Sei sulla pagina 1di 4

Il MONTAGGIO

IL MONTAGGIO INVISIBILE (vedi pdf dedicato)


Il cui scopo principale è rendere il montaggio impercettibile agli occhi dello spettatore
attraverso la costruzione non ambigua della storia narrata e una comunicazione dei
contenuti senza esibizioni stilistiche.

MONTAGGIO CONNOTATIVO
Il montaggio connotativo si caratterizza per la sua volontà di produrre del senso (creazione
di nuovi significati – concetti).
Nasce in Russia negli anni ’20, quando Kulesov dimostra come l’associazione di due
immagini può produrre un senso diverso di quello che lo spettatore percepirebbe se le
vedesse singolarmente.
Alla base del montaggio connotativo c’è il conflitto, la “collisione” tra due inquadrature che
si trovano l’una accanto all’altra. Tali conflitti possono darsi non solo nel passaggio da
un’inquadratura all’altra, ma anche all’interno di una stessa inquadratura.
Il conflitto può essere di diversi tipi:
Delle direzioni grafiche (delle linee)
Dei piani (tra loro)
Dei volumi
Delle masse (volumi sottoposti a diverse intensità luminose)
Degli spazi
Tra suono e immagini
Un esempio di montaggio connotativo si trova nel film Sciopero (1925) di S. Ejzenstejn.
https://www.youtube.com/watch?v=cx5DgbQzxAg

MONTAGGIO FORMALE
Il montaggio formale pone in primo piano gli effetti di tipo formale, sia grafico - spaziali che
ritmico – temporali.
E' un montaggio in cui le qualità grafiche e formali delle immagini prendono il sopravvento
su qualunque criterio di ordine narrativo.
Utilizzato dai cineasti giapponesi. Oggi è molto utilizzato anche in pubblicità e nei videoclip
musicali.
Alcuni esempi:
Viaggio a Tokyo di Yasujiro Ozu, 1953
https://www.youtube.com/watch?v=tVNmoeYHfzk

I sette samurai di Akira Kurosawa, 1954 (1:07:40)

Psyco di Alfred Hitchcock, 1960 (sia nel passaggio dall’inquadratura dello scarico della
doccia all’occhio di Marion, sia per il ritmo dato dal susseguirsi delle inquadrature nella
scena della doccia e in altre scene del film).
ttps://www.youtube.com/watch?v=s22lNU5jXM4

MONTAGGIO ELLITTICO
Il montaggio ellittico è un montaggio di contrazione temporale che non solo omette il
superfluo ma anche ciò che il film non vuole mostrare allo spettatore.
L’ellissi invita lo spettatore ad una partecipazione attiva, a lavorare con l’immaginazione.
Esistono almeno tre modi per indicare un’ellisse:
- Tramite dissolvenze: era il metodo più usato fino agli anni ‘50. In seguito trovandosi
davanti un pubblico più maturo, il cinema successivo ha preferito ricorrere all’uso di
semplici stacchi e ad espedienti di messa in scena.
- Un secondo modo per indicare un’ellisse è quello del campo vuoto. Es. Una prima
inquadratura permane sullo schermo anche dopo l’uscita del personaggio; la seconda
inquadratura si aprirà vuota per poi mostrarci l’entrata del personaggio.
- Un terzo procedimento è quello dell’inserto, ovvero di un’inquadratura di transizione su
qualcos’altro, che dura meno del tempo dell’azione messa in ellissi.
Normalmente la condizione per poter realizzare questo genere di montaggio è che la scena si
sviluppi attorno ad un nucleo tematico, che ci sia comunque lo sviluppo riconoscibile
dell’azione, oppure che si possa osservare un’evoluzione nel rapporto tra i protagonisti.
La pubblicità, proprio perché obbligata a rispettare tempi brevissimi, utilizza molto l’ellissi.
Un esempio di montaggio ellittico si trova nella già nominata sequenza della doccia nel film
Psyco.
Un altro esempio si trova nella sequenza della corsa, nel film Forrest Gump, regia Robert
Zemeckis, del 1994.
https://www.youtube.com/watch?v=QgnJ8GpsBG8
Un terzo esempio si trova nel film Quarto potere di Orson Welles, del 1941. Il film mostra un
caso particolare di ellissi: il racconto ad episodi.
https://www.youtube.com/watch?v=Mg7VUk4DjIk

MONTAGGIO ALTERNATO E PARALLELO


Si parla di montaggio alternato quando si alternano inquadrature di due o più eventi che
si svolgono in luoghi diversi ma, di solito, simultaneamente e che sono destinati a
convergere in uno stesso spazio (si parla di montaggio parallelo quando gli eventi non
convergono).
Un esempio di montaggio alternato si trova nel film L’uomo che sapeva troppo di Alfred
Hitchcock, del 1956 (remake dell’omonimo film dello stesso autore, del 1934)
https://www.youtube.com/watch?v=1CBjxGdgC1w
Un esempio di montaggio parallelo si trova nel film Il padrino, di Francis Ford Coppola, del
1972
https://www.youtube.com/watch?v=8Pf8BkFLBRw

MONTAGGIO DISCONTINUO
Il montaggio visibile o discontinuo si basa sull'evidenza del taglio, esalta la sottrazione del
tempo e la discontinuità dello spazio.
Spesso utilizza uno stile di ripresa che lo suggerisce: macchina a mano, tagli di
inquadratura simili, movimenti di macchina sporchi, utilizzo del jump cut.
Il montaggio visibile chiede allo spettatore di essere attivo, perché attraverso
l'accostamento delle immagini vengono prodotti nuovi significati che lui deve cogliere e
interpretare.
Infine il montaggio discontinuo è un importante momento di riscrittura del film, a differenza
del decupage classico che è più attento a rispettare la sceneggiatura.
Le regole della continuità classica non vengono rispettate. Sul piano spaziale può ad
esempio accadere che non venga rispettata la regola dei 180°. Alcuni registi (come Ozu)
danno vita ad un sistema di rappresentazione circolare a 360°, nell’ambito del quale
dispongono liberamente la loro cinepresa. La posizione dei personaggi sarà di volta in
volta rovesciata sullo schermo, così come è destinato a mutare lo sfondo su cui i due
personaggi sono collocati.
Es. Una storia di Tokyo di Yasujiro Ozu (1953)
https://www.youtube.com/watch?v=SCrJ70qUU4k
Un secondo modo per dar vita a forme di discontinuità (spaziale e temporale) è tramite
l’uso del falso raccordo (jump cut).
Es. Fino all’ultimo respiro di Jean Luc Godard, del 1969
https://www.youtube.com/watch?v=1KUVwKp6MDI
Un altro metodo è quello del ricorso ad inserti non diegetici che introducono associazioni
metaforiche, come il pavone meccanico in Ottobre di Ejzenstejn (1928)
https://www.youtube.com/watch?v=EA-q0umZvR4

Sul piano temporale si ottiene discontinuità non rispettando l’ordine cronologico degli
eventi e tramite l’uso di flashback e flashforward. Un altro elemento di discontinuità
temporale, infine, è dato dall’uso della ripetizione, quando, cioè, un'azione ripresa in
un'inquadratura è replicata in parte o per intero in quella successiva.
Es: Ottobre di Ejzenstejn (1928)
https://www.youtube.com/watch?v=znEdcyNh0Kw
Es: Il bandito delle 11 di Jean Luc Godard, 1965 (20:42)
https://www.youtube.com/watch?v=eZhowOLBRzk

Potrebbero piacerti anche