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Giornale di guerra e di prigionia

di Carlo Emilio Gadda


Liceo scientifico Leonardo Da Vinci — Scuola italiana di Parigi

(Scuola italiana di Parigi) Giornale di guerra e di prigionia 1 / 22


Giornale di guerra e di prigionia

Definizione

(Scuola italiana di Parigi) Giornale di guerra e di prigionia 2 / 22


Giornale di guerra e di prigionia

Definizione
È una relazione giornaliera in cui si racconta giorno dopo giorno gli eventi
accaduti in guerra.

(Scuola italiana di Parigi) Giornale di guerra e di prigionia 2 / 22


Giornale di guerra e di prigionia

Definizione
È una relazione giornaliera in cui si racconta giorno dopo giorno gli eventi
accaduti in guerra.
Ma anche lo stile di vita dei soldati, dell’esercito, rapporti con gli altri. . .

(Scuola italiana di Parigi) Giornale di guerra e di prigionia 2 / 22


Giornale di guerra e di prigionia

Definizione
È una relazione giornaliera in cui si racconta giorno dopo giorno gli eventi
accaduti in guerra.
Ma anche lo stile di vita dei soldati, dell’esercito, rapporti con gli altri. . .

Perché Gadda ha scritto il Giornale di guerra e di prigionia?

(Scuola italiana di Parigi) Giornale di guerra e di prigionia 2 / 22


Giornale di guerra e di prigionia

Definizione
È una relazione giornaliera in cui si racconta giorno dopo giorno gli eventi
accaduti in guerra.
Ma anche lo stile di vita dei soldati, dell’esercito, rapporti con gli altri. . .

Perché Gadda ha scritto il Giornale di guerra e di prigionia?


Volontà di scrivere ciò che ha vissuto per lasciare una traccia come soldato

(Scuola italiana di Parigi) Giornale di guerra e di prigionia 2 / 22


Giornale di guerra e di prigionia

Definizione
È una relazione giornaliera in cui si racconta giorno dopo giorno gli eventi
accaduti in guerra.
Ma anche lo stile di vita dei soldati, dell’esercito, rapporti con gli altri. . .

Perché Gadda ha scritto il Giornale di guerra e di prigionia?


Volontà di scrivere ciò che ha vissuto per lasciare una traccia come soldato
Preoccupazione di non essere stato un bravo soldato: presentare la sua
esperienza per essere capito

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Giornale di guerra e di prigionia

6 quaderni (3o perso)

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Giornale di guerra e di prigionia

6 quaderni (3o perso)


1a edizione: 1955 (da Sansoni, a Firenze) dedicata a Tecchi, gestita da
Alessandro Bonsanti, 2o , 5o e 6o quaderno

(Scuola italiana di Parigi) Giornale di guerra e di prigionia 3 / 22


Giornale di guerra e di prigionia

6 quaderni (3o perso)


1a edizione: 1955 (da Sansoni, a Firenze) dedicata a Tecchi, gestita da
Alessandro Bonsanti, 2o , 5o e 6o quaderno
2a edizione: 1965 (da Einaudi, a Torino) sempre dedicata a Tecchi, 1o , 2o , 5o
e 6o , con illustrazioni, schizzi e censura di Gadda

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Giornale di guerra e di prigionia

6 quaderni (3o perso)


1a edizione: 1955 (da Sansoni, a Firenze) dedicata a Tecchi, gestita da
Alessandro Bonsanti, 2o , 5o e 6o quaderno
2a edizione: 1965 (da Einaudi, a Torino) sempre dedicata a Tecchi, 1o , 2o , 5o
e 6o , con illustrazioni, schizzi e censura di Gadda
pochissimi ritocchi

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Gadda durante la guerra
Soldato. . . intellettuale. . . essere umano. . .

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Rabbia

Che porca rabbia, che porchi italiani.

Quand’è che i miei luridi compatrioti di


tutte le classi, di tutti i ceti, impareran-
no a tener ordinato il proprio tavolino da Rabbia nei confronti dell’operato
lavoro? degli ufficiali e dei suoi compagni.
[Q]uesta razza di maiali, di porci, Considerava le loro azioni
di esseri capaci soltanto di imbruttire il sconclusionate ed inefficienti.
mondo con la prossilità dei loro atti scon-
clusionati (Treschè Conca, 24 luglio
1916)

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Tensione d’animo del combattente

Il periodo della preparazione è stato




vissuto da me come un seguito di an-


gosce, di ansie, di speranze: il periodo Anche nei lunghi momenti di inatti-
di guerra, pur non avendomi ancor vi- vità ai quali era costretto, è presente
sto al fuoco, mi ha continuamente la- in lui un intenso desiderio di agire, di
sciato nella tensione d’animo del com- rendersi utile, di combattere.
battente (Ponte di Legno, 31 dicembre
1915)

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Noia

Nulla di nuovo nella mia vita di questi

giorni
Nulla di nuovo assolutamente (Pon-
La noia è causata dall’inazione e
te di Legno, 7 e 10 dicembre 1915) dalla monotonia giornaliera.
Giorni di noia, di asfissia per la re-

clusione a cui siamo costretti: in certi


momenti abbattimento, paralisi della vo-
lontà e del desiderio. (Treschè Conca,
18 luglio 1916)

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Noia

Nulla di nuovo nella mia vita di questi

giorni
Nulla di nuovo assolutamente (Pon-
La noia è causata dall’inazione e
te di Legno, 7 e 10 dicembre 1915) dalla monotonia giornaliera.
Giorni di noia, di asfissia per la re- Ma in questi momenti di
clusione a cui siamo costretti: in certi sconforto emerge la personalità
momenti abbattimento, paralisi della vo- di Gadda perché. . .
lontà e del desiderio. (Treschè Conca,
18 luglio 1916)

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Attività intellettuali

 In questi giorni risolsi empiricamen-


te il problema della trisezione dell’an-
golo (Ponte di Legno, 17 dicembre Sente il bisogno incessante di
1915) combattere l’apatia anche
Tuttavia, non ostante questo spe-
dedicandosi ad attività
gnimento delle mie velleità d’azione intellettuali come la geometria,
nella santa guerra, e questa paralisi, il tedesco e la letteratura.
cerco di far qualcosa. Vorrei studiare Forte personalità
il tedesco (Treschè Conca, 21 luglio
1916)

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Desiderio dell’azione: senso del dovere o
mascheramento della paura?

In Gadda è sempre presente un forte desiderio d’azione, di essere utile alla pa-
tria. Ma la maggior parte delle volte si vede costretto all’inazione, non si sente
adeguatamente impiegato, vede intorno a sé un continuo disordine.
Gli deriva da ciò un sentimento di continua apatia della quale egli stesso si la-
menta, accompagnata dalla trascrizione di improvvisi scoppi d’ira che coinvolgono
tutti quelli che lo circondano.
Il continuo ripetere a se stesso di voler partecipare più attivamente alla guerra
può però essere analizzato anche come il comportamento di qualcuno che, di fronte
alla paura, cerca di auto-convincersi del suo coraggio o di dimostrarsi all’altezza del
fratello che rappresentava il suo ideale di soldato.

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si sta come d’autunno sugli alberi le foglie

Al momento della battaglia le truppe


sono mostrate stanche per le lunghe mar-
ce sopportate e per le levatacce nel mez-
zo della notte avvenute a causa di mo-
bilitazioni pre-battaglia spesso risultate
inutili.
Ricorderò sempre anche questo par-

ticolare che si aggiunse al mio do-


lore. E avanti, avanti, già stanchi,
sperando ancora, ma fra la crescente
preoccupazione. (23 ottobre 1917)

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Giudizi espliciti sugli ufficiali

[U]n reparto di chiacchieroni d’ogni risma, abbandonato a sé perché gli ufficiali

chissà dove sono. È una cosa che mi rende sanguinario dalla rabbia
Gadda nel suo diario non esita a giudicare in modo esplicito tanto i suoi ufficiali
quanto i suoi subordinati.
Presenta gli ufficiali come dei totali incapaci, ignoranti, egoisti, assenti e non
adeguatamente autorevoli.

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Giudizi espliciti sui soldati

Gadda trasmette tutto il suo sconforto e la sua disapprovazione anche nei confronti
di soldati, che con determinati modi di fare non rispecchiano i suoi ideali di guerra,
disciplina e di valore (es. trova sentinelle che dormono anziché sorvegliare, ecc.). È
infatti arrabbiato per la viltà e la vigliaccheria dei suoi compagni, che cercano in
tutti i modi di fuggire agli scontri armati, anche fingendosi malati.

[È] la continua dipartita, dal nostro reparto, di malati che entrano all’ospedale.

[. . . ] alcuni a ragione, altri schifosamente, per fifa. Questo mi fa venire una rabbia
convulsa, e diminuisce in me la stima per i miei soldati.

Questo in particolare fu un grande problema dell’esercito italiano.

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La battaglia di Caporetto

Ma proprio quando Gadda entra finalmente per la prima volta in azione. . .


si trova di fronte alla più grande disfatta dell’esercito italiano.
La battaglia viene descritta dall’autore come se quest’ultimo non conoscesse il
proseguimento degli eventi, ne deriva un senso di angoscioso disorientamento.

Avrei avuto ragione di credere che le

linee fossero ancora occupate dai nostri:


ma il nessun rumore, e l’ambasciata di
Raineri mi fecero quasi certo di essere
alla prima linea. (24 ottobre 1917)
Scritto con memoria fresca, nel cam-

po di concentramento, tra le 13 e le
16 del giorno 7 novembre 1917. Rastatt.
7 novembre 1917. Dò assicurazione delle
date e dei fatti.

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Rastatt

6 novembre 1917. È per Gadda la prima esperienza del campo di concentramento


di Rastatt. Tra le principali sensazioni: rimpianti, accuse, difese: amarezza,
La fame è tremenda.

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Rastatt

6 novembre 1917. È per Gadda la prima esperienza del campo di concentramento


di Rastatt. Tra le principali sensazioni: rimpianti, accuse, difese: amarezza,
La fame è tremenda.

Questa fame sarà sempre più forte tanto da rendere i prigionieri pedanti, scon-
trosi, stizzosi; la naturale povertà d’animo li fa mancar d’amore e di rispetto fino
alla sua destinazione in cucina.

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Rastatt

6 novembre 1917. È per Gadda la prima esperienza del campo di concentramento


di Rastatt. Tra le principali sensazioni: rimpianti, accuse, difese: amarezza,
La fame è tremenda.

Questa fame sarà sempre più forte tanto da rendere i prigionieri pedanti, scon-
trosi, stizzosi; la naturale povertà d’animo li fa mancar d’amore e di rispetto fino
alla sua destinazione in cucina.
Tuttavia essere un ufficiale di cucina aumenta verso di se il malcontento [. . . ]
causato dalla fame e dalla suggestione collettiva che in cucina si commettessero
irregolarità ma è inevitabile che mangi più degli altri, inoltre la razione dei Generali
deve essere più abbondante, la [sua] coscienza è tranquilla, ma la [sua] dignità ne
soffre.

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Anche i prigionieri hanno dei diritti, che però. . .

Nonostante la convenzione siglata dall’Aja nel 1907 nella quale si effettuò un


ampliamento del diritto umanitario in tempo di guerra, le condizioni dei soldati nel
Giornale di guerra e di prigionia sono pessime:
La fame è tremenda
Il freddo è insopportabile

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Cellelager

La vita in ciascuna delle baracche dove vivono i 60 soldati non è facile perché
gli spazi sono molto ristretti, si soffre molto il caldo e la convivenza può portare a
gravi malattie come la tubercolosi.
[V]edo prolungarsi il martirio, l’orribile costrizione, vedo la vita inutilizzata, e

non vedo la vittoria. (Celle-Lager, 26 maggio 1918).

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La relazione con le guardie

I soldati tedeschi trattano gli italiani come animali, sottoponendoli a continue


umiliazioni, ma soprattutto discriminandoli.
[. . . ] i tedeschi, maestri della falsità e gesuitismo, ipocriti fino alle midolla [. . . ]

per noi italiani è una bella umiliazione: vediamo i tedeschi farsi in quattro per
ospitare gli Inglesi, che temono e rispettano, mentre durante cinque mesi infernali
trattarono noi come dei porci. (Francoforte sul meno, 28 marzo 1918)

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La relazione con i compagni

In questo ambiente cosı̀ duro e dove


si deve in qualche modo sopravvivere si
crea molta solidarietà.
Ringrazio Dio con l’anima di avermi

dato soccorso nell’orrore; di non aver vo-


luto alla sventura il martirio “della com-
pagnia malvagia e scempia”, che tanto
mi gravo la pelle nella vita militare; d’a-
vermi dato il conforto di compagni buo-
ni, onesti, intelligenti, sani, il cui ricordo
non mi sarà doloroso nè amaro. (Celle,
31 luglio 1918).
Gadda resta comunque intellettuale,
dissociandosi da attività che organizza-
no gli altri soldati, quali tornei di vario
genere o spettacoli teatrali.

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Gadda durante la prigionia

Sensi di colpa/demoralizzazione
Seguirono, al due, giorni gravi e tri-

sti, in quella mia volontà lottò vanamen-


te contro turbamenti insostenibili
Io mi sento finito: sento di non aver

fatto abbastanza per la patria e per il


mio superamento morale, e di non esser
più in grado di fare. Potrei fare l’ulti-
ma buona azione della mia vita: farmi
bersaglio di una fucilata tedesca

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Gadda durante la prigionia

Sensi di colpa/demoralizzazione Nostalgia


Seguirono, al due, giorni gravi e tri- Il giorno 18 fu gramo; l’animo pre-

sti, in quella mia volontà lottò vanamen- da della disperazione, il corpo accasciato
te contro turbamenti insostenibili sul lettino. A sera l’affetto di mio fratel-
Io mi sento finito: sento di non aver lo assunse violenza nostalgica, tenerezza
fatto abbastanza per la patria e per il accorata, che mi costrinse al pianto.
mio superamento morale, e di non esser
più in grado di fare. Potrei fare l’ulti-
ma buona azione della mia vita: farmi
bersaglio di una fucilata tedesca

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Caratteristiche in comune con la guerra

Irascibilità/noia e gli studi


Mi rimane soltanto la nevrastenia mentale, nella forma sua più tenue per altro,

che è rabbia, eccitabilità, ipersensibilità d’animo. Leggo e studio volentieri quando


leggo studio.
Coi compagni, soliti scherzi in camerata, solito chiasso la sera, che talora si fa

alquanto noioso.

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Vita notata, del Giornale di guerra e di prigionia

La rinuncia: il congedo di Emilio Gadda


I disagi derivati dall’irrazionalità dei comandi e dai drammi della vita in
trincea porta Gadda a far la scelta del congedo definitivo.

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Vita notata, del Giornale di guerra e di prigionia

La rinuncia: il congedo di Emilio Gadda


I disagi derivati dall’irrazionalità dei comandi e dai drammi della vita in
trincea porta Gadda a far la scelta del congedo definitivo.
La perdita di Enrico
Quest’evento segnerà profondamente la vita di Emilio Gadda, perché Enrico
era considerato la parte migliore e più cara di me stesso (Milano, 25 marzo
1919) come dice lo stesso Gadda. Il rapporto fraterno fra i due, come fa capire
l’autore, era talmente forte da far credere ad Emilio di aver perso la ragione di
vivere.

(Scuola italiana di Parigi) Giornale di guerra e di prigionia 21 / 22


Vita notata, del Giornale di guerra e di prigionia

La rinuncia: il congedo di Emilio Gadda


I disagi derivati dall’irrazionalità dei comandi e dai drammi della vita in
trincea porta Gadda a far la scelta del congedo definitivo.
La perdita di Enrico
Quest’evento segnerà profondamente la vita di Emilio Gadda, perché Enrico
era considerato la parte migliore e più cara di me stesso (Milano, 25 marzo
1919) come dice lo stesso Gadda. Il rapporto fraterno fra i due, come fa capire
l’autore, era talmente forte da far credere ad Emilio di aver perso la ragione di
vivere.
Senso di colpa
Il congedo rappresenta per lui una sconfitta: reputando la sua vita oramai
inutile sostiene Io non sono più un uomo.

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Gadda scrittore
I dolori familiari e la tragica esperienza della guerra non lo hanno abbattuto
completamente. Hanno reso più forte il suo impegno letterario.
Carlo Emilio Gadda è uno dei massimi esponenti della narrativa novecentesca
italiana.

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Gadda scrittore
I dolori familiari e la tragica esperienza della guerra non lo hanno abbattuto
completamente. Hanno reso più forte il suo impegno letterario.
Carlo Emilio Gadda è uno dei massimi esponenti della narrativa novecentesca
italiana.

Quer pasticciaccio brutto de via


La cognizione del dolore (1963)
Merulana (1957)

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