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a cura di Ruben Baiocco e Francesco Gastaldi

Aree militari dismesse


e rigenerazione urbana

Nell’estate 2011 la questione della Fino agli anni più recenti il tema della di- ha individuato “grandi potenzialità di ricon-
smissione e del riuso delle aree militari non versione economica degli immobili non più
dismissione dei patrimoni immobiliari
è entrato a pieno nel dibattito disciplinare utili ai fini istituzionali della Difesa, ma che
pubblici (non solo militari) ha fatto più e nell’agenda politica, a livello nazionale e potranno essere oggetto di una progressiva
volte capolino nell’ambito del dibattito locale. L’episodicità del processo di dismis- messa a reddito”. Da quel momento sono ma-
sione e la tendenza a considerare i singoli turate le condizioni per la formazione e l’im-
politico. Esigenze finanziarie collegate
edifici (pur se situati nelle aree demaniali), plementazione di un programma nazionale
alla riduzione del debito motivano ha fatto sì che la questione fosse rilegata es- denominato “Valore Paese”.
l’ipotesi di un vasto programma di senzialmente a questioni di riqualificazione Nei PUV assume un ruolo rilevante l’Agen-
dismissione del patrimonio pubblico, architettonica (e non urbana) e rispettiva ri- zia del Demanio (costituita a seguito di uno
funzionalizzazione. Non è mai stata presa in spin-off da parte dell’amministrazione cen-
orientato alla valorizzazione di beni seria considerazione la rilevanza molteplice trale nel 2000) che può finanziare appositi
che oggi non solo non sono utilizzati in che può assumere il “trattamento” di un pa- studi di fattibilità per l’individuazione della
modo virtuoso ma costituiscono talvolta trimonio comunque pubblico da re-immet- migliore valorizzazione dei beni immobili
tere in un circuito di valorizzazione con mol- pubblici, previo idoneo cambio di destina-
un grave onere per i conti dello Stato e
teplici valenze di incidenza a scala urbana. zione d’uso, da attuare prioritariamente me-
degli enti locali. Nei saggi qui raccolti si Solo in questi ultimi anni il tema sembra diante concessione d’uso o locazione, ovvero
evidenziano difficoltà e inerzialità nella assumere una dimensione più generale, in- mediante permuta con gli enti territoriali o
serendosi nelle strategie di riorganizzazione alienazione sul mercato. L’ipotesi di base pre-
dismissione del patrimonio pubblico in
della città in diversi piani urbanistici sia a vedeva che una volta costituita una massa
molte città italiane, caratterizzate: scala urbana che territoriale, a seguito degli critica sufficiente di immobili, e condivisa
1. dalla mancata sinergia con gli ampi processi di dismissione conseguenti una prospettiva di intervento urbano, i PUV
strumenti di pianificazione e più in alla riforma del servizio di leva e al mutato possano rappresentare un elemento di inne-
quadro geo-politico internazionale. Questo sco dell’iniziativa privata cui viene richiesto
generale con le politiche urbane; anche in forza di alcune iniziative legisla- di finanziare la riconversione degli immobili
2. da un quadro legislativo incerto e in tive orientate a sostenere la valorizzazione (in qualità di concessionario) ed il pagamen-
continua evoluzione; di beni statali, pur essendo state assunte in to del canone allo Stato.
modo disorganico e quasi esclusivamente Per ora i PUV hanno assunto forme disomo-
3. dalla difficoltà di dialogo e
per esigenze di bilancio statale; tra queste, genee, a seconda delle diverse regioni e risul-
interazione fra comuni e agenzie si segnalano i PUV (Piani Unitari di Valoriz- tati contrastanti in quanto ad esiti. Nel caso
statali. zazione) introdotti dalla Legge 27 dicembre di PUV regionali, che appaiono per lo più
2006, n. 296 Disposizioni per la formazione del come liste di immobili ed aree da fornire in
Non ultimo, si registra una certa
bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge concessione, risulta difficile individuare vere
latenza di strategie e/o scenari a livello finanziaria 2007). Tale normativa nell’ambito e proprie linee strategiche di altra natura che
locale per la messa in valore dei beni degli articoli dedicati alla “valorizzazione e non quella finanziaria; è solo quando vi è un
razionalizzazione del patrimonio pubblico” incrocio fra politiche urbane di sviluppo di
in funzione di processi di rigenerazione
ha indicato come entrate una tantum l’a- ordine comunale o intercomunale già deter-
urbana, a fronte di un mercato lienazione di beni cui non sono applicabili minate dal punto di vista strategico da parte
immobiliare poco dinamico e creativo. procedure di valorizzazione, ma soprattutto dei governi locali – si ricordi, fra l’altro, il di-

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ritto di prelazione degli enti locali già sanci- Currà). In un simile ordine di questioni sem- ormai saturo in cui la ricerca di nuovi spazi
to nel 1997 – che sembra possibile orientare bra potersi collocare il caso del Campo trin- per progetti di rigenerazione resta la priorità
e fornire una vera e propria re-interpretazione cerato di Venezia-Mestre ed il ruolo assunto (Savino). Trieste appare come un caso em-
del “valore” dei beni demaniali, in modo or- dagli enti locali per gestirne la sua restitu- blematico in cui la ricchezza di aree militari
ganico e non occasionale. zione ad usi civili già da tempo avviato attra- dismesse è tale – in quanto zona transfron-
Come dimostrano i casi qui raccolti, però, verso forme partecipative e collaborative che taliera - da scoraggiare le amministrazioni a
i puzzles delle competenze messe in gioco ne hanno garantito la parziale fruibilità ma proporre tanto piani organici di riuso quan-
per delineare strategie di ri-utilizzo - facen- non un’effettiva e compiuta valorizzazione to singoli progetti-obiettivo, anche quando
do anche uso di uno strumento come il PUV, (Baiocco). l’urgenza della presa in causa di patrimoni
orientato al processo di governance secondo Il caso milanese descrive invece come in così rilevanti è fondamentale per lo sviluppo
presupposti di sussidiarietà verticale (tra assenza di un PUV sia possibile comunque di specifici settori urbani (Damiani). Il caso
livelli istituzionali differenti) e orizzontale mettere in gioco aree demaniali militari in di Visco mette invece in rilievo come le aree
(fra i diversi pubblici e i privati), sembrano posizione centrale includendole entro i con- militari dismesse divengono inoltre motivo
però restituire “figure” costituite da pezzi tenuti e gli obiettivi del Piano di Governo di forte interesse collettivo nei contesti carat-
mancanti. Le “composizioni”, pertanto, che del Territorio come Ambiti di Trasforma- terizzati dalla rilevanza delle politiche tran-
sono per un verso molto differenziate, per- zione Urbana, in quanto contesti appetibili sfrontaliere e di confine (e per questo, spesso
mettono alcune tipizzazioni. rispetto ad interessi immobiliari privati, in ricche di postazioni militari), in cui il ricono-
All’interno dell’esperienza del PUV della re- cui però una mera valorizzazione econo- scimento di “luoghi della memoria”, legati ad
gione Liguria, sembra poter riscontrare un mica sostenuta da interventi caratterizzati esperienze di forte contrapposizione anche
certo grado di integrazione istituzionale fra dalla formula Verde + Case mette in seria di- piuttosto recenti fra comunità prossime ma
strumenti strategici e attuativi e fra finali- scussione le reali potenzialità delle aree e la divise, costituisce un tassello fondamentale
tà pubbliche e private nel caso di La Spezia loro privilegiata relazione con importanti per la costruzione di nuove identità locali,
(seppur su aree non rilevanti in ambito ur- infrastrutture. In questo caso la mancanza di orientate alla cooperazione e alla costruzio-
bano). Il progetto per un nuovo waterfront, e una strategia collima con l’ambiguità degli ne di legami fra istituzioni e cittadini di di-
quindi per la costruzione di una nova polari- strumenti adottati (Montedoro). La stessa verse nazionalità (Licata). La “memoria” può
tà urbana, sembra riuscire progressivamente formula sembra caratterizzare il processo di divenire, infatti, in contesti non coinvolti da
a catalizzare beni patrimoniali di varia natu- alienazione della più importante area milita- troppo intensi flussi economici, un fattore
ra – fra i quali il consistente pacchetto delle re dismessa (ex Scuola Accademica per le Re- di rilievo nella costruzione di politiche di
aree militari dismesse, e interessi pubblici e clute dell’Aereonatica Militare) della città di sviluppo locale, in cui la necessaria parteci-
privati, in una visione unitaria di sviluppo Macerata, dove il Comune cede il passo alla pazione della società civile, attivata anche
orientato alla competizione sovralocale, con società partecipata statale Fintecna, in cam- sul piano simbolico dal riconoscimento del
effetti che si misurano quasi alla scala terri- bio di una neppure troppo rilevante quota valore del “ricordare”, mobilita energie crea-
toriale (Gastaldi). di social housing e a fronte di un consistente tive su quello economico e sociale, non solo
Più difficile sembra invece cogliere e valo- immissione nel mercato privato locale di culturale .
rizzare vocazioni di aree militari terrestri e immobili residenziali (più verde e qualche In alcune città la presenza di aree militari
dislocate come nel caso dei forti trincerati, e servizio) “sulla carta” (Baiocco, Sancricca). dismesse è tale e così ben localizzata, anche
con specifico riferimento a quello di Roma (e I casi di Genova, Trieste e Messina sono ac- a fronte dello sviluppo post-bellico dell’ur-
al PUV Lazio), che vede patrimoni, spesso di comunati da necessarie linee di tendenza del banizzazione, da costituire un vero e proprio
eccezionale valenza paesaggistica, collocati, riutilizzo degli spazi entro il contesto urba- “patrimonio strategico urbano”, per la ride-
a fronte dei processi di urbanizzazione, in nizzato, e fra questi le aree militari dismes- finizione di standard qualitativi di aree re-
posizioni strategiche rispetto a possibili fina- se costituiscono un “riserva” di raro pregio sidenziali non strettamente centrali (Roma,
lità di riequilibrio funzionale e ambientale di localizzativo e patrimoniale. L’esperienza di Messina, Trieste, Macerata), per la rilocalizza-
configurazioni spaziali dei tessuti periferici Genova nonostante il divergere relativo fra zione di funzioni istituzionali e civiche, per
in cui si sono ritrovati inseriti. Infatti, fina- le richieste del Comune verso il demanio e riconsiderare il grado di porosità e il sistema
lità di natura sociale e collettiva, associate le risposte misurate del PUV Liguria, espri- di relazioni di interi settori urbani (Milano,
a peculiari qualità costruttive e tipologiche me il senso di una continua elaborazione di Venezia-Mestre) o per la ri-organizzazione
mal si prestano ad obiettivi di facile e rapida accordi fra istituzioni per il re-impiego delle complessiva del sistema infrastrutturale
“valorizzazione finanziaria” di tali patrimoni aree nelle dinamiche trasformative urbane viabilistico, tanto carrabile che ferroviario
se non re-interpretati a livello urbano, secon- (Servente). Il caso di Messina rileva come la (Milano, Messina) oppure come aree da coin-
do una logica sistemica, che ridistribuisce il mancanza di un PUV – senza che questo deb- volgere in strategie di sviluppo fondate su
carico di mobilitazione di risorse finanziarie ba essere considerato uno strumento risolu- nuove polarità urbane (Milano, La Spezia,
e a fronte di “un’analisi dettagliata dei carat- tivo - è sintomatica di una disconnessione Genova e Trieste). Se il riconoscimento della
teri tipologici, formali e costruttivi, ma an- fra elaborazioni progettuali che coinvolgono localizzazione strategica dal punto di vista
che storici e urbanistici originari, capaci di brani di città che assumono come parti rile- di qualsivoglia politica di sviluppo urbano,
stimolare una “strategia progettuale” (Storelli, vanti le aree militari in un contesto urbano appare pertanto come un tratto che accomu-

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na i diversi casi affrontati, il senso che vari
progetti, piani o programmi assegnano al ter- Aree militari dismesse e rigenerazione urbana
mine “valorizzazione” o alla locuzione “ge-
nerazione di valore” rimane ancora opaco e
polarizzato fra una pulsione reale di enti sta-
tali e territoriali alla “cartolarizzazione” dei
beni che riduca il valore in termini finanziari
e quello di una prospettiva più complessa in Franco Storelli, Edoardo Currà
cui il “valore” ha un significato più stratifi-
cato, fra bene comune, benessere collettivo,
Dismissioni per Roma: un processo che tarda
capitale urbano e dimensione simbolica, in ad avviarsi
cui il progetto di trasformazione della città
è ancora in grado di generare un’economia Anni di dibattito e di pratica più o meno occa- di emergenze, finanziarie e urbanistiche, a cui
complessa, redistributiva e allo stesso tem- sionale hanno reso familiare, anche ai non ad- le dismissioni vengono ascritte e ci si concen-
po competitiva. detti ai lavori, le vicende della dismissione di tra sulla seconda tipologia di motivazioni si
Il quadro legislativo attuale però non concor- parte del patrimonio demaniale militare, ma il evidenzia un ambito di riflessione prioritario
re a delineare strategie unitarie e a schiarire caso di Roma è emblematico. La città, in quan- che può fornire ragionevoli elementi di sup-
il senso di un processo di valorizzazione; la to capitale, è stata oggetto a partire dal 1870, porto all’analisi della effettiva efficacia delle
Finanziaria 2009, all’art. 2 comma 27 ha pre- di una progressiva consistente realizzazione operazioni e tessere un legame di biunivocità
visto la costituzione con decreto del Ministe- di edilizia militare, mentre la distribuzione tra valorizzazione del bene e riqualificazione
ro della Difesa, di concerto con il Ministero e l’entità delle centralità territoriali e locali, urbana: la definizione sistematica dei criteri
dell’Economia e delle Finanze, della società lungi dallo stabilizzarsi secondo percorsi di del progetto di recupero rubano e di quello
per azioni “Difesa Servizi s.p.a” che si deve crescita prefigurati, è stata sede di fenome- edilizio.
occupare delle attività di valorizzazione e di ni di sbilanciamento che necessitano ora di A Roma, infatti, negli ultimi 15 anni sono stati
gestione, fatta eccezione per quelle di aliena- compensazioni anche in tessuti fortemente realizzati diversi interventi di “appropriazio-
zione, degli immobili militari, da realizzare storicizzati. Sovente sono proprio questi i tes- ne” da parte della collettività di insediamenti
anche attraverso accordi con altri soggetti e suti dove negli anni l’imponente espansione militari dismessi e le modalità e gli effetti del
la stipula di contratti di sponsorizzazione. dell’insediamento urbano ha “incorporato” loro recupero, pur se datato, rappresentano i
Nel corso dell’estate 2011 altre ipotesi e pro- aree ed edifici militari; si possono leggere evi- soli elementi di sperimentazione in situ che
cedure di dismissione del patrimonio pubbli- denti i segni di tali squilibri e l’operazione di è possibile considerare. Emerge subito che,
co sono state discusse nell’ambito dell’acceso dismissione non può essere esente dalla consi- alcuni degli interventi, a prescindere da una
dibattito sul risanamento della finanza pub- derazione di tali esigenze strutturanti. Proprio possibile qualità architettonica, non sfrut-
blica. per il Lazio era stato siglato nell’ottobre 2007 tano le potenzialità di sistema a cui si pensa
Dai primi risultati si rileva come la dismis- un Puv che, sull’onda di quello della Regione debbano afferire le trasformazioni citate. In
sione e la valorizzazione di patrimoni e aree Liguria e dei comuni di Bologna e Ferrara, era ordine temporale i casi più significativi sono
militari potrebbe rappresentare l’occasione prodromo alla realizzazione degli studi di fat- il recupero della Caserma Cavour come sede
per ripensare parti di città ad alta valenza tibilità e alla verifica degli effettivi nuovi im- del Tribunale di Roma (1997-2001), il Nuovo
simbolica, spesso centrali, ma le ammini- pieghi. Centro Esquilino, nelle Caserme Sani e Pepe
strazioni locali non sembrano capaci di ela- Si ricorda che i Puv sono l’ultimo atto dell’e- (1999-2003), e la Casermetta Capocci, parte
borare strategie di riutilizzo all’altezza delle voluzione degli strumenti per la realizzazione della Caserma Umberto I, destinata a sede del-
aspettative, sia in relazione alla possibilità delle dismissioni dopo che negli anni Novan- la Direzione Generale dello Spettacolo (2004).
di nuovi scenari di sviluppo economico, sia ta, agli episodi sporadici e occasionali seguì Quando si propone una programmazione a
in relazione alle procedure e agli strumenti l’avvio del primo programma di dismissione più scale che, dal livello urbano della indi-
più adatti per le trasformazioni. Talvolta, av- dei beni immobili della Difesa nell’ambito dei viduazione degli obiettivi scenda alla scala
viene perfino che il riutilizzo del patrimonio provvedimenti contenuti nella legge finanzia- edilizia della comprensione dei caratteri per
militare venga visto da alcune amministra- ria per l’anno 1997 (L 662/1996). L’articolo 3, poi risalire alla progettazione di sistema, si
zioni locali più come un “peso”, che come nel comma 112 ne disciplinava le modalità intende affermare la stretta correlazione tra
una opportunità. di attuazione, mentre nel comma 113 veniva il carattere che taluni beni militari hanno e le
sancito il diritto di prelazione degli enti locali. loro potenzialità nella trasformazione urbana
Le numerose evoluzioni sul piano normativo e territoriale.
non sono esplorabili nella brevità del presente Nella capitale vi sono almeno due di questi
contributo, ma è noto che diverse proposizio- sistemi: le strutture storiche del campo trin-
ni normative hanno nel tempo disinnescato le cerato, compiuto definitivamente nel 1884 e
potenzialità dei Puv. consistente di 15 forti e 4 batterie, e i presidi
Se però si distinguono le due differenti classi per l’acquartieramento delle truppe (caserme,

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parte del Demanio al Comune di Roma.
Il protocollo di intesa firmato il 4 giugno 2010
tra Comune di Roma e Ministero della Difesa
e la conseguente Delibera di Variante Urba-
nistica n.8/2010 detta “Piano di alienazione e
valorizzazione degli Immobili Militari della
Città di Roma” lascia aperta una finestra per la
concretizzazione di tale rischio. Negli elenchi
del nuovo Piano di alienazione e valorizzazio-
ne degli Immobili Militari della Città di Roma
compare, ad esempio, il Forte Boccea e si costi-
tuisce per esso un “ambito di valorizzazione
E4”. Per l’immobile si prefigura quindi la ces-
sione e nella variante alle norme tecniche di
attuazione si legge che dovrà ospitare almeno
il 20% di Sul residenziale, un minimo di 10%
di Sul Commerciale, Servizi e Turistico-ricet-
tive e produttive con una quota di flessibilità
tra le diverse destinazioni pari al 50% Sul in
quanto per la collettività viene riservata una
quota di Sul pari al 20%.
Non vi sono quindi indicazioni cogenti sul-
le modalità di re immissione in un circuito
d’uso a beneficio della collettività, mentre
l’analisi storica, le considerazioni tipologiche
e costruttive, in dialettica con le richieste del
contesto urbano puntano a costituire le basi
dell’approccio sistematico.
Questo vale anche per il sistema degli acquar-
Individuazione delle aree militari tieramenti e delle altre consistenze edilizie.
Tale patrimonio può essere suddiviso in due
casermette, palazzine). Complessi edilizi e for- ne” è costituito da strutture murarie voltate grandi categorie: da un lato complessi edilizi
ti si confrontano oggi con l’abitato, nelle loro ricoperte da terrapieni), li rendono difficil- ed edifici monumentali, a volte con grandi
dimensioni e nella loro dislocazione, innanzi- mente destinabili a scopi finanziariamente aree di pertinenza e destinati ad accogliere
tutto a livello della grande scala urbana. Basti giustificabili della spesa di recupero. Costitui- all’epoca gli elementi strategici per la difesa
pensare che i due grandi insediamenti di Ca- scono quindi un sistema a sé, in cui la loro fre- della città, dall’altro caserme isolate e piccoli
stro Pretorio e di viale delle Milizie avevano il quente collocazione nell’ambito di estese aree edifici destinati ai servizi di supporto e loca-
carattere di quartieri militari posti al margine verdi, o in condizioni di eccezionale valenza li, inseriti già allora in maniera episodica nel
della città. paesaggistica (come Forte Antenne, Forte Ap- contesto urbano, all’interno del quale non
Ma già dal secondo decennio del XX secolo pia Antica e Forte Monte Mario) li rendono rappresentano “discontinuità” di rilievo.
tali “recinti urbani” non possiedono più la prevalentemente naturali polarità di un si- Per questi ultimi il progetto può strutturarsi
funzione di limes. Oltre di loro ormai si esten- stema di cintura delle attrezzature collettive sulla base del quartiere, del rione, avvalendosi
de la città ed essi sono stati completamente ambientali a livello urbano e territoriale, ma in una programmazione che le inserisca nel
inglobati nell’edificato. La scomparsa delle richiede una sistematica operazione di finaliz- contesto dei servizi del municipio di riferi-
relazioni strutturanti rende prioritario perciò, zazione delle reti degli spazi collettivi. mento, ma nei primi casi, che annoverano al-
all’atto di approcciarne il progetto di ristrut- Il percorso che si sta svolgendo, di dismissione cuni dei più grandi complessi militari esisten-
turazione, affrontare il loro “re-inserimento” parziale di singoli forti, distrae dalle finalità di ti nel centro Italia (le citate caserme di viale
urbano e attestarne il riuso secondo servizi a una loro valorizzazione complessiva. Il “caso delle Milizie, di Castro Pretorio, e il comples-
scala urbana o nazionale dal ruolo compara- per caso” porta infatti a predisporre di volta in so dei forti del Campo trincerato) è d’obbligo
bile con quello che le ha generate. volta progetti isolati che non compongono un procedere innanzitutto ad una loro re-intepre-
Operazione molto più complessa da raggiun- sistema. Già il Programma di Assetto Generale tazione a livello urbano che nasca dall’analisi
gere per quanto riguarda il sistema dei forti. delle Aree Militari (2001) metteva in guardia dei caratteri tipologici, formali e costruttivi,
La eccezionale caratterizzazione tipologica da questo rischio ed indicava come urgente, a ma anche storici e urbanistici originari, e sti-
(edifici prevalentemente ipogei), e le peculiari fronte di una reale inutilizzazione dei forti già moli la proposizione di una strategia proget-
qualità costruttive (il grosso della “costruzio- dismessi, l’accelerazione dell’assegnazione da tuale e di un programma di base che permetta

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in fase di sviluppo del progetto di allestire un
sistema di relazioni forti tra questi e la città, Aree militari dismesse e rigenerazione urbana
anche procedendo, come avvenuto nel caso
della caserma Cavour, ad una intensificazione
del costruito, più che ad una demolizione to-
tale, come avvenuto in altri casi.
Mantenendo l’assioma condiviso che nel pro-
getto di recupero ogni caso ha le sue peculia- Laura Montedoro
rità, deve altresì emergere una linea comune
che può essere proposta come guida per la
Milano: le proprietà militari del Demanio e il
progettazione degli interventi successivi. Piano di Governo del Territorio
Dal punto di vista attuativo la via più breve
sembra essere quella che passa per il piano re- Milano, 26 novembre 2009: “L’ultima fanfara
golatore vigente che recepisce le indicazioni del terzo Reggimento Bersaglieri ha suonato Le aree
del Programma di Assetto Generale delle Aree ieri, alle 10.30 in punto. I bersaglieri lasciano Le aree ad uso militare oggi ritenute non più
Militari (UO 3 Progetti Urbani, Servizio Com- Milano e la caserma Mameli, di viale Suzza- utili nel capoluogo lombardo sono sette, tra
plesso Università e Aree Militari Dismesse ni. L’interrogativo è: che ne sarà di quell’area? caserme, piazze d’armi e depositi dismessi, da
2001). L’elaborazione in collaborazione con lo Dopo sessant’anni. Case al posto delle caser- rimettere nel circuito delle aree trasformabili
SMD aveva permesso di individuare destina- me? E verde, negozi, impianti sportivi, resi- e disponibili al riuso, per un totale di circa un
zioni d’uso alle aree potenzialmente dismissi- denze per le famiglie degli stessi militari? Così milione di metri quadrati di superficie territo-
bili nel nuovo piano regolatore, facendole sca- sta scritto nell’accordo di programma firmato riale.
turire dalle analisi e dalle decisioni unitarie di dal sindaco, Letizia Moratti, e dal ministro Tali aree hanno caratteristiche assai differen-
programmazione. della Difesa”1. Il documento non è pubblico, ti, per dimensione, posizione, accessibilità,
Il Programma era affiancato da un protocol- o meglio, disponiamo di un Protocollo d’intesa qualità dei manufatti storici: il comprensorio
lo di intesa (2001) precedente a quello dello per la Valorizzazione delle Caserme, del maggio “XXIV Maggio-Magenta-Carroccio”, noto an-
scorso anno, tra Comune di Roma e Ministero 2009, stipulato tra il Governo (Ministro del- che come “Caserma di via Mascheroni”, 45.000
della Difesa in cui venivano individuate le pri- la Difesa) e il Comune di Milano. Tale docu- mq, è la più piccola ma la più pregiata delle
orità di entrambe le istituzioni e le strategie a mento, il cui promettente titolo è Un progetto aree in gioco: in prossimità dell’asse Nord-
breve e lungo termine per un loro raggiungi- di rigenerazione urbana, si traduce in realtà in Ovest del Sempione e dell’Arco della Pace, si
mento (di questo primo elenco si ritrovano un pamphlet dove sono individuate le aree da candida da anni ad ospitare il progetto Grande
nel 2010 gli stabilimenti elettrici di precisione “restituire alla città”, dopo la dismissione. Brera; la Caserma Montello, 71.000 mq, poco
di via Guido Reni, i Magazzini di via dei Papa-
reschi ed la Direzione Magazzini Commissa-
riato, di via del Porto Fluviale). Si conferma
che, nell’ottica di un formula finanziaria di
partenariato pubblico privato, occorre dare
l’avvio a tali processi di recupero solo se im-
prontati ad una effettiva riqualificazione ur-
bana e territoriale, in tal senso la definizione
di elementi regolatori del recupero, in termi-
ni di valutazioni tipologiche, costruttive e di
compatibilità di destinazione d’uso è da porre
alla base del confronto tra pubblico e privato,
in modo da avviare un processo virtuoso per
la capitale.
Il caso romano si presenta emblematico di
quanto, a fronte degli obiettivi posti, i poten-
ziali fattori fallimentari (decontestualizza-
zione, mancanza di apporto strutturante sul
territorio urbano, aumento non bilanciato dei
carichi urbanistici) emergono come criticità
sormontabili solo a prezzo di una coscienzio-
sa operazione di compromissione della scala
di programmazione ed intervento a livello
edilizio oltre che urbano. La valorizzazione delle aree pubbliche - Le caserme nelle strategia pubblica

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son, Ronchetto sul Naviglio, Bovisa, San Siro,
Toffetti, San Vittore, Magazzini Raccordati
Stazione Centrale, Cadorna FNM. Il totale del-
le superfici incluse in questa categoria è di 8,4
milioni di metri quadri, ossia di circa il 4,6 %
del territorio comunale, si intende bene che
qui si gioca una grande partita. A differenza
delle Tuc, per le quali attraverso l’istituto del-
la perequazione si attribuisce un indice unico
fissato in 0,5 mq./mq, negli Atu l’indice è por-
tato a 0,65 mq/mq.

Le previsioni e il rimando agli strumenti


attuativi
Per tutti gli Atu, inclusi quelli militari, il Pgt
subordina le scelte da demandare agli stru-
menti attuativi a una documentazione alle-
gata, che ambisce a rappresentare la struttu-
ra forte degli indirizzi strategici. Tali allegati
sono due: una tabella riassuntiva con gli indi-
ci di edificabilità previsti per tutte le aree e le
schede di indirizzo strategico.
La tabella delle quantità, che è stata tra le
pochissime parti del Documento ad essere
riviste dopo il dibattito in aula consiliare e la
discussione delle osservazioni, prevede me-
diamente su queste aree una maggiore volu-
metria insediabile, sposando l’ipotesi della
Gli ambiti di trasformazione urbana densificazione in questi ambiti strategici. Pre-
cisato che il principio ispiratore di tale logica
è condivisibile - densificare in luoghi caratte-
più a Nord ma sempre gravitante sull’asse del La classificazione delle aree militari rizzati da speciali gradi di accessibilità – non si
Sempione, presenta manufatti storici tutelati Nel Documento di Piano del Pgt la superficie comprende il trattamento poco differenziato
dalla Sovrintendenza; la “Caserma Mameli”, comunale viene divisa in aree ritenute in certo tra queste aree, come se non vi fosse una ge-
101.000 mq, nell’area Nord, in prossimità del modo omogenee, classificate secondo alcune rarchia, nell’accessibilità e nella rendita di
quartiere Bicocca, in un aerea già interessata caratteristiche e disciplinate in base a tale de- posizione.
da importanti trasformazioni per la prossimi- nominazione. Le classi delle aree sono distinte Il principio appare altresì debole laddove nul-
tà dell’esteso lotto dell’ex Manifattura Tabac- in due grandi gruppi: Tessuto urbano consoli- la si dice del destino funzionale di questi am-
chi, destinata a Centro audio visivo; la “Ca- dato - (Tuc), in cui si distinguono i Nuclei di biti che dovrebbero costituire il sistema dei
serma Mercanti”, nota anche come “Caserma antica formazione (Naf), il Tessuto di recente capisaldi di interesse pubblico. Inoltre, in ri-
di via Rubattino”, 81.000 mq, nel quartiere di formazione (Trf), gli Ambiti contraddistinti ferimento alle quantità, è interessante sottoli-
Lambrate; e in ultimo il comprensorio di Bag- da disegno urbanistico riconoscibile (Adr) e neare che l’indice di Utilizzazione Territoriale
gio ad Ovest, che comprende i Magazzini, la gli Ambiti di rinnovamento urbano (Aru) - e dello 0,65 nasconde il reale potenziale edifica-
Piazza D’Armi e la “Caserma Santa Barbara”, Ambiti di trasformazione: gli Ambiti di tra- torio che, con incentivi e premialità varie pos-
620.000 mq, un’area eccezionalmente estesa sformazione periurbana (Atp), gli Ambiti di sono raggiungere la ragguardevole quantità di
che apre la prospettiva di disegnare un’intera trasformazione d’interesse pubblico generale 1,82 per la Piazza D’Armi di Baggio2.
parte di città, con un progetto di fondazione. (Atipg) e gli Ambiti di trasformazione urbana La tabella nulla dice nel merito del destino
Oltre che al già citato Protocollo d’intesa per la (Atu). In tale categoria rientrano vaste porzio- funzionale e del disegno urbano. Tali indica-
Valorizzazione delle Caserme del maggio 2009, ni di territorio, caratterizzate dall’originaria zioni dovrebbero essere fornite dalle Schede di
poco più di una dichiarazione d’intenti, le natura pubblica e dalla consistenza e localiz- indirizzo, ma la genericità delle prescrizioni lì
previsioni di trasformazione delle cinque aree zazione eccezionali. Gli Atu sono ventidue in contenute è francamente imbarazzante: per la
risultano ad oggi subordinate alle indicazioni tutto; le cinque caserme, oggetto del nostro Caserma Mameli, ad esempio, leggiamo nelle
contenute nel neo approvato, ma non pubbli- interesse; i sette scali ferroviari dimessi, il cui “Strategie generali”: “L’Ambito di Trasforma-
cato, Piano di governo del territorio (Pgt), ai destino è già, in parte, regolato dall’Accordo zione Urbana Caserma Mameli è localizzato
vincoli della Sovrintendenza ai Monumenti e di Programma stipulato nel 2009; le aree per lungo gli assi di espansione nord della città,
al Regolamento edilizio. l’Expo 2015; e poi Cascina Merlata, Stephen- caratterizzati da una prevalente presenza di

URBANISTICA INFORMAZIONI | 29
quartieri residenziali frammisti a destinazioni quartiere”3. Per alcune Atu, il processo è stato inverso, e la
artigianali e produttive in corso di trasforma- Si registra una debolezza dell’Ammistrazio- loro trasformazione è regolata da un Accordo
zione. La presenza di spazi pubblici all’intorno ne nel prevedere il destino delle aree, solo in di Programma precedente all’approvazione
non collegati tra di loro e la previsione del raf- parte mitigata dalla prospettiva degli stru- del nuovo Piano: è il caso degli Scali Ferroviari.
forzamento del sistema Interquartiere nord, menti attuativi, a cui tutte le decisioni sono
suggeriscono la necessità di un intervento ca- demandate. Una strategia in cui il principio Potenzialità e rischi del riuso
ratterizzato da un alto livello di permeabilità di sussidarietà sembra declinato perché il sog- Dunque, un’anticipazione delle modalità
urbana”. Seguono gli “Obiettivi”: - Sviluppare getto pubblico si riservi di contrattare con gli attese per la trasformazione delle caserme
un progetto caratterizzato da alta permea- operatori privati, anche se molti tecnici hanno ci viene dell’Accordo di Programma tra FS
bilità urbana sia di carattere viabilistico sia sottolineato la scarsa sostenibilità del Pgt sot- Ferrovie dello Stato spa e Comune di Mila-
ciclopedonale; - Garantire una connessione to il profilo economico. Sebbene, proprio con no - iniziato nel 2005 stipulato nel 2007, con
dell’area con l’asse Interquartiere nord; - Ga- riferimento alle caserme, sia stato notato che successiva adesione nel 2008 di Regione Lom-
rantire il collegamento ciclopedonale al Parco “cosa non da poco, [… permetteranno al Co- bardia - per il riuso degli scali. Nel maggio del
Nord. In ultimo le “Prescrizioni”: “prevedere a mune di avere il 10-15% del valore delle aree 2009 è stata pubblicata l’ipotesi di variante
livello di Piano Attuativo la presenza di spazi eventualmente vendute. Nelle casse del Co- al Prg, poi fatta propria dal Pgt. Il binomio
pubblici attrezzati al fine di consentire la ri- mune, dunque, oltre agli oneri di urbanizza- “case+verde” è stato il motto per gli scali di-
cucitura con i tessuti urbani circostanti e una zione, potranno entrare anche queste somme smessi: “Il Comune trasformerà 750mila in
congrua superficie destinata a parco filtrante percentuali, derivanti dall’alienazione degli verde e spazi pubblici. Il rimanente, circa 450
come elemento caratterizzante il disegno del immobili.”4 mila metri quadri, sarà venduto a privati che

Gli ambiti di trasformazione urbana

30 | URBANISTICA INFORMAZIONI
potranno costruire solo garantendo in cam- dinaria e per certi versi irreversibile oppor- le Osservazioni dia luogo a strategie più co-
bio una quota di servizi e alloggi in housing tunità di ripensare il futuro della città, il Pgt raggiose e nitide e si attende che per questo
sociale. L’operazione frutterà alle Ferrovie mette a rischio le eccezionali potenzialità del patrimonio si delinei un destino un po’ meno
dello Stato circa 800 milioni di euro che, se- sistema, con una rinuncia pressoché comple- incerto.
condo quanto previsto dall’accordo, saranno ta alla regia degli interventi. Da sottolineare,
investiti per costruire o portare a termine i la- la mancanza di visione metropolitana e re-
vori di sei stazioni ferroviarie: Rho-Pero, Der- gionale del Pgt e degli Accordi di Programma
gano, Forlanini, Zama, Tibaldi e Canottieri”. fino ad ora messi in campo per le suddette
Non si può fare meno a meno di sottolinea- aree; basti pensare al valore strategico della
re, poi, che molti ambiti di trasformazione localizzazione di servizi pubblici o di inte-
si trovano in prossimità dei sette scali ferro- resse pubblico e generale alla scala regionale
viari: si pensi a Lambrate-Caserma Mercanti in aree ad elevato grado di accessibilità per 1. D’Amico, I bersaglieri lasciano Milano. Il
rebus delle caserme dimesse, in «Il Corriere
e a Greco-Caserma Mameli; una prossimità appartenenza al sistema dell’alta velocità e della Sera», 26 novembre 2009.
che suggerirebbe a qualunque urbanista una del servizio ferroviario regionale; senza con- 2. M. Mericco, L. Montedoro, S. Sbattella e F.
Vescovi, Quale destino per il PGT di Milano?
previsione d’insieme, una strategia che valuti tare il valore di dette aree come terminali del
Critica e prospettive di uno strumento controverso,
le opportunità localizzative, una scelta delle complesso ed esteso sistema economico terri- Maggioli Editore, in corso di stampa.
funzioni insediabili. toriale lombardo (e non solo), sul quale il Pgt 3. Scheda di indirizzo strategico per la Caserma
Mameli (Fonte: Piano di Governo del Territorio,
Se le Caserme, assieme agli altri diciassette rinuncia a indagare e prospettare scenari. Documento di Piano, Allegato 3), pag. 24.
Atu, rappresentano per Milano una straor- Si confida che la riapertura del dibattito sul- 4. Affari Italiani, 23 maggio 2009.

URBANISTICA INFORMAZIONI | 31
glieria terrestre “Peloritani”. Le incerte vicissitu-
Aree militari dismesse e rigenerazione urbana dini politiche, finanziarie e tecniche del Ponte e
delle opere connesse, le incertezze manifestate
dall’Amministrazione comunale circa le “opere
compensative” che alla città spetterebbero per
la sua realizzazione rendono al momento asso-
lutamente remota la possibilità che a breve ven-
ga avviato il processo di riqualificazione, men-
tre la seconda fase di progettazione esecutiva
Michelangelo Savino del Piau se pur mantiene l’inviolabilità dell’area
Messina: alla difficile ricerca di nuovi spazi militare della Caserma Ainis ammette comun-
que che questa venga interessata dal passaggio
In seguito alla legge speciale regionale del 1990 tà dell’area di progetto ad alcune grandi fun- dell’arteria stradale a scorrimento veloce che
per la sola Messina, con i cosiddetti Piani di risa- zioni urbane, come l’Università e il Palazzo di dovrebbe unire i due porti. Inutile dire che la
namento (che avrebbero permesso la riqualifi- Giustizia); il recupero del patrimonio edilizio scarsa pubblicità dell’annunciato progetto ese-
cazione delle “periferie” della città con un vasto esistente fortemente degradato e nuovi inter- cutivo del Ponte e delle opere a terra, le aleatorie
intervento di edilizia residenziale pubblica) i venti edilizi residenziali; la creazione di servizi indicazioni di RFI circa la nuova stazione ed i
progettisti di allora pensarono (nonostante una ed attrezzature (polo scolastico, servizi sociali), nuovi tracciati rendono assolutamente vaga la
variante generale in corso di redazione) di avere infine, la possibilità di realizzare nuove funzio- definizione dei futuri assetti dell’area.
l’occasione per ripensare in modo complessi- ni direzionali e commerciali per rivitalizzare
vo la dotazione di servizi ed attrezzature della l’area. Il progetto prevedeva anche la possibile La risorsa
città. Nelle pieghe del dibattito urbanistico di riqualificazione funzionale dell’ambito “con la In una riflessione generale sulla presenza delle
allora, prese corpo l’ipotesi di usare alcune aree risoluzione delle problematiche connesse alla aree militari nelle città italiane e sulla possibile
militari prossime alla dismissione. Il Piano di presenza delle aree militari”. Non si parla di di- loro dismissione, Messina presenta due parti-
risanamento dell’Ambito C Camaro-Bisconte smissione, ma è chiaro l’intento di delineare un colari aspetti di rilievo: le dimensioni e la col-
proponeva l’utilizzo dell’ampia superficie eventuale riassetto dell’area un tempo chiama- locazione nel tessuto urbano delle numerose
dell’ex Direzione artiglieria e dell’ex Polveriera ta “Orti della Maddalena” occupata della grande aree militari che seppure ancora in uso da parte
nel quartiere di Bisconte-Cataratti per un vasto Caserma Zuccarello (estesa su una superficie di del Ministero della Difesa, risultano – dopo la
parco urbano e la “Cittadella della cultura” (nel 75.411 mq, al momento ancora sede del 5° Reg- recente rimodulazione della Forze armate e la
quale avrebbe trovato posto anche il Conserva- gimento Fanteria “Aosta”) e dell’Ospedale Mili- soppressione del Distretto militare – sovradi-
torio e l’Istituto d’Arte) recuperando alla città tare (11.488 mq al contrario in disuso). La STU mensionate rispetto ai reali bisogni; l’evidenza
un’area di 29.278 mq. All’epoca un protocollo successivamente costituita per l’attuazione del che queste aree costituiscano una risorsa inso-
d’intesa annunciato tra Ministero della Difesa progetto, però, ridimensiona l’area di interven- stituibile per qualsiasi previsione di riassetto
e Comune di Messina sembrava rendere per- to, escludendo le aree militari da qualunque urbanistico.
corribile questa soluzione. Una volta giunti in previsione e l’ipotesi di riuso degli Orti della Per la sua collocazione geografica e per il ruolo
Regione, per vari vizi formali e tecnici (non ulti- Maddalena scompare dal dibattito. territoriale, Messina dall’Unità in poi ha visto la
mo quello di non essere stati inseriti all’interno presenza militare aumentare progressivamen-
della nuova Variante generale al Prg presentata Che alcune aree militari siano collocate in am- te: dal completamento della militarizzazione
contestualmente alla Regione per l’approvazio- biti strategici della città appare evidente nel della Falce (la penisola che chiude il Porto sto-
ne, da cui i piani discordavano per previsioni corso degli ultimi anni di acceso dibattito sulla rico della città) alla realizzazione della corona
di insediamento, sviluppo edilizio, dotazione riqualificazione del waterfront della città e sul dei forti “umbertini” sui crinali dei Peloritani,
di servizi), i Piani di risanamento vengono ap- riavvio del progetto del Ponte sullo Stretto. I alle aree che durante gli anni della ricostruzio-
provati ma solo per la parte relativa alle demoli- due progetti si intrecciano, poiché la riqualifica- ne post-sismica sono state destinate alle diverse
zioni e alla ricostruzione delle aree residenziali zione del waterfront e la realizzazione del ponte destinazioni militari costruite, con poche ec-
pubbliche. Il resto veniva demandato alla va- comportano la ridefinizione dei tracciati ferro- cezioni, ai margini di quella che doveva essere
riante urbanistica, nella cui successiva versione viari, il relativo spostamento della stazione cen- la “città rediviva”. La tumultuosa e disordinata
(entrata in vigore solo nel 2004) il riuso delle trale, il riuso delle aree ferroviarie. In una prima crescita urbana del II dopoguerra ha reso queste
aree militari veniva stralciato. formulazione del possibile riassetto, la nuova aree quasi tutte centrali e strategiche nell’orga-
stazione ferroviaria di Messina viene posta nel nizzazione urbana, spesso sulle principali diret-
Nel 2005 il Comune di Messina ottiene un fi- sito dell’ex Ospedale militare; in una successiva trici di traffico, quasi sempre in zone che sono
nanziamento a 80,7 milioni di euro per l’attua- e più recente ipotesi viene collocata molto più andate progressivamente saturandosi di funzio-
zione del Contratti di quartiere “Il Tirone”. La a sud, prossima alla costa (per l’impossibilità ni ed attrezzature.
proposta contiene alcuni rilevanti interventi tecniche di eliminare il fascio di binari costiero) Nonostante l’entità di questo patrimonio1 come
per la mobilità, la creazione di alcuni parcheggi nell’area di Gazzi, in prossimità della Caserma si evince dalla tabella 1, le palesi resistenze degli
interrati e multipiano (data anche la prossimi- Ainis, ancora oggi sede del 24° Reggimento Arti- organi militari a qualunque ipotesi di alienazio-

32 | URBANISTICA INFORMAZIONI
ne o cessione ha nel tempo scoraggiato qualsiasi Messina – come delineato dal Piano strategico
Aree militari Superficie
ipotesti di riuso, così che né l’effettiva dismissio- “Messina 2020” e dal più vago Piano provinciale suscettibili di
ne del Deposito di munizione di Campo Italia – a richiedere la possibilità che la città recuperi dismissione
(nel 2005 inserito nel “Piano di dismissioni delle spazi per creare quelle funzioni e quelle attrez- Ex Deposito munizioni di A 125.830 mq
Campo Italia, area nella
caserme” redatto dal Ministero della Difesa, ma zature che potrebbero delinearne un nuovo zona nord della città
la cui marginalità rende difficile uno strategico ruolo territoriale, oltre a rimediare al gap infra-
Caserma Zuccarello, via B 75.411 mq
riutilizzo), tantomeno l’inserimento del cosid- strutturale e alla scarsa dotazione di servizi che degli Orti (B) complesso
detto “Parco logistico di Gazzi”2 nell’elenco de- la città manifesta a pochi mesi dalla scadenza ubicato in zona centrale
utilizzato dall’Esercito e
gli immobili militari trasferibili al patrimonio finale dei vincoli come sottolinea l’Assessore dalla Questura detto Orti
disponibile dello Stato3 (area che potrebbe ben all’Urbanistica Corvaja nel prospettare la reda- della Maddalena
rientrare nelle ipotesi di riqualificazione dell’a- zione di un nuovo piano urbanistico. Caserma Crisafulli, viale B 41.911 mq
Europa adiacente alla
rea del waterfront nel caso di reale disponibilità) precedente, edificio
hanno suscitato particolare attenzione, se si Le prospettive adibito a caserma in zona
centrale
escludono alcuni deboli appelli al recupero del- Che le aree militari possano risultare strategi-
le aree militari per la creazione di zone di verde che risulta evidente anche dall’interrogazione Ospedale Militare, viale B 11.488 m
Europa
pubblico avanzati lo scorso dicembre da alcune che il sindaco di Messina, nella doppia veste di
Caserma Enzo Geraci, via B 5.889 mq
associazioni cittadine4. A sollevare dure pole- deputato regionale, ha fatto alla fine del 2010 Trieste, 24 ubicato in
miche è stata la dismissione auspicata (ma poi all’Assemblea Regionale Siciliana per l’acquisi- zona centrale, sede del
Distretto Militare
negata dal trasferimento delle aree alla Guar- zione al Demanio Regionale delle aree e degli
dia costiera) delle superfici occupate dalla Base immobili militari. L’interrogazione si inserisce Magazzini Marina Militare, B 10.270 mq
operativa della Marina Militare (chiusa qualche nel quadro delle iniziative della Regione Sicilia- via Taormina edificio
sede dei magazzini del
anno fa) nella zona falcata, per le quali il Piano na contro lo Stato per il riconoscimento delle commissariato della
Regolatore Portuale avanzava differenti desti- proprie prerogative nell’acquisizione dei beni Marina Militare
nazioni d’uso (residenziali, turistico-ricettive, demaniali6, ribadito da un intervento dell’As- Isolato 378, comparto 1, B 1.421 mq
via Giuseppe Garibaldi,
commerciali) alle quali il Comune e la Sovrin- sessore regionale all’Economia Armao e da 247 edificio sede della
tendenza si sono duramente opposte5. uno specifico ricorso alla Corte costituzionale Capitaneria di Porto
L’appetibilità delle aree è indubbia, soprattut- nel marzo del 2011. Il contenzioso si conclude Palazzo della Libertà, B 1.470 mq
to alla luce delle recenti difficoltà incontrate ai primi di agosto con l’avvio delle procedure via Garibaldi edificio
progettato da F. Viola e
dall’Amministrazione per reperire aree adatte per il passaggio dallo Stato alla Regione Sicilia G. Samonà, vincolato,
alla rilocalizzazione di alcune importanti fun- di oltre 120 beni. Ma dal trasferimento sembra- sede di istituto
previdenziale
zioni urbane e per tentare una loro più equili- no esclusi proprio alcuni beni del Mistero della
brata distribuzione nel tessuto urbano. È stato Difesa, per cui ad oggi non è possibile compren- Palazzo del Governo, via 5.112 mq
San Giovanni di Malta
evidente nel momento in cui si è reso necessa- dere quale sia la reale mappa della dismissione, edificio storico, vincolato,
rio individuare una possibile sede del Palazzo le ipotesi di riuso e le reali prospettive perché le sede della Prefettura e
della Questura
di Giustizia “satellite” che ha visto il Comune aree militari partecipino alla ridefinizione degli
in notevole difficoltà nel recuperare aree di- assetti urbani. D’altro canto, al di là delle pole- Palazzo del Genio Civile, 3.240 mq
sponibili, non marginali, accessibili, dovendo miche, non esiste alcun piano o strategia regio- via Risorgimento 49 sede
del Genio Civile situato
scegliere spesso tra localizzazioni inadeguate nale o alcuna ipotesi di PUV per un concreto nel centro della città
offerte da privati, imprenditori e persino dalla riutilizzo dei beni acquisiti.
Curia: una controversia risolta solo da una sen- È poi lecito chiedersi se nell’ottica delle istitu- Palazzo delle Finanze, 700 mq
via Monsignor Letterio
tenza del Tar di Catania. Non diversamente il zioni locali, il riuso sia il concreto obiettivo per- D’Arrigo, edificio in
supposto trasferimento della Fiera di Messina, seguito, soprattutto alla luce delle recenti stra- zona semicentrale con
presenza di numerose
che nelle previsioni dell’Autorità portuale do- tegie di cartolarizzazione dei beni operata dal sedi di uffici istituzionali
vrebbe lasciare l’area ottenuta in concessione comune di Messina. Con la permanente emer-
Superficie complessiva 156.912 mq
prospiciente al porto. Anche in questo caso, le genza di un bilancio in rosso, ma soprattutto
resistenze sono dovute all’impossibilità di in- in presenza della grave crisi finanziaria delle
dividuare un sito adatto alle necessità dell’Ente principali aziende municipalizzate, è facile ipo-
Fiera che comunque, per i suoi progetti di ri- tizzare che ad un’eventuale acquisizione delle
lancio dell’istituzione non può non prevedere aree militari possa seguire, per necessità di far
– al posto della sede storica oggi collocata sulla cassa, la cessione delle aree, impedendo ancora
direttrice dell’incessante traffico diretto ai tra- una volta che i problemi della città trovino una
ghetti privati per la sponda continentale dello soluzione.
Stretto – la creazione di un più moderno, ampio
e facilmente accessibile quartiere fieristico. Ma
è l’ipotesi di un diverso ruolo metropolitano di

URBANISTICA INFORMAZIONI | 33
Aree militari dismesse e rigenerazione urbana

Altre attrezzature Superficie

Fanale di Punta Secca. B 35 mq


San Ranieri – Zona
Falcata Unità di
segnalamento
Stazione di B 4.707mq Francesco Gastaldi
Riconoscimento.
Torre Faro Stazione
di riconoscimento e
La Spezia: verso la città postmilitare?
fotoelettrica, edificio
storico detto Fortino La città di La Spezia, metabolizzata la crisi relazione all’evoluzione del modello di difesa
degli Inglesi dell’industria che si è manifestata fra la fine e di reclutamento e al mutato assetto geopoli-
Faro di Capo Peloro, B 322 mq degli anni Settanta e gli anni Ottanta, è attra- tico internazionale, costituisce lo sfondo per
via Lanterna struttura
che si affaccia sulla versata da due “scommesse” decisive per gui- poter ripensare il rapporto tra aree militari e
Calabria, posto dare il processo di ridefinizione della propria città, anche a La Spezia.
all’ingresso nord dello
Stretto base economica e produttiva. La prima è la Il Piano regolatore portuale, approvato nel
Semaforo di Forte B 434 mq realizzazione del nuovo fronte a mare, nella 2006, dopo un lungo iter prevede più spazi
Spuria, contrada Forte Calata Paita, area portuale nel cuore della cit- per la nautica da diporto e una riorganizza-
Spuria struttura di
segnalamento tà. La seconda riguarda la riconversione delle zione complessiva dei settori produttivi del-
aree militari maggiori e la riorganizzazione la cantieristica militare, civile e diportistica
Superficie complessiva 5.498 mq dell’Arsenale (che comprende una superficie (dalla fine degli anni Novanta, si è moltipli-
di 85 ha) in modo da conservare un ruolo nel cato alla Spezia il numero di cantieri navali
settore della difesa, ma impegnando parte privati).
delle aree per destinazioni diverse. L’obiet- Viene invece restituita alla città l’area cen-
tivo è quello di un rilancio della città verso trale di Calata Paita; un’area di 150.000 metri
un’economia diversificata dove il turismo e la quadrati destinata a ridefinire, attraverso il
1. Cfr. Agenzia del Demanio e Magistà A.
(2007), Tesoro Italia. Edifici e terreni dello Stato, cultura giocano un ruolo importante accanto nuovo waterfront, il volto della città. Il con-
la Repubblica. Grandi Guide, Roma. a settori più tradizionali (porto e industria). Il corso internazionale di idee bandito nel 2006
2. Nell’elenco sono contenuti anche altri processo di rigenerazione urbana è fortemen- dal Comune della Spezia, Regione Liguria e
beni come l’ex Deposito combustibile; ex
Deposito Jacchiteddu; ex Marimobil; il te legato ad un processo di riscoperta identi- Autorità Portuale è stato vinto dal progetto di
Deposito Punta Ferraro; ex Forte Masotto; taria dei luoghi e patrimoni storici, a partire Josè Llavador. Un progetto ambizioso che ha
ex Batteria Molimenti; ex Batteria Crispi; dalla valorizzazione del rapporto con il mare avuto il merito di riaccendere il dibattito su
ex Batteria S. Filippo; ex Batteria Cavalli.
3. Cfr. Decreto direttoriale del Ministero della e da un raccordo fra città e porto che integri nuovi scenari di sviluppo della città, ripen-
Difesa n. 13/2/5/2010 dell’8 set. 2010. e renda compatibili, la crescita dei traffici e la sando e ridisegnando, oltre all’area di Calata
4. Cfr. http://www.youtube.com/
qualità ambientale. Paita, anche la storica passeggiata Morin. Il
watch?v=LS2FHMg9wPw
5. Per la ricostruzione del dibattito e delle ipotesi progetto (che vede una rinnovata sinergia fra
progettuali sul waterfront, cfr. De Capua E., Verso la città postmilitare? Autorità Portuale e Comune) dovrebbe com-
“Mito e degrado, il fronte a mare di Messina.
Varietà morfologica ed omologazione La deindustrializzazione provoca tensioni so- portare un investimento di 250 milioni di
urbanistica” e Savino M., “Messina… ovvero ciali, calo demografico, forte disoccupazione, euro per realizzare un terminal crociere, un
quando la rinascita della città inizia dal vuoti urbani, decadimento dello stato di ma- bacino per la nautica da diporto con nuovi
mare…”, entrambi contenuti in Savino M.
(a cura di) Waterfront d’Italia. Piani politiche nutenzione del patrimonio abitativo e della pontili e 500 posti barca, spazi commerciali,
progetti, FrancoAngeli, Milano, 2010. qualità degli spazi pubblici. La crisi è parzial- strutture ricettive e commerciali, un polo
6. In particolare, l’art. 32 dello Statuto regionale mente attenuato da una parte, dallo sviluppo sportivo e uno culturale.
recita che “ i beni di demanio dello Stato,
comprese le acque pubbliche esistenti nella di piccole medie imprese che si localizzano Se la transizione dalla città industriale alla
Regione, sono assegnati alla Regione, eccetto nei comuni limitrofi al capoluogo, in par- città postindustriale, pur con tutte le con-
quelli che interessano la difesa dello Stato o ticolare nella bassa Val di Magra, dall’altra, traddizioni che questo passaggio ha generato,
servizi di carattere nazionale”; di conseguenza,
il piano di alienazione previsto dal Ministero dall’intenso sviluppo portuale (generato da può dirsi in parte avviata e in un certo senso
della Difesa ricondurrebbe buona parte di una transitoria crisi del porto di Genova), anche assimilata dalla città che ha lentamen-
questi beni nelle disponibilità esclusive
della Regione come sottolinea l’art. 33 per il
che nel giro di pochi anni, porterà La Spezia te scoperto un modello di sviluppo a più
quale debbano venire “altresì assegnati alla a competere con i principali porti del Medi- vocazioni, assai diverso e per certi versi più
Regione e costituiscono il suo patrimonio, i terraneo. complesso è il discorso relativo alla transizio-
beni dello Stato oggi esistenti nel territorio
della Regione e che non sono della specie di Il nuovo quadro che si è venuto a delineare ne dalla città militare alla città postmilitare.
quelli indicati nell’articolo precedente”. in questi ultimi anni a livello nazionale, in

34 | URBANISTICA INFORMAZIONI
Il Protocollo di intesa tra il Comune, gosto 2009 dall’Agenzia del Demanio), per ripensare una nuova fase di riqualificazione
la Marina Militare e il Puv quanto riguarda La Spezia comprende solo 2 urbana a partire dalle aree militari dismesse
Il 19 dicembre del 2007 è stato avviato un aree ex logistiche (base logistica via Fieschi, o sottoutilizzate, e in particolare dalle aree
primo tavolo tra il Ministro della Difesa e il Acquasanta e base logistica Valdilocchi, via centrali dell’Arsenale (che ancora occupa cir-
Comune di La Spezia per avviare insieme un Pagliari) ed ha quindi un ruolo marginale nel ca 1.000 dipendenti civili e 200 militari), apre
percorso per ripensare la città e la sua base processo verso la città postmilitare. La scelta alla Spezia una stagione che sta iniziando a
economica, sociale e culturale, migliorando della regione, per la città di La Spezia, a diffe- dare alcuni risultati. Una ipotesi riguarda
l’attuale contesto di degrado e sottoutilizzo renza di quello per le aree di Genova, Alben- la suddivisione dell’Arsenale militare in tre
delle aree militari. L’obbiettivo dell’ammini- ga e Imperia (in questi casi il Puv comprende blocchi: uno prevede la concentrazione di
strazione è quello di farsi carico, in parte, del numerose ex caserme, rilevanti per dimen- attività e lavorazioni attuali, un secondo è
processo di riuso e razionalizzazione delle sioni e collocazione in ambito urbano), è di destinato a ospitare attività distrettuali della
strutture militari in cambio di parte del pre- non interferire con i processi già in atto e gli nautica da diporto e dell’industria del mare,
zioso patrimonio storico della Marina. accordi già sottoscritti, evitando ingerenze. tutelando la presenza delle piccole imprese
Il 4 aprile 2008 è stato firmato il Protocollo di Le due basi ex logistiche di La Spezia (insieme artigianali e di servizi, il terzo è dedicato allo
intesa che pone il “caso La Spezia” al di fuori ad alcuni immobili situati nei vicini comuni sviluppo di attività turistico-culturali e nau-
delle normali procedure di dismissione, acce- di Portovenere e Lerici) sono comunque rien- tiche.
lerandone i tempi e individuando autonomi trate nel Protocolo di intesa dell’Agosto 2009. Il dialogo intrapreso, tra Comune di La Spezia
strumenti di scambio e valorizzazione degli Si tratta di documento istituzionale per con- e la Marina Militare apre le porte ad un deli-
insediamenti militari sul territorio. Il proto- dividere lo studio di fattibilità per l’attuazio- cato percorso che necessita di un’evoluzione
collo prevede un tavolo tecnico composto da ne del Puv. L’Agenzia del Demanio e la Regio- misurata. Un percorso in cui, purtroppo, sem-
tecnici della Marina Militare e del Comune ne Liguria si sono impegnate, ciascuna per bra ancora prevalere la difesa di rendite di po-
di La Spezia impegnato su singoli temi per propria competenza, ad attuare il program- sizione che fino a qualche anno fa sembrava-
arrivare alla stipula di una serie di accordi i ma, attraverso la sottoscrizione degli accordi no illimitate. In città, per molti anni, non è
programma con l’obiettivo di rafforzare e ri- con i singoli comuni e il coordinamento delle esistito un vero e proprio dibattito sul tema
organizzare la presenza della Marina Militare attività amministrative necessarie a rendere delle dismissioni militari, la radicalizzazione
a La Spezia e conseguentemente di individua- realizzabili le trasformazioni urbanistiche di alcune posizioni ha spesso prodotto immo-
re gli spazi e le strutture da cedere alla città indicate dal Puv. A tale intento sono stati bilismo, veti incrociati, paralisi e ha precluso
per il suo sviluppo territoriale. L’amministra- costituiti dei Tavoli tecnici operativi (Tto), opportunità e nuovi scenari di sviluppo.
zione comunale ha individuato la logica del- composti da rappresentanti dell’Agenzia del
la permuta, come strategia di raccordo con Demanio, della Regione Liguria (e aperto alla
la Marina militare rispetto alle procedure di partecipazione degli Enti territoriali e di altri
passaggio dal demanio militare (in generale soggetti pubblici interessati) in cui sviluppa-
opere o manutenzioni in cambio di aree), il re la concertazione tra Stato e Regione, al fine
Protocollo di intesa delinea un quadro com- di condividere obiettivi, azioni e strumenti
plessivo delle necessità e degli obiettivi co- operativi. Il TTO ha in particolare il compi-
muni tra le parti che dovrebbero trovare pro- to di definire e selezionare gli immobili e le
gressiva attuazione attraverso singoli accordi azioni di interesse reciproco, di definire e svi-
di programma. luppare gli scenari ottimali, gli indirizzi e le
Per l’ex Caserma di artiglieria viene prospet- linee guida del processo di valorizzazione. Riferimenti
tata la possibilità di trasformazione in un • Besio M., Virgilio D. (2006), “Cultura e identità
nelle strategie di una città di medie dimensioni”, in
nuovo polo universitario, dal momento che Conclusioni Urbanistica n. 129, pagg. 75-87
l’ateneo necessita attualmente di spazi mag- Come si è visto, la ridefinizione dell’immagi- • Cevini P. (1984), La Spezia, Sagep, Genova
giori. Le forme di raccordo e collaborazione, ne proiettata sull’esterno, il miglioramento • Comune della Spezia (2004), Il piano strategico
della Spezia. Il percorso, la vision e le linee strategiche.
sfociano talvolta in accordi definitivi come la della qualità urbana dei luoghi centrali, sono “La Spezia 2012”, La Spezia
piena disponibilità dell’area verde di Marola i temi principali indagati in piani e progetti • Pagano G. (2007), Orgoglio di città, la sfida di un
sindaco per l’innovazione alla Spezia, De Ferrari
e del parcheggio di via XV giugno, che il co- degli ultimi anni. Editore, Genova
mune ha già in gestione da tempo. L’ospedale Diverse circostanze hanno portato a matu- • Vergano A. (2005), “Un preliminare (quasi)
militare “Bruno Falcomatà” (per cui è stata rare una maggior consapevolezza del valore “strutturale” per La Spezia” in Urbanistica
Informazioni, n. 203, pagg. 28-29
siglata una convenzione tra Marina, comune strategico delle aree militari, nella prospetti- • Virgilio D. (2008), “Piani urbanistici, prove di
e Asl) potrebbe mettere a disposizione della va di costruire una nuova visione futura della innovazione: Comune della Spezia”, in Urbanistica
popolazione civile apparecchiature, ambu- città. In un quadro di forti interessi sovralo- Informazioni, n. 217, pagg. 35-38
• Virgilio D., Vergano A. (2010), “Processo e progetto
latori e attrezzature specialistiche e servizi cali in cui si delineano le nuove strategie per di una centralità urbana: il waterfront della Spezia”
sanitari, in cambio di opere di manutenzione. la riorganizzazione complessiva delle sedi in Michelangelo Savino (a cura di), Waterfront
Il Piano unitario di valorizzazione (Puv-Lig) degli arsenali di La Spezia, Taranto (notevol- d’Italia. Piani politiche progetti, FrancoAngeli,
Milano
della Regione Liguria (sottoscritto nell’A- mente potenziata) e Augusta, la possibilità di

URBANISTICA INFORMAZIONI | 35
necessitano interventi di valorizzazione. Lo
scopo di quest’ultima lista è il ricomporre le
Aree militari dismesse e rigenerazione urbana proprietà pubbliche, sia terreni che fabbricati
delle quali il Comune possiede quote o porzio-
ni limitrofe, ed acquisire quelle aree che fanno
parte dei processi di sviluppo o consolidamen-
to del patrimonio. La ricomposizione proprie-
taria permette di individuare un percorso di
Davide Servente semplificazione delle procedure d’intervento

Percorsi di dismissione del patrimonio militare e fornisce all’Amministrazione i mezzi per


sviluppare progetti ad ampio respiro, la cui ri-
a Genova uscita non dipende più dalla lunga e onerosa
concertazione tra proprietari diversi.
Genova ha un territorio fortemente urbaniz- di riqualificazione, interpreta la crescita come Secondo il Programma unitario di valorizza-
zato, lotta quotidianamente con una carenza stratificazione attraverso il recupero del tessu- zione di immobili pubblici siti nella Regione
di suoli liberi che la obbliga ad una crescita to esistente. Liguria (Puv-Lig), ai sensi della Legge n. 296
urbana per sostituzione, in assenza di margi- In quest’ottica, le aree e gli immobili milita- del 27 dicembre 2006 che descrive il Protocol-
ni di ampliamento alternativi. Dagli indirizzi ri sono trattati come risorsa da recuperare e lo d’intesa tra Ministero dell’Economia e delle
del nuovo Puc, approvato a dicembre 2011, valorizzare, alla stregua delle aree ferroviarie Finanze, Agenzia del Demanio e Regione Li-
emerge la necessità di un ritorno ad un mo- dismesse e delle ex aree industriali, rientrando guria sottoscritto in data 4 maggio 2007, sono
dello di città compatta ed il riaffermarsi della a far parte di quel materiale urbano sul quale solo tre i siti ricadenti all’interno del territorio
prassi del costruire sul costruito, per rendere at- intervenire con progetti allargati. comunale genovese: la caserma Pilo, la ex ca-
tuabile uno scenario che metta in relazione All’interno del nuovo Puc, le ex caserme sono serma Gavoglio e il forte Castellaccio.
lo sviluppo centripeto della città e il riutilizzo indicate come ambiti di riqualificazione urba- La ex caserma Gavoglio, indicata come ambito
dell’esistente entro i limiti precisi della “linea na, sui quali poter intervenire con piani urba- di riqualificazione urbana dal nuovo Puc poi-
verde” e della “linea blu”, idealmente tracciate nistici operativi per interventi di sostituzione ché quasi totalmente dismessa, è immersa in
dai contorni della città esistente e dal profilo o ristrutturazione edilizia, con azioni miste una porzione di città ad alta densità a carattere
della costa. pubblico-private che possano portare alla re- residenziale con forti problemi di accessibili-
Sul territorio genovese sono presenti fortifi- alizzazione di obiettivi pubblici attraverso in- tà. La particolare morfologia del terreno, che
cazioni, caserme, batterie e poligoni di tiro, terventi privati tramite la perequazione. vede il complesso in posizione baricentrica
molti dei quali vertono in uno stato di abban- L’Amministrazione comunale ha redatto, at- nel fondo di una valletta lunga e stretta, ren-
dono. La loro condizione stride con l’impor- traverso l’ufficio del Patrimonio, due elenchi: de l’ampia area strategica per dare al quartiere
tanza sia storica che culturale che essi hanno uno riguardante i Beni storico-monumentali servizi primari all’oggi mancanti. L’Ammini-
e con il valore che ricoprono all’interno della e un altro relativo al Decreto Legislativo che strazione, nel tempo, ha presentato diverse
città, dove spesso occupano posizioni centrali ha attivato le procedure del cosiddetto federa- offerte di acquisto perseguendo un percorso di
in quartieri ad alta densità residenziale e con lismo demaniale, Dlgs 85 del 28 maggio 2010. valorizzazione sempre coerente all’evoluzione
pochi servizi. Sul primo elenco il Comune si è già espresso del quadro normativo. Recentemente è stata
Certa e palese è la loro importanza quali ma- facendo richiesta di acquisizione di quei ma- fatta una nuova offerta che contempla anche
nufatti testimoni dell’evoluzione di una città nufatti che fin dall’inizio sono stati oggetto la partecipazione di privati col fine, attraverso
che ha legato la sua storia alla presenza sul d’interesse, tra i quali le fortificazioni sulle la perequazione, di finanziare ed attuare parte
territorio di diversi corpi militari che l’hanno alture e le parti dell’antica cinta muraria. La della quota pubblica di intervento.
difesa sia in terra che in mare. Mentre il loro possibilità di entrare in possesso del patrimo- Il Forte Castellaccio, sulle immediate alture
valore è dato dalle relazioni che esse possono nio storico militare delinea per la città di Ge- della città, all’oggi è disabitato ed inutilizzato,
instaurare, a scale differenti, con le porzioni nova un’operazione di portata secolare poiché a meno della Torre Specola che viene occupa-
di costruito al contorno, in quanto tali aree il sistema di difesa cittadino ha un significa- ta dall’Istituto Idrografico della Marina come
sono caratterizzate da un potenziale evidente to che travalica i semplici interessi locali, in magazzino. L’immobile è presente anche
rispetto alle parti aderenti o limitrofe. Il loro quanto complesso dall’elevato valore storico e nell’elenco dei beni storico-monumentali ed è
recupero permetterebbe certamente di ricu- culturale e straordinario segno nel paesaggio oggetto di offerta d’acquisto da parte dell’Am-
cire, completare e valorizzare ampie parti del dell’evoluzione di una tipologia infrastruttu- ministrazione insieme alla cinta muraria ed i
tessuto cittadino. rale oggi memoria di un passato concluso ma manufatti militari lungo essa, per completare
Il nuovo Puc affronta in maniera articolata la dall’elevato potenziale inespresso. l’acquisizione di tutta la linea un tempo difen-
valorizzazione, scegliendo di attuare gli inter- Il secondo elenco, ancora in fase istruttoria, siva.
venti di trasformazione all’interno della città contiene immobili ed aree appartenenti alla All’interno del nuovo Puc, pur essendo asser-
stessa. Intendendo quali risorse strategiche Stato tra i quali anche manufatti un tempo viti a specifiche funzioni, il forte Castellaccio
quelle aree dismesse ed abbandonate e quegli destinati alla difesa, complessi che permette- e gli altri avamposti che cingono la città ven-
immobili che possono rientrare nei processi rebbero di ricucire parti urbane sospese che gono intesi come un unico organismo: attra-

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La ex caserma Gavoglio e il quartiere del Lagaccio. Foto Anna Positano

verso una specifica normativa paesistica, la Genova al servizio del vicino polo universita- militare, come nel caso della ex caserma Gari-
messa a sistema delle fortificazioni sotto la rio, attraverso il finanziamento dalla Regione baldi, devono quindi ricercare effetti positivi
regia pubblica realizzerà le previsioni di pia- Liguria e del Ministero dell’Istruzione, dell’U- in termini di miglioramento dello spazio fi-
no circa la nascita di un grande parco pubbli- niversità e della Ricerca. Nell’intervento è sico, della connessione con il tessuto esisten-
co a scala territoriale. compresa la sistemazione di salita della Neve, te, delle infrastrutture, della qualità urbana
Esemplare circa le strategie di sviluppo e va- contribuendo al recupero di una porzione del e delle dinamiche socio-culturali. Obiettivi
lorizzazione è il caso della ex caserma Gari- centro storico limitrofa all’area di via Balbi, che, se perseguiti secondo le strategie di rige-
baldi, situata nella zona soprastante la stazio- oggi interessata da un profondo processo di nerazione, si trasformano essi stessi in moto-
ne ferroviaria di Principe, che diventerà entro rigenerazione. ri di ulteriori mutazioni della città.
il 2012 la più grande casa dello studente di Gli interventi sul patrimonio demaniale e

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Piano, la 118, che non è mai arrivata all’ap-
Aree militari dismesse e rigenerazione urbana provazione tra pasticci amministrativi, un
percorso completamente secretato che ha
causato notevoli polemiche e una serie di
scelte che hanno portato ad una lunghissima
lista di osservazioni tali da non riuscire più
ad evadere amministrativamente il piano pri-
ma della fine del mandato.
La nuova maggioranza del Sindaco Cosolini
Giovanni Damiani ha deciso di far decadere definitivamente la
Trieste: partita da non perdere 118 e di riavviare il procedimento, processo
sempre complesso a cui vanno aggiunte non
Come è noto sono quasi vent’anni che il pro- la, in parte dei parchi urbani di Campanelle poche difficoltà date sostanzialmente dal
cesso di sdemanializzazione è in corso e che e Montebello. Ancora dello Stato sono il Cir- fatto che la variante 118 riduceva in linea
procede tra rallentamenti e intoppi di ogni colo ufficiali, la caserma Brunner di Opicina di massima i metri cubi ed è stata venduta
genere, al punto che quello che doveva essere coi suoi annessi, il Museo de Henriquez sul ai media come una scelta pianificatoria a
un modo per eliminare sprechi pubblici in- cui potenziamento si è speso molto in questi basso contenuto di cemento, motivo per il
genti si è trasformato in ragione di lentezza di anni, l’asilo nido di Roiano Sud e quello slo- quale diverse associazioni ambientaliste, pur
molte trasformazioni urbane che spesso han- veno di via delle Cave ancora da realizzare, contrarie ad un piano definito “senza testa e
no messo al centro dei processi aree di grande piuttosto che il complesso dell’ex Distretto senza visione strategica”, si sono dichiarate
interesse che si pensavano di pronto uso. militare, un bel palazzo con vista panorami- favorevoli ad approvarlo pur di preservarne
Il Friuli Venezia Giulia ha in questi anni più ca, ad oggi invaso dai topi, che si trova a due il regime di salvaguardia.
volte sollecitato le autorità statali per poter passi dal Castello di San Giusto, una delle Il nuovo piano, che sta muovendo i primi
disporre di un grande quantitativo di aree ed zone più belle della città, nel pieno centro passi in Consiglio Comunale ha già quindi un
edifici dati dal suo essere stato territorio di storico. Sono poi divisi tra Demanio e Univer- grande carico di responsabilità e dovrà unire
confine, che risultano essere spesso di grande sità molti edifici universitari, dello Stato (in a una serie di scelte strategiche vitali per una
pregio e in luoghi di buona potenzialità sia procinto di essere acquisito dalla Provincia, città in decrescita economica e demografica;
immobiliare che strategica; l’iter però appare da molto tempo) è l’Istituto tecnico commer- prima fra tutte e necessariamente, una bassa
nel complesso molto lento e farraginoso, in ciale Carli. Ancora del Demanio sono alcuni cubatura, che rende di ancora maggior inte-
linea con quello nazionale. campi sportivi come quelli di Opicina e di via resse delle aree strategiche, come quelle mi-
Trieste, in particolare, ha un grande patrimo- Puccini. litari, collocate nel cuore di una città che per
nio, in buona parte collocato nel centro urba- Oltre a questi tanti edifici, alcuni di grande sua conformazione ha pochissimo territorio
no o in posizioni di sicuro interesse, che giace valenza simbolica e di notevole valore, vi e che è riuscita a tenere un limite consolidato
ad oggi in condizioni indecorose e che avreb- sono una serie di aree di proprietà militare del tessuto urbano.
be una straordinaria valenza per lo sviluppo che appaiono oramai chiave per poter svol- Se proviamo a fare una ricognizione delle
pianificatorio della città, tale da rendere alcu- gere un lavoro serio di pianificazione, quanto aree chiave possiamo partire dalla Caserma
ni passaggi di proprietà davvero urgenti. mai necessario in una città che si appresta Monte Cimone di Banne, località vicino ad
Se guardiamo l’elenco dei beni demaniali che a dare inizio al percorso per il nuovo Piano Opicina, sul Carso, ma ben connessa al cen-
potrebbero teoricamente cambiare proprie- Regolatore, divenuto una delle prime partite tro città; già nel precedente piano si voleva
tà troviamo edifici di assoluto pregio come che si pongono dinnanzi alla nuova ammi- sviluppare come luogo di crescita dei borghi
castello, parco e Scuderie di Miramare (ad nistrazione di centrosinistra recentemente carsici con finalità anche turistiche, ma ha
oggi uno delle aree museali più frequentate), eletta. sempre avuto la ferma opposizione degli abi-
palazzo del Governo, Tribunale, Faro della L’ultimo piano, varato dalla giunta Riccardo tati carsolini, di fatto bloccando ogni svilup-
Vittoria, la Biblioteca statale. E poi ancora uf- Illy più di quindici anni fa, ha fatto il suo cor- po di questi 104 mila metri quadrati.
fici dei ministeri, sede della Soprintendenza, so, non solo perché è scaduto da molto, ma Troviamo poi l’ex Campo profughi di Padri-
Questura. In comproprietà tra Comune è De- sia perché è da molti accusato di aver dato ciano che conta quasi 43 mila metri quadrati
manio c’è il Teatro romano, condivisione di troppo spazio al cemento e ai privati in un di strutture militari dismesse, vicine all’area
proprietà che a percentuali diverse vi è anche momento di diversa congiuntura economica, di Ricerca Science Park e all’anello di luce
per la sede della Motorizzazione civile di San con un eccesso di ottimismo e scarsa sensibi- del Sincrotrone in un contesto ormai mol-
Giacomo, l’Istituto di scienze marine di San lità ambientale e sia perché sostanzialmente to ambito; nella vicina Opicina, un borgo
Vito e della Scuola di polizia, oltre che delle appare quasi completamente saturo dal pun- che è diventato il centro molto apprezzato
aree verdi di via Tominz, di viale Miramare to di vista delle aree in trasformazione. del sistema residenziale carsico, troviamo la
e via Boito, nonché della straordinaria Villa Il centrodestra in dieci anni di governo del grande caserma Brunner, che potrebbe rap-
Necker con annesso parco e del verde di quar- Sindaco Dipiazza ha più volte annunciato presentare una riserva di cubatura davvero
tiere di via Montorsino, della Pineta di Barco- nuove strategie e adottato una variante di molto significativa all’interno del territorio

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comunale. nel cui ambito nascerà il nuovo Piano. affaccia il nuovo complesso Ater che si sta per
Sempre restando in zona carsica, un mauso- Ultimo caso da analizzare è quello della gran- inaugurare e l’Ippodromo. Qui, dovrebbero
leo allo sperpero è la caserma Ferruccio Dardi de caserma di via Rossetti, già sede del Bat- essere collocati dei luoghi per lo scambio in-
di Sgonico, situata a cavallo dallo stretto con- taglione San Giusto e del 151 o Reggimento termodale (snodo per gli autobus e parcheg-
fine amministrativo del Comune di Trieste, fanteria Sassari, un area di cui si discute da gi), tenendo conto che sul piazzale insistono
ma in cui è urgente intervenire al più presto, molti anni senza essere mai arrivati a nulla le aree strategiche del museo de Henriquez e
visto che le nuove palazzine costruite nel di concreto. di Storia Naturale in via di completamento.
1994 non sono mai state usate e sono diven- Stiamo parlando di una area di grandi dimen- L’area appare davvero uno dei polmoni di
tare territorio di ladri e vandali dall’uscita sioni, con molta cubatura esistente, immersa sviluppo strategico che chi voglia oggi im-
dell’ultimo soldato di guardia, avvenuta as- in un parco, nel cuore della città, in una zona maginare una crescita della città, un nuovo e
surdamente un anno dopo il completamento. in cui sono presenti molte importanti scuole, moderno polo di servizi alla residenza in una
Un area con rilevanti potenzialità è l’ex caser- residenze di prestigio, con ville e condomini zona sostanzialmente centrale che permetta
ma di Via Cumano su cui il Comune ha avvia- di lusso e prospiciente al grande complesso di liberare altre aree di maggior pregio am-
to la costruzione del Museo di storia naturale della Fiera campionaria, da anni in crisi e bientale che devono essere più che mai ora
e la collezione di materiale miliare de Henri- che ogni logica vorrebbe essere rimessa in tutelate.
quez, spendendo già più di 7milioni di euro gioco come area strategica vista la posizio- Per questo si auspica che queste aree da sde-
in una zona semi-periferica che non a tutti ne. La Provincia in questi anni ha più volte manializzare, da occasioni perse, diventino
era sembrata adatta a diventare sede museale, manifestato grande interesse per l’area al fine non solo delle occasioni colte, ma dei mo-
ma che con questa strana mossa, l’ha resa at- di costruire un vero e proprio “campus sco- menti in cui si riesca a introdurre qualità,
trattiva di servizi e collegamenti che potreb- lastico” nel verde e che possa portare ad una ricerca e sperimentazione sia urbanistica che
bero diventare interessanti per continuare lo riqualificazione generale dell’edilizia della architettonica in una città che in questi ul-
sviluppo nella restante parte dell’area in via formazione che appare piuttosto vetusta e timi anni ne ha fatta davvero poca, adagian-
di trasformazione. problematica, ma non si è mai giunti a nes- dosi ad una condizione di lento degrado e di
Di valore sono i terreni, un intera collina a ri- sun accordo preciso. serena decrescita. Le potenzialità della città
dosso di aree residenziali già servite e connes- Se le scuole senza dubbio servono, appare, restano molto alte, il tessuto urbano, la qua-
se al resto della città, dell’ex polveriera di via però doveroso e urgente è anche ripensare lità ambientale ed edilizia, oltre che la storia
Brigata Casale. Abbandonata dal 1987, ben completamente l’intera area, riusando e recu- e un sostanziale benessere giustificano ben
rientrerebbe, a fronte di un suo riutilizzo, in perando alcuni edifici della Fiera e in genere altre ambizioni.
una logica perequativa, visto che questo stru- la loro ampia cubatura, integrando il sistema
mento è ben presente nella legge regionale 5 del grande piazzale Alcide De Gasperi, su cui

Caserma di via Rossetti (foto storica)

URBANISTICA INFORMAZIONI | 39
Forte Marghera è, come gli altri forti del
Aree militari dismesse e rigenerazione urbana campo trincerato, un bene riapparso o ri-
emerso all’attenzione pubblica ormai da
molti anni (si consideri che il processo di
dismissione ha avuto inizio alla fine degli
anni settanta), grazie all’interessamento di
istituzioni pubbliche – universitarie e am-
ministrative -, di storici appassionati e di
componenti attive della società civile, che
Ruben Baiocco ne riconoscono il valore testimoniale e la
Venezia: chances per Forte Marghera qualità ambientale (come elemento pre-
cipuo di tali contesti fortificati e relative
Che cos’è Forte Marghera gunare – se si considera la “Piazza di Difesa collocazioni territoriali) e che vi hanno da
Le vicende che hanno coinvolto e conti- Marittima di Venezia”, i siti sono più di cen- sempre scorto la potenzialità di luoghi al-
nuano a coinvolgere Forte Marghera, lo to, fra terraferma, litorali e isole lagunari. tamente simbolici, in cui collocare attività
rendono un caso di particolare interesse Il Forte, infatti, “isola stellata” (circa 48 museali o di ricerca, orientate alla salva-
per riflettere sulle opportunità e criticità ettari, compresi i canali interni) collocata guardia dei valori culturali storici ambien-
che comporta mettere in gioco rilevanti sulla gronda lagunare e lungo la via d’ac- tali della compagine di terraferma venezia-
proprietà pubbliche – ex-demaniali – per qua principale che collega i centri di Vene- na, spesso in ombra rispetto all’articolata
attivare processi di “rigenerazione urbana” zia insulare e Mestre (e da essi facilmente offerta insulare3.
basati sulla valorizzazione sia patrimonia- raggiungibile, 10 minuti di navigazione e 5
le e sia d’uso di un bene: in questo caso resa via terra)2, in una posizione che si riscopre Processo
particolarmente complessa dal fatto che si altamente strategica, va considerato come Il processo4 di riappropriazione civile e va-
tratta di un bene investito da un sistema di il perno di un più vasto sistema difensivo lorizzazione di Forte Marghera segue due
valori, più o meno collettivamente condi- denominato Campo Trincerato di Mestre, strade parallele, una istituzionale e l’altra
viso, che tende a riconoscergli lo statuto di che comprende differenti strutture milita- legata alla mobilitazione della società ci-
“bene comune”. ri dismesse e in via di sdemanializziazione, vile. Sono due strade che s’incrociano più
L’esplosione recente dell’uso di tale locu- dislocate nella terraferma veneziana (e ol- volte – sotto forma di alleanze implicite o
zione (non sempre correttamente chiama- tre i confini amministrativi del Comune di di conflitti apparenti, con attori che si so-
ta in causa), che rimanda originariamente Venezia), gran parte delle quali già conver- vrappongono, e tutt’ora in corso. Dopo che
all’idea della necessità di tutelare “una tite, in qualche misura, ad usi civili (si veda molto è accaduto e in molti anni, dopo che
dimensione comune che preceda ed ecce- l’esaustivo sito www.campotrincerato.it). molte energie sono state riversate da parte
da l’interesse particolare, […] destituita di
valore nelle policies delle istituzioni”1 di
alcuni “beni”, i quali assurgono a tale sta-
tuto grazie alla mobilitazione estesa della
società civile e per l’essere coinvolti da cer-
tune pratiche in tal senso orientate, sembra
aver investito, anche se in forme non pie-
namente compiute sul piano partecipativo,
alcune ex proprietà demaniali dell’area ve-
neziana, di cui il Forte Marghera può, agli
effetti, essere considerato un raro esempio
di “laboratorio di sperimentazione proget-
tuale civica”.
Si usa dire che Forte Marghera, ridotto cin-
tato ottocentesco frutto dell’alternanza dei
domini francesi e austriaci, sia l’elemento
di punta (ovviamente con l’Arsenale a Ve-
nezia), con conseguenti risvolti anche sim-
bolici, di un processo di “restituzione alla
cittadinanza” di una serie di beni militari
diffusi all’interno di un ambito territoriale
considerevole che coinvolge tanto la terra-
ferma veneziana quanto la componente la- Veduta aerea di forte Marghera

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li con la natura di bene culturale dei forti valorizzazione di un bene inteso dalle as-
che ne impone un riutilizzo adeguato alle sociazioni e i soggetti residenti legato alle
esigenze di tutela e valorizzazione” (Proget- pratiche che vi svolgono e suo essere spa-
to Performa). Da questo momento il Forte zio pubblico, gestito da una molteplicità
diviene sede, oltre che della società gesto- di soggetti, e quella dell’amministrazione
re, di molteplici associazioni e soggetti che comunale, che a fronte di un esborso am-
svolgono attività creative; si susseguono birebbe al ritorno dell’investimento con la
eventi ed esposizioni, si attrezzano i primi partecipazione di capitale privato genera il
punti per il ristoro, sino alla recentissima conflitto tutt’ora in atto, e la rottura di una
apertura di un vero e proprio ristorante; fiducia, fino ad allora però poco negoziata e
Le “associazioni” abitano il Forte tanto che ad oggi si può visitare liberamen- istituzionalizzata con regolamenti condivi-
te il Forte, e al suo interno, le postazioni in si, fra l’ente territoriale e i soggetti operanti
dei soggetti interessati nel rendere noto, cui si svolgono le differenti attività (vedi sul Forte.
accessibile e “realmente” vitale il “Forte”, La Gestione del forte. Note sulle attività di Mar-
e altrettante sono state mobilitate per co- co Polo System geie a Forte Marghera 2003 – Significati
struire accordi e sinergie fra componenti di 2009, in www.fortemargera.org) e recarvisi L’empasse attuale, può essere pertanto,
diversa natura in vista di sinergie possibili la sera come luogo di ritrovo – e ritrovato semplificando molto, così descritta: la pri-
e scelte orientate ad identificare obiettivi dalla cittadinanza – tanto da restituire a chi ma chance, diciamo istituzionale, che vede
comuni fra cittadinanza organizzata e am- lo frequenta, pur nel suo storico isolamen- l’amministrazione locale come un giano
ministrazione locale, sembra che la vicen- to, la sensazione di un luogo urbano vivo bifronte, è da un verso partner di una socie-
da del Forte sia giunta ad una empasse. e in continua trasformazione. Sempre del tà gestore che stimola, forse in modo non
L’ iter istituzionale, civico e non militare, 2007 è il “Laboratorio di Progettazione Col- lineare, attività quasi spontanee nei forti,
che coinvolge il Forte è legato al suo valo- lettiva per il Forte Marghera F.A.S.E 1”, a cui e dall’altro emette un bando e lo chiude,
re storico testimoniale e ha inizio a partire partecipano 14 associazioni cittadine. scalzando ciò che ha a lungo promosso, a
dal 1980 con la segnalazione della Soprain- Contemporaneamente, a partire dal 2008, fronte di presunta certezza del rientro degli
tendenza per i Beni Architettonici e Paesag- il Comune di Venezia invita la “Direzione investimenti con l’intervento finanziario
gistici di Venezia, ribadita con un decreto Interdipartimentale al Patrimonio “ad apri- di un privato, che però non garantisce la
ministeriale del 2004 che lo sottopone a re una fase di consultazione con tutti quei permanenza dei valori che si sono comun-
tutela “monumentale”, essendovi compresi soggetti che sul Forte hanno idee e suggeri- que stratificati di uno spazio collettivo e
numerosi edifici di pregio architettonico e menti”, che però non avrà seguito, e, subi- fruibile e allarma per le proposte avanzate
come elemento complesso “di rilevantissi- to dopo, emette un “Avviso pubblico per la sul fronte della eventualità di “snaturare”
mo interesse ambientale e paesaggistico”. ricerca di soggetti interessati a concessioni i caratteri precipui del luogo, sulla base di
Nel 1996 dopo l’approvazione del “Piano d’uso a fronte dell’assunzione degli oneri storia ormai troppo nota, che si restaura
guida del Parco di San Giuliano”, il “forte” di valorizzazione urbano-architettonica – e bisogna vedere come – ciò che è vinco-
entra a far parte di una macro-strategia di relativamente al compendio ex Forte Mar- lato in cambio di uno spazio dove agire in
ri-costruzione del fronte lagunare e, succes- ghera”, con stima del costo complessivo di libertà; la seconda chance è che il processo
sivamente, nella Variante per la Terraferma 60 milioni di euro e una concessione che di appropriazione e collettivizzazione del
del Prg di Venezia del 2004 viene classifica- fa riferimento ad un periodo di 40 anni. Forte che non ha ancora compiuto un vero
to come “zona a verde urbano attrezzato”. Fra i soggetti che rispondo al bando, fra e proprio processo di istituzionalizzazione
Dal 2004 ad oggi la gestione di Forte Mar- gli altri, il “Laboratorio di Progettazione necessario, lasciando sul campo dubbi sul
ghera, rimasto inaccessibile o quasi per de- Collettiva per il Forte Marghera F.A.S.E 1”, fatto che una certa informalità che lo so-
cenni, viene affidata ad una società (geie), che consegna un fascicolo composto da soli stiene, nasconda il rischio di interessi non
struttura di diritto comunitario istituita fogli bianchi, con lettera allegata in cui si estesamente collettive e in parte esclusivi
originariamente tra il Comune e la Provin- afferma che “qualsiasi progetto per il Forte e frammentari, permanga come elemento
cia di Venezia (che ha receduto la partner- non potrà essere scritto se non assieme alla di resistenza ad una certa intrusione pri-
ship) e l’Unione dei Comuni e delle Comu- cittadinanza attraverso la sua partecipazio- vatistica che non sembra particolarmente
nità della Grecia (K.E.D.K.E.) che opera nei ne diretta”. All’inizio del 2009 il Comune indirizzata verso il miglioramento delle do-
settori della cultura, del turismo culturale sottoscrive il contratto di compravendita tazioni pubbliche e della qualità della vita
e della progettazione (vedi www.fortemar- del Forte con il “V Reparto infrastrutture dei cittadini, senza però offrire garanzie sul
ghera.org), che a partire dal 2007 diffonde di Padova” e dopo un anno e mezzo circa lungo periodo di una vera e propria valoriz-
un “invito a presentare proposte” per la dall’ “Avviso”, esprime parere favorevole zazione e, perfino lo stesso mantenimento
“sperimentazione del Campo trincerato di per il progetto del gruppo formato da una delle strutture sul piano della tutela e sal-
Mestre”, e con particolare attenzione a For- “fantomatica” onlus che promuove attività vaguardia e, perché no, della possibilità di
te Marghera, attraverso la realizzazione di rivolte all’infanzia e una nazionalmente un loro effettivo restauro.
attività di produzione culturale compatibi- nota impresa edile. Il divario fra l’idea della

URBANISTICA INFORMAZIONI | 41
Aree militari dismesse e rigenerazione urbana

Ruben Baiocco, Marco Maria Sancricca


Ex-Saram di Macerata: piccoli patrimoni,
Incontri per formulare ipotesi sul destino del Forte grandi interessi
Rigenerazione “partecipata” L’ex-Scuola Accademica per le Reclute dell’A- te e, persino, volano dello sviluppo urbano
eronautica Militare Italiana ha costituito un di questa consistente parte di città. Se si
In sintesi nessuna delle due vie sembra ga- luogo rappresentativo per Macerata. La pre- considera il fatto che lo sviluppo urbano di
rantire gli obiettivi originari di completa senza in città di un corpo qualificato come Macerata non è stato legato come per il con-
tutela e valorizzazione del bene, assumen- quello aeronautico poteva essere considera- testo limitrofo a quello della piccola e media
do però come questione aperta, è forse lì to, nel periodo del pieno regime di funzio- industria, quanto piuttosto al consolidarsi
sta il ganglio, che cosa s’intende per va- namento, un arricchimento di competenze del ruolo di riferimento per un vasto e di-
lorizzazione e “mise en valeur” oggi. Fra e di risorse umane, capaci di intrattenere namico territorio, di istituzioni pubbliche
le due chances emerge una terza, come oc- un dialogo con le istituzioni locali e con il (amministrazione provinciale, giudiziarie,
casione purtroppo ancora tutta da costru- “corpo sociale” della città stessa. L’ex-Saram, universitarie, scolastiche, culturali, militari
ire, nonostante il lavoro già fatto, di una a tutt’oggi ben situata (anche ambiental- ecc.) e private dei servizi (istituti bancari, as-
progettazione collettiva, in cui quelle che mente, con un ricco patrimonio arboreo) sul sociazioni di categoria, ecc.), alle prime lega-
noi consideriamo istituzioni siano vera- versante (sud-est) di un crinale collinare (in te , si comprende facilmente la rilevanza del-
mente in grado di pensarsi ed agire come direzione sud-ovest) ad ora interclusa nella la presenza militare in città, che richiamava
soggetto partecipante fra altri e che le as- principale e più “pianificata” area d’espan- 7000 soldati (di cui 6.000 reclute).
sociazioni e i soggetti privati che si sono sione del dopoguerra (a suo modo ben “ag- Presenza rilevante che orienta, come del re-
mobilitati per il Forte operino affinché “la ganciata” e contigua a quella primo-nove- sto ricordano amministratori ed ex-militari,
chance di una rigenerazione partecipata” centesca), a partire dal ‘41, quando diviene le scelte urbanistiche, individuando, già
sia il momento per istituzionalizzarsi e “scuola” oltre che “caserma”, doveva essere dagli anni ‘60, nello spazio compreso fra il
rinunciare ai privilegi di una certa “infor- considerata, come una componente rilevan- centro storico e l’area militare, interventi
malità” organizzativa.

1. Laboratorio Verlan (a cura di), Dire, fare,


pensare il presente, Quod Libet, Macerata 2011.
2. Vio G. (a cura di), Stella d’acqua. Politiche e
riflessioni per il recupero di Forte Marghera
a Venezia, Cleup, Padova 2009.
3. Nel 2003 per la prima volta ho inserito
i forti e la terraferma veneziana in una
guida a larga diffusione nazionale; Vedi
R. Baiocco ed altri, Venezia e provincia,
Touring Club Italiano, Milano 2004.
4. Ringrazio il prof. Sergio Pratali Maffei per
avermi messo a disposizione la propria
documentazione e suoi esaustivi elaborati,
dai quali attingo, ma soltanto mia è la
responsabilità della ricostruzione, fra
altro parziale per esigenze editoriali, e
delle interpretazioni qui esposte. Prg, Piccinato 1970

42 | URBANISTICA INFORMAZIONI
Ortofoto di inquadramento Ortofoto dell’area Ex-Saram

di potenziamento dell’offerta residenziale dislocate dalle loro sedi storiche (processo e delle reti infrastrutturali ed altro, e ad ac-
pubblica, in parte destinata anche ai mili- che ha coinvolto poi nella stessa Macerata quisire successivamente il progetto dell’a-
tari (Quartiere San Francesco). É a partire diverse aree). L’amministrazione dal suo zienda proponente, come studio privato
dagli anni settanta, con il piano di Luigi Pic- canto vede in questo semplice riattamento di riferimento della Fintecna Spa (ex-IRI),
cinato (1970), che si definiscono le modalità il sotto utilizzo dell’area, assegnando nel che nel dicembre 2005 diventa proprietaria
di completamento ed espansione di questo 2003 il compito all’allora in voga architetto dell’area, con la clausola di attuare un pia-
ramo dell’urbanizzazione di Macerata con il Carmassi di redigere un progetto di notevo- no di riqualificazione con la supervisione
quartiere di Collevario a sud della “scuola”, le intensità edificatoria e una certa comples- dalla società “Demanio Servizi Spa”. Tra il
in cui si inframmezzano insediamenti di sità funzionale, articolato in 34 torri fra 4 e 2007 e il 2008 si completano cessione e Pia-
edilizia residenziale agevolata e interventi 10 piani e una grande piazza centrale deli- no Urbanistico Attuativo. Il progetto, d’im-
privati di una certa qualità e una buona do- mitata da loggiati monumentali in grado di pianto simile a quello precedente ma meno
tazione di stardards. accogliere importanti quote di residenziale, espressivo, mantiene quote immobiliari da
Non occorre, pertanto, attendere molti anni, alloggi per studenti, commerciale e terzia- destinare ad studentato e housing socia-
quando a fronte della sua dismissione sul fi- rio per la delocalizzazione degli uffici pub- le. Dell’inizio del 2011 è la “brochure” del
nire degli anni novanta la ormai Ex-Saram blici. In attesa di una cessione dell’area che progetto di sviluppo immobiliare per circa
diviene oggetto di attenzioni, con il susse- non avviene e a fronte di un progetto impe- 1.200 nuovi abitanti. Da li a poco sono le
guirsi di differenti proposte di riutilizzo. gnativo, la possibilità di sbloccare la situa- inserzioni immobiliari, via web, di vendita
Nel 2000 l’ufficio del demanio propone il zione si presenta quando, dopo la stipula di “sulla carta”, ma l’area continua ad essere
recupero e la riqualificazione del non par- un protocollo d’intesa con l’ex-Agenzia del abbandonata ad eccezione dell’utilizzo di
ticolarmente rilevante patrimonio edilizio Demanio nel 2004, il Comune di Macerata una piccola parte come caserma della Guar-
(sei casermette e quattro locali di servizio), s’impegna a farsi carico delle spese per le dia di Finanza che vi si era stanziata subito
destinato ad accogliere funzioni pubbliche indagini geologiche, la fornitura di servizi dopo la dismissione.

URBANISTICA INFORMAZIONI | 43
mi anni grazie a un rinnovato interesse storico
Aree militari dismesse e rigenerazione urbana e all’opera di sensibilizzazione avviata a livello
locale sono comparsi in Italia ed all’estero vari
articoli sulla storia dimenticata del campo di
concentramento di Visco e si è sviluppato un
dibattito sull’importanza storica dell’area6.
Questa regione geografica infatti, è stata segna-
Andrea Licata ta pesantemente anche dalle due Guerre e dalla

Memoria come valore: l’ex campo di Guerra Fredda.


L’idea di creare un museo della storia, della me-
concentramento fascista di Visco moria e della pace mi sembra per queste ragio-
ni ottima. Anche all’estero le attività culturali
Le aree di confine fra Stati sono spesso caratte- ponente, vista la massiccia presenza di truppe (Università, Centri studi, Musei) sono state par-
rizzate da una notevole concentrazione di strut- Nato e Sovietiche, essendo stato il paese a lungo te dei progetti di recupero delle aree militari.
ture militari di vario tipo, funzione e dimensio- diviso e pesantemente occupato; il caso tedesco La Soprintendenza ai beni artistici e culturali
ne. Questo processo di forte militarizzazione si può essere citato come un esempio significati- ha recentemente stabilito che a Visco vadano
è certamente verificato nel Nord-Est d’Italia nel vo in Europa in termini di studi, esperienze ed salvaguardati 70.000 metri quadri, la parte cen-
secolo scorso e questa situazione è perdurata iniziativa, un caso da valutare con attenzione, trale del campo di prigionia, ed ha individuato
per alcuni decenni: in particolare, dopo la fine al fine di apprenderne le pratiche più interes- gli edifici storici e le rispettive funzioni che essi
della Seconda Guerra Mondiale in regioni di santi ma anche le problematiche. avevano durante il fascismo. Il vincolo è data-
confine come il Friuli Venezia Giulia sono sta- In Italia la fase di potenziale recupero delle aree to 29 gennaio 2010: vengono individuati una
ti ubicati depositi, polveriere, poligoni di tiro, militari è stata talvolta caratterizzata da scarso ventina di edifici e descritte le funzioni (ad es.
caserme italiane, basi militari e strutture Nato interesse e mancanza di discussione pubblica la residenza degli ufficiali, l’edificio del corpo di
in strategica contrapposizione alla vicina Jugo- con conseguenti ritardi, abbanoni e rischi di guardia, gli edfici usati per la detenzione ...).
slavia e al blocco militare che ruotava intorno speculazione. Siamo probabilmente però di Occorrerà vigilare affinché questo impegno
all’Urss. Molti piccoli paesi friulani si sono tro- fronte a un’inversione di tendenza negli ultimi venga mantenuto: ci sarebbe la possibilità di
vati ad ospitare a caserme ed altre installazioni anni, dovuta a una maggiore consapevolezza avviare varie collaborazioni con i paesi vicini.
militari, talvolta di grandi dimensioni e con un del problema: lo dimostrano gli incontri e le Non esiste al momento attuale un vero proget-
evidente impatto sul territorio (si pensi, per ci- pubblicazioni sul tema promossi con maggiore to, nè una stima dei costi, ma ci sono già casi di
tare un caso molto noto, alla vasta base Usaf di frequenza da amministrazioni locali, universi- grandi musei della memoria (ad esempio Da-
Aviano, in provincia di Pordenone, ancora in tà ed associazioni4. chau, l’ex importante campo di concentramen-
attività1, con aerei da guerra ed alcune migliaia Quello del piccolo paese di Visco è il caso che to nazista a Monaco di Baviera)7. Come spiega
di militari). viene qui brevemente presentato: situato in lo studioso di Visco Ferruccio Tassin a propo-
Con la fine della Guerra Fredda (1989) e la fase Friuli in provincia di Udine, ha circa ottocento sito dell’area vincolata: “qui c’è la possibilità di
della distensione internazionale si pone in Eu- abitanti ed è uno dei tanti luoghi della fascia “leggere” il cuore logistico del campo, per cui si
ropa, e quindi anche per quella zona geografi- confinaria che sono oggi caratterizzati da vaste dovrebbe lasciare intatti viabilità, tipologia del-
ca, il tema della smilitarizzazione del confine e strutture militari abbandonate. L’ex area mili- le costruzioni (in buona parte originali, e anche
della conseguente trasformazione ad usi civili tare in questione si estende per circa 120.000 anteriori al campo) e perimetro. Sarebbe l’uni-
di decine di aree militari, che in parte sono state metri quadri: una caserma italiana, istituita nel co campo di concentramento fascista in Italia
dismesse negli anni Novanta. Secondo il Bicc2 1947 (la storia di quest’area risale alla Prima ad essere tutelato, a ricordare un periodo stori-
(Bonn International Center for Conversion), uno Guerra Mondiale quando era ospedale mili- co nefasto, proprio in un luogo emblematico di
dei maggiori centri di ricerca sui processi di di- tare da campo,1915), ospitava carristi e mezzi incontro, per cinque secoli sul confine tra etnie
sarmo a livello internazionale, circa 8000 basi pesanti e nel tempo si sono avvicendate anche e culture europee”8.
militari nel mondo per un’area totale di più di altre truppe (artiglieria, fanteria, cavalleria). La Davvero non mancano in Friuli le ex aree mi-
un milione di ettari furono dismesse e poi con- caserma Luigi Sbaiz. Chiusa nel 1996, da alcuni litari da avviare ad altre attività economiche
vertite ad usi civili con la fine della grave con- anni è stata ceduta al Comune di Visco per un e commerciali, ma l’area di Visco è un luogo
trapposizione militare durata decenni e termi- utilizzo civile. speciale, un luogo della memoria. La vicenda di
nata con la caduta del muro di Berlino3. Questi Quest’area militare dismessa non è tuttavia un Visco, a lungo dimenticata, pone un problema
numeri confermano che il recupero delle aree luogo qualsiasi e la sua storia è ben più lunga: generale sul recupero di aree di interesse sto-
militari è possibile e può portare in vari luoghi qui, incredibile ma vero, prima della nascita rico, di come in generale si possano e debbano
del mondo ad alternative civili dai notevoli be- della Repubblica vi sorgeva un campo di con- evitare speculazioni edilizie ed altri gravi errori
nefici in termini ambientali, culturali, sociali centramento fascista; Il campo fu operativo di valutazione. Mi pare si possa affermare che
ed occupazionali. In Germania, ad esempio, il nel 1943, possiamo stimare alcune migliaia di la memoria del campo di Visco sia stato salvata
processo di recupero, riqualificazione, riuso e/o internati (fino a circa 4000) provevienti dalla ex dalla ricerca, dall’impegno civile e dalla parte-
nuovo sviluppo dal militare al civile è stato im- Jugoslavia, vi morirono 25 persone5. Negli ulti- cipazione.

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Sarebbe auspicabile in questa fase la nascita di 1. Sugli scenari di conversione della base di campi di concentramento italiani: 1942-1943, Centro
Aviano si segnala Andrea Licata (a cura di), La Isontino di Ricerca e Documentazione Storica e
un comitato promotore internazionale a favore conversione preventiva della base USAF di Aviano Sociale “L, Gasparini”, Gradisca, 2004, pagg. 63-78.
del progetto, che sappia coinvolgere nella di- - Ricerche e progetti, 2006, Kappavu, Udine. 6. Si veda il Corriere della Sera 17-9-
2. www.bicc.de – Cfr. per questo dato Bonn 2008, p. 27. e Il Sole 24 19-6-2011 p.31.
scussione e progettazione studiosi di architet- International Center for Conversion, Conversion Quest’ultimo articolo contiene l’intervento
tura, storia, diritti umani, ambiente e disarmo, Survey 1996, Oxford University Press pp. 174-211. dello scrittore sloveno Boris Pahor.
Sono decine le pubblicazioni del Centro sul 7. www.kz-gedenkstaette-dachau.de/index-e.html.
associazioni già attive sul tema della pace e i cit- tema della conversione dal militare al civile. Il sito della memoria fu realizzato nel 1965. Il
tadini di Visco, che potranno essere orgogliosi 3. Si veda la relazione di Henri Myrtinninen (2002) campo era enorme e decine di migliaia di persone
sul sito del C.U.S.R.P. www.unit.it/cusrp. da tutta Europa vi furono imprigionate. Una
di un’iniziativa utile e lodevole per l’educazio- 4. Si segnala il sito www.milarconversion.eu. mostra ben organizzata descrive molto bene
ne delle presenti e future generazioni. 5. Si rinvia per approfondimenti Ferruccio Tassin, l’orribile storia del luogo ed attrae molti visitatori.
Da fratelli in una Europa più grande, a nemici per 8. Relazione dal titolo “Un “Museo sul Confine”
il culto della nazione. Il campo di concentramento di nella ex dogana austriaca di Borgo Piave a
Visco, in Boris M. Gombac - Dario Mattiussi [a Visco (Ud), e la tutela e valorizzazione dell’ex
cura di], La deportazione dei civili sloveni e croati nei campo di concentramento” (non pubblicata).

Ricordo di Mario Ghio Bruno Gabrielli


Mario Ghio vale la pena di ricordarlo nei suoi scatti di ira. Perché serve a un suo straordinario pregio, ed al tempo stesso un suo limite.
connotare il personaggio come uno degli ultimi di una generazione irripe- Mario aveva un altro vantaggio sui suoi quasi coetanei: poteva contare
tibile, fatta di “caratteri”. Caratteri forti, unici, generosi e battaglieri, lavora- sulla solidale, forte, piena e solidissima unione con Vittoria, che si intuiva
tori instancabili ed irriducibili. Come altrimenti spiegare un “curriculum solo al vederli insieme, ma i cui frutti sono opere che hanno lasciato segni,
vitae” che sembra essere stato praticato da molte persone, e non da una come il piano per il Parco Nazionale degli Abruzzi (anni ’70) o il volume
sola? Verde per la città (1961), che aprì una nuova stagione di studi e di interessi
Mario ha dato tutto sé stesso in qualunque cosa facesse, per questo è riu- nel corpo della disciplina. Un testo, quest’ultimo, anch’esso irripetibile per
scito a moltiplicare una attività straordinaria, che va dal grande disegno il sondaggio delle fonti e per l’architettura insolita, fatto di precisi riferi-
di territorio alla cellula abitativa portata alla scala 1:20, come usavano fare menti e di altrettanto precise proposte, nato da un suggerimento di Adal-
tutti i grandi protagonisti della sua generazione. berto Libera al Coni.
La prima grande esperienza di lunga durata in cui usava lavorare a tutte Il contributo di Mario alla disciplina è fatto di militanza, nella attività pro-
le scale, è la fertile stagione dell’INA-CASA. È l’esperienza feconda, piena fessionale e nella attività didattica. L’insieme dell’una e dell’altra hanno
di ottimismo e di speranze, della ricostruzione del primo dopoguerra. Ma- connotato la sua vita perché credeva del tutto necessaria, come tutti i nostri
rio pone un impegno enorme nel disegnare quartieri-modello, ma, a diffe- padri, l’unità fra l’operare nella professione e l’insegnamento. Militanza
renza dei tanti altri colleghi architetti, oltre alle capacità inventive porrà a nell’INU, di cui fu animatore instancabile senza mai rivestire cariche non
disposizione la sua competenza di ingegnere-costruttore. La passione per ambite, se non la presidenza dell’INU laziale tenuta non più di tre anni.
l’urbanistica nasce da questa esperienza, e trova campo nei primi piani All’inizio ho richiamato alla memoria il Mario nei suoi scatti d’ira. Monta-
regolatori (Schio, Mercato San Severino 1959-61) e, più tardi (1971-73) nel va, questa ira, da una profondissima carica etica, inestinguibile e persino
Piano di Area Vasta della Provincia di Siracusa. dolorosa: richiamarla oggi vuol dire quanto necessario sia il suo esempio
Mario non ha mai amato la deriva dell’urbanistica “burocratica”, anche se, per noi e per le giovani generazioni. Una testimonianza necessaria, si ripe-
assai a torto, può essere confusa, e connessa a tale deriva la sua ricerca sugli te, in tempi oscuri per l’etica, fondamento irrinunciabile dell’urbanistica.
standard, intesa come mera applicazione di indici e tabelle. Mentre fu una
liberazione dagli schemi dello “zoning” applicato pedissequamente. Fino al
decreto del 1968 si costruiva senza verde, senza parcheggi (!), senza servizi.
Mario trova in questo tema degli standard la sua strada di innovatore, e si
muove fra i grandi della disciplina (Piccinato, Astengo, Samonà) in modo
autonomo. Il decreto sugli standard è un risultato caparbiamente ottenuto,
essendo maturati i frutti di una sua precedente permanenza al MIT (fine
degli anni ’50), in cui si può ritrovare il germe del suo grande tema degli
spazi aperti, del verde e del paesaggio, che è il germe degli standard.
Mario aveva un vantaggio sui suoi colleghi: il rapporto con il mondo anglo-
sassone. Dalla sua permanenza negli USA (1954-55), dove lavora con Kevin
Lynch, in avanti, con i lavori fatti in Iraq, Arabia Saudita, Etiopia, Marocco,
operando con la Collaborative Architects di W. Gropius, e con l’organizza-
zione del Convegno Internazionale a Pistoia nel 1982, egli coltiva relazioni
a tutti i livelli mantenendosi costantemente aggiornato su ciò che si realiz-
za nel mondo e questo spiega il suo punto di vista costantemente distacca-
to dal dibattito estremamente politicizzato dell’urbanistica italiana.
Chi ha conosciuto Mario sa bene che si trattava di un vulcano in eruzione:

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