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a cura di
Giulia Giovani
Siena 2018
Questo volume è stato pubblicato con il contributo del Dipartimento
di Scienze Storiche e dei Beni Culturali dell’Università di Siena.
ISBN: 978-88-89073-26-1
INDICE
5 Introduzione
di Giulia Giovani
7 AGOSTINO ZIINO
«Lo ’ntellecto divino [...] a Sien’à dato ’l novel Agustino». Il canto delle
laude a Siena, 1260-1450: cosa sappiamo e cos’altro vorremmo sapere
49 ROBERTA MANETTI
Una fonte musicale senese mancata: il Laudario di Santa Maria della
Scala (briciole di tradizione indiretta)
67 ANTONIO CALVIA
«Ahi vermeglietta rosa»: ulteriori aggiunte per i frammenti di Siena
89 IRENE TANI
Poesia e musica nella Siena del Quattrocento attraverso le fonti
letterarie: il caso di Benedetto da Cingoli
1 Siena, Archivio di Stato, framm. musicali, busta n. 1, ins. n. 11 (olim 326 e 327; olim
207). Sigle degli altri manoscritti citati: C.152 = ms. Firenze, Biblioteca Marucelliana,
C.152; Emm = ms. München, Bayerische Staatsbibliothek, Clm 14274; Fp = ms. Firen-
ze, Biblioteca Nazionale Centrale, Pal. Panciatichi 26; Grot = ms. Grottaferrata, Biblio-
teca Statale del Monumento Nazionale della Badia Greca di San Nilo (Monastero Esar-
chico di Santa Maria), Lat. 224 (coll. provvisoria 197); ms. Hanover, Dartmouth Colle-
ge Library, 002387; Kras = ms. Warszawa, Biblioteka Narodowa, III.8054 (olim Krasin-
ski 52); Manc = Lucca, Archivio di Stato, ms. 184 («Codice Mancini»); Perugia, Biblio-
teca Comunale Augusta, 3065; Old Hall = ms. London, British Library, Add. 57950;
Pad 1225 = framm. Padova, Biblioteca Universitaria, busta 2/2 (dal ms. 1225) [Pad D];
Q15 = ms. Bologna, Museo Internazionale e Biblioteca della Musica, Q 15 (37) [riferi-
menti alla cartolazione in numeri romani]; Rec = framm. Macerata, Archivio di Stato,
Notarile mandamentale di Recanati, vol. 488 (coperta); Sq = ms. Firenze, Biblioteca
Medicea Laurenziana, Med. Pal. 87 («Codice Squarcialupi»); Tr 1563 = fr., foglio di
guardia del ms. Trento, Biblioteca Comunale, 1563; TU = Torino, Biblioteca Nazionale
Universitaria, T.III.2; War = ms. Warszawa, Biblioteka Narodowa, lat. F.I.378 [olim St
Petersburg, deperditus]. Per denominare le altezze si adopera, nel saggio e nell’appendice,
il sistema alfabetico guidoniano (c = Do centrale).
2L’edizione delle due restanti, a cura dell’autore, è in corso di pubblicazione. Ringrazio
Maria Sofia Lannutti, Elena Stefanelli e Michele Epifani che hanno letto il saggio prima
della pubblicazione e hanno contribuito con preziosi suggerimenti.
3 D’ora in avanti 326 e 327.
4 Cfr. Kurt von Fischer, Una ballata trecentesca sconosciuta: aggiunte per i frammenti di Siena, in
L’Ars Nova Italiana del Trecento, Certaldo, Centro di Studi sull’Ars Nova Italiana del Tre-
cento, 1968, vol. II, pp. 39-47: 43; e Paolo Peretti, Ancora sul frammento di Recanati: descri-
zione, esegesi e descrizione, in «Col dolce suon che da te piove». Studi su Francesco Landini e la musi-
ca del suo tempo. In memoria di Nino Pirrotta, a cura di Maria Teresa Rosa Barezzani e An-
tonio Delfino, Firenze, Sismel-Edizioni del Galluzzo, 1999, pp. 453-482: 467.
«AHI VERMEGLIETTA ROSA»
tutti trasmessi adespoti, tra cui due Gloria e due Credo di Antonio Zacara
da Teramo e il mottetto Constat in altari di [Antonius] «de Eugubio» (cfr.
Tabella 1).5
La mano principale (A) – risalente, secondo Kurt von Fischer,6 al
1430 circa e legata, secondo Paolo Peretti, allo scrittorio del monastero
di S. Giustina a Padova7 – copiò le quattro sezioni della Messa; una ma-
no seriore ma non troppo lontana dalla prima (B) aggiunse le tre ballate8
e il mottetto. Non sembra necessario aggiungere alla già complessa situa-
zione attributiva delle opere di Zacara l’ulteriore tassello proposto da Pe-
retti, che ha avanzato l’ipotesi che Antonius de Eugubio sia da identifica-
re con Antonio Zacara da Teramo, per via della presenza del mottetto
Constat in altari (attribuito in Rec a un «de Eugubio») accanto alle sezioni
di Messa di Zacara all’interno dei due frammenti di Siena.9
5 Per comodità si adotta, per il frammento 326, la numerazione delle carte data da Kurt
von Fischer (Una ballata trecentesca cit.); le due facciate del frammento 327, indicate da
Fischer come f. r e f. v, saranno d’ora in avanti chiamate Nr e Nv. Per le opere di An-
tonio Zacara da Teramo, si rimanda a Francesco Zimei, Catalogo delle opere di Zacara, in
Antonio Zacara da Teramo e il suo tempo, a cura di Francesco Zimei, Lucca, LIM, 2004, pp.
391-419.
6 Kurt von Fischer, Una ballata trecentesca sconosciuta cit., p. 47.
7 La mano A sarebbe da ricondurre a Santa Giustina per la presenza di una particolare
forma di bemolle con un punto all’interno dell’occhiello; cfr. Peretti, Ancora sul frammen-
to di Recanati cit., pp. 466-468. Sullo scriptorium di Santa Giustina, si veda inoltre I fram-
menti musicali padovani tra Santa Giustina e la diffusione della musica in Europa. Giornata di
studio (Padova, Abbazia di S. Giustina-Biblioteca Universitaria, 15 giugno 2006), a cura
di Francesco Facchin e Pietro Gnan, Padova, Biblioteca Universitaria di Padova, 2011.
A proposito del particolare segno di bemolle, cfr. Giulio Cattin, Ricerche sulla musica a
Santa Giustina di Padova all’inizio del Quattrocento. I: Il copista Rolando da Casale; nuovi fram-
menti musicali nell’Archivio di Stato, «Annales Musicologiques», VII, 1964-1967, pp. 17-41:
28. Marco Gozzi ha rinvenuto lo stesso segno nel frammento Trento 60 (foglio di
guardia dell’incunabolo Trento, Fondazione Biblioteca San Bernardino, Inc. 60); cfr.
Marco Gozzi, Un nuovo frammento trentino di polifonia del primo Quattrocento, «Studi musica-
li», XXI, 1992, pp. 237-251. Di diverso avviso è Michael Cuthbert, che non ritiene ne-
cessariamente padovano il bemolle con punto; cfr. Michael Scott Cuthbert, Trecento
Fragments and Polyphony beyond the Codex, Ph.D. Diss., Harvard University, 2006, p. 214,
nota 163.
8 Ci limitiamo, in questa sede, a segnalare che l’assegnazione della ballata Amore amaro,
sempre fosti fero alla mano B è dubbia; cfr. Fischer, Una ballata trecentesca sconosciuta cit., p. 46.
9Il nome Antonius de Eugubio è ricavato dall’unione di due rubriche presenti in carte
differenti in Rec: «dompnus Antonius» e «de Eugubio»; cfr. Paolo Peretti, «Antonius de
68
ANTONIO CALVIA
Eugubio»: un altro nome per Zacara?, in Antonio Zacara da Teramo e il suo tempo cit., pp. 383-
390; Id., Ancora sul frammento di Recanati cit., pp. 458-459.
10 Friedrich Ludwig, in Handbuch der Musikgeschichte, a cura di Guido Adler, Berlin, Keller
Verlag, 19302, pp. 280-281: «[…] zwei mehrstimmigen Patrem-Kompositionen eine
singuläre anonyme zweistimmige ballade».
11Heinrich Besseler, Studien zur Musik des Mittelalters (I. Neue Quellen des 14. und beginnen-
den 15. Jahrhunderts), «Archiv für Musikwissenschaft», VII, 1925, pp. 167-252: 230 (un
postscriptum è pubblicato in IX, 1927, pp. 233-241).
12 Federico Ghisi, Italian Ars-Nova Music: The Perugia and Pistoia Fragments of the Lucca Mu-
sical Codex and Other Unpublished Early 15th Century Sources, «Journal of Renaissance and
Baroque Music», I, 1946-1947, pp. 173-191, il testo è alle pagine 182-183; la trascrizione
della musica si legge in Italian Ars-Nova Music, supplemento del «Journal of Renaissance
and Baroque Music», I, 1946-1947, alle pp. 19-20.
13Federico Ghisi, A Second Sienese Fragment of Italian Ars Nova, «Musica Disciplina», II,
1948, pp. 173-177; Fischer, Una ballata trecentesca sconosciuta cit., pp. 43-47.
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«AHI VERMEGLIETTA ROSA»
14Cfr. Frank A. D’Accone, The Civic Muse. Music and Musicians in Siena during the Middle Ages
and the Renaissance, Chicago & London, The University of Chicago Press, 1997, p. 165.
15Kurt von Fischer cita la vicinanza dei brani di Zacara nel Q15 come argomento a fa-
vore di questa ipotesi; cfr. Fischer, Una ballata trecentesca sconosciuta cit., pp. 46-47.
16 Se così fosse, la carta 2v, in cui a conclusione del Gloria ‘Fior gentil’ è stata aggiunta la
ballata Adio, adio, Amore, mio sostegno, sarebbe l’altra facciata esterna. Seguendo questa
ipotesi è difficile spiegare, però, perché a c. 1r sia stato trascritto in posizione principale
il tenor del mottetto C[onstat in altari] seguito immediatamente dalla ballata: ciò costringe-
rebbe a ipotizzare che le voci restanti del mottetto, forse due, occupassero l’ultima carta
del fascicolo precedente.
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TABELLA 1. Siena, Archivio di Stato, framm. musicali, busta n. 1, ins. n. 11 (olim 326 e 327)
Abbreviazioni: B = ballata; Mo = mottetto; C = cantus; T = tenor; Ct = contratenor; fr. = frammento
[326] Mano Genere e voci Righi Compositore Altri testimoni
1r C[onstat in altari] B Mo 3?: fr. di T [C Ct] [I]-V [… de Eugubio] T in Rec Nr17
1r Ahi vermeglietta rosa B B 22: C T V-IX
1v Gloria ‘Gloria, laus, ho- A 33: fr. di C T [Ct] [I]-IX [A. Zacara da Teramo] Q15 86v-88r; Emm 37v-38v
nor’18 [perdute]; War 18r-19r; Old
Hall 28v; Pad 1225 [2r]
[…]
2r-2v Gloria ‘Fior gentil’19 A 33: fr. di C T Ct [I]-IX [A. Zacara da Teramo] Q15 71v-73r
[I]-III
2v Adio, adio, Amore, mio B B 21: C T IV-IX
sostegno
17 Cfr. Peretti, Ancora sul frammento di Recanati cit., pp. 458 e 476.
18 Tropo al Ct.
19 Parodia della ballata di Zacara, Un fior gentil m’apparse.
20 Parodia della ballata di Zacara, D’amor languire, suspirare e piangere.
«AHI VERMEGLIETTA ROSA»
21 Italian Ars-Nova Music cit., pp. 182-183 e supplemento, alle pp. 19-20.
22 L’edizione della musica è in appendice. Criteri editoriali. Si uniforma y in i e si rende la
nota tironiana con et. Integrazioni ed emendamenti si inseriscono tra parentesi quadre;
si aggiunge tacitamente la h in ahi, deh e ohimè. Sull’esempio dei principi già adottati per
l’edizione delle opere di Nicolò del Preposto, nel testo sottoposto alla musica si propo-
ne un ulteriore grado di normalizzazione grafica (cfr. appendice); i criteri si basano su
quelli adottati dal Progetto PIT - Polifonia Italiana del Trecento per la sottoposizione
del testo intonato alla musica; cfr. Nicolò del Preposto, Opera completa. Edizione critica
commentata dei testi intonati e delle musiche, a cura di Antonio Calvia, Firenze, Sismel-
Edizioni del Galluzzo, 2017, pp. 122-123. Nella fattispecie della ballata in esame: ridu-
zione dei latinismi grafici (vermeglecta con vermeglietta; gratiosa con graziosa); nota tironiana
con e; normalizzazione di altre grafie (bangno e stangno con bagno e stagno; ça con za;
allegreçça con allegrezza; vermeglecta con vermeglietta).
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ANTONIO CALVIA
. . . . . . . . . [-eçça] 25
. . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . .[-osa.]
«Ahi vermiglietta rosa, a causa dell’altrui maldicenza, ti sei nascosta da me per darmi più
sofferenza.
Verso lacrime più di mille volte al giorno: non smetto di piangere per il tuo viso ador-
no. Ohimè, che vado in giro e non ti vedo più qui: non posso aver peggio, o graziosa
luce!
Che non ci venga tolto il nostro bel guardare (la nostra contemplazione): era destino
che ve ne privaste a causa del nostro stolto amore. Non possiamo navigare perché ci è
stato tolto il timone: che quel ladro muoia per (mano di una) virtuosa spada!
Non potrai mai più vivere con gioia, e non potrei dissimulare quant’è la m[ia tristezza?]
(letteralmente ‘diminuire la quantità della mia tristezza’). […]»
La lista dei componimenti che si aprono con un’invocazione a una donna-rosa è lunga.
Basterà, qui, ricordare che, nella tradizione lirica, l’immagine della rosa vermiglia è dif-
fusa in special modo in relazione al colore della bocca della donna: «la bocca, piccioletta
e colorita, / vermiglia come rosa di giardino» (Mare amoroso, v. 98);23 «oimè, ’l fresco ed
adorno / e rilucente viso, / oimè, lo dolce riso / per lo qual si vedea la bianca neve /
fra le rose vermiglie d’ogni tempo […]» (Cino da Pistoia, Oïmè lasso, quelle trezze bionde,
vv. 7-11);24 «la blancha rosa cum vermeya labia» (Nicolò de Rossi, sonetto En povertate
viva cum dolere, v. 6).25 Nella lauda adespota Beneta sia l’ora e ’l çorno, v. 67 e segg., la rosa
vermiglia, affiancata al giglio, è riferita alla vergine Maria in funzione di appellativo allo-
cutivo: «O çiio del mondo, vermeia roxa / […]».26 Si veda inoltre, nel repertorio
dell’Ars Nova, il madrigale intonato da Giovanni da Firenze, La bella stella, che sua fiam-
ma tene, ai vv. 7-8: «mutossi in una rosa / bianca e vermiglia».27 Il vezzeggiativo «vermi-
glietto» si ritrova nel madrigale intonato da Giovanni, Nascoso el viso stava fra le fronde (v.
23 Cfr. Poeti del Duecento, a cura di Gianfranco Contini, Milano-Napoli, Ricciardi, 1960, t.
I, pp. 487-500.
24 Ivi, t. II, pp. 629-690.
25 Furio Brugnolo, Il canzoniere di Nicolò de’ Rossi, vol. I, Padova, Antenore, 1974.
26 Laude dugentesche, a cura di Giorgio Varanini, Padova, Antenore, 1972, pp. 9-19.
27Giuseppe Corsi, Poesie musicali del Trecento, Bologna, Commissione per i testi di lingua,
1970, pp. 14-15.
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«AHI VERMEGLIETTA ROSA»
28 Ivi, p. 15.
29 Ivi, p. 247.
30Antonio da Tempo, Summa artis rithimici vulgaris dictaminis, a cura di Richard Andrews,
Bologna, Commissione per i testi di lingua, 1977, pp. 69-70.
31 Dante da Maiano, Rime, a cura di Rosanna Bettarini, Firenze, Le Monnier, 1969, p. 108.
32Francesco da Barberino, Reggimento e costumi di Donna, edizione critica a cura di Giu-
seppe E. Sansone, Roma, Zauli, 19952.
33 Cfr. Gerhard Rohlfs, Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti, III. Sintassi e
formazione delle parole, Torino, Einaudi, 1969, §897.
34 Si tratta di una ballata grande di soli settenari e piedi distici: zyyz; abab, bccz; più due
stanze, la terza mutila della volta (vv. 25-28); Pagnotta: num. 98:116 (registrata come Ivi
negletta rosa); cfr. Linda Pagnotta, Repertorio metrico della ballata italiana: secoli XIII e XIV,
Milano-Napoli, Ricciardi, 1995. Rima inclusiva tolto : stolto (vv. 13 : 15); rima ricca amare
: scemare (vv. 21 : 23).
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TABELLA 2. Ballate di schema metrico zyyz; abab, bccz nella tradizione musicale35
Incipit Compositore Voci e Textierung Mss. Edizioni di riferimento
Donna, se ’l cor t’ho dato Francesco Landini 22 Sq Fp Corsi 164-165
PMFC IV 21
Duolsi la vita e l’anima Francesco Landini 22 Sq Corsi 166-167
PMFC IV 74
Ecco la primavera Francesco Landini 22 Sq Corsi 167-168
PMFC IV 58
Checc’altra donna bella Andrea da Firenze 22 Sq Corsi 290-291
PMFC X 5
Fugite Gianni Bacco Andrea da Firenze 22 Sq Corsi 298-299
PMFC X 23
Non isperi merzede Andrea da Firenze 22 Sq Corsi 301
PMFC X 30
A lo specchio pulita Andrea Stefani? testo di Andrea Stefani C.152 Scoti-Bertinelli 58
trasmesso senza musica
Mercede, o donna! I’ moro Giovanni da Foligno 22 Manc PMFC X 90
Ahi vermeglietta rosa Anonimo 22 Siena
35 Nella Tabella 2 si fa uso delle seguenti abbreviazioni: Corsi = Corsi, Poesie musicali del Trecento cit.; PMFC IV = The Works of Francesco Lan-
dini, edited by Leo Schrade, Monaco, L’Oiseau-Lyre, 1958 («Polyphonic Music of Fourteenth Century», 4); PMFC X = Italian Secular Music.
Andrea da Firenze, Andrea Stefani, Antonellus da Caserta [...], edited by W. Thomas Marrocco, Monaco, L’Oiseau-Lyre, 1977 («Polyphonic Mu-
sic of the Fourteenth Century», 10); Scoti Bertinelli = Ugo Scoti Bertinelli, Note e documenti di letteratura religiosa, Firenze, Tipografia Dome-
nicana, 1908.
«AHI VERMEGLIETTA ROSA»
Sin qui abbiamo cercato di dimostrare per quale motivo fosse ne-
cessaria una nuova edizione del testo e quali informazioni si ottengano
dall’osservazione dello schema metrico. Ora, prima di segnalare qualche
altra connessione ricavabile a partire dalla Tabella 2, sarà opportuno sof-
fermarci sulla necessità di una nuova edizione della musica.
36 Tra questi si segnalano, per l’antichità, i duecenteschi Ciacuno, c’ama, s’allegri e Dolce lo
meo sire (cfr. rispettivamente CLPIO. Concordanze della Lingua Poetica Italiana delle Origini,
vol. I, a cura di d’Arco Silvio Avalle, Milano-Napoli, Ricciardi, 1992 e Rime dei memoriali
bolognesi, 1279-1300, a cura di Sandro Orlando, Torino, Einaudi, 1981, pp. 90-91).
37 Su Andrea Stefani e sulle tre ballate trasmesse nel codice C.152, da lui stesso copiato
agli inizi del XV secolo, cfr. Gianluca D’Agostino, Some Musical Data from Literary Sources
of the Late Middle Ages, in L’Ars Nova Italiana del Trecento VII. «Dolci e nuove note». Atti del
Quinto Convegno Internazionale. In ricordo di Federico Ghisi (1901-1975) (Certaldo,
17-18 dicembre 2005), a cura di Francesco Zimei, Lucca, LIM, 2009, pp. 209-236: 228s.
38Fa eccezione Mercede, o donna! I’ moro di Giovanni da Foligno, inserita dalla mano A in
Manc (fascicolo 10, c. LXXXr) nel secondo stadio di compilazione; cfr. The Lucca Codex
- Codice Mancini. Lucca, Archivio di Stato, MS 184 - Perugia, Biblioteca Comunale «Augusta»,
MS 3065. Introductory Study and Facsimile Edition, a cura di John Nádas e Agostino Ziino,
Lucca, LIM, 1990, pp. 30-31, e diagramma a p. 28.
76
ANTONIO CALVIA
ESEMPIO 1. Ahi vermeglietta rosa; ed. Ghisi, A Second Sienese Fragment cit. p. 176 (Yvi neglec-
ta rosa), inizio della ripresa, bb. [1-10]
39Kurt von Fischer aveva segnalato solo l’omissione del bemolle, presente, nel frammen-
to, all’inizio di ogni pentagramma; cfr. Fischer, Una ballata trecentesca sconosciuta cit., p. 44.
40 La ballata è scritta in tempus imperfectum cum prolatione maiore. Il color, reso con le note
vuote, è introdotto spesso in funzione di preparazione di cadenza (si vedano le battute
5, 12 e 20).
77
«AHI VERMEGLIETTA ROSA»
ESEMPIO 2. Ahi vermeglietta rosa; ed. Ghisi, A Second Sienese Fragment cit., p. 176 (Yvi neglec-
ta rosa), inizio dei piedi, bb. [15-27]
41 Si veda, nel cantus, già a battuta 1, poi a battuta 3, e ancora a battuta 19.
78
ANTONIO CALVIA
tre Andrea, che operò negli stessi contesti del più anziano Francesco,42
potrebbe averlo mutuato da lui. Ed è proprio Andrea il compositore più
interessante ai fini della nostra indagine, sia per la vicinanza cronologica
(morì verso il 1415 ca.) con Antonio Zacara da Teramo, le cui opere so-
no trasmesse in posizione principale nei due frammenti di Siena, sia per
la sua familiarità con lo schema metrico di Ahi vermeglietta rosa. Le tre bal-
late di Andrea in questione, tramandate in Sq in carte adiacenti (c. 188v:
Checc’altra donna bella, c. 189v: Fugite Gianni Bacco e Non isperi merzede), for-
mano una piccola collana accomunata dal medesimo schema metrico e
dalla presenza, nel primo verso della seconda stanza, di un’apostrofe ri-
volta alla stessa ballata in forma di congedo: «Vanne, mia canzonetta»;
«Vanne, mia ballatella»; «Or ne va, mia ballata».43
Checch’altra donna bella
in questo mondo sia,
vezzosa ma’ non fia
com’è la mie donzella.
Questa lucente stella
de gli ochi ha fatto strali:
qual folle guarda in quella
convien che gli occhi cali
per li colpi mortali,
che passan per lo core
del suo servo minore
cercando di vedella.
Vanne, mie canzonetta,
a quell’altra reina
e di’ che sua saetta
a la morte m’inchina.
Se suo biltà divina
più tosto non soccorre,
79
«AHI VERMEGLIETTA ROSA»
44 In Corsi, Poesie musicali del Trecento cit., pp. 290, 298, 301.
80
ANTONIO CALVIA
ESEMPIO 3. Andrea da Firenze, Checc’altra donna bella, bb. 1-5 (ed. PMFC X, p. 5)
81
«AHI VERMEGLIETTA ROSA»
ESEMPIO 5: confronto tra i due passaggi (cantus): Anonimo, Ahi vermeglietta rosa, bb. 22-25;
Andrea da Firenze, Checc’altra donna bella, bb. 1-5
45 Cadenze analoghe, quanto meno nella parte conclusiva (b5-4-3 – a5-6 G8 e sue tra-
sposizioni, ossia una peculiare fioritura della successione direzionata P5 – P5(I6) P8),
si trovano nelle seguenti ballate a due voci di Andrea da Firenze: Cosa crudel m’ancide, bb.
11-13; Deh, quanto fa gran mal, bb. 19-20; Dolce sperança, bb. 7-8; Fili ppaion di fin or, bb.
34-35; La divina giustizia, bb. 38-39; Non già per mi fallir, bb. 62-63; Perché languir mi fai, bb.
2-3. Simile al passaggio in questione, ma solo sotto il profilo melodico (limitatamente
alle ultime otto altezze dell’esempio 5) e non per la realizzazione contrappuntistica, è
anche Non già per mi fallir, bb. 57-59. Si cita da PMFC X cit.; le sonorità sono indicate
adottando il sistema proposto da Fuller (P = perfetta; I = imperfetta), per cui cfr. Sarah
Fuller, On Sonority in Fourteenth-Century Polyphony: Some Preliminary Reflections, «Journal of
Music Theory», XXX, 1986, pp. 35-70.
82
ANTONIO CALVIA
ESEMPIO 6. Andrea da Firenze, Donna, se per te moro, bb. 1-4 (ed. PMFC X, pp. 16-17)
ESEMPIO 7. Confronto tra i due passaggi: Anonimo, Ahi vermeglietta rosa, bb. 22-25;
Andrea da Firenze, Donna, se per te moro, bb. 1-4
83
«AHI VERMEGLIETTA ROSA»
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ANTONIO CALVIA
liana del Trecento», VIII), pp. 255-264; si vedano inoltre Lucia Marchi, La recezione fio-
rentina di Zacara da Teramo e il codice Squarcialupi, in Antonio Zacara da Teramo e il suo tempo
cit., pp. 169-186; Andreas Janke, John Nádas, New Insights in the Florentine Transmission of
the Songs of Antonio Zacara da Teramo, «Studi musicali», II n.s., 2015, pp. 197-214, in parti-
colare pp. 213-214.
50 È improbabile che sia un caso isolato quello di Bonaiuto di Corsino (Bonaiutus Cor-
sini pitor), compositore e pittore documentato come allievo di Andrea da Firenze verso
la fine degli anni Settanta. Cfr. Nino Pirrotta in The Music of Fourteenth Century Italy, t. 5,
edited by Nino Pirrotta, [s.l.], American Institute of Musicology, 1960 («Corpus Men-
surabilis Musicae», 8), p. III.
85
«AHI VERMEGLIETTA ROSA»
Appendice
Ahi vermeglietta rosa
6 C 4, e ?
10-11 C le sillabe da e me sono collegate alle figure tramite due linee
12 C 4-5, di difficile lettura
17 C 1, semibrevis bb dopo la semibrevis dd?
18-19 C sottoposizione delle note non precisa; le sillabe nel ms. sono slittate
tutte a sinistra a partire da gno; l’emendamento permette di ripristina-
re la sillaba accentata di mille sul battere di b. 19
20 T 1-3, sillabe elgio(r)
24 C 1, minima con gambo parzialmente eraso
27 C sottoposizione delle sillabe incerta
86
ANTONIO CALVIA
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«AHI VERMEGLIETTA ROSA»
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