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Aiuto, mio figlio è un pasticcione!

Se vostro figlio inciampa spesso, fa cadere di frequente gli oggetti dalle mani e, sembra non volerne
proprio sapere di abbottonarsi una maglia da solo, non preoccupatevi. È solo un po' pasticcione! Le sue
capacità motorie - che ora sembrano ancora piuttosto incerte - possono migliorare con il tempo e
qualche piccolo stratagemma per motivarlo.

Nel frattempo, non fatelo sentire peggio rimproverandolo con affermazioni poco felici (“Sei una frana!”,
“Hai le mani di pasta frolla?”, “Combini sempre qualcosa!”).

Ogni bimbo un po' goffo tende già ad avere un basso livello di autostima, sottolinea Lisa A. Kurtz,
terapista ed educatrice per oltre 30 anni, nel suo libro “Disturbi della coordinazione motoria. Come
aiutare i bambini goffi a casa e a scuola”, (Edizioni Erickson). Non è il caso di alimentare un
meccanismo negativo (il rimprovero, la presa in giro) che potrebbe renderlo ancora più insicuro.
10 idee per la motricità globale e fine: vai alla fotogallery
MOTRICITà GLOBALE E FINE

Non ci riesci? Niente drammi


Quando un bambino (tra i 3 e i 5 anni) si misura con nuove abilità e fatica, per esempio, ad arrampicarsi
in alto sugli attrezzi al parco, perde facilmente l'equilibrio o non ce la fa a sollevare la palla con un
piede, può sviluppare un certo senso di frustrazione. Che rischia di trasformarsi nella causa principale
della sua “goffaggine”: l'esperienza sgradevole rende il bimbo meno disposto a esercitare le sue
capacità motorie. E questo vale per la motricità globale, cioè la coordinazione tra le parti principali del
corpo (braccia, gambe, torso...) e per quella fine che riguarda invece il controllo di mani, dita, piedi,
occhi.
Per questo è importante incoraggiare il bimbo e giocare insieme a lui proponendo attività che lo
stimolino e divertano come raccomanda Louise Doyon-Richard a tutti i genitori nel suo libro “Giochi
d'intelligenza. Come sviluppare nel bambino le capacità che facilitano l'apprendimento”, (Red!). Se
costruisce una torre con il Lego, tira una palla contro un bersaglio, o comincia a disegnare con le
matite, lodate la sua “prestazione”: l'esperienza piacevole innesca la voglia di migliorare.

Ogni bambino ha i suoi tempi


La qualità della coordinazione dei movimenti varia da individuo a individuo, e non solo nell'infanzia,
spiega Lisa A. Kurtz nelle pagine del suo lavoro. Perché dipende da almeno 3 fattori:

 la velocità dello sviluppo,

 abilità e talenti ereditari,

 la motivazione (o voglia, in parole povere) ad “allenare” le capacità motorie.

Le tappe fondamentali dello sviluppo motorio, pur comuni a tutti e abbastanza prevedibili durante
l'infanzia, si manifestano, comunque, con tempi un po' diversi. Ogni bimbo, per esempio, impara a
gattonare e camminare quando è pronto e non esiste un'età “fissa”, identica per tutti, aspetto su cui tutti
gli esperti sono d'accordo – e lo ricorda anche il noto pediatra Italo Farnetani nella sua “Enciclopedia
del genitore” (Mondadori).
Anche le altre competenze, sempre più complesse, maturano in modo abbastanza personale tra i 3 e i
5 anni. Per questo, c'è chi ben prima dei 3 anni riesce a muoversi in punta di piedi e all'indietro intorno
a un tavolo e chi invece fatica a farlo anche più tardi. Alcuni bimbi hanno un ottimo controllo delle mani
e delle dita e già intorno ai 3-4 anni, per esempio, sono in grado di ritagliare una figura seguendo un
contorno, altri imparano verso i 4-5 anni.

In ogni caso, un aspetto fondamentale dello sviluppo motorio è la ripetizione (secondo le classiche


teorie dello psicologo Jean Piaget, una volta padroneggiata un'abilità, il bimbo continua a ripeterla per il
piacere di farlo): ogni nuova abilità - che si tratti di controllare le parti principali del corpo o di eseguire
movimenti delicati e precisi (mano, dita, occhi) - va esercitata, provata e riprovata. In questo modo, tutti i
movimenti diventano forti, fluidi e ben coordinati.
Per aiutare il bimbo ad acquisire o perfezionare tutte quelle capacità basilari per ogni futuro
apprendimento (pensate allo sport e all'ingresso a scuola), lo strumento migliore è il gioco: vale sempre
la vecchia regola che si impara di più, divertendosi.

10 idee per migliorare la


motricità dei bambini
Motricità globale - Supera il ponte!
Se vostro figlio/a inciampa e cade spesso, anche quando non ci sono “grossi ostacoli”, probabilmente
ha bisogno di migliorare un po' il suo senso dell'equilibrio. Potete proporgli questo gioco semplice e
divertente, e cimentarvi insieme a lui/lei in una sorta di gara. Costruite un ponte di carta e invitatelo a
superarlo senza mettere mai giù i piedi. Perché l'acqua è alta e fredda o è popolata di pescioni che
potrebbero morsicare le caviglie... In base ai gusti del bambino, inventate un contesto avvincente. Per il
ponte, basta poco: prendete dei fogli di carta da pacco marrone (così ricorda il legno se l'effetto vi
piace), e preparate una striscia lunga circa 3 metri e larga 5-10 cm. Per motivare al massimo i più
piccoli (intorno ai 3-4 anni), mettete in palio un regalino al terzo completamento del percorso senza
errori. Con i più grandicelli, invece, fissate un tempo massimo per attraversare tutto il ponte e, dopo un
certo numero di volte, stabilite il record del bimbo (e il vostro!).

Motricità globale - Cerchio magico


Per i bambini in età prescolare combinare due movimenti allo stesso tempo (come saltare e battere le
mani) o fare un movimento dissociato (sollevare un oggetto con un piede) può risultare, a volte,
abbastanza difficile. Non è un problema e ogni bimbo ha i suoi tempi per affinare queste competenze
motorie ma se vi sembra che vostro figlio fatichi un po' provate a fare questo gioco con lui. 
Prendete uno spago e disponetelo in modo da creare un cerchio abbastanza largo per terra. Scegliete
una canzoncina (tipo “Ci vuole un fiore”) o una filastrocca, dove ci siano molte parole ripetute e stabilite
un insieme di regole. Per esempio, quando si sente la parola “albero”, il bimbo deve saltare a piedi uniti
dentro il cerchio battendo le mani, con “fiore” si fa una giravolta intorno al cerchio con le braccia alzate,
e ogni volta che il brano dice “seme” occorre sollevare un piede... Naturalmente, musica e “azioni” si
possono cambiare secondo l'età del bimbo (più semplice per chi è intorno ai 3 anni, più complesso per
quelli sui 5 anni). In ogni caso, invece, fate a turni e giocate insieme a vostro figlio mostrando i
movimenti e ridendo con lui.

Motricità globale - Campana (Mondo)


Tra i giochi più antichi e diffusi al mondo, la Campana è un'attività ideale per esercitare la
coordinazione e il senso dell'equilibrio. Vi ricordate le regole? In genere, si gioca all'aperto tracciando
per terra con un gessetto le caselle con i numeri da 1 a 7, si tira un sasso e il giocatore deve fare il
percorso saltando su un piede in ogni casella singola e può appoggiarli tutti e due solo quando incontra
due blocchi vicini. Arrivato alla base (di solito il numero 7) deve voltarsi e rifare tutto il giro recuperando
il sasso senza mai cadere. Se la stagione non permette di mettersi alla prova in cortile o in un parco,
potete replicare una versione della Campana senza grossi problemi anche in casa. Procuratevi i
classici fogli A4, quelli delle fotocopie, scrivete sopra in grande i numeri con un bel pennarello colorato
e fissateli al pavimento (nel centro di una stanza) con un po' di scotch. A questo punto, lanciatevi nella
sfida con il vostro bimbo, coinvolgete tutta la famiglia o proponetelo con un paio di amichetti... Più si è,
più ci si diverte!

Motricità globale - Salta come... il canguro


Avete presente il “vecchio” gioco Regina Reginella? È perfetto per allenare tutte le parti del corpo,
migliorando la capacità di eseguire alcuni movimenti. Pensate allo sforzo che richiede - in fatto di
coordinazione - saltare come un ranocchio, camminare all'indietro come un gambero o imitare una gru
su una gamba sola... 
Per la versione classica (tipico gioco all'aperto), occorre un gruppo di almeno 3-4 giocatori, e spazio
libero, nel caso l'attività si svolga in casa. Tutti i partecipanti, disposti su una linea, chiedono alla Regina
quanti passi devono fare e lei (lui) dice un numero da 1 a 5 corrispondente a un animale (tipo: per
arrivare al mio castello bello bello, devi fare 2 passi da... elefante).
Ecco invece una possibile variante, altrettanto divertente (e utile dal punto di vista psicomotorio), che
potete fare anche solo voi e il bambino a casa. Stabilite un percorso, tipo dalla porta di ingresso alla
camera del bambino, e segnalatelo (se volete) con dello scotch largo e colorato. A questo punto,
invitate vostro figlio a seguire la traccia, ogni volta in modo diverso, secondo il vostro “comando”:
“cammina a 4 zampe come un cagnolino”, “dondola come un anitra”, “vai alta, alta, in punta di piedi e
con il collo lungo come un giraffa”... Per rendere l'esperienza più eccitante, potete cronometrare i tempi
di “ogni animale” e, alla fine, eleggere quello più veloce.

Motricità globale - Attento al cucchiaio!


Ecco una sfida che mette in campo la coordinazione (gambe, braccia, mano) in modo piuttosto
complesso e la concentrazione. Lanciatevi nella “gara del cucchiaio” insieme a vostro figlio. L'idea è
semplice: individuate un percorso, per esempio, in una stanza, da una parete all'altra, e dite al bimbo di
raggiungere il traguardo camminando con il braccio teso, con un cucchiaio sul dorso della mano. Dovrà
farlo nel tempo di una canzoncina o filastrocca, che interromperete improvvisamente, senza lasciare
mai cadere il cucchiaio. Ai più grandi (intorno ai 5 anni), potete proporre una variante ancora più
difficile: camminare a 3 zampe tenendo in mano il cucchiaio senza mai appoggiarlo in terra. Buon
divertimento!
Motricità fine - Fai girare la moneta
Ecco un gioco semplice e utile per perfezionare la prensione: invitate il bimbo a far roteare una moneta
sul tavolo facendola scattare con il pollice e l'indice. Chi sembra “maldestro”, spesso, ha solo bisogno di
allenare le sue abilità. Vi sembra fin troppo facile? Fate una gara con vostro figlio (senza barare!) e
tenete il punteggio... Chissà chi vincerà? 
E ricordate che i movimenti più delicati e precisi necessari per controllare mani, dita e occhi continuano
a perfezionarsi tra i 2 e i 5 anni (un bimbo di 3-4 anni, per esempio, è in grado di usare le forbici, solo
verso i 4-5 anni, però, riesce a ritagliare seguendo una linea).

Motricità fine - Viva le collane!


Una valida e divertente attività per migliorare il controllo e la coordinazione delle mani, delle dita e degli
occhi (motricità fine) - un tempo molto in voga nelle scuole materne - è infilare bottoni di dimensioni
diverse in una lunga stringa (o un cordoncino di lana). Proponete al bimbo di alternare bottoni grossi e
piccoli (uno grosso, uno piccolo, uno grosso...) e, magari, anche i colori. 
Lo stesso gioco si può proporre anche ai più piccoli (verso i 2 anni e mezzo-3 anni) utilizzando diversi
formati di pasta (attenzione alle “misure” se il bimbo mette ancora le cose in bocca). Si può cominciare
con i più grandi e “facili” tortiglioni, per passare poi alle mezze penne e alle pipe rigate, con ben due
buchi...

Motricità fine - Un quadro con le dita


Ecco un ottimo espediente per affinare i movimenti della mano e delle dita (e rinforzarle in vista
dell'ingresso alla primaria) con creatività: un maxi disegno con colori a dita fatti in casa. Per prepararli,
è sufficiente un po' di farina, acqua e i coloranti alimentari (li vendono nei supermercati). Mescolate
tutto fino a ottenere una sostanza un po' “budinosa” (niente grumi, per favore!) e facile da stendere. Se
proprio non ve la sentite, saltate questa fase, comprate dei comuni vasetti di colore e passate al punto
B. Disponete per terra un grande foglio bianco da carta da pacchi e mettete a disposizione del bambino
una buona scelta di grandi sagome in cartoncino che riproducano oggetti a lui noti (quelli tipici dei
disegni di questa fascia di età, case, alberi, sole, luna, nuvole, fiori...). Lasciate che decida da solo la
“composizione” del suo lavoro e poi invitatelo a seguire il contorno delle forme di cartoncino
direttamente con le dita colorate o aiutatelo a tracciare prima i bordi a matita e poi a colorare.

Motricità fine - Ombre cinesi


L'antichissimo teatro delle ombre cinesi si può trasformare in un gioco entusiasmante per i bimbi più
grandi (sui 5 anni) che mette alla prova la motricità fine in modo piuttosto complesso. Ma (ovviamente)
non deve diventare motivo di frustrazione, al contrario, accompagnate vostro figlio alla scoperta, un po'
magica, di tutto quello che può fare con le sue mani. Procuratevi una lampada o una torcia (che va
sistemata dietro di voi), un muro bianco o se preferite un telone e... tanta fantasia. Provate insieme a
esercitarvi con le figure più semplici, tipo il cane, l'uccellino, il coniglio e coinvolgete tutta la famiglia in
un mini-spettacolo a luci spente! È anche un modo divertente per giocare con la luce e il buio
esorcizzando eventuali paure.

Motricità fine - Sasso, carta, forbice...


Anche un vecchio gioco popolare come Sasso, carta, forbice... (chiamato anche Morra cinese) può
tornare utile per allenare la coordinazione di mani, dita e occhi. 
Lanciatevi in una sfida con il vostro bambino, in quei 5-10 minuti, magari, mentre aspettate di sedervi a
tavola. Ricordate come si gioca? 
Ognuno dei tre segni fondamentali (da sinistra a destra: sasso, carta e forbici) batte uno degli altri due.
Tenete insieme la mano chiusa a pugno, dondolandola mentre si recita:
“Sas-...so...car-...ta...for-...bi-...ce!”. All'ultimo “ce”, occorre cambiare velocemente ogni giocatore il
pugno in una delle 3 “mani”:
- Sasso: la mano chiusa a pugno.
- Carta: la mano aperta con tutte le dita stese.
- Forbici: mano chiusa con indice e medio estesi a formare una “V”.
L'obiettivo è vincere ogni turno (o “mano”!), scegliendo un segno che batte l'altro secondo le regole:
- Il sasso spezza le forbici (vince il sasso)
- Le forbici tagliano la carta (vincono le forbici)
- La carta avvolge il sasso (vince la carta)
Ma se tutto questo rischia di innervosire vostro figlio, proponete una versione un po' semplificata e
stabilite, per esempio, che vince sempre il sasso su forbice e carta.

I giochi più semplici stimolano la voglia di


sperimentare e la fantasia
Ai bimbi non servono giocattoli con mille funzioni: al contrario, i migliori sono quelli più semplici
perché non limitano la sperimentazione e la creatività. Non a caso, spesso, gli oggetti di uso
quotidiano sono più attraenti di quelli di qualsiasi negozio.

di Marzia Rubega
FOTOGALLERY: 10 giochi intelligenti e super economici per bimbi da 1 a 3 anni
La cameretta di vostro figlio trabocca (letteralmente!) di giocattoli di ogni tipo che non guarda quasi
mai? Forse, è il momento di fare una selezione e mettere un po' di ordine tra quelli di quando era un
bebè.

Ma questo non significa “sommergerlo” di nuovi acquisti, con mille funzioni, luci e suoni, con l'intento di
stimolare i suoi sensi. I giocattoli migliori sono quelli più semplici che non mettono un freno alla
sperimentazione e alla fantasia del bimbo. A raccomandarlo è Federica Grittini, pedagogista Anpe -
Associazione Nazionale Pedagogisti Italiani, presso il consultorio milanese Cemp.
In questa fascia di età, tra i 12 e i 36 mesi, è fondamentale per il bimbo sperimentare ed esplorare il
mondo circostante in modo libero e sereno. È così che il bimbo, attraverso la scoperta e il gioco,
sviluppa le sue capacità motorie e cognitive. gIl gioco strutturato, invece, lascia poco spazio alla
concentrazione e alla creativitàh - spiega la pedagogista - gperché ha già una traccia definitah,

Scoperta = gioco
Il fascino dello spazzolino
Ogni scoperta è un'esperienza straordinaria: un mazzo di chiavi, aprire uno sportello o sbattere due
coperchi sono giochi divertenti (e, a volte, “ipnotici”!) per qualsiasi piccolo. Il classico giocattolo
stereotipato (così definiscono il “prodotto da negozio” i pedagogisti) - e troppo automatico - esercita
molto meno fascino. Un fatto evidente che tutti i genitori hanno sotto gli occhi (anche se sono spesso
poco convinti), confermato dagli esperti.

“Gli oggetti quotidiani, spessissimo, attirano molto più l'attenzione del bimbo rispetto a molti giocattoli,
lasciando i genitori un po' perplessi”, afferma Federica Grittini.

Parola d'ordine: semplicità


“Di fatto, la quotidianità offre tantissimi oggetti con i quali i bambini possono soddisfare in modo
gratificante il loro bisogno di scoperta. E, naturalmente, il mondo circostante – con le sue infinite
possibilità - regala al bimbo un ventaglio di sperimentazione che non si può certo trovare nei cataloghi
di giocattoli”, continua la pedagogista.

“Basta pensare al classico gioco dei travasi che si può fare anche in cucina, tra pentole e contenitori
mentre la mamma prepara la cena... Anche un sacco di bigodini si presta, per esempio, a tantissime
attività”.

Ma questo, ovviamente, non si traduce in un “no” tassativo a tutti i classici giocattoli da negozio che, in
alcuni casi, hanno un buon potenziale per stimolare lo sviluppo psicomotorio del bimbo: “Molto dipende
da cosa si acquista, quelli semplici sono i più validi, a partire dal tappeto delle attività per i più piccoli,
per esempio, accanto alle costruzioni e ai puzzle per i più grandi”, sottolinea Federica Grittini.

Cestoni stracolmi, addio


“Un aspetto, però, importante è quello di non esagerare mai, anche con la quantità, perché il 'troppo'
genera confusione”, consiglia l'esperta. “Occorre anche evitare i cestoni pieni di giocattoli, tutti
mescolati a caso, uno dentro l'altro. Ogni gioco deve avere la sua collocazione: in questo modo anche il
riordino fa parte del gioco stesso e stimola la concentrazione. Una stanza con il pavimento pieno di
giochi crea sovraeccitazione, il bimbo non sa più come orientarsi e passa da un gioco all'altro in modo
confusionario. E poi, anche mettere in ordine può diventare divertente: basta scagliare gli oggetti in una
scatola o in sacco – ed ecco che il gesto, lanciare, così contestualizzato, serve da sfogo e ha una
funzione positiva”, conclude l'esperta.

TANTI GIOCHI DA 1 A 10 ANNI

Giochi all'aperto per bambini


Se pensate che un giretto o una puntatina “tocca e fuga” al parco sia più che sufficiente “per far
prendere aria” al bimbo, purtroppo sbagliate di grosso. E va anche sfatata l'idea che vento, pioggerella,
nuvole avverse (o raggi troppo caldi, tiepidi, freddi!) rappresentino un serissimo impedimento per
mettere un piede fuori casa. Tutti gli esperti sono concordi sui vantaggi dell'aria aperta (anche in città)
per il benessere psicofisico del bambino. “In ogni stagione dell'anno, stare e sostare all'esterno è un
preciso diritto di ogni piccolo, già dai primi mesi di vita”, ci conferma Federica Grittini, pedagogista Anpe
- Associazione Nazionale Pedagogisti Italiani, presso lo storico consultorio milanese Cemp
(http://www.consultoriocemp.org/servizi). E, naturalmente, il gioco all'aperto ha un grande valore fisico,
sociale, emotivo, conoscitivo e comunicativo. Non a caso, in Australia, gli spazi all'esterno degli asili
nido e delle scuole materne sono chiamati “area di apprendimento”.
“Il bambino, a ogni età, deve avere la possibilità di usare le mani e toccare, per esempio, i rametti e l'erba di un
parco, sentire il profumo del terreno bagnato dopo la pioggia e vedere le sfumature del cielo verso il
tramonto”, racconta la pedagogista. “Noi non siamo più abituati a cogliere tutto quello che ci circonda
ma la scoperta del mondo, lontano da pareti e soffitti, è fondamentale per la crescita del bambino”.
In tutte le fasce di età, è importante sperimentare e affinare i sensi all'aria aperta: semplici pezzetti di
legno, sassi, foglie sono strumenti educativi essenziali per creare. E lo spazio alla creatività con quello
che offre la natura è possibile anche in una piccola area verde cittadina. Per i più grandi, poi, giocare
fuori ha una funzione di gsfogoh ed è utilissimo da un punto di vista psicomotorio.

L'adulto può proporre attività e giochi adatti alla fase di sviluppo del figlio in un semplice giardino, in
cortile, al parco... Per stimolarlo nelle sue prime conquiste, per condividere insieme un'esperienza
essenziale come il gioco e sostenere la sua socialità.

Attenzione, però, a non diventare troppo invadenti. “Il bambino ha bisogno anche del suo spazio e dei suoi
tempi per creare in autonomia senza attività strutturate proposte dal genitore”, raccomanda Federica
Grittini.
In una parola: non strafate! “In questo momento storico, i genitori tendono a programmare e organizzare il
tempo libero dei bimbi, dimenticando un'altra cosa fondamentale: il diritto all'ozio”. Bene, dunque, ai
giochi organizzati ma anche solo correre, saltare, rotolarsi, girare (o gattonare per i lattanti) sono attività
importantissime per il bimbo che scopre il mondo. E non permettergli di sperimentare a pieno l'esterno
significa, alla fine, deprivarlo di un'esperienza.

“È sempre bello vivere all'aperto, in ogni stagione ci sono stimoli visivi, tattili e olfattivi diversi. Le
mamme che temono la pozzanghera al parco per paura dell'igiene, non pensano che tappeti e
moquette negli spazi chiusi veicolano molto più germi e sono molto più sporchi. Non dimentichiamo, tra
l'altro, il diritto del bambino a sporcarsih, sottolinea l'esperta.

Quanto ai piccolissimi, anche in questo caso, la pedagogista ribadisce la valenza positiva dello stare all'aria
aperta: “ Già per un neonato una passeggiata al parco è una forte esperienza emotiva. Prendere tra le
manine una foglia, toccarla, sentire che scricchiola è un gioco che mette in campo tutti i sensi ed è
un'emozione grandissima. E anche gattonare liberamente sull'erba, o stare sotto i raggi del sole, sono
pratiche (e gioco) insostituibili”.
Allora mamme, tutte pronte per correre al parco?

Giochi all'aperto per bambini 1-2 anni


Giro-girotondo
È un vecchio “classicone” ma sempre amatissimo dai bimbi di questa fascia di età, quindi non
sottovalutatelo! E poi, il girotondo è un ottimo gioco di motricità che permette ai piccoli di esercitare
equilibrio e coordinazione. Ne esistono tante versioni, la più famosa è forse la filastrocca “Giro
girotondo, casca il mondo, casca la terra, tutti già per terra!” ma ce ne sono tantissime altre (provate a
cercare con Google e resterete stupiti). Noi vi proponiamo una bella interpretazione dello Zecchino
D'oro dell'edizione del 1966.
Arte commestibile
Carta, colori “speciali” e... lasciate il vostro piccolo solo con il pannolino per esprimersi al meglio. Per
prima cosa, preparate tante ciotole di budino di colori diversi con una consistenza un po' liquida e
molliccia. Munitevi di fogli grandi, tipo carta da pacchi (si trovano anche bianchi), e tappezzate un
angolo di giardino (balcone, terrazza, cortile). Con queste tinte “buonissime”, il bimbo (già a partire da
18 mesi) potrà mettere alla prova la sue abilità grafico-pittoriche in totale libertà e senza nessun rischio
(i classici colori sono adatti a bimbi un po' più grandi che non mangiano tutto).

Mini bucato
L'idea è semplicissima ma assolutamente efficace e divertente per una giornata calda. Prendete una
bacinella un po' grande e invitate il vostro bimbo a scegliere vestitini e pupazzetti che desidera lavare.
Usate un sapone neutro e schiumoso e lasciate vostro figlio solo con il pannolino libero di fare il suo
bucatino e schizzare acqua ovunque... Ricordate che già così piccoli, i bimbi amano imitare le attività
degli adulti e imparano proprio ripetendo gli stessi gesti.

Travasi commestibili
Se in casa temete che il bimbo sporchi troppo, dimenticate questo pensiero all'aria aperta e offritegli la
possibilità di divertirsi con i travasi. Procuratevi contenitori, scatole e recipienti di diverse dimensioni e
riempiteli con terra, farina gialla (sabbia se siete al mare!) o bianca, pezzetti di ghiaccio. Il gioco dei
travasi piace moltissimo a tutti ed è molto importante: affina la capacità di manipolazione e stimola il
tatto con sensazioni diverse che il piccolo impara a riconoscere.

Vasca tattile
Procuratevi una classica piscina gonfiabile (o una “tinozza” grande e larga con bordi bassi) e
selezionate tanti materiali diversi... Ritagli di tessuto, panno, spugnette, palline leggere (ottime quelle
ecologiche di mais), quadri di cartoncino, giusto per darvi qualche idea. Potete aggiungere tutto quello
che vi suggerisce la fantasia (e il buon senso!) in grado di suscitare impressioni tattili piacevoli.
Ovviamente evitate oggetti piccoli che potrebbero essere ingoiati nella foga del divertimento. Una volta
completata la raccolta, riempite la vasca e lasciate che il vostro piccolo, coperto solo con il suo
pannolino, si “tuffi” tra i materiali sperimentando le sensazioni sulla sua pelle. Ecco un gioco sensoriale
divertente e utilissimo per stimolare il bimbo anche molto piccolo

Giochi all'aperto per bambini 2-4 anni


Parcheggio arcobaleno
“Brum Brum” è un'espressione molto comune già tra i piccolissimi (maschietti, chissà perché?!) che
adorano le auto vere e, naturalmente, anche quelle giocattolo. Ecco un'idea simpatica che asseconda
questa passione e richiede diverse abilità. Con dei gessetti colorati, tracciate per terra una sorta di
grande rettangolo con tanti posti auto e munitevi di una pallina (un sassolino, un dado...). Invitate il
bimbo a lanciarlo sui quadrati disegnati e a parcheggiare poi l'automobilina nella posizione corretta,
dicendo ad alta voce: “Parcheggiamo questa macchinina nel posto rosso!”. In questo modo, il bimbo
può esercitare la coordinazione (tirare il sasso, sistemare bene l'automobilina nel quadrato non è così
scontato!), la vista e iniziare a individuare i diversi colori.

Mosca cieca
È un gioco veramente antico: pare che fosse già diffuso ai tempi dei romani e poi conquistò le corti
europee e continua a essere praticato in tutti i paesi del mondo. Proponetelo anche voi al vostro
bambino e ai suoi amici, al parco, in giardino o in cortile. Un piccolo giocatore a sorte viene bendato e
gli altri si muovono intorno liberamente: la mosca deve cercare di “acchiappare” i compagni e
riconoscerli con il tatto. Ancora dubbi sulla sua validità? Il gioco aiuta ad acuire i sensi, la memoria e ha
un'altra importante funzione: esorcizza la paura del buio, abbastanza tipica tra i bimbi di questa fascia
di età.

Bolla gigante
Fare le bolle di sapone è un'attività sempre molto gradita: noi vi suggeriamo una “versione fai-da-te”
adatta ai più grandicelli, intorno ai 3 anni e mezzo-4. Prendete una cannuccia, circa un metro di spago,
una bacinella e del sapone liquido per fare le bolle. Tagliate la cannuccia a metà e infilatela alle due
estremità dello spago in modo da poterla stringere in mano. Bagnate la corda con il sapone liquido
nell'apposita bacinella e, raccomandando al vostro bambino di non lasciare la presa, fate ondeggiare il
filo. Piano, piano, ecco apparire una bolla gigante!

Regina reginella
Ecco un classico gioco ancora molto amato dai bambini: ve lo ricordate? A volte, ora, è chiamato
“correre come... saltare come....” ma le regole non cambiano ed è un perfetto esercizio psicomotorio (il
bimbo deve fare un “sacco di cose”: riconoscere l'animale e fare il movimento in modo corretto). La
Regina (ruolo che potete rivestire voi se i bimbi sono pochi e ancora piccoli, intorno ai 2 anni e mezzo),
si mette a circa 10-15 metri dai giocatori che a turno devono chiedere: “Regina, reginella quanti passi
devo fare per arrivare al tuo castello tanto bello?”. A sua discrezione, la Regina indica un numero di
passi da 1 a 5 di un animale, ovviamente tutti diversi. Chi sbaglia torna alla partenza, vince invece chi
arriva per primo dalla Regina. Qualche esempio di passo?
- formica, un piede davanti all'altro
- leone, balzo a piedi uniti
- gambero rosso, cammina all'indietro
- passero, passetti in punta di piedi
- rana, balzo con mani in avanti

Salto della corda


In genere, saltare alla corda piace più alle bambine: potete proporre questa attività a partire dai 3 anni
circa, iniziando con i saltelli più semplici per aumentare con il tempo le difficoltà (le varianti con la corda
sono infinite). Un tempo (non troppo lontano, anche quando chi scrive era piccola), si giocava in 3, e
ogni giocatrice rispondeva al nome di un frutto secondo la filastrocca: “pomo, arancio, lista, e limone”.
Chi sbagliava passava la corda alla bimba con il nome del frutto corrispondente al momento del suo
“errore”. Provate anche voi. E ricordate, infine, che questo semplice gioco stimola muscoli e
coordinazione e fa bene anche alle mamme (già, si bruciano un sacco di calorie!).
Giochi all'aperto per bambini 5-6 anni
Sculture fredde
Ecco un'attività divertente per le giornate più calde che si può svolgere anche sul balconcino di casa.
Procuratevi qualche cartone del latte (quelli a parallelepipedo) e riempiteli di acqua, infilateli nel freezer
in modo da ottenere dei bei blocchi di ghiaccio. Date al bambino un paio di cucchiai di metallo (perfetta
anche una spatolina, tipo quelle della torta, o un cacciavite piatto se vi fidate) e invitatelo a creare delle
sculture con il ghiaccio. Un ottimo modo per “allenare” le abilità manipolative, la fantasia... e stare al
fresco!

Ostacoli: pronti, via!


Potete inventare un percorso a ostacoli all'aperto semplicemente guardandovi intorno: un tronco caduto
da superare, un masso su cui saltare prima su e poi giù, un muretto dove camminare in equilibrio, un
cespuglio da aggirare... sono tutti ottimi alleati. Ma potete anche ricorrere a oggetti “meno naturali” (tipo
sedie, scatoloni, assi) per costruire un percorso anche in cortile o in giardino.
Con questo gioco, i bambini imparano che alcuni oggetti, per esempio, sono più bassi e devono
abbassarsi per scivolare sotto. In tutti i casi, il percorso migliora le capacità motorie perché richiede una
grande varietà di movimenti.

Sardine
Il nome non vi dice nulla? Non è nient'altro che il classico Nascondino al contrario! In questa versione,
infatti, tutti i bambini fanno la conta (chiedete prima fino a che numero sanno contare, questo cambia
molto per ogni bimbo) mentre solamente uno si nasconde. Poi tutti partono alla ricerca dell'amico
nascosto. Per stabilire il primo candidato, potete ricorrere alla filastrocca che vi suggeriamo qui sotto.
Chi trova il nascondiglio si mette accanto al compagno e aspetta che anche gli altri bimbi arrivino e si
“schiaccino” nello stesso posto. L'ultimo giocatore perde e al turno successivo si nasconde. Questo
gioco di ricerca (che spesso piace anche ai bambini più grandi) contribuisce a sviluppare l'attenzione, lo
spirito di osservazione e stimola anche vista e udito... Cosa vogliamo di più?
Cerco il nascondiglio
se ti trovo non ti piglio
non ti piglio e mi nascondo
cerca tu per tutto il mondo 
cerca cerca il nascondiglio
sopra il tetto, sotto il tiglio...
Chi comincia? 1,2,3 si comincia da te

Quattro cantoni
Ecco un gioco tradizionale che stimola velocità, attenzione e riflessi. Ve lo ricordate? Un bimbo sta in
mezzo a uno spazio delimitato, appunto, da 4 cantoni (alberi, sassi sul terreno, segni col gesso, palle
gonfiabili.), e gli altri 4 si scambiano liberamente i posti senza ordine preciso. Scopo del gioco è
occupare il cantone libero e, quindi, passare il turno al nuovo sfidante. Potete fare una variante con
della musica che fermerete di colpo (tipo gioco delle sedie): al bimbo senza posto, toccherà andare in
centro.
Strega comanda colore
Se pensate che i bimbi di questa fascia di età conoscano pochi colori, rimarrete stupiti. La “strega”
nomina il nome di un colore e tutti i giocatori devono correre a toccare un oggetto con quello stesso
colore, mentre la strega li rincorre per bloccarli. È un ottimo gioco sensoriale che richiede anche un
bello sforzo motorio (si corre!) e piace ai bimbi intorno ai 5 anni e anche a quelli più grandicelli (specie
alle bambine) in età scolare.

Giochi all'aperto per bambini 7-8 anni


Lettere con il corpo
Questo gioco può coinvolgere un paio di bambini o due squadre. In ogni caso, per il singolo o il gruppo,
il difficile obiettivo è creare una lettera dell'alfabeto con il corpo assumendo “stranissime” posizioni. Agli
altri bimbi (o ala squadra ) tocca indovinare di che lettera si tratta. Questa attività strappa sempre il
sorriso e impegna tutti i muscoli del corpo. Ma non è tutto: l'esercizio ha anche un valore positivo verso
i segni, le lettere, che rimandano al mondo della scuola e a pratiche - scrittura e lettura - “obbligate”.

1, 2, 3 stella
Un giocatore si appoggia a un muro o, comunque, chiude gli occhi, mentre gli altri partecipanti si
mettono a circa una ventina di metri, su una linea di partenza. Scopo del gioco è avvicinarsi senza
essere visti. Il bimbo “che sta sotto” dice, infatti, “1,2,3... stella!” e si gira di scatto: chi viene visto, torna
indietro. È un ottimo gioco motorio che favorisce anche equilibrio (stare fermi immobili!) e riflessi.
Tenete presente che può piacere anche a bambini un po' più piccoli, in particolare femminucce.
Abbastanza simile è la versione chiamata "Le belle statuine" che permette di mettere ancora più alla
prova il senso dell'equilibrio. Un bimbo si volta e canta "Le belle statuine d'oro e d'argento del 1500,
cosa faran?" e tutti gli altri si devono spostare e assumere posizioni strane. Quando il bimbo si gira, chi
non è fermo come una statua, torna alla partenza.

Campana
Giocavate anche voi a Campana nel cortile di casa? Probabilmente sì, ma ripassiamo insieme le regole
per proporlo al vostro bambino e a qualche amichetto (ma potete giocare anche solo voi e vostro
figlio!). Disegnate per terra la campana, con le caselline e i numeri da 1 a 8. Per prima cosa, si tira un
sasso sul numero uno e si comincia con il piede destro sull'1, poi con il sinistro sul 2, ancora con il
destro sul 3, con entrambi i piedi su 4 e 5, destro sul 6 e di nuovo fermi su 7 e 8. A questo punto, il
bambino deve girarsi, ricominciare e, se arriva alla casella del numero 1, lanciare il sasso sul 2 e
ripartire... Ecco, di certo, non è “troppo” facile: questo antico gioco richiede infatti abilità, equilibrio e
precisione.

Bastian contrario
Con questo gioco potete intrattenere vostro figlio e un gruppetto di amici, magari in occasione di una
festa al parco. Chiedete ai bambini di formare un cerchio e voi mettetevi nel mezzo. Prendete un
cappello, un bicchiere e una sedia ed eseguite dei movimenti in sequenza: i bambini devono fare
esattamente il contrario di quello che fate. Se, per esempio, vi sedete, i giocatori dovranno alzarsi. Chi
ripete lo stesso gesto è invece eliminato, vince l'ultimo bambino che riesce a restare nel cerchio. I
possibili benefici? È un sistema divertente per allenare attenzione, memoria e anche i riflessi.

Il telefono senza fili


Ecco una sfida per due squadre, disposte in fila indiana: trasmettere passando parola, chiaramente
sottovoce, un messaggio dal primo all'ultimo bambino dello stesso gruppo. Consegnate due fogliettini di
carta con due frasi identiche tipo “Sei andato in bici con la mamma a comprare il gelato” al capofila di
ogni gruppo. Il primo bambino deve leggere il messaggio e sussurrarlo al compagno vicino e così via
fino all'ultimo. Vince la squadra che riesce a trasmettere la frase nel modo più corretto possibile. Un
ottimo gioco per affinare l'attenzione e le capacità di ascolto ed è anche molto divertente.

Giochi all'aperto per bambini 9-10 anni


Lancia la palla-goria
È possibile giocare anche solo in due ma se il numero dei partecipanti è maggiore, è più divertente.
Mettetevi di fronte se siete in due o formate un cerchio nel caso di un gruppetto in modo che ognuno
possa tirare comodamente la palla (decidete come) a un compagno. Per prima cosa, occorre stabilire
una categoria: fiori, animali, film, cartoni animati, Paesi, Stati e così via. Una volta compiuta la scelta,
per esempio animali, chi inizia dice il primo nome, “Dromedario” e lancia la palla (che non deve cadere)
a un altro giocatore. Chi sbaglia e ripete un nome già detto, al terzo errore, viene sospeso dal gioco e
deve scrivere su un foglio tutti i nomi che gli vengono in mente di quella stessa categoria. Ecco
un'attività “intelligente” che offre molti stimoli a livello cognitivo: il concetto di categoria/gruppo, per noi
scontato, non lo è affatto così tanto per i bambini di questa fascia di età. In più, il gioco aiuta a
migliorare le capacità di ascolto e mnemoniche.

Fisarmonica
La mamma può proporre questo gioco a un gruppo di ragazzini in cerchio, magari per una festa di
compleanno. E non dimenticate carta e penna per tutti. L'adulto fa una domanda alla volta e, per
ognuna, ogni bambino scrive una risposta fantasiosa, piega il foglio e lo passa al vicino. La stessa
operazione si ripete per la seconda domanda e via di seguito: alla fine, ogni giocatore ha un foglio in
mano piegato a fisarmonica, dove ci sarà una frase per piega... Non resta che leggere le storielle nate
su tutte le “fisarmoniche”. Un premio alla più bizzarra, le risate sono garantite e pensate anche
all'esercizio di creatività, scrittura, lettura...
Ecco le domande:
1. Qual è il momento della giornata che ti piace di più?
Chi ti è davvero antipatico?
2. Quale è la cosa che il tuo migliore amico/a fa meno volentieri?
Dove metti le tue cose quando la mamma ti chiede di mettere in ordine?
Dove ti piacerebbe passare un mese da super sogno?
Con chi partiresti per la tua favolosa vacanza?
Cosa dicono i vicini di casa quando giochi e fai le feste con i tuoi amici?
Waterball
Procuratevi dei palloncini gonfiabili, e riempiteli di acqua, e asciugamani da spiaggia per questa attività
perfetta per una giornata calda. Tracciate una linea sul terreno di 4-5 metri e create due squadre di
numero pari (quindi, minimo 2 ragazzini per squadra, o 4, 8 etc) che si mettono una di fronte all'altra.
Ogni coppia tiene l'asciugamano aperto e lo usa per ricevere e lanciare il palloncino pieno d'acqua alla
squadra avversaria. Chi fa cadere la “waterball”, non riesce a buttarla oltre la riga, o la fa scoppiare
riceve un punto: a quota 3 la coppia viene eliminata. Si procede così con finali e semifinali come nelle
“vere” gare. Divertente... e allena in modo “fresco” muscoli, riflessi e velocità.

Carovana
Ecco una sfida simpatica per due squadre che mette alla prova tante capacità: attenzione, ascolto,
orientamento, riflessi... I componenti di ogni gruppo si dispongono in fila indiana, con le mani sulle
spalle di chi li precede, tutti bendati, a esclusione dell'ultimo bambino. Al momento del via, le due
squadre devono andare avanti in modo parallelo per raggiungere un obiettivo (tipo albero, muretto,
qualcosa di grosso) seguendo le indicazioni del giocatore non bendato. Sembra facile? Non lo è affatto
perché il ragazzino-guida non può parlare! Deve infatti indirizzare il bimbo davanti a lui con dei colpetti
sulle spalle e questo, a sua volta, cercherà di “passare” l'indicazione silenziosa a chi lo precede fino ad
arrivare al ragazzino in testa alla fila. Vince il gruppo che si avvicina per primo al traguardo fissato.

Pallabomba
Bastano una palla e un lettore musicale portatile per questo allegro gioco adatto a un gruppo di
ragazzini. Mentre la musica va, i giocatori si devono lanciare la palla a ritmo molto veloce: chi ce l'ha in
mano quando cade il silenzio, viene eliminato. La gara procede a furia di eliminazioni, a suon di note,
fino all'ultimo giocatore. È semplice ma il divertimento è garantito e stimola riflessi e velocità.

L’importanza dell’educatore nello sviluppo motorio dei bambini 

Se vediamo una panchina il pensiero immediato del suo utilizzo è di


sedersi sopra; se vediamo una penna pensiamo a utilizzarla in un certo modo per scrivere; se
vediamo una scala che coduce nel punto in cui vogliamo andare, pensiamo a salirla.Tuttavia non
sempre ciò siamo certi di poter fare quello che pensiamo.    Per esempio, se i gradini sono troppo
alti, dopo uno o due tentativi falliti cerchiamo una strategia diversa per andare al piano di sopra.Può
anche capitare che l’altezza degli stessi gradini non ci sembri unproblema in alcuni casi e diventi
invece il vero problema in altri.Se, ad esempio, veniamo da un infortunio che ci ha
ridotto  temporaneamente la capacità di muoverci agilmente con le gambe,lo stesso gradino che
qualche mese prima facevamo senza pensarci ora diventa un ostacolo quasi insuperabile, pur
trattandosi degli stessi gradini della medesima altezza e dimensione e pur non essendoci reali limiti
fisici al superamento dell’ostacolo.In casi come questi, neppure proviamo a salire i gradini ci
convinciamo di non essere in grado di salirli.

Cos’è che ci permette di credere di essere in grado di salire un gradino o di superare un ostacolo?

Viene immediato pensare che questa consapevolezza dipenda dalla conoscenza delle nostre capacità
motorie e fisiche.Tutti i giorni saliamo la scala, quindi siamo sicuramente capaci di salire un
gradino!                         Ma come si costruisce questa consapevolezza? Cosa succede quando
affrontiamo un’esperienza nuova?
Karen Adolph, l’importante ricercatrice statunitense dello sviluppo psicomotorio dell’infanzia, ha
dimostrato che il bambino piccolo percepisce diversamente le possibilità di scendere una ripida
discesa a seconda delle proprie competenze motorie. Se non è competente, ad esempio nel
camminare, effettua alcune prove che quasi sempre si rivelano fallimenti, per cui la ripida discesa si
tramuta subito in una caduta. Se invece è molto competente nel camminare, nel vedere la nuova
situazione ne percepisce la novità e la difficoltà, adotta un approccio più cauto sceglie e infine
sceglie la soluzione più idonea, per esempio si siede e scende per la discesa scivolando.
 Cosa succede quando un bambino esegue qualche cosa di nuovo? Egli prova e riprova fino ad
imparare. Frequenza, intensità e durata delle esperienze permettono al bambino di apprendere.
Come gli esperimenti della Adolph suggeriscono, l’acquisizione di una competenza è il presupposto
per affrontare con successo nuovi problemi. In altre parole, se siamo capaci di fare qualcosa ci
sentiamo anche capaci di fare qualcosa di più. Ma cosa succede se il nuovo compito è
particolarmente difficile? Proviamo e riproviamo senza scoraggiarci? Oppure, fatti alcuni tentativi
infruttuosi, si instaura in noi un senso di impossibilità a compiere l’azione e rinunciamo
definitivamente?

Osservazioni fatte al parco giochi su bambini che provano giochi diversi con diversi livelli di
difficoltà:
 Se l’attività richiesta è a portata di bambino egli/ella prova e riprova fino ad apprendere.
  Se l’esperienza è invece molto difficile i bambini dopo qualche tentativo abbandonano il
gioco e l’attività: essi percepiscono il gioco o l’attività al di fuori della loro portata.
 Il prof. Fumagalli, direttore del gruppo di ricerca sullo sviluppo motorio nell’infanzia
dell’Università di Verona, ha messo in evidenza in uno studio realizzato dal 2010-12 che i bambini
cambiano la propria percezione di difficoltà del compito se sono aiutati in modo discreto da un
esperto. Si è visto che l’importante non è far superare l’ostacolo ma fornire l’aiuto minimo che
consenta al bambino di svolgere quasi autonomamente il compito. Per esempio, dare la mano ad un
bambino che cammina sull’asse d’equilibrio serve poco allo sviluppo di quella competenza: in
realtà il bambino si autoconvince che può fare l’asse solo se accompagnato e non da solo. Se invece
l’accompagnatore si limita ad essere vicino per fornire un punto d’appoggio per i momenti di
difficoltà, il bambino gradualmente acquisisce la competenza necessaria e nel giro di poco pratica
autonomamente (e divertendosi) il gioco che sembrava così fuori dalla portata.

 Questo studio dimostra come la figura dell’educatore diventa fondamentale nello sviluppo

motorio di un bambino, soprattutto nell’apprendimento di attività difficili, al di fuori della

sua capacità. L’esperienza di successo, grazie all’aiuto dell’educatore, produce nel bambino il

convincimento che anche se il compito è difficile è tuttavia fattibile. Questa percezione positiva
della relazione capacità motorie-ambiente lo sprona a provare e riprovare, mettendo in atto le

operazioni fondamentali che promuovono l’apprendimento

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