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20/10/2020

Principi dell’Esercizio Terapeutico

Docente : Ft. Fabio Manigrassi – Cert. Ortokinetico - Milano

Contenuti della lezione


• Definizione e scopi dell’esercizio terapeutico
• Revisione del concetto di lesione
• Fasi di guarigione dei tessuti
• Pianificazione dell’esercizio terapeutico per:
• Favorire la guarigione tissutale
• Migliorare la funzione fisica
• Modulare il dolore
• Correlazione tra lesione e controllo motorio

Definizione dell’esercizio terapeutico


• Esecuzione sistematica e pianificata di movimenti corporei,
posture ed attività fisiche.
• I piani e i sistemi di allenamento, sono individualizzati ai
bisogni unici del singolo soggetto trattato.

Kisner e Colby – Esercizio Terapeutico – Fondamenti e tecniche


20/10/2020

Scopi dell’esercizio/allenamento
terapeutico
1. Prevenire o RIPARARE DANNI TISSUTALI
2. Migliorare, favorire, ripristinare LA FUNZIONE FISICA
3. Prevenire o ridurre i fattori di rischio per la salute (obesità,
ipertensione, etc…..)
4. Ridurre e/o modulare IL DOLORE (acuto o cronico)

MODELLO ICF STATO DI SALUTE:


Stato di completo benessere fisico, psichico
e sociale e non semplicemente o necessariamente assenza di malattia
≠ da MODELLO BIOMEDICO

La scoliosi è una patologia?


20/10/2020

Scopi dell’esercizio/allenamento
terapeutico
1. Prevenire o RIPARARE DANNI TISSUTALI
2. Migliorare, favorire, ripristinare LA FUNZIONE FISICA
3. Prevenire o ridurre i fattori di rischio per la salute (obesità,
ipertensione, etc…..)
4. Ridurre e/o modulare IL DOLORE (acuto o cronico)

Dolore nocicettivo
• Meccanismo della lesione individuabile
• Dolore coerente con la causa determinante
• Comportamento meccanico (provocazione/attenuazione –
test positivi)

FAVORIRE I MECCANISMI DI GUARIGIONE DEL TESSUTO


20/10/2020

Aspettativa positiva

L’aspettativa della morfina


Vale come 6-8mg di morfina

Bialosky JE, Bishop MD, Cleland JA.


[

Phys Ther. 2010;90:1345–1355.]

L’allenamento alla resistenza produce


endorfine
• Un allenamento alla resistenza di circa 45 min risulta nel
rilascio di endorfine simili a circa 10 mg di morfina
endovenosa.

• L’allenamento alla resistenza min 63% fino a 75%VO2 Max,


minimo 30 min (meglio 45’) = aumento del rilascio di
neuropeptidi endogeni dal SNC.

LESIONE – REVISIONE DEI CONCETTI


• Premessa: Quando ad un sistema biologico viene imposto
uno stress (PHISICAL STRESS – PS), esso reagisce con un
tentativo di adattamento, quantificabile ad esso.
• La capacità di adattamento è unica per ogni individuo e
cambia nei momenti diversi della vita.
• La sintesi proteica e il turn over cellulare per il mantenimento
e l’adattamento del tessuto richiede un lavoro che assorbe la
maggior parte dell’energia disponibile. Per ADL ed esercizio
ne rimane circa il 30%.
20/10/2020

IL concetto di lesione
• Poco o nessuno PS è da considerarsi un fattore negativo per
l’organismo. I tessuti perdono progressivamente la tolleranza
al carico. Ciò vale per TUTTI i tessuti
• Per ogni diverso tessuto c’è uno stimolo, una progressione
ottimale e un tempo per migliorare la tolleranza al carico.
• (MANTENIMENTO) Fornendo sempre lo stesso quantitativo
di stress, si perde presto lo stimolo allenante.

IL concetto di lesione
• LESIONE = LO STRESS APPLICATO AL TESSUTO SUPERA LA SUA
TOLLERANZA AL CARICO E/O LE SUE CAPACITA’ DI
ADATTAMENTO.
• CAUSE:
• Trauma, infezione, malattia sistemica, degenerativa…
• Errata quantificazione dello stress meccanico
• Abuse
• Overuse
• Misuse
• Newuse E. Hengeveld, Kevin Banks
• Nonuse MAITLAND’S PERIPHERAL MANIPULATION
20/10/2020

IL concetto di lesione
• Indipendentemente dal tipo di lesione e dal tessuto
danneggiato, il modo in cui l’organismo reagisce è
sorprendentemente coerente!

• Ogni alterazione dell’Omeostasi mette in moto un


cambiamento chimico, metabolico e vascolare, per preparare
l’organismo alla riparazione cellulare

Fase 1: INFIAMMAZIONE
• E’ la reazione cellulare e
vascolare al danno o alla
morte cellulare.
• Limitare il danno,
rimuovere i detriti,
preparare la
ricostruzione.
• Rubor, tumor, calor,
dolor, functio lesa.

Fase 1: INFIAMMAZIONE
• Danno cellulare → alterata a vità chimica → irritazione
rece oriale → dolor → a vazione del sistema simpa co →
vasocostrizione immediatamente seguita da rilascio di
istamine (aumento permeabilità dei vasi , stasi venosa ed
edema ssutale→ tumor), prostaglandine (aumento
iperalgesia), bradichinine (produzione di fibroblas ) →
vasodilatazione ( rubor &calor) → a vazione del sistema
immunitario e di coagulazione.
• Iperattività muscolare neurologica di protezione (functio lesa)
20/10/2020

Immediatamente dopo il trauma


Cosa facciamo?
PROTECTION
PROTECTION
OPTIMAL
LOAD
REST
I CE Br J Sports Med. 2012 Mar;46(4):220-1. doi:

COMPRESSION 10.1136/bjsports-2011-090297. Epub 2011 Sep 7.


PRICE NEEDS UPDATING, SHOULD WE CALL
THE POLICE? Bleakley CM, Glasgow P, MacAuley

ELEVATION DC. Venter RE

Considerazioni su POLICE
PROTECTION
OPTIMAL
LOAD J Athl Train. 2012 Jul-Aug;47(4):435-43. doi: 10.4085/1062-6050-
47.4.14. What is the evidence for rest, ice, compression, and elevation

I CE
therapy in the treatment of ankle sprainsin adults Van den Bekerom
MP, Struijs PA, Blankevoort L, WellingL, van Dijk CN, Kerkhoffs GM.

Eur J Sport Sci. 2014;14 Suppl 1:S69-76. doi:

COMPRESSION
10.1080/17461391.2011.643924. Epub 2012 Feb 29. Perceptions of
team athletes on the importanceof recovery modalities.

Br J Sports Med. 2012 Mar;46(4):220-1. doi: 10.1136/bjsports-2011-

ELEVATION 090297. Epub 2011 Sep 7. PRICE needs updating, should we call the
POLICE? Bleakley CM, Glasgow P, MacAuley DC. Venter RE

Pochi giorni dopo il trauma (da 3 a 5)


• Non c’è più sanguinamento, ma permane
• Essudato infiammatorio nei tessuti
• Stasi venosa
• Coagulazione (reazione fibrosa e produzione di
miofibroblasti)
• Spasmo muscolare
20/10/2020

Pochi giorni dopo il trauma (da 3 a 5)


EVITARE
• GHIACCIO E CALDO
• IMMOBILITA’
• TENSIONE SUL TESSUTO LESO
FAVORIRE
(con esercizio attivo a basso carico, senza dolore)
• CAPILLARIZZAZIONE
• CIRCOLAZIONE
• RIMOZIONE METABOLITI E CATABOLITI

Immediatamente dopo il trauma

Nei giorni successivi

BJSM, 26 aprile 2019


Blais Dubois, JeanFrancois Esculier

INFIAMMAZIONE CRONICA
• Permane per periodo prolungato
• Stesse caratteristiche dell’infiammazione acuta, ma con
intensità minore.
• Lo stato infiammatorio persiste quando non viene rimosso
prontamente il fattore nocivo, o per microtraumatismo per
lungo periodo.
• Ostacola i normali meccanismi di guarigione
20/10/2020

INFIAMMAZIONE CRONICA
• Provoca un eccesso di produzione di tessuto fibroso
(cicatriziale), che esita in:
• Riduzione del ROM articolare
• Movimento intorno ad assi non fisiologici
• Ridotta flessibilità muscolo – tendinea
• Restrizione fasciale

IN SINTESI
• L’infiammazione è un prerequisito necessario per la
guarigione dei tessuti
• Troppo poca infiammazione→ guarigione lenta e incompleta
• Troppa infiammazione → formazione di eccessivo tessuto
cicatriziale, dolore intenso e prolungato

FASE 2: PROLIFERAZIONE CELLULARE


• Comincia già 48 dopo la lesione, in concomitanza con il processo
infiammatorio.
• Caratterizzata da formazione di nuovi vasi sanguigni (angiogenesi) e
produzione da parte dei fibroblasti di GAG e Collagene (tessuto di
granulazione).
• La proliferazione cellulare procede dietro la «linea del fronte
infiammatorio» (fagocitosi), dalla parte più periferica della ferita, verso
il centro.
• I margini della lesione si avvicinano grazie all’attività dei miofibroblasti
• Dura fino a tre settimane, ma può variare molto a seconda dei casi.
20/10/2020

FASE TRE: RIMODELLAMENTO


• Rigenerazione tissutale (moltiplicazione delle cellule del
tessuto originale) e formazione di tessuto cicatriziale).
• Si riduce l’attività dei macrofagi, dei fibroblasti e
miofibroblasti. Si riduce il numero dei vasi sanguigni
• Il tessuto di granulazione viene progressivamente sostituito
da una rete di denso tessuto connettivo non vascolarizzato
(cicatrice).
• Aumenta progressivamente la resistenza al carico del tessuto
cicatriziale e le fibre del collagene vengono riallineate lungo
le linee di forza meccaniche.

FASE TRE: RIMODELLAMENTO


• Il tessuto cicatriziale ha generalmente una forza minore del
tessuto originale.
• Il processo di rimodellamento del tessuto connettivo è lento
e può durare oltre un anno. (Bucci et al 1995)

Guarigione
• Di prima intenzione→ margini della lesione approssima
formazione di minimo tessuto cicatriziale.
• Di seconda intenzione → Lo spazio tra i margini della lesione
deve essere riempito dal tessuto di granulazione →
formazione di più tessuto cicatriziale
• Di terza intenzione → La guarigione è ritardata da infezione o
contaminazione → Il processo non inizia finchè non sono stati
eliminati completamente (fagocitosi) batteri e detriti.
20/10/2020

Tessuti con capacità di rigenerazione


• Osso
• Legamenti (collaterali)
• Capsula articolare
• Muscolo
• Nervo (parte connettivale)
• Pelle
• Tendine
• Menisco (parte esterna)

Tessuti incapaci di rigenerarsi


Guarigione attraverso tessuto cicatriziale

• Cartilagine
• Nervo (snc)
• Disco
• Menisco (parte interna)
• Legamenti (crociati)

Fattori che influenzano la guarigione

• Età • Mobilità
• Sesso • Influenza ormonale
• Tipo e gravità della lesione • Circolazione
• Tipo di insorgenza • Alimentazione
• Tessuti coinvolti • Farmaci
• Fattori strutturali • Fattori psicologici
• Stato di salute generale • Atteggiamento e
• Comorbidità convinzioni
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Favorire la riparazione tissutale con l’esercizio:

Gli stimoli ottimali per:


• Tessuto osseo
• tessuto tendineo
• Tessuto cartilagineo
• Disco intervertebrale

Tessuto osseo
• L’osso cambia la sua architettura in relazione alle forze applicate
ad esso (legge di Wolff)
• Il tessuto osseo è in con nuo rimodellamento.→ Bilancio a vità
di osteoblasti-osteoclasti
• Lo stimolo ottimale per la riparazione è COMPRESSIONE
MODIFICATA (intermittente) LUNGO LE LINEE DI STRESS
• Brevi sessioni molto frequenti
• Carico biomeccanico ottenibile con il carico e la contrazione
muscolare
• NO dolore durante o DOTS dopo

Tessuto tendineo (collagene)


• Tessuto pressocchè avascolare e anelastico
• Immobilizzazione indebolisce la struttura
• Tensione con nua= perdita GAG e proteoglicani→ NO
STRETCHING
• Lo stimolo ottimale per la riparazione del collagene è
TENSIONE MODIFICATA SULLE LINEE DI STRESS
• NO PAIN (meccanoce ori po 4 → dolore=danno)
• Brevi sessioni multiple giornaliere
• Aumentare gradatamente ROM, velocità, carico
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Tessuto cartilagineo
• Avascolare, non innervato.
• Nutrimento per imbibizione (liquido sinoviale)
• No movimento = no nutrimento
• Stimolo ottimale per la riparazione COMPRESSIONE E
DECOMPRESSIONE CON SCIVOLAMENTO (Carico →
Movimento → Scarico)
• Mobilizzazione passiva e attiva
• Lesione superficiale → non c’è rigenerazione
• Lesione profonda → cicatrizzazione (innervata)

Disco Intervertebrale
• Nucleo→90% acqua (%diminuisce con l’età) →residuo secco
50-65% proteoglicani, 15-20%collagene
• Anulus →60-70%acqua → residuo secco 60/70%collagene
20%proteoglicani → Stru ura lamellare (10-12)
• Endplate →car lagine ialina (vertebra) e fibrocar lagine
(disco)

Disco
• Nell’adulto il disco è quasi
totalmente avascolarizzato.
• Il nutrimento avviene con
processo di imbibizione simile
alla cartilagine. Lo scambio
avviene attraverso la
cartilagine degli endplate e i
vasi sanguigni del corpo
vertebrale.

Da Kapandij - Modificato
20/10/2020

Disco
• La parte più esterna del disco è
innervata
• La struttura del disco, per la sua
conformazione, viene in parte
messa in tensione e in parte
detesa nei diversi movimenti.
• Le forze di shearing aumentano
con movimenti multidirezionali.
(progressione degli es. da mono
a multiplanari) Mc Nally and Adams
1993

Il disco

• La pressione intradiscale
cambia nelle diverse
posizioni
• Qualcuna deve essere
evitata in assoluto?
• Riposo a letto?

Il disco
• La rotazione assiale, ritenuta per molto tempo lesiva per i
dischi intervertebrali è invece, di norma, il movimento meglio
tollerato. ( Studio osservazionale su 500 pz con lbp. Holten
institute, 1996).
• I cambi intermittenti di pressione intradiscale sono un
elemento chiave per la nutrizione del disco
• La rotazione assiale provvede allo stimolo ottimale per la
riparazione : TENSIONE MODIFICATA SULLE LINEE DI STRESS
CON COMPRESSIONE E DECOMPRESSIONE.
20/10/2020

Tempi e fasi della guarigione dei tessuti


Tendine
Fase Attività del tessuto Obiettivi del trattamento
Infiammatoria Dalle cellule della guaina Protezione del tessuto:
1° settimana sinoviale prolifera il tessuto di tutore/immobilizzazione
granulazione Cominciare PROM A/AROM per
prevenire gli effetti negativi
dell’immobilizzazione
Proliferativa Aumento dei fibroblasti e del Continuare a proteggere il
1-6 settimane collagene tessuto. Cominciare a
riguadagnare il pieno AROM
con es di base di forza e
stabilizzazione per cominciare
il riallineamento del tessuto
Rimodellamento Maturazione del collagene Progredire ROM e PRE per
2-4 mesi Allineamento funzionale favorire il riallineamento
funzionale del tessuto

Creata da Kristin Jager PhD,OCS and Brent Harper PhD,DSc,DPT,OCS,EAAOMPT

Muscolo
Fase Attività del tessuto Obiettivi del trattamento
Degenerazione Rimozione del tessuto Proteggere da ulteriori
1° settimana danneggiato infortuni
Rigenerazione Proliferazione cellulare Proteggere da recidive
Fino a 6 mesi Formazione miotuboli Cominciare PRE per rinforzare
Formazione miofibrille il nuovo tessuto
Da miofibrille a nuove fibre Migliorare la funzione e
ritornare all’attività

Creata da Kristin Jager PhD,OCS and Brent Harper PhD,DSc,DPT,OCS,EAAOMPT

Fibrocartilagine
Fase Attività del tessuto Obiettivi del trattamento
Infiammatoria Formazione di coaguolo di Protezione del tessuto
1 settimana fibrina
Proliferativa Proliferazione e migrazione di Preservare il tessuto riparato.
1-10 settimane cellule mesenchimali Cominciare ROM ePRE,
indifferenziate nella sede di endurace muscolare e
lesione propiocezione per prevenire
effetti negativi
dell’immobilizzazione e
favorire la stabilità dinamica
dell’articolazione
Rimodellamento Riorientamento del tessuto al Preservare il tessuto riparato.
10 settimane- diversi mesi normale aspetto Progressione degli esercizi per
ritornare alla normale funzione
tissutale e alle attività
funzionali
Creata da Kristin Jager PhD,OCS and Brent Harper PhD,DSc,DPT,OCS,EAAOMPT
20/10/2020

Cartilagine articolare
Fase Attività del tessuto Obiettivi del trattamento
Infiammatoria Formazione coagulo di fibrina Proteggere il tessuto
2 settimane Migrazione di cellule diminuendo il carico
mesenchimali indifferenziate e
formazione di una nuova
matrice
Proliferazione Differenziazione della matrice Progredire con il carico per
2-6 settimane (collagene, proteoglicani, favorire la crescita del nuovo
proteine non collagenose tessuto
Iniziare blando rinforzo
muscolare e propiocezione
Rimodellamento Rimodellamento verso un Progredire verso il pieno
6 sett-diversi mesi tessuto simile a un mix di carico. Progredire ROM PRE,
cartilagine e fibrocartilagine propiocezione, endurance,
stabilità. Ritorno alla normale
funzione

Legamenti
Fase Attività del tessuto Obiettivi del trattamento
Infiammatoria Rimozione del tessuto Protezione
1 settimana danneggiato
Stimolazione fibroblasti
Proliferativa Produzione di collagene AROM, PRE, propiocezione per
1-6 settimane Organizzazione casuale del promuovere l’orientamento del
collagene nuovo tessuto
Rimodellamento Collagene si ri orienta lungo le Progredire AROM PRE,
1 mese- oltre 2 anni linee di stress propiocezione per favorire
corretto allineamento e
funzione

Creata da Kristin Jager PhD,OCS and Brent Harper PhD,DSc,DPT,OCS,EAAOMPT

NB. Non c’è ragione di non allenare il resto del corpo o l’arto
Osso
controlaterale all’immobilizazione. Vantaggio in termini di
rapidità del recupero
Fase Attività del tessuto Obiettivi del trattamento
Infiammatoria Formazione di ematoma Protezione del tessuto
1 settimana Attività macrofagi immobilizzazione
Angiogenesi
Reclutamento di cellule
staminali mesenchimali
Riparativa Formazione callo fibroso Protezione del tessuto
1-3 settimane Rivascolarizzazione immobilizzazione
Inizio mineralizzazione
Rimodellamento Formazione callo osseo Carico progressivo per
Bambini 3-6 settimane Rimodellamento rinforzare il nuovo tessuto.
Adulti 8-12 settimane Recupero delle funzioni perse
con l’immobilizzazione

Creata da Kristin Jager PhD,OCS and Brent Harper PhD,DSc,DPT,OCS,EAAOMPT


20/10/2020

Conseguenze immediate del danno


tissutale e del danno recettoriale
• Ridotto reclutamento ed atrofia delle fibre toniche
• Movimento avviene intorno ad assi non fisiologici per
strategia di sostituzione della muscolatura
«artrocinematica»(stabilizzatori locali E globali) con quella
«osteocinematica» (mobilizzatori)
• Riduzione mobilità o blocco acuto (protettivo)
• Dolore e spasmo muscolare (muscle guarding)

The Manual therapy lesion


J. Rivard, O. Grimsby, Scientific Physical Therapy
Vol 8, No. 5, 1998

Cambiamento dei pattern posturali e di


movimento
•Dolore/trauma provocano cambiamenti nel
reclutamento muscolare.
• Ritardo attivazione muscolatura profonda del multifido e
trasverso dell’addome (Mc Donald et al, Hides et al, Hodges et al,Mosley et al),
• Diminuzione dell’efficienza dei flessori profondi del capo (D.Falla,
J.Jull)
• Aumento dell’ attività muscolatura superficiale, cambio di
strategia - co-contrazione (Hodges 2003, Mosley 2003, Cholewicki 2005…..)
• Aumento traslazione articolare
• diminuzione resistenza muscolare
• Cambiamenti nello schema respiratorio/capacità aerobica
• diminuzione della propiocezione
• Meno precisione nel graduare la forza dei muscoli del tronco.
(Grabiner et al,Descarreaux et al)
• Meno precisione nel mantenere la postura seduta bilanciata (Redebold
et al)

Esempi di pattern alterato


20/10/2020

Controllo motorio e dolore

Cambiamento dei pattern posturali e di movimento


cause meccaniche individuate dalla ricerca

• Movimenti o azioni ripetute durante le avq o lo sport (cambiamenti


nella mobilità articolare – restrizioni/compensi, cambiamenti nella
lunghezza muscolare corto/lungo ipoattivo/iperattivo).
• Attività abituali e movimenti faticosi ripetuti cambiano il pattern di
movimento lombare-anche (Boston et al, Van Diesen et al, Sparto et al, Burnet et al,
Dankaerts et al)
• Posture mantenute (posizioni abituali, posizioni al lavoro, posizioni di
riposo, cattiva ergonomia…)
(Mc Gill et 1992, Sahrmann 2002…)

Il corpo si adatta!
(Fino a quando lo stress applicato non è più
grande delle sue capacità di adattamento)

Cambiamento dei pattern posturali e di movimento


cause meccaniche individuate dalla ricerca

• “Poor biomechanics” (Jenny Mc Connell)


• Fattori legati alla personalità.
Atteggiamento,paure e convinzioni.

Il corpo si adatta!
(Fino a quando lo stress applicato non è più
grande delle sue capacità di adattamento)
20/10/2020

Movimenti ripetuti
Posture mantenute Influenza sul
Poor biomechanics controllo
neuro- Il corpo si adatta!
Personalità muscolare (Fino a quando lo stress applicato non è più
grande delle sue capacità di adattamento)

Dolore e/o
Stress dei
perdita della
tessuti
funzione

Danno dei TRAUMA


tessuti

Perdita del
controllo
neuro-
muscolare

Dolore e/o
perdita Stress dei SE MAGGIORE DELLE
della tessuti CAPACITA’ DI ADATTAMENTO
funzione

Danno dei TRAUMA


tessuti
20/10/2020

• IL tono e l’efficienza della muscolatura profonda (studio sulla


sezione trasversale del multifido) non si ripristina
automaticamente alla risoluzione dell’episodio acuto.(Hides et al
1996).
• Infiltrazioni di grasso (atrofia muscolare) nei muscoli
paraspinali in LBP (Alaranta et al 1993, Keller et al 2004……)
• O’Sullivan (2000) aggiunge che questi cambiamenti sono
reversibili con uno specifico allenamento muscolare.

Scopi dell’esercizio/allenamento
terapeutico
1. Prevenire o RIPARARE DANNI TISSUTALI
2. Migliorare, favorire, ripristinare LA FUNZIONE FISICA
3. Prevenire o ridurre i fattori di rischio per la salute (obesità,
ipertensione, etc…..)
4. Ridurre e/o modulare IL DOLORE (acuto o cronico)

fm1

La funzione fisica
• Performance muscolare (res forza potenza)
• Mobilità/flessibilità (ipo/ipermobilità)
• Stabilità (dinamica)
• Bilanciamento posturale
• Controllo neuro muscolare
• Resistenza cardio polmonare
Diapositiva 60

fm1 fabio manigrassi; 09/04/2019


20/10/2020

Pianificare e dosare gli esercizi


• Tre serie da
10 ripetizioni
Con il
theraband
Giallo?

Quale è il razionale della pianificazione


dell’esercizio terapeutico nella TMFNMS?
• La pianificazione dell’allenamento terapeutico, oltre a saper scegliere o
progettare un esercizio, implica di saper rispondere alle seguenti domande:
• Che tipo di resistenza (elastici, molle, pesi, pulley?)
• Quanta resistenza?
• Quante ripetizioni?
• Quante serie?
• Quale velocità di esecuzione?
• In quale range di movimento?
• Per quanto tempo? Quanto riposo?
• Con che tipo di lavoro muscolare? (concentrico, eccentrico, isometrico)

fm1

La funzione fisica
• Performance muscolare (res forza potenza)
• Mobilità/flessibilità (ipo/ipermobilità)
• Stabilità (funzionale)
• Bilanciamento posturale
• Controllo neuro muscolare
• Resistenza cardio polmonare
Diapositiva 63

fm1 fabio manigrassi; 09/04/2019


20/10/2020

Numero di ripetizioni, % del carico massimo

Vascolarizzazione

Coordinazione, modulazione dello spasmo muscolare e del dolore

Diagramma di Holten. M.E.T.

Come calcolare il peso in base alla % di RM

ESEMPIO: Il soggetto può compiere


16 reps con 2kg prima che
Sopraggiunga fatica, dolore o perdita
Di coordinazione

Il mio obiettivo è fare 30 ripetizioni con 2Kg:75%=X:60%


Il 60% RM per favorire la vascolarizzazione X=60x2/75 = 1,6Kg
100%RM= 2kg:75%=X:100→
X=100x2/75 = 2,6Kg
Nella progressione aumenterò il n di serie, senza diminuire il peso
Ma riducendo del 10-20% il n di ripetizioni per set

Reps-%RM Reps-%RM Reps-%RM Reps-%RM Reps-%RM


1-100 21-70 41-51 61-37 81-28
1-95 22-68 42-50 62-37 82-27
2-93 23-67 43-50 63-36 83-27
3-92 24-66 44-49 64-36 84-26
4-90 25-65 45-48 65-35 85-26
5-89 26-64 46-47 66-35 86-25
6-88 27-63 47-46 67-34 87-25
7-86 28-62 48-45 68-34 88-25
8-85 29-61 49-45 69-33 89-24
9-84 30-60 50-44 70-33 90-24
10-82 31-60 51-43 71-32 91-24
11-81 32-59 52-43 72-32 92-23
12-80 33-58 53-42 73-31 93-23
13-79 34-57 54-41 74-31 94-23
14-77 35-56 55-41 75-30 95-22
15-76 36-55 56-40 76-30
16-75 37-54 57-40 77-29
17-73 38-53 58-39 78-28
18-73 39-53 59-39 79-28
19-72 40-52 60-38 80-28
20-71
20/10/2020

Aumentare la mobilità
• Esercizio non è adatto per articolazioni anchilosate
• Esercizio non è adatto per articolazioni con considerevole
limitazione→ TM per movimen accessori e tra amento tessu
molli/inibizione del dolore
• Esercizio, insieme alle altre tecniche di mobilizzazione adatto per
articolazioni con moderata ipomobiltà fino a Rom normale
• Segmento ipermobile può apparire ipomobile per presenza di
spasmo/contrattura muscolare e dolore
• Articolazione che guadagna ROM con mobilizzazione passiva deve
riguadagnare stabilità funzionale

Progressione es per ipomobilità


Fase Obiettivi

FASE I Aumento resistenza


a. Tante ripetute Aumento circolazione
b. Bassa velocità Aumento delle abilità nell’esercizio
c. Minima resistenza Evitare sovraffaticamento DOMS E
d. Outer R.O.M. DOTS

FASE II Ulteriore aumento della


a. Aumento ripetute resistenza e della
b. Aumento velocità coordinazione veloce
c. Stessa resistenza
FASE III Aumento della forza nel
• Esercizi di stabilizzazione R.O.M. guadagnato
nel R.O.M. guadagnato
• Lavoro
isometrico, concentrico ed
eccentrico

Progressione es per ipomobilità


• Alla fine di ogni serie di esercizi:
• Mantenere la posizione di leggero allungamento per almeno
20 sec. Per favorire la deformazione plastica del collagene
• L’allungamento del tessuto non deve essere doloroso, sia per
non attivare meccanismi di difesa (muscle guarding), sia per
non provocare microtraumi del tessuto collagene.
• La deformazione del tessuto richiede «tempo e non forza».
20/10/2020

Stabilizzazione dinamica

• Esercizio non ada o per instabilità stru urale patologica→


chirurgia
• Strategie di trattamento da aggiungere all’esercizio (es. tutori,
corsetti, iniezioni sclerosanti, taping), a seconda del grado di
instabilità
• N.B. Ipermobile ≠ dinamicamente instabile
• Ipomobile ≠ dinamicamente stabile

Progressione per ipermobilità/instabilità


Fase Obiettivi
FASE I Aumento resistenza
a. Tante ripetute Aumento circolazione
b. Bassa velocità Aumento delle abilità
c. Aumento
• Minima della
resistenza
d. Inner e mid R.O.M.
forza nel nell’esercizio
Evitare sovraffaticamento
• R.O.M.
FASE II guadagnato Aumento di forza e la
a. Aumento ripetute sensibilità allo
b. Inclusione di contrazioni stiramento
isometriche nell’inner R.O.M.
FASE III Aumento della forza nel
a. Resistenza submassimale (80% R.O.M. guadagnato
RM) con./ecc.
b. Inclusione di contrazioni
isometriche in tutto il R.O.M. (ad
eccezione dell’outer R.O.M.)

Ipomobilità e ipermobilità
Fase Obiettivi
FASE IV Stabilità funzionale
a. Funzione tonica e fasica coordinata
in un R.O.M. fisiologico
20/10/2020

fm1

La funzione fisica
• Performance muscolare (res forza potenza)
• Mobilità/flessibilità (ipo/ipermobilità)
• Stabilità (dinamica)
• Bilanciamento posturale
• Controllo neuro muscolare
• Resistenza cardio polmonare
Diapositiva 73

fm1 fabio manigrassi; 09/04/2019

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