Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
1. Il Ritmo
Il ritmo è l’ordine del moto. Può essere definito come una successione di accenti
forti e deboli ed eventuali pause. Con accento intendiamo l’evidenziazione di un
suono.
L’osservazione della natura ci suggerisce con la massima evidenza la presenza del
ritmo nell’universo. L’alternanza del giorno e della notte, le onde marine che
continuamente si succedono, i battiti del nostro cuore, il nostro respiro, fanno capire
che il ritmo è qualcosa di fortemente connesso al movimento che si ripresenta
regolarmente nel tempo. Questo effetto pulsante può essere avvertito anche nel
nostro discorso quotidiano, ma è soprattutto nella composizione poetica, dove
parole e sillabe sono più o meno strettamente raggruppate secondo un ordine, che
noi possiamo renderci conto di questo passo. Ecco qui il primo verso dell’Orlando
Furioso
Le dōnne, i cavalliēr, l’ārme, gli amōri…
I tratti indicano il punto in cui la pulsazione ha i suoi accenti principali.
Attività
Proviamo un ritmo
Possiamo distinguere ritmi naturali, quelli che la natura ci offre senza intervento
umano, e ritmi artificiali, prodotti dall’uomo, volontariamente o involontariamente,
con oggetti, macchinari, strumenti musicali. In musica tutti gli strumenti possono
produrre ritmi, ma i più specializzati in questo ruolo sono gli strumenti a percussione.
Nei tempi più antichi essi erano ricavati da tronchi d’albero, gusci di animali o
impiegando qualsiasi altro oggetto che la natura potesse offrire. Oggi ne esistono
di tantissimi tipi, di dimensioni e forme diverse e, per suonarli, devono essere percossi,
come dice il nome, con le mani oppure con bacchette di legno o di altro materiale.
Nella musica leggera il ritmo di un brano è scandito dalla batteria, un insieme di
tamburi e piatti che il batterista suona, usando bacchette di legno con le mani e
battenti azionati da pedali con i piedi. Nella musica classica è il percussionista che
si occupa di suonare tamburi, piatti, ecc., ma al ritmo partecipano anche tutti gli
altri strumenti dell’orchestra.
La pulsazione e il ritmo
La pulsazione (in inglese beat, cioè battito) è l’elemento musicale che scandisce il
tempo musicale.
Il ritmo di qualsiasi brano musicale si basa su dei battiti regolari chiamati pulsazioni.
Pensa al ticchettio di un orologio, al battito del cuore o ai passi dei soldati durante
la marcia. Sono esempi in cui dei battiti (pulsazioni) si succedono con regolarità alla
stessa distanza di tempo l’uno dall’altro. In musica la pulsazione è alla base
dell’andamento (o tempo) e “andare a tempo” significa adeguare i gesti del corpo
di chi danza o delle mani (e dei piedi) di chi suona e di chi ascolta al succedersi
delle pulsazioni.
In sintesi:
le pulsazioni ritmiche ci permettono di misurare la durata dei suoni
la velocità delle pulsazioni varia a seconda dell’andamento della musica
la pulsazione rappresenta l’unità di riferimento per i ritmi che si
sovrappongono
Attività
Senti la pulsazione
MM Andamento
(indicazione
agogica)
40-60 Largo
60-66 Larghetto
66-76 Adagio
76-108 Andante
108-120 Moderato
120-168 Allegro
168-200 Presto
200-208 Prestissimo
Il metronomo “moderno”
Attività
Lettura a tempo
Leggi le seguenti parole di due sillabe (bisillabe) staccandole e accentando, cioè pronunciando
con più forza, la prima sillaba:
Regola ora il metrònomo con velocità MM = 76 e prova a rileggerle a tempo, facendo cioè
corrispondere ogni sillaba ai movimenti del metrònomo. Hai ottenuto un metro binario, in cui le
pulsazioni sono di uguale durata, ma con un’alternanza di accenti forte-debole. Le sillabe
risultano raggruppate a due a due: alla prima corrisponde un accento forte, alla seconda un
accento debole.
Attività
Il metro ternario
Ripeti l’esperienza di lettura alla stessa velocità del metrònomo, ma questa volta con parole di tre
sillabe, sempre accentando la prima:
Questa volta hai ottenuto un metro ternario, in cui la successione degli accenti è forte-debole-
debole. Le sillabe risultano raggruppate a tre a tre: la prima corrisponde a un accento forte, la
seconda e la terza hanno accenti deboli. Allo stesso modo prova, con parole di quattro sillabe,
ponendo sempre l’accento sulla prima:
Esperienze sonore
3. La misura o battuta
Lo spazio compreso tra due stanghette (o spezzabattute) è chiamato misura (o
battuta). Il numero posto all’inizio del rigo indica il metro. La doppia stanghetta
indica la fine di una parte importante del brano. La fine del brano viene stabilita
dalla doppia stanghetta finale ed in questo caso è presentata graficamente con
una linea sottile ed una doppia. Se invece ci troviamo davanti ad una linea sottile
ed una doppia, preceduta o seguita da due puntini collocati nel secondo e nel
terzo spazio ci troviamo di fronte ad un segno di ritornello. La sequenza delimitata
dai segni di ritornello va eseguita due volte.
Esperienze sonore
do re mi sol fa mi re la re fa mi fa la mi re re do re mi fa
Dopo aver osservato questa sequenza ritmica poni gli accenti forti, inserisci le stanghette,
compresa quella finale, e scrivi il numero di misure della sequenza. Leggi le note in sequenza
aggiungendo il metronomo (MM = 72) rispettando sempre gli accenti forti con la voce.
4. L’indicazione metrica
Il metro musicale, o tempo, viene indicato scrivendo una frazione (indicazione
metrica) all’inizio del brano.
il numeratore indica il numero di movimenti o pulsazioni contenuti in ogni
misura o battuta
il denominatore, rappresentato con un numero (o con la nota
corrispondente) indica la durata di ogni pulsazione o movimento
6. La misura incompleta
Talvolta accade che un brano inizi con una misura incompleta, in cui la somma di
valori non corrisponde all’indicazione metrica. In questi casi la partenza non
avviene sull’accento forte del primo movimento, ma su uno degli accenti deboli di
quelli seguenti.
Si tratta di un’abbreviazione in cui i primi tre movimenti della prima misura
corrispondono a pause che non sono scritte, ma che devono essere immaginate e
contate prima della partenza.
Nei gesti del direttore d’orchestra l’accento forte del primo movimento è indicato
con un gesto verso il basso, denominato battere. Tutti gli altri movimenti, orientati
verso l’alto sono in levare. Per questa ragione un brano che non inizia sul primo
movimento della misura si dice che parte “in levare”.
Esperienze sonore