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Fonte: Treccani

1. Generalità

L’a. è diffuso in natura, sia allo stato libero, costituendo circa i 4/5 dell’aria (a. atmosferico), sia in numerosi
composti inorganici e organici (nitrato di sodio, sostanze proteiche, ecc.).

L’a. oggi si prepara, industrialmente, per distillazione frazionata dell’aria liquida. Si impiega come gas inerte
per creare atmosfere controllate (in lavorazioni chimiche, metallurgiche, elettroniche), per travasare liquidi
infiammabili ecc., ma l’uso più importante è nella preparazione di alcuni suoi composti, fondamentali
nell’industria, quali ammoniaca, sali d’ammonio, acido nitrico, calciocianammide, cianuri, azoturi, ecc., usati
come base per i fertilizzanti, esplosivi, materie plastiche, tensioattivi ecc.

Per misurare l’a. che si sviluppa dalla combustione di sostanze organiche azotate si impiega l’azotometro,
apparecchio costituito da un tubo graduato, pieno di una soluzione di idrato potassico, nel quale vengono
inviati i prodotti di combustione, assorbiti tutti dalla soluzione, a eccezione dell’a. il cui volume si può
leggere sulla graduazione del tubo.

2. Fissazione dell’a. atmosferico

Processo mediante il quale l’a. dell’atmosfera viene combinato per formare un composto; si presentano
due casi a seconda che la fissazione avvenga per mezzo di batteri o artificialmente. Il primo caso interessa
l’agricoltura in quanto, per l’azione di microrganismi, chiamati batteri azotofissatori, l’a. libero si trasforma
in composti direttamente utilizzabili dalle piante. Il secondo caso interessa l’industria, che produce
composti azotati in diverse maniere; i principali metodi sono quelli di preparazione:

a) dell’ossido d’a., NO (in forni elettrici a temperature elevatissime) che per qualche tempo servì alla
preparazione dell’acido nitrico;

b) dell’ammoniaca, NH3, per sintesi diretta dagli elementi sotto l’azione del calore, pressione e catalizzatori;
è il metodo oggi più usato perché il più economico;

c) della calciocianammide per unione dell’a. al carburo di calcio, dei cianuri e degli azoturi.

Inoltre bisogna tener conto che nell’atmosfera, per l’azione di scariche elettriche, l’a. libero dell’aria si
combina in piccola parte, per formare composti, con l’ossigeno.

3. CICLO DELL’AZOTO

Benché l’a. venga sottratto continuamente all’atmosfera in quantità enormi, la composizione di questa non
varia apprezzabilmente, dimostrando così che l’a., dopo aver partecipato a una serie ciclica di
trasformazioni, viene nuovamente restituito all’atmosfera. Il ciclo biologico dell’a., che è uno dei processi
fondamentali per il mantenimento della vita terrestre, inizia con la fissazione dell’a. atmosferico da parte
dei microrganismi del terreno. I microrganismi che intervengono in questo processo appartengono a due
tipi fondamentali: a) microrganismi a vita libera come i clostridi, le alghe blu, i batteri purpurei e soprattutto
gli Azotobacter; b) microrganismi simbionti, dei quali l’esempio più noto è quello dei batteri del genere
Rhizobium, che vivono nei noduli radicali delle leguminose, in simbiosi con queste. L’associazione pianta-
batteri fissa l’a. atmosferico e produce amminoacidi tra cui acido aspartico e acido glutammico, che la
pianta da sola non sarebbe in grado di sintetizzare. L’enzima responsabile della fissazione dell’a.
atmosferico è la nitrogenasi, che richiede la presenza di cofattori, in particolare molibdeno e ferro e il cui
meccanismo d’azione non è stato ancora completamente chiarito.

Il processo inverso di restituzione di a. all’atmosfera avviene anch’esso per opera dei microrganismi del
terreno che idrolizzano mediante i loro enzimi le molecole organiche, fino ad amminoacidi, i quali vengono
poi deamminati mediante meccanismi diversi e liberano ammoniaca. Infine, nel suolo sono presenti
numerosi batteri che permettono la trasformazione di prodotti ammoniacali, dannosi oltre certi limiti di
concentrazione per la vita vegetale, in nitriti e poi in nitrati. Negli organismi animali l’a. viene assimilato
unicamente attraverso l’apparato digerente, come componente delle sostanze proteiche, ed escreto
attraverso i reni e l’intestino e in piccola parte mediante la pelle, per sudorazione.

4. Aspetti biomedici

Insieme a carbonio, ossigeno e idrogeno l’a. è uno degli elementi biogeni fondamentali: costituisce infatti il
2,4% del corpo umano. Esso entra nella costituzione delle sostanze proteiche (a. proteico), costituenti
essenziali del protoplasma cellulare, degli acidi nucleici e di molti altri composti biochimici. Si indica come
bilancio dell’a. la relazione esistente fra l’a. ingerito da un organismo umano (sotto forma di proteine) e
quello espulso nell’urina (sotto forma di urea, ammoniaca, acido urico e altre sostanze azotate: azoturia).

L’ azotemia è la concentrazione di a. che rimane nel sangue dopo che le proteine sono state da esso
allontanate con opportuni reagenti e che si indica anche come a. incoagulabile. Questo a. non proteico è
dato da composti che sono prodotti di rifiuto dell’organismo e vengono continuamente eliminati con
l’urina, come l’urea e l’acido urico; da composti che sono di continuo utilizzati dai tessuti, come gli
amminoacidi e i polipeptidi, e da altri prodotti azotati (ammoniaca, creatina, creatinina ecc.). Il valore
normale dell’a. non proteico oscilla tra g 0,20 e 0,50‰ qualora si faccia riferimento all’urea e tra g 0,10 e
0,23‰ qualora si consideri il solo azoto. Mentre la diminuzione dell’azotemia al di sotto dei valori normali è
evenienza poco frequente (per lo più connessa a grave insufficienza epatica), l’aumento patologico è
clinicamente assai significativo (➔ iperazotemia). L’a. ureico rappresenta la frazione più importante (45%)
di tutto l’a. non proteico, e più accuratamente riflette il catabolismo proteico. Nelle disfunzioni renali
aumenta più rapidamente e in misura nettamente superiore rispetto agli altri composti azotati.

5. Derivati dell’azoto

 Biossido d’a. Gas di formula NO2.


 Bromuro d’a. Liquido pesante, irritante, lacrimogeno, di formula NBr 3.
 Cloruro d’a. Liquido oleoso di formula NCl3; è pericolosissimo per la facile tendenza a decomporsi
con esplosione.
 Fluoruro d’a. Gas incolore, stabile al calore, di formula NF 3.
 Ioduro d’a. Formula NI3.
 Ossido d’a. Gas incolore, poco solubile in acqua, di formula NO, capace di reagire con notevole
facilità con l’ossigeno per dare il biossido d’a.; si può formare per sintesi diretta dagli elementi a
elevata temperatura secondo la reazione N 2+O2⇄2NO; questo metodo di fissazione dell’a.
atmosferico ha costituito il primo stadio del primo processo di sintesi dell’acido nitrico.
 Protossido d’a. Gas incolore, inodore, di formula N 2O.
 Solfuro d’a. Composto formato da zolfo e a.; se ne conoscono 3: N 2S4, N2S5 e N4S4. Il primo si
presenta in cristalli di color rosso-arancio che esplodono per percussione (per cui è stato proposto
come detonante). Il secondo è un liquido rosso scuro che tende a decomporsi con formazione di
ammoniaca e separazione di zolfo. Il terzo, solido cristallino giallo, si decompone in modo esplosivo
per riscaldamento.
 Per il pentossido d’a. (anidride nitrica) N 2O5. Per il tetrossido d’a. (ipoazotide).

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