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La paleoicnologia consiste nello studio delle impronte fossili di animali vissuti nel passato.

Essa è un punto
molto importante per lo studio paleoecologico, ci permette infatti di scoprire l’abitudine di molte specie,
come lo stile di locomozione, di predazione e di riproduzione e di dedurre parametri ecologici come
profondità e tipo di substrato.

Molte tracce fossili appartengono a specie non riconosciute, di esse perciò si può compiere sono una
paratassonomia. Le tracce vengono rinvenute sia in rocce originarie di ambiente sub-acqueo che sub-aereo
e nella maggior parte dei casi il tipo di substrato dove si sono formate è morbido. La difficoltà nel
riconoscimento delle impronte più antiche ci costringe a identificare indipendentemente le impronte
escludendole dalla specie che le hanno lasciate, questa è paratassonomia.

Si individuano: domichnia (tracce di abitazione), preadichnia (tracce di predazione), fodichnia (tracce di


nutrimento), Pascichnia (tracce di pascolo) repichnia (tracce di movimento), cubichnia (tracce di riposo),
equilibriichnia (tracce di equilibrio), fugichnia (tracce di fuga), vi sono altri icnogeneri, ma sono meno
comuni.

Le domichnia consistono in quelle strutture abitative che consistono in genere al rifugio di animali infaunali.
Nei substrati litificati i resti delle tane dei perforatori sono state formate tramite azione fisica o tramite
l’uso di acidi. Si pensa che questo genere id perforazione sia stata ottenuta non da secrezioni
dell’organismo, ma dall’uso dell’acido carbonico già presente nell’acqua. Nei substrati morbidi i fossatori
sono i principali organismi bentonici, di essi si ritrovano le tracce di tante a forma di U o J, in particolare
quelle a forma di U sono quelle che permettono un migliore flusso d’acqua, ideale quindi per i detritivori,
ma soprattutto per i sospensivori e filtratori, altri però utilizzano organi specializzati, come il sifone per i
bivalvi. Alcuni domicnhnia appartengono anche a tane di predatori che tendono imboscate.

I fodichnia sono resti di gallerie scavate per lo più da organismi detritivori, come vermi, che si nutrono dei
nutrienti dentro il sedimento, costruendo gallerie che possono anche diramarsi in più rami in base ala
produttività del terreno. Versioni più avanzate di questo genere di tracce sono i pascichnia e gli agrichnia. I
primi consistono in tracce di pascolo più avanzato e efficiente, le linee percorse sono a meandri, molto
ravvicinati fra loro. I secondi sono tracce di organismi infaunali detritivori i quali non solo sfruttavano al
meglio il sedimento, ma a quanto pare gli organismi ripassavano nelle stesse gallerie cibandosi dei batteri
sviluppatisi nei muchi delle pareti, una specie di allevamento primitivo.

I repichnia sono i fossili derivanti dalla reptazione degli organismi, cioè dallo spostamento. La reptazione
può avvenire in modo diverso e le tracce lasciate possono essere impronte dei piedi o tracciati e gallerie. Le
tracce tendono a disfarsi subito dopo la loro produzione, però ci sono pochissimi casi dove il sedimento era
così fine e bagnato che l’impronta lasciata teneva registrato ogni minimo dettaglio.

Gli equilibrichnia sono impronte lasciate dal movimento fatto dagli organismi infaunali che hanno bisogno
di un’interfaccia acqua sedimento, essi si muovono verso l’alto a causa della costante deposizione di detriti
nel terreno lasciando dietro se tracce di disturbo del sedimento.

I fugichnia sono strutture causate dal panico degli organismi infaunali, i quali si muovono velocemente
verso l’alto a causa di una improvvisa ed elevata deposizione di materiali sopra il substrato che ha fatto
andare nel panico questi organismi, per questo motivo le impronte lasciate sono molto più irregolari e
anche a volte orizzontali rispetto agli equilibrichnia

I predichnia, di cui abbiamo già parlato in tafonomia, sono tracce di predatori lasciati nelle parti dure delle
loro prede. Si trovano da semplici fessure circolari lasciati sulle conchiglie dai gasteropodi a segni di denti
lasciati da pesci o altri animali predatori su ossa e resti duri delle prede.

Altri icnogeneri possono essere i fossi derivanti dalle uova, nidi fossilizzati di api o vespe le cui celle sono
esagonali e molti altri.
Comunque lo studio delle impronte è molto utile per l’indagine paleoecologica, vi è infatti una relazione fra
i vari icnogeneri e il tenore d’ossigeno e quindi il tipo di ecosistema e la profondità negli oceani, ciò ci
permette di individuare diverse icnofacies. Passando dalla ichnofacies più alta a quella più profonda
individuiamo ichnofacies:

A scoyena, indicanti un’ambiente sub-aereo, questo tipo di ichnofaices è presente nei sedimenti di sabbie
rosse, con tracce di vertebrati come rettili e uccelli e invertebrati.

A psilonichnus, tipico di ambiente a bassa energia in zona sopralitorale, sono presenti tae a U o a J, tracce di
reptazione di invertebrati o necrofagi e orme di vertebrati.

A skolithos, tipico di ambiente di spiaggia sommersa, con tracce di tane cilindriche o a forma a U, vi sono
poche tracce di reptazione e tracce di riequilibrio.

A cruziana, tipica di ambienti ad energia moderata di zona sublitorale con substrati mobili, con tracce di
reptazione e di gallerie e numerosi altri ichnogeneri.

A zoophycos, tipica di ambienti compresi fra le zone litorale e batiale, in substrati fangosi. Sono presenti
fodichnia, si trovano raramente repichnia e pascichnia.

A nereites, tipici di ambente batiale e abissali a bassa energia e alto tenore d’ossigeno, sono presenti molti
agricnia e pascichnia

In substrati duri sono presenti glossifunguites e trypanites

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