la terra e il mare. Un impianto solare termico tra-
sforma direttamente l’energia solare in energia termica. Questa viene
utilizzata per il riscaldamento dell’acqua sanitaria e degli ambienti.
Capitolo 19 - Energia pulita 71

Gli elementi più importanti dell’impianto sono: il pannello solare, lo


scambiatore di calore, la pompa di circolazione e il serbatoio di accu-
mulo. Il pannello più utilizzato è chiamato collettore solare vetrato
piano, in grado di riscaldare l’acqua a temperature comprese tra i 45
e i 65 °C. Nelle abitazioni gli impianti per il riscaldamento dell’acqua
sanitaria e degli ambienti sono fatti con due circuiti distinti: si usa
bassa temperatura per l’impianto di riscaldamento a pavimento e alta
temperatura (con caldaia ausiliaria) per i caloriferi.

L’energia solare è una fonte energetica alternativa, tra le più uti-


lizzate al mondo, ma la luce solare utilizzata per il soddisfacimento
dei nostri bisogni ammonta al solo 30 % della luce solare, perché il
restante 70 % si riflette nello spazio. Può essere sfruttata per mezzo di
un impianto solare termodinamico o per mezzo di celle fotovoltaiche.
Si può classificare in due tipi di energia: quella solare attiva e quella
solare passiva. La passiva utilizza la durata, la posizione e l’intensità
dei raggi solari per riscaldare una certa area. La solare attiva, invece,
usa la tecnologia elettrica e meccanica (ad esempio i pannelli) per cat-
turare l’energia e immagazzinarla per essere disponibile al momento
72 - Che cos'è l'energia

del bisogno. È un’energia che non inquina e appartiene alla categoria


delle fonti rinnovabili, perché il sole produce continuamente energia.
I pannelli solari hanno il vantaggio che possono essere utilizzati per
molti anni senza richiedere manutenzione. Ci sono però anche degli
svantaggi, perché nelle regioni fredde, che non ricevono una buona
luce solare è altamente sconsigliata.

Il flusso di energia tra il sole, l’atmosfera e la superficie terrestre


può essere riassunto brevemente in questo modo: circa il 25% viene
riflessa dall’atmosfera, circa il 18% viene diffusa nell’atmosfera, men-
tre il 25% viene assorbita dall’atmosfera; il 27 % viene assorbita dalla
superficie terrestre e circa il 5% viene riflessa dal terreno.

ENERGIA IDROELETTRICA
L’energia idroelettrica è l’energia dell’acqua in movimento, un’e-
nergia catturata dagli esseri umani per migliaia di anni. Le centrali
idroelettriche catturano l’energia cinetica dell’acqua in movimento e
Capitolo 19 - Energia pulita 73

forniscono l’energia meccanica alle turbine. Queste la trasformano in


energia elettrica attraverso i generatori. Nel mondo si sono costruite
tante dighe proprio a questo scopo.

Esistono vari tipi di centrali idroelettriche. L’impianto di solito vie-


ne scelto in base al volume e alla portata dell’acqua. L’energia idro-
elettrica fa parte delle energie rinnovabili ed è controllabile, non
emette gas serra e rispetta l’ambiente, quindi può aiutare a ridurre la
nostra dipendenza dai combustibili fossili, riducendo la minaccia del
riscaldamento globale. Ha però anche il suo lato negativo, perché può
avere conseguenze negative sul piano ambientale e sociale: può far
diminuire il flusso di acqua nei fiumi (bloccando il passaggio dei pesci
migratori) e quindi può influenzare negativamente l’agricoltura.
74 - Che cos'è l'energia

Costruire una diga è anche molto costoso ed è molto pericolosa in


caso di rottura. Vediamo di capire in modo più approfondito come
funziona questo tipo di energia. Il tutto parte dall’energia solare, che
avvia il ciclo idrologico: riscalda l’acqua in superficie e la fa evaporare.
Il vapore acqueo si condensa nelle nuvole e poi ritorna sulla terra sot-
to forma di precipitazioni. L’acqua viene quindi raccolta nei fiumi e
torna agli oceani, dove il ciclo ricomincia. Per sfruttare l’energia cine-
tica dell’acqua in movimento, la sua velocità e il volume devono esse-
re sufficienti a far girare la turbina, che non è altro che un’elica che
ruota un generatore per fare l’elettricità.
Capitolo 19 - Energia pulita 75

Per farci un’idea dell’energia che si può ottenere, dobbiamo sapere


che 4 litri di acqua che si muove ad una velocità di 30 metri al secondo
possono generare circa un chilowatt di potenza. Naturalmente, per
aumentare il volume dell’acqua in movimento, si usano gli argini o le
dighe. Nella diga si fa un’apertura che serve per far cadere, grazie alla
forza di gravità l’acqua in un tubo (condotta forzata). L’acqua facendo
girare la turbina, provoca la rotazione di magneti in un generatore,
fornendo elettricità. Le turbine non sono tutte uguali. Si usano turbi-
ne diverse a seconda della distanza verticale tra la diga e la turbina.
Le più utilizzate sono le turbine Kaplan, Francis e Pelton. La Kaplan
è molto simile all’elica di una barca e può fornire fino a 400 MW di
potenza; è dotata di tre fino ad un massimo di sei pale, che possono
cambiare il loro passo; sfrutta piccoli dislivelli, fino a qualche decina
di metri, ma con grandi portate, da 200/300 m³/s in su. La Francis ha
nove o più pale fisse e può raggiungere anche 800 MW di potenza;
76 - Che cos'è l'energia

essa è detta a reazione perché non sfrutta solo la velocità ma anche


la pressione del getto d’acqua. La Pelton invece è formata da delle
specie di secchi sagomati montati all’esterno di un disco circolare ed
è utilizzata per grandi salti (molto maggiori di 15 m, di solito tra i 300
e i 1400  m) e piccole portate (inferiori a 50  m³/s), si utilizza quindi
solitamente per i bacini idroelettrici alpini. L’energia idroelettrica può
essere generata anche senza dighe, ma è molto più difficile control-
lare la quantità e i tempi di generazione dell’elettricità. Se costruiti e
gestiti in modo da portare al minimo gli impatti ambientali e culturali,
i progetti idroelettrici possono fornire fonti di energia elettrica pulite
e a basso costo alle aree urbane e rurali di tutta la terra.

ENERGIA EOLICA
L’energia eolica è quel processo con cui il vento è utilizzato per ge-
nerare energia meccanica oppure elettricità. Le turbine eoliche con-
vertono l’energia cinetica (di movimento) del vento in energia mec-
canica, la cui potenza può essere usata anche per macinare il grano,
o pompare l’acqua. L’energia eolica è una fonte di energia in grande
crescita, perché è un’energia molto vantaggiosa. Il vento è aria in mo-
Capitolo 19 - Energia pulita 77

vimento, provocato dal riscaldamento irregolare della superficie ter-


restre (dovuto al sole).

La superficie terrestre, infatti, non è omogenea, ma è formata da


tipi diversi di terra e di acqua, quindi assorbe calore in maniera diversa,
con tempi diversi. Per capire bene cosa succede, dobbiamo conoscere
il significato del termine: ciclo del vento. Durante una giornata l’aria che
si trova sopra alla terra si riscalda più in fretta dell’aria che si trova sopra
all’acqua. Così l’aria sopra alla terra si alza, perché si espande, men-
tre l’aria più fredda e più pesante scende, facendo formare il vento. La
notte, invece, avviene il fenomeno inverso perché l’aria si raffredda più
velocemente sulla terraferma, così i venti sono invertiti. Anche i venti
che si formano attorno alla terra nascono da un diverso riscaldamento
dell’equatore che è più vicino al sole rispetto ai poli. L’energia eolica
poi viene utilizzata per generare energia elettrica, o per il pompaggio
dell’acqua o ancora per la macinazione del grano.

La potenza che si ottiene dal vento è proporzionale alla sua velocità


elevata alla terza. Ma come è possibile ricavare elettricità dal vento?
È semplice: le pale della turbina funzionano come quelle delle eliche
degli aerei. Quando il mozzo della turbina ruota, le pale del rotore fan-
78 - Che cos'è l'energia

no sollevare il vento di passaggio. Tutto questo produce la rotazione


del generatore, che fornisce elettricità. Il vento soffiando, forma una
specie di tasca di aria a bassa pressione che tira la lama verso di essa,
così il rotore gira. Oltre a questa forza di sollevamento, c’è anche una
forza del vento contro il lato anteriore della lama, che viene chiamato di
trascinamento. In pratica una turbina eolica funziona come se fosse un
ventilatore al contrario. Essa non usa elettricità per produrre vento, ma
usa il vento per produrre elettricità. Il vento gira le pale, che fanno gira-
re l’albero, che si collega ad un generatore che genera elettricità. Per far
girare il rotore si devono combinare sollevamento e trascinamento. Più
ci si alza sul terreno e più la velocità del vento aumenta, perché diminu-
isce l’attrito con il terreno, per questo le turbine eoliche di solito sono
posizionate in alto, ad un’altezza di oltre 30 metri. A queste altezze il
vento è meno turbolento. Quelle di grandi dimensioni hanno delle torri
alte fino a 100 metri e hanno delle lame di 30-60 metri. Le turbine sono
costruite molto vicino tra loro, per formare un parco eolico di alcune
centinaia di elementi, e di solito sono collegate a una rete elettrica o a
un impianto fotovoltaico. Esistono però anche turbine indipendenti che
sono utilizzate per il pompaggio dell’acqua. Le turbine possono avere
l’asse delle lame orizzontale al suolo, e sono le più comuni (queste in
genere hanno tre pale azionate controvento), oppure l’asse verticale.
Capitolo 19 - Energia pulita 79

Un esempio di asse verticale è la turbina Savonius, che gira len-


tamente, ma che produce una coppia elevata: è usata per macinare
il grano o per pompare l’acqua, ma non è consigliabile per generare
elettricità. Le turbine grandi hanno delle potenze che vanno da 100
kilowatt a molti megawatt, e sono utilizzate per fornire energia elet-
trica alla rete. Quelle piccole, invece raggiungono una potenza più
bassa, da 250 watt a 50 kilowatt e sono usate per fornire energia elet-
trica fuori dalla rete.

ENERGIA MAREOMOTRICE
Non dobbiamo trascurare che il mare può fornirci tantissima ener-
gia: le onde prodotte dall’oceano o dalle maree sulla costa hanno in sé
un potenziale veramente grande e, se sfruttate, possono contribuire
a ridurre il problema energetico mondiale. L’energia mareomotrice si
divide in tre sottogruppi: l’energia delle maree, l’energia delle onde e
la conversione dell’energia termica oceanica in altre forme di energia.
L’energia delle maree consiste nello sfruttamento dell’energia ci-
netica delle maree e della differenza tra alta e bassa marea. La ma-
80 - Che cos'è l'energia

rea è il ritmico innalzamento e abbassamento del livello del mare,


provocato dalla forza gravitazionale della luna e del sole. Di solito il
dislivello tra alta marea e bassa marea non supera il metro, ma in
certi posti può essere maggiore (addirittura 20 metri) e quindi con-
viene sfruttarlo per la produzione di energia, soprattutto elettrica. Lo
sfruttamento di questa energia non è solo attuale, perché già in anti-
chità l’uomo aveva costruito dei mulini a marea. L’acqua era raccolta
in un bacino che veniva chiuso da una paratia e poi era convogliata
su una ruota che muoveva una macina. Oggi ci sono diversi metodi di
sfruttamento dell’energia (sollevamento di un peso contro la forza di
gravità, compressione e espansione dell’aria per muovere le turbine,
movimento di ruote a pale), ma il riempimento di bacini e poi il loro
svuotamento attraverso il passaggio in turbine sembra rendere di più
di tutti. Il maggior problema che può dare questo tipo di energia è
lo sfasamento tra l’ampiezza massima della marea disponibile (che è
tra l’altro prevedibile perché influenzata dalle fasi lunari e solari) e la
forte domanda di energia nelle ore di punta. Nelle centrali ad energia
mareomotrice l’acqua transita in una serie di tunnel ed acquista ve-
locità, che le permette di far girare le turbine collegate ai generatori.
Durante la bassa marea l’acqua defluisce verso il mare aperto, ma
questo le permette di mettere nuovamente in rotazione la turbina. È
importante utilizzare particolari turbine reversibili che funzionano sia
quando l’acqua defluisce verso il mare sia quando viene fatta fluire
dal mare nel bacino. Purtroppo però queste centrali hanno dei costi
elevati di installazione e sono difficili da collocare, perché anche la
topografia deve essere favorevole all’installazione. Possono anche di-
sturbare l’ecosistema, soprattutto la fauna ittica.

BIOMASSA
Con questo processo si genera energia alternativa convertendo
materiali e rifiuti biologici in fonti energetiche utilizzate per il riscal-
damento, la produzione di energia e il trasporto. I materiali a base di
carbonio convertiti in combustibili fossili non rientrano nella biomas-
Capitolo 19 - Energia pulita 81

sa, lo sono considerati solo nel loro stato originario. Questo avviene
per la separazione del carbonio che all’inizio contenevano dal ciclo
del carbonio.

Questa energia è utilizzata da sempre, infatti fin dall’antichità era


usata per riscaldare le abitazioni o per preparare il cibo. La più utiliz-
zata in assoluto è il legno, poi ci sono le colture, i rifiuti urbani e indu-
striali, gli alberi e i rifiuti agricoli. La biomassa non produce gas serra e
può essere usata facilmente attraverso la combustione; produce però
gas metano, che può essere dannoso per l’ambiente. Un vantaggio
della biomassa è che aiuta a diminuire il numero di discariche.
82 - Che cos'è l'energia

ENERGIA
DELL’IDROGENO
L’idrogeno è disponibile in
grande quantità sulla terra, ma
di solito non è da solo, si trova
con altri elementi e per utilizzar-
lo è necessario separarlo. Anche
l’acqua contiene idrogeno. Ha un
potenziale enorme e può esse-
re usato per alimentare le case,
i veicoli urbani ma anche i razzi
spaziali. Purtroppo la sua estra-
zione costa molto perché ci vuole
tanta energia per separarlo.

L’idrogeno presenta dei van-


taggi: è una fonte pulita di ener-
gia che non lascia elementi di
rifiuto, solo acqua; rispetta l’am-
biente e non emette gas nocivi.
Purtroppo l’idrogeno può essere
utilizzato anche per fare delle
bombe, perché è altamente in-
fiammabile: la bomba all’idroge-
no è particolarmente distruttiva.
CAPITOLO 20

ENERGIA RINNOVABILE E
ENERGIA NON RINNOVABILE
Parlando di energia bisogna subito fare una distinzione tra le risor-
se rinnovabili e quelle non rinnovabili. Le fonti rinnovabili sono quelle
che non sono limitate, ma che si possono sfruttare senza correre il
rischio di esaurirle; le fonti non rinnovabili invece sono quelle che si
esauriscono facilmente. Possiamo raggruppare l’eolica, l’idrica e l’e-
nergia delle biomasse tra le rinnovabili; mentre i combustibili fossili
(carbone, gas metano e petrolio) sono da classificare tra le non rinno-
vabili e non bisogna dimenticare che sono destinate ad esaurirsi. An-
che i combustibili fossili derivati da materia organica di origine anima-
le o vegetale sono elencati tra le non rinnovabili; queste, derivando
da materia fossilizzata, sono adatte alla combustione perché liberano
una grande quantità di calore. Lo sfruttamento dei combustibili fossili
e delle energie non rinnovabili genera anche seri problemi di inquina-
mento dell’ambiente, perché durante la combustione vengono gene-
rate molte sostanze nocive.

ALCUNI DISASTRI ENERGETICI


I disastri energetici sono dei disastri causati dall’utilizzo di fonti
energetiche per il loro diretto sfruttamento o per la produzione di
energia elettrica. La loro gravità non è solo da leggere nell’immediato,
ma può manifestarsi a lungo termine sia sugli esseri viventi sia sull’am-
biente. Ci possono essere disastri carboniferi. Il carbone infatti deve
essere estratto da alcune miniere che causano spesso la morte di
84 - Che cos'è l'energia

molti minatori, a causa di incidenti o di esplosioni nell’immediato o la


morte differita a causa di gravi malattie come la silicosi. Ci possono
essere disastri idroelettrici, perché l’idroelettrico richiede la costru-
zione di bacini artificiali posizionati in alto, per fornire più energia. Il
problema è che, in caso di rottura, la diga distrugge i paesi a valle e il
rischio aumenta con l’aumentare delle dimensioni del bacino. Ricor-
diamo nel 1963 la diga del Vajont, in Italia, che fece ben 1909 morti e
che distrusse completamente Longarone, a causa di una frana stacca-
ta dal monte Toc che precipitò nel bacino artificiale provocando
un’onda alta più di 200 metri. Altri disastri di una certa entità sono
quelli nucleari, che diventano ancor più gravi a causa del rilascio di
radiazioni. Tra i più noti ricordiamo nel 1969 a Lucens in Svizzera, la
fusione di un reattore in seguito ad un difetto di raffreddamento: in
questo caso tutta la caverna nella quale era costruito il reattore venne
contaminata, ma fortunatamente non ci furono grosse contaminazio-
ni verso l’esterno. Nel successivo 1986 a Cernobyil, in Ucraina, ci fu il
più grave incidente nucleare mai avvenuto. Il reattore scoppiò, provo-
Capitolo 20 - Energia rinnovabile e energia non rinnovabile 85

cando la fuga di vari materiali radioattivi. Il disastro fu provocato da


difetti progettuali ma anche da errori umani durante un esperimento
che escluse manualmente tutti i sistemi di sicurezza. Gli effetti non
furono solo le morti accertate al momento (65), ma anche tutte quel-
le successive, in seguito a tumori e leucemie che nacquero negli anni
Ottanta (4000).

Bisogna poi considerare anche i danni sulla natura e sull’ambiente.


Nel 2011 a Fukushima in Giappone il terremoto causò gravi ripercus-
sioni, tra le quali un incidente nucleare con un livello di valutazio-
ne della gravità paragonabile a quello di Chernobyl. Frequenti sono
anche i disastri petroliferi, associati al naufragio di superpetroliere o
86 - Che cos'è l'energia

a grandi esplosioni, con conseguente versamento in mare di enormi


quantità di petrolio che rovinano l’ambiente e in particolare la fauna
marina.

IL PROBLEMA ENERGETICO
Il termine problema energetico indica il continuo aumento di do-
manda di energia della società, a fronte di un’offerta di energia prima-
ria legata alle fonti di energia fossili ed esauribili. Il termine “problema
energetico” iniziò ad essere utilizzato in seguito alle prime crisi ener-
getiche degli anni 1970. Fino a due secoli precedenti tutti i lavori ve-
nivano svolti utilizzando la forza muscolare umana e degli animali. La
combustione del legno era usata per cucinare e per riscaldare le case,
mentre già si utilizzava l’energia eolica per il trasporto marittimo, per
mezzo delle barche a vela. Con la Rivoluzione Industriale l’invenzione
della macchina a vapore aprì lo sfruttamento dei combustibili fossili
(carbone, petrolio, gas) per poter alimentare tutti i processi industria-
li. Le risorse energetiche diventarono fondamentali per le economie
di alcuni Stati, ma contemporaneamente nacquero i primi problemi
ambientali legati all’inquinamento e alla trasformazione dell’ambien-
te. Non si parlava però ancora di problema energetico, che effettiva-
mente nacque dopo. Verso la prima metà del 1900 infatti le principali
riserve di energia erano abbondanti e non richiedevano grandi costi,
ma nel XX secolo il fabbisogno energetico crebbe esponenzialmente.
La prima vera e propria crisi energetica si ebbe nel 1973-74, quando i
Paesi produttori del petrolio incominciarono a far notare agli Stati del
nord del mondo la loro dipendenza dalle risorse straniere.
Questo succedeva perché le riserve di gas, di carbone e di petrolio
erano concentrate in pochi paesi, spesso affrancati dal colonialismo
europeo. A causa di tutto ciò, il costo dell’energia continuò a crescere
nel corso degli anni, e gli stati industriali americani e europei cerca-
rono di sviluppare energie alternative. Negli anni 80-90, grazie all’ef-
ficienza energetica, i paesi industrializzati non videro più il problema
energetico come una priorità dell’agenda di governo, mentre sentiva-
Capitolo 20 - Energia rinnovabile e energia non rinnovabile 87

no ancora forte il problema ambientale. In questi anni furono stipulati


accordi per il contenimento delle emissioni di CO2 e di tutti gli altri
inquinanti. Il più importante è il protocollo di Kyoto del 1997. Negli
anni 2000 il fabbisogno energetico ebbe di nuovo una fase di accele-
razione, dovuto allo sviluppo economico di Cina e India, così il costo
dell’energia aumentò di nuovo.
CAPITOLO 21

RISORSE E CONSUMO DI
ENERGIA NEL MONDO
Per consumo di energia si intende una misura dell’uso dell’energia,
come quella prodotta dal carburante o dall’elettricità e contempora-
neamente una misura della sua produzione globale attraverso tutte
le possibili fonti energetiche. Il consumo di energia delle Nazioni è in
relazione al PIL, anche se c’è differenza tra i livelli di consumo dell’e-
nergia in paesi industrializzati come gli Stati Uniti d’America (11,4 kW
per persona) e il Giappone e la Germania (6 kW). Il Canada ha il mag-
gior consumo pro-capite. Attualmente la crescita più importante si
ha in Cina. Sin dalla Rivoluzione Industriale il consumo di energia au-
mentò ad un ritmo esponenziale. Nel 1890 il consumo di carburanti
fossili era circa uguale a quello ottenuto dalla biomassa che veniva
bruciata nelle case e nelle industrie. I combustibili fossili costituiscono
circa l’86% dell’energia consumata nel mondo, e sono impiegati con il
seguente ordine decrescente: petrolio, gas naturale, carbone; seguo-
no poi le altre forme di energia: idroelettrico, nucleare, geotermica,
eolica, solare. Nel mondo circa un quarto dell’energia elettrica viene
prodotta in impianti a carbone, di questo carbone più della metà è
utilizzato dai paesi dell’Asia, mentre quasi il 50 % del carbone pro-
dotto è consumato dalla Cina. Il petrolio incominciò a diffondersi con
successo nel XX secolo, quando si capì che le turbo-navi a vapore na-
vigavano più velocemente e con più autonomia sostituendo il petrolio
al carbone. Questo perché con il petrolio si raggiungevano tempera-
ture e pressioni del vapore molto più alte, a vantaggio della velocità.
Capitolo 21 - Risorse e consumo di energia nel mondo 89

Con la diffusione dei mezzi di trasporto terrestri, il petrolio divenne il


carburante dominante del Ventesimo secolo.

In Italia esistono molte raffinerie di petrolio, che lo lavorano per


produrre benzina. Ammettendo che i consumi possano rimanere
costanti, alcuni studiosi sostengono che il petrolio verrà esaurito in
meno di 50 anni e il carbone in circa 2 secoli. In realtà non dovrebbe
essere proprio così, perché prima che si esaurisca del tutto, lo squi-
librio tra domanda e offerta dovrebbe causare un forte aumento dei
prezzi, con il crollo dei consumi. Nel 2005 l’energia nucleare era circa
il 6% dell’energia terrestre. I costi del minerale di uranio sono tra-
scurabili rispetto ai costi di costruzione, gestione e smantellamento
del reattore nucleare. Il settore delle energie rinnovabili è cresciuto
tantissimo nei primi anni del ventunesimo secolo. Il consumo di ener-
gia può essere misurato in base al tempo di utilizzo. Molta energia
oggi viene usata per soddisfare necessità velleitarie della civiltà, ma
90 - Che cos'è l'energia

potrebbe essere risparmiata. Si definisce intensità energetica la misu-


ra macroeconomica del consumo energetico, che va monitorata, per
cercare di ridurre il consumo nel luogo dove la richiesta è maggiore in
momenti specifici, mentre per risparmio energetico si intende prati-
che più ampie per ridurre il consumo di energia a livello mondiale. A
questo scopo ci sono delle vere e proprie politiche energetiche, che
consistono in leggi che sono emanate per cambiare il tasso dei con-
sumi delle Nazioni, ma non risolvono sicuramente il problema ener-
getico.
Dovremmo incominciare tutti noi a fare, nel nostro piccolo, grandi
sforzi per ridurre lo spreco.
L’energia riscalda le abitazioni, illumina le case, fa funzionare gli
strumenti che utilizziamo per produrre cibo… insomma, è indispen-
sabile!
Ve lo immaginate un mondo senza energia?
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INDICE
INTRODUZIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
Capitolo 1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
L’ENERGIA E LA SUA IMPORTANZA FISICA
E TECNOLOGICA
Capitolo 2 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
DEFINIZIONE DI ENERGIA
Capitolo 3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
VARI TIPI DI ENERGIA IN FISICA
Capitolo 4 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12
L’ENERGIA MECCANICA
Capitolo 5 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19
LA CONSERVAZIONE DELL’ENERGIA MECCANICA
Capitolo 6 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21
ENERGIA TERMICA
Capitolo 7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30
GLI SCAMBI DI ENERGIA TRA UN SISTEMA
E L’AMBIENTE E IL PRIMO PRINCIPIO DELLA
TERMODINAMICA
Capitolo 8 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32
IL SECONDO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA
Capitolo 9 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34
IL PRINCIPIO DI CONSERVAZIONE DELL’ENERGIA
Capitolo 10 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36
L’ENERGIA IN MECCANICA QUANTISTICA
Capitolo 11 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39
LA CELEBRE EQUAZIONE E=M C2 E LA MASSA
COME FORMA DI ENERGIA
Capitolo 12 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 41
ENERGIA ELETTRICA ED ELETTROMAGNETICA
Capitolo 13 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 50
L’ALTERNATORE
Capitolo 14 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 51
ENERGIA NUCLEARE
Capitolo 15 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 56
ENERGIA OSCURA
Capitolo 16 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 60
ENERGIA CHIMICA
Capitolo 17 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 63
L’ENERGIA NELLA CHIMICA DEGLI ALIMENTI
Capitolo 18 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 65
L’ENERGIA FISICA
Capitolo 19 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 67
ENERGIA PULITA
Capitolo 20 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 83
ENERGIA RINNOVABILE E ENERGIA NON RINNOVABILE
Capitolo 21 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 88
RISORSE E CONSUMO DI ENERGIA NEL MONDO
Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 91

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