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Guarda questa foto, solo osservando il non verbale cosa ti trasmettono i due protagonisti?
Qual è il loro livello di coinvolgimento nel contesto/situazione? Ti sembrano partecipi?
Perché? Prova a soffermarti sui particolari delle loro posture, sguardi, gesti, espressioni.
silenzio/pause ritmo dell’eloquio tono di voce
volume della voce intercalare
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ESEMPIO ESEMPIO
Quando Fabio assume una posizione Quando Flavio assume una posizione
con il corpo schiacciato e il collo con il petto gonfio, il collo teso
e la testa incassati tra le spalle, e con la parte superiore del corpo molto
trasmette al suo interlocutore più esposta della parte inferiore,
un atteggiamento di sottomissione trasmette un atteggiamento dominante.
Distanza
Distanza
Distanza
pubblica
aspetto L’aspetto personale è una parte importante che influenza l’efficacia comunica-
esteriore tiva. L’impatto visivo è infatti importante, almeno quanto quello verbale: le per-
sone si faranno molto rapidamente condizionare, nel loro giudizio, dai vestiti
che indossiamo, come sono acconciati i capelli, la cura personale in generale.
Inoltre, quando parliamo in uno spazio pubblico, durante il lavoro, è impor-
tante ricordare che rappresentiamo non solo noi stessi, ma anche l’organizza-
zione di cui facciamo parte.
ESEMPIO code prevede giacca e cravatta o tailleur. Se invece, si affronta un
Presentarsi a un colloquio di lavoro presso una banca con i jeans colloquio di lavoro presso una multinazionale nel settore sportivo,
potrebbe generare disagio e la sensazione di essere fuori luogo, forse i jeans potrebbero passare molto di più inosservati. Ogni
poiché guardandosi intorno si scoprirebbe facilmente che il dress contesto ha un suo dress code.
espressione Il volto è una delle principali fonti di comunicazione. Infatti, la modalità più
facciale evidente con cui esprimiamo le nostre emozioni è l’espressione facciale. La ri-
cerca ha concluso che sei principali espressioni del viso mostrano le emozioni
primarie, cioè gioia, tristezza, disgusto, rabbia, paura e stupore, e possono es-
sere riconosciute come universali. Altre espressioni sono più specifiche e di-
pendono dal carattere di ciascuno, dalla cultura, dall’intensità delle emozioni e
sentimenti.
Il sorriso è un atto primario innato con una forte valenza comunicativa. L’atto
del sorridere può rappresentare un gesto di calore, vicinanza, apertura, oppure
un mero rituale sociale. In alcuni casi può apparire non opportuno, falso o ag-
gressivo. Altri segnali che concorrono a definire il messaggio del nostro sorriso:
• gli occhi, per esempio, possono rafforzare o ridurre la sincerità del sorriso, a
seconda che siano intensamente fissi sull’interlocutore o sfuggenti;
• le labbra, se sono rigidamente serrate o distese, possono intaccarne la sponta-
neità;
• gli angoli della bocca, se piegati verso il basso o verso l’alto, ne possono dimi-
nuire o aumentare l’intensità;
• la testa, se chinata di lato o eretta, denota rispettivamente chiusura o apertura;
• le sopracciglia, se sollevate rapidamente indicano riconoscimento e gradi-
mento, se sollevate lentamente mostrano disappunto.
gesti e Il linguaggio del corpo è una comunicazione non verbale che comprende sia i
movimenti gesti sia il movimento del corpo. Attraverso la comunicazione non verbale del
corpo, possiamo trasmettere una grande quantità di informazioni, senza parlare:
• il linguaggio del corpo contiene parole, frasi e segni di punteggiatura
• ogni gesto è come una singola parola: può avere diversi significati
Questo vuol dire che, per tutti i segnali corporei, l’interpretazione non deve
essere univoca, ma va ricercata la conferma del messaggio inviato analizzando
contemporaneamente gli altri segnali verbali e non verbali.
SEGNALI DI INTERESSE/ATTENZIONE/CONCENTRAZIONE
• contatto oculare diretto verso l’interlocutore o indiretto ma concentrato
• pieghe orizzontali della fronte: indicano che l’attenzione è fortemente attratta da
qualcosa (può tuttavia segnalare anche sforzo di capire, stupore, dubbio, confusione,
sorpresa, paura)
• pieghe verticali della fronte: indicano che l’attenzione e intensamente concentrata su
qualcosa/qualcuno
• mano vicino alla bocca o mento
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SEGNALI DI RIFIUTO/CHIUSURA
• postura rigida e contratta
• portare il busto indietro (peso del corpo indietro)
• spalle chiuse
• postura ipotonica (spalle curve, testa bassa…)
• sfuggire lo sguardo dell’interlocutore
• incrociare braccia e gambe: è comunemente inteso come segnale di chiusura. Può
essere letto come una barriera posta tra sé e l’interlocutore.
• serrare la bocca o coprire la bocca con la mano mentre si parla
SEGNALI DI TENSIONE/ANSIA/NERVOSISMO/FASTIDIO
• serrare la bocca
• muovere continuamente una parte del corpo (la gamba, il piede, la mano, tamburellare
con le dita)
• movimenti di manipolazione del proprio corpo durante l’interazione (toccarsi i capelli,
mangiarsi le unghie, schiarirsi la voce, dare un colpo di tosse, tirare la cravatta verso
l’esterno, deglutire ingiustificatamente…)
• movimenti che coinvolgono la persona con cui si sta parlando (battere sulla spalla
dell’interlocutore)
• giocherellare con una penna o con le monete nella tasca, cercare appoggi, muovere più
volte un foglio
ESEMPIO
Silvia è a colloquio con un cliente per affrontare un errore giocherellando con una penna. Tutti questi segnali vengono
commesso la settimana precedente: Silvia è nervosa e agitata percepiti dal suo interlocutore e potrebbero incidere
e cerca di scaricare la tensione, toccandosi i capelli e sulla buona riuscita dell’incontro.
SILENZIO E PAUSE
Il silenzio contiene più informazioni di quante non potrebbero racchiuderne le parole.
Con il silenzio possiamo trasmettere ascolto, riflessione, ma anche rabbia o paura. Spesso
abbiamo timore del silenzio e tendiamo a occupare tutto lo spazio sonoro. Eppure usare il
silenzio può essere essenziale per creare una buona comunicazione; ad esempio, durante
una conversazione è utile fare pause per:
• permettere all’interlocutore di parlare e mandare segnali di interesse verso l’altro
• evidenziare l’importanza di una affermazione appena formulata
• attirare l’attenzione prima di un messaggio importante.
Gli ascoltatori, durante le pause, interpretano il significato; a volte bisogna aver coraggio
di rimanere in silenzio fino a cinque secondi: pause intense come queste trasmettono au-
torevolezza e sicurezza.
RITMO DELL’ELOQUIO
Il ritmo si riferisce alla velocità della comunicazione: può essere lento o veloce. Solitamente, si
tende a parlare molto velocemente in situazioni di imbarazzo e semplicemente di nervosismo,
come potrebbe essere parlare davanti ad una folta platea. Un’accelerazione nel ritmo può
causare tensione in chi ascolta, mentre un ritmo lento trasmette calma e controllo.
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È una buona regola variare il ritmo, accelerando e poi rallentando, usando le giuste pause:
questo contribuirà a mantenere l’interesse e allontanerà il rischio di risultare monotoni!