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Introduzione:

In quanto segue, verranno analizzati dal punto di vista strutturale e funzionale due tipologie di strumento; il
contrabbasso ed il pianoforte. Cercherò di spiegare il funzionamento sia da un punto di vista pratico che
teorico cercando di evidenziarne anche le differenti potenzialità musicali e funzionali date dalla loro
differente struttura. Inoltre analizzerò il loro funzionamento studiando specificatamente la fisica a loro
collegata, analizzando nel dettaglio le funzioni matematiche che ne derivano.

Accenni di storia:

Il primo modello di pianoforte fu messo a punto in Italia da Bartolomeo Cristofori, padovano cittadino della
Repubblica di Venezia alla corte fiorentina di Cosimo III de' Medici, a partire dal 1698. Era un "gravicembalo
col piano e forte", chiamato verso la fine del Settecento con il nome pianoforte, piano-forte, e anche
"fortepiano" (come risulta dalle locandine coeve dei concerti di Beethoven e altri grandi compositori
dell'epoca in cui il pianoforte andò affermandosi). La novità era l'applicazione di una martelliera al
clavicembalo. L'idea di Cristofori era di creare un clavicembalo con possibilità dinamiche controllabili
dall'esecutore; nel clavicembalo, infatti, le corde pizzicate non permettono di controllare la dinamica ed
anche per questo pianoforte e clavicembalo non appartengono alla stessa sottofamiglia.

Una delle prime testimonianze sull'uso del contrabbasso è data dal quadro Nozze di Cana (1562-63) di
Veronese in cui Tiziano è raffigurato mentre suona un contrabbasso. Monteverdi nel 1608 richiede un
"basso di viola". Inizialmente il contrabbasso serviva solo a raddoppiare la viola da gamba (o il violoncello)
all'ottava bassa. Successivamente e in particolare nel periodo in cui fu attivo Beethoven grazie a virtuosi
(Michele Berini e Domenico Dragonetti) il contrabbasso si svincola dalla mera funzione
d'accompagnamento per raggiungere, con Giovanni Bottesini, le più alte vette espressive. Le accordature e
il numero delle corde variano in tutta Europa fino alla fine dell'Ottocento. Nella zona tedesca si utilizzava
principalmente il contrabbasso a quattro corde, mentre in Italia era più usato quello a tre corde, dal suono
più melodioso ma con il difetto di avere un'estensione molto limitata in senso discendente. Il contrabbasso
più utilizzato divenne quello a quattro corde perché i più grandi compositori del tempo erano tedeschi o
austriaci (per esempio Mozart, Haydn e Beethoven). Richard Wagner e altri scrissero nelle loro opere anche
musiche orchestrali in cui si prescriveva l'uso del basso a cinque corde (strumento di origine nordica).

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