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Qualcosa era vivo nella vetrina, un camaleonte, rannicchiato immobilizzato e mimetizzato su un

mucchio di bastoncini grigio verdastri fino ad allora. E questo camaleonte si stava muovendo e
stava procedendo lungo da costola di legno, che bordava l’angolo della vetrina (Ricorda il fatto che
ci troviamo in un medecin shop)  Lei descrive la peculiarità delle zampe del camaleonte: Ha le
zampe palmate ma divise a metà che gli consento di muoversi maggiormente anche quando salta
da una parte all’altra  un’altra caratteristica del camaleonte è questo dondolare da una parte
all’altra e Lei paragona questi piccoli piedini morbidi a due piccole mani unite e che formavano
una specie di protuberanza dal gomito.
Il camaleonte per un momento oscillò per trovare un punto di appoggio e dondolò come se
cercasse di sondare l’aria.
Descrizione degli occhi  La peculiarità del camaleonte, di questo rettile, una è quella del
mimetismo ovvero la capacità di assumere la colorazione dell’ambiente in cui si trova, di non
essere immediatamente visibile a occhio nudo (immagine del coccodrillo che Hellen aveva
ricordato prima) e poi l’altra è quella dello sguardo ovvero gli occhi del camaleonte hanno la
capacità di coprire una visuale a 360 gradi, non sono collegati l’uno all’altro, i suoi occhi agiscono
indipendentemente. Uno può indirizzare lo sguardo in una direzione e l’altro può muoversi in una
direzione opposta, in modo che la visuale sia circolare e totale. L’unico momento in cui gli occhi
guardano in sinergia, è quando catturano la loro preda. Riferimento a questo sguardo è
interessante. Hellen che vorrebbe incamerare tutto (angry eyes) è vinta in questo percorso da un
mondo che rischia di ingurgitare lei. Il camaleonte è l’oggettivazione di questo mondo, mondo che
è affascinante, carismatico ma anche pericoloso, che ti può attaccare. E il camaleonte, nel
momento in cui cattura questo insetto (Hellen si era percepita come un insetto che qualcuno
poteva incamerare), nel momento in cui cattura l’insetto con la lingua e lo ingurgita e poi guarda
Hellen è una piccola pantomima, micromessa in scena che racchiude molto bene questa
esperienza  La bambina che si lancia nell’avventura ma viene outwitted (superata) da questo
mondo che dietro la solarità, il gioco e un certo fascino è un mondo che ti può inghiottire, nei
confronti del quale bisogna stare attenti.
Un occhio nella cavità raggrinzita guardava avanti e l’altro ruotò fissandomi (lei dice Ah, si
spaventa) Gridai, grattando il dito sul vetro, appoggiando tutto il mio peso su di esso  Hellen non
è che retrocede ma continua a guardare. Seguì la creatura nella parte più alta della vetrina, e poi
più in alto, quando attraversò il pavimento, superando delle pile di erbe e di oggetti, poi si fermò,
poi dondolò e una lingua sottile e lunga come quei festoni che si soffiano davanti volto delle
persone a Natale, questa lingua balzò fuori in tutta la sua lunghezza e si riavvolse con una mosca
all’interno. La bocca sottile si chiuse assomigliando a una linea verde chiaro. Tutti e due gli occhi si
volsero indietro e mi guardarono  Gli occhi del camaleonte catturano la preda e creano
un’equivalenza tra la mosca che viene inghiottita e la bambina. È un momento in cui non c’è
nessun tipo di vera violenza fisica, ma è tarato sull’esperienza della bambina, che percepisce
questo animale, il cui cogliere della gestualità dell’animale la minaccia di questo mondo, di questo
somewhere in cui lei sfidando i genitori aveva deciso di andare.
E quindi, l’episodio si conclude con la fuga di Hellen che prefigura la partenza nell’epilogo del
romanzo. Ben presto si allontana dall’area degli concession stores e raggiunge a piedi il circolo
ricreativo, il campo da tennis, dove i genitori stavano trascorrendo un tranquillo sabato pomeriggio.
Questo scontro violento con una realtà proteiforme e fetida, Lo sporco, una realtà così confusa e
caotica, questo primo contatto che la spinge a cercare conforto in quello che nel romanzo è un
nowhere, la dimora bugiarda dei bianchi. L’inerte routine dell’enclave di Atherton dove l’aria
profuma di lavanda e acqua di colonia, tutto appare statico e uniforme come i canditi completi da
tennis indossati dai giocatori, le loro battute trite, gli abiti dal gusto inglese con i fiori stampati che
la madre ama sfoggiati, i balli e i rituali del te servito con biscotti (scones).
Infatti lei ora vuole leggere un momento che si riferisce a quando Hellen raggiunge i genitori al
circolo del tennis dopo l’esperienza del camaleonte ai concession stores. La troviamo circa due
pagine dopo, in THE MINE (cap. 1).
Al dinamismo della situazione precedente qui abbiamo la staticità, la convenzionalità (as a picture).
Li fotografa subito, quando si osserva giocare a tennis, quindi i volti a seconda di dove va la palla
si girano  Lei vede questi volti e c’è il riferimento alle giacche sportive appoggiate sull’erba, a
queste gambe nude, rosa. Anche la nudità bianca per lei è imbarazzante.
Stavano bevendo il tè.
La madre sta versando il tè, in questa teiera laccata (ceramica). Questo personaggio che compare
è un personaggio minore, non ha un ruolo nel romanzo e fa parte del circolo presentato dai
genitori.
L’odore del te caldo, di lavanda, degli abiti bianchi e freschi.
Si ha anche il riferimento al campionato di calcio africano
La madre spesso appare quando è con gli altri, ha questo modo come se stesse recitando. Qui in
qualche modo ha creato questa alleanza con gli adulti e quindi il suo è definito come una
cospirazione canzonatrice, come se guardasse alla ragazzina un pochino con un senso quasi di
presa di giro, come ci si rivolge a una ragazzina che ha fatto qualche marachella. Tutti ridono  In
qualche modo a qualunque battuta questo gruppo di persone ride perché è il loro momento di
svago.
Vuoi un po’ di te? Chiede la madre.
la madre è abbastanza soddisfatta, anche se la madre non sa che cosa ha fatto la bambina.
Vedendola arrivare al circolo del tennis, la madre intuisce che è una forma per chiedere scusa da
parte della bambina. La madre si sente vincitrice in questo.
C’è anche la gara a chi mangia prima.
C’era anche il commedian (la persona che fa battute e fa ridere) ed era in questo gruppo.
Indipendentemente a quello che diceva, tutti pensano che faccia una battuta e ridevano.
Si fa riferimento alle focaccine, questi dolci da te.
Hellen non dobbiamo immaginarla come un’eroina perfetta, ma ha anche bisogno di trovare delle
forme di sicurezza e di autocompiacimento e questo è per lei un momento di autocompiacimento.
Momento in cui può fare scena nel gruppo dei viandanti  tutti la guardano e si sorprendono per il
suo acume, anche per le sue capacità di imitare gli adulti (lo faceva la stessa Gordimer) e poi: ero
l’unica ragazzina in un gruppo di adulti.
Ero insieme a mia madre, partecipavo alle loro battute e alla conversazione ed ero brava nel farle
anche io. quindi lei sta dicendo quello che loro si aspettavano (stavo al gioco, recitavo anche io).
Quindi c’è questa forma di finta comunione con la madre. Solo una fase della vita della ragazzina
(siamo nel capitolo 1 del resto)
Diciamo che è un primo momento di learning per la ragazzina, primo momento di consapevolezza
 c’è questa frase che chiude il capitolo uno  ero uno di loro.
Il riconoscimento: facevo parte dei bianchi e me ne sono resa conto dopo la prima escursione in
quell’universo ignoto. E’ un momento di epifania e come tutte le epifanie non è necessariamente
un’epifania che porta felicità (anche nel senso di Joyce), ma porta consapevolezza. E’ un primo
step che noi registriamo. Si può definire come epifania nel senso che Hellen realizza di essere
parte del gruppo bianco, lei lo sapeva già di essere bianca, ma mentre all’inizio era ribella a
prescindere, e lei decide di andare somewhere (forma di pretensione, lei sfida i genitori e va in
questo luogo proibito); all’inizio lei mai avrebbe detto “I was like my mother” . Lei si rende conto di
esser parte di loro, e di condividere con loro degli aspetti culturali che Lei non può ritrovare nel
mondo nero. In questo senso di epifania, non nel senso che ha la pelle bianca  ma dal punto di
vista culturale fa parte del gruppo bianco, da cui cerca di distaccarsi ma in questo romanzo non ci
riuscirà completamente. Ci vorrà tutto il macrotesto di Gordimer per distaccarsi dal mondo bianco.
Il rapporto con la madre è ciclico  non si strapperà mai definitivamente e La madre continua a
esercitare una certa influenza su Ellen, anche quando lei fisicamente se ne allontana.
La madre la condiziona in alcuni momenti, che riguardano alcune amicizie e contatti e il rapporto
con l’uomo che amerà ma con il quale non convola a nozze  Paul Clark.
Se siete d’accordo proverei a finire alle sei meno e un quarto  non siamo d’accordo ma fai il
cazzo che ti pare 
Lei fa riflessioni su questi personaggi: sono diversi i contatti che Hellen stringe e ce ne ricorda due
di personaggi, due contatti che la madre non approva, Hellen cerca di stringere lo stesso ma viene
comunque ostacolata.
Uno di questi è un personaggio che fa parte del mondo di THE MINE, ma che Hellen ha ignorato e
con cui stringe i rapporti cominciando a conoscerlo durante il viaggio in treno che da Atherton la
porta a Johannesburg, questo è un personaggio importante all’interno del romanzo (Joel Airon), è
un doppio di Gordimer, anche se in maniera celata, rappresenta la parte ebraica di Gordimer, da
cui Gordimer si scinde, e Joel è il figlio di Stock…., proprietari e ebrei che hanno la concessioni di
questi negozi Bazar), i genitori provengono dalla Lettonia e padre di Gordimer proveniva da quelle
aree (prima lei ha sostenuto Lituania e Poi invece Lettonia ) i genitori di Joel sono di quella zona e
sono emigrati in Sudafrica, Joel ha dei tratti caratteriali che sono complementari rispetto a Hellen,
è paziente, è molto raziocinante, è poco impulsivo e tende a non prendere le cose di petto ma è
riflessivo in questo senso, e pacato, mentre Hellen è sanguigna in questo senso. Joel da dei
consigli a Hellen che riescono a temperare questo fuoco interiore della protagonista, la aiuta a
mettere a fuoco meglio delle situazioni, addirittura nei confronti della madre e la fa riflettere su
come forse lei abbia demonizzato la figura della madre, cercherà di indurla a calarsi
psicologicamente nelle paure che la madre ha. E’ sempre pronto a dare dei consigli che sono
saggi e Alla fine del romanzo gli dice di essersi innamorato di lei ma per Hellen Joel rappresenta
una sorta di fratello, è uno studente di architettura, una persona colta ma la madre di Hellen non
approva questa amicizia proprio perché lui è un ebreo e appartiene a uno stato sociale che la
madre di Hellen vede come inferiore e retrogrado. Il cognome, e in questo romanzo sono
semantizzati i cognomi: Airon corrisponde a Aronne, che era il fratello di Mosè nella Bibbia, sommo
sacerdote del popolo ebraico, e alla fine del romanzo, quando Hellen sta per partire per l’Inghilterra
Joel partirà per Israele.
Un altro personaggio con cui Hellen cerca di stringere amicizia, ma la madre la ostacola
maggiormente, è una giovane studentessa nera, ha un ruolo minore nel romanzo, ma è l’unico
personaggio nero che non rientra nelle categorie che si erano dette, non è né una girl né un boy.
Non svolge attività fisiche e pratiche come la cura del giardino o della casa ma è una studentessa,
si chiama Mary 36.58
Figura a cui lei cerca di avvicinarsi  all’epoca, all’università frequentata dai bianchi, università of
witwatersrand, 37.15 , università di Johannesburg, stessa frequentata da Gordimer per un anno,
come la stessa Hellen, Witwatersrand è una località e zona del Transvaal. All’epoca un gruppo
ristretto di non bianchi erano ammessi a frequentare le università a maggioranza bianca.
Un gruppo di studenti non bianchi che erano ammessi a frequentare questi corsi. Studenti
preparati e con molte capacità. E Mary è uno dei due studenti africani che sono ammessi in
università, Hellen cerca di stringere amicizia con questa persona ma si rende conto che i tempi
non sono ancora maturi, Mary infatti ha timore dei bianchi e di persone che sente lontane anche
dalla sua cultura, lontane per lo stile di vita perché Mary vive in una township quindi deve fare un
viaggio lungo per andare ogni giorno all’università, Mary ha difficoltà a prendere appunti e a
partecipare alle lezioni e Sarà Joel a far capire a Mary che le difficoltà con cui ha a che fare Mary
hanno a che fare con il background culturale. Che ciò che i bianchi considerano come scontato, la
storia dell’arte o aspetti della linguistica o della semantica, per una nera sono territorio vergine e
quindi la difficoltà che Mary ha a prendere appunti, e Hellen cerca di avvicinarsi a lei ma percepirà
su di lei la maschera leonina del bianco, nei confronti di un nero che indossa la maschera della
creatura indifesa.
Quindi ci sarà questa barriera ma tenterà Hellen e proporrà a Mary (per evitarle il viaggio lungo per
raggiungere l’uni ) di ospitarla a casa sua in una zona della casa, e Helen ragiona su questo dentro
di sé e immagina che la madre possa accettare perché lei non accoglierebbe Mary in camera sua,
non condividerebbero la camera ma in un’area della casa, non lontana come quella in cui vive Hen
(la girl) 40.03, area intermedia  spazio semantizzato. Corrispondente a un luogo che usavano
come cantina. La madre rifiuta questo tipo di proposta. Nessun ospite nero di questo tipo può
varcare la soglia di casa sua, e Hellen rimane ferita anche da questo.
Paul Clark  rappresenta un giovane che la madre di Hellen accoglierebbe a braccia aperte, vista
la forma mentis, più british di così non si può, proviene dal Natal, area che fu per prima colonizzata
dai britannici. Oltretutto ha delle pure radici inglesi, ha un impiego amministrativo  Lavora in un
dipartimento governativo, sarebbe ben voluto dalla madre (anche per il reddito e lo status) ma
questa unione non riceve la benedizione di Jess Shore perché nel momento in cui Hellen trova il
coraggio di dire alla madre che sta convivendo con Paul. Non è un vero e proprio fidanzamento,
diciamo che convivono e questo per la madre è da condannare, c’è un momento drammatico in cui
caccerà via Ellen, ma lei ha sempre bisogno di ritornare dalla madre perchè in fondo è una
ragazza. Ha poco più di venti anni. Questo rapporto è un rapporto che vede momenti di vicinanza,
ma i più sono i momenti di scontro.
THE SEA  vediamo il contesto e la differenza di atmosfera che noi notiamo passando da the
mine a the sea. La prima parte di the Sea si apre all’insegna di un contrasto con la madre in cui
Hellen è cresciuta, ha diciassette anni e ha il bisogno di andar via, bisogno di stare con altre
persone, di coltivare frequentazioni, e l’occasione si presenta quando riceve un invito da parte di
conoscenti  Alice cok (43) questo cognome, cognome tedesco, ma di radici afrikaans. E il nome
è significativo di Alice. È una sorta di Alice nel paese delle meraviglie, questo Natal descritto come
un Eden, luogo della fertilità dove l’elemento che domina è l’acqua. Quindi se The Mine si
caratterizza per la spigolosità arida della figura materna, il Natal offre un’altra dimensione opposta,
che ricorda la narrativa di Lawrence che si lega alla fertilità  tutto è fertile in questa terra. C’è
vicino l’acqua e ci sono piogge frequenti. Alice, questa signora di mezza età è una signora in carne
ed è caratterizzata da questa calorosità che si manifesta nell’umidità della sua pelle. La signora ha
un figlio, Ludy Cock, militare in licenza, di cui Hellen si infatuerà e ci sarà questa iniziazione
erotica. Si ha il momento del primo bacio, momento dell’infatuazione adolescenziale, momento di
pausa fisiologica di Hellen, Hellen ha bisogno di ricaricarsi per affrontare la lotta vera, per tessere
le vere relationships che avverranno in the city, è un modello che Gordimer riprende in La figlia di
Burger , la quale è la figlia di un militante bianco, quindi all’inizio c’è il senso di rifiuto per la
militanza, questo sacrificio continuo per la lotta e per i diritti civili. Il padre è un afrikaner che lotta
contro l’ideale del 45.37, visto dalla sua gente come un traditore. E la figlia di Burger prende in
mano l’eredità paterna e lo farà nella terza parte del romanzo, nella seconda parte ci sarà questa
fuga in Francia, Francia descritta con tutti gli stereotipi possibili, e qua abbiamo il Natal, siamo in
Sudafrica ma l’atmosfera è analoga, è un momento di fuga, la pienezza e spensieratezza che
vengono incamerate da Hellen sono come delle armi che le servono per la battaglia vera. A causa
di un temporale o di una sorta di tormenta, il livello delle acque si alza e anche il ponte che
collegava il luogo dove vivono i cock con la terraferma, fa si che questa licenza di Ludy si allunghi.
Sarà l’acqua a favorire questo contatto tra Hellen e questo personaggio, che è un personaggio non
molto significativo, ci appare privo di ideali particolari. Forse oggi valuteremo di più Ludy Cock nel
senso che disprezza la periferia urbana. Non è particolarmente interessato a questioni che
riguardino la lotta per i diritti civili ma la sua ambizione è quella di ritirarsi in una vita in campagna
dedicata all’agricoltura e allevamento. E’ un homo naturalis ma Gordimer lo dipinge con intenti non
particolarmente positivi. Visto come una persona che rifugge dalla realtà.
THE SEA  CAPITOLO 5 (leggiamo la parte iniziale).
Avevo un costume nuovo.
Paese delle meraviglie (Alice’s place) Mio padre quasi si sorprese (osare dire una cosa del
genere)  Ma perché Ellen non dovrebbe andare a far visita a Alice? Il padre ha questo momento
di coraggio.
Mentre la madre la immaginiamo come magra, Alice è una donna in carne. Quindi questo bacio,
con la madre non c’è un contatto fisico invece qui c’è, questo baciarsi e abbracciarsi, questa
umidità e calore che emana, proviene dalle labbra della Signora.
Hellen ha un ricordo effettivamente di un incontro con la signora Cock, e anche i suoi bambini 
ne ha più di uno e Ludy è solo uno dei vari figli di Mrs Cock.
La madre è preoccupata e dice: mandare Hellen da sola? Io non posso andare. Allora si ripete la
situazione iniziale; siccome la madre dice  io non potrò andare e mandarla sola non conviene,
allora Hellen risponde: I’ll go. Una replica di quello che abbiamo visto inizialmente.
Quindi, abbiamo questa parentesi, questa sorta di idillio. Di ebrezza spensierata nel Natal in alice’
play con descrizioni del personaggio di Ludy e di questa prima infatuazione.
Sempre nella sezione di The Sea, viene descritto il rientro di Hellen dal natal, una prima fase in cui
è intoxicated by Ludy. Userà questa espressione e poi quando l’infatuazione si tempera, decide di
frequentare l’università, the faculty of art  il padre vorrebbe che lei prendesse un diploma per
insegnante, la madre invece un altro tipo di diploma (more practical) Anche se Hellen si chiede 
a che fine qualcosa di più pratico? Mia madre parlava di ordine e di azione ma a quale fine nella
società in cui vivevo? L’università la entusiasma fino a un certo punto, nel momento in cui si
lascerà Clark lascerà gli studi (senza troppo pentirsi di questa scelta).
THE CITY
Momenti in cui la crescita, quella decisiva, e in cui Hellen conoscerà diverse persone e la persona
più vera resta Paul Clarck, ci sono personaggi che sono persone da cui inizialmente lei viene
illuminata. Si tratta di persone che erano capaci più a parole che a fatti, di superare quelle barriere
della classe e del colore e sono personaggi liberal democratici, bianchi e filocomunisti, ma sono
descritti con un occhio ironico e satirico.
Ci sono Edna Shiller  particolarmente politicizzata, che inveisce contro il metodo liberal, che
vede come una carità palliativa quindi invoca la vera lotta, oppure Isa Welsh (54) che è una prima
donna intellettuale, pronta a lanciare frecciate sarcastiche al sistema ma senza mai agire.
C’è una coppia di inglesi che vivono in Sudafrica, Jenny e Jhon Marker, che sono intellettualmente
preparati e John è un ingegnere di origine ebraica, i quali rappresentano la coppia “figli dei fiori”
cercano una vita frugale, vivono in modo anticonvenzionale, vivono in modo semplice e sono aperti
a contatti e trasformazioni. Nel momento in cui cominciano a entrare in contatto con la vita più
concreta, quando avranno dei bambini, tutte le paure di cui prima avevano sorriso, tutti quei timori,
invece diventano concreti, diventano una coppia convenzionale.
Di queste persone Hellen coglie i limiti. C’è una critica agli intellettuali impegnati dell’epoca quindi
L’idea del toy telephone  persone che si fanno portavoce di problematiche sociali legate ai neri e
che invece poi ritornano sui passi.
Clark rappresenta l’uomo con cui Hellen ha un affinità profonda, uomo affascinante e intelligente,
che ricorda il compagno e l’uomo di cui si innamora Ursola (in the rainbow di Lawrence). Si occupa
di Well fare nel dipartimento di Native Affairs, quindi si occupa della gestione delle case, di fornire
abitazioni ai neri ed ha questo incarico governativo, però sostanzialmente a consumare questo
rapporto che in situazioni normali vedeva due anime gemelle completarsi, a rovinare il rapporto, è
la public life  Paul sarà come consumato dentro. Paul ricorre alla lie, finalizzata in uno scopo
positivo. O meglio, la sua vita sarà una doppia vita. Da una parte continua a lavorare come Well
fare officer e a seguire le norme dello sviluppo separato, dall’altra clandestinamente inizia a
partecipare alla lotta ma stringendo contatti concreti con la militanza nera, una militanza idealizzata
perché il nero con cui collabora (58) è un seguace di Gandhi, c’è l’idea della non violenza ma di un
impegno etico forte. Questo consumerà interiormente Paul e a sua volta Hellen non riuscirà a
colmare il divario proprio perché la crisi dipende dal loro contesto e non dall’affinità di coppia.
Hellen si isola e spesso trascorre delle ore nel balcone di casa, che è un luogo non luogo che la
vede come distaccata e sospesa.
Poi c’è questa vicenda, durante i …. 59 Del 1950 per cercare Paul con un amico in macchina si
addentra in una township dove ci sono degli scontri, e delle manifestazioni che vengono soffocate
dalla polizia con delle armi da fuoco e Hellen assisterà alla morte di uno di questi militanti, che
stava raccogliendo dei sassi per reagire a sua volta e viene colpito de un colpo di arma da fuoco,
lo vede cadere e inizialmente non si rende conto (ricorda la protagonista di Forster di A room with
a view, quando vede morire un uomo)  precipita a terra e non realizza che precipita a terra
perché stato finito mortalmente e vede tutto questo dal vetro della macchina. Questo è il secondo
episodio. L’ Episodio del camaleonte (che poteva far sorridere) ha un corrispettivo drammatico
nella morte di una persona, una morte indiretta, Uno dei tanti morti che si contarono in questa fase
e quindi la decisione di partire, tornerà nel Natal, prenderà l’areo, sarà nel Natal, il luogo del sogno
e romanzo si conclude con Hellen che si incontra con Joel nel Natal mentre Joel parte per andare
in Israele, Hellen dovrà prendere una nave per dirigersi in Inghilterra.
Il romanzo si conclude con questa considerazione finale  Hellen benché affranta ritrova la forza,
dalla delusione nasce una nuova forza e un nuovo punto di partenza. Noi non la vediamo in in
Inghilterra, il romanzo finisce nel momento in cui prefigura questa partenza ma c’è la voce di questi
ragazzini neri per strada (ragazzini ambulanti ), un canto quasi funebre che sembrano celebrare la
morte della vecchia Hellen, in attesa che la nuova Hellen come una fenice rinasca. L’ultima parola
del romanzo è DARK  questo incontro con la darkness, con cui i personaggi Gordimeriani
dovranno misurarsi,

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