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Definizione
Definizione
È una relazione giornaliera in cui si racconta giorno dopo giorno gli eventi
accaduti in guerra.
Definizione
È una relazione giornaliera in cui si racconta giorno dopo giorno gli eventi
accaduti in guerra.
Ma anche lo stile di vita dei soldati, dell’esercito, rapporti con gli altri. . .
Definizione
È una relazione giornaliera in cui si racconta giorno dopo giorno gli eventi
accaduti in guerra.
Ma anche lo stile di vita dei soldati, dell’esercito, rapporti con gli altri. . .
Definizione
È una relazione giornaliera in cui si racconta giorno dopo giorno gli eventi
accaduti in guerra.
Ma anche lo stile di vita dei soldati, dell’esercito, rapporti con gli altri. . .
Definizione
È una relazione giornaliera in cui si racconta giorno dopo giorno gli eventi
accaduti in guerra.
Ma anche lo stile di vita dei soldati, dell’esercito, rapporti con gli altri. . .
giorni
Nulla di nuovo assolutamente (Pon-
La noia è causata dall’inazione e
te di Legno, 7 e 10 dicembre 1915) dalla monotonia giornaliera.
Giorni di noia, di asfissia per la re-
giorni
Nulla di nuovo assolutamente (Pon-
La noia è causata dall’inazione e
te di Legno, 7 e 10 dicembre 1915) dalla monotonia giornaliera.
Giorni di noia, di asfissia per la re- Ma in questi momenti di
clusione a cui siamo costretti: in certi sconforto emerge la personalità
momenti abbattimento, paralisi della vo- di Gadda perché. . .
lontà e del desiderio. (Treschè Conca,
18 luglio 1916)
In Gadda è sempre presente un forte desiderio d’azione, di essere utile alla pa-
tria. Ma la maggior parte delle volte si vede costretto all’inazione, non si sente
adeguatamente impiegato, vede intorno a sé un continuo disordine.
Gli deriva da ciò un sentimento di continua apatia della quale egli stesso si la-
menta, accompagnata dalla trascrizione di improvvisi scoppi d’ira che coinvolgono
tutti quelli che lo circondano.
Il continuo ripetere a se stesso di voler partecipare più attivamente alla guerra
può però essere analizzato anche come il comportamento di qualcuno che, di fronte
alla paura, cerca di auto-convincersi del suo coraggio o di dimostrarsi all’altezza del
fratello che rappresentava il suo ideale di soldato.
[U]n reparto di chiacchieroni d’ogni risma, abbandonato a sé perché gli ufficiali
chissà dove sono. È una cosa che mi rende sanguinario dalla rabbia
Gadda nel suo diario non esita a giudicare in modo esplicito tanto i suoi ufficiali
quanto i suoi subordinati.
Presenta gli ufficiali come dei totali incapaci, ignoranti, egoisti, assenti e non
adeguatamente autorevoli.
Gadda trasmette tutto il suo sconforto e la sua disapprovazione anche nei confronti
di soldati, che con determinati modi di fare non rispecchiano i suoi ideali di guerra,
disciplina e di valore (es. trova sentinelle che dormono anziché sorvegliare, ecc.). È
infatti arrabbiato per la viltà e la vigliaccheria dei suoi compagni, che cercano in
tutti i modi di fuggire agli scontri armati, anche fingendosi malati.
[È] la continua dipartita, dal nostro reparto, di malati che entrano all’ospedale.
[. . . ] alcuni a ragione, altri schifosamente, per fifa. Questo mi fa venire una rabbia
convulsa, e diminuisce in me la stima per i miei soldati.
po di concentramento, tra le 13 e le
16 del giorno 7 novembre 1917. Rastatt.
7 novembre 1917. Dò assicurazione delle
date e dei fatti.
Questa fame sarà sempre più forte tanto da rendere i prigionieri pedanti, scon-
trosi, stizzosi; la naturale povertà d’animo li fa mancar d’amore e di rispetto fino
alla sua destinazione in cucina.
Questa fame sarà sempre più forte tanto da rendere i prigionieri pedanti, scon-
trosi, stizzosi; la naturale povertà d’animo li fa mancar d’amore e di rispetto fino
alla sua destinazione in cucina.
Tuttavia essere un ufficiale di cucina aumenta verso di se il malcontento [. . . ]
causato dalla fame e dalla suggestione collettiva che in cucina si commettessero
irregolarità ma è inevitabile che mangi più degli altri, inoltre la razione dei Generali
deve essere più abbondante, la [sua] coscienza è tranquilla, ma la [sua] dignità ne
soffre.
La vita in ciascuna delle baracche dove vivono i 60 soldati non è facile perché
gli spazi sono molto ristretti, si soffre molto il caldo e la convivenza può portare a
gravi malattie come la tubercolosi.
[V]edo prolungarsi il martirio, l’orribile costrizione, vedo la vita inutilizzata, e
per noi italiani è una bella umiliazione: vediamo i tedeschi farsi in quattro per
ospitare gli Inglesi, che temono e rispettano, mentre durante cinque mesi infernali
trattarono noi come dei porci. (Francoforte sul meno, 28 marzo 1918)
Sensi di colpa/demoralizzazione
Seguirono, al due, giorni gravi e tri-
sti, in quella mia volontà lottò vanamen- da della disperazione, il corpo accasciato
te contro turbamenti insostenibili sul lettino. A sera l’affetto di mio fratel-
Io mi sento finito: sento di non aver lo assunse violenza nostalgica, tenerezza
fatto abbastanza per la patria e per il accorata, che mi costrinse al pianto.
mio superamento morale, e di non esser
più in grado di fare. Potrei fare l’ulti-
ma buona azione della mia vita: farmi
bersaglio di una fucilata tedesca
alquanto noioso.