Definizione
Def. Sindrome complessa, caratterizzata da alterazioni della funzione ventricolare sinistra.
C'è una fase iniziale (A) di prevenzione, in cui possiamo agire su alimentazione e stile di vita; poi una noxa
patogena (es. miocardite) genera una insufficienza ventricolare sinistra, inizialmente asintomatica grazie a
meccanismi compensatori, infine c'è una fase di scompenso conclamato. Attualmente si stanno ricercando
dei markers biologici per fare diagnosi e follow-up.
La disfunzione del ventricolo sinistro determina maggiore attività dei chemocettori e minore dei barocettori,
con aumento dell'attività simpatica, attivazione del SRA e rilascio di BNP e ANP: questo determina
vasocostrizione, ritenzione di Na+ e H2O, con aumento di PA, volume plasmatico, FC e quindi portata, nel
tentativo di bilanciare lo scompenso.
Si ha quindi un rimodellamento del ventricolo sinistro, che diventa sferico, e aritmie di due tipi: FA (grave,
accentua lo scompenso perché manca il contributo atriale della GC e riduce il ritmo ventricolare) e
tachiaritmie ventricolari, quindi edema e dispnea.
Epidemiologia e cause
Prevalenza del 0,5-2% della popolazione generale, in aumento; prognosi spesso sfavorevole.
Sovraccarico pressorio: IT arteriosa, ostruzione al flusso (stenosi aortica);
Sovraccarico di volume: rigurgito valvolare (mitralico o aortico), stati di alta gittata (anemia,
ipertiroidismo, fistola arterovenosa);
Perdita di cardiomiociti: IMA, malattie del tessuto connettivo;
Perdita di contrattilità: veleni (alcool, Cobalto, doxorubicina), infezioni batteriche e virali;
Sindromi restrittive: stenosi mitralica, patologie del pericardio (pericarditi costrittive), amiloidosi.
~58% da cardiopatia ischemica, ~20% idiopatico.
Attivazione neuro-ormonale
1. Attivazione simpato-adrenergica: fenomeno precoce, interessa soprattutto rene e cuore; porta a progressiva
riduzione del numero di recettori β1 e quindi ridotta risposta cardiaca alla stimolazione simpatica. La NA
stimola apoptosi e alterazioni dell'espressione genica nei miociti (aumento β-MHC, riduzione α-MHC e
SERCA), favorisce ischemia e necrosi per effetto cronotropo e inotropo positivi. Inoltre, induce
vasocostrizione periferica (diretta e indiretta da attivazione dello SRA) con aumento del postcarico e
riduzione della gittata sistolica, aritmie ventricolari e attivazione dello SRA.
2. Sistema renina-angiotensina-aldosterone: vasocostrizione periferica, aumento del postcarico e calo della
gittata sistolica; secrezione di aldosterone, con ritenzione idro-salina e quindi aumento del precarico, edemi
declivi, congestione venosa sistemica, più ipertrofia e fibrosi miocardica; apoptosi del miocardio.
3. Vasopressina: vasocostrizione periferica con riduzione della gittata sistolica (V1) e ritenzione di acqua
libera (V2).
4. Fattori natriuretici: ANP (peptide natriuretico atriale o A), BNP (peptide natriuretico cerebrale o B,
prodotto come pro-ormone e poi clivato), CNP (peptide natriuretico C, prevalente nel SNC); livelli
aumentati per stress parietale, secrezione precoce e a livello atriale e ventricolare; comportano
vasodilatazione periferica, inibizione di attività simpatica e secrezione di renina e aldosterone, induzione
natriuresi. ANP e BNP determinano apoptosi, fibrosi e ipertrofia, ma contrastano anche l'azione dell'AT II.
5. Prostaglandine: PGE2 e PGI2 hanno azione vasodilatatrice, e l'inibizione della loro sintesi causa
peggioramento della funzione renale per vasocostrizione dell'arteriola afferente.
6. NO: potente vasodilatante, ridotto in caso di scompenso.
7. Endotelina: peptidi con azione vasocostrittrice diretta e indiretta (rilascio di CA e aldosterone),
favoriscono l'ipertrofia miocardica e la proliferazione delle cellule muscolari lisce; aumento di ET-1 nello
scompenso.
8. Stress ossidativo: aumenta a livello miocardico e vascolare, causa ipertrofia miocardica.
9. Citochine pro-infiammatorie: livelli aumentati e correlati con la severità della sintomatologia: attività
inotropa negativa, induzione del genotipo fetale e apoptosi, cachessia e ipotrofia della muscolatura
scheletrica.
Aumento del precarico: la riduzione del flusso plasmatico renale e l'aumento della frazione di filtrazione
determinano ipoperfusione dei capillari peritubulari, con maggior riassorbimento sodico e idrico (ritenzione
idro-salina). Formazione di edema e aumento del precarico, che inizialmente comporta maggior gittata
sistolica (meccanismo di Frank-Starling), ma a esaurimento della riserva di precarico si determina aumento
dello stress parietale, del postcarico e del consumo miocardico di ossigeno.
Aumento del postcarico: l'aumento delle resistenze vascolari periferiche comporta aumento del postcarico.
Lo shock cardiogeno
Def. Condizione di ipotensione arteriosa e inadeguata perfusione tissutale con ipossia causata da disfunzione
cardiaca, più frequentemente di natura ischemica, in presenza di un adeguato volume intravascolare.
Può essere transitorio (collasso cardiocircolatorio) o protratto (shock cardiogeno).
Epidemiologia
7% dei pazienti con STEMI e 3% con NSTEMI.
Eziologia
Deficit di eiezione ventricolare: compromissione grave di una grande parte di massa miocardica (infarto
esteso, infarti di piccole dimensioni in pazienti compromessi), aritmie ventricolari o insufficienze
valvolari ad insorgenza acuta;
Difetti di riempimento ventricolare: cause estrinseche (tamponamento cardiaco, pericardite costrittiva)
o intrinseche (trombi o mixomi atriali, embolia polmonare massiva, stenosi mitralica serrata).
Fisiopatologia
Brusca riduzione della PAS sotto 80 mmHg, che induce:
- Stimolazione dei barocettori: vasocostrizione simpatica di arteriole e meta-arteriole, aumento della FC;
- Stimolazione dei chemocettori: iperventilazione, tachicardia riflessa, aumento dei livelli di CA circolanti,
attivazione dello SRA.
Ciò aumenta la PVTD e i volumi del ventricolo sinistro, ma si determina edema polmonare e alterazione
degli scambi gassosi polmonari, acidosi respiratoria con peggioramento dell'ischemia miocardica. Tre casi:
Compenso: ripristino della normale PA e pressione di perfusione miocardica;
Compenso parziale: stato di pre-shock con portata cardiaca e PA ridotte, e aumento della FC;
Shock: marcata ipotensione e peggioramento dell'ischemia.
Quadro clinico
Sintomi di IMA (dolore toracico, dispnea, cardiopalmo, nausea, vomito, astenia). Alterazioni dello stato di
coscienza (da ridotta perfusione cerebrale), segni di ipoperfusione d'organo (oliguria, insufficienza epatica,
cianosi), cute pallida ipotermica e sudata, distensione giugulare, aumentata FC, polso iposfigmico e
irregolare, ritmo di galoppo, eventuali soffi da insufficienza mitralica.
Diagnosi strumentale
ECG: segni di IMA o precedenti cardiopatie, aritmie.
Rx torace: valutazione dimensioni cardiache e di congestione polmonare.
Esami di laboratorio: marker di necrosi miocardica, EGA.
Ecocardiografia: funzione sistolica, riconoscimento di cause meccaniche di shock.
Cateterismo cardiaco: monitoraggio invasivo della pressione arteriosa, della portata cardiaca e delle
pressioni di riempimento ventricolare.
Terapia
- Morfina: nell'IMA per alleviare il dolore toracico, ridurre i livelli di CA circolanti, diminuire pre e
postcarico;
- Agenti inotropi: dopamina se la PA è < 80-90 mmHg, dobutamina se > 90 mmHg;
- Vasodilatatori: riducono pre e postcarico;
- Diuretici: se presente edema polmonare acuto; dell'ansa + risparmiatori di K +.