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Max Planck

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«La scienza è solo il progressivo accostamento al mondo reale»

(Max Planck )

Max Planck, nato Marx Karl Ernst Ludwig Planck (Kiel, 23


aprile 1858 – Gottinga, 4 ottobre 1947) è stato un fisico tedesco,
iniziatore della fisica quantistica e premio Nobel per la fisica.

Indice
Biografia
Carriera scientifica
Carriera accademica
Einstein e la teoria della relatività
I rapporti con il nazismo
Il nome
Riconoscimenti
Note
Max Planck nel 1930 circa
Opere
Premio Nobel per la fisica 1918
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni

Biografia
Nacque da una famiglia di giuristi e pastori protestanti; il padre, il giurista Julius Wilhelm Planck, partecipò
alla redazione del codice civile tedesco. Si trasferì a Monaco per frequentare il ginnasio, per poi andare alle
università di Monaco e di Berlino. Ottenne una cattedra nelle università di Kiel e di Berlino.

Fu anche un ottimo pianista, si interessò di problemi filosofici e fu attivo fino a tarda età. La sua vita fu
turbata dalla morte delle figlie Emma e Grete in giovane età (1916-1919) per malattia, del figlio maggiore
Karl nella battaglia di Verdun e poi del figlio Erwin, impiccato nel 1945 dai nazisti perché coinvolto
nell'attentato di luglio contro Hitler. La morte di Erwin fu per lui un colpo durissimo; infatti affermò:
«Erwin era una parte preziosissima del mio essere. Era il mio sole, il mio orgoglio, la mia speranza. Non ci
sono parole che possano esprimere che cosa ho perso con lui.»[1] Solo Hermann, uno dei cinque figli avuti
dal primo matrimonio con Marie Merck, deceduta nel 1909, gli sopravvisse. Planck si risposò con Marga
von Hösslin.

Fu un fervente religioso e per via dell'importanza che attribuiva alla religione lanciò critiche agli atei. Inoltre
affermò: «Tutta la materia ha origine ed esiste solo in virtù di una forza che porta la particella di un atomo a
vibrare e mantenere il sistema solare insieme. Dobbiamo supporre che dietro questa forza ci sia una mente
cosciente ed intelligente, matrice di tutta la materia».[2]

Carriera scientifica

Nel 1900 Planck enunciò che gli scambi di energia nei fenomeni di emissione delle radiazioni
elettromagnetiche non avvengono in forma continua, come sosteneva la teoria elettromagnetica classica, ma
in forma discreta e proporzionale alla loro frequenza di oscillazione secondo una costante universale. Nel
1901 passò dall'ipotesi quantistica alla vera e propria teoria quantistica: gli atomi assorbono ed emettono
radiazioni in modo discontinuo, cioè per quantità di energia finite e discrete. In tal modo anche l'energia
può essere concettualmente rappresentata, come la materia, sotto forma di granuli indivisibili: i quanti.

La teoria gli valse il premio Nobel per la fisica nel 1918.

Riguardo alla relazione tra scienza e religione, egli scrisse, "Scienza e religione non sono in contrasto, ma
hanno bisogno una dell'altra per completarsi nella mente di un uomo che riflette seriamente". (in
Conoscenza del mondo fisico)

Nel 1929 gli fu assegnata la Medaglia Copley.

Carriera accademica

Con il completamento della sua tesi di abilitazione, Planck divenne un Privatdozent non retribuito (grado
accademico tedesco paragonabile ad un assistente professore) a Monaco, in attesa che gli fosse offerto un
posto accademico. Sebbene inizialmente ignorato dalla comunità accademica, proseguì il suo lavoro nel
campo della teoria del calore e scoprì uno dopo l'altro lo stesso formalismo termodinamico di Gibbs senza
rendersene conto. Le idee di Clausius sull'entropia occupavano un ruolo centrale nel suo lavoro.

Nell'aprile 1885, l'Università di Kiel nominò Planck professore associato di fisica teorica. Seguirono
ulteriori lavori sull'entropia, specialmente se applicati in chimica fisica. Pubblicò il suo trattato sulla
termodinamica nel 1897. Propose una base termodinamica alla teoria della dissociazione elettrolita di
Svante Arrhenius.

Nel 1889 fu nominato successore della posizione di Kirchhoff presso la Università Humboldt di Berlino e
nel 1892 divenne professore ordinario. Nel 1907 a Planck fu offerta la cattedra lasciata vacante dalla morte
di Boltzmann a Vienna, ma rifiutò e rimase a Berlino. Durante il 1909, come professore all'Università di
Berlino, fu invitato a diventare Ernest Kempton Adams Lecturer in fisica teorica presso la Columbia
University di New York City. Una serie delle sue conferenze sono state tradotte e co-pubblicate dal
professore della Columbia University A. P. Wills. Si ritirò da Berlino il 10 gennaio 1926 e gli succedette
Erwin Schrödinger.

Einstein e la teoria della relatività


Nel 1905 i tre documenti di Albert Einstein furono pubblicati sulla rivista Annalen der Physik e Planck fu
tra i pochi che riconobbero immediatamente il significato della teoria della relatività ristretta. Grazie alla sua
influenza, questa teoria fu presto ampiamente accettata in Germania. L'ipotesi di Einstein dei quanti di luce
(fotoni), basata sulla scoperta dell'effetto fotoelettrico da parte di Heinrich Hertz del 1887, fu inizialmente
respinta da Planck. Non era disposto a scartare completamente la teoria dell'elettrodinamica di Maxwell.
Nel 1910 Einstein indicò il comportamento anomalo del calore specifico alle basse temperature come un
altro esempio di un fenomeno che sfida la spiegazione della fisica classica. Planck e Nernst, cercando di
chiarire il numero crescente di contraddizioni, organizzarono il primo congresso Solvay (Bruxelles 1911).
In questo incontro Einstein riuscì a convincere Planck.

Nel frattempo, Planck era stato nominato decano dell'Università di Berlino,


per cui gli fu possibile chiamare Einstein a Berlino e istituire una nuova
cattedra per lui (1914). Ben presto i due scienziati divennero amici intimi e si
incontrarono spesso per suonare insieme musica.

I rapporti con il nazismo

Con l'avvento dei nazisti al potere, il clima in tutto il Paese divenne


particolarmente difficile per gli ebrei. Egli non entrò mai in reale conflitto con
le politiche della Germania di Hitler, anzi espresse le sue posizioni in
disaccordo con Einstein, che nelle interviste si rammaricava della situazione
La tomba di Planck a
tedesca. Il 19 marzo 1933 Planck scrisse una lettera a Einstein in cui
Gottinga
esprimeva il suo disagio per le "voci di ogni sorta che sono circolate in questo
periodo in quiete difficile sulle sue dichiarazioni pubbliche private di natura
politica. […] queste notizie rendono oltremodo arduo per tutti coloro che la stimano e la venerano prendere
posizione in suo favore." Secondo Planck le dichiarazioni di Einstein avevano reso peggiore e difficile la
situazione dei suoi "fratelli di razza e di religione."[3]

Il 16 maggio 1933, in qualità di presidente della Kaiser Wilhelm Gesellschaft, ebbe un colloquio con Hitler
e gli disse che "ci sono diversi tipi di ebrei, alcuni preziosi per il genere umano e altri di nessun valore" e
che secondo lui era giusto fare distinzione. Questa posizione nasceva a seguito dell'espulsione di massa di
professori e ricercatori, impossibilitati al mantenimento di lavori presso le pubbliche istituzioni. Hitler
rispose: «Un ebreo è un ebreo; tutti gli ebrei si attaccano come sanguisughe. Dovunque c'è un ebreo,
immediatamente si radunano altri ebrei di tutti i tipi».[4]

Planck successivamente tornò a insistere, dicendo a Hitler che l'espulsione degli ebrei sarebbe stata dannosa
per la scienza tedesca. Hitler, incollerito, rispose: «Le nostre politiche nazionali non saranno revocate o
modificate, nemmeno per gli scienziati. Se il licenziamento degli ebrei significa l'annichilazione dell'attuale
scienza tedesca, saremo senza scienza per alcuni anni!»[5]

Il nome
Nell'aprile 2008 è stato scoperto che il suo nome di battesimo (Rufname in tedesco) era Marx,
un'abbreviazione di Markus oggi in disuso, e non semplicemente Max, nome con cui fu noto per tutta la sua
vita. La scoperta è stata pubblicata da Der Spiegel[6] e si basa su due diversi documenti ecclesiastici tra cui il
certificato di battesimo di Planck, regolarmente firmato dal pastore di Kiel avente tutt'oggi pieno valore
legale.

Commentando la notizia, il dottor Lorenz Beck della Società Max Planck ha confermato l'originalità dei
documenti, ma ha anche fornito prove che già a dieci anni Planck si firmava come Max, e che la R potrebbe
essere andata persa con il trasferimento della famiglia a Monaco di Baviera; inoltre ha fatto notare che
Planck, che peraltro politicamente era di simpatie conservatrici,
non usò mai il nome Marx in tutta la sua vita.[7]

Riconoscimenti
1918 Premio Nobel per la fisica
1925 Medaglia dell'Ordine di Massimiliano per le
scienze e le arti La firma di Max Planck a dieci anni
1926 Membro straniero dell'Accademia nazionale delle
scienze
1927 Medaglia Lorentz
1929 Medaglia Max Planck
1929 Medaglia Copley
1945 Premio Goethe

A Plank sono stati dedicati:

L'asteroide 1069 Planckia


La Società Max Planck
Un Cratere sulla luna
Il Planck Surveyor
L'Istituto Max Planck di astronomia, centro di ricerca ad Heidelberg.
L'Istituto Max Planck di fisica del plasma, centro di ricerca a Garching bei München
L'Istituto Max Planck di matematica, centro di ricerca a Bonn
L'Istituto Max Planck per la biologia cellulare e la genetica, centro di ricerca a Dresda

Note
1. ^ Kumar, p.315.
2. ^ Tratto da (EN) "Das Wesen der Materie (The Nature of Matter), speech at Florence, Italy
(1944) (from Archiv zur Geschichte der Max-Planck-Gesellschaft, Abt. Va, Rep. 11 Planck,
Nr. 1797)" (https://books.google.it/books?id=4lVGDgAAQBAJ&pg=PT37&dq=As+a+man+w
ho+has+devoted+his+whole+life+to+the+most+clear+headed+science,+to+the+study+of+m
atter,+I+can+tell+you+as+a+result+of+my+research+about+atoms+this+much:&hl=it&sa=X&
ved=0ahUKEwj_hbnG5uvYAhVGOxQKHfd6AnIQ6AEINjAC#v=onepage&q&f=false)
Archiviato (https://web.archive.org/web/20180123072307/https://books.google.it/books?id=4l
VGDgAAQBAJ&pg=PT37&dq=As+a+man+who+has+devoted+his+whole+life+to+the+most
+clear+headed+science,+to+the+study+of+matter,+I+can+tell+you+as+a+result+of+my+rese
arch+about+atoms+this+much:&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj_hbnG5uvYAhVGOxQKHfd6A
nIQ6AEINjAC#v=onepage&q&f=false) il 23 gennaio 2018 in Internet Archive.
3. ^ Kumar, p.285.
4. ^ Kumar, p.286.
5. ^ Kumar, p.287.
6. ^ (DE) Christoph Seidler, Namens-Überraschung: Gestatten, Marx Planck, su spiegel.de,
Speigel Online, 24 aprile 2008. URL consultato il 4 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 29 giugno
2011).
7. ^ (DE) Der Streit ums "r", su mpg.de. URL consultato il 4 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 18
ottobre 2009).
Opere
On the Law of Distribution of Energy in the Normal Spectrum (https://web.archive.org/web/20
140727104625/http://axion.physics.ubc.ca/200-06/Planck-1901.html). Annalen der Physik,
vol. 4, p. 553 ff (1901).
Treatise on Thermodynamics (https://www.archive.org/details/treatiseonthermo00planrich).
London, Longmans & Green, 1903.
Vorlesungen uber die theorie der warmestrahlung (https://www.archive.org/details/uberdieth
eoewarm00planrich). 1906.
The theory of heat radiation (https://www.archive.org/details/theoryofheatradi00planrich).
Philadelphia, P. Blakiston's Son & Co, 1914, (traduzione in inglese di Vorlesungen uber die
theorie der warmestrahlung).
Eight lectures on theoretical physics, delivered at Columbia University in 1909 (https://www.
archive.org/details/eightlecturesont00planuoft). New York, Columbia University Press, 1915.
The origin and development of the quantum theory (https://www.archive.org/details/origindev
elopmen00planrich). Oxford, The Clarendon press, 1922.
The Universe In The Light Of Modern Physics (https://www.archive.org/details/universeinthel
ig032967mbp). London, George Allen & Unwin Ltd., 1931.

Bibliografia
Massimiliano Badino. L'epistemologia di Planck nel suo contesto storico. Napoli, Edizioni
scientifiche italiane, 2000. ISBN 88-495-0029-7.
Alberto Bandini Buti. I quanti di Planck: le molecole, la radiazione. Milano, Delfino, 1977.
John L. Heilbron. I dilemmi di Max Planck: portavoce della scienza tedesca. Torino, Bollati
Boringhieri, 1988. ISBN 88-339-0427-X.
Carlo Tarsitani. Il dilemma onda-corpuscolo: da Maxwell a Planck e Einstein. Torino,
Loescher, 1983.
Max Planck: l'inizio della nuova fisica. Convegno internazionale, Roma, 6 dicembre 2000.
Roma, Accademia Nazionale dei Lincei, 2001.
I grandi della scienza: Planck. Il Sole 24 ore edizione speciale. Milano, 2012.
Manjit Kumar, Quantum, Mondadori, 2017, ISBN 978-88-04-60893-6.

Voci correlate
Costante di Planck
Unità di misura di Planck
Lunghezza di Planck
Massa di Planck
Tempo di Planck
Temperatura di Planck
Carica di Planck
Densità di Planck
Potenza di Planck
Legge di Planck
Scala di Planck
Costante di struttura fine
Costante fisica
Società Max Planck
Equazione di Nernst-Planck
Era di Planck
Meccanica quantistica
Postulato di Planck

Altri progetti
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Collegamenti esterni

Planck, Max Karl Ernst Ludwig, in Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana,
2009.
(EN) Max Planck, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
(EN) Max Planck, su nobelprize.org, Nobel Media AB.
(EN) Max Planck, su MacTutor, University of St Andrews, Scotland.
(EN) Max Planck, su Mathematics Genealogy Project, North Dakota State University.
Opere di Max Planck, su openMLOL, Horizons Unlimited srl.
(EN) Opere di Max Planck / Max Planck (altra versione), su Open Library, Internet Archive.
(EN) Opere di Max Planck, su Progetto Gutenberg.
(EN) Audiolibri di Max Planck, su LibriVox.
(DE, EN) Max Planck, su filmportal.de.
VIAF (EN ) 34487615 (https://viaf.org/viaf/34487615) · ISNI (EN ) 0000 0001 1024
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