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QUESTIONE DI TIMING
“La percezione del tempo è importante perché è l'esperienza del
tempo che ci radica nella nostra realtà mentale."
Il Tempo è un parametro essenziale nel controllo del
comportamento, ma l'esperienza di tempo non è
universalmente condivisa. Mi tornavano in mente questi pensieri
mentre ieri sera il Mister durante la partita di rifinitura continuava
a urlare nei confronti di un centrale fuoriquota: “temporeggia,
aspettalo, prendi il tempo, non entrare” riferendosi all’azione di
un attaccante più anziano ed esperto…Timing è la capacità di
far coincidere i propri movimenti in relazione alla situazione. Si
tratta di una combinazione cognitivo-motoria, fatta di processo decisionale, coordinazione, tempi
di anticipo e reazione; risultato: il giocatore nel posto giusto al momento giusto. I giocatori esperti
della squadra sembra che agiscano sempre senza fretta e abbiano più tempo per prendere
decisioni. Essere in grado di anticipare gli eventi, il saper leggere tra le righe del gioco, qualità innata
o spesso acquisita attraverso l'esperienza, permette al giocatore di arrivare nella posizione corretta
con certo anticipo. Un atleta con una migliore tempistica evidenzierà una migliore performance
senza spreco di energia. La possibilità di collegare il timing dell’azione e l’esperienza cosciente
dell’azione stessa richiede almeno due marcatori temporali: la cognizione dell’inizio e della fine di
un’azione, che delimita un intervallo di tempo di cui il cervello ha bisogno per stimare, valutare e
suscitare l’esperienza di tempo. A questo proposito risulta fondamentale non solo la temporizzazione
ma anche le operazioni relative alla strutturazione delle fasi temporali della partita, cioè
l’elaborazione delle fasi di gioco mentre il gioco sta avvenendo, il ripensare all’esperienza subito
dopo che è avvenuta nel set ancora aperto: entrano in campo molteplici fattori: una eccitazione
nervosa ottimale, adeguata motivazione, la selezione attenzionale, la concentrazione, la memoria
di lavoro, la consapevolezza. La maggior parte di questo lavoro deriva da una precoce fase
esperienziale di elaborazione sensoriale e motoria della percezione che deve avvenire fin dai
primi anni della scuola calcio, seguita da una pratica sportiva che non può prescindere
dalle nostre capacità logico-matematiche fino ad arrivare alla contabilità e
all’imaging. Non intendo, per chiarezza, una pratica specialistica precoce che può creare squilibri
di crescita nei ragazzi, aspettative fuori misura e relativo abbandono per stagnazione, ma ad attività
adeguate ai tempi ed ai ritmi di questa generazione di NATIVI DIGITALI. In ogni caso il tempo è
Altro è essere rapidi, capaci di raggiungere e mantenere alte velocità di esecuzione e la letteratura
sportiva è piena di metodi sprint training e tecniche per allenare tale competenza ma la calcioagility
cioè la capacità di cambiare in modo esplosivo velocità e direzione in un set calcistico è sempre
più importante della velocità lineare. Nei programmi di allenamento si dovrebbero selezionare le
esercitazioni in base alla loro coerenza dinamica con la richiesta dell'attività. La ragione per cui i
movimenti funzionali risultano così efficaci è che non c'è modo di eseguirli senza la produzione di
quella potenza, quella rapidità quella applicazione di forza e accelerazione che il calciatore ritrova
in partita. Inoltre in termini di controllo motorio e di apprendimento, l'agilità è una sintesi delle
"capacità coordinative e condizionali insieme", quelle necessarie intendo al calciatore.
Questo non significa che nella pratica gli obiettivi non siano anche specifici sempre per il principio
della coerenza dinamica: molte esercitazioni dovranno
essere chiaramente programmate per sostenere il
calciatore nello sviluppo e conseguimento di abilità
specifiche proprie del gioco calcio:
Le capacità coordinative e condizionali interagiscono, in
gradi diversi, durante l'esecuzione di differenti compiti
motori, non possono essere isolate ma le attività di
allenamento possono essere selezionate in base a
specifiche richieste e necessità.
Faranno quindi parte di tali esercitazioni:
-esercizi propri di agilità che riprodurranno i percorsi fissi
di rapidità, accelerazioni e decelerazioni, di cambi di
direzione e di senso propri del ruolo o del reparto a cui si
appartiene, effettuati con e senza palla
-esercizi di agilità effettuati in un set imprevedibile, che possano stimolare capacità di adattamento
e risoluzione, capacità di decisioni subitanee e risoluzioni nuove e originali.Anche se per molti
calciatori di talento tali caratteristiche risultano innate, recenti studi validati dimostrano che una
pratica giovanile precoce di sport diversi produce nel giocatore effetti importanti in questo senso;
inoltre esercizi correttamente e adeguatamente programmati e individuati stimolano il normodotato
a sviluppare forza esplosiva, coordinazione inter e intramuscolare, abilità tecniche, lettura degli spazi
e dei tempi che lo aiutano a colmare il gap pregresso. Gli effetti dell'apprendimento e della
formazione saranno potenziati da una progressiva applicazione di nuovi compiti: distribuzione,
randomizzazione, variazione della pratica, feed-back informativi motivazionali e di rinforzo che
sembrano essere piuttosto efficaci da parte del mister o del preparatore. Nonostante tutte le migliori
intenzioni comunque a volte il giocatore può sbagliare la scelta del momento corretto per impattare
la palla, oppure può muoversi senza successo e con grande dispendio, nell’ambito di una strategia
difensiva od offensiva non funzionale al raggiungimento dell’obiettivo previsto. Forse per questo si
gioca in 11…qualche altro giocatore dotato di capacità attentive potrà correggere gli errori
individuali che il sistema genera.
IO SO DOVE STO
Esiste un metodo per far sì che il giocatore abbia la consapevolezza di ciò che si sta svolgendo in
campo, della sua posizione, una adeguata lettura e
interpretazione degli avvenimenti mentre si stanno
svolgendo? Per catturare rapidamente quel flusso di
immagini che circola nella sua mente e tradurle in
azioni efficaci? Noi addetti ai lavori possiamo
mostrare, incoraggiare, stimolare tale attributo, ma il
sé misterioso che è in ciascun giocatore, il punto di
vista soggettivo solo il giocatore stesso lo può
evocare e rendere migliore. Possiamo però farci
guidare dall’intuito di Antonio Damasio, filosofo, e
con lui convenire che ciascun giocatore ha come
punto di riferimento il suo corpo. Un corpo unico
capace di mandare segnali e di riceverli: un corpo
che gli permette di guardare e imparare a guardare
sempre meglio ciò che avviene intorno a lui, dove
sono gli avversari, i compagni, gli spazi, di
comunicare in maniera verbale e non verbale, con attenzione, curando i dettagli (direzione del
piede, corpo aperto/chiuso), prima dell’arrivo della palla che sarà gestita grazie ad una tecnica
adeguata che è sempre un modo di esprimere così come esprimo fretta o calma o gioia o ansia.
Un corpo che dovrà essere pronto già prima dell’arrivo della palla, un corpo che lo coinvolgerà con
domande martellanti quanto inconsce: cosa, quando, dove, come e in particolare perché (le
famose 5 W). L’esperienza poi lo aiuterà a selezionare e perfezionare una risposta adeguata ed
efficace da una gamma di possibilità, sempre attenti ai possibili momenti di transizione quando
l’equilibrio di una squadra, di una partita, di un campionato possono cambiare. Un corpo quindi che
deve essere in sintonia con corpi altri. E quando parlo di corpo non è al solo livello muscolare che mi
riferisco. Ciò non ci dispensa dal progettare un adeguato training volto a migliorare la visione del
giocatore con palla e di quello senza palla ( Fradua), un training che metta lo stesso giocatore in
condizione condizio-coordinativa e tecnica in grado di giocare le sue varie carte, che lo aiuti ad
acquisire la migliore delle capacità attentive e che lo induca a prendere decisioni con sempre
maggiore sicurezza.
Rapporto tra coscienza e materia fisica
1.principio di in formazione: affinché un sistema che elabora informazioni possa essere cosciente deve
avere la capacità di immagazzinare un grande numero di informazioni, quindi dotato di ampia memoria
2. principio di integrazione: affinché un sistema che elabora informazioni possa essere cosciente deve
essere dotato della capacità di organizzare assieme l’informazione in modo unitario tale per cui diventa
impossibile decomporre il sistema in parti tra loro indipendenti
3.principio dinamico per cui tale capacità di integrazione deve essere sviluppata
4.principio di indipendenza dall’ambiente circostante
5.principio di utilità: le informazioni immagazzinate debbono essere utili al sistema stesso
Il calciatore è quel tipo di sistema che manifesta tali competenze Simone Gozzano
PROPOSTA 1 CALCIAGILITY
6 giocatori effettuano i percorsi indicati. Naturalmente si può replicare lo stesso set altre 3-4 volte
coinvolgendo contemporaneamente tutti i componenti della squadra
-Il giocatore n.1 effettua il “10m, beep test
-Il giocatore n.2 effettua il ½ rombo Fucci test
-Il giocatore n.3 effettua l’AFL Agility run
-Il giocatore n.4 effettua l’Arrowhead Agility Drill
-Il giocatore n.5 effettua il T-test
-il giocatore n.6 effettua il Zigzag test
Effettuate in contemporanea le 6 esercitazioni i giocatori confluiscono al centro in uno spazio 30x20
(alternative:32x23; 25x15 in base alla scelta dell’impegno metabolico: tempo di gioco 4’ max; rec. 90”).
In tale spazio si attiva un 3vs 3 con la seguente mission:
-si difendono due angoli e si attaccano i due angoli opposti
-si fa punto quando la palla viene condotta e depositata in uno dei due angoli di attacco
-chi ha effettuato il goal, per validare il punto corre a toccare il cono del colore della propria squadra
e rientra in gioco
PROPOSTA 2 FELLINI
IL SET è previsto per 12 giocatori che prima di confluire al centro ed effettuare lo SSG previsto si
suddivideranno 3 per ciascuna delle 4 postazioni indicate; in particolare:
-postazione coni: Dribbling con ogni tipo di tocchi
-postazione ostacoli e coni : passaggi variati degli ostacoli posti volutamente in differenziate distanze e
Cambi di direzione tra coni
-speed ledder posizionata in vari modi su cui effettuare variabili esercitazioni
-picchetti ed elastici posizionati bassi su cui effettuare il maggior numero di saltelli e tapering.
Il tutto può essere eseguito in coppie con la palla, eseguendo degli 1-2 in uscita
Dopo 8’( o altro tempo previsto dal Mister ) i giocatori confluiranno al centro dove in uno spazio (45x
20) diviso in tre postazioni si posizioneranno tre squadre come da figura. La squadra posizionata nello
spazio centrale è quella preposta alla difesa. Il gioco su un inizia con il possesso palla da parte della
squadra rossa che dovrà effettuare 5 passaggi prima di inviare al volo la palla nel rettandolo dei
bianchi. Due giocatori blu del rettangolo centrale entrano nel quadrato dei rossi e si attiva un 4vs2.
-se i rossi nonostante i difensori effettuano i 5 passaggi continuano e rimanere nel loro spazio e lanciano
la palla nel settore bianco
-se un difensore blu intercetta la palla i rossi sono costretti a spostarsi nel rettangolo centrale e due di
loro debbono spostarsi come difensori nel quadrato dei bianchi che nel frattempo utilizzando un nuovo
pallone hanno iniziato il possesso palla. N.B. prima di iniziare munirsi di molti palloni. 4’ poi recupero
Quando vedo un tiro di esterno, due dribbling a fila, paragono la bellezza del calcio
a quella di una donna. Un dribbling perfetto è come il viso di una bella donna».
Si ringrazia Filippo Giommetti per l’aspetto grafico. E non solo.
Bibliografia
Ferrari Bravo- Sprint e agility training
Nervi-Piovani – I cambi di direzione Specifici nel calcio
Ferrante-Cristi- La formazione del giovane calciatore
Fradua-La visione di gioco del calciatore
Aquilani-Nardo –Principi ed esercitazioni psicocinetiche per il calcio
Damasio- Il sé viene alla mente. La costruzione del cervello cosciente