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D. Brancaleoni:L.Berio, Filologia D. Brancaleoni :Gyorgy Ligeti Musicologia, Testo Critico News


Musicale: Sequenza VIII per
Violino Solo Corsi di Maenza di Violino ed altro ancora dal 21-27 Agosto 2017 Music
D.Brancaleoni: Tesi di Laurea Warriors jazz &classic. Training week
Musicologia e Scienze dello Prefazione:
Spettacolo
D. Brancaleoni :Gyorgy Ligeti
Musicologia, Testo Critico
Brancaleoni Daniele, Corsi…
D. Brancaleoni: Dario Fo ,
Letteratura Teatrale Italiana, Ammetto la mia curiosità per la
Testo Critico.
D. Brancaleoni: Ricerca su musica elettronica quindi, attraverso
Geminiani Corelli "Fondo
Piancastelli" Biblioteca Comunale lo studio della figura di Ligeti,
di Forlì
D. Brancaleoni: Ricerca
cercherò dei collegamenti con tale
musicologica sulle "cante materia (cfr. La musica Elettronica,
romagnole"
D. Brancaleoni: Ricerca su Testi scelti e commentati da Henri
Giuseppe Secondo Paganini Forlì
1870-Firenze 1913 Pousser ed. Feltrinelli 1976.). L’autore non ha sfruttato tale linguaggio se
D.Brancaleoni: Recensione sul
Convegno:
non come ricerca e confronto con altri compositori all’interno delle
''leculturedell''Europadellaculture" istituzioni musicali di Colonia e Darmstadt. Erano gli anni di Glissandi,
Venezia 26-11-2010.
Eventi culturali: progetto "Tra Piece Eletronique e Artikulation (1957-58). Mi sento di poter affermare Daniele Brancaleoni con questo video vuole dare un'idea di qual'è il suo
colori e note.Musica dipinta - nuovo modo di insegnare. Il modo nasce da una ricerca nata presso i corsi
Dipinti in musica. che Ligeti conserva velatamente tali influssi anche nel periodo centrale CAS del Conservatorio di Lugano che si concludono quest'anno a ottobre
con la presentazione di una tesi incentrata su che cosa siano l'autostima e
Progetto di ricerca teatrale
S.Antonino 2014
della sua produzione musicale cioè negli anni di Apparitions (1958-59), la motivazione all'interno di un progetto didattico pedagogico.
Requiem (1963-65) e Lux aeterna (1966) per motivi che esporrò in
seguito.

Il contesto
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Dopo il 1956, anno in cui Ligeti fugge dall’Ungheria e si rifugia in Austria Performance a Fiesole: Concerto per violino solo e voce recitante
e poi in RFT, la ricerca musicale è già molto avanti nella sperimentazione
elettronica tanto che, parafrasando le sue parole, ne rimase incantato. A
causa della cortina di ferro negli anni ’50, Ligeti ha vissuto ermeticamente
una situazione paradossale in cui lo sviluppo dei media, che stava
avvenendo in Occidente, in Ungheria non passava assolutamente. Il suo
linguaggio musicale prima del 1956, la sua ricerca, prese strade che nel

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mondo del boom economico non furono considerate che solo di striscio.
Mi riferisco per es. alle ricerche etnomusicologiche portate avanti da J.S.Bach Sonata in Sol min Pierfr…
Ligeti (iniziate da Bartok e Kodaly dal 1905) sulla musica rumena,
ungherese-balcanica tramite la quale oltre che a trascrivere a orecchio i
rulli di cera prodotti da Bartok, acquisì gli spunti per le sue prime
composizioni (cfr. Ballade und Tanz 1949-50).
Ligeti tornerà alla musica etnica per es. con il Trio per vl., cor., e pf.
(1982), utilizzando riferimenti anche alla musica, africana e caraibica.
Massimo Mila (cfr. Breve storia della Musica pag.455 ed. Einaudi 1977)
riferendosi a Gyorgy Ligeti scrive: “Ha pure praticato la musica
elettronica, ma il suo straordinario illusionismo timbrico gli permette di
conseguire i medesimi effetti sonori con strumenti come l’organo
(Volumnia, 1962) o con l’uso cameristico di voci o strumenti associati ai
rumori più eterogenei nel suo lavoro più noto, Aventure et Nouvelle
aventures (1962 e 1965) per il quale ha escogitato una surrealistica, o
dadaistica sceneggiatura.”
Il Dadaismo è stato uno dei maggiori elementi d’influenza su uno dei Pagnacco, 2015
musicisti più in voga nel periodo in cui Ligeti compose Aventures e cioè a
J. Cage. Quest’ultimo trovò in Rauchemberg l’ispirazione per “Silent”.
, massimo esponente del (New) dadaismo americano è stato
Robert Rauschenberg Luciano Berio: "Due pezzi …
amico e amante di Cage. Nel 1951 produsse una serie di quadri bianchi che
cambiavano colore a seconda delle condizioni di luce dell'ambiente di
esposizione. A proposito dell’influenza del Dadaismo sulla musica del
secondo dopoguerra anche Arman in “Chopin’s Waterloo”,(1961 Parigi,
Centre Pompidou, Museè National d’Art Moderne) ci propone un
archetipo della musica trasformato in oggetto fruibile diversamente da
come è stato concepito.

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Anche Ligeti ma anche Mauricio Kagel (compositore di origine argentina
che opera negli anni ’60 negli studi della WDR a Colonia) “… tende a
trasformare l’evento musicale tradizionale in qualcosa d’altro che porta le
risorse aleatorie della musica d’avanguardia verso esiti di sinistro
umorismo in una vocazione rappresentativa che si accontenta di sfiorare il
teatro senza prenderlo di petto” (cfr.M.Mila, pag. 454, op. cit.). Mi
riferisco ad Aventure et Nouvelle aventures (1962-65) per Ligeti e Sur
scène, Match e Phonophonie per Kagel (1962-65).
Andando ancora più a fondo nella morfologia del linguaggio di Ligeti
troviamo mutamenti d’uso degli strumenti tradizionali e lunghe prefazioni
(glossari sull’agogica) su come decifrare le indicazioni sulle partiture (crf.
Strichquartett Nr.2, 1968.). Esplora altre possibilità sonore, senza trattare
gli strumenti come oggetti scenici da “accarezzare”o “percuotere” ecc.,
così come sta avvenendo in molta musica di oggi.
Ligeti nel 1956 ci racconta“che…. si era accostato all’uso della nuova
musica dopo essersi stabilito a Vienna nel 1956, e aveva partecipato alla
discussione sull’uso delle tecniche seriali partendo dall’esigenza del loro
superamento e da un rapporto di diversa natura con la materia sonora”(cfr.
Storia della Musica M. Baroni pag.499ed Einaudi 1988). Recatosi a
Colonia, è subito dentro le stanze acustiche della WDR: dei magnetofoni
in una stanza insonorizzata tramite i quali sovrapporre dei suoni. Sistemi a
suo dire rudimentali e così poco soddisfacenti dal punto di vista della
sincronizzazione di tracce (problemi che saranno superati in seguito con il
progredire dell’informatica e con l’uso del “Click”), che dopo Artikulation
lasciò definitivamente tale linguaggio. Gli esperimenti presso lo “studio

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per la musica elettronica” della WDR di Colonia continueranno senza di
lui tramite l’apporto fondamentale di Stockausen che concepì in tale
situazione la sua opera: Gesang der Juglinge im Feuerofen (1955). Oggi
possiamo trovare Artikulation su youtube associata a immagini proprio in
virtù del fatto che è Ligeti a parlarci d’impasti di caratteri sonori
contrastanti e di “pseudo-morfismo con la pittura” citando T. Adorno a
proposito della musica di Debussy e Strawinsky (cfr. E.Restagno pag.235
op. cit.). Finendo questa sommaria analisi della situazione musicale in cui
Ligeti opera, posso affermare che la sua produzione può dividersi in tre
parti:

1. Gli studi presso il Conservatorio di Cluj e Budapest fino al 1956, le


ricerche di tipo etnomusicologico di stampo bartokiano e
l’acquisizione della sua granitica solidità nel campo della
composizione classica seguendo i corsi di Farkas.

2. Gli anni dal 1956 al ’78 con gli esperimenti presso la WDR di
Colonia ed i contatti con i più importanti compositori Americani ed
Europei: Stokausen, Boulez,Cage,Berio,Nono (per citarne alcuni).
Le lezioni presso i Conservatori di Europa e USA fino al 1978 in cui
compose Hungarian Rock, Passacaglia Ungherese per cemb. e Le
Gran Macabre (1978).

3. Gli anni dal 1978 con nuove composizioni e rimaneggiamenti delle


opere più importanti. La composizione del trio per vl.cor. e pf.
(1982). Particolarmente indicativi sono gli Études pour piano (libro
I, 1985; libro II, 1988-94; libro III, 1995-2001) che nascono da fonti
diverse come il gamelan
(orchestra di strumenti musicali di origine indonesiana che comprende
metallofoni, xilofoni, tamburi e gong; può comprendere anche flauti di bambù,

strumenti a corda e la voce), le poliritmie africane, Bartók, Conlon


Nancarrow e il pianista jazz Bill Evans. Altri lavori degni di nota in questa

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vena sono: il
Concerto per
pianoforte (1985-88),
il Concerto per
violino (1992) ed i
Nonsense-Madrigals
(su testi di Lear) per
coro a cappella (1993).
La più recente
composizione di
Ligeti è il Concerto di Amburgo per corno e orchestra da camera (1998-
99, rivisto nel 2003). Ovviamente fino alla sua morte avvenuta nel
2006 Ligeti, si dedica quasi esclusivamente all’esecuzione delle sue
opere in occasione di eventi importanti come Premi internazionali
di Composizione da lui presieduti, ritiro di riconoscimenti alla
carriera ecc.

Come si ricava dall’intervista con E.Roelke (op. cit.), Ligeti rimane al di


fuori della fobia dei propri contemporanei Stokausen, Boulez e Cage
riguardante la rottura con la cultura precedente. Anzi, per certi aspetti il
fatto di essersi “fermato” dopo le innovazioni del suo linguaggio tra il ’56
e il ’78, lo fanno propendere verso forme compositive desunte dal passato
(anche se non proprio alla maniera di L.Berio con Rendering) senza porsi
il problema se siano nove o no.
In Ligeti non troviamo la fobia del “nuovo” ma un precursore della
musica di oggi orientata verso il ritorno alla melodia e al sistema tonale.
Compositori più giovani di lui, come Jan Van der Roost, Johan de Meij
tendono a rincorrere il mercato utilizzando prevalentemente il linguaggio
musicale che è loro imposto. Alfred Reed (1921-2005) ne costituisce
l’emblema. Alcune delle sue frasi più celebri, pronunciate durante i suoi
corsi di music business, sono: ”You can't give away what you are trying to
sell and expect to stay in business” (non potete lasciarvi scappare ciò che
state cercando di vendere e credere di poter rimanere in affari). Dalla

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lettura di “Lei sogna a colori?” posso tranquillamente affermare che Ligeti
non si è spinto a tanto pur avendo raggiunto un grande successo.

Biografia.
Per quanto riguarda la biografia posso tranquillamente riferirmi a “Lei
sogna a colori?” di Eckart Roelcke, (op. cit.) dove troviamo notizie sulla
sua vita di ragazzo nato in Transilvania nel 1923 a Dicsoszentmarton (oggi
Tarnaveni), piccolo paese in bilico tra Romania e Ungheria; di famiglia
ebrea perseguitata durante la Seconda Guerra Mondiale; studente presso il
Conservatorio di Cluj e poi di Budapest ecc.
Leggendo l’intervista si deduce che Ligeti avrebbe voluto proseguire le
ricerche sulla musica elettronica ma le autorità della città di Amburgo non
gli concessero i finanziamenti necessari a causa della loro ignoranza in
materia (Eckart Roelcke, pag.97 op. cit.). Ligeti descrive il modo di
lavorare con l’elettronica: “Suoni sinusoidali che volevo riunire in un
unico strato” (Eckart Roelcke, pag.95 op. cit.) [per la scomposizione
analitica del suono, si veda il saggio G.Alietti “La musica elettronica”
pag.69 op. cit.]. Tale affermazione conferma la tesi citata da M. Mila
sull’origine del metodo compositivo di Ligeti dai suoi tre pezzi elettronici
(di cui riconoscerà solo Artikulation). Ligeti prosegue
affermando:"Continuai però a perseguire l’idea “Costruttiva”alla base di
quella composizione [nda. Artikulation].Mi concentrai sulla musica per
orchestra, a cominciare da Apparitions, dove misi a frutto le esperienze
con gli strati molteplici che avevo fatto nello studio.”. Erano gli anni in cui
viveva a Vienna (fino al 1969) dopo essere stato a Colonia tra il 1957-58.
Qui mi fermo perché tutto il libro è ricchissimo di testimonianze dirette da
parte del compositore sulle ragioni delle sue scelte linguistiche e
professionali.
Fondamentale per la sua popolarità sono le musiche che il regista Stanley
Kubrick trasse da Requiem, Lux aeterna e Atmosphères per il suo 2001:
Odissea nello Spazio.

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Le opere.
Essendo il mio un breve lavoro monografico mi limiterò ad analizzare due
composizioni: Streichquartett n.2 e Hungarian Rock per clavicembalo. Il
quartetto riassume gli aspetti del linguaggio del secondo periodo (1956-
78) mentre l’Hungarian Rock lascia presagire quello che oggi si riflette nel
superamento della fobia del nuovo e nei confronti del pop americano e di
altre forme come la musica leggera da parte della musica colta. Hungarian
Rock è stato per Ligeti anche l’inizio di un ritorno al primo periodo in
chiave “contemporanea”.

Gyorgy Ligeti Strichquartett n.2 1968


Con la scelta del genere del quartetto d’archi, Ligeti si rapporta con Bartok
che a sua volta si richiama all’ultimo Beethoven. Afferma che con Farkas
“Dovevo anche scrivere pezzi in stili diversi. Mi piacevano molto questi
esercizi stilistici: comporre rondò nello stile di Couperin o Rameau,
oppure un minuetto nello stile di Haydn. L’imitazione di un quartetto per
archi doveva avere la tipica condotta delle parti.” (cfr. Eckhard Roelcke
pag 51 op. cit.)
La poetica che troviamo nel II quartetto celebra l’agogica, il “Gesto”
Bartokiano, dove per es. troviamo termini come pizz, arricchiti da”al pont” e il
cosiddetto pizzicato bartokiano. In Ligeti l’uso dell’arco è un’evoluzione
di quello Bartokiano. Ex novo introduce la micro polifonia: l’uso dei
quarti di tono, un reticolo di linee minutamente addensate in un tessuto
inestricabile e variegato. Siamo completamente al di fuori della serie.
Assistiamo alla fine della riconoscibilità di una benché minima ripresa
tematica. Un altro elemento di novità è l’introduzione della macchina ( cfr.
Poéme Simphonique per Cento metronomi 1962): meccanismo come
citazione di un qualcosa che parte sincrono e che gradualmente porta
l’ascoltatore da una realtà a un’altra, senza che questi nemmeno se ne
accorga.Nel 3° mov. del IV quartetto di Bartok troviamo qualcosa di
simile unicamente all’ascolto senza cioè fare ricorso alla partitura. Per

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l’analisi prenderò ad esempio lo schema proposto da Gianmario Borio
all’interno del testo “Ligeti” curato da E.Restagno (op. cit.).

1° Tempo Allegro nervoso


Stile contrastante. Il pezzo inizia con una corona di 8-10 secondi con
l’indicazione agogica Senza tempo silenzio assoluto ca 8-10”. Poi, la seconda
battuta: ex a brupto Allegro nervoso pizz. Sul pont La prima battuta è quasi una
provocazione alla J. Cage in cui gli esecutori, dopo essere entrati in scena
si assestano, “alzano” gli strumenti e non suonano per 10 secondi. È
codificata dall’autore anche questa fase che tutti usano per portare
l’attenzione del pubblico sull’”evento concerto”, il “climax”.La seconda
battuta, il massimo dell’impulso: un pizzicato al ponticello di 1° vl., vla. e
vcl. “ex a brupto”: improvvisamente. Forse la cellula, o meglio il “Gesto”
del primo tempo si riassume in queste due battute. Addirittura nella
seconda battuta avviene un altro contrasto: il 2° vl. Suona “a rovescio”
degli altri: punta d’arco ppp un armonico artificiale tremolo alla punta. Il
colore, il Gesto è definito nei minimi dettagli, tanto che il pizzicato è
arricchito del colore del 2° vl. che rimane come un riverbero in
lontananza. Qui mi riallaccio al discorso di M. Mila che propone Ligeti
come grande conoscitore dell’uso della strumentazione, grande
sperimentatore, creatore del suono con tutti i suoi effetti desunti
dall’elettronica come ad esempio la fusione di un pizz. con un armonico
nella sua in udibilità. Così come avviene nella creazione di un effetto
tramite un distorsore o di un programma informatico di correzione/fusione
del suono. Uno shock iniziale da cui scaturisce il sound delle battute
seguenti dove gli strumenti, che hanno pizzicato, s’innesta nel tremolo del
2° violino. Un procedere a strati che ingrossa la scrittura ( non il volume di
suono) fino a un altro shock della batt.15 ecc.
Qui mi fermo pensando di aver reso l’idea di come Ligeti abbia impostato
il lavoro: sui contrasti di suono, amplificati anche da repentini
cambiamenti di tempo. Tutto termina con batt.87 con un morendo al niente di 1° e
2° vl. e una battuta coronata simile a quella dell’inizio. Simile ma non
uguale. In Ligeti (quando compone in questo suo stile) non si può parlare
di una “ripresa” di un tema o di un qualcosa in maniera uguale, infatti non

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appare la scritta silenzio assoluto ca 8-10” , e gli strumentisti terminano il 1°
movimento presagendo l’entrata nel 2°, mettendo la sordina.
G.Borio, nella sua analisi (AA.VV: Ligeti op. cit.) a proposito di questo
1° movimento, oltre ai riferimenti bartokiani del IV e V quartetto, cita
un’altra opera di Ligeti:”Dies irae” nel Requiem (1963-65) dove
ritroviamo un linguaggio molto simile: l’indicazione sulla partitura “subito
molto agitato” che ricorda il pizzicato della prima battuta del II
quartetto,la micro polifonia, i forti contrasti ecc.
2° Movimento: Sostenuto, molto calmo.
Stile statico. L’inizio: un’ innervazione nel finale del movimento
precedente. Il suono parte dal pp con sordina con una specie di canone.
Del canone ritroviamo solo l’entrata sfalsata degli strumenti e non
certamente la specularità delle voci e le regole quali l’imitazione. Gli
strumenti suonano sulla tastiera e senza vibrato in modo che i cambi di
nota sono quasi impercettibili. Addirittura Ligeti utilizza unisoni eseguiti
dallo stesso strumento su corde diverse mutandone così esclusivamente il
timbro e non l’altezza. Le altezze cambieranno in seguito con l’uso dei
quarti di tono. Sono definiti completamente l’uso dell’arco, l’intensità dei
ribattuti ecc. A batt.45 possiamo ritrovare un feroce,legatissimo sub.fff (
anche in questo caso feroce contrasta con legatissimo?) che ci ricorda
passaggi del primo movimento. Altro elemento importante che scaturisce
dall’analisi è il riferimento ad “Apparitions” e “Atmospheres” (1959-
1961).L’inizio del movimento ci riporta anche a”Lux Aeterna” per coro
misto a cappella in cui le voci attaccano a canone.

3° Movimento: Come un meccanismo di precisione.


Meccanismo. Troviamo lo sfasamento ritmico grottesco del tutto simile
per es. a quello prodotto dai cento metronomi di Poeme Symponique e al
3° movimento del Concreto da camera per 13 strumentisti (1969-71). Tal
effetto è prodotto dalla diversità delle figurazioni ritmiche dei quattro
strumenti che eseguono gruppi ritmici irregolari verticalmente sovrapposti
. Settimine su sestine ecc., cambiamenti di tempo, accelerandi, il tutto
corredato da un dettagliato glossario. Il meccanismo è prodotto anche

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dall’uso del pizzicato simile al battito di un metronomo a pendolo. Anche
questo movimento termina con silenzio assoluto.
4° Movimento: Presto furioso,brutale,tumultuoso.
Minaccioso. L’inizio esplode con accordi eseguiti in giù al tallone in stile,
bartokiano (cfr. 5° movimento del IV quartetto di Bartok). Ligeti utilizza a
differenza di Bartok anche continui cambiamenti di tempo, momenti di
stasi con suoni tenuti (cfr. batt.33-36) ed esplosioni sonore di omoritmie
velocissime (cfr. 37 ecc.). Anche in questo caso la chiusura del brano è
sul silenzio assoluto, ca 10”. Proprio come all’inizio del 1° movimento.
5° Movimento: Allegro con delicatezza.
Superficie sonora. Il colore ricorda quello del 2° movimento, anche se il
meccanismo dell’inizio può essere una rivisitazione del 3°. Anche in
questo movimento i procedimenti compositivi di Ligeti si basano sul
concetto della “variazione continua”: un susseguirsi di episodi e di shock.
Ligeti stesso afferma:”I cinque movimenti sono connessi tra loro in modo
sotterraneo, ci sono corrispondenze segrete, quasi rime, tra i dettagli
contenuti nei movimenti; tutti i movimenti sono per così dire presenti in
ogni momento.” (AA.VV. pag161 op.cit.)

Gyorgy Ligeti: Hungarian Rock, Chaconne.(1978).


Questo breve componimento evidenzia chiaramente una forma di
metamorfosi/variazione di motivi dentro una Ciaccona. Il principio della
variazione continua è accolto da Ligeti ed elevato all’ennesima potenza. Il
sistema del rock è una ripetizione di 4 batt. più 4 batt. con variante sul
finire dell’ottava batt. Il tutto ripetuto almeno tre volte. L’unica variazione
avviene sul testo cantato che comunque ha un carattere prevalentemente
ritmato: il ballato Rock and Roll. Con l’accostamento delle parole del
titolo Ligeti esprime l’essenza della sua poetica: l’accostamento di
caratteristiche diverse che in questo caso non è prodotta dall’uso di
timbriche che s’impastano ma da generi distanti anni luce tra loro come la
Ciaccona e il Rock. L’emblema ne è il ritmo. La Ciaccona utilizza
l’impulso ternario mentre il Rock è binario, però sono entrambi ballabili.

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Nell’Hungarian Rock di Ligeti la mano destra si evolve innervandosi in
sequenze a mo’ di variazioni continue mentre il “basso” è un ostinato. La
scrittura è cembalistica per quanto concerne l’uso degli abbellimenti, non
lo è per quanto riguarda l’armonizzazione del basso (rigorosamente non
numerato).Quando pensiamo al folk ungherese, pensiamo al ballo, alla
danza, alla Czardas dal ritmo incalzante e frenetico così come per il rok
pensiamo al Rock and Roll anni ’50 che deriva dal Country nato in
America - Inghilterra negli anni ’30 non così antico come le danze
ungheresi.
Il brano termina con una cadenza o meglio su un “pedale”, rallentando il
tempo fino a fermarsi e dissolversi del tutto su di un accordo tenuto. Posso
affermare che il finale ci riconduce al Ligeti che conosciamo di più.
Bibliografia:

Eckart Roelcke: Gyorgy Ligeti a colloquio con Eckart Roelcke “Lei


sogna a colori?” Ed.Alet 2004
AA.VV, Ligeti, a cura di Enzo Restagno, EDT, Torino 1985.
M. Baroni, Storia della Musica ed. Einaudi 1988
Breve storia della Musica ed. Einaudi 1977
M. Gervasoni “Le armi di Orfeo”; ed. La nuova Italia, Milano 2002
Tullia Magrini, Universi sonori Introduzione all’etnomusicologia. ed.
Einaudi 2002
La musica Elettronica, Testi scelti e commentati da Henri Pousser ed.
Feltrinelli 1976
Ligeti, Streichquartett Nr. 2 ed. Schott
Béla Bartòk, Streichquartett Nr.4
Ligeti, Hungarian Rock ed. Schott

Fonti d’ascolto

Ligeti, Ballade und Tanz (1949-50)https://www.youtube.com/watch?


v=EXCywMORHNY

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Ligeti Aventure et Nouvelle aventures (1962-65)
https://www.youtube.com/watch?v=8VDZC8O76Oo&feature=related
Kagel Sur scène (1962-65) (https://www.youtube.com/watch?v=4IqLt2g8ftY)
Kagel Match(1962-65) https://www.youtube.com/watch?v=uXZb2OKGCtM
Kagel Phonophonie(1962-65) https://www.youtube.com/watch?v=2tcHb2G4NrQ
Ligeti Artikulation(1958) https://www.youtube.com/watch?v=2LosT_Hypl4
Ligeti Apparitions (1958-59) https://www.youtube.com/watch?v=6JUxZcL6k90
Ligeti Requiem (1963-65)https://www.youtube.com/watch?v=MYgBG40jgLM
Ligeti Lux aeterna (1966)https://www.youtube.com/watch?v=JnuAaKiX1sg
Ligeti Volumnia (1961-62)https://www.youtube.com/watch?v=esDkIW6oEBg
Ligeti Strichquartett Nr.2(1968) https://www.youtube.com/watch?v=Yx_Q_mIth0Q
Ligeti Hungarian Rock for
cembalo(1978)http://www.youtube.com/watch?v=0abSzGuTFH8
Ligeti Trio per vl., cor., e pf.(1982)https://www.youtube.com/watch?
v=8fo2qIKsSj8

Utenti: 3 - 16/12/2017, 18:17 accessi: 247391

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