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PALEOANTROPOLOGIA SALUTE
di Sara Reardon
50 Tornado di fuoco
di Jason M. Forthofer Gli algoritmi di deep learning riescono a leggere risonan-
ze magnetiche e radiografie con un’efficacia senza prece-
I ricercatori sono al lavoro per riuscire a prevedere quan-
denti. Ma quando sbagliano, di chi è la responsabilità?
do e dove appariranno questi vortici letali
www.lescienze.it Le Scienze 3
Sommario Rubriche
7 Editoriale
di Marco Cattaneo
8 In edicola
10 Intervista
Una finestra sugli oceani del futuro di Jacopo Pasotti
12 Made in Italy
Una nebbia di molecole per purificare l’aria
di Letizia Gabaglio
14 Il matematico impertinente
10 La scuola di Raffaello di Piergiorgio Odifreddi
15 Scienza e filosofia
E si chiamano sapiens di Telmo Pievani
16 Homo sapiens
Una specie molto plastica di Giorgio Manzi
17 La finestra di Keplero
Lampi enigmatici di Amedeo Balbi
88 Coordinate
Quanto sopravvivono i più piccoli di Amanda Montañez
Jacopo Pasotti (gommone); Art Media/Print Collector/Getty Images (Raffaello); Xinhua/Avalon.red/AGF (ballerine)
14 89 Povera scienza
SETI@home va in stand-by di Paolo Attivissimo
90 La ceretta di Occam
Un portento poco portentoso di Beatrice Mautino
92 Rudi matematici
Strategie di esaustione
di Rodolfo Clerico, Piero Fabbri e Francesca Ortenzio
18 Sotto la faccia nascosta della Luna 21 Il doppio volto della forza 23 Materie prime che diventeranno
20 InSight fra martemoti forte nelle stelle di neutroni un tesoro
e campi magnetici 22 Prevedere il riscaldamento 23 Sintetizzato un parente stretto
20 Un entanglement chilometrico 22 Il metano di origine antropica del vaiolo umano
21 Sempre più dentro l’antimateria è sottostimato 24 Brevissime
La lezione
Edoardo Boncinelli docente di biologia,
docente, Università Vita- Rensselaer Polytechnic
Salute San Raffaele, Milano Institute
Arthur Caplan Telmo Pievani
docente di bioetica, professore ordinario filosofia
www.lescienze.it Le Scienze 7
In edicola A richiesta con «Le Scienze» di maggio, La formula,
di Albert-László Barabási, un libro sulla scienza
delle reti e le dinamiche del successo sociale
QUADERNI R I S E R VAT O
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giocare con la scienza in casa
www.lescienze.it Le Scienze 9
Intervista A Panarea un laboratorio naturale unico studia gli
effetti del clima sull’acidificazione dei mari e alcuni
aspetti del confinamento geologico della CO 2
Una finestra
sugli oceani del futuro
uristica, chic, e ora con il più scenografico laboratorio d’I-
monitoraggio per i siti di stoccaggio e studiamo i possibili impatti nelle dorsali oceaniche, ma queste sono raggiungibili in gommo-
negli ecosistemi marini nel caso di fughe di gas. Tra l’altro a Pana- ne da San Pietro [il porto dell’isola. NdR]. Il sito è ottimo per studi
rea abbiamo sia fuoriuscite piccole ma continue sia singoli even- sugli effetti del clima su organismi del coralligeno, uno degli habi-
ti drastici e di maggiore entità. In questo modo studiamo sia casi tat più sensibili ai cambiamenti ambientali nel Mediterraneo.
cronici sia catastrofici. È interessante perché l’approccio agli studi Un esperimento che facciamo è porre organismi lungo un gra-
sull’acidificazione degli oceani è molto simile a quello della CCS, diente di acidità e misurare la loro risposta a questo stress. Gene-
pur essendo diversi gli obiettivi. ralmente ci concentriamo su organismi con gusci o scheletro cal-
careo, come i molluschi, perché sono tra quelli più vulnerabili alla
Mi fai qualche esempio di studio? acidificazione. Però abbiamo studiato anche la Posidonia Oceani-
Ci sono diverse aree di ricerca e sperimentazione. Di recente è ca, una fanerogama endemica del Mediterraneo. Ovviamente gli
stato scoperto un sito idrotermale con oltre 200 camini vulcanici studi si concentrano su organismi fissati al fondale che, non po-
non lontano dallo scoglio di Basiluzzo. È stato chiamato smoking tendosi allontanare, risultano maggiormente colpiti dal fenome-
CHI È
CINZIA DE VITTOR
È ricercatrice oceanografa della Sezione Negli ultimi anni la sua ricerca si è focalizzata È responsabile dell’infrastruttura di ricerca
oceanografia dell’OGS. Le sue attività di ricerca sui rischi di impatto ambientale associati al ECCSEL NatLab-Italy di Panarea e coordinatrice
riguardano lo studio delle dinamiche della confinamento geologico di CO2 in ambiente della Scuola di subacquea scientifica per studenti,
sostanza organica e del ciclo biogeochimico del marino e sulle problematiche connesse ricercatori e professionisti del settore ambientale
carbonio in ambienti lagunari, polari e costieri. all’acidificazione degli oceani. e marino.
www.lescienze.it Le Scienze 11
Made in Italy Pureairion ha sviluppato una tecnologia di nuova
generazione per produrre ossidanti che sanificano
le superfici e l’aria, ed eliminano gli inquinanti
Una cascata di reazioni mo si formano ioni idrossido e radicali, idroperossidi come l’idro-
La tecnologia sfrutta un fenomeno naturale, la fotocatali- geno e radicali perossidi, che insieme alle radiazioni aumentano
si: quello che si verifica cioè quando una sostanza, detta fotoca- l’effetto germicida. Si forma così una nebbia di molecole cataliti-
talizzatore, modifica, tramite l’azione della luce (naturale o artifi- che che sanificano non solo le superfici, ma puliscono l’aria, dimo-
ciale), la velocità di una reazione chimica, imitando la fotosintesi strandosi in grado di uccidere un’ampia gamma di batteri Gram-
SeongJoon Cho/Bloomberg via Getty Images (al centro)
clorofilliana. Il suo processo chimico è un’ossidazione, che induce negativi e Gram-positivi, funghi filamentosi e unicellulari, alghe,
la decomposizione delle sostanze organiche e inorganiche. «Ab- protozoi, virus e batteriofagi.
biamo studiato per dieci anni il perfezionamento del nostro si- «Miliardi di queste molecole altamente ossidanti sono create
stema di purificazione delle superfici. Usiamo una tecnologia di in miliardesimi di secondo, producendo una cascata di reazioni di
nuova generazione che non si basa su filtri o sull’attraversamento ossidazione e diffondendo una fitta rete di molecole, le cosiddette
dell’aria mediante purificatori, ma sulla produzione di una coltre specie reattive dell’ossigeno, reactive oxygen species, o ROS», pro-
di ossidanti ridondanti che sanificano le superfici e l’aria, nonché segue Mastrovito. Sono proprio le ROS a erodere la parete cellula-
eliminano gli inquinanti», spiega Giovanni Mastrovito, fisico con re e della membrana di questi patogeni, distruggendoli. «Nel ca-
specializzazione in nanotecnologie e direttore scientifico di Pure- so dei virus, e anche del SARS-CoV-2, le ROS provocano il collasso
airion. In gergo i ricercatori parlano di «drogare» la superficie di della componente lipidica, lo sfaldamento del doppio strato di fo-
biossido di titano con nichel, rame, argento, oro, rodio, in modo sfopolidi, l’inattivazione di numerose glicopoteine e di quelle che
che, quando la superficie è colpita da raggi UV, in tempo brevissi- si interpongono tra pericapside e capside. In questo modo i radi-
LA SCHEDA - PUREAIRION
cali idrossile, gli anioni superossido, e H2O2 riescono a entrare nel mizzare il flusso d’aria in entrata e in uscita, che permette di area-
virus, danneggiare macroscopicamente l’RNA e alterare la strut- re superfici limitate come una stanza di albergo o grandi spazi co-
tura chimica delle proteine, rendendolo di fatto inattivo», spiega me supermercati o caseifici, e ancora aeroporti.
Mastrovito. «Negli scorsi anni lo abbiamo provato in moltissimi tipi di
aziende diverse e anche in ambienti medico-sanitari, dagli studi
Dalla NASA all’Italia odontoiatrici ai reparti di rianimazione. Così abbiamo ottimizza-
Grazie alla nuova tecnologia viene prodotta una coltre di to la potenza del sistema rispetto ai metri cubi dell’ambiente e al
ossidanti che, sfruttando l’azione di luce e umidità dell’aria, attiva numero di umani che lo abitano», va avanti Mastrovito. Una vol-
la decomposizione delle sostanze organiche e inorganiche nocive: ta messi insieme tutti questi pezzi, Pureairion ha stretto una col-
è un fenomeno assolutamente naturale, simile a quello che si veri- laborazione con Idrobase, azienda sempre di Padova, che ha ini-
fica durante un temporale. Una tempesta perfetta in grado di ren- ziato la industrializzazione del prodotto. Insomma, se è vero che il
Cortesia Pureairion (a destra)
dere priva di odori, respirabile e sana l’aria di grandi spazi chiusi o brevetto è made in USA, tutto il lavoro fatto in Italia per migliorare
semi-chiusi: grazie al lavoro di Pureairion, la tecnologia AHMPP le prestazioni e soprattutto renderle adatte al nuovo uso che se ne
(da fotopromotore molecolare avanzato idratato) – sviluppata dal- voleva fare ha permesso a questo nuovo sistema di purificazione
la NASA per la sua prima missione spaziale e via via migliorata ne- dell’aria di diventare un gioiello di innovazione made in Italy, oggi
gli ultimi dieci anni, anche in Italia dai ricercatori padovani – è venduto e distribuito in tutto il mondo. L’intuizione è necessaria
stata racchiusa dentro un guscio studiato appositamente per otti- ma non sufficiente, a completarla ci vuole perseveranza.
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Il matematico impertinente di Piergiorgio Odifreddi
La scuola di Raffaello
In occasione delle celebrazioni di uno dei più grandi
artisti rinascimentali, un’analisi della sua Scuola di Atene
affaello Sanzio, di cui si celebra il 4 sezione di due triangoli equilateri), entro cui
quarta, quinta e ottava, descritti dai rapporti ta da Raffaello, ispirata all’omonimo e quasi
tra 6, 8, 9 e 12), e in alto la scritta epogdoon, che contemporaneo quadro del Perugino, e con-
indicava il tono pitagorico (descritto dal rap- densata da Lucio Saffaro in La piramide e il
porto tra 8 e 9). tempio (1984), dove degli ediici rimangono so-
Euclide, con le sembianze del Bramante, è lo le proporzioni, e delle igure i volumi stiliz-
attorniato da studenti e chinato a terra per di- zati in rettangoli, quasi a depurare l’opera di
segnare col compasso, su un’altra lavagnetta, Rafaello di tutto quello che era superluo, per
il sigillo di Salomone, o stella di David (inter- far risaltare solo il necessario.
E si chiamano sapiens
Una fiaba evoluzionistica non a lieto fine
sul rapporto tra la nostra specie e i virus
C’
era una volta un pianeta bellissi- anche di questo gioco, in cui alla fin fine vin-
mo, ricoperto di acqua. Quattro cevano sempre loro. Fu così che il cielo mandò
miliardi di anni fa cominciarono loro una seconda manna: un primate africano
a nuotarci dentro alcune catene di molecole, di grossa taglia che in poche decine di miglia-
che erano capaci di fare copie complementa- ia di anni si diffuse su tutto il pianeta, si molti-
ri di se stesse, poi si staccavano, si replicavano plicò fino a sette miliardi e mezzo di individui,
e assumevano differenti configurazioni spa- costruì metropoli, navi, treni, aerei, e inventò
ziali e funzionali. Quegli stampi autoreplicanti la povertà e la diseguaglianza. Era l’ospite per-
erano fatti con una zuppa di basi azotate: ade- fetto a cui chiedere un passaggio!
nina, guanina, citosina, uracile. Contenevano
un bene prezioso: informazione. Salti continui
Ben presto, il biopolimero a catena orienta- I virus ringraziarono e ricominciarono di
ta chiamato RNA imparò a farsi proteggere da gran lena i loro traffici. Si preoccuparono un Altri salti. Ballerine nella megalopoli
una membrana di proteine da lui stesso cre- po’ quando un certo signor Darwin diede agli cinese di Shanghai danzano con la
ate e a usare i suoi simili come veicolo di tra- altri umani gli strumenti per capire che dove- mascherina in piena epidemia da SARS-
smissione. Semplice e geniale, il tutto in una vano temere quelle creature mutevolissime e CoV-2. Conosciuto più comunemente
capsula lunga un metro diviso dieci milioni di replicanti. Una grande ricercatrice, Rosalind come coronavirus, SARS-CoV-2 ha fatto
volte. Forse i primi esseri quasi-viventi erano Franklin, analizzò le strutture molecolari dei un salto di specie infettando gli esseri
fatti così: somigliavano a piccolissimi virus a virus. I genetisti si accorsero che il 20 per cen- umani e così si è diffuso
RNA. Si moltiplicavano infettandosi tra di loro to del DNA umano era di origine virale. Ma con dalla Cina al resto del mondo.
perché non c’era nessun altro in giro. gran sollievo dei virus, gli umani continuaro-
no a devastare gli ecosistemi, favorendo il con-
Una manna dal cielo tatto con scimmie, roditori, pipistrelli e altri
Poi comparvero batteri e archeobatteri, ospiti-serbatoio che nascondevano i virus in
che instaurarono con i virus una lotta senza sé. Infischiandosene di leggi e biodiversità,
quartiere che dura da tre miliardi e mezzo di continuarono a cacciare e a commerciare ani-
anni. Gli uni e gli altri ebbero quindi un sacco mali selvatici. Poi li ammassarono in luridi
di tempo per sperimentare strategie infettive mercati, dove le bestie in gabbia convivevano
e difese immunitarie, mosse e contromosse, con le carcasse, i liquidi corporei si mescolava-
come prescritto dall’evoluzione per selezio- no, sangue dappertutto, e umani a torso nudo.
ne naturale. I virus si erano quasi annoiati di I virus, entusiasti, fecero un bel po’ di spil-
infettare solo microbi per miliardi di anni, lover, cioè salti di specie, diventando spesso
quando finalmente arrivò una manna dal cie- più cattivi e contagiosi. Era già successo con
lo: gli organismi pluricellulari, un intero zoo la rabbia, con l’AIDS, con Ebola, Marburg, feb-
di nuove creature da sfruttare come mezzi di bre gialla, influenze aviaria e suina, SARS e
diffusione. Così, per 600 milioni di anni, i vi- molti altri. Certi umani, detti scienziati, lo ave-
rus fecero ammalare e morire (ma non subito, vano previsto, era scritto sui libri di testo: si
perché prima devono contagiare altri) le pian- chiama zoonosi. Ma non servì a nulla. Succes-
te e gli animali. Continuarono insomma a fare se ancora. Succederà. Perché c’è il solito mio-
Xinhua/Avalon.red/AGF
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Homo sapiens di Giorgio Manzi
Lampi enigmatici
I fast radio burst non hanno ancora una spiegazione,
ma le teorie su una loro origine aliena non hanno senso
steriose emissioni fanno spaccare la testa agli esotiche che tirano in ballo la materia oscu-
astrofisici di professione e suscitano curiosi- ra, gli assioni o le stringhe cosmiche. C’è so-
tà tra gli appassionati di cose celesti. Sì, per- lo l’imbarazzo della scelta, e magari c’è anche
ché anche per i FRB, l’idea che possa trattar- qualche idea a cui non abbiamo ancora pensa-
si di segnali prodotti da civiltà aliene di tanto to. Tirare in ballo ET, per quanto possa cattu-
in tanto si affaccia sui mezzi d’informazione. rare la fantasia, è la cosa più pigra da fare.
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News
PLANETOLOGIA
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News
PLANETOLOGIA
Un entanglement chilometrico
C’è un nuovo record per l’entanglement quantistico. A stabilirlo è stato memorie quantistiche due nubi di atomi di rubidio ultrafreddi. Nel
un gruppo di ricercatori cinesi, guidato da Jian-Wei Pan della University primo esperimento le nubi sono state confinate in due stazioni distanti
of Science and Technology of China di Hefei, che è riuscito nell’impresa 22 chilometri e messe in entanglement ciascuna con un singolo fotone
di realizzare la correlazione a distanza, su un cavo a fibra ottica, tra (il quanto di luce): i due fotoni sono stati poi inviati lungo cavi in fibra
memorie quantistiche lontane 50 chilometri: il risultato polverizza il ottica e fatti interferire, in modo da porre a loro volta in entanglement
precedente primato di distanza, pari a circa 1,3 chilometri. Lo studio è le due memorie quantistiche. Successivamente, in una versione
stato pubblicato su «Nature». leggermente modificata dell’esperimento, i ricercatori hanno realizzato
L’entanglement è uno dei fenomeni più bizzarri della meccanica l’entanglement tra le stesse memorie a una distanza di 50 chilometri,
quantistica: si tratta di una correlazione a distanza che può crearsi tra sempre lungo un cavo in fibra ottica.
due sistemi quantistici (per esempio due particelle) opportunamente Un aspetto importante è che le frequenze dei fotoni usati
preparati. Una delle sue applicazioni più interessanti riguarda la nell’esperimento sono dell’ordine di quelle delle telecomunicazioni
Cortesia NASA/JPL-Caltech
possibilità di creare una rete Internet quantistica superveloce e dotata attuali: il risultato di Pan e colleghi è quindi un passo avanti importante
di standard di sicurezza molto elevati, in cui ciascun nodo della rete verso la realizzazione di una Internet quantistica, anche se bisognerà
è posto in entanglement con gli altri. Per farlo su larga scala è però attendere ancora molti anni prima che questo obiettivo possa essere
essenziale riuscire a stabilire la correlazione anche a grandi distanze. raggiunto.
Pan e colleghi hanno messo a punto due esperimenti, usando come Matteo Serra
www.lescienze.it Le Scienze 21
News
CLIMA
Il metano
Prevedere il riscaldamento di origine
antropica è
I risultati dei modelli climatici si sono dimostrati corretti sottostimato
Quasi tutto il metano
immesso in atmosfera dopo
il 1870 è di origine antropica.
Ed è paradossalmente una
buona notizia, come spiega
uno studio pubblicato su
«Nature». Il metano è il
secondo gas serra per
importanza dopo l’anidride
carbonica (CO2); trattiene il
calore 30 volte di più ma resta
molto meno in atmosfera (in
media nove anni, mentre la
CO2 un secolo).
Finora è stato difficile per
gli scienziati distinguere il
metano naturale da quello
prodotto dalle attività umane,
e quantificarne il contributo
al riscaldamento globale.
Tuttavia gli autori dello studio,
diretto da Benjamin Hmiel
dell’Università di Rochester,
negli Stati Uniti, hanno
analizzato il carbonio-14
(un isotopo del carbonio)
nell’aria rimasta intrappolata
in «carote» di ghiaccio
antico della Groenlandia.
Dall’analisi è emerso che gran
parte del metano liberato in
I modelli climatici globali sono oggi lo strumen- scenari forniti ai modelli per l’andamento futuro atmosfera a partire dalla metà
to più efficace per mettere in relazione i cambia- delle forzanti, in particolare di quelle di origine dell’Ottocento deriva dall’uso
menti del clima sulla Terra con quelle che posso- umana, o antropiche. di combustibili fossili.
no essere le loro cause, le cosiddette «forzanti» In altre parole, i risultati di un modello po- Ne consegue che gli
del clima, siano esse naturali o di origine umana. trebbero essere sbagliati solo perché il model- studi precedenti hanno
A partire dagli anni settanta si sono cominciati a lo stesso ha considerato scenari futuri diver- ampiamente sottostimato
usare modelli, prima piuttosto semplici, poi via si da quelli che poi si sono avverati nella realtà. il nostro contributo alle
via più sofisticati, per prevedere l’andamento del Tenendo conto anche di questo fattore, Hausfa- emissioni, che va aumentato
clima nel futuro. Oggi, a distanza di alcuni decen- ther e colleghi hanno trovato che 14 modelli su 17 del 25 o addirittura del 40 per
ni, possiamo vedere retrospettivamente se han- hanno previsto in modo corretto la futura tem- cento, mentre quello naturale
no avuto successo oppure no. È quanto hanno peratura globale, due l’hanno sovrastimata e va ridotto di dieci volte.
fatto Zeke Hausfather, dell’Università di Califor- uno l’ha sottostimata. Questo rende il contenimento
nia a Berkeley, e collaboratori in uno studio pub- In sostanza, i modelli del clima, che oggi stan- delle emissioni di metano un
blicato su «Geophysical Research Letters». no diventando sempre più perfezionati e ci per- obiettivo possibile in tempi
I ricercatori hanno confrontato 17 previsioni mettono di effettuare stime anche per i cambia- brevi. E i benefici, nella lotta
passate di temperatura media globale con quel- menti climatici alla scala di singole regioni del ai cambiamenti climatici,
lo che è avvenuto in realtà nei decenni seguen- globo, mostrano la loro validità nelle stime glo- potrebbero essere superiori
Boogich/iStock
ti. Nel far questo, però, bisogna tener presente bali della temperatura futura fin dagli albori del al previsto.
che i risultati dei modelli non dipendono soltan- loro sviluppo. Eugenio Melotti
to dalla bontà dei modelli stessi, ma anche dagli Antonello Pasini
finanziato Evans, Tonix Pharmaceuticals, ha e sintetizzarlo era inutile. E poi perché è reintrodotto il vaiolo nel mondo», conclude
reso noto di averlo rifatto: ha sintetizzato un stato appena approvato un nuovo vaccino, Koblentz.
altro parente stretto del vaiolo umano, il virus JYNNEOS, più sicuro dei precedenti e indicato Giovanni Sabato
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News
Diminuire i fertilizzanti
Il trucco degli senza ridurre la resa del riso
spermatozoi
Nella coltivazione del riso, la relazione tra
per una prole fertilizzanti e resa agricola è nota da tempo: in
sana numerose varietà ad alto rendimento, il nume-
ro di germogli della singola pianta dipende dal-
Perché gli spermatozoi la quantità di azoto fornito. Ma i meccanismi mo-
esprimono un numero di geni lecolari rimangono sfuggenti. Le piante non lo
di gran lunga superiore a assumono in maniera efficiente e dunque ne-
quello di tutte le altre cellule? cessitano di grandi quantità di fertilizzanti inor-
Il motivo, suggerisce una ganici, altamente impattanti per l’ambiente, per
ricerca pubblicata su «Cell», raggiungere il massimo potenziale di resa.
è che in questo modo Uno studio pubblicato su «Science», e coor-
garantiscono l’integrità del dinato da Kun Wu dell’Istituto di genetica e bio-
messaggio genetico da logia dello sviluppo dell’Accademia cinese delle
trasmettere alla generazione scienze, getta nuova luce su questo legame, sug-
successiva. gerendo la possibilità di sviluppare varietà di ri-
Grazie a un’analisi del so meno dipendenti dai fertilizzanti. I ricercato-
rapporto tra frequenza di ri hanno individuato un fattore di trascrizione
trascrizione (ovvero della prima sconosciuto, chiamato NGR5, che rego-
conversione di DNA in RNA) la i geni che guidano la germinazione della pian-
e tasso di mutazione negli ta. La disponibilità di azoto guida l’espressione
spermatozoi, Itai Yanai del di NGR5, che a sua volta reprime diversi geni ini-
NYU Langone Health, un bitori della crescita che sono comuni nei risi in-
centro di ricerca medica trodotti nella Rivoluzione verde. Secondo gli au-
affiliato alla New York tori dello studio, indurre un aumento dei livelli
University, e colleghi hanno di NGR5 permetterebbe di ridurre il ricorso ai
dimostrato che il 90 per cento fertilizzanti senza intaccare significativamente
del genoma delle cellule la resa del riso. (DaMi)
germinali maschili recluta
il macchinario molecolare
incaricato di riparare gli errori Rosetta e la cometa «camaleonte»
sul DNA tutte le volte che
viene trascritto, abbassando I cicli di sublimazione dell’acqua portano il nucleo cometario e la chioma a cambiare alternativamente
così la probabilità di colore. A osservare questo fenomeno è stato lo spettrometro infrarosso VIRTIS, progettato e realizzato in
trasmettere mutazioni Italia, montato a bordo della sonda Rosetta dell’Agenzia spazial e europea, che per due anni, da agosto
potenzialmente dannose. Il 2014 a settembre 2016, ha studiato la cometa 67/P Churyumov-Gerasimenko nel suo percorso orbitale,
restante dieci per cento del prima di avvicinamento al Sole, poi di allontanamento. In uno studio pubblicato su «Nature», il gruppo
24 Le Scienze
Nuovi antibiotici Sciami di robot
dall’intelligenza artificiale per le auto del futuro Il parassita
che vive senza
L’hanno chiamata halicina, da HAL, il compu- Affinché possano diffondersi in modo capillare,
ter di 2001: Odissea nello spazio. È il primo anti- le automobili a guida autonoma devono poter-
bisogno
biotico scoperto da un algoritmo di intelligen- si muovere nel traffico in modo fluido e sicuro. di respirare
za artificiale, e attivo ad ampio spettro anche su Una capacità garantita, secondo scienziati della
batteri difficili da trattare come Mycobacterium Northwestern University che lo hanno messo a Quando Dorothée Huchon,
tuberculosis, o un ceppo di Acinetobacter bau- punto, dal primo «algoritmo decentralizzato» ca- biologa molecolare
mannii resistente agli antibiotici. Lo presenta su pace di prevenire incidenti e ingorghi. L’algorit- dell’Università di Tel Aviv,
«Cell» James Collins, specialista di biologia sin- mo, testato su uno sciame di 1024 robot virtuali ha sequenziato il genoma
tetica al Massachusetts Institute of Technology. e in laboratorio su 100 robot reali, richiede al- di Henneguya salminicola,
L’intelligenza artificiale aveva già aiutato al- le macchine di muoversi per formare figure ge- un parassita che vive nei
cune fasi della ricerca di antibiotici. Ma è la pri- ometriche predeterminate e poi ne governa i muscoli di alcune specie di
ma volta che un algoritmo addestrato su 2300 movimenti per completare gli obiettivi in tempi trote e salmoni, pensava di
molecole con proprietà antibatteriche note, im- brevissimi, inferiori al minuto. aver commesso un errore:
para a riconoscerne gli aspetti rilevanti per que- Ne spiega il funzionamento Michael Rubin- non c’era traccia di DNA
ste proprietà, e senza istruzioni umane scansio- stein, il ricercatore che ha effettuato lo studio, dal mitocondrio, l’organello
na milioni di molecole per individuare quelle pubblicato sulla rivista «IEEE Transactions on cellulare che brucia ossigeno
potenzialmente antibatteriche. I test sui topi di Robotics»: «Abbiamo optato per un controllo de- per produrre energia.
alcune molecole selezionate hanno mostrato che centralizzato, cioè condiviso in cloud tra tutte le Poi le indagini al microscopio
una, l’halicina, è in effetti un potente antibioti- macchine e non installato su ciascuna di esse o hanno confermato l’assenza
co, diverso rispetto a quelli noti per struttura e su un singolo robot scelto come capobranco. Un di materiale genetico al di
meccanismo, che dovrà ora essere sperimentato approccio che mette al riparo da eventuali difet- fuori del nucleo.
nell’essere umano. Altre otto molecole sono inol- tosità e che fa muovere tutti i robot come se fos- H. salminicola, scrivono
tre promettenti e saranno studiate. La tecnica sero un unico organismo». Nelle dimostrazione, Huchon e colleghi sulla rivista
che sfrutta l’intelligenza artificiale supera il bias infatti, i piccoli automi usati hanno sempre por- «Proceedings of the National
umano per cui di solito si cercano antibiotici si- tato a termine il loro compito, anche quando al- Academy of Sciences», è
mili a quelli noti, e potrà servire anche per altre cuni di essi sono stati danneggiati intenzional- l’unico animale pluricellulare
classi di farmaci. (GiSa) mente dagli autori dello studio. (RiOl) conosciuto a non respirare.
È probabile che il parassita
abbia perso mitocondri
La desertificazione procede a tappe brusche funzionali (mantenerli
«costa» energia) come
Le terre aride sono molto vulnerabili al adattamento alla vita in
cambiamento climatico e al degrado del ambienti anossici: c’è poco
suolo. Nei prossimi decenni queste regioni, ossigeno nei muscoli dei
che rappresentano circa il 45 per cento della pesci e dove vive l’altro suo
superficie terrestre, diverranno ancora più ospite, forse un verme della
secche, compromettendo servizi ecosistemici famiglia dei Naididae.
essenziali alla sopravvivenza di oltre 2,5 miliardi Secondo gli autori dello
di persone. Per capirne la risposta agli scenari studio, la perdita di DNA
climatici futuri, Miguel Berdugo dell’Università di mitocondriale è un evento
Alicante, in Spagna, e colleghi, hanno analizzato, recente nella storia evolutiva
per oltre 50.000 località del globo, 20 variabili di H. salminicola, che è
che riassumono caratteristiche della loro struttura imparentato alla lontana con
ecologica come la capacità di regolare il clima coralli, meduse e anemoni,
locale o la fornitura di cibo per il bestiame. resta però da capire come
I risultati, pubblicati su «Science», dimostrano facciano le sue cellule a
che la desertificazione è scandita da tre soglie produrre energia. Forse la
ecologiche brusche oltre cui si verificano «rubano» agli ospiti, oppure
mutamenti drastici. Ogni soglia è caratterizzata da si affidano ad altre reazioni
un forte calo della produttività delle piante, della metaboliche. Tuttavia
fertilità del suolo, della copertura vegetale e della sarà difficile scoprirlo: per
ricchezza di specie. Secondo i ricercatori, entro la ora, nessuno è riuscito ad
darksite/iStock
fine del secolo più del 20 per cento della superficie allevare questo parassita in
terrestre supererà almeno una delle soglie. (DaMi) laboratorio. (MaSa)
www.lescienze.it Le Scienze 25
PALEOANTROPOLOGIA
Fantasmi
del passato
Popolazioni umane estinte e sconosciute si
aggirano come spettri genetici nel nostro DNA
e rendono ancora più plurale e diversificata
l’umanità di decine di migliaia di anni fa
di Anna Meldolesi
S
i chiamano ghost population, ovvero po-
polazioni fantasma, e sono i nostri ante-
nati ipotetici che si aggirano nella lette-
ratura scientifica, aspettando di entrare
ufficialmente nella famiglia umana. Pos-
siamo immaginarceli come spettri genetici senza un vol-
to e senza un nome. Echi del passato che risuonano nel
DNA delle donne e degli uomini contemporanei. Per cat-
turarli, i ghost-buster della paleoantropologia usano trap-
pole di natura statistica. Elaborano modelli dei genomi
attuali e antichi nelle diverse aree geografiche, verifica-
no somiglianze e differenze, aspettative e incongruenze,
per identificare i contributi genetici noti e ignoti che at-
traverso migrazioni e incroci possono aver concorso a fa-
re di noi ciò che siamo.
26 Le Scienze
Senza volto e senza nome.
Nella galleria degli ominidi
del passato con cui si sono incrociati
i nostri antenati ci sarebbero
anche specie fantasma, ancora
senza volto e senza nome.
Una piccola avanguardia di ricercatori ricorre addirittura all’in- DNA umano attuale e poi catturato grazie al ritrovamento di un
telligenza artificiale per andare a caccia di oscuri antenati. Poi, fossile in Siberia, è quello di Mal’ta. Il gruppo diretto da Reich si è
quando ne viene avvistato uno nuovo, monta l’attesa per scovarne trovato di fronte a un rebus, usando il cosiddetto test delle quattro
le tracce materiali. Solo se si trova un fossile il cui paleoDNA cor- popolazioni, che permette di confrontare le lettere del DNA situate
risponde alle previsioni su una popolazione fantasma si può dire nella stessa posizione in quattro genomi per cercare di ricostruir-
che il fantasma è stato catturato. ne i rapporti di parentela, e poi il test delle tre popolazioni, che ser-
Con gli uomini di Neanderthal non è andata così. Gli studi di ve a studiare le mescolanze tra i gruppi in esame.
anatomia e archeologia hanno preceduto di gran lunga la gene- Come racconta il genetista statunitense nel libro Chi siamo e co-
tica. Dalla scoperta del primo esemplare in Germania, nel 1856, a me siamo arrivati fin qui, il suo laboratorio stava testando l’ipote-
oggi, la collezione di fossili è andata crescendo fino a comprender- si largamente accettata per cui nativi americani e asiatici orientali
ne diverse centinaia. Abbiamo avuto tutto il tempo per scrutarli siano popolazioni sorelle, discese da un ramo ancestrale comune
in volto e meravigliarci delle loro arcate sopraorbitarie sporgen- che si era già separato dagli antenati di europei e africani subsa-
ti. Ne abbiamo apprezzato la grande capacità cranica e ne abbiamo hariani. I test statistici hanno però messo in evidenza una strana
misurato la corporatura massiccia. Abbiamo rico- connessione tra gli odierni abitanti dell’Europa
struito i loro comportamenti sulla base dei reper- I denisoviani settentrionale e i nativi americani. Per far tornare
ti archeologici, fino a convincerci che erano capa- i conti, Reich e colleghi hanno proposto che oltre
ci di pensiero simbolico. Il sequenziamento del
possono essere 15.000 anni fa nella parte settentrionale dell’Eu-
primo genoma nucleare neanderthaliano al Max- considerati rasia vivesse una popolazione oggi estinta, che
Planck-Institut für evolutionäre Anthropologie non è la principale popolazione ancestrale di chi
di Lipsia diretto da Svante Pääbo, in collaborazio- quasi-fantasmi, attualmente abita la regione e si è incrociata sia
ne con David Reich, della Harvard Medical Scho- fatti di paleo- con gli antenati degli europei sia con gli antenati
ol, Montgomery Slatkin, dell’Università della Ca- dei nativi americani. Possiamo chiamarli «antichi
lifornia a Berkeley, e altri ancora, è arrivato solo DNA e poco più eurasiatici del nord». Una parte di questa popola-
dieci anni fa, e con esso la scoperta che questi an- zione è migrata a est percorrendo la Siberia e ha
tichi uomini si sono incrociati con Homo sapiens, probabilmente contribuito al gruppo che attraversando lo stretto di Bering ha po-
in più di un luogo e in svariate occasioni. Il risultato è che in media polato le Americhe. Un’altra parte è migrata verso ovest e ha con-
negli uomini e nelle donne che vivono oggi fuori dall’Africa è pre- tribuito al mix europeo.
sente circa il 2 per cento di DNA neanderthaliano. «Quando l’abbiamo ipotizzato, erano un fantasma: una popola-
zione la cui passata esistenza può essere dedotta da una ricostru-
La cattura di un fantasma zione statistica ma non esiste più in forma non mescolata», spie-
I denisoviani sono l’altro gruppo umano a cui abbiamo dovu- ga il genetista. Anche se non hanno lasciato discendenti «puri», gli
to far posto nell’album della famiglia di H. sapiens e, in confronto, antichi eurasiatici del nord hanno avuto grande successo. «Se met-
sono decisamente più misteriosi. Al momento dobbiamo accon- tiamo insieme tutto il materiale genetico che hanno passato alle
tentarci di pochi frammenti ossei rinvenuti nel 2008 sui Monti Al- popolazioni odierne, hanno un peso equivalente a centinaia di mi-
tai, in Siberia, tra cui una falange miracolosamente provvista di un lioni di genomi», calcola Reich. A conti fatti, oltre la metà della po-
genoma in ottime condizioni, che è stato studiato ancora una vol- polazione mondiale deve a questo ignoto gruppo una percentuale
ta da Pääbo insieme a Reich, Slatkin e altri ancora. Denisova, dun- del genoma compresa fra il 5 e il 40 per cento.
que, può essere considerato un quasi-fantasma, fatto di paleoDNA La conferma è arrivata nel 2013, quando Eske Willerslev, del-
e poco più. Un genoma ancora in cerca di un fossile completo. Del- l’Università di Copenaghen, e colleghi hanno pubblicato la se-
le sue fattezze si sa poco, a parte le ragguardevoli dimensioni dei quenza del DNA estratto dalle ossa di un ragazzo vissuto nella
molari. Sappiamo però che devono essersi mescolati anche loro Siberia centrale circa 24.000 anni fa. Il genoma di Mal’ta è molto
con la nostra specie, perché tracce di DNA denisoviano si trova- affine a europei e nativi americani e poco ai siberiani odierni, co-
no nelle popolazioni asiatiche contemporanee e raggiungono ad- me nelle previsioni di Reich, ed è considerato il prototipo degli an-
dirittura il 3-6 per cento in Nuova Guinea. tichi eurasiatici del nord. Il DNA antico, dunque, ha fatto luce su
Il primo fantasma vero e proprio, avvistato statisticamente nel vicende preistoriche che il DNA odierno aveva lasciato intravede-
IN BREVE
Nei nostri genomi sono presenti tracce di antiche passato, da modelli di genomi antichi e attuali, dibattuta l’esistenza di fantasmi nei genomi attuali
popolazioni umane estinte, ancora senza volto e e da metodi statistici applicati ai dati ottenuti. di popolazioni asiatiche e australo-papuane.
senza nome. Il primo fantasma avvistato è una popolazione Un aumento del numero di campioni di DNA e
Queste popolazioni fantasma emergono dallo eurasiatica settentrionale. Altri studi indicano una paleoDNA provenienti da Africa e Asia potrebbe
studio del DNA umano di oggi e del remoto popolazione fantasma in Africa occidentale, ed è riservare ulteriori sorprese.
Un reticolo
di relazioni
L’analisi di genomi antichi prelevati da fossili suggerisce
che nel remoto passato le diverse specie umane che
abitavano la Terra si sarebbero conosciute intimamente.
Una conseguenza di questi incontri è che l’immagine
che riesce a catturare meglio le relazioni tra queste
specie non è quella dell’albero, ma del reticolo. Per
esempio, circa 100.000 anni fa una piccola popolazione
di Neanderthal che si stava spostando dall’Europa
all’Asia si sarebbe incrociata con una primissima ondata
di Homo sapiens in uscita dall’Africa (1). Tra 50.000 e
60.000 anni fa, altri rappresentanti della nostra specie
e di quella dei Neanderthal si sarebbero incrociati in
Medio Oriente, incontro ripetuto circa 40.000 anni fa in
Romania (2). Un altro incrocio è avvenuto in Asia oltre
50.000 anni fa tra sapiens e denisoviani (3). Questi
ultimi avrebbero incontrato anche i Neanderthal, sempre
in Asia (4), e una popolazione fantasma (5).
re in modo più sfocato. Lo spettro genetico ha trovato un corpo e no l’analogia con i cespugli mostra i suoi limiti. I rami non parto-
ha indicato la via per nuove scoperte. no solo in tutte le direzioni, ma tornano indietro e si riuniscono ai
Iosif Lazaridis, postdoc della Harvard Medical School, stava fusti. Se i popoli si separano e si allontanano, ma poi tornano a in-
cercando di decifrare la preistoria dell’Europa confrontando il contrarsi e a mescolarsi, allora l’immagine che riesce a catturare
DNA dei suoi abitanti antichi e odierni, e ancora una volta i dati meglio le loro relazioni è un reticolo. I misteriosi denisoviani, per
suggerivano relazioni più complesse di una struttura classica ad esempio, hanno loro stessi un antenato enigmatico. Nel genoma
albero. Inserendo anche il genoma di Mal’ta nel test delle quat- del quasi-fantasma, dunque, si annida uno spettro genetico.
tro popolazioni si è convinto dell’esistenza di un’altra popolazio- Dal momento che neanderthaliani e denisoviani sono genetica-
ne fantasma. Questi ipotetici eurasiatici sono detti «basali» perché mente più vicini tra loro di quanto non lo siano agli uomini mo-
si sono separati precocemente da H. sapiens poco dopo l’uscita derni, ci si aspetterebbe che siano equidistanti rispetto agli odier-
dall’Africa, avvenuta circa 60.000 anni fa, e prima ni africani subsahariani, che non hanno ricevuto
delle divergenze che hanno portato alla compar- È chiaro che il DNA di questi gruppi arcaici incontrati dai no-
sa di altre popolazioni. Si presentano dunque co- stri antenati in Europa e in Asia. Reich e Slatkin,
me la divisione più profonda nella radiazione dei la storia delle invece, hanno scoperto che chi oggi vive a sud
gruppi non africani. Secondo Reich, hanno con-
tribuito per circa un quarto al DNA di europei e
popolazioni non del Sahara è un po’ più affine a Neanderthal che
a Denisova. Segno che deve esserci stata un’al-
mediorientali odierni. «Molti sono d’accordo con può più essere tra mescolanza non ancora scoperta nei fossi-
lui, e penso che la sua ipotesi sia plausibile. Ma li. La spiegazione proposta è che i denisoviani si
rappresentata
Illustrazione di Danilo Sossi; fonte: Evidence Mounts for Interbreeding Bonanza
per essere completamente convinto vorrei vede- siano incrociati con una popolazione profonda-
in Ancient Human Species, di Callaway E., in «Nature», 17 febbraio 2016
www.lescienze.it Le Scienze 29
NUOVI INCONTRI
dimensioni e distribuzione geografica delle sequenze neandertha-
liane nel genoma delle popolazioni attuali sembra probabile che
l’incontro più importante, ai fini dell’introgressione genetica, cioè Altri ignoti
il passaggio di geni da un gruppo all’altro, sia avvenuto prima (cir-
ca 50.000 anni fa) e altrove (in Medio Oriente e in Asia centrale), del remoto passato
quando qualche gruppo di Neanderthal si è avventurato fuori dal
vecchio continente. Tempi e luoghi sono stati ricostruiti studian-
do la presenza delle sequenze neanderthaliane prima negli esseri
umani attuali e poi in esemplari di H. sapiens antichi. Poiché il DNA
viene rimescolato a ogni generazione, la lunghezza delle sequenze
neanderthaliane presenti in H. sapiens funziona come un orologio.
Ci sono prove di scambi avvenuti anche in Europa, ma le popo-
lazioni risultanti sono state per lo più sostituite da genti arrivate
successivamente. In particolare Reich ha analizzato il DNA di uno
scheletro rinvenuto in Romania, già sospettato di essere un ibrido
tra H. sapiens e Neanderthal per le sue fattezze anatomiche. Il fos-
sile di Oase ha circa 40.000 anni e l’organizzazione del suo genoma
suggerisce che abbia avuto un antenato neanderthaliano distante
non più di sei generazioni. Il suo contenuto neanderthaliano si as-
sesta sul 6-9 per cento, molto più di chi abita oggi in Europa. La po-
polazione di Oase però potrebbe essersi estinta senza lasciare di-
scendenti, sostituita da altri H. sapiens che avevano acquisito la
loro componente neanderthaliana in Medio Oriente. La fonte più
probabile del piccolo Neanderthal che ci portiamo dentro resta ex-
tra-europea. Se la traccia neanderthaliana nel nostro genoma arri-
va solo al 2 per cento, forse è perché i due gruppi umani erano al li-
mite della compatibilità genetica, forse perché le differenze sociali La caccia alle popolazioni fantasma è un settore promettente. Un’a-
hanno limitato il numero degli accoppiamenti. nalisi di dati disponibili avrebbe rilevato incroci avvenuti tra 55.000 e
La scarsità di sequenze neanderthaliane in corrispondenza del 50.000 anni fa tra popolazioni di Homo sapiens e altri gruppi uma-
cromosoma X potrebbe indicare che la selezione naturale ha ope- ni estinti. La prima ibridazione sarebbe avvenuta tra nostri antenati
rato per rimuovere i fattori genetici che contribuivano a una ri- e una popolazione fantasma EH1 (1), e sarebbe di poco successiva
dotta fecondità degli ibridi, perché nei mammiferi questi fatto- nello spazio e nel tempo a un nostro incrocio con i Neanderthal (N)
ri sono concentrati proprio nel cromosoma X. Resta da spiegare in Eurasia occidentale. Spostandosi verso est, tra Asia orientale e Su-
anche perché il DNA mitocondriale, trasmesso lungo la linea ma- dest asiatico si sarebbero verificati tre incroci di nostri antenati con
Illustrazione di Danilo Sossi; fonte: Using Hominin Introgression to Trace Modern Human Dispersals, di Teixeira J.C. e
terna, racconti una storia diversa da quello del nucleo della cellu- denisoviani (2,3,4), e con un’altra popolazione fantasma EH2 (5). In
Cooper A., in «Proceedings of the National Academy of Sciences», Vol. 116, n. 31, pp. 15327-15332, 30 luglio 2019
la, che invece racchiude i contributi dei due genitori. Il minuscolo nero, le popolazioni umane attuali nelle rispettive aree di residenza.
genoma contenuto nei mitocondri, organelli cellulari fondamenta-
li, traccia un confine netto tra i due gruppi umani, tanto che, se non
avessimo altre informazioni, saremmo portati a concludere che giunge la studiosa, coautrice di due libri sul tema. Allora forse è
i Neanderthal non sono nostri antenati. Il grande genoma del nu- meglio parlare di Neanderthal anziché di Homo neanderthalensis
cleo conferma che noi H. sapiens discendiamo dall’espansione de- o Homo sapiens neanderthalensis, e di Denisova anziché di Homo
gli uomini anatomicamente moderni che si sono evoluti in Africa altaiensis, l’etichetta tassonomica proposta da una minoranza di
300.000 anni fa, ma ha svelato anche che successivamente abbia- specialisti per i fossili dei Monti Altai. L’analisi del DNA suggerisce
mo conosciuto in modo intimo i Neanderthal. Le donne che han- che l’introgressione del DNA denisoviano nell’umanità odierna
no potuto trasmettere fino a noi il proprio DNA mitocondriale sono sia avvenuta in due momenti principali a partire da due gruppi di-
poche, e forse è un caso che le varianti neanderthaliane siano an- stinti. I Denisova possono essere considerati una categoria molto
date perdute. O forse le coppie miste erano composte più spesso da ampia e variegata, presente in un raggio esteso dalla Siberia al pla-
maschi neanderthaliani e femmine di H. sapiens che non viceversa. teau tibetano. In essa confluiscono i denisoviani-siberiani, gli au-
stralo-denisoviani e probabilmente altre varianti non ancora iden-
Famiglie allargate tificate. Molto clamore ha suscitato nel 2018 la pubblicazione del
«I geni non scattano solo una fotografia statica della nostra ri- genoma di un ibrido di prima generazione, una ragazza con mam-
stretta famiglia. Raccontano una storia dinamica fatta di migrazio- ma Neanderthal e papà Denisova, vissuta circa 90.000 anni fa sui
ni, incontri, adattamenti ai patogeni e all’ambiente», commenta Monti Altai. «Forse dovremmo considerare anche i Neanderthal
Silvana Condemi, paleoantropologa dell’Università di Aix-Mar- come una parte della grande famiglia Denisova», ragiona Reich.
seille. Ormai risulta difficile persino definire nettamente i con- Secondo uno studio del 2019 pubblicato su «Nature Commu-
torni del nostro nucleo familiare, tracciando confini precisi tra i nications» da Oscar Lao del Barcelona Institute of Science and
gruppi umani e continuando a considerarli specie diverse come Technology e colleghi, il segnale che emerge dai dati relativi alle
se non si fossero mai incrociati. «Quando il DNA indica divergen- popolazioni asiatiche e australo-papuane suggerisce un incrocio
ze, resta da capire se si tratti di specie diverse o di variabilità uma- degli uomini anatomicamente moderni con un gruppo di ominidi,
na. Finora la genetica non ci ha spiegato che cos’è una specie», ag- indicati come EH1. Questo «extinct hominid 1» potrebbe essere un
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Illustrazione di Andrea Ucini
FISICA
L’esperimento
delle tre
fenditure
Una versione aggiornata di un classico esperimento chiarisce
nuovi aspetti della meccanica quantistica e apre
la strada a un’innovativa strategia per il calcolo quantistico
di Urbasi Sinha
“T
utto il mistero della meccanica quantistica» è con-
tenuto nell’esperimento della doppia fenditura,
secondo una nota affermazione del premio No-
bel Richard Feynman. In questo fondamentale
esperimento, proposto per la prima volta nel 1801
dall’eclettico scienziato britannico Thomas Young, un fascio di fotoni – particelle
di luce – è rivolto verso una parete in cui sono state praticate due fenditure.
Quando la luce raggiunge uno schermo al di là della pa- le onde che attraversano le due fenditure interferiscono
rete, produce una caratteristica «figura di interferenza»: tra loro, a volte sommando la luce e a volte annullandola.
bande di luce alternate a bande buie. Questa figura si ottie- Quando Young effettuò l’esperimento, con un allestimen-
ne solo se i fotoni si comportano come onde anziché come to un po’ diverso, sembrò chiaro che la luce fosse un’onda,
particelle puntiformi, in modo che le creste e i ventri del- non una particella.
IN BREVE
L’esperimento della «doppia fenditura» Di recente sono state considerate anche nel calcolo quantistico. Offre la
ha rivelato che luce e materia sono sia varianti dell’esperimento con tre fenditure possibilità di generare bit quantistici
particelle che onde e ha dimostrato il anziché due. La modifica ha rivelato nuovi tridimensionali (anziché gli usuali qubit
principio di sovrapposizione: le particelle dettagli su come si debba calcolare la bidimensionali), che potrebbero aiutare
possono trovarsi simultaneamente in più sovrapposizione in questa situazione. a ingrandire i computer quantistici fino a
stati e posizioni. L’esperimento a tripla fenditura è utile dimensioni utili.
Le Scienze 33
Urbasi Sinha è una fisica del Raman Research COME FUNZIONA
Institute di Bangalore, in India, e membro affiliato
dell’Institute for Quantum Computing di Waterloo,
in Canada, e del Center for Quantum Information Esperimenti
and Quantum Control dell’Università di Toronto.
La sua ricerca riguarda l’informazione quantistica
sperimentale e l’informatica quantistica.
sulle fenditure
Il famoso esperimento della doppia fenditura ha fissato due dei principi
fondamentali della teoria quantistica: la dualità onda-particella – il con-
cetto che materia e luce sono sia particelle sia onde – e la sovrapposi-
O no? Nei secoli successivi, in esperimenti in cui i ricercatori zione, l’idea che le particelle possano trovarsi contemporaneamente in
hanno fatto in modo che fosse emesso un fotone alla volta verso più stati e posizioni. Più di recente sono state provate varianti dell’esperi-
la parete, è stata osservata curiosamente la stessa figura di interfe- mento con tre fenditure anziché due, aprendo la porta a nuove possibili-
renza, come se una singola particella interferisse con sé stessa. An- tà in ambito teorico e in quello tecnologico.
cora più strano, se si dispone un rivelatore accanto alle fenditure
per registrare quale fenditura attraversa ogni particella, la figura ABC dell’interferenza
di interferenza scompare e al suo posto sullo schermo si ottengono Le particelle che attraversano le fessure si espandono come onde.
due linee luminose, ovvero quello che ci si aspetterebbe se si aves- Dove le creste di due onde colpiscono lo schermo nello stesso punto,
se a che fare con particelle puntiformi, non onde: è come se l’atto si sommano. Dove si incontrano una cresta e un ventre, si annullano,
della misurazione cambiasse la natura delle particelle. formando una «figura di interferenza» in cui si alternano luce e
Ancora oggi l’esperimento della doppia fenditura, con la sua in- oscurità.
trinseca semplicità, è uno dei più enigmatici. È stato ripetuto mol- Parete con
te volte, con particelle sia di luce sia di materia, ed evidenzia la le fenditure (dall’alto)
fondamentale stranezza della meccanica quantistica: luce e ma- Luce
teria sono sia particelle che onde, un concetto noto come duali-
tà onda-particella. Mostra anche il principio di sovrapposizione:
le particelle possono trovarsi simultaneamente in più stati e pure
in più punti. Nell’esperimento della doppia fenditura le particel-
le non devono attraversare una fenditura o l’altra: affinché si ve- Cresta Ventre
rifichi l’interferenza, ogni particella deve attraversarle entrambe.
Per quanto famoso, questo esperimento non è stato anco- Interferenza costruttiva
ra esplorato fino in fondo. Di recente il mio gruppo del laborato-
rio Quantum Information and Computing del Raman Research
Institute di Bangalore, in India, ha allestito esperimenti di «tripla
fenditura» nella gamma di lunghezze d’onda delle microonde: an-
ziché due fessure ne usiamo tre. È una variante apparentemente Interferenza distruttiva
semplice, ma ha conseguenze profonde. Dal punto di vista teori-
co, i nostri studi sulla tripla fenditura hanno chiarito come si ap-
plica il principio di sovrapposizione in questa situazione e hanno
rivelato nuove sottigliezze alla base del fenomeno.
La nostra architettura a tripla fenditura offre anche interessan-
ti possibilità nel campo emergente dell’informatica quantistica. I
computer quantistici promettono calcoli precedentemente intrat-
tabili, se riusciremo a costruirli sfruttando la potenza della fisica l’ampiezza di probabilità che la particella si trovi in un particola-
quantistica. Una delle difficoltà centrali nell’informatica quanti- re stato.
stica consiste nel trovare un modo per aumentare il numero di bit La nostra ricerca ha però rivelato un difetto nel modo in cui i
contenuti in un computer quantistico, i cosiddetti qubit, senza di- fisici hanno tradizionalmente affrontato i calcoli dell’equazione
struggere la sovrapposizione che permette ai qubit di trovarsi con- d’onda nel caso dell’esperimento della doppia fenditura. Pensia-
temporaneamente in due stati e che è la chiave per ottenere enor- mo all’esperimento classico e chiamiamo le due fenditure rispetti-
mi incrementi nella velocità di elaborazione. Mentre la maggior vamente A e B. Denotiamo con sA le soluzioni all’equazione d’on-
parte degli addetti ai lavori sta lavorando per aumentare il numero da che descrive una particella in questo sistema quando è aperta
di qubit in un sistema, il mio laboratorio sta provando un approc- la fenditura A e sB quando è aperta la fenditura B. Che cosa suc-
cio alternativo, meno esplorato: usare «qudit» di dimensione supe- cede quando sono aperte entrambe? È pratica comune nei libri di
riore anziché qubit bidimensionali. Usando il sistema a tripla fen- testo chiamare la soluzione sA + sB, per rappresentare il fatto che
Illustrazioni di Nick Bockelman
ditura, possiamo creare qudit tridimensionali chiamati qutrit. la particella si trova in uno stato di sovrapposizione in cui passa
attraverso entrambe le fenditure; questa è effettivamente un’ap-
Il principio di sovrapposizione plicazione del principio di sovrapposizione, ma è incompleta. Il
La teoria quantistica descrive le particelle fondamentali non motivo è semplice: la situazione con due fessure aperte contem-
solo come onde fisiche, ma anche in quanto determinate dalla co- poraneamente non è uguale alla combinazione di quelle con le
siddetta «equazione d’onda». Le soluzioni di questa equazione, fessure aperte separatamente. Quando sono aperte insieme, sap-
che possono essere indicate con a lettera greca psi, s, esprimono piamo che una particella in qualche modo attraversa entrambe e
Posizione
Parete con due fenditure
Sorgente
luminosa
Bassa Alta
Intensità della luce
interagisce con sé stessa, e non possiamo rappresentare queste in- Lavoro su esperimenti con una tripla fenditura da più di die-
terazioni semplicemente sommando le due soluzioni. ci anni. Nel 2010 i miei colleghi e io abbiamo pubblicato i nostri
Alcuni scienziati avevano già suggerito che fosse necessario un primi risultati in un articolo su «Science». Poi, nel 2014, con il mio
termine correttivo per rendere corrette le nostre equazioni. Que- gruppo di ricerca abbiamo iniziato a effettuare nuove prove del
sta quantità è chiamata «parametro di Sorkin» perché era stata nostro esperimento con la tripla fenditura usando le microonde
prevista nel 1994 dal fisico Rafael Sorkin della Syracuse University all’osservatorio astronomico di Gauribidanur, nello Stato del Kar-
di New York. La maggior parte dei ricercatori riteneva però che nataka, in India. In realtà abbiamo portato avanti il nostro proget-
questo termine fosse così piccolo da essere trascurabile; e in effet- to all’aperto, in una tenda vicino a campi di mais. Sebbene la si-
ti sappiamo che non può essere troppo grande, altrimenti lo si sa- stemazione possa sembrare strana per un esperimento di fisica di
rebbe osservato molto prima. Tuttavia, il nostro esperimento con precisione, il mais fornisce un buon assorbimento per le micro-
la tripla fenditura ha dimostrato che questo termine esiste e che onde vaganti che avrebbero potuto interferire con le nostre mi-
non è sempre abbastanza piccolo da poterlo ignorare. L’uso di tre surazioni; aiutava anche il fatto di non aver a che fare con pareti o
o più fenditure ci fornisce un banco di prova naturale per questo attrezzature nei dintorni, che potrebbero riflettere le onde. Inol-
termine di correzione perché possiamo misurare una grandezza tre la nostra posizione isolata era scarsamente raggiunta dalla re-
(il parametro di Sorkin) che sarà zero se il termine correttivo non te per telefoni cellulari – un altro vantaggio nell’evitare la conta-
esiste e diversa da zero se esiste. Nel caso delle due fenditure que- minazione – e abbiamo potuto effettuare il nostro esperimento su
sto termine si somma a qualcosa che è già diverso da zero, e quin- una scala assai ampia.
di è meno evidente. La nostra configurazione usava due antenne a tromba: una per
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emettere fotoni nelle microonde e una per rilevarli. Tra le due c’e- posizione e svolgere una certa classe di operazioni a velocità espo-
ra una lastra con tre fessure, ognuna larga 10 centimetri, a distan- nenzialmente superiori rispetto a un computer classico.
za di 13 centimetri l’una dall’altra. Rimanendo fedeli allo stile dei Per raggiungere questo obiettivo, però, ci serve un numero ra-
primi esperimenti sulle fenditure, abbiamo messo il rivelatore su gionevolmente elevato di qubit, sicuramente più di due. Un nu-
una guida che si poteva spostare per misurare le diverse figure mero a cui attualmente stanno puntando in molti è n = 50, che of-
di interferenza in funzione della posizione del rivelatore. In que- fre molte interessanti possibilità per gli algoritmi quantistici. Con
sto modo abbiamo scoperto che la figura di interferenza misura- 50 qubit abbiamo 250 possibili stati a disposizione per le operazio-
ta non corrispondeva alla soluzione approssimata dell’equazione ni quantistiche. Di recente Google ha affermato di aver raggiunto
d’onda data da sA + sB, mentre corrispondeva a quella che inclu- questo traguardo riuscendo a implementare un calcolo di campio-
deva il parametro di Sorkin diverso da zero. Abbiamo anche usa- namento casuale su un processore quantistico a 54 qubit. Arriva-
to un materiale di blocco per ostruire lo spazio tra le fessure, im- re a un gran numero di qubit, tuttavia, è più facile a dirsi che a far-
pedendo di fatto ai fotoni di muoversi tra l’una e l’altra e interagire si. Più qubit mettiamo insieme, maggiori sono le probabilità che
con le fessure vicine. Così facendo abbiamo osservato che il valo- perdano la loro speciale abilità quantistica di sovrapposizione e
re del parametro di Sorkin cambiava con la dimensione del blocco, di conseguenza ricadano in normali bit classici. Questo accade
dimostrando che misura effettivamente le interazioni tra le fendi- quando un qubit interagisce con l’ambiente esterno e perde «coe-
ture e che varia a seconda del livello di interazione. Questa osser- renza». Quando cerchiamo di porre più qubit in una sovrapposi-
vazione conferma che il termine correttivo che abbiamo misurato zione coerente, diventa sempre più difficile mantenere a lungo
non era un errore sistematico del nostro esperimento, ma proprio questo stato. È un po’ come far stare un certo numero di persone
quello che stavamo cercando. in una stanza per una festa: se abbiamo dieci persone in una stan-
La nostra è stata la prima convalida definitiva del parametro di za di 10 metri quadrati, c’è abbastanza spazio affinché coesistano
Sorkin come termine correttivo del principio di sovrapposizione senza invadere reciprocamente lo spazio altrui. Se portiamo il nu-
nel dominio classico delle microonde. I risultati, pubblicati a giu- mero di persone a 30 inizia un certo affollamento, che porta a una
gno 2018 sul «New Journal of Physics», hanno già portato ad alcu- generale perdita di convivenza pacifica. La stessa cosa accade con
ne modifiche ai libri di testo e hanno cambiato alcune idee di ba- i qubit.
se della fisica fondamentale. Potrebbero anche avere effetti sul Un’alternativa alla normale strategia è aumentare la dimensio-
lavoro che si svolge in ambito astronomico e astrofisico per stu- ne di ogni bit quantistico, anziché cercare di far entrare più qubit
diare i segnali dell’universo primordiale. Spesso queste ricerche nello stesso spazio. Per capire perché sia di aiuto, torniamo a un
usano schiere di antenne radio a una certa distanza l’una dall’altra. problema di matematica elementare:
In genere i dati ricevuti dalle diverse antenne vengono sommati,
ma ora che sappiamo che la soluzione dell’equazione d’onda non Quanto vale 23? La risposta è, ovviamente, 8 (2 × 2 × 2 = 8).
è semplicemente la somma delle singole soluzioni potrebbe es- Ora, quanto vale 32? La risposta qui è 9 (3 × 3 = 9).
sere necessario aggiornare alcuni calcoli con il parametro di Sor-
kin corretto. Le nostre scoperte contribuiranno forse a sviluppare Questi risultati sono dello stesso ordine di grandezza, e anche
modelli di errore migliori per queste osservazioni. abbastanza simili. Quindi, se invece di tre qubit usassimo due qu-
trit, ovvero bit quantistici tridimensionali, avremmo accesso a un
Qutrit quantistici numero simile di possibili stati. E allora, invece di provare ad au-
Il nostro esperimento è interessante non solo dal punto di vi- mentare l’esponente, perché non proviamo a cambiare la base? Se
sta teorico ma anche, potenzialmente, dal punto di vista pratico. aumentiamo il numero di stati di base ci serviranno meno bit per
In particolare, speriamo di usare il nostro procedimento a tripla raggiungere lo stesso obiettivo. Questo approccio definisce la ri-
fenditura per aiutare a progettare nuovi strumenti per il calcolo cerca sui sistemi quantistici di dimensione superiore.
quantistico. La nostra strategia ha anche un altro vantaggio: non siamo più
I computer quantistici sfruttano fenomeni quantistici come la vincolati dal codice binario. Pensiamo al risultato di una partita di
sovrapposizione per rendere possibili calcoli molto più rapidi di calcio: pensiamo a due risultati possibili, «vittoria» e «sconfitta»,
quelli delle macchine classiche. Pensiamo a un bit di un computer che si possono specificare usando due stati, e quindi in un mon-
tradizionale come a un interruttore della luce: può essere «acce- do quantistico è sufficiente un qubit. Ma se aggiungiamo altri due
so» o «spento» (e corrispondere a un valore di 1 o 0, rispettivamen- possibili risultati, per esempio «pareggio» e «partita interrotta», un
te, in codice binario). Nel mondo quantistico, invece, un interrut- qubit non è sufficiente per descrivere il risultato: ce ne servireb-
tore non deve essere acceso o spento: può essere entrambi. In un bero due. Ma se avessimo un sistema a quattro stati ne basterebbe
qubit definiamo uno stato che ha una probabilità finita di essere uno solo. Un sistema così sarebbe un «ququad».
nello stato «acceso» e nello stato «spento» allo stesso tempo. Que- I sistemi quantistici di dimensione superiore, o sistemi qudit,
sta combinazione di entrambi gli stati con una certa probabilità di possono quindi racchiudere più informazioni in un numero mi-
ciascuno è l’essenza della sovrapposizione. nore di sistemi. È stato dimostrato teoricamente che per i compu-
I due stati che contribuiscono allo stato di sovrapposizione so- ter quantistici questo offre un vantaggio in un ambito ben preci-
no chiamati stati di base. Un normale qubit ha due stati di base, e so, e cioè la creazione di comunicazioni a prova di intercettazione
quindi con n qubit si ha accesso a 2n stati possibili. Pertanto, con mediante la cosiddetta distribuzione a chiave quantistica (quan-
due qubit, ci sono 22 = 4 stati possibili. Mentre per n bit classici si tum key distribution, QKD). In questo metodo le due parti gene-
presenta una sola delle 2n possibilità dello stato, per n bit quanti- rano una «chiave» segreta condivisa che solo loro possono usare
ci possono coesistere tutte le 2n possibilità. La potenza del calco- per decodificare i messaggi. Se è possibile aumentare la dimensio-
lo quantistico deriva da algoritmi quantistici abilmente progettati ne dei bit quantistici aumentando il numero di stati di base, il ri-
e che durante l’elaborazione possono sfruttare lo stato di sovrap- sultato è una chiave più resistente a certi tipi di attacchi. Oltre al-
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STORIA DELLA MEDICINA
Edward Jenner esegue
la sua prima vaccinazione
La scoperta
contro il vaiolo su James Phipps,
un bambino di otto anni, il 14
maggio 1796, per attivare una
difesa immunitaria completa
contro la malattia. Olio su tela di
dell’immunità
Ernest Board, commissionato
nel 1912.
di Arnaldo D’Amico
IN BREVE
La prima traccia scritta del sospetto dell’esistenza fino ad allora erano alla base di diagnosi e cura.
del sistema immunitario risale al 430 a.C., ma L’esperimento chiave per la scoperta del sistema
l’effettiva scoperta avverrà oltre 2000 anni dopo. immunitario è condotto nel 1882 dallo zoologo russo
Una svolta fondamentale arriva poco dopo la fine del Ilya Mechnikov, premiato con il Nobel nel 1908. Oggi
Seicento, quando una rivoluzione in medicina porta l’immunologia è l’area della medicina con il record di
al progressivo abbandono di sistemi di credenze che premi Nobel.
Il terrore dilaga, scompaiono parenti e amici, neanche un luo- scrive la cura a base di preghiere ed esorcismi specifici. Il demone
go per ricordarli, finiti in chissà quale fossa comune senza croci giusto lo diagnostica con la posizione degli astri, il volo degli uc-
e nomi. Ci si affretta quando si deve uscire. Soprattutto ci si evita. celli e il fegato degli animali sacrificali.
Si sa di gente morta il giorno dopo aver parlato con uno fulminato Per i successivi 3000 anni le cose non cambiano molto.
all’improvviso la sera stessa. Notai e medici raccolgono testamen- Londra, 1424. In un processo per malpratica un paziente de-
ti e sintomi gridati dalla finestra dai parenti. Invece i principa- nuncia il chirurgo, insoddisfatto dell’esito dell’intervento sul suo
li sospettati, i monatti, entrano nelle case dei morti, li toccano, li pollice. Il giudice chiede il parere di tre chirurghi che, dopo lungo
prendono. Anche il barbiere non ha paura se per vendere i suoi e attento studio del caso, scrivono: «Un miracolo che quel pazien-
unguenti tratta con appestati e loro parenti. Pure quel commissa- te fosse ancora vivo… Nel giorno dell’operazione, il 31 gennaio, la
rio di sanità, che cammina tranquillo, addirittura, si ferma a parla- Luna aveva un colore del sangue e si era in Acquario, che notoria-
re con un passante, crea sospetti. Rafforzati proprio dal suo essere mente è una costellazione molto malevola». E, errore ancora più
competente perché saprebbe come diffondere il morbo. E calama- grave, il salasso pre-operatorio (qualsiasi tipo di trattamento con-
io, penna e dita sporche di inchiostro pulite sul muro diventano, templava anche un salasso) deve essere eseguito, spiegano al giu-
con la complicità dei giudici, strumenti e riti da untore. dice, in momenti precisi dell’anno. Che indicano anche i punti del
corpo dove praticare l’incisione o applicare la sanguisuga. Punti bene, spesso sono dannose. Intanto muoiono milioni di malati per
il cui elenco era ormai arrivato a 39. Insomma, il collega era sta- il salasso. E tra questi personaggi illustri, come il cardinale Riche-
to superficiale e ignorante. E molto fortunato. Il giudice dà ragio- lieu, George Washington, Raffaello. Ci andò molto vicino il Re So-
ne al paziente. le, come raccontano i medici di corte, colto da grave collasso car-
Bologna, 1544, oltre un secolo dopo. Nella Facoltà di medicina diocircolatorio in un bagno bollente, atto finale di un lunga cura
tra le più antiche e prestigiose del tempo arriva Andreas van We- di salassi e purganti.
sel, noto anche come Andrea Vesalio. È una star della medicina e
cura l’imperatore Carlo V d’Asburgo. La sala settoria dell’Univer- Tutto cambia lentamente
sità di Bologna è gremita di colleghi. Con una dissezione accura- Poco dopo la fine del Seicento, il secolo secondo Manzoni «sfar-
ta Vesalio dimostra la scoperta del sistema venoso. La discussione zoso e lurido» (a proposito: i vettori della peste, cioè pulci e ratti,
scivola in una dotta disputa su chi avesse più meriti verso la medi- sono sotto gli occhi di tutti ma nessuno li prende in considerazio-
cina tra Ippocrate, Galeno, Aristotele e così via. Annoiato e scon- ne), una serie di eventi innesca una lenta, contraddittoria, altale-
solato, Vesalio, padre della moderna anatomia, abbandona l’aula. nante rivoluzione copernicana della medicina. Il ragionamento,
Nei quattro secoli dal XIV al XVIII, martoriati dalla peste, c’è centro del sistema di conoscenza e quindi della pratica medica, la-
il Rinascimento, la Riforma di Lutero (nel 1505 scampa alla peste, scia, pur se con alterne vicende, il posto all’esperimento. Anche
prende i voti e scopre la corruzione del Vaticano), la rivoluzione quando contraddice le teorie, la religione, il senso comune.
di Niccolò Copernico, Galileo Galilei partorisce la scienza speri- Il vaiolo sostituisce la peste nel ruolo di flagello dominante
mentale (c’è la peste mentre viaggia verso l’Inquisizione), Isaac sull’onda della trasformazione economica e sociale del Settecen-
Newton la fisica (la peste flagella Londra mentre scrive sulla gra- to. In questo secolo si intensifica lo spostamento della popolazio-
vitazione universale). E il mondo conosciuto raddoppia. Teoria e ne verso le città dove la densità abitativa favorisce il vaiolo. Il vi-
pratica della medicina, invece, rimangono più o meno le stesse. rus, a differenza del batterio Yersinia pestis, che arriva da lontano,
Mondadori Portfolio/Getty Images
Dalla dottrina degli umori, continuamente reinterpretata e ag- è sempre presente in piccoli focolai da dove esplode al ricrearsi di
giornata, e da alcuni principi variamente declinati (dei simili, de- una popolazione nuova, non immunizzata dalla precedente onda-
gli opposti, della simpatia e antipatia e altro ancora) fioriscono ta. Anche il vaiolo ha un ciclo. È più breve, intorno ai cinque an-
tantissimi trattamenti. Il salasso è il fulcro. L’efficacia di queste cu- ni, età al di sotto della quale periodicamente fa strage, i bambini
re poggia su quanto è convincente il ragionamento che parte da nati dopo l’ultima ondata le vittime predilette. La mortalità arriva
postulati naturali o divini. Nessuno verifica gli effetti. Appena si anche al 60 per cento della popolazione infantile. Uccide in modo
fa, nel XIX secolo, si scopre che le cure non danno benefici se va atroce, ricoprendo il corpo di pustole suppuranti. I sopravvissuti
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Gli strumenti usati a metà del
XIX secolo dai medici britannici
per incidere la pelle dei pazienti
e poi effettuare la vaccinazione
contro il vaiolo. A fronte, un
ritratto di Louis Pasteur, opera di
Francois Lafon a fine XIX secolo.
sono sfigurati, a volte ciechi. Il pilastro della bellezza femminile è nale di Luigi XV. Il professore toscano si è conquistato la fiducia
la pelle liscia, tanto è rara. Stavolta l’esistenza di una memoria del della Parigi che conta grazie ai suoi modi controcorrente. I colle-
nemico è avvistata. Siamo a un passo dallo scoprirla. E invece… ghi sono distanti dai pazienti, che si perdono nelle loro teorie far-
Lady Mary Montague, giovane nobildonna inglese, giunge a raginose. Somministrano farmaci sgradevoli fatti con prepara-
Costantinopoli al seguito del marito ambasciatore nel 1716. A Lon- zioni lunghe e complicate e un elenco sterminato di componenti.
dra il vaiolo le ha appena portato via il fratello e la sua bellezza leg- Gatti invece è affabile con tutti, chiaro nello spiegare che fa e che
gendaria. Scopre che qui il male non fa paura. Le donne mettono il cosa da. Il trattamento è «semplice, facile, comodo e sicuro», l’op-
pus dei malati sulla pelle dei figli, ci fanno dei taglietti, dopo qual- posto della penitenza ricordata nel detto «la medicina è amara».
che giorno compaiono poche pustole da cui prendono altro pus I colleghi della Sorbona lo accusano di aver causato la morte dei
per altri innesti. Ogni tanto la malattia dilaga, e il bimbo muore o due illustri parigini. E anche l’epidemia.
rimane deturpato. Ma la stragrande maggioranza non prende più Le terribili accuse sono plausibili. L’aumento degli innesti e re-
il vaiolo. Rientrata a Londra nel 1718 Lady Mary si fa paladina della lativi casi infausti e incidenti vari sposta l’attenzione sui danni. Il
«variolizzazione», ma la classe medica boccia questa pratica popo- pus del malato a volte è vecchio e non attiva il non ritorno del ne-
lare e per di più orientale. Tre anni dopo riesplode il vaiolo e Lady mico. Oppure trasmette altre infezioni, come la sifilide. L’innesto
Mary fa variolizzare la figlia, seguita dalla principessa del Galles e poco profondo, e il virus non attecchisce. O attecchisce troppo, in-
poi da tutta la casa reale, la nobiltà, i ricchi e poi le case reali e i no- nescando un’infezione violenta, a volte mortale e contagiosa. Gli
bili di tutta Europa. studi clinici avevano evidenziato queste complicanze che, a conti
Sulla variolizzazione si fanno i primi studi clinici in assoluto, fatti, non cancellavano il vantaggio della variolizzazione.
confrontando dati precisi su malati e deceduti. Risultato: l’inne-
sto del vaiolo al massimo uccide il 5 per cento dei soggetti, le epi- Dalla variolizzazione alla vaccinazione
demie ogni volta uccidono il 30 per cento in media (con picchi del Come se tutto questo non si sapesse già, gli accademici parigi-
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60) dei non variolizzati e lasciano i sopravvissuti orrendamente ni si ergono a paladini del panico popolare, fanno pressioni sul re
sfigurati. Questa pratica da popoli primitivi non convince la mag- che scarica la questione al Parlamento che la scarica alla Sorbona
gioranza dei medici, come l’altra, il chinino degli indiani america- che la scarica alla Facoltà di medicina e teologia. Nei cinque anni
ni che salva dalla malaria, altro flagello che non stava a guardare. E che la Sorbona impiega per pronunciarsi l’Europa è col fiato sospe-
nonostante si schierino a favore di ambedue intellettuali famosi e so. La pratica è diffusa, ma l’eventuale decisione negativa di Parigi
stimati come Voltaire. non potrà che ostacolarla. Intanto il vaiolo fa 1077 morti a Berlino e
Nel 1763 a Parigi avvengono due guai, grossi: si riaccende il va- 60.000 a Napoli e si compattano due fronti contrapposti.
iolo e due dei 100 variolizzati muoiono, gettando gli altri nel pani- Per quello del «no» gli insuccessi dimostrano che il vaiolo non
co. Sono ministri, parenti del re e membri della corte. Gli innesti li deriva da un contagio ma è un umore maligno congenito, una ma-
ha fatti Angelo Gatti, docente di medicina a Pisa e medico perso- teria peccans che viene finalmente spurgata, processo su cui non
zione dalla prima causa di morte dell’umanità, le epidemie. Anche per arrivare a capire nel 1855 che erano dinosauri, ed erano estinti.
se non si capisce come funzioni, come ancora capita in medicina. Jenner morì senza saperlo, il 26 gennaio 1823.
I protagonisti: Blossom, una vacca di razza Gloucester, Sarah Con Jenner si conferma quanto visto con la variolizzazione: il
Nelmes, una mungitrice, James Phipps, un bambino di otto anni, i «non ritorno» può essere attivato e controllato. Perché avvenga ri-
contadini di Berkeley, paesino 200 chilometri a ovest di Londra e mane però un mistero inesplorato. Né si prova ad attivare il «non
una spina, forse di rosa. Infine il medico condotto di Berkeley con ritorno» in altre tipi di epidemie. Si riaffaccia infatti l’approccio
cui i protagonisti hanno a che fare. trascendente alla malattia. Anche il vaccino non fa che spurgare la
Edward Jenner ritorna nel 1775 nel paese natio. Viene da Lon- materia peccans, e per questo non ritorna.
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La scoperta di Jenner non porta a sospettare di aver scatenato col suo vaccino antirabbico. Lui che è un chimico e non sa, né può,
una funzione del corpo umano. Un regalo della natura che, come curare esseri umani e animali. Pasteur ha già avuto un ictus, è lo-
tanti altri, se ben conosciuto può diventare un’arma da mettere a gorato dalle notti in laboratorio, i viaggi, le conferenze. Si è circon-
frutto in tante altre applicazioni. Bisognerà scoprire il nemico per dato di collaboratori capaci a cui può lasciare la gestione del labo-
cercarne la memoria dentro di noi. ratorio: meglio svernare per un po’. A pochi giorni dalla partenza
per la Liguria, il 20 ottobre 1886, un uomo si precipita nel laborato-
Piccoli nemici rio trascinando per mano il figlio di dieci anni. Inizia così «l’affaire
I microbi, compresi quelli che aggrediscono gli esseri umani, Rouyer», che per mesi occuperà i giornali.
sono la forma di vita più ingombrante sulla Terra, oltre che la più Il piccolo Jules è stato morso da un cane, rabbioso, il padre non
antica. Virus, funghi, protozoi e soprattutto batteri hanno con- ha dubbi. E come i 349 precedenti è andato di corsa a Parigi. Da
quistato il pianeta 3 miliardi di anni prima degli animali e sono la tre anni, da quando il chimico ha salvato il primo, il mondo sa che
maggioranza, il 60 per cento della massa vivente. Dei 100.000 mi- al morso di un animale rabbioso, evento allora frequente, non se-
liardi di cellule che abbiamo, il 90 per cento sono microbi, infini- gue più una morte certa e orrenda, tra convulsioni, iperaggressi-
tamente più piccoli, tappezzano superfici esterne e interne, quan- vità, sete e spasmi della gola che impediscono di bere (idrofobia).
do escono sono un terzo delle feci. Una coabitazione affinata in Stavolta Pasteur ha tanti dubbi. Forse il morso è stato molto tempo
milioni di anni di convivenza in cui gli organismi superiori hanno prima che negli altri casi. Il cane non si sa se fosse rabbioso. Il vac-
imparato a fermare le invasioni dei microbi senza distruggerli del cino quindi potrebbe non essere più efficace o far correre rischi
tutto, perché sono utili. Come i batteri che digeriscono la cellulosa inutili, dato che è ancora sperimentale. Il padre Napoléon implo-
nell’intestino degli erbivori o nel nostro degradano i sali biliari e ra. Si inizia il ciclo di iniezioni. Pasteur parte per l’Italia.
producono vitamine. O, semplicemente, tappezzano intestino e Un mese dopo la fine delle iniezioni (allora erano 13 in 10 gior-
pelle impedendo ai microbi dannosi di impiantarsi. ni), il bambino si ricovera per forti dolori lombari seguiti a dei calci
Dalla fine del Seicento, con la nascita del mi- nella schiena. La rabbia lo avrebbe ucciso prima,
croscopio, sono avvistati varie volte. Questa nuo- Non c’è oggi e non con quei sintomi. Comunque ha ricevuto
va vita invisibile spiega finalmente due fenomeni il vaccino. Il caso 350, l’unico, muore mentre Pa-
con cui l’essere umano ha avuto da sempre a che
specialità steur è a Bordighera. Napoléon lo denuncia.
fare, combattendo il primo e mettendo a frutto il medica che L’autopsia accerta che la causa di morte è una
secondo: putrefazione e fermentazione. Fino a insufficienza renale traumatica. Ma i frammenti
metà dell’Ottocento si realizza una serie di ricer- non sfrutti di cervello del bambino iniettati nei conigli li uc-
che che finalmente prepara il terreno. Tre quelle conoscenze nate cidono con la rabbia. È stato il vaccino a infetta-
che hanno dato una svolta. re e uccidere il piccolo Jules? Oppure il padre ave-
Nel 1765 Lazzaro Spallanzani dimostra che i mi- dallo studio va barato sui tempi del morso? Di fatto il virus ha
crobi sono nell’aria e non si generano spontanea- avuto il tempo di entrare nel sistema nervoso, do-
mente perché la materia organica non si degrada
del sistema ve gli anticorpi non lo possono più raggiungere.
se è bollita e poi sigillata in un contenitore. immunitario Che necessitano di dieci giorni, in media, per es-
Nel 1834 Agostino Bassi, indagando su un mor- sere messi in circolo in abbondanza. Queste e tan-
bo epidemico del baco da seta, scopre che il contagio non è altro te altre ipotesi possono spiegare il decesso, ma la stampa ne ha
che il passaggio di microbi da un organismo a un altro. Anche ne- una sola.
gli esseri umani. «Ucciso dal vaccino di Pasteur?». Titoli come questo fioccano
La terza mette la ricerca nella direzione giusta. Ma lo si capirà sui giornali, col punto interrogativo che salva il giornale dalla con-
una volta tagliato il traguardo. danna per diffamazione anche se la fa. Insinua un dubbio che, se il
Un uomo sta facendo le valigie. Ha 64 anni, capelli, baffi e bar- tema è la morte, diventa certezza in chi legge. Gli articoli riporta-
ba bianchi, occhiali a pince-nez, giacca scura a doppio petto e pa- no le accuse di «imprudenza», «faciloneria» e «superbia». Le spie-
pillon. È lo scienziato che sta conoscendo più fama, onori e gratitu- gazioni scientifiche di Pasteur e di altri scienziati, chiare, ma più
dine in vita del passato, presente e futuro. Un magnate francese gli faticose da comprendere dei giudizi sommari, servono a poco. Pa-
ha messo a disposizione la sua villa a Bordighera, dove il chimico steur è amareggiato, interrompe le ricerche sulla rabbia, vuole ri-
passerà con la famiglia l’autunno e l’inverno, al riparo dal freddo di tirarsi a vita privata. Il sostegno di allievi, colleghi e parte dell’opi-
Parigi, e dalle invidie e polemiche da cui è bersagliato. Le chiazze nione pubblica lo convince a rimanere alla guida dell’istituto. Una
colorate di batteri che crescono in contenitori di vetro hanno fatto fortuna per l’umanità: poco dopo offre un laboratorio di ricerca
vedere la vita invisibile a tutti, senza guardare in un microscopio. nel suo istituto allo zoologo russo Ilya Ilyich Mechnikov, lo scopri-
Ha moltiplicato la produttività agricola francese (tra i suoi succes- tore del sistema immunitario.
si, il primo vaccino per animali, quello contro il colera dei polli che Pasteur aveva capito tutto delle infezioni, tranne il perchè del
aveva distrutto gli allevamenti), fatto esplodere l’industria conser- «non ritorno». Lo spiegava con una teoria metabolica: i microbi,
viera abbattendo i costi alimentari, creato una supremazia scienti- dopo il contagio naturale o con un vaccino, si moltiplicano nu-
fica da opporre a quella degli odiati tedeschi. trendosi di varie sostanze del corpo. Tra queste, alcune si esau-
Il governo lo ha mandato a rappresentare la Francia al primo riscono e, quando il microbo ritorna non sopravvive. Il chimico
congresso mondiale di medicina a Londra, e ha appena autorizza- francese appartiene a quella classe di scienziati di razza pronti a
to la costruzione del più grande e avanzato istituto di biotecnologie mettere in dubbio le proprie teorie. Anzi, quando in un congresso
del mondo che reca il suo nome, l’Institut Pasteur. Ma nonostante a Vienna incontra un tal Mechnikov che gli racconta un’altra spie-
ciò (o forse proprio per questo) tra i medici ha nemici potenti e fe- gazione, centrata finalmente su una funzione del corpo umano, è
roci. Gli rimproverano di occuparsi di bambini, esseri umani e cani un colpo di fulmine.
I due non potrebbero essere più diversi. Pasteur con la sua aria po estraneo, meglio se di materia vivente. Il mandarino portato in
da signore parigino benestante, il volto serio e gentile, raramen- casa e addobbato come albero di Natale per i figli ha le spine, ne
te attraversato da un sorriso malinconico. Mechnikov gesticola, la stacca una, la infila nella stella marina e va a dormire. La mattina
faccia sommersa da barba, baffi e capelli lunghi e incolti, sormon- la trova circondata da cellule. Il risultato dell’esperimento non la-
tati da un cappello deformato sui cui si siede distratto, le tasche scia dubbi a Mechnikov: gli organismi viventi, dai più semplici fino
traboccanti di appunti, ombrello e soprascarpe anche in una gior- all’essere umano, riconoscono e aggrediscono gli estranei, batteri
nata di sole. Pasteur è il metodo scientifico fatto persona, osser- compresi. E quelle cellule mobili, che in futuro si capirà essere i
va, ipotizza ed elabora lunghi e meticolosi protocolli sperimentali. globuli bianchi, sono i protagonisti di un sistema di difesa molto
Anche Mechnikov approda ai protocolli sperimentali rigorosi, ma complesso ancora da svelare ma che già spiega i principali miste-
prima rischia la morte iniettandosi i microbi della febbre ricorren- ri, la guarigione dalle infezioni, che ormai è chiaro non è merito dei
te, poi ingerisce quelli dello yogurt scoprendo i benefici sulla flora farmaci fino ad allora somministrati, e il loro «non ritorno» nei gua-
intestinale o infila spine di mandarino in embrioni di stella mari- riti e nei vaccinati, umani o animali, come i polli di Pasteur.
na. Ascoltando quest’ultimo esperimento, il chimico intuisce che Sul finire del secolo si scopre che anche il siero, la parte liquida
l’ingombrante zoologo è sbarcato in un nuovo continente della vi- del sangue privata di ogni cellula, uccide i microbi. Contiene la pri-
ta. E, a differenza di lui, ha competenze, energie ed entusiasmo ma arma che la memoria immunitaria riattiva. Sono gli anticorpi, a
per esplorarlo. Gli offre uno stipendio e un laboratorio nel nuovo cui seguiranno altre armi la cui scoperta ancora continua.
istituto. «A Parigi sto vivendo i migliori anni della mia vita», ripete- L’immunologia è l’area della medicina con i record di premi No-
rà spesso Mechnikov. bel, di ricerche pure, e di rapidità in cui trovano applicazioni pra-
tiche. Non c’è oggi malattia che non benefici di conoscenze nate
Un’area da record dall’immunologia, innanzitutto infarto e cancro, i due big killer dei
L’esperimento che affascina Pasteur, e frutta il Nobel per le me- nostri tempi. Quelli del passato, le grandi epidemie, la scienza le ha
dicina del 1908 allo zoologo, viene condotto a Messina nel 1882. sconfitte con i vaccini, il cui compito sembrava finito. Ma la natu-
Mechnikov fugge da Odessa, dove il governo reazionario istitui- ra, e l’essere umano, non stanno mai fermi. Nuovi microbi arriva-
to dopo l’assassinio dello zar Alessandro II gli crea problemi all’u- no in continuazione, dagli animali, dalle mutazioni o chissà come.
niversità. Nella città siciliana trova embrioni di animali acquatici SARS-CoV-2 l’ultimo. E il passato ritorna in scena tra capri espiato-
in abbondanza dove rintracciare i passaggi comuni dello sviluppo ri, cordoni sanitari, speculatori, ordinanze di salute pubblica e così
della vita e un clima per raccogliere il materiale tutto l’anno. Ne- via. Ma la medicina ora non guarda più al cielo, combatte a colpi di
gli embrioni di stella marina, trasparenti e che può osservare vivi dimostrazioni, non di ragionamenti. Q
al microscopio, nota cellule che, a differenza di tutte le altre salda-
te tra di loro, sono libere di muoversi. In precedenza ha osservato
Bettmann/Getty Images
PER APPROFONDIRE
in animali con sistema circolatorio l’uscita dai capillari di cellule e
il loro accumularsi nelle zone infiammate. Ipotizza sia una sorta di A History of Immunology. Silverstein A.M., Academic Press, Cambridge, 2009.
reazione difensiva dell’organismo. E che le cellule mobili nell’em- Storia della Colonna Infame. Manzoni A., Feltrinelli, Milano, 2015.
brione della stella marina abbiano la stessa funzione. Storia della medicina e della sanità in Italia: dalla peste europea alla guerra
Ma ci vuole una conferma. Serve un nemico visibile, un cor- mondiale, 1348-1918. Cosmacini G., Laterza, Roma-Bari, 2016.
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COSCIENZA
Proust
tra le macchine
In pochi decenni i computer potrebbero avvicinarsi a un livello di
intelligenza umano. Ma saranno capaci di esperienze coscienti?
di Christof Koch
S
ta arrivando a grandi passi un futuro in cui la ca- contiene tutte le parole e le frasi giuste: non si può dire che sia un
pacità di pensiero dei computer si avvicinerà al- brutto risultato. Inserendo lo stesso testo di partenza una seconda
la nostra. Sentiamo sul collo il fiato di algoritmi volta, l’algoritmo crea un testo di arrivo diverso.
di machine learning sempre più potenti. Un pro- I discendenti di bot del genere daranno il via a una grande on-
gresso rapido nei prossimi decenni porterà a data di notizie e recensioni deep fake che andranno ad aggiunger-
macchine con intelligenza di livello umano, ca- si ai miasmi di Internet. Saranno un ulteriore esempio di program-
paci di parlare e ragionare, che offriranno contri- mi in grado di fare cose che prima si ritenevano un’esclusiva degli
buti all’economia, alla politica e, inevitabilmente, alle tecnologie esseri umani, come giocare al gioco di strategia in tempo reale
belliche. La nascita di una vera intelligenza artificiale (IA) avrà ef- StarCraft, tradurre testi, dare consigli personalizzati su libri e film
fetti profondi sul futuro dell’umanità, e sull’esistenza stessa del no- o riconoscere le persone che appaiono in fotografie e video.
stro futuro. Per un esempio pratico si vedano le citazioni seguenti. Il machine learning dovrà fare molti altri progressi prima che
«Dall’epoca in cui si realizzò l’ultima grande svolta nell’intelli- un algoritmo possa scrivere un capolavoro coerente come Alla ri-
genza artificiale alla fine degli anni quaranta, gli scienziati di tut- cerca del tempo perduto di Marcel Proust, ma nel codice il destino
to il mondo cercano modi di sfruttare questa “intelligenza artificia- è tracciato. Ricordiamo che i primi tentativi di insegnare ai com-
le” per far avanzare la tecnologia oltre il punto che oggi possono puter a giocare, tradurre o parlare erano goffi e facili da sminuire
raggiungere i più sofisticati programmi di intelligenza artificiale». perché era evidente quanto i risultati fossero scarsi e poco raffina-
«Anche oggi la ricerca va avanti per capire meglio che cosa ti. Ma con l’invenzione delle reti neurali profonde e le massicce in-
potranno fare i nuovi programmi di IA, rimanendo entro i limiti frastrutture computazionali dell’industria informatica i computer
dell’intelligenza disponibili. La maggior parte dei programmi di IA sono migliorati, fino a un punto in cui i risultati non sono più sem-
programmati al momento è limitata a decisioni semplici o a opera- brati risibili. Come si è visto con il go, gli scacchi e il poker, gli algo-
zioni semplici su quantità relativamente piccole di dati». ritmi ora possono avere la meglio sugli esseri umani, e quando ac-
Questi due paragrafi sono stati scritti da GPT-2, un bot linguisti- cade le nostre risate iniziali si trasformano in costernazione. Siamo
co che ho usato nell’estate 2018. Sviluppato da OpenAI, un istitu- forse come l’apprendista stregone di Goethe, abbiamo risvegliato
to di San Francisco che promuove l’IA benefica, GPT-2 è un algo- spiriti utili che però non siamo capaci di controllare?
ritmo di machine learning con un compito a prima vista stupido:
quando gli viene presentato l’inizio arbitrario di un testo di par- Coscienza artificiale?
tenza, deve prevedere la parola successiva. La rete non impara a Anche se gli esperti non concordano su che cosa esattamente
«comprendere» la prosa in senso umano, ma durante la fase di ad- costituisca l’intelligenza, naturale o meno, gran parte di loro ac-
destramento mette a punto le connessioni interne delle sue re- cetta il fatto che prima o poi i computer raggiungeranno quella
ti neurali simulate per anticipare al meglio la parola successiva, che nel linguaggio di settore è chiamata intelligenza artificiale ge-
poi quella ancora dopo, e così via. Addestrato su 8 milioni di pagi- nerale (AGI, da artificial general intelligence). L’attenzione sull’in-
ne web, contiene al suo interno più di un miliardo di connessioni telligenza delle macchine mette in ombra domande di tutt’altro
Illustrazione di Gérard Dubois
che emulano le sinapsi, cioè i collegamenti tra i neuroni. Quando genere: si proverà qualcosa a essere una AGI? I computer pro-
ho inserito le prime frasi dell’articolo che state leggendo, l’algo- grammabili potranno mai avere una coscienza?
ritmo ha rigurgitato due paragrafi che sembravano scritti da uno Per «coscienza» e «sensazione soggettiva» intendo la qualità
studente del primo anno che cerca di ricordare il succo di una le- inerente a ogni singola esperienza, per esempio il sapore delizioso
zione introduttiva sull’apprendimento automatico che ha segui- della Nutella, la fitta lancinante di un’infezione a un dente, il tem-
to distrattamente mentre sognava a occhi aperti. Il testo di arrivo po che passa lento quando ci si annoia, o ancora il senso di vitalità
IN BREVE
Macchine dotate di intelligenza di livello umano del genere saranno effettivamente dotate di nostro cervello, anche quelle più sofisticate in
sono ormai all’orizzonte. coscienza. assoluto, siano in grado di produrre sensazioni
Tuttavia, non è ancora chiaro se macchine Perché? È improbabile che le simulazioni del coscienti.
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MODELLI
Tornado di
fuoco I ricercatori
sono al lavoro
per riuscire
a prevedere
quando e dove
appariranno
questi vortici letali
di Jason M. Forthofer Fotografie di Spencer Lowell
IN BREVE
I tornado di fuoco, vortici di Carr vicino a Redding, in California, di rotazione nell’atmosfera. Il fuoco bene i principi fisici dei tornado
fiamme con venti a velocità degne ha provocato fino a quattro vittime. può concentrare questa vorticità in di fuoco, ma non sono ancora in
di un tornado, sono estremamente Oltre al fuoco stesso, generare un un tubo d’aria rotante e innalzarlo. grado di prevedere quando e dove
rari ma letali. Quello verificatosi a tornado di fuoco richiede una fonte Gli scienziati capiscono abbastanza potrebbero verificarsi.
3 della scala Fujita avanzata. (In questa scala si attribuisce ai tor- ha sorpreso Stoke sulla strada. Lui ha trasmesso una chiamata di
nado un valore da 0 a 5: il 5 indica i venti più veloci e distruttivi.) emergenza alla radio, prima che i venti forti facessero ribaltare più
Nella storia della California erano stati registrati solo due norma- volte il suo veicolo; alla fine si è fermato contro un albero lontano
li tornado di questa potenza. Le temperature massime dei gas che decine di metri. Stoke è stato trovato dopo ore, morto per i trau-
bruciavano dentro il tornado di fuoco potrebbero essersi avvici- mi subiti.
nate ai 1500 gradi. L’oggetto aveva un diametro di oltre 300 metri Due autocarri del Cal Fire che stavano procedendo lungo la
alla base e, secondo le immagini radar, un’altezza di quasi 5 chilo- strada hanno perso gran parte dei finestrini per il vento e sono
metri. È durato almeno 40 minuti, durante i quali si è mosso lenta- stati colpiti dai detriti in volo. Stranamente, un veicolo era dan-
mente sul terreno, seminando distruzione lungo una striscia di un neggiato soprattutto sul lato guida e l’altro sul lato passegge-
chilometro e mezzo. ro – nonostante fossero distanti solo circa 45 metri e rivolti nel-
Il nostro team ha raccolto testimonianze e prove video, speran- la stessa direzione – a prova del movimento rotatorio dell’aria. Gli
do di imparare qualcosa dall’avvenimento. Il tornado di fuoco si è occupanti si sono ammassati sul pavimento per salvarsi dai proiet-
formato la sera del 26 luglio 2018, nel corso di un incendio boschi- ti. Anche a tre bulldozer vicini sono stati strappati via i finestrini;
vo che ha colpito migliaia di ettari a nord-ovest di Redding. L’in- a un manovratore è finito un vetro in un occhio e un altro ha subi-
cendio era così esteso e intenso che ha generato pirocumulonem- to gravi ustioni alle mani. Un agente di polizia in pensione, che si
bi fino a una quota di circa 5 chilometri. All’improvviso, verso le stava allontanando con il suo veicolo, si è reso conto che il casso-
5:30 del pomeriggio le fiamme si sono spostate rapidamente a est, ne stava bruciando e ha accostato; è sopravvissuto, ma ha subito
uccidendo Don Smith, un pompiere che manovrava bulldozer, ol- ustioni alle vie respiratorie. Al culmine della tragedia, il margine
tre a un civile in casa sua. Man mano che l’incendio boschivo si del vortice infernale ha incenerito una casa, uccidendo due bam-
avvicinava ai sobborghi di Redding ha generato svariati vortici di bini e la loro bisnonna.
fuoco e ha scagliato braci a un paio di chilometri di distanza dal
fronte dell’incendio, oltre il fiume Sacramento. Queste braci han- In laboratorio
no provocato altri piccoli incendi a sé stanti, vicino a due caseg- Che cosa possiamo imparare da un evento simile? Riusciamo a
giati alla fine di una strada a fondo chiuso. Si è sviluppato uno sce- prevedere dove e quando avverrà un tornado di fuoco, in modo da
nario estremamente caotico man mano che i pompieri cercavano far evacuare i residenti e i pompieri? Che cosa provoca i tornado
di far evacuare gli abitanti e salvare le case, perfino mentre si sta- di fuoco? Per cercare di rispondere a queste domande si può co-
va chiudendo la loro via di fuga. La gente stava letteralmente scap- minciare dando uno sguardo alla storia. Nel 1871 una cittadina nel
pando per salvarsi la vita. Wisconsin fu devastata da ciò che probabilmente era un tornado
Jeremy Stoke, pompiere di Redding, si è diretto sulla scena per di fuoco, a giudicare dall’enorme quantità di detriti sparsi intorno,
prestare soccorso. Proprio mentre stava arrivando, intorno alle tra cui una casa. Nel 1964, in California, l’incendio di Polo ne gene-
7:30 di sera, sulla strada si è formato il tornado di fuoco, intrap- rò uno che ferì quattro persone e distrusse due case, un fienile, tre
polando nei caseggiati i residenti e i pompieri. Evidentemente auto e una piantagione di avocado. Uno dei più terribili avvenne
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COME SI FORMANO
Il tornado
di fuoco a Carr
Il 26 luglio 2018 un incendio
boschivo divampato a nord-ovest
di Redding, in California, ha generato
un grande tornado di fuoco che ha
provocato quattro morti e vari feriti. A parte
il fuoco in sé, per generare un simile oggetto
serve una fonte di rotazione nell’aria.
In questo caso, con ogni probabilità la fonte era
il vento freddo proveniente dall’Oceano Pacifico che
soffiava sulle montagne a ovest di Redding e giù nella Valle
del Sacramento. Qui l’aria in rapido movimento ha incontrato
una massa di aria dalla velocità bassa, generando un’onda
frangente e una turbolenza, proprio come quando l’acqua nello
sfioratore di una diga viene in contatto con quella del fiume
sottostante. L’autore sostiene che sia stata questa massa di aria
rotante a generare alcuni vortici di fuoco – fratelli dei tornado
di fuoco, grandi come turbini di polvere – e infine il tornado di
fuoco letale nei sobborghi di Redding.
Rotazione in alto
La rotazione nell’aria che si accumula fino a
formare un tornado di fuoco può provenire da
svariate fonti, tra cui il vento che fa attrito sul
terreno. I vortici risultanti sono orizzontali, ma
l’aria calda proveniente dall’incendio boschivo,
galleggiando, scorre in alto, attirando uno o
più vortici fino a portarli in posizione verticale.
I gas che bruciano nel pennacchio di fuoco
riscaldano l’aria, che così accelera verso l’alto,
allungando e consolidando il vortice di fuoco
fino a creare un tubo lungo e sottile.
Man mano che il vortice si assottiglia gira più
velocemente, come un pattinatore sul ghiaccio
che avvicina le braccia al corpo, finché si
forma una colonna di fuoco alta che compie
giri stretti.
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L’incendio del novembre 2008 a Corona, in California, ha generato un vortice di fiamme – forse un tornado di fuoco – che ha minacciato le case.
durante il bombardamento incendiario di Amburgo, in Germania, cosa di simile. Un pezzo di legno scaldato genera centinaia di di-
nella seconda guerra mondiale: la tempesta di fuoco così provo- versi gas infiammabili, la cui ulteriore combustione provoca le
cata generò un tornado di fuoco che, secondo il geografo Charles fiamme. Nel tornado di fuoco i forti venti rotatori orizzontali pos-
Ebert, raggiunse i 3 chilometri circa di larghezza e i 5 di altezza. sono spingere le fiamme nella vegetazione, facendola bruciare più
Nella conflagrazione morirono oltre 40.000 civili. intensamente.
Nel 1923 a Tokio un forte terremoto scatenò un incendio urba- Nel 1967 Howard Emmons e Shuh-Jing Ying, della Harvard
no. Man mano che si estendeva da un palazzo all’altro, gli abitan- University, circondarono in laboratorio un fuoco stazionario con
ti si rifugiarono in un’area aperta tra le costruzioni, sopra la quale un cilindro di rete metallica che si poteva far girare a varie velo-
si formò un grande tornado di fuoco: si stima che in un quarto d’o- cità, impartendo una rotazione all’aria che scorreva nelle fiamme.
ra abbia provocato intorno a 38.000 vittime. Per oltre mezzo seco- Per osservare i meccanismi del vortice di fuoco così generato, i ri-
lo la spiegazione di questo terribile evento è stata che un normale cercatori misurarono la velocità del vento e la distribuzione della
tornado si fosse formato per caso esattamente nello stesso luogo e temperatura. E scoprirono che un simile vortice per formarsi ri-
nello stesso momento dell’incendio. Ma negli anni ottanta e novan- chiede, oltre al fuoco stesso, una fonte di rotazione e un meccani-
ta S. Soma e K. Saito, ingegneri dell’Università del Kentucky, hanno smo che la intensifichi.
realizzato un modello in piccolo dell’incendio basandosi su testi- Un tornado di fuoco si basa sostanzialmente sugli stessi prin-
monianze storiche, riproducendone minuziosamente la geometria cipi idrodinamici. Spesso nell’atmosfera esiste una forte vortici-
e i venti ambientali. Il loro incendio creato in laboratorio ha gene- tà, generata dal vento che gira intorno alle montagne o si trascina
rato un vortice: la dimostrazione che quello originale non fu una sul terreno, oppure dalle variazioni di densità e pressione. Il fuoco
coincidenza, ma fu provocato dall’incendio stesso. stesso svolge altre due funzioni essenziali: concentra la rotazione
La loro ricerca si basava su uno studio pionieristico in labora- e la solleva, così che uno stretto tubo d’aria finisce a girare intorno
torio di vent’anni prima, quando George Byram e Robert Mar- a un asse verticale.
tin, dell’U.S. Forest Service Southern Research Station, produsse- Inizialmente l’aria calda che sale sopra il fuoco ne attira altra al-
ro piccoli vortici di fuoco nella loro struttura a Macon, in Georgia. la base, raccogliendo così aria vorticosa dalle zone limitrofe. All’i-
La loro apparecchiatura consisteva in un piccolo recipiente circo- nizio parte della vorticità potrebbe trovarsi intorno a un asse oriz-
lare contenente alcool che bruciava, circondato da pareti cilindri- zontale, ma una volta che l’aria è risucchiata nel pennacchio di
che con fessure verticali, che costringevano le correnti nel fuoco fuoco il suo vivace flusso caldo diretto in alto provoca un’incli-
ad assumere un andamento rotatorio. Un dato importante: con il nazione dell’asse in verticale. Successivamente, anche se l’aria in
vortice di fuoco che ne derivava, la combustione – così come la re- movimento verso l’alto parte lentamente quando è vicina al suolo,
lativa emissione di energia – era fino a tre volte più rapida che in si scalda man mano che i gas al suo interno bruciano. La pressione
DAVID McNEW/Getty Images
un fuoco non rotante. A quanto pare il vento rotatorio aumentava atmosferica intorno al vortice costringe a salire l’aria calda e leg-
la velocità della combustione spingendo le fiamme giù verso la su- gera situata al centro. L’aria che accelera nel pennacchio di fuoco
perficie dell’alcool, riscaldandolo. Ricerche successive hanno sco- allunga il vortice o il tornado di fuoco in verticale lungo il suo asse,
perto che in fuochi di questo tipo la velocità di emissione dell’e- riducendone il diametro, proprio come tirare una massa di pasta
nergia può aumentare anche di sette volte. provoca la formazione di un collo lungo e sottile. Il diametro ridot-
Nei vortici di fuoco boschivi e nei tornado di fuoco accade qual- to porta l’aria a girare più velocemente per conservare il momento
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Illustrazioni di Brian Stauffer
SALUTE
di Claudia Wallis
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Claudia Wallis, giornalista scientifica,
cura la rubrica Science of Health di
«Scientific American».
C
on i suoi 190 centimetri di altezza, Brett Muccino non riesce a immagi-
nare come il suo fisico imponente sia passato attraverso lo stretto para-
brezza della sua vecchia Ford Ranger. «Era davvero minuscolo», ricorda
Muccino, che nel 1986 fu coinvolto in un gravissimo incidente stradale
che gli provocò alcuni schiacciamenti vertebrali nel collo e nella zona
lombare. L’incidente diede inoltre inizio a una lotta contro il dolore cronico durata 34 an-
ni, e al conseguente rapporto di amore-odio con gli oppioidi a cui Muccino dovette ricor-
rere per combatterlo.
Era una bella giornata autunnale quando Muccino, piegato sul ligrammi di OxyContin al giorno. Di tanto in tanto tentava di disin-
suo deambulatore, si recò per la prima volta al VA Medical Cen- tossicarsi, ma il dolore lo riportava sempre al punto di partenza.
ter, un ospedale per veterani delle forze armate a West Haven, nel Nell’estate del 2016 Muccino era ormai arcistufo di quel circolo
Connecticut. Procedette a stento nei lunghi corridoi, colpito non vizioso. Dopo un intervento alla schiena con risultati discreti co-
soltanto dal mal di schiena ma anche dai danni al nervo diabetico municò ai medici di voler smettere di assumere farmaci. Muccino
(dovuti all’esposizione all’Agente Arancio, secondo il Dipartimen- scelse il momento ideale: pochi anni prima il Dipartimento per gli
to per gli affari dei veterani degli Stati Uniti), con conseguente do- affari dei veterani aveva aperto la clinica specializzata di West Ha-
lore, formicolio e indebolimento ai piedi e alle mani, e da infezioni ven, a meno di un’ora da casa sua. L’équipe medica gli insegnò una
croniche alla protesi al ginocchio. serie di tecniche di gestione del dolore e gli prescrisse un farma-
Muccino, che oggi ha 68 anni, ed è un ex direttore di una casa co per ridurre il dolore e controllare i sintomi dell’astinenza. Iniziò
di cura, si era rivolto alla Opiod Reassessment Clinic di West Ha- così il suo lento percorso, durato diversi mesi, verso la riduzione
ven dopo un percorso lungo e travagliato, caratterizzato da vari graduale dell’OxyContin fino alla sospensione completa.
interventi alla spina dorsale e dosi sempre più elevate di oppioidi
in seguito agli insuccessi delle operazioni e della fisioterapia. Ne- Epidemia di overdose
gli anni novanta i medici gli sostituirono la terapia, passando da Nonostante le difficoltà di Muccino siano comuni a molte per-
Percocet, un farmaco con azione a breve termine, a 40 milligram- sone, l’assistenza ricevuta rappresenta un’eccezione. In seguito
mi al giorno di OxyContin, un nuovo e potente farmaco ad azione all’aumento vertiginoso dei decessi da oppioidi legali e illegali (da
prolungata. Nel giro di un paio di mesi la dose era raddoppiata, ma 9489 nel 2001 a 47.600 nel 2017), il governo degli Stati Uniti ha im-
«almeno ero in grado di lavorare», ricorda. presso un importante giro di vite sulle prescrizioni di questi an-
Nessuno gli aveva detto che il farmaco causava assuefazione. tidolorifici. Le autorità sanitarie, le compagnie di assicurazione, i
Muccino lo scoprì quando un chirurgo interruppe la terapia po- consorzi medici e persino le farmacie hanno iniziato a limitare le
co prima di un intervento alla schiena. «Fui costretto a smettere dosi ai pazienti e talvolta a sospenderle. La decisione ha causato
di colpo, e nessuno si preoccupò delle conseguenze», dice Mucci- gravi conseguenze per le persone (da 7 a 10 milioni) che assumo-
no, che nel giro di 48 ore si ritrovò al pronto soccorso con i sinto- no questi farmaci per il dolore cronico dovuto a patologie come
mi devastanti dell’astinenza; urlava di dolore, tremava e non riu- la fibromialgia, lesioni alla spina dorsale o danni ai tessuti legati
sciva a trattenere il cibo. Ripresa la terapia, iniziò a incrementare a interventi o ferite di guerra. Anche se la maggior parte dei casi
le dosi rifornendosi prima sulla strada e in un secondo momento di overdose è dovuta a farmaci illegali (in particolare al fentanyl),
da un medico senza scrupoli, arrivando ad assumere oltre 320 mil- oltre un terzo dei decessi da oppioidi riguardava i farmaci prescri-
IN BREVE
La stretta del governo degli Stati Uniti sulle milioni di pazienti che usano questi farmaci sicuro e senza sofferenze.
prescrizioni di oppioidi in seguito al vertiginoso contro il dolore cronico. Tra le soluzioni rientrano varie forme di assistenza
aumento dei decessi per overdose da oppioidi Ora gli studiosi del dolore stanno sviluppando psicosociale abbinate a una riduzione molto lenta
legali e illegali ha avuto gravi conseguenze per nuovi metodi per aiutarli a ridurre le dosi in modo dei dosaggi.
clinica specializzata, ma
l’assistenza che ha ricevuto è
ancora un’eccezione.
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UNA SOLUZIONE NON UNIVERSALE
vibili. Nel 2016 i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) pendenza da oppioidi nei pazienti con dolore cronico. Non ci sono
hanno pubblicato una serie di linee guida che invitano i medici a sufficienti prove scientifiche a sostegno dell’uso di questi farma-
prescrivere oppioidi come soluzione estrema contro il dolore cro- ci per mesi e anni, e ancora meno che dimostrino come inverti-
nico, mettendoli in guardia dal prescrivere dosaggi superiori a 50 re questa tendenza. Fortunatamente le ricerche, alimentate da un
milligrammi equivalenti di morfina al giorno (gli MME sono un si- flusso di investimenti federali, stanno cominciando a fare chia-
stema per comparare le dosi di vari oppioidi). Anche gli Stati sono rezza sul problema. Tra le prime scoperte è emerso che la ridu-
entrati in azione: almeno 36 hanno pubblicato norme o linee gui- zione degli oppioidi nei pazienti a lungo termine ha risultati mi-
da che limitano la dose di oppioidi prescrivibili. Inoltre molti medi- gliori quando avviene molto lentamente, dedicando attenzioni
ci hanno interpretato le linee guida dei CDC come ravvicinate al paziente e indicando metodi alter-
una forte stretta sui dosaggi anche per pazienti in La riduzione nativi per gestire il dolore. Sorprendentemente
terapia a base di oppioidi da molto tempo. Secondo alcuni studi suggeriscono che molti pazienti fini-
un sondaggio del «Boston Globe», nel 2017 quasi il
degli oppioidi scono per sentirsi meglio quando le dosi vengono
70 per cento dei medici di famiglia aveva ridotto il nei pazienti a ridotte o sospese del tutto, grazie alla scomparsa
numero di prescrizioni di oppioidi mentre il 10 per di effetti collaterali come letargia, annebbiamen-
cento aveva smesso del tutto di proporli ai pazienti. lungo termine to mentale e stipsi grave. Una nuova guida per la
Tuttavia secondo gli esperti la sospensione im- ha risultati riduzione dei dosaggi, pubblicata lo scorso otto-
provvisa dei farmaci è una pratica pericolosa, che bre dal Department of Health and Human Servi-
può provocare l’aumento improvviso del dolore migliori quando ces (HHS) statunitense, avvalora questi approcci
e spingere i pazienti a procurarsi gli oppioidi ille- lenti, collaborativi e incentrati sul paziente.
galmente o a suicidarsi. «Il paziente è profonda-
avviene molto Al centro degli studi in corso rimangono alcu-
mente destabilizzato, a livello medico e psicologi- lentamente ne importanti questioni, tra cui alcune problema-
co», afferma la psicologa del dolore Beth Darnall, tiche chiave: per esempio, quando l’uso di oppioi-
della Stanford University School of Medicine. di è comunque consigliato per il dolore cronico e a quali dosag-
Darnall è stata uno dei 92 esperti che nel settembre 2018 han- gi, per quali pazienti debba essere gradualmente ridotta la dose e
no scritto una lettera aperta alla Pain Management Task Force come procedere quando le persone hanno paura e sono riluttan-
federale per denunciare un «aumento preoccupante delle soffe- ti. «Al momento la domanda più pressante per gli studiosi del do-
renze e dei suicidi tra ai pazienti». Lo scorso aprile sia i CDC sia lore è quanto siano efficaci e sicuri gli oppioidi a lungo termine»,
la Food and Drug Administration hanno avviato alcune iniziative afferma Sean Mackey, capo del reparto di medicina del dolore a
per informare i medici riguardo a questi rischi. Stanford, che aggiunge: «La verità è che non lo sappiamo». Tutta-
Non c’è dubbio che la sospensione improvvisa abbia effetti ne- via iniziano ad arrivare risposte su come mettere fine alla grande
gativi, ma purtroppo non è altrettanto chiaro come ridurre la di- storia d’amore tra gli Stati Uniti e gli oppioidi.
L’attrazione per gli oppioidi Benché gli oppioidi cominciassero a essere prescritti in massa
L’idea che gli oppioidi siano idonei per il trattamento del dolo- a tutti coloro che soffrivano di mal di schiena grave e altre malat-
re cronico, cioè che persiste per oltre tre mesi, risale a metà de- tie prolungate, la maggior parte degli studi ne aveva analizzato gli
gli anni novanta, quando la comunità medica iniziava a prende- effetti solo per un periodo uguale o inferiore a sei settimane, un
re più seriamente il problema del dolore. Il periodo coincise con lasso di tempo non sufficiente per rilevare le dipendenze fisiche e
l’introduzione dell’OxyContin, una versione a rilascio prolunga- psicologiche che si sviluppano nel corso dei mesi e degli anni e ca-
to dell’oppioide ossicodone, e la diffusione di alcune false verità pire che le persone hanno bisogno di dosi sempre più elevate man
al riguardo, come la sua sicurezza a lungo termine e la sua capaci- mano che il loro organismo diventa assuefatto ai farmaci, aumen-
tà di non creare dipendenza – affermazioni che in seguito sareb- tando il rischio di problemi respiratori, offuscamento e sovrado-
bero state oggetto di alcune cause legali multimilionarie. Prima saggi potenzialmente fatali.
di allora alcuni oppioidi naturali, come la morfina, oppure sinte- All’epoca alcuni medici avevano sollevato la questione dell’as-
tici, come l’ossicodone, erano stati usati principalmente per il do- senza di conoscenze scientifiche al riguardo. Erin Krebs frequen-
lore acuto a breve termine, i tumori e le cure palliative. Secondo tava la Facoltà di medicina a metà degli anni novanta. La studiosa
un’analisi dei CDC, il numero di ricette mediche per oppioidi tra il di oppioidi ricorda la sensazione di sorpresa e scetticismo per il fat-
1999 e il 2010 è quadruplicato. to che questi farmaci, mai studiati nel lungo periodo, fossero pre-
Questi farmaci erano considerati un’alternativa economica agli scritti per mesi e anni di seguito. Krebs, che oggi dirige il reparto di
interventi di elezioni per il dolore cronico non curabile, ovvero i medicina interna generale al Minneapolis VA Health Care System,
programmi interdisciplinari di gestione del dolore e riabilitazio- sta studiando nuovi metodi per aiutare i pazienti di allora a gestire
ne, composti da team di psicologi, medici, fisioterapisti, terapeuti il dolore con dosi più sicure, ma anche la questione più fondamen-
occupazionali e altri specialisti, che lavorano insieme al paziente tale, se gli oppioidi rappresentino di per sé una scelta valida per il
per diverse settimane in centri specializzati. Un approccio che ri- dolore prolungato. L’anno scorso ha pubblicato il primo trial ran-
chiede risorse nettamente superiori rispetto all’assunzione di una domizzato che ha messo a confronto diretto per un anno intero gli
pillola, ma che è in grado di affrontare la natura «biopsicosociale» oppioidi e gli antidolorifici non oppioidi, dagli antinfiammatori più
del dolore cronico, il fatto che le sofferenze del paziente non sia- comuni come l’ibuprofene ai farmaci per il dolore neuropatico co-
no determinate solo dall’attivazione di fibre nervose, ma anche me il gabapentin. Il suo team ha monitorato 240 pazienti con dolore
dall’umore, dal carattere, dal contesto sociale e persino dal signifi- intenso alla schiena o alle articolazioni, riscontrando una riduzio-
cato che il paziente attribuisce al dolore. «Il dolore dovuto al peg- ne del dolore e degli effetti collaterali nei pazienti che avevano rice-
gioramento di un tumore è molto meno sopportabile rispetto al vuto i non oppioidi. Krebs ricorda che nel 2010, quando propose lo
dolore legato all’allenamento per una maratona o al parto», osser- studio, «la convinzione che gli oppioidi fossero la soluzione miglio-
va Mark Sullivan, psichiatra del Center for Pain Relief dell’Univer- re era talmente radicata che qualcuno non giudicava etica la possi-
sità di Washington a Seattle. bilità che alcuni pazienti non li ricevessero».
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Da allora Krebs ha raccolto altre prove che gli oppioidi non so- un’agenzia istituita con l’Affordable Care Act del 2010, Darnall sta
no necessariamente una scelta idonea per il dolore cronico. Duran- conducendo un trial di un anno con 1365 pazienti con dolore croni-
te una conferenza del 2018 la ricercatrice ha presentato alcuni dati co chiamato EMPOWER (Effective Management of Pain and Opio-
preliminari estratti da uno studio a lungo termine su 9245 vetera- id-Free Ways to Enhance Relief). Tra i pazienti arruolati, 500 inten-
ni che avevano assunto oppioidi per sei mesi e oltre. Solo un quar- dono mantenere l’attuale dosaggio di oppioidi e faranno da gruppo
to dei partecipanti aveva descritto l’efficacia del trattamento come di controllo. Gli altri verranno assegnati casualmente a una fra tre
«molto buona» o «eccellente», mentre l’80,9 per cento affermava possibili terapie. Un gruppo seguirà il metodo dello studio pilota
che il dolore coinvolgeva tutto il corpo, un sintomo indicativo di un di Darnall; un altro seguirà lo stesso percorso e riceverà in aggiun-
effetto collaterale sospetto: una sindrome dolorosa chiamata iperal- ta otto sessioni settimanali di terapia cognitivo-comportamenta-
gesia indotta da oppioidi. «La mia prima reazione è stata di stupore», le di gruppo per il dolore, un tipo di counseling psicologico a breve
mi ha detto Krebs. «Queste persone erano molto malate, non siamo termine incentrato sulla modifica degli schemi di pensiero e delle
stati in grado di curarle». credenze che condizionano comportamenti ed emozioni. Anche il
terzo gruppo seguirà il protocollo pilota e seguirà sei laboratori set-
Come ridurre le dosi timanali di gruppo sull’autogestione del dolore.
Quando i rischi legati agli oppioidi superano i benefici (per L’autogestione del dolore è un approccio a costo ridotto, guida-
esempio quando i pazienti abusano dei farmaci o mostrano sin- to non da professionisti medici bensì da altri pazienti che hanno
tomi di overdose), le nuove linee guida dell’HHS invitano i medi- ricevuto una formazione specifica, e finora mai applicato alla ri-
ci a considerare la possibilità di ridurre gradualmente i dosaggi. duzione degli oppioidi. Il metodo, sviluppato da Kate Lorig, spe-
A quel punto il problema principale è come farlo senza scatena- cialista di educazione sanitaria alla Stanford University, prevede
re ulteriore sofferenza e disperazione e quale alternativa proporre una serie di attività, lezioni e discussioni strutturate che offrono ai
per alleviare il dolore. In un mondo ideale, i pazienti con un dolore pazienti alcuni strumenti per gestire il dolore e ricominciare a vi-
ingestibile si recherebbero nei centri interdisciplinari di gestione vere in modo più attivo. Durante una sessione tipo, i pazienti ela-
del dolore e riabilitazione, che vantano buoni ri- borano un «piano d’azione» settimanale che con-
sultati nel guidare i pazienti nella transizione da- L’autogestione siste nel fare qualcosa che hanno evitato a causa
gli oppioidi ad altri metodi di gestione del dolore. del dolore, come fare una passeggiata al giorno o
Tuttavia, molti di questi centri chiusero i batten-
del dolore è pulire un armadio, e nel riportare i progressi com-
ti quando la comunità medica si aprì agli oppioi- un approccio piuti. I partecipanti imparano esercizi di riscal-
di, e le cure nei centri rimasti sono molto costo- damento per le loro articolazioni dolenti e ragio-
se. Le ricerche si stanno quindi concentrando su che costa poco, nano insieme su come comunicare al meglio con
approcci più economici e pratici. Nel 2018 Darnall finora mai i medici. I partecipanti affermano che essere in
ha pubblicato uno dei primi studi in grado di dare presenza di persone che capiscono il dolore cro-
una risposta: una riduzione dei dosaggi molto len- applicato nico, inclusi i leader del gruppo, offre loro ispira-
ta e calibrata. zione, supporto e responsabilità. «Ci si rende con-
In uno studio pilota su 68 pazienti pubblicato
alla riduzione to di essere tutti nella stessa barca, e questo aiuta
su «JAMA Internal Medicine», Darnall ha dimo- degli oppioidi molto», dice Sylvia Nomikos, un’insegnante in
strato che, nell’arco di quattro mesi, i 51 soggetti pensione con stenosi spinale grave, che ha parte-
che avevano completato il trial erano riusciti in media a ridurre cipato a un workshop di autogestione a Pleasantville, nello Stato
le dosi di oppioidi quasi del 50 per cento senza che il dolore peg- di New York. Due studi su questo tipo di approccio hanno eviden-
giorasse. I pazienti hanno ricevuto un’attenta supervisione di un ziato che i pazienti segnalano una riduzione duratura del dolore,
medico di comunità e un libro di autoaiuto. Una lenta riduzione della disabilità, della depressione e dell’ansia legata alla salute.
si è rivelata particolarmente importante nelle prime quattro setti- Il team di Darnall, attraverso il suo studio EMPOWER, confron-
mane, dice Darnall, quando il dosaggio era ridotto del 5 per cento terà i risultati del metodo di autogestione del dolore rispetto al più
per non più di due volte: una percentuale nettamente inferiore ri- costoso CBT e stabilirà se uno dei due dà risultati migliori nel clas-
spetto al 10 per cento a settimana suggerito in origine dai CDC del sico protocollo a lenta riduzione. Nel frattempo, gli studiosi racco-
2016, e in linea con la versione aggiornata dell’HHS. glieranno anche dati sull’uso di prodotti a base di cannabis e mari-
«Queste microriduzioni permettono ai pazienti di accettare juana per valutarne l’impatto sulla riduzione degli oppioidi. Questo
gradualmente il processo, acquisire fiducia verso il medico e ver- genere di studi è una priorità, dice Darnall. Indipendentemente da
so sé stessi», spiega Darnall, notando come «la loro preoccupazio- quale studio emergerà come il migliore, se i risultati di qualsiasi
ne primaria è il possibile aumento del dolore». L’obiettivo, secon- gruppo corrisponderanno a quelli del suo progetto o li supereran-
do Darnall, non era di arrivare a un livello zero ma alla «minore no pilota, la scienziata avrà dimostrato l’efficacia di un metodo si-
dose tollerabile». Quattro pazienti sono stati in grado di sospen- curo, pratico ed economico per ridurre gradualmente l’assunzione
dere completamente, mentre altri quattro «non si sono smossi, o di oppioidi applicabile alle comunità di pazienti in tutto il mondo.
anzi hanno aumentato il dosaggio»; altri 17 pazienti hanno abban-
donato il trial. È interessante osservare che non c’era una corre- Alleviare i sintomi dell’astinenza
lazione tra il dosaggio ricevuto all’inizio del trial o la durata del Anche altri studiosi, tra cui Sullivan e Krebs, stanno testando
trattamento fino a quel momento e la capacità del paziente di af- soluzioni pratiche e a basso costo per aiutare i pazienti a ridur-
frontare la riduzione degli oppioidi. re la dipendenza dagli oppioidi; in caso di successo questi meto-
L’obiettivo attuale di Darnall è stabilire se ci sono altri strumen- di potrebbero essere ampliati al resto del paese per gestire questa
ti in grado di aiutare altri pazienti nel ridurre i dosaggi. Grazie ai emergenza. In particolare, Krebs sta conducendo un trial di gran-
fondi del Patient-Centered Outcomes Research Institute (PCORI), de portata, anch’esso finanziato dal PCORI, durante il quale 500
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FISICA
L’enigma
della portanza
Ancora non abbiamo una teoria completa
che spieghi perché gli aerei stanno in aria
di Ed Regis
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Ed Regis è autore di dieci libri di argomento scientifico,
tra cui Monsters: The Hindenburg Disaster and the
Birth of Pathological Technology (Basic Books, 2015).
Ha anche 1000 ore di volo come pilota privato.
IN BREVE
A livello strettamente matematico, gli ingegneri Ci sono due teorie in competizione che Di recente gli esperti di aerodinamica hanno
sanno come progettare aerei che rimangono in descrivono le forze e i fattori in gioco nella tentato di chiarire la questione, tuttavia
volo, ma le equazioni non spiegano perché si portanza; entrambe spiegano questo fenomeno continuano a non trovare un punto di accordo
verifica il fenomeno della portanza aerodinamica. in modo incompleto. comune.
Il teorema di Bernoulli
Applicato a un’ala di aeroplano – tecnicamente chiamata profilo aerodinamico I classici imperfetti
– il teorema di Bernoulli tenta di spiegare la portanza come conseguenza della
curvatura della superficie superiore dell’ala. L’idea è che, per via di questa Sono state proposte due teorie per spiegare in base al buon senso quo-
curvatura, l’aria che si muove lungo la parte superiore dell’ala proceda più tidiano che cosa tenga in volo un aereo. Una è il teorema di Bernoulli,
velocemente dell’aria che passa lungo la superficie inferiore dell’ala, che che associa la portanza all’area di maggior velocità e pressione più bas-
è piatta. Il teorema di Bernoulli afferma che alla
sa sopra l’ala. L’altra è il principio newtoniano di azione e reazione, che
maggior velocità sopra l’ala corrisponde
spiega la portanza come una spinta verso l’alto sull’ala da parte dell’aria
una regione di pressione inferiore, che
è la portanza. sottostante in movimento. Ciascuna di queste teorie è a suo modo
Velocità superiore corretta, e nessuna delle due contraddice l’altra, sebbene i so-
dell’aria sopra l’ala
stenitori di ognuna sostengano il loro punto di vista con uno
zelo al limite del fanatismo. Nessuna delle due teorie, pe-
rò, fornisce una spiegazione completa della portanza, né
ci riescono entrambe insieme, perché ognuna omette
qualcosa. Una spiegazione completa deve contempla-
re tutte le forze e i fattori che agiscono sull’ala, senza
tralasciare alcun fenomeno, grande o piccolo.
Portanza
Velocità inferiore
dell’aria sotto l’ala
Ma…
Preso da solo, il principio di azione e
Illustrazioni di L-Dopa
www.lescienze.it Le Scienze 69
NUOVE IDEE
Il teorema di Bernoulli tenta di spiegare la portanza come con-
seguenza della curvatura della superficie superiore di un profi-
lo aerodinamico, il nome tecnico di un’ala di aeroplano. Secondo Il quinto elemento
questa idea, la forma curva fa sì che l’aria che passa lungo la par-
te superiore dell’ala si muova più velocemente di quella che passa Gli approcci scientifici alla progettazione degli aeromobili si basano
lungo la superficie inferiore, che è piatta. Il teorema di Bernoulli su simulazioni di fluidodinamica e su equazioni che tengono piena-
afferma che la maggior velocità sopra l’ala è associata a una regio- mente conto dell’effettiva viscosità dell’aria reale. Sebbene non ab-
ne di pressione più bassa, che è la portanza. biamo ancora un’unica spiegazione fisica qualitativa soddisfacente
Abbiamo enormi quantità di dati empirici provenienti dalle li- della portanza, alcuni recenti tentativi ci stanno portando più vicino.
nee di flusso (linee di particelle di fumo) negli esperimenti nelle
gallerie del vento, da esperimenti di laboratorio su ugelli e tubi di Codipendenza di quattro elementi della portanza
Le quattro componenti fondamentali (nell’illustrazione) secondo la
Venturi e così via, che forniscono una prova schiacciante del fat-
spiegazione della portanza data dall’esperto di aerodinamica Doug
to che, nella sua formulazione di base, il principio di Bernoulli è
McLean si sostengono a vicenda in una reciproca relazione di causa
corretto e vero. Ci sono però diverse ragioni per cui il teorema di ed effetto. Questa interrelazione costituisce il nuovo quinto elemento
Bernoulli non costituisce di per sé una spiegazione completa della della spiegazione di McLean, che si fonda sul secondo principio della
portanza. Sebbene sia un dato di fatto che l’aria si muove più velo- dinamica: la forza è uguale all’accelerazione per la massa. L’accelerazione
cemente lungo una superficie curva, il teorema di Bernoulli da so- di un corpo – o, in questo caso, di un piccolo volume di fluido – è
lo non spiega perché le cose stiano così, cioè non dice da dove de- proporzionale alla forza esercitata su di esso. L’interazione di ogni volume
riva la velocità più elevata dell’aria al di sopra dell’ala. d’aria con tutti gli altri dà luogo ai quattro elementi e rende possibile il volo.
Ci sono numerose spiegazioni sbagliate di questa velocità più
elevata. Secondo la più comune, la teoria del «tempo di transito Accelerazione
uguale», i piccoli volumi d’aria che si separano sul bordo d’at- del flusso d’aria Bassa
pressione
tacco dell’ala devono ricongiungersi simultaneamente
O
2 O
3
sul bordo d’uscita. Poiché il pacchetto superiore per-
corre in un determinato lasso di tempo una traietto-
ria più lunga del pacchetto inferiore, deve proce-
dere più velocemente. L’errore è che non c’è alcun
O
1
www.lescienze.it Le Scienze 71
Un esperimento in acqua all’Ames Fluid Mechanics Laboratory della NASA usa un colorante fluorescente per visualizzare il campo di flusso attorno a
un’ala di aeroplano. Le linee di flusso, che si spostano da sinistra a destra e si incurvano quando incontrano l’ala, aiutano a illustrare la fisica della portanza.
sulla distribuzione della pressione e sull’andamento dei flussi d’a- no il profilo alare generano la differenza di pressione che esercita
ria, nonché risultati quantitativi che sono alla base dei più avanza- la portanza sullo stesso profilo alare».
ti progetti aeronautici. Tuttavia da soli non danno una spiegazione L’ala spinge l’aria verso il basso e ha come effetto di deviare
fisica qualitativa della portanza. verso il basso il flusso d’aria. L’aria sopra l’ala viene accelerata se-
Negli ultimi anni, però, Doug McLean, importante esper- condo il principio di Bernoulli. Inoltre c’è un’area di alta pressio-
to di aerodinamica, ha cercato di andare al di là del puro formali- ne sotto l’ala e una di bassa pressione sopra. Sono quindi quattro
smo matematico e di affrontare le relazioni di causa ed effetto fisi- le componenti necessarie nella spiegazione che McLean dà del-
che che spiegano la portanza in tutte le sue manifestazioni reali. la portanza: una deviazione verso il basso del flusso d’aria, un au-
McLean, che ha trascorso la maggior parte della sua carriera come mento della velocità del flusso d’aria, una zona di bassa pressione
ingegnere alla Boeing Commercial Airplanes, dove si è specializ- e una zona di alta pressione.
zato nello sviluppo di simulazioni CFD, ha pubblicato le sue nuove Ma sono le interazioni tra questi quattro elementi l’aspetto più
idee nel testo del 2012 Understanding Aerodynamics: Arguing from nuovo e originale della trattazione di McLean. «Si sostengono a vi-
the Real Physics (Comprendere l’aerodinamica: Ragionare a parti- cenda in rapporti di causa ed effetto reciproci e nessuno esistereb-
re dalla fisica reale). be senza gli altri», scrive. «Le differenze di pressione esercitano la
Considerando che il libro ha oltre 500 pagine di dense analisi forza di portanza sul profilo aerodinamico, mentre la deviazione
tecniche, è sorprendente vedere che include una sezione (la 7.3.3) verso il basso e le variazioni di velocità del flusso mantengono le
intitolata A Basic Explanation of Lift on an Airfoil, Accessible to a differenze di pressione». È questa interrelazione che costituisce
Non-technical Audience (Una spiegazione elementare della por- un quinto elemento della spiegazione di McLean: la reciprocità tra
tanza di un profilo aerodinamico, accessibile a non addetti ai la- gli altri quattro. In un certo senso queste quattro componenti ap-
vori). Produrre queste 16 pagine non è stato per nulla facile per paiono collettivamente e si sostengono a vicenda con atti simulta-
McLean, un maestro dell’argomento; anzi, è stata «probabilmen- nei di creazione e di causalità reciproche.
te la parte del libro più difficile da scrivere», confessa l’autore. «Ho Sembra quasi che ci sia qualcosa di magico in questa sinergia.
perso il conto delle volte che l’ho rivista. Non ne ero mai del tut- Il processo descritto da McLean sembra quello di quattro agen-
to soddisfatto». ti attivi che si tirano su l’un l’altro per mantenersi in aria colletti-
La complessa spiegazione della portanza data da McLean ini- vamente. O, come dichiara l’autore stesso, è un caso di «causa ed
zia con l’assunto di base di tutta l’aerodinamica ordinaria: l’aria in- effetto circolari». Come è possibile che ogni elemento dell’intera-
torno a un’ala agisce come «un materiale continuo che si deforma zione sostenga e rafforzi tutti gli altri? E che cosa provoca questa
per seguire i contorni del profilo aerodinamico». Questa deforma- reciproca interazione dinamica? Ecco la risposta di McLean: il se-
zione ha la forma di un’alta fascia di fluido sia sopra sia sotto l’a- condo principio della dinamica.
la. «Il profilo aerodinamico influisce sulla pressione su una vasta Questo principio afferma che l’accelerazione di un corpo, o di
area in quello che viene chiamato un campo di pressione», scrive un minuscolo volume di fluido, è proporzionale alla forza eser-
McLean. «Quando si produce la portanza, sopra il profilo alare si citata su di esso. «Il secondo principio della dinamica ci dice che
forma sempre una nube diffusa di bassa pressione, e in genere se quando una differenza di pressione applica una forza netta su
ne forma una di alta pressione al di sotto. Dove queste nubi tocca- un volume di fluido, deve causare una variazione nella velocità o
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74 Le Scienze 620 aprile 2020
INNOVAZIONI
Intelligenza
artificiale
e salute digitale
Tra grandi aspettative e qualche timore, nei prossimi anni
probabilmente l’IA cambierà il mondo della medicina
IL SETTORE BIOMEDICO è sommerso dai dati. Abbia- sti, restringendo le opzioni applicabili a un determinato bersaglio
mo a disposizione terabyte di informazioni genomiche che vanno farmacologico. Forse ancora più straordinario è il fatto che i siste-
dai topi agli esseri umani, un’infinità di statistiche sanitarie pro- mi di IA, svincolati da teorie predominanti e pregiudizi, possono
venienti dai trial clinici e svariati dati provenienti dal mondo reale identificare bersagli nuovi rilevando differenze minime a livello di
forniti dalle società assicurative e dalle farmacie. Con l’aiuto di po- tessuti, cellule, geni o proteine, per esempio tra un cervello sano
tenti computer, gli scienziati hanno ottenuto buoni risultati dall’a- e uno malato di Parkinson, che potrebbero sfuggire o perfino in-
nalisi di questa sovrabbondanza di dati, ma è ormai chiaro che gannare uno scienziato in carne e ossa.
potremmo saperne molto di più con il supporto dell’intelligenza La medesima precisione è oggi in fase di sviluppo per interpre-
artificiale (IA). È probabile che, nel corso del prossimo decennio, tare immagini mediche. Alcuni sistemi sono già in grado di rilevare
le reti neurali basate sul deep learning trasformeranno i nostri me- segnali precoci di tumore che potrebbero sfuggire a un radiologo o
todi di identificazione di schemi nei dati e il modo in cui le ricer- di vedere cose che sono semplicemente oltre l’umana capacità, co-
che sono effettuate e applicate alla salute umana. Questo rapporto me valutare il rischio cardiovascolare da una scansione della reti-
indaga sulle promesse di questa rivoluzione ormai alle porte. na. La statunitense Food and Drug Administration sta dando il via
Al momento gli occhi sono puntati principalmente sulla sco- libera a nuovi algoritmi di imaging a un ritmo molto sostenuto. Nel
perta di nuovi farmaci, e a buon diritto. Tra il 2003 e il 2013 il costo futuro prossimo ci attendono altre applicazioni di IA. E malgrado
medio per l’introduzione di un nuovo farmaco sul mercato è qua- alcuni temano che le macchine sostituiranno gli esseri umani, la
si raddoppiato, raggiungendo i 2,6 miliardi di dollari, e poiché no- maggior parte degli esperti ritiene che l’intelligenza artificiale e
ve farmaci su dieci non superano le due fasi finali dei trial clini- quella umana dovranno lavorare in modo sinergico.
ci, gran parte degli investimenti va essenzialmente sprecata. Tutte Questo rapporto, pubblicato da «Scientific American» e «Natu-
le grandi case farmaceutiche stanno lavorando con almeno una re», è sponsorizzato da F. Hoffman-La Roche Ltd. È stato prodotto
start-up del settore dell’IA per capire come aumentare il ritorno indipendentemente dagli autori di «Scientific American», che si as-
sul capitale investito. Gli algoritmi di machine learning (o appren- sumono la responsabilità dei contenuti editoriali pubblicati.
dimento automatico) sono in grado di filtrare milioni di compo- Claudia Wallis, contributing editor di «Scientific American»
ALL’INTERNO
Illustrazioni di Harry Campbell
www.lescienze.it Le Scienze 75
INTELLIGENZA ARTIFICIALE E SALUTE DIGITALE
In cerca
di nuovi farmaci
con l’IA
L’industria farmaceutica vive una fase di stallo.
L’intelligenza artificiale può aiutarla a ripartire?
di David H. Freedman
SONO MOLTE LE RAGIONI per cui un farmaco promettente può essere scartato durante la
fase di sviluppo del prodotto. Una di queste è il citocromo P450, comunemente chiamato
CYP405. Questo insieme di enzimi prodotti prevalentemente nel fegato è coinvolto nella
degradazione di agenti chimici e ne previene l’accumulo nel sangue a livelli dannosi. Mol-
ti farmaci sperimentali di fatto inibiscono la produzione di CYP450, un effetto collaterale
problematico che può rendere tossico il farmaco se usato su pazienti umani.
Da tempo ormai le case farmaceutiche si affidano a strumen- da almeno vent’anni. Anche se le case farmaceutiche continuano
ti tradizionali per cercare di prevedere se un candidato farmaco a investire (anche fino a 80 miliardi di dollari l’anno, come le dieci
possa inibire CYP450 nei pazienti, per esempio effettuando ana- aziende principali del settore), i farmaci ottenuti sono sempre me-
lisi chimiche in provetta, valutando le interazioni di CYP450 con no. Un decennio fa, per ogni dollaro investito in ricerca e svilup-
farmaci maggiormente conosciuti e con caratteristiche chimiche po generava un ritorno di 10 centesimi; oggi quella cifra è scesa a
analoghe, e conducendo esperimenti sui topi. Le loro previsioni, meno di 2 centesimi. In parte questo è dovuto al fatto che i farmaci
però, sbagliano circa una volta su tre. In quei casi la tossicità lega- più facili da identificare e in grado di curare le malattie più comuni
ta all’inibizione di CYP450 rischia di emergere solo durante i trial in modo sicuro ed efficace sono già stati scoperti; rimangono dun-
clinici sui pazienti umani, con uno spreco di milioni di dollari e di que i farmaci che affrontano problemi dalle soluzioni complesse
molti anni di lavoro. Questa costosa inefficienza è talvolta percepi- e sfuggenti, e che curerebbero malattie di cui soffre solo una per-
ta come «la piaga della nostra esistenza», afferma Saurabh Saha, vi- centuale minima della popolazione, con un ritorno sugli investi-
cepresidente per ricerca e sviluppo e per la medicina traslazionale menti nettamente inferiore.
di Bristol-Myers Squibb. Poiché le difficoltà nell’identificare nuovi farmaci sono aumen-
Le inefficienze come quella appena citata portano all’aggravar- tate in misura tanto significativa, tra il 2003 e il 2013 il costo medio
si di un problema ancora più serio: il settore farmaceutico globa- dell’introduzione di un farmaco sul mercato è quasi raddoppiato,
le, di valore pari a 1000 miliardi di dollari, sta attraversando una arrivando a 2,6 miliardi di dollari, secondo il Tufts Center for the
fase di crisi nello sviluppo e nella produzione di nuove molecole Study of Drug Development. Le stesse difficoltà hanno prolunga-
www.lescienze.it Le Scienze 77
INTELLIGENZA ARTIFICIALE E SALUTE DIGITALE
to il tempo necessario per passare dai laboratori al mercato por- hit rate dell’azienda aumenteranno come conseguenza delle pre-
tandolo a 12 anni, mentre il 90 per cento dei farmaci viene scartato visioni sull’inibizione di CYP450 basate su IA. Nonostante tutto il
durante le varie fasi dei trial clinici sugli esseri umani. clamore che circonda l’argomento, non c’è ancora la certezza che
Non stupisce, dunque, l’entusiasmo del settore farmaceutico questi primi risultati si tradurranno in un maggior numero di far-
verso gli strumenti dell’intelligenza artificiale (IA). Questi stru- maci di qualità.
menti non funzionano sfruttando tecniche analitiche program-
mate al loro interno da esperti; al contrario, gli utenti stessi ali- Milioni di molecole al setaccio
mentano lo strumento con una serie di problemi tipici da risolvere I nascenti programmi di IA non sono esattamente una novità ri-
(una molecola) e le relative soluzioni (il modo in cui la molecola si voluzionaria per il settore farmaceutico, che da tempo costruisce
comporta come farmaco), permettendo al programma di svilup- soluzioni analitiche sofisticate a supporto dello sviluppo di nuovi
pare indipendentemente il proprio approccio per produrre le me- prodotti. Ben oltre un decennio fa, l’ascesa di potenti programmi
desime soluzioni. per la creazione di modelli statistici e biofisici come parte dello svi-
La maggior parte delle applicazioni di intelligenza artificiale luppo della bioinformatica (il tentativo di usare strumenti informa-
per la scoperta di farmaci si basa su una tecnica chiamata machine tici per estrarre informazioni biologiche da grandi insiemi di dati)
learning (o apprendimento automatico), e di un suo sottoinsieme, ha portato a strumenti in grado di prevedere le proprietà delle mo-
il deep learning (o apprendimento profondo). In genere i program- lecole. Ma questi programmi sono stati limitati dalla conoscenza
mi di machine learning possono lavorare con piccoli insiemi di da- incompleta dell’interazione tra le molecole da parte degli scienzia-
ti già organizzati ed etichettati, mentre i programmi di deep lear- ti, incapaci di comunicare ai programmi tradizionali come estrar-
ning sono in grado di elaborare dati grezzi e non strutturati, però re informazioni importanti dai dati perché loro stessi non li cono-
in quantità molto elevate. Un programma di machine learning po- scevano e ne ignoravano le relazioni. Grazie alla capacità di trarre
trebbe imparare a riconoscere le diverse caratteristiche di una cel- proprie conclusioni su quali dati siano effettivamente rilevanti, i
lula dopo aver visualizzato decine di migliaia di fotografie in cui programmi di IA di ultima generazione possono fornire previsioni
le varie parti delle cellule siano già state etichettate. Un sistema migliori per un ventaglio più ampio di variabili.
di deep learning può invece identificare
le stesse parti in autonomia a partire da
immagini di cellule non etichettate, ma Gli investimenti iniziano ad aumentare, ma per
potrebbe richiedere milioni di immagini
per riuscirci.
ora solo pochi farmaci scoperti grazie all’IA
Molti scienziati del settore ritengono sono in sperimentazione sugli esseri umani
che l’IA contribuirà alla ricerca di nuo-
vi farmaci in modi diversi: identificando e nessuno ha ancora iniziato trial clinici di fase III
i candidati farmaci più promettenti, au-
mentando l’hit rate, cioè la percentuale
di candidati che supera i trial clinici e viene approvato, infine ve- Gli strumenti di IA affrontano vari aspetti della scoperta di far-
locizzando l’intero processo. Per citare un esempio, un program- maci in modi diversi. Alcune aziende di IA, per esempio, si dedi-
ma di machine learning recentemente usato da Bristol-Myers cano alla progettazione di farmaci che agiscano in modo sicuro ed
Squibb è stato addestrato per identificare schemi in dati correla- efficace su un bersaglio noto, per esempio una proteina specifica
ti all’inibizione del CYP450. Secondo Saha, il programma avreb- associata a una malattia e già studiata in profondità. In genere l’o-
be migliorato del 95 per cento l’accuratezza delle previsioni su biettivo è ottenere una molecola in grado di legarsi alla proteina
CYP450, riducendo di sei volte il tasso di fallimento rispetto ai me- bersaglio e modificarla, per inibirne l’azione sulla malattia o sui
todi convenzionali. Questi risultati aiutano i ricercatori a esclude- sintomi. L’azienda canadese Cyclica usa i propri programmi per
re rapidamente i farmaci potenzialmente tossici e a concentrarsi mettere in relazione strutture biofisiche e proprietà biochimiche
sui candidati con maggiori possibilità di superare i vari trial sugli di milioni di molecole con strutture e proprietà di circa 150.000
esseri umani, fino a raggiungere l’approvazione della statunitense proteine, al fine di scoprire molecole che probabilmente si leghe-
Food and Drug Administration (FDA), per esempio. «L’IA può fare ranno alle proteine bersaglio , come anche quelle da evitare.
un’enorme differenza nel distinguere velocemente i farmaci che Tuttavia le molecole potenzialmente valide devono superare
falliscono, prima che vengano fatti enormi investimenti», afferma altri ostacoli. Per esempio devono attraversare l’intestino per pas-
Vipin Gopal, chief data and analytics officer di Eli Lilly. sare nel flusso sanguigno senza essere immediatamente degrada-
Ora gli investimenti nel settore stanno aumentando. Nel 2018 le te dal fegato o dai processi metabolici; devono agire su un organo
start-up impegnate nello sviluppo di farmaci basato sull’IA hanno specifico (per esempio il rene) senza alterare gli altri organi; de-
raccolto fondi per oltre un miliardo di dollari, e secondo i dati del- vono riuscire a non legarsi e a non inibire le altre migliaia di pro-
lo scorso settembre l’obiettivo di 1,5 miliardi per il 2019 stava per teine nell’organismo che sono fondamentali per la salute; infine
essere raggiunto. Tutte le principali case farmaceutiche hanno an- devono degradarsi e lasciare l’organismo prima di diventare po-
nunciato la collaborazione con almeno una di queste start-up. Ma tenzialmente pericolose. Il programma di IA di Cyclica tiene conto
attualmente solo pochi farmaci scoperti grazie all’intelligenza ar- di tutti questi requisiti. «Una molecola che può interagire con una
tificiale sono in fase di sperimentazione sugli esseri umani e nes- proteina bersaglio può farlo anche con altre 300 proteine», ricor-
suno ha ancora iniziato studi clinici di fase III, considerati il gold da Naheed Kurji, CEO di Cyclica. «Nel progettare una molecola, è
standard per i farmaci sperimentali. Saha ammette che saranno doveroso considerare le altre 299 interazioni che potrebbero ave-
necessari diversi anni prima di poter affermare con certezza se gli re effetti disastrosi sugli esseri umani».
90
la percentuale dei farmaci scartati durante le varie fasi
riduce il numero di possibili composti potenzialmente efficaci e
specifica quali altri dati potrebbero aiutare a definire ulteriormen-
te l’obiettivo, dati che per esempio potrebbero provenire dall’ana-
lisi di campioni di tessuto per scoprire in modo più approfondito
dei trial clinici sugli esseri umani, dopo anni come la proteina funziona all’interno dell’organismo. I nuovi da-
ti ottenuti sono poi inseriti nel programma, che filtra nuovamente
e anni di investimenti. L’intelligenza artificiale potrebbe
l’elenco e indica un’altra serie di dati necessari. La procedura si ri-
migliorare l’efficienza di questo processo
pete fino a quando il programma non è in grado di fornire un elen-
co gestibile di composti che rappresentino candidati farmaci alta-
mente probabili per il bersaglio.
Hopkins afferma che la procedura seguita da Exscientia può
accorciare il tempo dedicato alla scoperta di farmaci da 4,5 anni a
Sempre più ricercatori biomedici ritengono che alcune malat- uno, taglia i relativi costi dell’80 per cento e riduce a un quinto il
tie complesse, come i tumori o il morbo di Alzheimer, coinvolga- numero di composti sintetizzati rispetto a quelli di solito necessari
no centinaia di proteine e che colpirne solo una possa non sia suf- per ottenere un singolo farmaco. Al momento, Exscientia collabo-
ficiente. Cyclica cerca di identificare singoli composti che possano ra con Celgene, importante azienda biofarmaceutica, nel tentativo
interagire con decine di proteine bersaglio, evitando allo stesso di identificare nuovi potenziali farmaci per tre bersagli.
tempo l’interazione con centinaia di altre proteine, spiega Kurji, Nel frattempo una partnership tra Exscientia e GlaxoSmith-
aggiungendo che al momento è in corso l’acquisizione di una gran- Kline ha portato a quella che le aziende considerano una moleco-
de quantità di dati genetici anonimi provenienti da tutto il mon- la promettente nel colpire una nuova via per il trattamento della
do sulle variazioni nelle proteine, per permettere al programma di malattia polmonare ostruttiva cronica. Ma, come nel caso di tut-
specificare su quali pazienti i candidati farmaci funzionerebbero te le aziende di IA che si occupano di sviluppo di farmaci, Exscien-
meglio. Secondo Kurji, queste funzionalità nel loro insieme accor- tia non ha l’esperienza sufficiente per generare un numero suffi-
ceranno di cinque anni il tradizionale percorso di sette anni neces- ciente di nuovi candidati in grado di raggiungere le ultime fasi dei
sario per portare un candidato farmaco dalla fase di identificazione trial, un processo che generalmente richiede da cinque a otto an-
iniziale alle sperimentazioni su esseri umani. ni. Secondo Hopkins, uno dei candidati identificati da Exscientia
Merck e Bayer sono alcune tra le grandi case farmaceutiche ad potrebbe arrivare alla fase di sperimentazione sugli esseri umani
aver annunciato una collaborazione con Cyclica. Come per molte già quest’anno. «A conti fatti, saremo giudicati sui nuovi farmaci
collaborazioni del genere, le aziende preferiscono non diffonde- che riusciremo a produrre», afferma.
re informazioni approfondite su quali candidati farmaci progetta-
ti con IA potrebbero arrivare dalle varie collaborazioni. Tuttavia, Nuovi bersagli necessari
Cyclica ha diffuso alcuni dettagli sui risultati positivi ottenuti Nello studio di nuovi farmaci, l’identificazione di una moleco-
nell’identificazione di un’importante proteina bersaglio collegata la per colpire un nuovo bersaglio non è l’unica grande sfida, c’è
ad alcuni farmaci già approvati dall’FDA per la sclerosi sistemica, anche la necessità di identificare innanzitutto i bersagli stessi. Per
una malattia autoimmune della pelle e di altri organi, e di un’altra rilevare le proteine potenzialmente coinvolte nelle malattie, l’a-
malattia collegata al virus Ebola. Essendo già stati approvati dal- zienda biofarmaceutica Berg applica l’IA per setacciare le infor-
l’FDA per il trattamento di altre malattie (nello specifico HIV e de- mazioni ottenute da campioni di tessuti umani. Secondo Niven R.
pressione), i farmaci potrebbero essere velocemente «riprogetta- Narain, CEO di Berg, questo approccio punta a superare due osta-
ti» secondo le nuove applicazioni, se le ricerche continueranno a coli che riguardano quasi tutte le ricerche sui bersagli farmacolo-
dare buoni risultati. gici: prima di tutto, il fatto che le ricerche tendono a basarsi sulle
In alcuni casi capita che i ricercatori identifichino una protei- teorie o sulle intuizioni del singolo ricercatore, che possono con-
na bersaglio con un potenziale ruolo chiave in una malattia, per dizionare i risultati e restringere eccessivamente il gruppo dei
poi scoprire che non si sappia molto sulla sua struttura e sulle sue candidati; e poi il fatto che spesso queste ricerche possono porta-
proprietà (come per il 90 per cento circa delle proteine del corpo re a bersagli collegati alla malattia ma che alla fine non si rivelano
umano). Avendo pochi dati a disposizione, quasi tutti i program- causali, rendendo inefficaci gli interventi su di essi.
mi di machine learning e deep learning non saranno in grado di L’approccio di Berg consiste nell’ottenere accesso a qualsiasi
capire come intervenire sulla proteina, ovvero come realizzare dato estraibile da campioni di tessuto, fluidi corporei e flusso san-
composti che si leghino a essa e soddisfino i criteri di sicurezza ed guigno di un paziente. I dati ottenuti in questo modo riguardano
efficacia. Alcune aziende di IA stanno affrontando i problemi le- genomica, proteomica, metabolomica, lipidomica e altro ancora,
gate alla scarsità di dati disponibili (o «small data»); tra queste fi- ovvero una serie di informazioni particolarmente estesa da con-
gura Exscientia, che usa i propri programmi per scovare molecole siderare nella ricerca di bersagli. I campioni provengono da per-
potenzialmente efficaci su una proteina bersaglio. Secondo An- sone che soffrono o meno di una particolare malattia e che hanno
drew Hopkins, professore di medicina informatica all’Università raggiunto diversi stadi della stessa. In laboratorio, le cellule vive
di Dundee, in Scozia, e CEO di Exscientia, l’azienda può fornire in- provenienti dai campioni sono esposte a condizioni e composti di-
formazioni utili disponendo solo di dieci informazioni su una da- versi, per esempio a bassi livelli di ossigeno o a elevate concentra-
ta proteina. zioni di glucosio. Questo metodo fornisce dati sui cambiamenti
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INTELLIGENZA ARTIFICIALE E SALUTE DIGITALE
corrispondenti, che vanno dalla capacità di una cellula di produr- manifestato grande entusiasmo per alcuni dei primi risultati, so-
re energia alla rigidità della sua membrana. no anche tra i primi ad ammettere le incertezze dell’IA in termi-
Tutti i dati sono poi elaborati da una serie di programmi di deep ni di profitti, se si considera il numero esiguo di nuovi candidati
learning che cercano eventuali differenze tra cellule sane e ma- ottenuti tramite intelligenza artificiale e arrivati alla sperimenta-
late, con l’obiettivo finale di concentrarsi su quelle proteine che zione sugli animali, per non parlare di quelli che hanno raggiun-
sembrano avere un impatto sulla malattia. In alcuni casi le protei- to i trial su esseri umani. Il tempo ci dirà se l’IA sarà in grado di
ne diventano possibili bersagli; a quel punto il programma di Berg migliorare l’efficienza della ricerca farmacologica, afferma Sara
può iniziare a cercare composti in grado di modificare farmaco- Kenkare-Mitra, vice presidente senior per lo sviluppo della scien-
logicamente i bersagli. Inoltre, poiché il programma è in grado di za di Genentech, una sussidiaria di Roche, e anche se questo av-
distinguere i casi in cui il bersaglio sembra causare la malattia so- verrà, «non possiamo ancora sapere se si tratterà di un migliora-
lo in un sottoinsieme di pazienti, può mettere in rilievo le caratte- mento incrementale o di un salto esponenziale». Anche se molti
ristiche che distinguono quei pazienti, per esempio alcuni geni, dei farmaci derivanti dalle ricerche effettuate con IA raggiunges-
aprendo la strada a un approccio basato sulla medicina di precisio- sero la fase di sperimentazione sugli esseri umani, il quesito non
ne: in altre parole, i pazienti potranno essere esaminati prima di ri- riceverà una risposta certa fino a quando i farmaci non otterranno
cevere il farmaco per determinare se il farmaco in questione sarà l’approvazione della FDA.
efficace o meno su di loro. Saurabh Saha, di Bristol-Myers Squibb, suggerisce che la velo-
Il farmaco più interessante prodotto dal lavoro di Berg, e in ge- cità di accesso al mercato dei farmaci progettati tramite IA si man-
nerale il più interessante emerso finora dalla ricerca legata all’IA, terrà ridotta per un certo periodo. Il ritmo potrebbe però aumen-
è un antitumorale chiamato BPM31510. Di recente ha superato un tare drasticamente se i processi di verifica e approvazione fossero
trial di fase II per pazienti con tumore pancreatico in stadio avan- snelliti, tenendo in considerazione la capacità dei sistemi di ma-
zato, una forma particolarmente aggressiva e difficile da curare. chine learning e deep learning di prevedere in modo più accurato
Spesso gli studi di fase I non forniscono molte indicazioni sul po- quali farmaci abbiano maggiori probabilità di essere sicuri ed ef-
tenziale di un farmaco, tranne sulla sua tossicità a determinate do- ficaci e quali pazienti siano più idonei ad assumerli. «Se le autori-
si, mentre la fase I di BPM31510 rispetto ad altri
tumori ha fornito alcune conferme sulla capa-
cità del programma di Berg di prevedere il 20 Il farmaco più interessante emerso finora dalla
per cento circa di pazienti che probabilmen-
te avrebbero risposto positivamente al farma- ricerca legata all’IA è un antitumorale che ha
co, insieme a quelli con maggiori probabilità di superato un trial clinico di fase II per pazienti
sviluppare reazioni avverse.
Inoltre l’analisi dei campioni di tessuti pro- con cancro al pancreas in stadio avanzato
venienti dal trial ha fatto sì che il programma di
Berg riuscisse a prevedere, contro ogni intui-
zione, che il farmaco sarebbe stato più efficace contro le forme più tà di regolamentazione dovessero cogliere il valore dell’intelligen-
aggressive del tumore, colpendo alcuni meccanismi che svolgo- za artificiale come appare ai nostri occhi, la situazione potrebbe
no un ruolo più importante in questi tumori. Se il farmaco dovesse cambiare radicalmente», afferma Saha. «In alcuni casi – aggiunge
essere approvato, Berg potrebbe effettuare un’analisi successive – potremmo essere autorizzati ad aggirare le sperimentazioni su-
all’immissione sul mercato su circa un paziente ogni 100 «in modo gli animali e passare direttamente a quelle sugli esseri umani, una
da continuare a migliorarne l’uso», afferma Narain. volta dimostrato che questi farmaci possono colpire i loro bersa-
Berg sta inoltre collaborando con il gigante farmaceutico Astra- gli senza effetti tossici». Saha riconosce però che per ottenere que-
Zeneca nella ricerca di bersagli per la malattia di Parkinson e altre sti cambiamenti saranno necessari ancora molti anni, aggiungen-
malattie neurologiche, e con Sanofi Pasteur nell’identificazione di do che è sbagliato pensare che l’intelligenza artificiale sostituirà
vaccini più efficaci contro l’influenza. E lavora anche con lo U.S. gli scienziati e la ricerca tradizionale; pur fornendo un sostegno e
Department of Veterans Affairs e la Cleveland Clinic per la ricer- amplificando le attività umane, l’IA dipende comunque dall’uomo
ca di bersagli per il cancro alla prostata. Il programma dell’azienda per creare nuove intuizioni biologiche, stabilire direzione e prio-
ha già identificato alcuni meccanismi per test diagnostici che po- rità della ricerca, guidare e convalidare i risultati e produrre i da-
trebbero distinguere i tumori dai casi benigni di allargamento del- ti necessari.
la prostata, al momento difficili da riconoscere senza ricorrere al- In realtà, il clamore che circonda la ricerca farmacologica ba-
la chirurgia. sata sull’IA potrebbe essere addirittura dannoso, sostiene Narain,
perché le promesse eccessive potrebbero provocare delusioni e
Al di là dei proclami ripercussioni negative. «Siamo ancora alle prime fasi. Dobbiamo
L’interesse delle grandi case farmaceutiche nell’introdurre le mantenere un basso profilo e riconoscere che si tratta di strumen-
attività di intelligenza artificiale nella ricerca di nuovi farmaci è ti potenzialmente utili, non di vere e proprie soluzioni», afferma.
confermato dall’avvio di almeno 20 collaborazioni tra le principali Kurji punta il dito contro le aziende di IA che, a suo giudizio, fan-
società e le aziende tecnologiche che fanno ricerca farmacologica no proclami di marketing eccessivi, come quello di aver ridotto il
basata sull’IA. Pfizer, GlaxoSmithKline e Novartis sono tra le numero elevato di anni e i miliardi di dollari necessari per svilup-
aziende che si dice abbiano sviluppato importanti competenze di pare un nuovo farmaco a poche settimane e qualche centinaio di
IA internamente, ed è probabile che altre siano sulla stessa stra- migliaia di dollari. «Questa è una bugia bella e buona, e dire certe
da. Sebbene i responsabili della ricerca di queste aziende abbiano cose è irresponsabile e controproducente», afferma. Tuttavia, per
Possibile
composto
O
4 Il nuovo bersaglio e i risultati
dei test del composto
sono inseriti di nuovo
nel programma O
3 Il programma
segnala i composti
promettenti
e i test da effettuare
O
5 Il processo si ripete fino
a ottenere un elenco breve
di composti da testare
Il processo di scoperta dei farmaci inizia con rompere il decorso della malattia. Dopo aver no maggiori probabilità di legarsi alla proteina,
l’identificazione di una proteina bersaglio coin- acquisito le informazioni su un bersaglio, il pro- e quali test potrebbero ridurre ulteriormente il
volta in una malattia. L’obiettivo è trovare un gramma di intelligenza artificiale di Exscientia numero di composti per passare alle fasi di ve-
composto che si leghi alla proteina per inter- è in grado di prevedere quali composti han- rifica successive.
quanto la pubblicità possa essere dannosa, Kurji sostiene di sape- spedale fornisce dati sufficienti per il machine learning – afferma
re che cosa possa dare un grande slancio al settore della ricerca – spesso però siamo in grado di generare gli stessi dati in vitro e di
farmacologica basata su IA: informazioni di maggiore qualità con fornirli al sistema».
cui alimentare i vari programmi. «Facciamo affidamento su tre co- Questo tipo di approccio potrebbe portare alla creazione di un
Illustrazione di Campbell Medical Illustration
se principali: dati, dati e ancora dati», afferma. Un punto di vista circolo virtuoso nella scoperta dei farmaci, in cui l’IA avrà il ruolo
condiviso da Enoch Huang, vice presidente per la scienza delle di far luce sulle aree in cui i ricercatori dovranno concentrarsi per
medicine per Pfizer, secondo il quale avere l’algoritmo giusto non identificare bersagli e farmaci. Inoltre le ricerche risultanti forni-
è il fattore più importante. scono insiemi di dati più ampi e più rilevanti, capaci di indirizzare
La necessità di alimentare i programmi di intelligenza artificia- i programmi verso percorsi di ricerca più proficui. «Non crediamo
le con grandi volumi di dati pertinenti inizia a modificare il vol- tanto nell’intelligenza artificiale, quanto nella collaborazione tra es-
to della scienza, via via che i ricercatori effettuano esperimenti seri umani e intelligenza artificiale», afferma Kenkare-Mitra. Q
www.lescienze.it Le Scienze 81
INTELLIGENZA ARTIFICIALE E SALUTE DIGITALE
L’ascesa
dei radiologi robot
Oggi gli algoritmi di deep learning riescono a leggere risonanze
magnetiche e radiografie con un’efficacia senza precedenti. Ma quando
sbagliano, di chi è la responsabilità?
di Sara Reardon
www.lescienze.it Le Scienze 83
INTELLIGENZA ARTIFICIALE E SALUTE DIGITALE
gnosi, di fornire cure migliori nei paesi in via di sviluppo e nelle vedeva di farlo. Il settore cresce a grande velocità soprattutto in
regioni più remote in cui mancano radiologi, di far emergere nuo- Cina, dove oltre 100 aziende sono impegnate nella progettazione
vi legami tra la biologia e la malattia e addirittura di contribuire a di applicazioni di intelligenza artificiale per il settore medico. Se-
prevedere in quali tempi una persona morirà. condo Elad Walach, CEO di Aidoc, una start-up di Tel Aviv, «è un
Le applicazioni dell’intelligenza artificiale stanno entran- momento interessante per questo mercato». L’azienda sviluppa al-
do nella pratica medica a grande velocità, provocando reazioni goritmi che analizzano TAC in cerca di anomalie e spostano quei
contrastanti tra i medici, che da una parte accolgono con favore pazienti in cima all’elenco delle priorità dei medici. Inoltre, Ai-
la prospettiva di ridurre il proprio carico di lavoro, dall’altra temo- doc monitora la frequenza con cui i dottori usano il programma e
no di perdere il lavoro a favore delle macchine. Inoltre gli algorit- quanto tempo trascorrono nel metterne in discussione le conclu-
mi sollevano domande inedite su come gestire una macchina in sioni. «All’inizio sono scettici, ma dopo due mesi si abituano e so-
costante fase di apprendimento e cambiamento, e di chi sarà la re- no molto fiduciosi», afferma Walach.
sponsabilità nei casi in cui un algoritmo sbagli una diagnosi. Tut- Il risparmio di tempo può essere cruciale nel salvare la vita di
tavia molti medici sono entusiasti delle promesse dei program- un paziente. Un recente studio sulle radiografie di collasso del
mi di IA. Secondo il radiologo Matthew Lungren, della Stanford polmone ha dimostrato che i radiologi prescrivono oltre il 60 per
University, «se questi modelli possono essere esaminati a suffi- cento delle scansioni con alta priorità e questo potrebbe suggeri-
cienza e se saremo in grado di capire meglio il loro funzionamen- re che trascorrono ore tra casi non gravi prima di arrivare a quel-
to, potremo migliorare il livello delle cure sanitarie per tutti». li realmente urgenti. «A tutti i medici che conosco è capitato al-
meno una volta di perdere un paziente per collasso polmonare»,
Un tema molto attuale racconta Karley Yoder, vice presidente e general manager per l’in-
L’idea di usare i computer per valutare gli esami radiologici non telligenza artificiale di GE Healthcare, una delle principali aziende
è una novità. Negli anni novanta alcuni radiologi hanno iniziato a produttrici di strumentazioni di diagnostica per immagini, con se-
usare un programma chiamato diagnosi assistita da computer, o de a Boston. Lo scorso settembre, la FDA ha approvato una serie di
CAD, da computer-assisted diagnosis, per individuare i tumori al strumenti di IA che prossimamente saranno integrati nei macchi-
seno nelle mammografie. La tecnologia è stata accolta come una ri- nari prodotti da GE, in grado di segnalare automaticamente i ca-
voluzione e gli ospedali l’hanno adottata rapidamente. Ma i sistemi si più urgenti.
CAD richiedevano più tempo ed erano più complessi da usare ri- Poiché elaborano una quantità enorme di dati, i computer pos-
spetto ai metodi già in impiegati, e secondo alcuni studi gli ospeda- sono svolgere attività di analisi che vanno oltre le capacità umane.
li che li usavano facevano più errori degli altri. Per Vijay Rao, radio- Per esempio, Google usa il proprio potenziale per sviluppare algo-
logo della Jefferson University di Philadelphia, questo insuccesso ritmi di IA che convertano le immagini bidimensionali di TAC ai
ha alimentato la riluttanza dei medici nei confronti della diagnosi polmoni in un polmone tridimensionale e che guardino all’inte-
assistita dal computer. ra struttura per valutare la presenza di tumori. Al contrario, i ra-
Negli ultimi dieci anni, però, la visio-
ne artificiale ha fatto passi da gigante sia
nelle applicazioni d’uso quotidiano, co- Le applicazioni dell’IA stanno entrando
me i sistemi di riconoscimento facciale,
sia in medicina. I progressi sono dovuti
nella pratica medica a grande velocità,
in gran parte allo sviluppo di metodi di provocando reazioni contrastanti tra i medici
deep learning basati sull’immissione di
un insieme di immagini in un computer
che le metterà in relazione fra loro in modo autonomo, sviluppan- diologi dovrebbero guardare le immagini singolarmente e tenta-
do come risultato finale una rete di associazioni. Nella diagnosti- re di ricostruirle nella loro mente. Un altro algoritmo di Google è
ca per immagini, questo potrebbe tradursi per esempio nel dire al in grado di fare qualcosa che i radiologi non possono proprio fare,
computer quali immagini rappresentano tessuti malati di tumore ovvero determinare il rischio cardiovascolare dei pazienti in ba-
e di lasciarlo libero di individuare liberamente caratteristiche co- se alle scansioni della retina, rilevando i cambiamenti minimi col-
muni a quelle immagini, ma assenti in quelle dei tessuti sani. legati a pressione sanguigna, colesterolo, al loro passato di fuma-
Lo sviluppo e l’adozione di tecnologie basate sull’intelligenza tori e all’invecchiamento. «Queste scansioni hanno un potenziale
artificiale in radiologia si sono diffusi molto rapidamente. Rao, ex che va oltre quanto noto finora», dice Daniel Tse, product mana-
presidente della Radiological Society of North America, racconta ger di Google.
che «a ogni grande convegno a cui ho partecipato lo scorso anno,
non si faceva che parlare di IA e imaging» e aggiunge che «si tratta La scatola nera
chiaramente di un tema molto attuale». I programmi di intelligenza artificiale potrebbero portare alla
La Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti af- luce relazioni nuove tra caratteristiche biologiche ed esiti dei pa-
ferma di non disporre di un elenco di tutti i prodotti basati su IA zienti. Uno studio del 2019 pubblicato da «JAMA Network Open»
già approvati. Ma Eric Topol, ricercatore in medicina digitale al- ha descritto un algoritmo di deep learning a cui sono state fornite
lo Scripps Research Institute di La Jolla, in California, stima che oltre 85.000 radiografie al torace di pazienti reclutati in due am-
l’agenzia stia approvando più di un algoritmo di diagnostica per pi trial clinici, monitorati per oltre 12 anni. L’algoritmo ha valuta-
immagini al mese. Secondo un sondaggio del 2018 della società di to il rischio di morte di ogni paziente durante il periodo dello stu-
marketing intelligence Reaction Data, l’84 per cento dei centri ra- dio. I ricercatori hanno scoperto che il 53 per cento delle persone
diologici degli Stati Uniti aveva adottato programmi di IA o pre- considerate ad alto rischio dall’algoritmo erano morte nell’arco di
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INTELLIGENZA ARTIFICIALE E SALUTE DIGITALE
Incognite legali
Anche quando le conclusioni raggiunte dall’IA sono rilevanti
dal punto di vista medico, il problema della scatola nera pone co-
munque diverse preoccupazione da una prospettiva legale. Se un
algoritmo di IA sbaglia una diagnosi, può essere difficile stabilire
se la colpa sia del medico o del programma. «In ambito sanitario
succedono tante brutte cose e non sempre se ne conosce la ragio-
ne», afferma Nicholson Price, esperto di diritto medico dell’Uni-
versità del Michigan. Se un medico sbaglia la diagnosi a causa di
un sistema di IA, potrebbe non essere in grado di spiegare le sue
motivazioni, mentre i dati dell’azienda sulla metodologia del test no le mammografie in cerca di tumori sospetti e informano rego-
saranno probabilmente un segreto attentamente custodito. larmente i ricercatori su quello che stanno facendo. Ma le sue ri-
I sistemi medici di IA sono stati introdotti troppo recentemen- cerche sono state ostacolate dalla mancanza di immagini con cui
te per essere stati oggetto di battaglie legali, quindi è difficile sta- addestrare l’algoritmo. Quelle disponibili pubblicamente tendo-
bilire come i tribunali attribuiranno le responsabilità e il livello di no a non essere etichettate in modo corretto oppure sono state ot-
trasparenza richiesto. tenute con macchinari antiquati e non più in uso, dice Rudin, ag-
La tendenza a costruire modelli black box è fonte di frustrazio- giungendo che, senza insiemi di dati molto vasti e variegati, gli
ne per Rudin. Il problema deriva dal fatto che la maggior parte de- algoritmi tendono a considerare fattori che possono confondere.
gli algoritmi medici è costruita adattando strumenti di deep lear- Anche le scatole nere, insieme alla capacità di un algoritmo
ning creati per altri tipi di analisi delle immagini. «Non c’è motivo di imparare dalle proprie esperienze, pongono sfide per gli enti
per cui non si possa costruire un robot in grado di spiegare quello di regolazione. A differenza di un farmaco, che agirà sempre allo
che sta facendo», insiste Rudin. Ma è nettamente più difficile crea- stesso modo, gli algoritmi di machine learning evolvono e si mi-
re un algoritmo trasparente da zero che modificare la funzione di gliorano con il tempo via via che ottengono accesso ad altri dati.
un modello black box esistente affinché impari ad analizzare i da- Poiché l’algoritmo estrae i propri risultati da una serie variegata di
ti medici. Motivo per cui Rudin sospetta che la maggior parte dei dati in ingresso, anche le modifiche apparentemente innocue co-
ricercatori applichi un algoritmo e solo in un secondo momento me un nuovo sistema informatico in un ospedale potrebbero com-
cerchi di capire il modo in cui ha tratto le sue conclusioni. prometterne il funzionamento. «Anche le macchine si ammalano,
Rudin sta sviluppando algoritmi di IA trasparenti, che analizza- proprio come le persone, e possono essere infettate da malware»,
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di Paolo Attivissimo Povera scienza
giornalista informatico e studioso
della disinformazione nei media
SETI@home va in stand-by
Classico esempio di scienza fatta dai cittadini,
il progetto di calcolo distribuito sospende la ricerca di ET
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La ceretta di Occam di Beatrice Mautino
o presentano come una «farmacia ta- nismi nei test in vitro contenevano uno o più
Coagulazione alcolica
In cucina è possibile coagulare alcune proteine
grazie all’alcool etilico per uso alimentare
uasi tutti i cibi contengono protei- acqua fredda la massa nel filtro per allontana-
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Rudi matematici Rudy e Piotr si sfidano a un gioco in cui vince
chi fa l’ultima mossa, tra le perplessità e l’ironia
di Alice e la curiosità della micia Gaetanagnesi
Strategie di esaustione
o sono molto contenta che abbiate atteso il mio arrivo
re ordinatamente 2002 foglietti con tutti i numeri da uno in avan- questo numero viene cancellato dall’elenco iniziale. In compenso,
ti sul tavolo per pescarli uno alla volta a turno ma, temendo le tue è annotato in colonna sul foglietto del giocatore che lo ha scelto.»
ire, abbiamo optato per una modalità più consona al salvataggio «Interessantissimo. Solo 2002 numeri, hai detto? Perché non
della foresta amazzonica.» 2000 miliardi? Potrebbe essere la volta buona per dimenticarmi
«Qualcosa di altamente tecnologico come scriverli uno alla vol- definitivamente di voi. Sono quasi tentata di non chiedervi neppu-
ta su un foglietto di carta?» re come si vince…»
IL PROBLEMA DI MARZO
Travestiti com’erano da Fantomas, i nostri eroi si sono ritrovati, il mese Si può anche aggiungere che l’ordine in cui si eseguono le operazioni
scorso, alle prese con il problema di sbloccare una invero insolita cas- sulle maniglie non è significativo, e quindi possiamo eseguire le mosse
saforte dotata di 6 x 6 maniglie a due posizioni: orizzontale e verticale. risolutive nell’ordine che si preferisce. Ne segue che se una sola mani-
Sanno anche che per aprire la cassaforte è sufficiente posizionare tut- glia si trovasse nello stato 1, con 11 mosse (le 5 della sua colonna, più le
te le 36 maniglie in posizione verticale, ma la difficoltà consiste nel fatto 5 della sua riga più la maniglia stessa) si riuscirà a cambiare lo stato del-
che, agendo su una maniglia qualsiasi, cambiano posizione anche tutte la singola maniglia. Generalizzando, se n maniglie sono in posizione oriz-
le maniglie della stessa riga e della stessa colonna della maniglia mano- zontale, bastano comunque 11n mosse per aprire la cassaforte, anche
vrata. Si chiedeva quale fosse il numero minimo di manovre per aprire la se questo non sarà il numero ottimale.
cassaforte. Detta 0 la posizione verticale e 1 quella orizzontale, è sempli- Ma, elencando tutte le operazioni necessarie ed eliminando quelle mul-
ce verificare la validità di due elementari teoremi: tiple su ogni singola maniglia (non ruotandola affatto se il numero tota-
1) È inutile girare una maniglia più di una volta. le delle rotazioni è pari, e ruotandola una sola volta se dispari), sarà pos-
2) È possibile cambiare la parità di una, e una sola, maniglia ruotando sibile ottenere la sequenza risolutiva minima. Si vede quindi subito che
una sola volta tutte le maniglie che si trovano nella sua riga e nella sua il caso peggiore è quello che prevede una rotazione su tutte le 36 mani-
colonna (questo teorema vale solo per sistemi con un numero pari di glie, che è peraltro proprio quello che apre la situazione iniziale con tutte
maniglie sia in riga che in colonna, come la nostra 6 x 6). le maniglie in posizione orizzontale.
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Libri & tempo libero
Colore vivo
di Nina Jablonski
Bollati Boringhieri, Torino, 2020, pp. 320 (euro 24,00)
La fisica quantistica è spesso presentata come una te- tori e cominciare dalla fine. Cioè dalle applicazioni più
oria adatta ad analizzare il mondo microscopico degli avanzate della teoria quantistica all’informatica piuttosto
atomi e delle particelle elementari. In realtà, la teoria che dagli esperimenti dell’inizio del secolo scorso – l’ef-
quantistica ha implicazioni che riguardano anche la re- fetto fotoelettrico, il corpo nero – da cui parte ogni bra-
altà macroscopica della vita quotidiana. Uno dei fauto- vo insegnante.
ri di questa tesi era il fisico austriaco Erwin Schrödinger, Ancor prima di comprenderne il senso fisico, gli stati in-
che sosteneva che persino un gatto poteva trovarsi in determinati («nebbiosi», scrive Rudolph) possono risol-
uno stato «quantistico», cioè indeterminato come quello vere problemi tradizionalmente complicati in pochi pas-
di un elettrone. Anche Terry Rudolph, che di Schrödin- saggi. Gli algoritmi impiegati nei computer quantistici si
ger è nipote, ritiene che il contenuto più innovativo del- basano proprio su questa possibilità. Ma la logica quan-
la fisica quantistica non riguardi le particelle elementa- tistica si può applicare anche a quesiti più semplici, co-
ri, ma il punto di vista da cui analizziamo la realtà. Se ci me scoprire se i lingotti rubati a una banca sono veri o
si allontana da atomi e molecole, l’approccio quantistico falsi o a smascherare un esperimento di telepatia. Gra-
può essere insegnato anche senza l’apparato matemati- zie a esempi come questi, Rudolph permette a chiun-
co indispensabile nei corsi universitari di fisica. que di entrare nel mondo quantistico e di esplorarne
Questa è la scommessa di Rudolph, docente all’Im- le implicazioni epistemologiche, aiutandosi con un lin-
perial College di Londra: spiegare la teoria quantistica guaggio che ricorda una chiacchierata in un pub più Quanti
usando le quattro operazioni e un poco di logica. E sen- che una lezione universitaria. Il risultato finale è un’affa- di Terry Rudolph
za adoperare parole come «quanto» o «quantistico», se scinante miscela di chiarezza espositiva e rigore logico. Adelphi, Milano, 2020,
non nel titolo. Si può fare: basta invertire l’ordine dei fat- Andrea Capocci pp. 230 (euro 14,00)
Un mare di plastica
L’impatto di questo materiale sugli oceani del pianeta
Ogni minuto finiscono in mare 300 chilogrammi di pla- ni e 100.000 mammiferi muoiono di fame con lo stoma-
stica, otto milioni di tonnellate all’anno. Una buona par- co zeppo di detriti.
te è costituita da oggetti monouso, di vita breve ma fatti I focus sull’Italia e sul Mediterraneo, a tutti gli effetti un’i-
di un materiale progettato per durare fino a centinaia di sola di plastica, evidenziano che il problema ci riguar-
anni. Da dove viene? Dove va? Come è fatta? Che cosa le da da assai vicino: tra ingestione e inalazione ognuno ne
succede? In superficie c’è solo l’uno per cento del tota- assimila l’equivalente di una carta di credito a settima-
le, il cinque per cento si spiaggia, il resto si deposita sul na. Così, l’artista Maria Cristina Finucci ha provocatoria-
fondo. Per oltre il 90 per cento, sono micro e nanopla- mente istituito il Garbage Patch State, uno stato di 16
stiche distribuite su colonne d’acqua di 30 metri e sul milioni di chilometri quadrati fatto dalle isole di plastica.
fondo: fino a quattro miliardi ogni chilometro quadrato. Che cosa fare? Ricordando che la plastica non è il male
Questi e molti altri i vertiginosi numeri e fatti che la chi- assoluto, perché il suo uso ha migliorato igiene e sanità
mica Eleonora Polo raccoglie in un saggio molto ben do- e ridotto le emissioni di gas serra nella lavorazione e nel
cumentato, ricco di foto e grafici, che chiarisce la natura trasporto delle merci, occorre intercettarla prima che fi-
delle isole di plastica. Non le distese di rifiuti galleggian- nisca in acqua, e sviluppare tecnologie per recuperarla
ti fotografate dai mezzi di comunicazione, che sarebbe- da lì. Ma soprattutto realizzare un’economia circolare, in
ro altrimenti viste dai satelliti, soprattutto nei gyre, gli 11 cui il costo delle merci tiene conto del loro smaltimento.
punti di accumulo distribuiti per il globo formati dalle E l’arte ci sta dando una mano: dal riuso creativo a ope- L’isola che non c’è
correnti oceaniche. Perché la plastica in mare si muove, re come le saponette fabbricate con l’acqua inquinata di Eleonora Polo
cambia, si degrada, forma nuove incrostazioni rocciose di Hong Kong. Un monito per non lavarsene le mani. Edizioni Dedalo, Bari, 2020,
ed ecosistemi inediti. Fino a un milione di uccelli mari- Giulia Alice Fornaro pp. 180 (euro 17,50)
www.lescienze.it Le Scienze 95
Libri & tempo libero
Leggere un nuovo libro di Edward Wilson significa go- Negli anni settanta Wilson ha cercato con la sociobio-
dere contemporaneamente dello sguardo di un uccello logia di fornire un’interpretazione unificante delle so-
e di una rana, per usare la metafora di Freeman Dyson, cietà animali, accusata spesso di riduzionismo per il
il grande fisico statunitense scomparso di recente. Wil- suo concentrarsi sui geni. Oggi la sua visione è molto
son ci porta infatti, come una rana, a osservare da vici- più ricca e complessa, come sottolinea Telmo Pievani
no il comportamento e le dinamiche sociali di formiche, nella bella introduzione al libro, e si concentra sui pro-
termiti e molti altri insetti, che sono stati al centro del- cessi di selezione di gruppo, ovvero l’ipotesi che la sele-
la sua lunghissima carriera di entomologo. Ma dall’alto zione naturale possa favorire tratti genetici di un’intera
dei suoi novant’anni ci regala anche uno sguardo a vo- comunità e dei comportamenti sociali che si sviluppano
lo d’uccello non solo su tutto il vivente – dai batteri agli al suo interno. Un approccio che aiuterebbe a spiega-
storni ai lupi fino agli esseri umani – ma anche nella di- re, per esempio, perché in società come quelle umane,
mensione del tempo profondo dell’evoluzione. ma non solo, le femmine anziane sopravvivano ancora
Un’esplorazione alla ricerca dell’eusocialità, la forma a lungo dopo l’età fertile per l’importante valore socia-
più complessa di organizzazione sociale, basata su le che rivestono.
comportamenti cooperativi e altruistici. Una caratteristi- Un libro che aiuta anche a riflettere sulla natura dei
ca rara (su un milione di specie di insetti, solo 20.000, comportamenti altruistici, che sarebbero sorti come Le origini profonde
tra api, vespe, formiche, termiti, coleotteri, manifesta- strategia vincente all’interno dei gruppi per difender- delle società umane
no comportamenti eusociali) e comparsa piuttosto tardi si dalle altre comunità. Altruismo e conflittualità sareb- di Edward O. Wilson
nella storia della vita, ma che ha determinato il succes- bero insomma riconducibili a un’unica radice evolutiva. Raffaello Cortina, Milano, 2020,
so di società complesse come di Homo sapiens. Marco Motta pp. 134 (euro 15,00)
La tenacia dell’osso
L’evoluzione della vita secondo lo scheletro
L’osso persiste: nel tempo, i fossili sono soprattutto i cal- pio ossa più dense di noi pigri agricoltori. Ma l’ozio pur-
chi mineralizzati degli scheletri del passato anche mol- troppo stimola il riassorbimento del calcio delle ossa: è
to remoto. L’osso resiste: tiene in piedi – letteralmente per esempio uno degli effetti macroscopici di lunghe
– strutture anche molto pesanti con accorgimenti adat- permanenze nello spazio, come ben sanno gli astro-
tativi molto sottili e ingegnosi. L’osso esiste: come tut- nauti. Però non lo sanno gli orsi: con il letargo inverna-
ti i viventi, cambiando in continuazione. L’affascinante le, nel loro metabolismo aumenta la produzione di pro-
viaggio dello scheletro nella storia della vita non è maca- teine che bloccano il processo di consumo di calcio, e a
bro come le danze della morte medievali, anzi racconta primavera saranno in grado di uscire dalle tane senza ri-
di un’evoluzione complessa e fortunata a partire dai pri- schiare fratture.
mi piccolissimi organismi che mostrano un abbozzo di Un libro di grande divulgazione, con molta letteratura
notocorda – un primo sostegno per l’organismo – e da citata e capace di mettere a fuoco i diversi approcci di-
cui discendono anche i vertebrati. Da allora, di strada se sciplinari: l’osso non è solo chimica, né solo paleontolo-
n’è fatta molta, e noi animali dotati di scheletro ci soste- gia, né solo anatomia. È tutto ciò e molto altro, incluso
niamo grazie a cellule in grado di produrre il tessuto os- l’aspetto culturale che emerge ovunque, anche quan-
seo con le giuste percentuali di materiali per conferire le do la scienza sembra totalmente asettica e oggettiva (e
giuste proprietà di rigidità e flessibilità. rischia l’adesione critica a idee ben poco scientifiche). Lo scheletro
Va tuttavia ricordato che un osso non è per sempre: se Merito della penna dell’autore, ispiratosi ai grandi del nell’armadio.
stiamo fermi, l’osso diventerà più molle; uno stile di vi- genere (più volte citati), appassionante per i profani ma di Brian Switek
ta attivo renderà invece il nostro scheletro più robusto. I gustosa anche per i più esperti. Il Saggiatore, Milano, 2020,
nostri antenati cacciatori-raccoglitori avevano per esem- Mauro Capocci pp. 292 (euro 26,00)
a maggio
La prima storia
di Kate Wong
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