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TEORIA MUSICALE – UNITA’ 2 – RITMO E METRO

1. Il Ritmo

Il ritmo è l’ordine del moto. Può essere definito come una successione di accenti
forti e deboli ed eventuali pause. Con accento intendiamo l’evidenziazione di un
suono.
L’osservazione della natura ci suggerisce con la massima evidenza la presenza del
ritmo nell’universo. L’alternanza del giorno e della notte, le onde marine che
continuamente si succedono, i battiti del nostro cuore, il nostro respiro, fanno capire
che il ritmo è qualcosa di fortemente connesso al movimento che si ripresenta
regolarmente nel tempo. Questo effetto pulsante può essere avvertito anche nel
nostro discorso quotidiano, ma è soprattutto nella composizione poetica, dove
parole e sillabe sono più o meno strettamente raggruppate secondo un ordine, che
noi possiamo renderci conto di questo passo. Ecco qui il primo verso dell’Orlando
Furioso
Le dōnne, i cavalliēr, l’ārme, gli amōri…
I tratti indicano il punto in cui la pulsazione ha i suoi accenti principali.

Attività

 Proviamo un ritmo

Prova a battere le mani lasciando la stessa


distanza tra un battito e l’altro e battendo più
forte ogni quattro colpi, dando cioè un
accento.

Possiamo distinguere ritmi naturali, quelli che la natura ci offre senza intervento
umano, e ritmi artificiali, prodotti dall’uomo, volontariamente o involontariamente,
con oggetti, macchinari, strumenti musicali. In musica tutti gli strumenti possono
produrre ritmi, ma i più specializzati in questo ruolo sono gli strumenti a percussione.
Nei tempi più antichi essi erano ricavati da tronchi d’albero, gusci di animali o
impiegando qualsiasi altro oggetto che la natura potesse offrire. Oggi ne esistono
di tantissimi tipi, di dimensioni e forme diverse e, per suonarli, devono essere percossi,
come dice il nome, con le mani oppure con bacchette di legno o di altro materiale.
Nella musica leggera il ritmo di un brano è scandito dalla batteria, un insieme di
tamburi e piatti che il batterista suona, usando bacchette di legno con le mani e
battenti azionati da pedali con i piedi. Nella musica classica è il percussionista che
si occupa di suonare tamburi, piatti, ecc., ma al ritmo partecipano anche tutti gli
altri strumenti dell’orchestra.
La pulsazione e il ritmo
La pulsazione (in inglese beat, cioè battito) è l’elemento musicale che scandisce il
tempo musicale.
Il ritmo di qualsiasi brano musicale si basa su dei battiti regolari chiamati pulsazioni.
Pensa al ticchettio di un orologio, al battito del cuore o ai passi dei soldati durante
la marcia. Sono esempi in cui dei battiti (pulsazioni) si succedono con regolarità alla
stessa distanza di tempo l’uno dall’altro. In musica la pulsazione è alla base
dell’andamento (o tempo) e “andare a tempo” significa adeguare i gesti del corpo
di chi danza o delle mani (e dei piedi) di chi suona e di chi ascolta al succedersi
delle pulsazioni.
In sintesi:
 le pulsazioni ritmiche ci permettono di misurare la durata dei suoni
 la velocità delle pulsazioni varia a seconda dell’andamento della musica
 la pulsazione rappresenta l’unità di riferimento per i ritmi che si
sovrappongono

Attività

 Senti la pulsazione

Prova a schioccare le dita/battere le mani/battere il


piede a terra seguendo la pulsazione dei seguenti 3
brani. Qual è il più veloce dei tre? E il più lento?

Bach – “Preludio” dalla Suite inglese in La minore


https://youtu.be/m7_6ebDkink
Bach – “Sarabanda” dalla Suite francese in si minore
https://youtu.be/BvmCRthpRvM?t=372
Mozart – Serenata in Re Maggiore K203
https://youtu.be/L1LOmYx4M0Y
2. Il metronomo
L’apparecchio usato dai musicisti per stabilire l’esatto andamento di un brano
musicale si chiama metrònomo. Fu inventato da Johann Maelzel nell’Ottocento e
lo si può definire un orologio con il ticchettio regolabile in velocità. Generalmente è
a forma di piramide ed ha un meccanismo a molla che, una volta caricata, fa
oscillare lateralmente un’asticella emettendo un tac a ogni oscillazione, proprio
come un orologio a pendolo… ma rovesciato. Ogni tac del metrònomo
corrisponde ad una pulsazione. Sull’asticella è posto un peso spostabile
verticalmente lungo una serie di tacche. L’oscillazione risulta più lenta se il peso è in
alto, più veloce se è in basso. Ad ogni tacca cui fermare il peso è associato un
numero che indica quanti movimenti l’asticella compie in un minuto di tempo. Per
capire meglio, se fissiamo il peso alla tacca che indica il numero 60, l’asticella
oscillerà per 60 volte al minuto e ogni movimento durerà esattamente un secondo.
Il metrònomo può produrre da un minimo di 40 fino ad un massimo di 208 movimenti
al minuto. Vicino all’asticella sono riportati gli aggettivi (Adagio, Allegro, ecc…) che
indicano la velocità della musica (agògica) e ad ognuno di essi corrispondono il
numero minimo e il numero massimo di pulsazioni per quell’andamento.

MM Andamento
(indicazione
agogica)
40-60 Largo
60-66 Larghetto
66-76 Adagio
76-108 Andante
108-120 Moderato
120-168 Allegro
168-200 Presto
200-208 Prestissimo

Da quando il metronomo ha iniziato a diffondersi, i compositori hanno potuto


indicare con esattezza l’andamento dei loro brani ai musicisti che li eseguono. La
sigla MM (Metronomo Maelzel) seguita da un numero (da 40 a 208), posta all’inizio
dello spartito, indica la velocità con cui regolare il metronomo.

Il metronomo “moderno”

Oltre al tradizionale metronomo meccanico di cui sopra, l'avvento


dell'elettronica e dell'informatica ha portato a innumerevoli tipi diversi di
metronomo. Abbiamo metronomi elettronici, metronomi software e
persino metronomi on line utilizzabili attraverso il web. I metronomi software
si trovano sia come programmi a sé, sia come funzioni di utilità all'interno
di altri programmi musicali, particolarmente programmi di sequencer o di
hard disk recording.
3. L’accento e il metro
I movimenti regolari scanditi dal metronomo stabiliscono l’andamento della musica.
Tuttavia, per comprendere come nasce il ritmo, bisogna capire che cosa sono
l’accento e il metro musicale.
 L’accento forte è una pulsazione più marcata rispetto alle altre (accenti
deboli)

Attività

 Lettura a tempo

Leggi le seguenti parole di due sillabe (bisillabe) staccandole e accentando, cioè pronunciando
con più forza, la prima sillaba:

cà-ne pà-ne sà-le tò-po mè-la

Regola ora il metrònomo con velocità MM = 76 e prova a rileggerle a tempo, facendo cioè
corrispondere ogni sillaba ai movimenti del metrònomo. Hai ottenuto un metro binario, in cui le
pulsazioni sono di uguale durata, ma con un’alternanza di accenti forte-debole. Le sillabe
risultano raggruppate a due a due: alla prima corrisponde un accento forte, alla seconda un
accento debole.

 Il metro è l’elemento che scaturisce dal regolare succedersi degli accenti


forti e deboli.

Attività

 Il metro ternario

Ripeti l’esperienza di lettura alla stessa velocità del metrònomo, ma questa volta con parole di tre
sillabe, sempre accentando la prima:

tà-vo-lo Nà-po-li rà-pi-do frà-go-la

Questa volta hai ottenuto un metro ternario, in cui la successione degli accenti è forte-debole-
debole. Le sillabe risultano raggruppate a tre a tre: la prima corrisponde a un accento forte, la
seconda e la terza hanno accenti deboli. Allo stesso modo prova, con parole di quattro sillabe,
ponendo sempre l’accento sulla prima:

cà-ra-mel-la mòr-ta-del-la pàs-seg-gia-ta sé-re-na-ta

Questa volta è un metro quaternario e la successione degli accenti è forte-debole-mezzoforte-


debole.

Esperienze sonore

- Prova a ripetere le esperienze di lettura accompagnando ogni sillaba pronunciata con un


battito di mani, più marcato sull’accento forte
L’accento è rappresentato da quel simbolo simile al segno maggiore posto sopra o sotto la testa
della nota.

3. La misura o battuta
Lo spazio compreso tra due stanghette (o spezzabattute) è chiamato misura (o
battuta). Il numero posto all’inizio del rigo indica il metro. La doppia stanghetta
indica la fine di una parte importante del brano. La fine del brano viene stabilita
dalla doppia stanghetta finale ed in questo caso è presentata graficamente con
una linea sottile ed una doppia. Se invece ci troviamo davanti ad una linea sottile
ed una doppia, preceduta o seguita da due puntini collocati nel secondo e nel
terzo spazio ci troviamo di fronte ad un segno di ritornello. La sequenza delimitata
dai segni di ritornello va eseguita due volte.

Esperienze sonore

do re mi sol fa mi re la re fa mi fa la mi re re do re mi fa

Dopo aver osservato questa sequenza ritmica poni gli accenti forti, inserisci le stanghette,
compresa quella finale, e scrivi il numero di misure della sequenza. Leggi le note in sequenza
aggiungendo il metronomo (MM = 72) rispettando sempre gli accenti forti con la voce.
4. L’indicazione metrica
Il metro musicale, o tempo, viene indicato scrivendo una frazione (indicazione
metrica) all’inizio del brano.
 il numeratore indica il numero di movimenti o pulsazioni contenuti in ogni
misura o battuta
 il denominatore, rappresentato con un numero (o con la nota
corrispondente) indica la durata di ogni pulsazione o movimento

Indicazione Metro Numero di movimenti Durata di ogni movimento


metrica (numeratore) (denominatore)
2/4 binario 2 un quarto
3/4 ternario 3 un quarto
4/4 quaternario 4 un quarto

 La somma delle durate di suoni e pause di ogni battuta o misura deve


essere uguale all’indicazione metrica, cioè al tempo indicato all’inizio del
brano.
5. Le figure di durata

La semiminima e la sua pausa


La figura di durata chiamata semiminima è la figura musicale che indica un suono
della durata di 1 movimento, cioè 1 pulsazione.
Esperienze sonore
Nella seguente sequenza ritmica di semiminime e relative figure di pausa osserva
l’indicazione metrica e inserisci le stanghette, compresa quella finale. Poi suonala
con il flauto dolce.

Ora prova tu a comporre un esercizio ritmico di otto misure, inserendo semiminime


e pause a piacere, poi impara a suonarlo.
La minima e la sua pausa

La figura di durata chiamata minima (o metà) è la figura musicale che indica un


suono della durata di 2 movimenti. Ha la stessa forma della semiminima, ma ha la
testa bianca. La durata della minima (2/4) è uguale alla somma di due semiminime
(¼+ ¼).
Esperienze sonore
Suona il seguente esercizio ritmico in 2/4 con minime (2/4) e semiminime (1/4).
Attento a rispettare le pause.

La semibreve e la sua pausa


La figura di durata chiamata semibreve (o intero) è la figura musicale che indica
un suono della durata di 4 movimenti, cioè 4 pulsazioni. La sua durata è uguale alla
somma di due minime, oppure di 4 semiminime, o ancora di 1 minima e 2
semiminime. La pausa di semibreve è un rettangolino nero che si trova sotto il quarto
rigo, mentre la pausa di minima si trova sopra il terzo.

6. La misura incompleta
Talvolta accade che un brano inizi con una misura incompleta, in cui la somma di
valori non corrisponde all’indicazione metrica. In questi casi la partenza non
avviene sull’accento forte del primo movimento, ma su uno degli accenti deboli di
quelli seguenti.
Si tratta di un’abbreviazione in cui i primi tre movimenti della prima misura
corrispondono a pause che non sono scritte, ma che devono essere immaginate e
contate prima della partenza.

Nei gesti del direttore d’orchestra l’accento forte del primo movimento è indicato
con un gesto verso il basso, denominato battere. Tutti gli altri movimenti, orientati
verso l’alto sono in levare. Per questa ragione un brano che non inizia sul primo
movimento della misura si dice che parte “in levare”.

Esperienze sonore

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