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T9 A se stesso
(Canti, 28)
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Scritta a Firenze nel 1833, la lirica è il quarto dei cinque canti del “ciclo di Aspasia”, ispirati
dall’infelice amore per Fanny Targioni Tozzetti. A se stesso rappresenta il momento della
delusione estrema, quando, spento ogni entusiasmo e ogni speranza, Leopardi sente il bisogno
di recuperare il dominio di sé, della propria razionalità. La breve lirica si presenta come un
monologo del poeta con il proprio cuore, al quale chiede di smettere per sempre di amare
perché non c’è niente per cui valga la pena di lottare e soffrire: la vita, come mai prima d’ora, si
Metrica: presenta a Leopardi come un vero e proprio deserto («Amaro e noia / la vita, altro mai nulla»)
endecasillabi in cui non c’è posto per i sentimenti.
e settenari
liberamente
alternati e legati Contenuti Pensiero e poetica
da tre rime
(vv. 3-5, 11-15,
● La fine delle illusioni e della passione amorosa ● La natura matrigna
14-16).
● Il disprezzo per la natura
1. Or poserai… è spento: ora riposerai per opardi si rivolge ancora al suo cuore). Hai ra») una volta per tutte (cioè non farti più
sempre (cioè smetterai di amare), mio cuo- amato («palpitasti») a sufficienza («Assai»). illusioni). Al genere umano il destino non ha
re stanco. È morta («Perì») l’ultima illusio- Nessuna cosa merita («val») la tua soffe- concesso altro che la morte. Ormai disprez-
ne che avevo creduto («mi credei») eterna. renza («i moti tuoi», “i tuoi sentimenti”), za te stesso (Leopardi sta parlando sempre al
È morta. Ben sento che in me («in noi») e nessuna cosa terrena («la terra») è degna suo cuore), la natura, il malvagio («brutto»)
è spenta non soltanto («non che») la spe- dei tuoi sospiri. Dolore («Amaro») e noia è potere che, di nascosto («ascoso»), governa
ranza («speme») di illusioni piacevoli («ca- la vita, nient’altro mai; e il mondo è fango. («impera») facendo il male di tutte le crea-
ri inganni»), ma anche il desiderio stesso. 3. T’acqueta… del tutto: calmati («T’acque- ture («a comun danno»), e l’infinita inutilità
2. Posa… il mondo: riposa per sempre (Le- ta») ormai. Abbandona la speranza («Dispe- («vanità») di tutte le cose.
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Giacomo Leopardi
Unità 8
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SEZIONE 3 • Dal Congresso di Vienna all’Unità d’Italia
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