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“Le idee non sono di nessuno,
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8 m i
sono di chi le esprime meglio”
(Emilio Cecchi)
A B A B
ESEMPIO ESEMPIO
Simone, Responsabile Marketing, si rivolge alla sua Simone, Responsabile Marketing, si rivolge alla sua
collaboratrice e dice: “Marta, c’è da terminare il report di collaboratrice e dice: “Marta, c’è da terminare il report di
analisi della concorrenza. Il report dovrà essere completo analisi della concorrenza. Il report dovrà essere completo
di tutti i dati già discussi insieme. Nel pomeriggio dovrò dei dati già discussi insieme. Per quanto riguarda la tabella
incontrami con il mio capo per presentarglielo”. di sintesi, come pensi di strutturala?”.
Simone ritiene che Marta abbia già tutte le informazioni Marta risponde: “Potrebbe essere interessante evidenziare
necessarie per procedere e non abbia necessità di ulteriori i dati relativi alle soluzioni innovative adottate e loro costi
chiarimenti. sul mercato”.
Marta ritiene non necessari ulteriori elementi per poter Simone. “Mi sembra una buona idea”.
procedere con il suo lavoro. Marta: “Per quando serve il lavoro completo?”.
In questo tipo di comunicazione il rischio è che, Simone: “Domani nel pomeriggio ho l’incontro con il mio
sia Simone sia Marta, diano “per scontate” alcune capo. Il report dovrà essere pronto per domani mattina, in
informazioni, che invece necessitano di essere condivise modo da rivedere insieme gli ultimi dettagli”.
e chiarite.
Sia Simone sia Marta ritengono necessario chiarire alcuni
aspetti su modalità e tempi di realizzazione del report.
Vediamo, oltre a mittente e ricevente, quali sono gli altri elementi che concorrono a definire
un processo di comunicazione:
messaggio
codifica decodifica
ca nale
rumore
mittente ricevente
feedback
contesto
distorsione del messaggio nel processo comunicativo è essenziale dare e richiedere feedback
all’interlocutore. In ambito organizzativo, il feedback – positivo o negativo - ha in sé il fine
di confermare, rafforzare o modificare un atteggiamento o comportamento dell’interlocutore
per migliorare la qualità complessiva della comunicazione e della prestazione del singolo o
del gruppo nel quale è inserito.
ESEMPIO 1 ESEMPIO 3
In una semplice conversazione in cui Antonio chiede a Barbara Serena sta incontrando Marco, un suo collaboratore, per
“Come stai?”, la risposta di Barbara “Bene grazie, oggi verificare insieme un documento che ha elaborato e che
sto proprio bene”, rappresenta il suo feedback, ovvero la sarà da presentare durante un importante meeting con il
risposta alla domanda. Anche il sorriso soddisfatto, oppure Top Management. Marco illustra la tabella di sintesi e le
ironico, di Barbara rappresenta un feedback che inciderà sul considerazioni finali; Serena, al termine, gli dice: “Il contenuto
proseguimento della conversazione tra Antonio e Barbara. della tabella è chiaro ed esaustivo: hai analizzato tutti i dati
di interesse ed li hai elaborati in modo da focalizzare in modo
ESEMPIO 2 chiaro le opportunità e le criticità del progetto” (feedback
Luigi sta parlando durante un meeting con un cliente positivo). E aggiunge: “Per quanto riguarda le considerazioni
importante. Ad un certo punto, egli nota sul viso del suo finali, le slides contengono molti concetti e sono scritte in
interlocuotere una espressione di disappunto (feedback). carattere molto piccolo. Esprimi le tue idee con frasi brevi e
Luigi riflette che, forse, si sta dilungando troppo sulle sue concise, in carattere leggibile e ben distanziate l’una dall’altra.
argomentazioni e decide di terminare per lasciar spazio al suo Questo permetterà di focalizzare meglio i tuoi interlocutori sui
interlocutore. tre concetti chiave che vuoi trasferire” (feedback negativo).
Il canale comunicativo si riferisce al mezzo fisico con cui viene trasferito il messaggio. In
un contesto faccia a faccia i canali utilizzati sono la parola e la visione, tuttavia durante una
conversazione telefonica il canale è limitato al solo parlato. In una comunicazione scritta,
le e-mail rappresentano il canale. Anche applicazioni come Whatapps, Messenager, Skype
rappresentano dei canali comunicativi.
ESEMPIO 1 ESEMPIO 2
Durante una video call, Simone e Sara comunicano in italiano Mara chiama il collega Teo, dell’ufficio IT, per un problema
(codice) che permette di condividere i messaggi. Ad un certo di rete. Teo fornisce a Mara prime indicazioni per risolvere il
punto, si collega anche John, il collega inglese, e decidono di problema, utilizzando termini non tecnici (codice) in modo
adeguare il codice comunicativo e parlare inglese, in modo da da farsi comprendere. Quando Teo si confronta con il collega
rendere possibile la comprensione a tutti i partecipanti. Marco per approfondire e risolvere la problematica, utilizza
termini tecnici (codici) che permettono loro di comprendersi e
essere veloci nella risposta.
uni o SKILL CASE COMUNICAZIONE EFFICACE • TUTORIAL 1 5
1° principio
Non si può non comunicare
Il comportamento è comunicazione: è impossibile non avere un comportamento, quindi
è impossibile non comunicare. Anche quando stiamo in silenzio, comunichiamo qualcosa
(ad esempio, imbarazzo, rabbia, riflessione, ecc. ): questo qualcosa va spesso oltre le nostre
intenzioni e può essere interpretato in modi differenti, a seconda di chi osserva.
2° principio
In ciascuna comunicazione ci sono due livelli:
il contenuto e la relazione
In una comunicazione possiamo riconoscere:
• il contenuto, ovvero le informazioni, notizie, dati, ed è il primo livello, indica ciò che si
sta comunicando
• la relazione, che può essere rappresentata da un comando, un avvertimento, una col-
laborazione, un rimprovero, ed è il secondo livello, indica il tipo di connessione che si
desidera instaurare con l’interlocutore.
In sostanza, conta “che cosa diciamo” e anche “come lo diciamo”.
ESEMPIO alcuni chiarimenti su un documento ricevuto nei giorni
Le semplici parole “Vieni qui” a seconda del tono, postura, precedenti e chiede: “Quale database hai utilizzato per
atteggiamento con cui si pronunciano possono rappresentare raccogliere i dati?”. Il tono pacato e collaborativo di Michele,
un invito, una supplica, un ordine, una minaccia. ben predispongono Marcello a fornire le informazioni che gli
Michele chiama al telefono Marcello, un suo collega, per sono necessarie.
3° principio
Il modo di interpretare una comunicazione dipende da come viene
punteggiata (o ordinata) la sequenza delle comunicazioni fatte
Gli scambi di messaggi tra due interlocutori possono essere visti, da un osservatore esterno,
come una sequenza ininterrotta di scambi comunicativi. Tuttavia, coloro che partecipano ad
una interazione introducono degli aspetti che definiscono il rapporto causa-effetto all’interno
della comunicazione, che viene definito “la punteggiatura della sequenza di eventi”.
Secondo la “punteggiatura” usata, cambia il significato dato alla comunicazione e alla rela-
zione. Ciascuno può definire il proprio punto di partenza (la causa) e quindi dare il proprio
uni o SKILL CASE COMUNICAZIONE EFFICACE • TUTORIAL 1 6
significato a una comunicazione (l’effetto). In una situazione in cui due persone sono in
conflitto, si può arrivare a una escalation, in cui entrambe le parti sono assolutamente in
buona fede, convinte di dover “pareggiare il conto” o “avere ragione”.
ESEMPIO di fare tutto!”. E Maurizio controbatte: “Luca non mi dà
Luca e Maurizio sono due colleghi che lavorano su un spazio e vuole fare tutto lui… ”. Spesso le due posizioni
progetto comune, che sta procedendo lentamente e con possono andare all’infinito, ognuno rafforzando la propria
difficoltà enormi. Spesso i due si accusano a vicenda. Luca “punteggiatura”. A ben vedere è difficile dire quale dei due
si lamenta “Mi devo occupare io di tutti gli aspetti, perché viene per primo o quale sarebbe la posizione dell’uno se non
Maurizio non contribuisce… E quindi io non ho tempo ci fosse l’alto.
4° principio
La comunicazione può essere analogica o digitale
La comunicazione avviene attraverso i canali:
• verbali, le parole e i segni. Questa modalità viene definita digitale
• non verbali (le immagini, i gesti). Questa modalità viene definita analogica
DIGITALE ANALOGICO
mano
Analogici sono quei segnali
che contengono una qualche
rappresentazione o immagine
del significato a cui si riferiscono.
La parola MANO non è l’oggetto reale, non c’è nulla di Questa mano può indicare
specificatamente simile ad una mano nella parola “mano”: il numero 5 oppure
se proviamo a stringerla, non tocchiamo nulla! “alt/stop/fermarsi”.
5° principio
Gli scambi di comunicazione, le interazioni tra mittente
e ricevente sono simmetriche o complementari
Nella interazione simmetrica, gli interlocutori sono allo stesso livello: nessuno di loro sem-
bra voler superare l’altro, non esiste una relazione subordinata tra i soggetti.
Nell’interazione complementare, gli interlocutori non sono allo stesso livello: uno è in una
posizione superiore (One-up) l’altro è in una posizione subordinata (One-down).