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ADOLESCENTI – IL MITO DELL’INDIPENDENZA

La vita è piena di delusioni. Le proprie credenze o quelle insegnate diventano fonte di grande delusione, e
sensazione di tradimento, quando si rivelano non essere vere. Pensate a quando si scopre come la fatina dei
denti e il coniglietto di Pasqua e Babbo Natale sono in realtà finzioni create da adulti – di cui si è fidati -
per ispirare la fantasia innocente del bambino. Ora il piccolo bambino capisce anche che i genitori possono
dire una bugia intenzionale.

Oppure, può arrivare una delusione ancora più forte, legata al potere dei genitori di mantenere una
promessa che i bambini vogliono che facciano: prendersi per sempre cura di loro.
Questo è ciò che il bambino vuole sentirsi dire dai genitori "Ci saremo sempre quando avrai bisogno." "Ti
proteggeremo sempre dal male." “Sapremo sempre cosa fare e prenderemo sempre le giuste decisioni al
posto tuo.” Infatti, ripetutamente, l'esperienza con i genitori dimostra che questa aspettativa è sbagliata.
Così il bambino fa alcune scoperte schiaccianti. "Non ci saranno sempre quando avrò bisogno. Dovrò
cavarmela da solo. "" Non possono sempre proteggermi dal male. Dovrò affrontare delle brutte cose." "Non
prenderanno per sempre le giuste decisioni per me”. “Qualche volta dovrò pagare per i loro errori". "Essi
non sempre sapranno cosa fare. Devo capire da solo la vita”. Una parte molto dolorosa del processo di
crescita è quando si capisce che i genitori non saranno sempre in grado di fornire sicurezza.

Consideriamo ora una grande delusione che arriva alla fine dell'adolescenza: "Quando sarò indipendente,
gestirò da solo la mia vita." Dopo tutto, non è, forse, questo l'obiettivo di tutto il processo turbolento della
crescita adolescenziale, quello di essere in grado di agire da adulto per conto proprio? Ma ora, nelle sedute
di counseling con giovani adulti ventenni, quello che sento non è più un grido di trionfo: "Finalmente
liberi!», ma un gemito di disperazione: "Ora la mia vita è tutta nelle mie mani!" Che cosa è successo ?

La triste realtà è questa: quando l'autorità parentale cessa e si fa da parte, "il sistema", prende il
sopravvento. Ciò che il giovane scopre è che la protezione dei genitori aveva fornito un certo rifugio
dall'esposizione diretta alle richieste più complesse e arbitrari delle autorità sociali, tenendole in una certa
misura lontane. Questa consapevolezza provoca un brusco risveglio: in confronto a queste forze
impersonali di conformità e adeguamento sociale, gli atteggiamenti dei genitori erano molto più premurosi,
le loro richieste erano molto meno numerose, e le regole dei genitori erano molto più indulgente.

Ora che è costretto a pagare le bollette, mantenere un posto di lavoro, farsi la propria strada nel mondo, si
ritrova a dover riconsiderare alcune idee sulle libertà fondamentali, che da adolescente ha sempre sognato,
ma che da giovane adulto, ora, scopre sono ideali veramente ingannevoli: Quando si tratta di libertà di
azione, "Non sono libero di fare tutto quello che voglio."; Quando si tratta di libertà di individualità, "Io
non sono libero di essere totalmente me stesso." Quando si tratta di libertà di parola, "Non sono libero di
esprimere completamente ciò che penso con la mia mente". Quando si tratta di libertà di futuro," Io non
sono libero di realizzare tutto quello che voglio.". Quando si tratta di libertà di trovare un lavoro
significativo, "Io non sono libero di avere un lavoro per cui guadagnare un sacco di soldi e che sia molto
appagante da un punto di vista personale. "
Per andare d'accordo, a volte si deve andare avanti e bisogna pazientare; per integrarsi, a volte ci si deve
adattare; per comunicare, a volte si deve stare zitto; per fare la propria strada, a volte si deve fare solo
quello che si può e si deve prendere solo quello che c’è.

Come un giovane mi ha detto una volta, "ora, l'unica vera libertà che ho, è che me la devo cavare da solo
con tutte le difficoltà in cui mi vedo coinvolto." In tante parole, ciò che il giovane malinconicamente ha
concluso, è stato questo: "Non sarò mai così libero come un adulto, come ero quando ero adolescente.
Allora avrei potuto ribellarmi, avrei potuto mettere in discussione l'autorità dei miei genitori, avrei potuto
ignorare alcune regole della casa, avrei potuto distinguermi dalla folla, e non avrei dovuto preoccuparmi di
mantenermi da solo. Quello che volevo, lo avevo già, ma non ne ero consapevole in quel momento: la
libertà di avere genitori che si sono presi cura di me e mi hanno protetto dalle responsabilità degli adulti. "

E si può capire la sua rabbia. Si sentiva tradito da quello che gli è stato fatto credere nel corso della sua
adolescenza. Qualcuno gli aveva fatto bere una promessa sull’indipendenza, e che qualcuno si è rivelato
essere se stesso.

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