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Un prodotto di ricerca indipendente del Laboratorio di Sviluppo Strategico Territoriale (LaSST) - fondato nel 2006
Prodotto artigianale ideato da Andrea Pellegrino - Contatto: andreapellegrino.lasst@gmail.com
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Non avendo costrizioni del tempo, posso godere del paesaggio naturale tra borghi appesi
frontemare, e gineprai di nuovi insediamenti umani tra due mari, tra colline, montagne, e
pianure in cui la selva si spande. Un così articolato ed impressionante territorio
incontaminato non poteva scivolare sotto la città degli uomini, lasciarsi travolgere dall’identità
incentrata sulla storia di luoghi scritta da esseri umani, ed in modo sapiente questi ultimi
spensero le loro arringhe di egemonia d’una città sull’altra, per lasciarsi governare dalla loro
natura!
Allora da quale monologo, e da quale luogo partire?
Il Porto di Maratea
oltre i confini, accesso fluido nord alla città diffusa
&
l’accesso fluido principale nel golfo di Sant’Eufemia
&
esposizione waterfront Genova
Maratea ed il suo porto credo sia l’ideale, perchè non è in Calabria, ma
nell’immaginario delle vacanze fuori porta per molti calabresi.
I confini della Calabria sono labili per la presenza importante delle coste, che
un confine territoriale è riduttivo, la naturale proiezione verso l’infinito della Calabria è
talmente forte da costringere la terra nella forma d’una clessidra sformata, dove il tempo
passa da uno stato spaziale all’altro per gravità, ed è nel golfo di Sant’Eufemia
che la retorica della “città diffusa di Calabria” trova la sua soluzione di continuità
naturale, una porta plurale e globale sulla quale riflettere per nuove soluzioni
costruttive capaci di cogliere opportunità.
CasAmare
creatività nel Borgo di Fiumefreddo Bruzio
Dai Borghi appesi lungo la costa tirrenica calabrese è possibile cogliere le
opportunità di sviluppo sostenibile, che sono già il presente per l’economia
locale, la retorica sulla città diffusa trova concretezza nella reinterpretazione dei
luoghi per un turismo di qualità, che richiede creatività e soprattutto nuove
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nei confronti di operatori che possano consumare facilmente senza lasciare
opportunità per le prossime generazioni.
Alla ricerca di Mr. Paesaggio nel Parco fluviale verticale
Kratos 2020
Piano Strategico Area Vasta Valle del Crati
Guardare al futuro della città policentrica cosentina, vuol dire riuscire ad
interpretare la nuova distribuzione delle funzioni a nord di Cosenza e garantire
la ricerca del Paesaggio attraverso il “telaio fluviale” dell’Area Urbana,
concretizzando per il 2020 il lavoro fin’ora portato avanti dal mio amico e
mentore Ferdinando Verardi, promotore e manager del Primo Piano Strategico
calabrese.
New Kroton
for mediterranean diffuse polis
L’auspicio sincero per il 2018, è quello di una Retorica dei tempi moderni, applicata
alla città, come percorso condiviso e partecipato, riscoprendo quanto ci ha
lasciato come patrimonio la Polis greca nell’ideale da coltivare quotidianamente
in compagnia della sempre giovane Signora Democrazia.
Andrea Pellegrino
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Il Porto di Maratea
oltre i confini, accesso fluido nord alla città diffusa
&
l’accesso fluido principale nel golfo di Sant’Eufemia
&
esposizione waterfront Genova
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Il Porto di Maratea
oltre i confini, accesso fluido nord alla città diffusa
Testo originale del lavoro sviluppato nel 2017
PREMESSA
Le attività di riorganizzazione delle aree adiacenti al porto di Maratea (PZ), necessitano di una
razionalizzazione generale delle funzioni sul territorio, con una equilibratura della logistica di accesso e
mobilità interna alle aree in oggetto. La realizzazione di interventi puntuali senza una visione complessiva
del sistema integrato dei trasporti, in raccordo alla pianificazione del territorio, rischia di penalizzare o
comunque squilibrare il tessuto sociale ed economico non solo del sistema portuale, ma dell’intero indotto
economico orbitante sull’organizzazione produttiva di Maratea. In questo scenario la proposta progettuale
insiste in modo preponderante, sull’analisi dell’accessibilità e mobilità integrata alle aree portuali, con un
approccio a tutela della sostenibilità ambientale ed a valorizzare il patrimonio anche potenziale dei flussi
turistici, in relazione al meccanismo produttivo ed al tessuto antropico vitale delle aree trattate. Con una
approccio funzionale si è giunti a proposte progettuali che insistono su diversi aspetti ed aree, con una
proposta organica complessiva che levasi su di una struttura analitica d’ingegneria del territorio, per potersi
esprimere nella composizione degli spazi progettati con razionalità ed equilibrio a tutela della vitalità
culturale marateota, che ricerca l’armonia con l’ambiente ritrovando condivisione di valori in uno “spazio
piazza” accessibile, in “assenza di tempo”.
ANALISI GENERALE DELLE AREE E STRATEGIA DI SISTEMA,
PROCESSO IDEATIVO DELLA PROPOSTA
Introduzione
Le opere trovano sostenibilità esecutiva nella loro gerarchizzazione temporale, in relazione a quanto sopra
espresso, e pertanto lo studio della distribuzione e riorganizzazione delle funzioni sul territorio in relazione
al sistema dei trasporti, è di seguito esposto in modo da far comprendere la successiva strategia esecutiva
delle progettazioni ed esecuzione dei lavori, in modo da rispettare appieno le opportunità economiche a
disposizione, e le aspettative della governance nella visione sostanziale di benessere comune da preservare
per le prossime generazioni; senza trascurare la vivibilità dei luoghi durante le attività di lavoro proposte
preservandone la funzionalità dei servizi integrati nell’area portuale, e da migliorare con l’attuazione delle
diverse fasi di lavoro.
L’analisi di contesto
L’analisi della distribuzione delle funzioni e dei sistemi di trasporto, comprende necessariamente un’area
molto più vasta rispetto a quella delle sole aree oggetto d’intervento, per il valore strategico e la particolare
collocazione geografica, ma anche per la condizione orografica ed ambientale generale del complesso
sistema orbitante alle aree portuali. Come si può notare dall’estratto a seguire, l’analisi non può precludere il
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sistema di accesso su ferro e quello su gomma che a monte dell’area portuale si snoda su due principali
indirizzi di accesso alle aree oggetto di concorso:
- la viabilità provinciale che accede da ovest al sistema portuale, su cui è necessario muoversi su gomma
(attualmente la mobilità dolce non è determinata ed il transito non è sicuro);
- percorso misto viabilità stradale e pedonale con accesso a nord del porto, fruendo in ultimo di una
discesa panoramica su gradini in varia pendenza.
L’organismo portuale purtroppo non è perfettamente connesso al sistema di accesso a monte, con una
intermodalità sconnessa e non sicura tra i modi di accesso ferro/gomma e la mobilità interna gomma/dolce
che portano alle aree balneari, alle aree porto, ed al nucleo di antica formazione. S’è indicata una possibile
distribuzione generale delle funzioni, in modo da poter fruire delle aree con uno scambio modale che punta
a maggiore efficienza e sicurezza.
Quadro generale dell’analisi
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Individuando un’area che ha le caratteristiche dimensionali per un trasbordo adeguato
BUS-Automobile-Moto/Bicicletta su cui attualmente è impostata la piccola area Bici Sharing in disuso e
danneggiata, ed un’area ottimale per uno scambio Ferro/Bicicletta con attraversamento sicuro
(proseguendo il tunnel esistente, con raccordo in pendenza da adeguare per giungere ai binari). Nel quadro
di una riorganizzazione delle direttrici di mobilità dolce lungo la viabilità carrabile esistente, in modo da
poter garantire la massima sicurezza dei viaggiatori, ed una opportuna razionalizzazione dei trasbordi in aree
ben delimitate e protette (visione sicuramente nelle rime generali della governance), si sono gestite le aree
oggetto di concorso considerando i due accessi al sistema portuale:
- Pedonale a Nord, che insiste sulla piazza, cuore della vita sociale del porto,con un percorso in mobilità
pedonale non riservata dall’area stazione, che s’inserisce nelle suggestive scalinate con due accessi, per
relazionarsi poi con le maglie del sistema antropizzato prima di giungere alla Piazza;
- Carrabile a Ovest, su cui insiste il flusso di accesso a fruizione e gestione del sistema portuale, ed ai
servizi integrati nell’area antropizzata circostante, con una viabilità carrabile che non permette la
fruizione sicura della mobilità ciclabile, generalmente funzionale in aree antropizzate a pendenza irrisoria
anche con mezzi non performanti per repentini cambi di declivio (e notevole dispendio di costi in
gestione), oltretutto il genere di utenza che fruisce ed apprezza simili contesti in bicicletta, ripone valore
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nei luoghi alimentando turismo sostenibile, con un rapporto familiare e di condivisione in relazione al
mezzo, che non può essere sostituito da un servizio di bike sharing, servizio sicuramente valido che però
non incide nello specifico come risoluzione complessiva delle opportunità di accesso e mobilità del
prodotto turistico in logica sostenibile.
Analisi delle aree oggetto d’intervento e composizione degli spazi.
Con questa base sostanziale di elementi che insistono sulle aree oggetto d’intervento, si è cercato di
valorizzare e rendere funzionale la fruizione delle differenti aree, gestendo gli accessi in relazione alla reale
fruibilità, ed ottimizzando la mobilità all’interno dell’area, in modo da garantire sostegno alla vitalità dei
differenti prodotti turistici che animano le aree del porto e quelle delle aree antropizzate in prossimità.
La proposta è risoluzione integrata degli elementi che insistono sull’area, rafforzando le relazioni tra:
● il sistema delle attrezzature già strutturate che permettono di fruire delle imbarcazioni;
● l’organismo dei servizi del porto che garantiscono la fruibilità dello stesso;
● i servizi diffusi nelle aree antropizzate collocando la Piazza al centro dello sviluppo endogeno locale, e
protagonista di un’identità da ricostruire ed a cui dare nuovi valori;
● opportunità degli accessi turistici via mare, da Nord e da Ovest di cui si è descritto, e di cui si ha una
maggiore consapevolezza.
L’intera area portuale sarà tutelata dal rispetto dei 30 Km/h di velocità massima, l’accesso all’area portuale è
libera per i residenti, che avranno modo di sostare nelle aree riservate (progettate in dettaglio in fase
successiva), e defluire rapidamente verso le aree a loro riservate per il parcheggio all’esterno dell’area
portuale, all’interno sono impostate piccole aree per i residenti ed aree a zero emissioni su due ruote (bici, e
moto elettriche), questo sarà il quadro di gestione generale nei periodi di maggiore affluenza turistica, da
esprimere in dettaglio nelle fasi successive di progetto.
Con questa soluzione generale “scelta forte”, si garantiranno accessi da Ovest in modo da non generare
congestione tra i diversi modi di trasporto, con mezzi collettivi di piccole dimensioni, uno spazio di
manovra ingresso/uscita e sosta per i turisti in prossimità della piazza, ed aree sosta all’interno delle aree più
interne per i residenti. Questa impostazione generale garantisce soprattutto un accesso pedonale per
residenti e turisti, sicuro e riservato (sede protetta), nonostante la ristrettezza degli spazi in prossimità
dell’ingresso a Ovest. A risoluzione di questo aspetto per la soluzione strategia dell’intero sistema, si è
pensato di dotare il sistema portuale di due aree distinte per la gestione sosta/parcheggio carrabile:
● un’area parcheggio carrabile (Auto e Moto) nell’attuale parcheggio esistente fuori dal porto, destinata ai
turisti ed in parte riservata ai residenti;
● ed un’area logistica/parcheggio per i fruitori dei posti barca, di manovra/sosta per BUS di grandi
dimensioni, e parcheggio per i BUS di piccola dimensione che entrati nell’area 30 Km/h con le manovre
in sicurezza per la discesa/salita dei turisti, necessita di un’area parcheggio vicina all’area porto (esterna),
in modo da non impattare durante le soste di media e lunga durata (l’area andrà a dialogare con lo spazio
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individuato in prossimità dell’area stazione). Queste funzioni ben si legano nell’area di frangiflutti su
pietra naturale opportunamente ampliata per come già espresso nel bando di concorso.
Nella progettazione successiva si andranno a dimensionare adeguatamente ed in dettaglio, la distribuzione
funzionale tra queste due aree con opportune eventuali variazioni, nella legenda all’interno dell’immagine a
seguire, si esprime una delle possibili soluzioni alternative e congruenti. L’uscita dei mezzi dalle due aree
sarà garantito dal transito sul ramo principale a 30 Km/h, con l’ausilio dell’impianto semaforico (quando
necessario in relazione ai mezzi nell’area porto), o risoluzione con ampliamento della sede stradale in
prossimità dell’accesso ovest, e due sensi di percorrenza (da valutare in fase di progettazione successiva).
Nuova infrastruttura turistica di accesso Carrabile/Nautico
integrata al sistema della mobilità pedonale
Un ulteriore intervento a garanzia di una funzionale intermodalità dell’area portuale, (sulla base degli studi
su campo e le analisi successive sovra esposte), riguarda la risoluzione della logistica interna al porto, e
relativa al resto del tessuto viario in cui s’inserisce. La soluzione permette di sciogliere l’ingresso e l’uscita
nella principale area logistica portuale, allargando lo spazio di manovra all’interno, e garantendo
un’alternativa alla normale fruizione degli spazi in prossimità della piazza e delle restanti aree a fruizione
turistica. La proposta espressa sinteticamente nell’elaborato “Logistica mezzi tra area portuale ed
infrastruttura carrabile”, garantisce un’ulteriore via d’uscita ai mezzi operanti all’interno del porto ed alle
imbarcazioni su gomma, evitando la viabilità a senso unico lasciata come ramo principale dell’area 30
Km/h (in casi di eccessiva congestione), soluzione che verrà dettagliata nella fase di progettazione
successiva con l’inserimento adeguato di un impianto semaforico. La soluzione non vincola ad un’unica
uscita gestita dall’impianto semaforico (soluzione flessibile necessaria vista la particolare situazione), perchè
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il ramo principale dell’area 30 Km/h avrà le caratteristiche tecnico/meccaniche necessarie e supportare
comunque il transito di mezzi pesanti e/o articolati in uscita dal porto. A questo intervento si va ad
aggiungere l’eventuale inserimento di un corpo unico su diversi livelli e con forma adeguata al paesaggio
circostante (ed in particolare ai due corpi di roccia esistenti), in modo da inglobare le diverse funzioni che al
momento risultano disaggregate e diffuse su più zone all’ingresso del porto, con palese impatto e
disfunzione.
Logistica mezzi tra area portuale ed infrastruttura carrabile
Liberando la rete della mobilità dolce lungo l’area porto da pericolose interferenze con i diversi modi di
trasporto, è stato possibile ottenere maggiore spazio a fruizione delle attività aperte, e pertanto s’è impostata
la distribuzione dei posti barca in modo da garantire un adeguato spazio scenico in relazione tra le
postazioni dei nuovi posti barca di grande dimensione e la promenade spontanea venutasi a comporre.
L’ingresso delle imbarcazioni verso la parte più interna del porto attrarrà lo sguardo verso la piazza, sulla
quale si andrà ad impostare il ramo principale delle imbarcazioni (da sinistra a destra, grandi, medie, e
piccole a garanzia della adeguata visibilità degli spazi). Sul lato estremo a sinistra, la movimentazione di
rimessaggio sgombra e sicura, è impostata in modo da assicurare maggiore funzionalità in sicurezza, e
minore impatto rispetto alle aree circostanti, con una banchina leggermente più bassa rispetto alla
promenade che si estende in corrispondenza di essa; sarà la promenade ad essere rialzata rispetto alla quota
attuale, sganciandosi dal passaggio a fruizione del porto (soluzione che potrà comunque essere variata nel
tempo senza squilibri sostanziali).
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Nuova rete della mobilità integrata tra carrabile e nuova rete portuale
Sistema integrato della mobilità pedonale col sistema portuale
Il passaggio che attualmente è distinto con un colore differente assumerà il ruolo di collegamento (scaricato
da ulteriori funzioni) tra il molo nord ed i nuovi rami dei pontili galleggianti. Quest’ultimo pontile andrà a
salvaguardare la costa dall’impatto ambientale (con l’intervento successivamente descritto), tutelando
l’aspetto visivo accogliendo le barche più piccole, mentre le imbarcazioni medie e/o a funzione sportiva
saranno disposte sui rami secondari. Il ramo a protezione della costa, andrà anch’esso a proiettandosi verso
la piazza. Idealmente i rami delle montagne sovrastanti regolano le funzioni integrate che protendono verso
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le acque del porto, passando dalla scalinata scenografica alla nuova piazza che s’apre verso la nuova libertà
idealmente ricercata dalla comunità marateota, e ritrovata guardando ad occidente (e sostanzialmente
garantita dall’area operosa di rimessaggio del porto ormai schermata).
Tutti gli interventi necessari a migliorare gli accessi turistici, sono sostanzialmente impostati e rafforzati dal
sistema integrato della mobilità pedonale (come già si è potuto notare nell’estratto “nuova infrastruttura
turistica di accesso Carrabile/Nautico integrata al sistema della mobilità pedonale”), in modo da creare una
ricucitura formale e modale tra la città ed il porto, andando a reinterpretare la ramificazione della mobilità
interna alle aree antropizzate, in modo da valorizzare e connettere le aree marginali dal sistema principale di
fruizione turistica, e spalmare le opportunità di sviluppo endogeno in una logica sostenibile di riconnessione
del patrimonio identitario legato al vecchio tracciato, quest’ultimo nella sua nuova interpretazione, ben si
lega al percorso ricostruito lungo il porto dalla piazza alla promenade, e lungo il ramo di viabilità all’interno
alle spalle della piazza.
Dettaglio nuova interpretazione funzionale e concettuale della piazza
La promenade ricavata, fruibile nel quotidiano e per eventi, perchè ormai liberata dalle funzioni
strettamente legate al porto, garantisce permeabilità maggiore verso l’area centrale del dibattito culturale,
“connessione materica” rispetto a quella “fluida” proveniente dal ramo principale dei pontili galleggianti
adiacenti alla piazza, proveniente da Sud, proiettandosi idealmente e funzionalmente verso Nord e quindi
verso le gradinate che “si arrampicano” verso il nucleo di antica formazione di Maratea. Il nuovo ruolo della
piazza è la prosecuzione ideale verso il centro storico, connessione spaziale accessibile grazie alla vitalità di
un luogo in assenza di tempo.
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sempre dinamica e viva nonostante i lavori in itinere, impegna notevole sforzo progettuale, economico e
lavoro da parte della Governance, in modo da affrontare nella giusta proporzione le problematiche di
accessibilità ed intermodalità del sistema portuale, che se trascurate potrebbero vanificare i lavori successivi
che nella loro interezza sono espressi nelle tavole di progetto. Si propone pertanto di impegnare la spesa di
euro 2.200.000,00 per le opere descritte nella Fase A (dei 2.900.000,00 euro complessivi), valore che non
potrà coprire l’intero importo dei lavori della Fase A (sulla base dei pochi elementi valutabili in una
competizione di idee per un’area così complessa e delicata), ma che metterebbero in gioco l’area
nell’interesse internazionale, sotto il controllo tecnico/amministrativo della pianificazione strategica
dell’Unione Europea e quindi a nuovi portatori d’interesse da filtrare in una logica di sostenibilità
ambientale nello Spazio Economico Europeo e di concerto per una politica Mediterranea, prendendo
esempio dalla profonda e cosciente esperienza in itinere dell’amministrazione di Genova col Blueprint. In
analogia al Masterplan donato da Renzo Piano, la proposta può essere intesa come una visione d’insieme in
Dono per successive competizioni, in coerenza con il principio di accessibilità “Art. 4 della Costituzione
Italiana: La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano
effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria
scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”.
l’accesso fluido principale nel golfo di Sant’Eufemia
Nell’ipotesi di un sistema integrato della mobilità turistica tra Golfo di Sant'Eufemia e medio tirreno
cosentino, si è avviata una riflessione al fine di proseguire con uno studio preliminare per sviluppo
sostenibile di Belmonte Calabro.
Lo studio tiene conto del Reticolo delle vie del mare e della Mobilità carrabile/ferroviaria, come accessi Nord e
Sud al sistema lineare, tenendo conto che Lamezia Terme rappresenta l’accesso aereo e Vibo Valentia
accesso dalle vie del mare, al sistema integrato. Pertanto si potrebbe immaginare e progettare un
prodotto turistico che levasi sulla capacità della Città di Tropea d’essere attrattore turistico globale, e
Belmonte Calabro Traino per la conoscenza del Medio Tirreno cosentino.
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A seguire porge l’attenzione al sistema integrato di mobilità turistica ligure, che ha garantito per decenni
risultati prestazionali notevoli in termini di fruitori dei servizi, un esempio di efficienza produttiva, con un
indotto economico ed un modello di sviluppo socioeconomico che è ormai nel dibattito della ricerca
livello mondiale.
Un approccio sistemico che potrebbe divenire base di discussione sostanziale per sviluppare il ruolo più
adeguato da interpretare per Belmonte Calabro.
Il sistema integrato delle vie del mare nel mar Ligure, ruota attorno a Genova, tra riviera di ponente e
levante, un fiore all’occhiello dell’economia nazionale, che levasi sul concetto di bellezza paesaggistica e
servizi turistici integrati da scoprire attraverso il mare.
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delle tante gite proposte dalle cooperative e consorzi di battellieri: Golfo Paradiso , Navigazione
Golfo dei Poeti , Consorzio Liguria Via Mare, Servizio Marittimo del Tigullio, Cooperativa
battellieri del Porto di Genova.
- A levante è davvero un'esperienza unica ormeggiare a Bocca di Magra, l'unico porto ligure in un
fiume dotato di servizi come biciclette e golf car elettriche attive 24 ore su 24
Fonte: http://www.turismoinliguria.it
Per approfondire in merito ai servizi di battello
http://www.golfoparadiso.it/
http://www.navigazionegolfodeipoeti.it/localita-e-strutture/bocca-di-magra.html
http://www.liguriaviamare.it/mare/
In particolare il sistema turistico preso come riferimento ideale, è rappresentato dalla riviera di Ponente
fino al porto di Genova, un modello da studiare, cercando di contestualizzare, in relazione al sistema di
sviluppo sostenibile che si cerca di raggiungere nelle aree del golfo di Sant’Eufemia.
Gli spunti di riflessione sono legati principalmente al tipo di sviluppo che si vuole tentare di organizzare
per l’area orbitante a Belmonte Calabro, che rappresenta infatti la “testa di ponte” per accedere alla
scoperta del medio tirreno cosentino, seguendo una logica contrapposta a quella proposta ed ormai
consolidata (fino a saturazione ed esasperazione), nell’alto tirreno cosentino.
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In Liguria il sistema turistico di ponente è molto differenza di quello di levante, perchè profondamente
ancorato alla bellezza paesaggistica, ed è la difficile accessibilità attraverso i sistemi modali terrestri, che
garantisce notevole suggestione a caratterizza i luoghi.
Un punto di debolezza dell’accessibilità terrestre che è divenuto eccellenza del prodotto turistico, grazie
alla valorizzazione del patrimonio naturale, fruendo della costa in modo puntuale e diffuso, poco invasivo
e rispettoso del valore traino dell’economia locale.
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Nella zona orbitante Belmonte Calabro può diventare interessante andare a studiare una funzione di
accesso al interno sistema turistico terrestre, una soluzione infrastrutturale capace di andarsi a collocare
adeguatamente bene nel reticolo della mobilità esistente, ed allo stesso tempo capace di guardare alle
prossime generazioni.
Si riporta la funzione di accesso dalle vie del mare, non invasiva, per Monterosso a Mare
(all’interno del parco delle cinque terre)
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In modo da cercare di contestualizzare nel modo più idoneo per Belmonte Calabro, chiaramente
prendendo spunto dalle opere già realizzate e non invasive del contesto ligure.
Chiaramente il tutto è solo una piccola analisi e spunto sul quale è possibile approfondire con adeguati
dati sul moto ondoso, e correnti marine, nella zona oggetto d’intervento, al fine di garantire un adeguato
accesso alle aree di Belmonte Calabro dal mare, con una strutturazione adeguata a quello che è lo scenario
circostante.
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Tenendo conto quindi, delle funzioni locali, della diversa mobilità da mettere a sistema, e relazioni
gerarchiche di programmazione della governance in fase di progettazione, realizzazione e gestione dei
nuovi spazi realizzati.
Un’astrazione poetica con l’auspicio che lo spunto proposto abbia un seguito:
C'erano Gioberti e Mazzini nell'animo di dei teorici del risorgimento contemporaneo, Carlo Alberto e Pio
IX erano gli ispiratori di altri due condottieri, ed ancora un Vittorio Emanuele II ed un Giuseppe Mazzini,
e dietro tutto questo uno stratega folle quanto appassionato, era il Neo Camillo Cavour, desideroso di
liberare il Mediterraneo dall'ideologia nazionalista del suo tempo, e governare in pace senza confini e
padroni di steccati.
In mente avea un disegno chiaro, trasparente come l'acqua di Tropea ad Aprile,
dolce dormire a chi governa seminando un confine,
mentre pascea forte l'orgoglio liberale,
la passione per liberare l'immenso antico Mare.
esposizione waterfront Genova
Le opportunità di sviluppo del sistema turistico ligure integrato, sono state approfondite nella chiave:
Fronte mare - Città di Genova - Riviera di levante, in occasione della competizione Blueprint, e successiva mostra
tenutasi dal 4 Aprile al 4 Maggio nei locali di Palazzo Rosso in via Garibaldi a Genova, dove è stato
possibile visitare 76 progetti, tra questi è stato possibile visionare il progetto dello scrivente, e cogliere le
opportunità di sviluppo turistico dell’area portuale come legame sostanziale verso la città di Genova, in
relazione alla riviera di levante, ed in coerenza col Masterplan donato da Renzo Piano.
Esposizione: Musei di Strada Nuova, Palazzo Rosso – Auditorium Via Garibaldi 18 – Genova
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Fonte immagine: http://www.comune.genova.it/content/blueprint-0
SINTESI PROGETTO ESPOSTO
Una profonda analisi di funzioni e distribuzioni territoriali in coerenza col masterplan, ulteriore punto di
vista di un'area complessa e strategica per il futuro dell'Italia.
Immanini stato attuale e Masterplan Renzo Piano, fonte: http://www.comune.genova.it/content/blueprint-0
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immagine di progetto
La proposta è l'auspicio per un dibattito costruttivo e di ricerca, un esplicito omaggio al lavoro di Jean
Nouvelle, con una composizione “scatolare” che si decompone e si dissolve nella nuova lingua di mare,
volando tra le antiche vele d'ispirazione "Soleriana", verso l'antica città di Renzo Piano.
Astrazione Area Urbana Euromediterranea calabrese a Genova
immagine estratta dal progetto presentato
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CasAmare
creatività nel Borgo di Fiumefreddo Bruzio
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creatività nel Borgo di Fiumefreddo Bruzio
Arte e cultura, ristorazione e tempo libero, creatività e condivisione in un unico ambiente,
pensato per dare maggiore valore alle potenzialità della ricettività
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Contesto
All’interno di uno dei Borghi più belli d’Italia, s’inserisce l’opera di progetto, una proposta ideata per
sostenere il dinamismo culturale ed imprenditoriale che da diverso tempo s’è risvegliato a Fiumefreddo
Bruzio.
L’area d’intervento è all’interno del cuore del nucleo di antica formazione del paese, in prossimità
dell’antica discesa a mare dei pescatori, e tra le due terrazze panoramiche in affaccio sul mare impreziosite
dalle opera di Salvatore Fiume.
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Il fabbricato oggetto d’intervento s’apre dall’ingresso principale in una suggestiva area verde condivisa con
i volumi adiacenti di rilevante interesse storico, per funzione architettonica e composizione urbana nel
divenire, s’affaccia alla via pedonale principale che collega all’antica discesa dei pescatori alla terrazza
principale in affaccio sul mare, mentre l’altro lato del fabbricato si estende lungo Via Roma Vico 3
protendendosi verso il nucleo del centro storico prima e verso la porta principale del borgo medievale.
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legare l’espansione dell’albergo diffuso all’interno del nucleo di antica formazione, con nuove funzioni
capaci di attrarre in modo sinergico e di sistema, le importanti e sempre differenziate richieste di fruibilità
del prodotto turistico integrato di Fiumefreddo Bruzio.
La centralità del volume tra i tasselli nevralgici centro storico, la salita dei pescatori, la piazza con terrazza
sul mare, e la porta principale del centro storico, rende l’immobile e l’area circostante, importante per la
riconnessione del tessuto sociale tre le tre aree, in modo che non sia solo di passaggio, ma di supporto alla
crescita sostenibile dell’intero nucleo di antica formazione. Pertanto la soluzione compositiva nel suo
insieme, è orientata ad equilibrarsi nel tempo con le funzioni preziose esistenti, in modo da stimolare
reciprocamente sviluppo sostenibile. Valorizzando così la connessione con l’area a mare tramite la vicina
salita dei pescatori, l’area pensante della città in prossimità della terrazza, ed il nucleo del centro storico,
con l’osmosi di ospitalità, degustazione, creatività e convivialità.
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il nuovo ingresso “sarà aperto al contesto sociale e culturale del territorio”
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vista lato sinistro dall’ingresso
dettaglio della soluzione in elevazione,
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pensata per consentire diverse opportunità di distribuzione interna delle funzioni tra i due livelli
differenti funzioni da svolgersi nel medesimo tempo, e/o in fasi differenti della giornata, e/o periodi stagionali alternati, segue
una una distribuzione al livello superiore, che permette vivibilità anche a due persone.
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Una differente distribuzione più aperta e di semplice realizzazione, eventuale soluzione di partenza per lo sviluppatore di
idee imprenditoriali sul territorio. Sul livello superiore è possibile, in modo semplice, impostare un’area conviviale con salotto
in alternativa (o integrata con un divanoletto)
Bibliografia indicata per apprezzare la composizione degli spazi:
- Walden vita nel bosco, di Henry David Thoreau, dal diario dell’autore un’esperienza di vita semplice che ha
ispirato una generazione
- Walden 7 Bofill concetto di abitazioni impostate sui 30 mq ideali
- Mild Home experience dello scrivente
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Il diritto alla città civica
Paris Saint Germain - Cosenza 5.0 al 68'
partecipazione etica per la Biblioteca Civica di Cosenza
&
AirTrip Cosenza
space in the place urban experience
&
Porta Castello
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1
inteso come spazio Lefebvriano, ed in particolare relativo all’opera La production de l’espace, Editions Anthropos,
Paris 1974.
Segue una personale semplificazione dello scrivente:
Lo spazio non è mai innocente, ma frutto di azioni nella sua produzione, perchè produzione sociale.
Le società determinano il proprio spazio, la propria riproduzione.
Lo spazio prodotto è anche controllo, dominio, potere.
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Ancora a rincorrere il futuro, frutto di sconfitte sociali altrui?
Ancora a preoccuparci di problematiche altrui?
Quanto ci tocca la crisi inventata per giustificare carenze di uno strumento creato ad arte per muovere e promuovere
produzioni territoriali di confine?
Abbiamo ancora paura dell'economia o chi utilizza lo strumento come un'automobile impazzita ha paura di rimanere solo
alla guida e doversi pagare il viaggio?2
2
Nell’assunzione di responsabilità dello scrivente, di produrre spazio sociale del discorrere, pongo all’attenzione dei
lettori quanto discorre Pierangelo Dacrema in Il comportamento degli intermediari finanziari Elementi di teoria,
edito da UTET Libreria 1992: ...La truffa di stampo finanziario presenta di norma una somma di elementi oggettivi e soggettivi
molto caratterizzanti. Gli importi in questione sono raramente modesti, il numero di persone coinvolte può essere davvero considerevole, le
tecniche utilizzate sono molto specifiche, la mente pianificatrice rivela una imprenditorialità perversa ma con tratti di fondamentale (e
talora eccezionale) autenticità quanto a complessità degli schemi comportamentali e capacità di convertirli nella concretizzazione
dell’obiettivo. L’intermediario di cui stiamo parlando affronterà la fase della raccolta secondo formule generali più o meno tipiche; ciò che
difficilmente potrà venire trascurato è comunque il fattore velocità, a garantire il quale concorreranno in particolare condizioni di
remunerazione anomale del capitale raccolto. Su questa anomalia, diretta a scatenare e a strumentalizzare una avidità primordiale insita
nei più (e che a volte può trovare il suo argine solo in una sana paura)* viene costruito un rapporto fiduciario drogato e svincolato dai
presupposti della ragione. Il cemento del rapporto è fatto da un’emotività fasulla: una parte trae sollievo da una prospettiva allettante e da
una totale deresponsabilizzazione, dall’altra trae forza da una assunzione di responsabilità ostentata ma fittizia. (pag. 51-52).
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Immagine composizione verticale partecipata a Manhattan, in
una maglia urbana in cui la speculazione finanziaria è la
base concettuale da rispettare per la realizzazione delle opere.
La coscienza diffusa ci ha liberato ormai da chi impone un viaggio per pagarsi i propri interessi, potrebbe dire Carmelo Bene:
siamo tutti artisti;
possiamo aggiungere che tutti abbiamo il diritto di esibirci come artisti, ma non possiamo imporre di far comperare il
biglietto dello spettacolo, quindi è il caso di produrre arte nei contenitori in cui è depositata storia artistica?
Perchè i libri che hanno fatto la loro missione, rimangono storia?
Forse è il momento di ricordarci che siamo attori come cittadini di una città protagonista in Europa4 nel percorso in rete per la
creazione di uno spazio sociale dei diritti dell’uomo in città.
Ci stiamo preoccupando per la città, che la storia dell’uomo in comunità non vada seppellita assieme ai libri, custoditi in
una biblioteca per far vivere la memoria di una identità nel presente?
Ci stiamo scagliando da cento anni contro la città ed i danni che questa provoca agli uomini, cercando di evaderla o
incalzando per avere un ruolo all'interno di essa, cascando sempre nell'errore di voler competere contro altre città?
Perché arrivare a disordini sociali sempre in città?
Ciclicamente rivoluzioni culturali di protesta quando si scopre che il governo spinto proprio dalla nostra città (la Città in cui
cerchiamo di “ricamare” un ruolo da protagonisti?) compete e lotta contro un'altra identità territoriale, ci si scontra fino ad arrivare
alla guerra tra confini ideologici espressi su di un territorio che definiamo nazione.
3
Tratto dal paragrafo “L’irragionevolezza e le ragioni del panico - Il panico finanziario” a pag. 54 del libro di Pierangelo
Dacrema: Il comportamento degli intermediari finanziari Elementi di teoria, edito da UTET Libreria nel 1992.
4
nel percorso avviato a Barcellona nel 98 con la Carta europea dei diritti dell’uomo in città, Cosenza ha aderito nel
2002 a Venezia (85° posto in elenco).
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Esistiamo come
città diffusa proprio
perchè il “presente è
implicito nel nostro
vivere senza
costrizioni
temporali?”, perchè
siamo il
Mediterraneo?
Progetto partecipato del gruppo spontaneo Aurem, esposto e concertato nella sede dell’Università
telematica Pegaso (Cosenza Corso Telesio 2015)
Ci disturba ancora tanto fare parte di una città, forse abbiamo paura di noi stessi e di ciò che potremmo fare quando il
nostro “pilota automatico”5 perde il controllo?
5
Rem Koolhaas racconta il fenomeno del Manhattanismo anche attraverso il lavoro di astrazione solitaria di Ferris,
in Delirious New York Un manifesto retroattivo per Manhattan, edizione italiana a cura di Marco Biraghi, edizione in
italiano da Mondadori Electa 2010 (prima edizione in lingua originale nel 1978)
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Quando decidiamo autonomamente per tutti? Perchè lo spazio sociale non è più partecipato, è svilito. Trovandoci costretti
a dover prendere decisioni contro la nostra stessa umanità?
Viaggiamo come “Cyborg6 su Zattere rotanti”
tra le vie del mare!
Fortunatamente l'uomo macchina del 2000 ha un virus al suo interno, nel nostro sistema neurale bionico abbiamo il
percorso per danneggiare e sistemare il nostro "umano sistema informatico".
6
S ei un cyborg ogni volta che guardi lo schermo di un computer o usi un cellulare, AMBER CASE, We Are All
Cyborg Now, TEDWomen, International Trade Center, Washington (D.C.), 8 dicembre 2010
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D
E
M
O
C
R
A
Z
I
A
Una parola sognata che non è Utopia proprio perchè le biblioteche sono vive!
Abbiamo costruito le Città in cui viviamo per difenderci, per difendere la nostra memoria, la nostra esistenza come specie
che vive il pianeta, che prova a dominarlo per stare vicino alle stelle, per non dover restare soli a contemplare le stelle e
l'altre bellezze del creato, nella città non abbiamo paura di vivere in rete globale, perchè ci sentiamo protetti dai vicini di
casa, e ci sentiamo più sicuri nel lasciare i luoghi della nostra vita e memoria quotidiana, perchè sappiamo che i nostri
concittadini si prenderanno cura di questi luoghi quando disegnamo nuovi spazi oltre i confini della città, li creiamo per la
città, produciamo spazi sociali oltre la nostra città, perchè la nostra quotidiana convivialità di rende più forti nell'esplorare
nuovi orizzonti, nuove reti di città, nuovi luoghi condivisi sfruttando anche la rete telematica. Ci serve ancora la nostra
7
uasi tutte le rivoluzioni hanno avuto inizio e fine in pubblica piazza: dall’ingresso di Giulio Cesare a Roma fino alle dimostrazioni
Q
del 2014 in Ucraina. Nei momenti epocali della storia le azioni pubbliche sovvertono l’uso previsto dello spazio o rovesciano il partito al
potere che ne rivendica il controllo. Place de la Concorde, la più grande piazza di Parigi, era in origine intesa come simbolo del potere del
monarca e si prestò quindi all’esecuzione di Luigi XVI. Il 21 gennaio 1793, al culmine della rivoluzione francese, il re fu decapitato e
la piazza ribattezzata Place de la Revolution. Più di due secoli dopo piazza Tahrir, al Cairo, fu teatro dell’azione partecipata dei
cittadini che portò alla caduta dei presidenti Mubarak e Morsi, rispettivamente nel 2010 e nel 2013. L’azione civica nello spazio fisico
non è esclusivamente negativa o rivoluzionaria, né deve avere necessariamente come bersaglio un leader specifico. La città è semplicemente
una piattaforma e un amplificatore da usare (o hackerare) a qualunque scopo. Tratto da Carlo Ratti con Matthew Claudel nel
libro: La Città di domani Come le reti stanno cambiando il futuro urbano; edito il 2017 da Giulio Einaudi editore
S.p.A., Torino (titolo originale: The City of Tomorrow edito da Yale University Press, New Haven and London).
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vecchia città, questo luogo ormai lontano dagli spazi immateriali ai quali siamo abituati per creare, generare nuovi spazi
sociali. Abbiamo bisogno della polis, e questa include la città storica,
Governo condiviso, ed invece abbiamo ancora la necessità di condividere temporaneamente "hackerarando le città"!
e dover ammettere che tutto questo dibattito, questo paesaggio è stato solo di passaggio,
8
Lefebvre, Le Droit à la ville, cit. nota 27 a pag. 82 tradotta da Salvatore Settis in Architettura e democrazia
Paesaggio, città, diritti civili. Stampato il 2017 da Giulio Einaudi editore S.p.A., Torino.
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...La separazione tra i concetti di spazio e tempo è proponibile ad altri livelli, ontologici,
necessari; tuttavia nel fare ciò, il rischio continuamente corso è di dimenticare che la
Abbiamo composto il nostro tempo in
relazione al sole, e la composizione dei nostri
spazi deve rispettare il senso di un luogo da
vivere per l’uomo nel suo tempo biologico.
Azione Pacifica!
Il problema finanziario della biblioteca civica può essere risolto insieme, con una rivoluzione etica!
9
Gilda Catalano in Reti di luoghi reti di città, Edito il 2005 da Rubettino
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Il metaprogetto
Astrazione telematica in assenza di tempo del progetto partecipato
Obiettivo generale
Generare uno spazio di dibattito, discorso inteso come Paesaggio, per la rigenerazione di un'area nevralgica per lo sviluppo del centro storico di
Cosenza, l’area orbitante all’ultimo tratto di Corso B. Telesio, tra Piazzetta Toscano e Piazza XV marzo.
Le attività in linea generale, in ordine di attuazione:
- Organizzazione laboratori di analisi del territorio;
- Organizzazione di seminari che valorizzano il lavoro dei laboratori con pubblicazioni a carattere locale;
- Organizzazione concorsi di progettazione aperti anche a livello internazionale, in forma aperta e/o ristretta (ad invito);
- Coordinamento ed indirizzo sui luoghi in cui poter pernottare e fruire del prodotto turistico culturale della città, e sugli
operatori attivi sul territorio durante le fasi di studio e/o lavoro dei seminari.
Gli attori del progetto:
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Il partenariato socioeconomico
Manifestazione generale d’interesse da parte degli attori del progetto
L’Uomo democratico Telesiano a Manhattan volge lo sguardo ed il corpo verso sud nella sua composizione architettonica
- Pegaso (Contenitore sul territorio nazionale, nelle diverse sedi fisiche dell'università, in cui verranno esposti in
modo permanente le opere prodotte)
&
Scuola di rigenerazione urbana (Area di coordinamento tecnico e luogo in cui si organizzano le attività di
laboratorio, seminari, pubblicazioni, ed indirizzo sulla fruibilità del prodotto culturale della città)
- MAM (Area di esposizione temporanea dei lavori prodotti all'interno dei laboratori, visitabili durante i
sopralluoghi da parte dei partecipanti ai concorsi di progettazione)
- Comune di Cosenza
&
Biblioteca civica
&
Biblioteca nazionale
(Soggetti promotori culturali ed amministrativi dei concorsi di progettazione)
- Ordine Architetti provincia di Cosenza (indirizzo sugli studi professionali operanti nell'area urbana per avere
sostegno e/o partenariato nello svolgimento di progettualità)
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AirTrip Cosenza
space in the place urban experience
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Porta Castello
Una delle aree più complesse da riequilibrare nel mosaico territoriale, nel contesto di una moderna
mobilità turistica, integrata al sistema dei servizi di ristorazione e ricettività diffuso sul territorio.
L’analisi preventiva per un inquadramento dei lavori da effettuare, permette di comprendere le
difficoltà strutturali dell’area, ed un’idea generale degli interventi di messa in sicurezza del
patrimonio immobiliare, e del sistema relazionale della mobilità con particolare riferimento a
quella dolce.
Quadro territoriale e urbanistico
L’area oggetto d’intervento riguarda un aggregato edilizio in zona portapiana all’interno del Comune di
Cosenza, un’area suggestiva e di sicuro interesse culturale dal punto di vista storico, paesistico, e
paesaggistico, un’area rappresentativa e “porta” del nucleo di antica formazione della città. Nello
specifico, i fabbricati in oggetto si trovano in prossimità della via di accesso carrabile per il Castello
Normanno-Svevo, e fungono da “porta d’accesso” pedonale allo stesso per un breve tratto, collegandosi a
monte alla viabilità principale che porta alla Cittadella. L’aggregato pertanto è porta d’accesso pedonale
sostanziale per il Castello, delimitando e chiarendo le proiezioni dei visitatori che accedono lungo
l’ingresso di “Portapiana” nel proseguire a destra per la città vecchia, nel proseguire a sinistra verso
l’edificio fortificato, nonchè la possibilità di proseguire lungo una viabilità pedonale impreziosita da archi
che precede lo sviluppo del ramo alla base delle mura a sud della fortezza.
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L’intervento pertanto merita una particolare attenzione ed uno studio approfondito, in modo da poter
inquadrare adeguatamente il ruolo compositivo degli archi nel prosieguo del processo di antropizzazione
(l’edificazione dei fabbricati) nella zona ai piedi della torre sud-est del patrimonio culturale simbolo della
città (il Castello Normanno-Svevo).
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L’aggregato urbano (i corpi di fabbrica oggetto d’intervento di proprietà del Dott. Stefano Vecchione),
nonchè l’elemento di collegamento in elevazione tra i due fabbricati, sono di particolare interesse dal
punto di vista culturale, e patrimonio da preservare al fine di garantire sviluppo sostenibile nel
divenire, per attività non invasive ma di valorizzazione dell’intera zona di portapiana e Castello.
L’intera area è assolutamente pregevole e di notevole bellezza, con una naturale vocazione allo
sviluppo di attività artistiche come il teatro itinerante (attività svolte dal Parco Tommaso Campanella
a livello locale), attività cinematografiche, e di spettacolo in genere in relazione ai luoghi di valenza
culturale in prossimità dei fabbricati, ma soprattutto per le caratteristiche antropiche vitali ancora
preservate nella zona.
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INTRADOSSO ED ARCHI
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INTRADOSSO E ARCO
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I due archi sembrano essere ricavati come elementi di supporto ai muri laterali del passaggio sovrastante il
Vico Castello, ma soprattutto come elemento di decoro del passaggio sottostante. Da chiarire
ulteriormente il volume contenitivo del passaggio laterale, creato probabilmente per accedere ai due
volumi (divisi dal Vico Castello) in modo indipendente.
La composizione della scalinata lungo il muro sinistro del vicolo (salendo) si apre al passaggio nelle
differenti quote di sosta verso destra, creando un unico corpo organico apprezzabile soprattutto
percorrendo il vicolo dalla quota più bassa, e risalendo in direzione del Castello.
L’intervento si colloca bene all’interno di una visione generale, di consolidamento e messa in sicurezza
dell’intero aggregato urbano, e complessivamente inserito in un un piano di recupero generale della zona
di portapiana/castello.
Risultano di particolare interesse, la valorizzazione della scalinata e dell’elemento di collegamento al corpo
di fabbrica a destra (già in un buono stato da una semplice presa visione). Risulta necessaria una adeguata
interpretazione degli elementi costruttivi del fabbricato a sinistra (salendo) in raccordo al volume a destra,
in modo da creare un unico aggregato capace di interpretare appieno il ruolo importante di accesso e
snodo della mobilità dolce e carrabile, per il Castello, per la città vecchia, e per la porta a sud della stessa.
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FASE A: Analisi generale di contesto in raccordo agli enti territoriali, al fine di ricomporre i corpi di
fabbrica all’interno di un piano urbanistico di riqualificazione dell’area, e messa in sicurezza preventiva
degli spazi tra i fabbricati, in modo da garantire sicurezza assoluta e fruibilità imminente ai luoghi vitali,
con particolare riguardo al raccordo con eventuali (di auspicabile e sicura esistenza) piani di prevenzione
e protezione civile. La finalità è quella di conservare l’autenticità dei luoghi mettendo in sicurezza, e
potendo intervenire al meglio (con maggiore efficacia) in fase successiva anche dal punto di vista estetico.
In questa fase è previsto un progetto secondo le norme vigenti e sotto il controllo delle autorità territoriali
e culturali preposte.
(PER L’URGENZA BISOGNEREBBE OPERARE IMMEDIATAMENTE PER LA MESSA IN
SICUREZZA).
Costo da stimare col supporto di impresa specializzata in tal senso (gli interventi di messa in sicurezza,
dovrebbero essere rimborsati dagli enti, quantomeno in parte).
FASE B: Redazione di un progetto di massima e specifico delle parti interessate oggetto d’intervento, da
concertare con gli enti, in modo da poter intervenire in modo organico e complessivo in armonia con i
luoghi circostanti.
Costo da stimare dopo un sopralluogo dettagliato con le dovute misurazioni dei corpi oggetto
d’intervento.
FASI GENERALI SUCCESSIVE (FASE C)
Realizzazione di un progetto prima definitivo, in seguito esecutivo, e lo svolgersi delle attività di direzione
lavori/sicurezza durante le fasi esecutive, con l’ultimazione dei lavori a collaudo.
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Alla ricerca di Mr. Paesaggio nel Parco fluviale verticale
Kratos 2020
Piano Strategico Area Vasta Valle del Crati
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astrazione dei fiumi culturali nell’area Euromediterranea
astrazione verticale fiumi Crati e Busento a Cosenza in prossimità della loro confluenza
prosecuzione concettuale sul piano verso la valle del Kratos, passando per il Parco fluviale verticale
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SVILUPPARE UN PROGETTO DA UN COMUNE CONCETTO
Visione strategica per obiettivi singoli (fallimento concettuale), è necessaria una progettazione del
territorio per funzioni, il fallimento dei piani strutturali insiste sulla partecipazione all’interno di PSC
e PSA, ma dove applicati hanno già saturato la propria energia propositiva, con risultati deludenti
rispetto alle aspettative teoriche.
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Dare valore all'approccio VAS ed il piano di sviluppo urbanistico complessivo sono già il presente,
una chiave d'ispirazione progettuale del territorio, che ha dettato la pianificazione rendese, come
prosecuzione dei concetti telesiani, con la possibilità d'esprimere composizioni organiche con
architetture originali, dettate dalle capacità tecniche ed artistiche locali.
stralcio dello strumento urbanistico
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Continuare l'indagine e condividerla con altri esperti, è occasione per costruire insieme una base
scientifica da dare nelle mani della PA, coinvolgendola nelle fasi di rielaborazione della coscienza
del proprio patrimonio, metterlo a sistema tra i diversi organi con una nuova visione integrata, ed
aprirsi ad influenze estrerne richiedendo ulteriore professionalità necessaria alla notevole mole di
lavoro della dirigenza strutturata.
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OCCASIONI PER LA PA
- Occasione di dibattito a livello internazionale;
- Promozione territoriale;
- Sviluppo di progetti in coerenza con le reali potenzialità del territorio;
- Apertura ad un contesto globale, a garanzia di uno sviluppo endogeno locale
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Kratos 2020
Piano Strategico Area Vasta Valle del Crati
L’obiettivo principale del piano strategico è quello di costruire in modo condiviso il futuro della
“Valle del Crati”, che racchiude il territorio di Kratos. A tal fine il metodo della pianificazione
strategica è orientato ad agevolare la comprensione, il dialogo e la ricerca di soluzioni tramite la
continua interazione fra gli attori dello sviluppo, favorendo e facilitando la creazione di pratiche
partecipative strutturate – seminari, tavoli di lavoro, progetti – nella gestione del territorio. Il Piano
Strategico è un piano-programma di lungo periodo, mediante il quale i problemi complessivi, le
dinamiche, le tensioni e le opportunità presenti sul territorio sono individuati, monitorati, sviluppati,
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al fine di costruire soluzioni complessive e di ampio respiro. E’ utile ribadire che la pianificazione
strategica è un processo organizzativo necessario per definire una strategia o la direzione da prendere
per assumere decisioni sulla allocazione di risorse. In tale direzione si colloca la grande opportunità
offerta per questo territorio dal lavoro che qui si presenta. Pensare alla “Valle del Crati” attraverso
Kratos significa elaborare “visioni” condivise, pensare, strutturare e gestire servizi non in riferimento
alla singola città, bensì in grado di andare oltre i limiti dei confini municipali, producendo economie
di scala capaci di contribuire a contrastare la crisi (sotto il profilo economico, sociale, ambientale e
istituzionale), rendendo i territori più efficienti e all’altezza di offrire maggiori opportunità di sviluppo
e benessere per chi vi vive. Diversi studi, infatti, dimostrano che in Europa e nel mondo, sono
proprio i sistemi territoriali di area vasta, e non più le singole città come avveniva in passato, a
competere e a generare sviluppo proiettato nel tempo. Il piano strategico è una delle più rilevanti
innovazioni riguardanti la governante urbana e territoriale emersa nel corso degli ultimi venti anni e si
pone oggi come una delle principali sfide per la pianificazione allo sviluppo di tutti quei territori che
puntano sulla valorizzazione delle proprie risorse e delle proprie peculiarità. La pianificazione
strategica emerge in Europa negli anni ’90 per dare una risposta innovativa alla crisi degli strumenti
tradizionali di pianificazione mediante l’utilizzazione delle risorse materiali e immateriali.
Il lavoro di pianificazione coordinato dai diversi attori del territorio, risulta un momento di confronto
ai diversi livelli della governance, e dimostrazione di capacità degli amministratori nel riuscire ad
autodeterminarsi all’interno di un lungo processo di raffronto. Viene a prodursi una strutturazione
semantica di indirizzo strategico che definisce le opere necessarie a valorizzare le potenzialità culturali
ed ambientali di un territorio diffuso in prossimità di nuclei urbani dell’Area Urbana Cosentina (aree
a maggiore intensità antropica che orbitano attorno ad un sistema identitario ben definito e
maggiormente riconosciuto rispetto agli operatori esogeni al sistema). L’Area Vasta di prossimità
(rispetto all’Area Urbana) oggetto d’intervento è quindi adiacente ad un sistema di relazioni politiche
e gestionali con una maggiore strutturazione formale e sostanziale, nei confronti dell’area in oggetto,
e rispetto alle governance sovraordinate. L’identificazione acquisita nella gerarchia dei centri attrattori
da parte dell’Area Urbana Cosentina trova la sua naturale espressione territoriale nella Valle del Crati,
riscoprendo spontaneamente il potenziale necessario per riequilibrarsi rispetto al resto dei sistemi
relazionali su scala provinciale e regionale. Il sistema di relazioni istituzionali locali tessuto durante
l’esperienza del Piano Strategico Kratos, si pone in antitesi alla configurazione politica dell’Area
Urbana Cosentina, con processi non indotti ma spontanei dal basso, e di maggiore efficacia
contrattuale nei confronti della governance sovraordinata. Il percorso partecipato che ha ricostruito
10
il Paesaggio nell’accezione Foucaultian nel senso di “discorso”; in << A LANDSCAPE IS A LANDSCAPE IS A
LANSCAPE…>>) di Michael Jakob nel secondo capitolo di “Il Paesaggio”.
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l’area della Valle del Crati è un processo di progettazione integrata multi-agente tra gli attori locali
con una matrice utopica in termini di ispirazione formale, ma sostanzialmente diviene strumento
concreto di governo, riequilibrando il territorio di prossimità attraverso il sistema relazionale naturale
e culturale. Si struttura così in modo organico come dispositivo territoriale capace d’essere
identificato a livello globale con maggiore chiarezza, perché scioltosi dalle relazioni umane del potere
locale di confine. Il policentrismo dell’Area Urbana Cosentina è rafforzato dalla naturale proiezione
concettuale lungo il fiume Crati, trovando l’energia per potersi relazionare nel quadro dello spazio
economico europeo, mantenendo un ruolo naturale nello scenario mediterraneo, e pertanto diviene
più attrattivo e competitivo l’intero tassello “Area Urbana Cosentina – Valle del Crati” (l’uno
garantisce l’esistenza dell’altro), nel quadro generale delle gerarchie dei centri attrattori globali.
La plasticità del naturale corridoio ecologico lungo il fiume Crati è espansione del tempo rispetto alle
costrizioni di potere dei centri attrattori consolidati, e pertanto risulta più appetibile per una
“speculazione non economica”, ma di relazioni umane, di vivibilità, e sostenibilità sostanziale fuori
dalle maglie dell’economia costrittiva. Il dispositivo territoriale Kratos, diviene così un processo che
ha prodotto l’idea condivisa di un Piano Strategico, uno strumento funzionale, permeabile, ed
implementabile per pianificare seguendo le buone pratiche di ispirazione democratica, attraverso lo
strumento sempre aperto della concertazione. Attraverso questo approccio sistemico di gestione del
territorio, è interessante notare come sia stato più semplice individuare le differenti attività
progettuali mettendole a sistema, garantendo così una maglia relazionale competitiva per l’Area
Vasta, con una maggiore comprensibilità delle differenti opere puntuali all’interno del PS, e pertanto
capace di attrarre finanziamenti ed ulteriori proiezioni di sviluppo turistico accessibile e sostenibile.
L’esperienza spontanea del Piano Strategico Kratos diviene non solo raccordo sostanziale per scenari
di sviluppo transnazionale, ma soprattutto un esempio di autogoverno in grado di autoalimentarsi
dimostrando d’avere capacità di gestione del proprio territorio, attraverso la consapevolezza delle
proprie potenzialità locali, e capacità d’intervenire nelle fasi successive di progettazione puntuale,
individuando non solo gli strumenti normativi e finanziari, ma anche le forme
tecnico/amministrative più adeguate per definire le successive fasi di progettazione ed esecuzione, in
modo da chiarire la migliore forma prestazionale degli operatori tecnici esogeni al sistema di governo,
ed a garanzia di un adeguato controllo amministrativo durante l’intero processo. In questo scenario
diviene più semplice implementare l’intervento di ulteriori portatori d’interesse sul territorio, in modo
da garantire confronto e partecipazione alle decisioni di governo, tutelando gli attori locali perché
attivi, solidali, e promotori di sinergie e contesti di competitività tra soggetti esogeni, come è già
accaduto per i più interessanti Piani Strategici in Europa con l’apertura al dibattito culturale globale.
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La visione: Il Piano Strategico può divenire strumento di buona pratica, ed interprete di un possibile
percorso di sviluppo sostenibile delle città diffuse nell’Area Urbana Cosentina. Un dispositivo
territoriale di Area Vasta capace di ribaltare il concetto di “città verso il paesaggio”, riponendo nel
territorio il ruolo di attore protagonista, rispetto alle aree densamente antropizzate.
Il PS Kratos è uno strumento semplice e permeabile che facilmente si inquadra negli scenari di
sviluppo e coordinamento nazionale delle città metropolitane. Seguendo percorsi moderni di
rigenerazione del territorio, con la cura della Sicurezza ed dell’Accessibilità al sistema urbano, in un
quadro policentrico dei luoghi densamente antropizzati. Cura dell’intermodalità in funzione del
mantenimento dell’autenticità dei valori locali, ma anche di socialità e vivibilità del paesaggio, con una
intelaiatura generale della Governance, capace di analizzare i processi ed interpretare l’adeguato
controllo amministrativo. Lo strumento aperto del PS Kratos è così uno spontaneo contributo degli
attori locali per lo sviluppo armonico dei luoghi, è patrimonio culturale efficace perchè confronto
dialettico e democratico in un quadro scientifico con approccio deterministico. Uno strumento
sensibile, permeato da valori antropici e sociali, in modo da accrescere le occasioni di solidarietà ed
uguaglianza, a garanzia che lo strumento rimanga un mezzo e non uno scopo, inclusivo e nelle mani
degli Uomini. Tra le nuove missioni del piano strategico si persegue la missione di riuscire a
coniugare il significato fortemente culturale del paesaggio con la sua ri-considerazione fortemente
“strategica” (coerentemente rispetto ad i contenuti emergenti dalla Convenzione Europea del
Paesaggio interamente recepiti dalla legge urbanistica regionale 19/02 e riportati nel Quadro
Territoriale regionale), mediante la quale paesaggio e territorio divengono risorsa imprescindibile per
la creazione di opportunità occupazionali, sviluppo e benessere sociale.
Segue il “discorso”, inteso come paesaggio ancora aperto, finora intrapreso del PS Kratos.
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Fig. 2. Un’esperienza concreta di partecipazione dal basso con una progettazione integrata
multi-agente capace di garantire coordinamento e sviluppo endogeno per la fruibilità di risorse
finanziarie, oltre ad essere una buona pratica di indirizzo alla progettualità e fruibilità delle risorse
locali per attori anche esogeni al sistema.
Fig. 3. Una pianificazione del lavoro tra gli attori locali del territorio interessato, con una chiara
visione del quadro territoriale di gestione del territorio da parte della governance sovraordinata, ha
garantito al processo decisionale del Piano Strategico un coordinamento operativo che ha agevolato
la concertazione a livello orizzontale e verticale da parte degli enti pubblici ed attori territoriali
coinvolti.
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Fig. 4. Con quadro di Area Vasta chiaro da parte degli amministratori locali, è stato garantito il
processo spontaneo della progettualità, in una chiave di sostenibilità consapevole e con un percorso
endogeno di sviluppo, ricostruendo un’identità territoriale capace di elaborare una sua personale idea
di sviluppo.
Gli attori del territorio trovando chiaro lo “spazio scenico” in cui recitare, nel rispetto del proprio
ruolo istituzionale, procedono in un percorso di progettualità del territorio, inteso come discorrere
(paesaggio) in cui creare il proprio spazio concettuale nel rispetto degli organi sovraordinati.
Un approccio ambientale insito nel suo divenire.
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Fig. 5. Lavorando sulle debolezze del sistema integrato è stato possibile impostare un divenire dei
lavori, che coinvolge le autorità di valutazione, controllo, e gestione ambientale nelle varie fasi del
processo decisionale degli interventi.
Fig. 6. Una progettualità puntuale e coordinata tra i differenti “tasselli” del mosaico territoriale
(undici comunità), ha garantito la sostenibilità tecnica ed amministrativa della proposta complessiva
del Piano Strategico Kratos, una progettazione integrata che si innesta perfettamente nel quadro
generale delle infrastrutture territoriali, e garantisce la sistematicità delle opere locali in un quadro di
sostenibilità territoriale complessiva delle opere pubbliche proposte all’interno del PS. Una
trasparenza operativa della macchina amministrativa, che meglio propone l’intero territorio in un
quadro strategico nazionale. Con questo lavoro diventa più semplice intercettare nuove finanze per lo
sviluppo di progettualità a livello sovracomunale, ed in un quadro di Area Vasta, incoraggiando la
permeabilità al sistema, per uno sviluppo svincolato dal confine amministrativo, ma allo stesso tempo
in armonia con esso. Il sistema amministrativo creato diviene un dispositivo che qualifica il territorio,
rendendolo appetibile per l’investimento privato, perchè riqualificato, e ben coordinato dal punto di
vista funzionale. La qualità in termini di sostenibilità complessiva dei progetti strategici messi a
sistema, garantisce sicurezza all’investitore, perchè individua una visione d’insieme da parte della PA
locale, ed una capacità di controllo e gestione dei processi decisionali nel divenire.
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Fig. 7, 8. La conoscenza chiara degli amministratori locali del proprio territorio, ha permesso di
recitare il ruolo più adeguato all’interno dell’area vasta in cui si cala il Piano Strategico,
identificando gli interventi strategici necessari a sviluppare il percorso di identificazione dell’Area
Urbana Cosentina verso la Valle del Crati, entrando in una logica di competitività complessiva delle
due aree messe a sistema, nel quadro provinciale e regionale.
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New Kroton
for mediterranean diffuse polis
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New Kroton
for mediterranean diffuse polis
astrazione Atene Kroton Manhattan
Scuola di Rigenerazione urbana e ambientale, Istituto Nazionale di Urbanistica e
Università Telematica Pegaso, per una nuova teoria compositiva dell’area urbana
di Crotone.
Turismo culturale e naturalistico per la ricollocazione concettuale dell’Antica
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Approccio partecipato per la democratizzazione dei nuovi spazi di governo, secondo gli schemi logici espressi dal
Prof. Ing. Dino Borri (Università Politecnico di Bari), in occasione della Summer School 2005 per lo sviluppo
sostenibile del litorale e dell’entroterra dell’alto tirreno cosentino (esperienze di studio/lavoro dell’estensore del
documento, presso UNICAL l’Università degli studi della Calabria).
12
Tratto dagli atti del convegno organizzato da Lions Club di Reggio Calabria, 24-25 Aprile 1982 (Laruffa Editore).
Relazione del Prof. Franco Paloscia, Segretario generale del comitato nazionale italiano per l’organizzazione
mondiale del turismo O.M.T. - Promozione e politiche d’intervento per lo sviluppo turistico dell’area di Magna
Grecia.
Relazione del Prof. Giovanni Peroni, Professore università di Perugia - Fattibilità turistica degli itinerari
monotematici.
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sistema turistico accessibile in coerenza con lo sviluppo dello Spazio
Economico Europeo nello scenario Euro-mediterraneo, rafforzato
dallo sviluppo del C
orridoio Meridiano13.
Lavoro di continuità dell’azione di Governo della Regione Calabria nel
tentativo di anticipare le proiezioni d’impatto e risolvere i fenomeni di
congestione dei flussi turistici, analizzando la complessità del sistema
turismo14, in modo da salvaguardare la fruizione del patrimonio
culturale di Crotone per le generazioni future.
Un progetto che nella sua complessità di sistema, si dota di un
supporto tecnico operativo, “ANTICA KROTON, Programma area
di attrazione naturale e culturale di rilevanza strategica”15
13
Studio di Fattibilità: IL CORRIDOIO MERIDIANO COME “OPERA TERRITORIALE” NELLO
SCENARIO DI UN PIANO STRATEGICO DEL MEDITERRANEO,
Ministero delle Infrastrutture e Trasporti | DICOTER
IZI SpA
ECOSFERA SpA
Unità di ricerca: prof. arch. Maurizio Carta, coordinatore, arch. Daniele Ronsivalle, arch. Daniele Gagliano
14
Kalhattan “congestion tourism”, dal delirio calabrese della congestione alla buona partecipazione. Opera di analisi
critica sul turismo sostenibile in Calabria. Opera dell’Ing. Andrea Pellegrino in collaborazione con l’Ing. Valentino
Canturi, lavoro presentato col CePSU a Belmonte Calabro (CS). All’interno dell’opera sono ampiamente indicati
riferimenti ufficiali della Regione Calabria (tra questi il quattordicesimo rapporto sul turismo).
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Deliberazione della Giunta Comunale N° 220 del 27/07/2017
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Visione di George Simmel tra rovina e natura, in “La Rovina” (1911)
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Indice
Il Porto di Maratea oltre i confini, accesso fluido nord alla città diffusa - pag. 7
Il diritto alla città civica Paris Saint Germain - Cosenza 5.0 al 68'
Alla ricerca di Mr. Paesaggio nel Parco fluviale verticale - pag. 69
Kratos 2020 Piano Strategico Area Vasta Valle del Crati - pag. 76
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