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PROFESSIONISTI
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Indice
3 Le nuove figure professionali ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . . . . . . . . 64
Modulo 1 4 Organizzare un banchetto o un evento .. . ... . ... . ... . ... . ... . ... . . . . . . . . 65
GAsTronoMIA, cUlTUrA
e rIsTorAzIone ... ................................................... ... . ... . 1
Unità 2 • Il buffet .. .. . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. . . . . . . . . . 70
1 Il servizio a buffet ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . . . . . . . . . 70
Unità 1 • L’evoluzione delle abitudini 2 Classificazione e caratteristiche . . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . .. . . . . . . . . 72
alimentari . .......................................... .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. ................... ... . ... . . 2 3 Il buffet nei diversi momenti ristorativi . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . . . . . . . . . 74
Unità 1 • L’impresa ristorativa . .. .. .. .. .. . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . . . . . . . . . . 176
Modulo 4 1 L’impresa e la gestione per regole .. . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . . . . . . . . . 176
MArKeTInG e MenU ...................................... .. .. .. .. 137 2 L’efficienza gestionale .. . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . . . . . . . . 176
3 Le risorse umane .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . . . . . . . . . 177
Unità 1 • Il marketing e le tipologie 4 Il business plan: pianificazione e programmazione
di clientela .... ...... ............................................................................................. ... . ... . . 138 del lavoro . .. .. .. .. . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . .. . . . . . . . . 178
1 Che cos’è il marketing ........................................................................ ... . ... . 138 5 La sicurezza sul lavoro e la prevenzione . . ... . ... . ... . ... . ... . ... . . . . . . . . . 182
2
Unità 2 • L’approvvigionamento delle merci
Il marketing mix ....................................................................................... ... . ... . 139
3 Il marketing plan o piano di marketing ............................. . ... . .. 141
4 Le tipologie di clientela .. .. .. .. .. .. .. .. .. ................................................... ... . ... . 142 e i costi di gestione .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . .. . . . . . . . . 184
5 Il portafoglio clienti .............................................................................. . ... . ... 147 1 L’approvvigionamento e le politiche di acquisto .. . . . . . . . . . . 184
6 La promozione aziendale .. .. .. .. .. .. .. .................................................. . ... . ... 147 2 I fornitori . .. .. .. .. .. .. . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . . . . . . . . 185
7 I social food .................................................................................................. . ... . ... 148 3 Il ricevimento, lo stoccaggio delle merci
e la gestione delle scorte .. . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. . . . . . . . . 186
Unità 2 • Il menu ..... .............................................................................. . ... . .. 150 4 La valorizzazione del magazzino . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . . . . . . . . . 188
1 Il menu: dalle origini a oggi .. .. .. .. ................................................. ... . ... . . 150 5 I costi di gestione nella ristorazione ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . . . . . . . . . . 189
2 Le caratteristiche del menu ......................................................... . ... . ... . 150 6 Il prezzo di vendita e il food cost . . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . . . . . . . . . . 190
3 Le principali tipologie di menu ................................................. . ... . .. 155 In pratica Gli scarti e il netto edibile
In pratica Le indicazioni da riportare nel menu .. .. .. .. .. . 155 di una ricetta . .. .. . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. . ... . ... . . . . . . . . 193
4 La stesura del menu ............................................................................ .. .. .. .. . 156 In pratica Calcolare il costo di un intero pasto . ... . . . . . . . . . . 197
5 Gli stili di servizio: il ruolo dello chef .................................. .. . ... . .. 161 7 Il prezzo di vendita .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . . . . . . . . . . 197
In pratica I piatti a base di minestre asciutte
e ortaggi ...... ..................................................................................................... . ... . ... . 164 Unità 3 • L’innovazione e le tecnologie
6 Il servizio self-service a buffet ...................................................... . ... . .. 166 in cucina . . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. . ... . ... . ... . ... . ... . . . . . . . . . . 199
7 I menu per le diete specifiche .................................................... ... . ... . 167 1 Le innovazioni tecnologiche in cucina . . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . . . . . . . . . 199
2 I nuovi modelli organizzativi . .. .. . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . . . . . . . . . . 200
Unità 3 • Esigenze speciali: allergie 3 La cottura a bassa temperatura (CBT) . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . . . . . . . . . . 201
e intolleranze .. ..... ................................................................................. .. .. .. .. .. .. .. .. 168 In pratica La cottura a bassa temperatura .. .. . ... . ... . . . . . . . . . . 202
1 Definizione di allergie e intolleranze alimentari ......... . ... . .. 168 4 L’informatica in cucina e in sala ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . . . . . . . . . 203
• Dossier chef ....... ... .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .......... . ... . .. 206 Approfondimenti
• In sintesi . ........ ................................................................................................ ... . ... . . 207 ricette regionali
• Test di verifica ........ ................................................................................. .. .. .. .. 208
Video
Approfondimenti
clIl
Video
Test di verifica
clIl
Test di verifica
Modulo 7
lA cUcInA InTernAzIonAle ....... 257
Modulo 6
lA cUcInA reGIonAle Unità 1 • La cucina europea . .. .. .. .. . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . .. . . . . . . . . 258
ITAlIAnA ......... .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. . ... . . 209 1 Le culture gastronomiche . .. .. .. .. .. . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . .. . . . . . . . . 258
2 L’Europa in cucina . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . . . . . . . . . . 258
Unità 1 • L’Italia Settentrionale ............ .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. 210 3 La cucina portoghese . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . . . . . . . . 259
1 Le caratteristiche della cucina regionale italiana ....... . ... . .. 210 4 La cucina spagnola .. . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . . . . . . . . . . 259
2 La valorizzazione e la promozione 5 La cucina della Gran Bretagna . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . .. . . . . . . . . 261
delle tradizioni locali .......... .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. 211 6 La cucina della Francia .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . . . . . . . . . 263
3 La Valle d’Aosta ......................................................................................... . ... . ... 212 7 La cucina dell’Europa Centrale (Germania e Austria) . . . . 265
4 Il Piemonte ...... ...... .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. ................................................. ... . ... . . 214 8 La cucina dei Paesi nordici e scandinavi . ... . ... . ... . ... . ... . ... . . . . . . . . . . 266
5 La Liguria ................ .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .................................................. . ... . ... . 216 9 La cucina russa e dell’area slava . . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . .. . . . . . . . . 268
Unità 2 • L’Italia Centrale ...... .................................................... . ... . .. 228 Unità 3 • La cucina orientale .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. . . . . . . . . . 273
1 L’Emilia-Romagna . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. ................................................... ... . ... . 228 1 La cucina cinese .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . . . . . . . . . 273
2 La Toscana ....... ...... .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .................................................. . ... . ... 230 2 La cucina giapponese . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . . . . . . . . . 274
3 L’Umbria ........................................................................................................... ... . ... . 232 3 La cucina indiana . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . . . . . . . . 277
4 Le Marche ...................................................................................................... . ... . ... 234
5 Il Lazio ........................ .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .................................................. . ... . ... 236 Unità 4 • La cucina americana .. .. .. .. . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . . . . . . . . 279
1 La cucina nordamericana . .. .. .. .. .. .. .. . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . . . . . . . . 279
Unità 3 • L’Italia Meridionale e le isole .. .............. . ... . .. 239 2 La cucina latino-americana ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . . . . . . . . 281
1 L’Abruzzo ........................................................................................................ ... . ... . . 239
2 Il Molise .............. ..... .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .................................................. .. . ... . .. 241 • Dossier chef .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . .. . . . . . . . . 284
3 La Campania .. ..... .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. ................................................... ... . ... . 243 • In sintesi .. .. .. .. .. .. . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . ... . . . . . . . . . . 285
4 La Puglia ............. ...... .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .................................................. . ... . ... 245 • Test di verifica . .. .. .. . .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. . . . . . . . . . 286
5 La Basilicata .................................................................................................. . ... . ... 247
6 La Calabria ............ .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .................................................. . ... . ... . 249 Approfondimenti
7 La Sicilia ........................................................................................................... .. . ... . .. 251 ricette internazionali
8 La Sardegna ................................................................................................. ... . ... . . 253
Test di verifica
Approfondimenti
Ricette regionali
Ricette internazionali
Ricette dei maestri
Video
CLIL
gastronomia,
cuLtura
e ristoraZione
unità 1 • L’evoluzione delle abitudini alimentari
unità 2 • Gli stili gastronomici
unità 3 • La ristorazione contemporanea
CONOSCENZE ABILITÀ COMPETENZE
• storia e cultura gastronomica. •conCollegare i fenomeni storici •relativo
agire nel sistema di qualità
• Le scelte e le abitudini alimentari. l’evoluzione dell’alimentazione. alla filiera produttiva
• L’offerta gastronomica •della
identificare i principali personaggi di interesse.
contemporanea e le tipologie gastronomia. • Utilizzare tecniche
di ristorazione. •attuali.
riconoscere gli stili di cucina di lavorazione e strumenti
• Le scelte alimentari in funzione gestionali nella produzione
delle religioni. •della
riconoscere i fondamenti di servizi e prodotti
• La ristorazione commerciale
e collettiva.
cucina innovativa, della cucina enogastronomici e ristorativi.
• Valorizzare e promuovere
molecolare e della cucina salutistica.
• La produzione dei pasti
nella ristorazione.
• saper individuare le principali le tradizioni locali, nazionali
e internazionali, individuando
tipologie di catering
• il catering e la ristorazione
viaggiante.
nella ristorazione collettiva
e viaggiante.
le nuove tendenze di filiera.
1 modULo
Un altro esempio può essere rappresentato dal ritorno, in anni recenti, allo
studio e al consumo di alimenti per molti anni dimenticati, tipici dell’era pri-
mitiva: radici, cortecce, muschi, licheni, fiori, erbe spontanee, germogli e tu-
beri. A promuovere l’uso di questi prodotti sono stati, tra gli altri, anche chef
molto titolati, che hanno portato avanti la ricerca su questo fronte, proponen-
do nei loro ristoranti una tendenza sicuramente interessante dal punto di vista
storico, ma anche sostenibile e in linea con le richieste del mercato odierno.
Nascono così piatti molto complessi che sottintendono da parte dello chef
una cultura a 360 gradi, che spazia dalla tecnica di cucina alla storia, dalla fi-
losofia alla biologia, alla chimica e alla fisica. Le tendenze più recenti rivalutano
i piatti a base di radici ed erbe
spontanee.
2 La Gastronomia daLLe oriGini a oGGi
in dieCi tappe
Vediamo di seguito, per grandi linee, gli sviluppi della cucina, della gastrono-
mia e delle principali abitudini alimentari nelle varie epoche storiche.
1 La preistoria
Nel periodo Paleolitico l’uomo si ciba di ciò che trova in natura: erbe spon-
tanee, radici selvatiche, semi (anche legumi), frutta e uova. Svolge una vita
prevalentemente nomade, alla ricerca del cibo, in base alle stagioni e alle di-
sponibilità. Pratica l’arte della caccia e della pesca. In seguito, nel Neolitico,
impara ad addomesticare il fuoco e gli animali, e inizia a coltivare piante da
cui trae sostentamento, principalmente cereali, come il frumento, il farro, l’or-
zo, la segale e l’avena. Diviene agricoltore e allevatore stanziale.
2 La civiltà egiziana
Gli Egizi rappresentano una civiltà raffinata, complessa e progredita rispetto
alle civiltà precedenti. Il fiume Nilo, lungo tutto il suo alveo, permette floride
coltivazioni di cereali e allevamenti di animali (bovini, ovini e pollame). Gli
Egizi sviluppano la lavorazione del pane, introducendo la lievitazione e, at-
traverso la fermentazione, danno impulso alla produzione di birra d’orzo, di
farro o di datteri. Producono inoltre formaggi e vino. Delle abitudini culina-
rie egizie abbiamo abbondanti notizie anche grazie ai numerosi ritrovamenti
di suppellettili in uso nelle case.
Antica incisione rupestre che rappresenta Nell’antico Egitto, la terra fertile lungo il fiume
una scena di caccia. Nilo consentiva floride coltivazioni.
4 Modulo 1 | Gastronomia, cultura e ristorazione
3 La civiltà greca
La nascita dell’antica civiltà greca è fatta risalire al 2500 a.C. e progredirà fino al
II secolo a.C. con l’avanzata dell’Impero romano. I Greci rappresentano la culla
della civiltà classica e hanno il merito di valorizzare tre prodotti fondamentali
per quella che diventerà la dieta mediterranea: il vino, l’olio extravergine d’o-
liva e il frumento. Il primo era mediamente alcolico ed era sovente allungato
con acqua e aromatizzato con spezie, profumi e resine. L’olio d’oliva è sempre
stato il condimento prediletto, usato anche come unguento, mentre il burro era
pressoché assente nell’alimentazione dei Greci. Il frumento era alla base della
Fra gli alimenti valorizzati dieta: con le sue farine venivano preparati pani arricchiti con miele, altro in-
dagli antichi Greci ci sono grediente alla base della dieta greca, fichi secchi, uva e spezie. Un ruolo molto
il vino e l’olio extravergine
importante lo ricoprono la frutta e gli ortaggi, presenti in abbondanza. Il pe-
di oliva. Nella foto, un
antico vaso. sce è consumato lungo la costa e nelle piccole isole dell’Egeo, mentre la carne
è appannaggio delle classi
più abbienti. I protagonisti
Nell’antica Grecia è usan- Archestrato di Gela ➜ IV secolo a.C.
za riunirsi per mangiare, Poeta nato a Gela, nell’odierna Sicilia, conosciuto per
discutere, giocare e soprat- aver scritto in lingua greca Hedypatheia, ovvero il Poema
tutto bere nel corso di lun- del buongustaio. Descrisse le terre in cui viaggiò con
ghi banchetti che prendo- particolare riferimento ai prodotti, ai piatti e ai mercati
no il nome di symposium. che visitò. Diede particolare spazio ai prodotti ittici.
4 La civiltà romana
I Romani continuano, in un certo senso, a mantenere la tradizione gastrono-
mica greca. I Greci avevano piantato oliveti e vigneti nelle zone colonizzate
dell’Italia meridionale, che i Romani continuano a coltivare. La cucina romana
è caratterizzata da un piatto di base chiamato puls, prodotto da farina di farro
macinata e cotta in acqua. Anche gli altri alimenti sono triturati e ridotti in
poltiglia a formare salsicce, polpette e involtini. I Romani prediligono anche
piatti con sapori contrastanti, dal dolce all’acido, dall’amaro al sapido. L’uso
di frutta, miele, fichi secchi nei piatti a base di carne o pesce è all’ordine del
giorno. Un condimento usato comunemente è il garum, liquido ottenuto dal-
la fermentazione delle viscere del pesce. Come oggi, anche nell’antica Roma
il pesce è consumato prevalentemente lungo le zone costiere, mentre le carni
sono consumate nell’entroterra e comunque dalle sole classi agiate, le quali
hanno anche l’usanza di cenare in una stanza apposita, chiamata triclinium
Mosaico di epoca romana dal nome dei lettini a tre posti su cui i commensali si stendono per mangiare.
raffigurante un pesce.
I protagonisti
Marco Gavio Apicio ➜ 25 a.C-37 d.C.
Signore noto in epoca romana per le feste e i banchetti
sontuosi che era solito offrire. Gli viene attribuito il
trattato De re coquinaria, raccolta in dieci volumi di
ricette e gastronomia (scritto in realtà intorno al III-IV
secolo d.C. da un altro autore, forse sulla base degli
appunti di Gavio Apicio). È grazie a quest’opera che
conosciamo buona parte delle abitudini alimentari
dell’epoca.
Unità 1 | L’evoluzione delle abitudini alimentari 5
5 il medioevo
Il Medioevo è un periodo molto lungo che, per convenzione, va dal V al XV
secolo, cioè dalla caduta dell’Impero romano al Rinascimento. In Europa ac-
cadono avvenimenti molto importanti che sconvolgono le culture e le civiltà
presenti, come le invasioni barbariche dal Nord e la successiva avanzata araba
al Sud. In queste epoche le coltivazioni tradizionali mediterranee riducono
notevolmente la produzione a causa dell’instabilità politica e sociale. Si intro-
duce la canna da zucchero e soprattutto il riso, che nel ’400 trova un habitat
favorevole in Sicilia e nel Nord Italia (soprattutto in Piemonte).
La cucina medioevale è caratterizzata da sapori agrodolci e da menu che al-
ternano il salato al dolce. Contrariamente a quanto si pensa, la cucina me-
dioevale è molto variegata e ricca, almeno quella delle classi più agiate. Nel
Nord Europa, il pesce dei mari del Nord, le carni e il burro diventano parte Ricostruzione di una cucina
integrante della dieta quotidiana. Nel Sud, continuano a essere apprezzati gli medioevale.
ortaggi, la frutta e gli oli. Si sviluppano e trovano favore commerciale molti
ingredienti conservati per mezzo della salagione, dell’affumicatura e dell’es-
siccazione. Questi metodi consentono di mantenere grandi quantità di cibi
altamente proteici (pesci, carni, legumi) per tempi più lunghi.
Alla fine di questo periodo avviene la scoperta dell’America (1492) e, dopo
alcuni decenni, iniziano a comparire sulle tavole europee alimenti mai visti
come il mais, le melanzane, i pomodori, i peperoni, il cacao e i fagioli.
I protagonisti
Guillaume “Taillevent” Tirel XV secolo: De onesta voluptate et Cristoforo di Messisbugo
➜ 1310 ca.-1395 valetudine (Il piacere onesto e la buona ➜ fine 1400-1550
Autore di quello che è considerato il salute). Lavorò alla corte degli Estensi a
primo trattato di cucina francese: Le Ferrara e fu nominato conte palatino
viandier. Fu cuoco dei re di Francia Maestro Martino da Como da Carlo V. Scrisse il manuale
Filippo VI, Carlo V e Carlo VI. ➜ 1430 ca.-1475 ca. Banchetti, composizioni di vivande
Considerato il più influente e apparecchio generale, in cui sono
Bartolomeo Sacchi detto gastronomo del XV secolo, fu cuoco elencati, oltre alle ricette descritte in
“Platina” ➜ 1421-1480 di Francesco Sforza a Milano e poi del modo molto dettagliato, anche tutti
Umanista e gastronomo alla corte patriarca di Aquileia a Roma. A lui si gli elementi necessari per il successo
pontificia, scrisse il primo trattato attribuisce De arte coquinaria, testo dei banchetti: logistica, arredamento
di gastronomia che rappresenta il principe della gastronomia italiana. e utensili da cucina.
6 il Cinquecento e il seicento
Nel XVI secolo, grazie al matrimonio di Caterina de’
Medici con il re di Francia, Enrico II, l’epicentro ga-
stronomico si sposta in Francia. La nuova regina por-
ta con sé artigiani, artisti (Leonardo Da Vinci), pa-
sticceri e cuochi, che influenzano la scena culinaria
e gettano le basi per la nascita, nel XVII secolo, della
cucina classica francese, ancora oggi fondamen-
Caterina de’ Medici,
tale. La corte di Francia vuole esprimere la propria divenuta regina di Francia,
grandeur anche attraverso il settore gastronomico, contribuì ad arricchire
offrendo pranzi sontuosi e opulenti, ricchi di novità, la cultura gastronomica
prodotti costosi ed esotici. Per contro, l’Europa nel ’600 francese.
6 Modulo 1 | Gastronomia, cultura e ristorazione
7 il settecento e l’ottocento
Nel Settecento cominciano a definirsi in Europa gli Stati che la andranno a
comporre. E con questi prenderanno forma anche le relative abitudini alimen-
tari e nasceranno le cucine nazionali, eccezion fatta per l’Italia, ancora compo-
sta di tanti piccoli Stati. Con lo scoppio, nel 1789, della rivoluzione france-
se, avrà luogo uno dei più grandi sconvolgimenti sociali a livello culinario. Si
passerà da una cucina aristocratica e chiusa, rivolta esclusivamente ai nobili, a
una cucina di stampo borghese e aperta, più semplice ma non meno sfarzo-
sa, almeno per le classi più abbienti. In questa epoca, inoltre, i cuochi, prima
alle dipendenze delle nobili casate, si trovano senza lavoro o perdono il loro
status sociale, di conseguenza molti aprono ristoranti, taverne, pasticcerie, ga-
stronomie, macellerie e locali affini. I primi ristoranti, intesi come li cono-
sciamo oggi, con un servizio di ristorazione al tavolo, la scelta delle vivande
da un menu e il pagamento di un corrispettivo, nascono a Parigi intorno alla
seconda metà del Settecento.
Auguste Escoffier Dopo la rivoluzione francese, molti altri cuochi si riversano nelle cucine dei
(1846-1935). grandi alberghi che nascono nelle nuove località turistiche, per esempio Evian,
Biarritz, Nizza, Montecarlo, Baden-Baden. In questi alberghi si for-
mano le brigate di cuochi, numerose e con un’organizzazione
di tipo militare. Queste strutture sono in grado di offrire ai propri
clienti – di solito nobili in vacanza, ma anche ricchi borghesi – dei
pasti sontuosi e raffinati che non hanno nulla da invidiare a quelli
offerti nelle ville e nei castelli nel secolo precedente.
Questa grande trasformazione gestionale è opera soprattutto di
due grandi personaggi: César Ritz (1850-1918), imprenditore al-
berghiero, e Auguste Escoffier (1846-1935), chef di grande fama,
definito anche “cuoco dei re e re dei cuochi”.
Nell’Ottocento vengono inoltre messi a punto importanti siste-
mi di conservazione come la pastorizzazione (Louis Pasteur), la
refrigerazione, la sterilizzazione e la concentrazione. Tutti metodi
che miglioreranno la qualità degli alimenti e consentiranno di pro-
durre su vasta scala, trasportare e commercializzare altrove alimen-
ti che altrimenti non avrebbero potuto varcare i confini territoriali.
L’alimentazione nella seconda metà dell’Ottocento continua a esse-
re caratterizzata dall’appartenenza alle differenti classi sociali.
Unità 1 | L’evoluzione delle abitudini alimentari 7
I protagonisti
Antoine Augustin Parmentier Marie-Antoine Carême provò e codificò le ricette regionali
➜ 1737-1813 ➜ 1784-1833 italiane. La scienza in cucina e l’arte
Agronomo e nutrizionista. A lui si Figura fondamentale della gastronomia di mangiar bene è ancora oggi
deve la promozione dell’uso della mondiale, fu cuoco e pasticcere e pubblicato, tradotto e conosciuto in
patata in agricoltura e in cucina. lavorò al servizio di regnanti e banchieri tutto il mondo.
Studiò la conservazione di molti come lo zar Alessandro I, re Giorgio IV
prodotti alimentari, fondò l’ordine dei d’Inghilterra e il barone Rothschild. Georges Auguste Escoffier
panettieri di Francia e scrisse molti Al suo nome si associa la codificazione ➜ 1846-1935
testi di agronomia e gastronomia. della haute cuisine francese in voga Figura fondamentale per la
a cavallo dei due secoli in cui visse. ristorazione moderna, a lui si devono
Jean Anthelme Brillat-Savarin Codificò anche le pièce montée, le codificazioni della brigata, dei menu
➜ 1755-1826 sculture alimentari o torte da cerimonia e dell’organizzazione del lavoro in
Politico e gastronomo. Il suo testo più finemente decorate. cucina attuate ancora oggi. Lavorò
famoso, Fisiologia del gusto (Physiologie come chef, prima per i regnanti
du goût ou méditations de gastronomie Pellegrino Artusi ➜ 1820-1911 e poi nei più importanti alberghi
trascendente) è un trattato di scienza Banchiere, letterato e gastronomo, d’Europa con César Ritz. Scrisse i testi
e filosofia con aneddoti legati alla scrisse il primo manuale scientifico fondamentali Ma cuisine e La guide
gastronomia. di cucina italiana moderna. Raccolse, culinaire.
I benestanti e gli abitanti delle città possono permettersi alimenti più pregiati
e vari dal punto di vista nutritivo, come la carne, il pesce e la pasta. I contadini
delle campagne, invece, sono sottonutriti e la loro alimentazione è povera. Gli
alimenti più pregiati che essi allevano e coltivano sono destinati alla vendita e
alle classi più benestanti. Ai contadini rimangono gli sfarinati poco pregiati con
cui si preparano pani, focacce, pizze da consumare con brodi ottenuti da verdu-
re come il cavolo, la verza o i fagioli. La polenta di mais, molto spesso, è l’unico
ingrediente presente nella dieta contadina ed è questa la causa di morte di mi-
gliaia di persone a causa della pellagra, malattia contratta per mancanza di vi-
tamina PP, non presente nel mais e nelle patate. Anche in Irlanda e in Germania
si verifica lo stesso problema, a causa dell’alimentazione legata al solo consumo
di patate. In molte zone d’Italia sono presenti inoltre paludi, acquitrini (come le
risaie) e ambienti malsani che causano altre malattie e, associate alla denutrizio-
ne, generano grandi epidemie che si protraggono anche nel secolo successivo.
Tra le due guerre si afferma il movimento artistico dei futuristi, i quali pub-
blicano nel 1930 il Manifesto della cucina futurista, che auspica di modi-
ficare radicalmente l’alimentazione italiana. Il manifesto rimane solamente
sulla carta.
Dopo la Seconda guerra mondiale e un decennio di crisi e miseria per risolle-
vare il Paese dal baratro, l’Italia vive un boom economico che si riflette anche
a livello gastronomico. Alimenti come la carne, il pesce, gli ortaggi, lo zucche-
ro, il caffè e il cioccolato, prima appannaggio delle classi ricche, diventano
popolari ed entrano nella dieta quotidiana degli italiani e degli europei. Le
cucine moderne prevedono fornelli elettrici o a gas e non più a legna, frigori-
feri e frullatori, tutte attrezzature che agevolano il lavoro delle donne di casa.
I protagonisti
Paul Bocuse ➜ 1926 francesi. Oggi è a capo di un gruppo che porta il suo nome
È l’icona della cucina e che gestisce decine di ristoranti, alberghi e scuole di
moderna grazie al lavoro formazione di altissimo livello. Nella sua carriera è riuscito
svolto e alla sua figura a sommare 21 stelle Michelin. Ha inoltre scritto numerose
carismatica e mediatica. pubblicazioni di cucina.
Il suo ristorante a
Collonges-au-Mont-d’Or Ferran Adrià ➜ 1962
(Lione) è un tempio della Chef e imprenditore spagnolo, ha iniziato la sua carriera
gastronomia da decenni e come lavapiatti fino ad arrivare a divenire socio del
funge da fulcro per le numerose ristorante in cui lavorava: El Bulli vicino a Barcellona. In
attività dello chef, non ultima una scuola di alta formazione poco tempo ha adottato un sistema di lavoro innovativo
e un concorso mondiale di cucina a lui dedicato: il Bocuse per il settore e ha attuato quella
d’Or. Ha promosso la nouvelle cuisine dei primi anni, ma se che si potrebbe definire una
ne è discostato dopo poco per seguirne le regole originali, rivoluzione gastronomica
che davano grande importanza alla riscoperta dei piatti pari a quella che attuò
regionali e alla qualità della materia prima. Escoffier quasi un secolo
prima, proponendo un
Gualtiero Marchesi ➜ 1930 approccio scientifico e di
Anch’egli è un’icona della gastronomia. Ha promosso la ricerca alla cucina. A lui si
nouvelle cuisine in Italia e da sempre si è prodigato per attribuiscono piatti, detti
il rinnovamento della ristorazione italiana. Ebbe il primo “destrutturati”, in cui gli elementi
ristorante con tre stelle Michelin in Italia, a Milano, alla sono lavorati singolarmente, in
fine degli anni ’70; poi si spostò a Erbusco in Provincia di consistenze e forme diverse e quindi assemblati a creare un
Brescia e ora conta numerose unico insieme. Sono famose, tra tutte, le spume, le arie, le
gestioni di locali di alto livello gelatine, le sferificazioni. Oggi, chiuso il ristorante, è a capo
e promuove la formazione di una fondazione, El Bulli foundation, che vuole riunire in
attraverso scuole e un unico spazio i creativi del mondo, in tutti i campi, per
programmi televisivi. raccogliere esperienze e operare a favore del cibo.
Dalla sua esperienza
provengono numerosi Heston Blumenthal ➜ 1966
chef, oggi riconosciuti Chef britannico,
a livello nazionale e proprietario del ristorante
internazionale. tre stelle Michelin The
Fat Duck, nel Berkshire,
Alain Ducasse ➜ 1956 in Inghilterra. È stato
È diventato chef di cucina uno dei primi chef
attraverso la classica contemporanei, con
carriera che lo ha Adrià, a promuovere
visto partire dal la cosiddetta cucina
basso, lavorando in molecolare (termine coniato
ristoranti rinomati e nel 1988 dal fisico ungherese Nicholas Kurti), in cui le
perfezionandosi presso applicazioni scientifiche, fisiche e chimiche, sono abbinate
le più prestigiose scuole alle tecniche, anche nuove, della cucina.
10 Modulo 1 | Gastronomia, cultura e ristorazione
10 La scena contemporanea
Negli anni 2000 prosegue la spinta innovativa dello chef Ferran Adrià, che nel
2006 presenta un manifesto in 23 punti, denominato cocina nueva, un rias-
sunto del suo pensiero culinario. L’esperienza di Adrià non si esaurisce, ma
è raccolta anche da molti altri importanti chef spagnoli che portano la loro
cucina a livelli altissimi. È una cucina che usa tutti gli utensili e le attrezza-
ture possibili, ne inventa di nuovi (pacojet, termostato digitale a immersio-
ne per le cotture a bassa temperatura), usa tutti gli ingredienti disponibili in
accostamenti creativi, senza disdegnare alimenti e additivi tipici dell’industria
alimentare (gelatine, alginati, alghe, carbonati, azoto liquido). Sempre più
spesso si parla di “cucina molecolare”, anche se questa definizione è impro-
pria. Contemporaneamente alla scena spagnola, anche quella inglese ha visto
affermarsi chef molto creativi come Heston Blumenthal che, oltre a essere pro-
prietario di uno dei ristoranti più importanti al mondo, The Fat Duck, è anche
personaggio televisivo, come i suoi colleghi, Gordon Ramsay e Jamie Oliver.
La presenza in televisione di chef, programmi a sfondo culinario, gastronomi
Video
e talent di cucina è una delle caratteristiche dell’epoca moderna. Negli ulti-
Come si è evoluta
la ristorazione
mi anni, dopo l’esplosione “spagnola”, si parla sempre più della scena nor-
dica o scandinava, grazie a chef come René Redzepi, Inaki Aizpitarte, Paul
Unità 1 | L’evoluzione delle abitudini alimentari 11
di sostenibilità ambientale per cui si devono usare i prodotti offerti dalla na-
tura, secondo le stagioni. Ovviamente, in questo contesto, l’Italia, la Francia e
molti altri Paesi del mondo non sfigurano. Sono molti i cuochi che lavorano
a livelli altissimi e propongono una cucina creativa e spesso all’avanguardia.
Non possiamo citarli tutti in queste poche righe.
Oggi non è facile classificare le differenti tipologie di cucina. La globalizzazio-
ne ha rotto i confini e le esperienze viaggiano a ritmi rapidissimi. Ogni giorno
si legge dell’apertura di un nuovo locale che propone un nuovo tipo di cucina,
molto spesso definita fusion, perché contaminata da più elementi culturali e
geografici. Un dato certo è che la ristorazione contemporanea promuove sem-
pre più l’idea che i clienti non frequentino i locali per mangiare, ma per vivere
un’esperienza. I ristoranti si trasformano così in teatri e i clienti in spettatori
di un atto artistico messo in scena dagli chef.
Le abitudini alimentari
Proviamo a delineare le caratteristiche delle abitudini e delle preferenze
alimentari degli italiani, che rappresentano, almeno in parte, anche quelle
dei Paesi più sviluppati economicamente.
• La prima colazione è fatta molto spesso al bar e consiste nel
consumare un caffè o un cappuccino con un croissant o una
brioche, raramente una spremuta d’arancia o un succo di frutta.
• La colazione (pranzo) è spesso fatta in mensa, in un ristorante
vicino al luogo di lavoro o in un bar. Oggi la tendenza, soprattut-
to nelle città, consiste anche nel farsi portare il pasto nel luogo
di lavoro (food delivery) per consumarlo direttamente ufficio, op-
pure nel portarsi il pranzo pronto da casa. La richiesta di pasti da
consumare fuori casa ha fatto aumentare il numero e le tipologie
di locali che possono offrire questo servizio.
• Il pranzo serale è, molto spesso, l’unico pasto consumato in
famiglia.
• La dieta degli italiani è ancora basata sugli alimenti raccomandati dalla Nella pausa pranzo,
dieta mediterranea: pasta, riso, cereali, vegetali, frutta, olio extravergine molte persone si fanno
d’oliva e pesce. Tuttavia, soprattutto tra i giovani, si assiste a un cambia- consegnare il pasto
mento a favore di alimenti come gli hamburger, le patatine fritte e i cibi in ufficio.
facili da consumare in fretta anche per strada (street food).
• Il piatto unico ha sostituito, almeno nella maggior parte delle occasioni, il
menu completo, che è invece consumato di solito nei giorni festivi e nelle
occasioni particolari.
• La mancanza di tempo per la preparazione dei pasti ha incrementato il
mercato dei cibi ad alto valore tecnologico, ossia quei cibi semipreparati
o pronti al consumo. I reparti di gastronomia dei supermercati offrono
un’ampia gamma di prodotti che richiedono solo di aprire l’involucro o
rigenerare nel microonde l’alimento da consumare. Anche i banchi dei
prodotti in scatola e dei surgelati hanno arricchito la loro offerta.
• Le occasioni conviviali sono aumentate considerevolmente e, di conse-
guenza, sono nate o si sono sviluppate nuove tipologie di ristorazione.
La sera, gli italiani si trovano volentieri nei locali per mangiare. Ma, molto
spesso, non è l’appetito a muoverli, bensì la voglia di stare insieme in luo-
ghi in cui si possa conversare, vivere un’esperienza diversa dal solito, vedere
e assaggiare cose nuove, divertirsi.
• Gli italiani, rispetto ad altri popoli europei, preferiscono comunque man-
giare cibi tipici delle tradizioni locali, rispetto a cibi etnici, appartenenti
ad altre culture.
• Gli italiani rimangono comunque un popolo in cui la soggettività nelle
scelte alimentari è predominante. Ogni persona acquista e consuma ali-
menti secondo criteri personali difficili da classificare.
• L’aspetto salutistico è tenuto in forte considerazione. Negli ultimi anni,
sono aumentati i consumi di alimenti dietetici e prodotti alimentari gene-
rici che dichiarano di non usare sostanze considerate dannose per la salute
o che evidenziano il contenuto calorico ridotto.
• È in forte crescita l’attenzione per la qualità, la sicurezza e l’impatto eco-
logico e sociale dei cibi da acquistare. La stagionalità dei prodotti e la loro
provenienza giocano un ruolo importante nelle scelte d’acquisto.
Unità 2 gli stili
gastronomici
1 L’offerta gastronomica
Come abbiamo visto nell’Unità precedente, la scena alimentare contempo-
ranea è molto varia. Nel tempo l’offerta gastronomica si è diversificata per
far fronte alle richieste di una clientela che ha una cultura alimentare sempre
maggiore e una disponibilità economica crescente.
Attualmente le persone possono scegliere fra innumerevoli forme di ristora-
zione e di stili alimentari.
l’offeRTa
gasTRonomica
Cucine etiche
Offerta tradizionale e dietetiche
• Cucina classica • Cucina biologica
• Cucina moderna • Cucina equosolidale
• Cucina rivisitata • Cucina mediterranea
• Cucina nazionale • Cucine vegetariane
• Cucina regionale • Cucina macrobiotica
• Cucina internazionale • Cucine legate a movimenti
• Cucina etnica sociali e politici
Cucine scientifiche
Cucine “globali” e sperimentali
• Cucina fusion • Cucina destrutturata
• World food cuisine • Cucina molecolare
Unità 2 | Gli stili gastronomici 15
2 L’offerta tradizionaLe
La cucina classica
È offerta da ristoranti e alberghi tradizionali di medio e alto livello, prevede
un servizio curato e rispettoso delle regole proprie di ogni pietanza proposta.
Trova ancora degli estimatori, anche se pare essere sempre meno richiesta. È
la base su cui si fonda l’alta cucina, ancora oggi servita nei ristoranti più bla-
sonati del mondo.
La cucina classica è nata intorno al periodo rinascimentale, nel XVI secolo,
quando prendevano forma le cucine nobiliari europee, influenzandosi e in-
tegrandosi tra loro, anche grazie alle pubblicazioni di gastronomi importanti
vissuti in epoche precedenti, come Guillaume Tirel detto Taillevent (1310 ca.-
1395). In epoche più recenti, l’opera di codificazione è continuata con altri
personaggi, come Georges Auguste Escoffier (1846-1935), ma anche Pellegri-
no Artusi (1820-1911) per quanto riguarda la cucina classica italiana.
I piatti della cucina classica sono elaborati, ricchi di grassi e di ingredienti
spesso pregiati e costosi. Prediligono lunghe cotture e hanno nomi altiso-
nanti, spesso con richiami a personaggi storici illustri. I nomi dei piatti usano
anche termini francesi, spesso intraducibili in altre lingue e non facili da com-
prendere per chi non possiede una buona cultura gastronomica.
La cucina rivisitata
Non è una tipologia di cucina ben precisa, è piuttosto un esercizio di modi-
fica dei piatti già esistenti, appartenenti alla tradizione e quindi al passato.
È nata da una specifica esigenza di ammodernare piatti di qualità o comunque
interessanti per vari aspetti, che oggi non sarebbero attuali perché:
• troppo calorici: nella cucina rivisitata i grassi animali sono sostituiti con
olio extravergine d’oliva e ridotti nelle quantità; le porzioni sono più pic-
cole e le cotture possono anche essere diverse purché il risultato del piatto
ricordi quello originale; sono sostituite le cotture nei grassi con cotture in
tegami antiaderenti o in condizionamento sottovuoto;
• troppo costosi: è ridotto l’uso di ingredienti pregiati e/o lavorazioni e
cotture dispendiose;
• troppo pesanti dal punto di vista estetico: i piatti rivisitati, solitamente,
si presentano gradevolmente equilibrati e mai troppo decorati rispetto agli
originali.
Talvolta, le rivisitazioni cambiano completamente le caratteristiche originali
dei piatti da cui derivano. Per esempio, una fetta di fegato impanata alla mila-
Il tiramisù è uno dei piatti nese e fritta, secondo la ricetta tradizionale, potrebbe essere trasformata in un
nazionali più rivisitati in
piccolo stuzzichino per aperitivo.
assoluto, non si contano le
sue reinterpretazioni. Molto spesso i piatti sono rivisitati e riproposti in modi diversi anche solo per
la volontà degli chef di interpretare a modo loro una pietanza.
La cucina nazionale
È la cucina che rappresenta una Nazione. Ogni Stato si identifica attraverso
piatti riconosciuti in tutto il suo territorio e molto spesso anche molto co-
nosciuti all’estero. Il più delle volte i piatti nazionali derivano da preparazioni
regionali che nel corso dei secoli hanno saputo guadagnarsi la fama ed essere
apprezzate da buona parte della popolazione.
Sono considerati piatti nazionali italiani, per esempio, il tiramisù, il panetto-
ne, il pandoro di Verona, gli spaghetti al pomodoro, le lasagne alla bologne-
se, i tortellini in brodo, la costoletta alla milanese, la fiorentina alla brace, la
pizza napoletana.
La cucina regionale
È la cucina delle centinaia di piatti che ogni singolo territorio (come sarebbe
più corretto chiamare questo genere di cucina) esprime, con tutte le sue va-
rianti e le sue particolarità. Ogni Stato ha le proprie identità gastronomiche
territoriali. L’Italia ha forse il numero più alto di pietanze diverse di origine
territoriale. Questo è dovuto probabilmente al fatto che gli italiani non hanno
l’abitudine di codificare le ricette, che vengono invece tramandate a voce. La
tradizione orale fa che ognuno modifichi a proprio piacimento gli ingredienti,
le dosi e le tecniche di preparazione e cottura, tanto che ancora oggi in Italia
gli appassionati e gli esperti dibattono sulle particolarità di ricette che sareb-
bero dovute essere consolidate già da tempo.
Per distinguere un piatto da considerarsi nazionale rispetto a uno regionale,
Lasagne alla bolognese, bisogna provare a studiarne la diffusione nel territorio. Capiamo meglio il
piatto della cucina concetto con un esempio. La pasta al pomodoro, seppur con delle varianti,
nazionale italiana. è sicuramente preparata in tutto il territorio nazionale. La coda alla vaccina-
Unità 2 | Gli stili gastronomici 17
ra, tipico piatto laziale, è preparata invece nel territorio in cui la tradizione è
ben radicata e forse in qualche altra parte d’Italia o del mondo, ma da poche
persone, probabilmente migrate dalla terra d’origine. Sono solitamente piat-
ti dai gusti decisi, molto spesso sono anche difficili da gustare per un palato
non abituato.
Sono piatti regionali, per esempio, i canederli in brodo, la cassoeula lombar-
da, il fegato alla veneziana, i brodetti di pesce, le sarde a beccafico siciliane ecc.
Tratteremo più estesamente la cucina regionale nel Modulo 6.
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La cucina mediterranea
È la cucina che offre i piatti tipici della dieta mediterranea, che deriva
dall’evoluzione delle diete di Greci, Romani e dei Paesi che si affacciano sul
Mediterraneo. Negli anni ‘50 un medico americano, Ancel Keys, studiò l’ali-
mentazione degli abitanti di una zona della Campania per scoprire il segreto
della loro salute, avendo notato una scarsa incidenza di malattie cardiovasco-
lari e una notevole longevità. Analizzando la dieta di queste persone pose le
basi della dieta mediterranea. I piatti di questo genere di cucina sono solita-
mente semplici, rustici, poco elaborati e vari nelle proposte. Gli ingredienti
Insalata di Pantelleria più consigliati sono i cereali e gli sfarinati, la frutta, gli ortaggi e i legumi, l’o-
composta di patate lessate, lio extravergine d’oliva, il pesce. Mentre le carni, le uova, i formaggi e i loro
pomodori, cipolle, olive derivati (escluso lo yogurt) e i grassi animali devono essere usati con modera-
nere, origano e i capperi zione. Tra i piatti tipici della cucina mediterranea: la pizza, il cuscus, le insa-
originari dell’isola.
late composte (insalata di Pantelleria, caprese, insalata greca), le bruschette, la
panzanella, le zuppe di ortaggi e legumi e la pasta.
La cucina vegetariana
Prevede piatti privi di ogni tipo di carne animale, compresi i pesci e i cro-
stacei. Sono invece ammessi i sottoprodotti di origine animale, quali latte, uo-
va, formaggio e miele. I piatti vegetariani hanno come protagonisti i cereali,
i vegetali, i legumi, le alghe, i germogli, i funghi, ma anche prodotti lavorati
come il tofu, il seitan, il tempeh e il miso.
Tofu Seitan
Chiamato anche caglio di se- Alimento molto proteico ri-
mi di soia o formaggio vegeta- cavato dal glutine del grano
le per la sua similitudine, nella tenero e da altri cereali. Ha
preparazione, con il formag- un aspetto simile alla carne
gio di latte animale. Si ottiene e si può preparare usando le
dalla cagliatura del latte di soia stesse tecniche di questa, in
e dalla pressatura in blocchi. È numerose preparazioni (alla
un prodotto con poco sapore e pochi aromi. Si presta bene, piastra, come spezzatino ecc.). Il seitan si può acquistare
sia crudo sia cotto, a numerose preparazioni, per esempio in sia al naturale sia semipreparato in un’infinità di proposte.
umido con funghi, fritto, come spezzatino ecc. Ha una con- Si può facilmente preparare seguendo una semplice ricet-
sistenza spugnosa e assorbe gusti e aromi dagli ingredienti di ta (vedi box “In pratica” Come preparare il seitan).
complemento. Se si fa uno spezzatino con ortaggi, per esem-
pio, è bene farlo il giorno prima per permettere l’assorbimen-
to degli umori durante la conservazione in frigorifero. Miso
È un condimento ricavato dai
Tempeh o tempè semi di soia gialla, molto po-
polare in Oriente, soprattutto
Noto come “carne di soia”, è ri- in Giappone e Corea. I semi di
cavato dalla fermentazione dei soia sono cotti e uniti a cereali,
semi di soia gialla. Ha sapore come riso oppure orzo, insemina-
deciso e robusto e, come il tofu, ti con un particolare fungo. Poi sono fatti fermentare per
si presta a numerose combina- alcuni mesi, finché gli amidi dei cereali non si trasformano
zioni insieme ad altri ingredien- in zuccheri semplici. Il miso è usato per insaporire zuppe,
ti. Si conserva in acqua salata. brodi, salse e piatti in umido.
Unità 2 | Gli stili gastronomici 23
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concept
*KEYS
Le motivazioni della dieta vegetariana. La scelta di uno stile alimentare ve-
getariano può avere motivazioni di varia natura: salutiste, chi abbraccia que-
sto stile è convinto che sia il modo più sano di nutrirsi;
ecologiste, per la produzione delle carni su larga scala
vengono disboscate foreste per far largo ai pascoli ed è
usata una quantità ingente di prodotti chimici e pestici-
di pericolosi; economiche, per produrre carni per l’ali-
mentazione umana è necessario un dispendio energetico
maggiore rispetto alla coltivazione dei vegetali; etiche e
spirituali, il vegetarismo è una filosofia di vita di cui si
hanno tracce fin dal VI secolo a.C. I vegetariani, inoltre,
combattono attivamente l’allevamento ai fini alimentari
e l’uccisione degli animali.
La cucina macrobiotica
La macrobiotica è prima di tutto una filosofia di vita le cui regole alimentari
sono state dettate dal giapponese George Ohsawa negli anni Sessanta e Settan-
ta del secolo scorso, riprendendo principi della medicina naturale cinese. L’a-
limentazione macrobiotica prevede un consumo bilanciato di alimenti Yin e
Yang, preferendo cibi biologici, integrali e non lavorati industrialmente, oltre
a particolari tipologie di cottura e preparazione. Al gruppo Yin appartengono
i cibi acidi: tè, latte, frutta, yogurt, spezie. Nel gruppo Yang sono compresi i
cibi alcalini: sale, uova, carne, pesce ecc.
La macrobiotica non rientra tra le diete vegetariane perché prevede l’utilizzo di
pesci e crostacei. Tuttavia, i cereali integrali, il riso, le verdure e gli alimenti di
Insalata di alghe marine. origine marina come le alghe sono la base di questo genere di cucina.
La religione cattolica
La religione cristiano-cattolica in materia alimentare consente una sostanziale
libertà. Nella tradizione cristiana, partendo dal presupposto che il cibo è un
dono del Signore, non è fatta alcuna distinzione tra cibi, o bevande, permessi
e proibiti.
Nel Nuovo Testamento non ci sono divieti che colpiscono cibi specifici; piut-
tosto, sono riconosciuti e considerati speciali il pane, il vino e l’olio, cui sono
dati significati religiosi ben precisi.
Il cibo assume un ruolo centrale nella condivisione e così a ogni festa di pre-
cetto ogni comunità propone piatti tipici tradizionali che affondano le radi-
ci proprio nella cultura religiosa. Ai cristiani cattolici è richiesto di osservare
astinenza e digiuno (non mangiare carni e non bere bevande alcoliche) in
determinati periodi dell’anno. I piatti più indicati per questi periodi sono a
base di vegetali e pesci.
Il cibo assume un ruolo
centrale nella condivisione I piatti tradizionali delle festività italiane. Le festività della tradizione cattolica
e a ogni festa le comunità
sono solitamente celebrate, a livello gastronomico, con piatti ricchi e sostan-
propongono piatti tipici
tradizionali. Nella cultura ziosi, che seguono quelli del giorno di digiuno e astinenza. Ogni territorio ha
cattolica, al pane, al vino e le proprie consuetudini, che molto spesso sono diverse anche a pochi chilome-
all’olio sono dati significati tri di distanza. Le moltissime specialità legate alle feste religiose talvolta pro-
religiosi molto importanti. vengono da tradizioni popolari e sono state associate alle feste solo in seguito.
unità 2 | Gli stili gastronomici 27
Solo per citare i più rappresentativi, vediamo una panoramica dei piatti re-
gionali delle due più importanti feste cattoliche, senza dimenticare i dolci
ormai diffusi in tutta la penisola, soprattutto il panettone per il Natale e la
colomba per la Pasqua.
Natale Pasqua
• Minestra maritata (Campania) • Pizza di Pasqua (Abruzzo)
• Tortellini in brodo (Emilia-Romagna) • Casatiello (Campania)
• Brovada e muset (Friuli-Venezia Giulia) • Pastiera napoletana (Campania)
• Cappon magro (Liguria) • Zambela romagnola (Emilia-Romagna)
• Abbacchio arrosto con patate (Lazio) • Pinza triestina (Friuli-Venezia Giulia)
• Vincisgrassi (Marche) • Torta pasqualina (Liguria)
• Cappone ripieno (Lombardia), (nella foto) • Abbacchio a scottadito (Lazio)
• Capitone alla brace (Puglia) • Ciambella strozzese (Marche)
• Carbonata o carbonada (Valle d’Aosta) • Panareddre o cestini di Pasqua (Sicilia)
• Bollito misto piemontese (Piemonte) • Pasimata (Toscana, Lucca)
• Polenta e baccalà (Veneto) • Agnello pasquale (Sicilia)
• Cassata (Sicilia)
• Pardulas (Sardegna), (nella foto)
La religione musulmana
Il Corano, a differenza dei testi cristiani, prescrive ai fedeli quali alimenti pos-
sono essere consumati e quali no. È prevista una divisione in alimenti:
• leciti o permessi: halˉal;
• illeciti o proibiti: harˉam, per esempio, la carne di maiale e gli alcolici;
• dubbi o sospetti: mushbûb, il loro consumo è affidato alla coscienza del
fedele;
• sconsigliati: makrûh.
La religione ebraica
Il libro del Levitico, contenuto nella Bibbia, è il testo
da cui sono ricavate le regole alimentari ebraiche, dette
kasherut, che si basano sui cicli vitali agricoli e sul ri-
spetto della vita.
Gli ebrei dividono i cibi in puri o kasher (adatto, con-
forme) e impuri o taref. Sono considerati cibi kasher tutti
i vegetali, in funzione del fatto che, secondo l’ebraismo,
l’uomo fu concepito vegetariano e solo più tardi, con Mo-
sè, iniziò a consumare carne. Le carni possono quindi es-
sere ammesse (kasher) o proibite (taref).
Il muro del pianto
Indicazioni dietetiche per la religione ebraica di Gerusalemme.
Alimenti proibiti:
• pane e dolci conditi con grasso animale;
• latticini e carne nello stesso pasto;
• formaggi prodotti con caglio animale;
• uova di animali che mangiano altri animali o uova che contengono sangue;
• crostacei e molluschi;
• grasso animale.
Alimenti permessi:
• pane e cereali di tipo comune (pagnotta, rosetta) sono considerati neutrali
se non al latte o in abbinamento con il latte, altrimenti sono considerati
derivati del latte;
• latte fresco di giornata;
• formaggi prodotti con caglio microbico o di sintesi;
• uova di gallina, purché esenti da contaminazioni ematiche;
• carne bovina, di pecora, di capra e pollame; questi animali devono essere
macellati in apposito macello e il sangue deve essere rimosso con procedu-
re di bagnomaria e sale;
• pesce di mare: solo pesce con pinne e squame;
• oli vegetali (con esclusione di olio di semi vari e vinacciolo);
• burro quando non abbinato a carne, verdura e frutta;
• dolci: le preparazioni con latte sono considerate facenti parte dei prodotti Il tipico pane azzimo
derivati dal latte; tutti quelli preparati senza latte sono considerati cibi neu- (senza lievito), consumato
trali; la gelatina kasher è considerata neutrale. in particolare nel periodo
pasquale.
Regole alimentari:
• latticini e prodotti della carne non possono essere consumati nello stes-
so pasto; un pasto deve contenere o solo carne o solo latticini;
• prevedere stoviglie diverse per pasti a base di carne e pasti a base di latte
e derivati (formaggio, burro ecc.);
• solitamente la carne e i latticini sono consumati utilizzando posate e
piatti distinti e in pasti diversi;
• durante la Pasqua degli Ebrei (8 giorni) sono proibiti prodotti lievitati;
i piatti e le posate che sono utilizzati non devono avere alcun contatto
con cibi lievitati;
• ogni prodotto che non sia latticino o carne (frutta, verdura, pesce, uova)
è considerato neutrale e può essere consumato in ogni momento del
pasto con ogni cibo.
30 Modulo 1 | Gastronomia, cultura e ristorazione
La religione induista
Gli induisti sono rigorosamente vegetariani, ritenendo sacra ogni forma di
vita animale, in particolare la mucca, che rientra nel Pantheon divino degli
induisti. Essa è raffigurazione della divinità e divinità essa stessa. L’articolo 48
della Costituzione vieta di macellare mucche, vitelli e altri animali da latte e
da tiro. Tuttavia, oggi in India, come in altre parti del mondo, i precetti reli-
giosi sono seguiti con modalità diverse dai vari individui. Per gli ortodossi è
indicata una dieta prevalentemente vegetariana, che non esclude il latte, poi-
ché fonte di nutrimento fornito dalla dea madre rappresentata appunto dalla
mucca. Questa dieta non sempre contempla le uova. Per i meno ortodossi e
in certe zone dell’India, sono ammesse deroghe al consumo di carni (pollo,
Alcune divinità montone, pesce e capra). L’uso della carne in India è stato introdotto anche
della religione induista
grazie alla contaminazione dovuta alla dominazione straniera, che ne richie-
sono associate a un toro.
Anche per questo in India deva invece il consumo.
il consumo di carne vaccina Il divieto religioso all’impiego di carni vaccine per la nutrizione umana ha
è proibito. anche sviluppi di tipo economico. Le regioni in cui l’induismo era diffuso
erano densamente popolate, per cui
allevare vacche per scopi alimentari
sarebbe stato svantaggioso, poiché
il consumo di risorse sarebbe stato
spropositato rispetto ai vantaggi nu-
tritivi ricavati.
L’alcol è proibito ai bramini (i sa-
cerdoti), mentre è ammesso, con
moderazione, per le altre persone.
Prima di mangiare ci si fa il bagno e Il Diwali, o “festa delle luci” induista, simboleggia
ci si cambia. Durante le vigilie delle la vittoria del bene sul male. Gli indù festeggiano
ricorrenze sacre è previsto il digiuno. a tavola con i laddu, dolcetti tipici.
Alimenti permessi:
• tutti gli altri, esclusi precetti particolari legati a indicazioni di testi sacri (co-
me aglio e cipolla).
La religione buddista
La dieta buddista è direttamente associata alla tradizionale alimentazione dei
monaci, i quali erano tenuti a fare elemosina e nutrirsi con i soli alimenti
che erano loro offerti direttamente dentro le ciotole con cui mendicavano. È
quindi una dieta molto frugale e fatta di pochi alimenti, compresa la carne,
purché gli animali da cui è ricavata non siano stati uccisi apposta per il nutri-
mento personale. L’astinenza dalle carni è raccomandata per rispetto alla vita
degli animali.
Il gomasio è un condimento Il riso è il piatto principale, che può essere aromatizzato con erbe, salsa di soia
composto con sale o con gomasio, ovvero grani di sesamo tostati e macinati con l’aggiunta di
e grani di sesamo tostati sale marino. Al riso vengono abbinati tanti alimenti, quasi sempre di origine
e macinati. vegetale, come gli ortaggi, i legumi o il tofu.
IN SINTESI
GASTROnOmiA,
CulTuRA E
RiSTORAziOnE
EvOluziOnE
dEllE ABiTudini STili
AlimEnTARi GASTROnOmiCi
SECOndA mETà
futurista
• Tradizionale • Aziendale
’900 • Di alta qualità • Sociosanitaria
Anni 2000 • A tema • Comunitaria
• Nouvelle cuisine • D’intrattenimento • Scolastica
• Ristorazione rapida • Chef e televisione • Neoristorazione • Viaggiante
• Ferran Adrià • Sostenibilità • A domicilio • Catering industriale
ambientale • Catering per eventi
TEST DI VERIFICA
vero o faLso b. vanno preferite le tecniche di cottura tradiziona-
li piuttosto che le nuove tecnologie
1 indica se le seguenti affermazioni c. le porzioni devono essere abbondanti
sono vere o false. d. il gusto non è l’unico senso da utilizzare in cucina
v F
4. La cucina fusion:
1. La storia non ha avuto nessuna influenza
a. fa parte della cucina tradizionale
sulla gastronomia.
b. mescola ingredienti provenienti da Paesi diversi
2. Gli antichi Romani spesso mangiavano
c. è una cucina etnica
distesi su lettini.
d. nasce da un’idea di Ferran Adrià
3. César Ritz viene definito “cuoco dei re
e re dei cuochi”. 5. Il sifone viene utilizzato nella:
4. Gualtiero Marchesi è un esponente a. cucina molecolare
della nouvelle cuisine. b. cucina fusion
5. Nella cucina vegana è permesso c. cucina equosolidale
il consumo di uova. d. cucina etnica
6. Il tiramisù è un piatto della cucina 6. Il primo ristorante moderno fu aperto:
nazionale italiana. a. a Londra nel ’700
7. La cucina rivisitata modifica piatti b. a Londra nell’800
già esistenti. c. a Parigi nel ’700
8. La legge n. 287/1991 divide i pubblici d. a Parigi nell’800
esercizi in quattro categorie. 7. Le trattorie offrono:
9. Le country house possono essere aperte a. servizio ricercato e menu innovativo
anche in città. b. menu scadente per contenere i prezzi
10. Nelle birrerie non è prevista la preparazione c. servizio semplice e menu tradizionale
di pasti. d. servizio elaborato e menu semplice
8. Per la religione cattolica, il periodo di astinenza e
digiuno prevede di:
rIsposta MuLtIpLa a. non mangiare dolci e non bere bevande gassate
b. non mangiare pesce e carni
2 indica la risposta corretta. c. non mangiare carni e non bere alcolici
1. Alimenti introdotti in Europa dopo la scoperta dell’A- d. non mangiare alcun cibo e non bere nulla
merica sono: 9. Sono piatti tipici della Pasqua cattolica:
a. melanzana e fagioli a. vincisgrassi e capitone alla brace.
b. patata e birra b. polenta e baccalà
c. pomodoro e zucchero c. carbonata e cappon magro
d. cacao e olio d. abbacchio a scottadito e pastiera napoletana
2. La tecnica di pastorizzazione è stata inventata nel: 10. I ticket restaurant:
a. ’600 c. ’800 a. possono essere usati solo nelle mense aziendali.
b. ’700 d. ’900 b. non possono mai essere usati nei supermercati
3. Tra le seguenti affermazioni, fa parte del manifesto c. vengono utilizzati solitamente dai liberi profes-
di Ferran Adrià: sionisti
a. vanno preferite materie prime dal prezzo elevato d. possono essere utilizzati in locali convenzionati