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PERDITA 

 
Goffredo Parise parla del lavaggio del cervello come una cortesia sotto finte spoglie, una tortura che alla
vittima sembra un favore. Molte volte non ci si accorge neanche di essere stati sottoposti ad essa, di aver
perso qualsiasi capacità di pensare in modo indipendente.  
Il lavaggio del cervello non è semplicemente la perdita di ricordi o il cambiare completamente fazione e
idee. Non è presente soltanto nei fumetti e film di eroi dove tutto finisce sempre per il meglio, è sempre più
presente nella vita reale di tutti i giorni, non si nasconde nell'ombra come tutte le torture fisiche (che
portano alla perdita di qualcosa, sangue, arti o voglia di vivere), ma davanti agli occhi di tutti, alla luce del
sole dove nessuno si aspetterebbe di trovare un atto tanto atroce.  
È una tortura perché ci priva di qualcosa: della capacità di pensare da soli e di prendere decisioni, del
pensiero razionale e di ciò che ci rende umani. Ci porta allo stato iniziale di bestie, controllate dalle
emozioni, dall'entusiasmo e dalla finta felicità di azioni che crediamo nostre.  
È una tortura, ma anche un'arte: il saper persuadere, emozionare e spingere una o più persone a compiere
azioni, che senza un abile oratore non avrebbero mai effettivamente fatto. 
Prendiamo d'esempio un episodio avvenuto il 10 gennaio 2021: l'assalto al Parlamento USA in seguito alla
sconfitta di Trump alle elezioni. Fin dalla fine delle votazioni l'America era divisa in più fazioni, con la
maggioranza della popolazione concentrata fra Trump e Biden; l'atmosfera era tesa e carica di risentimento
e odio, pronta a scoppiare.  
Per far scattare l'esplosione serviva una scintilla, un discorso ben piazzato, che avrebbe spinto all'azione le
persone con ideologie simili a quelle dell'oratore: vogliosi di un qualcosa che non riuscivano a definire e
facilmente malleabili dai media e discorsi d'incoraggiamento.  
Trump colse l'occasione al volo.  
Utilizzando la piattaforma Twitter, invitò i suoi seguaci a dare inizio ad una rivolta per l'amore dell'America,
che avrebbe cominciato a perdere potenza con l'elezione di Biden.  
Un semplice messaggio che se fosse stato pubblicato dalla persona sbagliata, da una persona meno
importante, carismatica e influente, non avrebbe portato a niente, ma se condiviso da qualcuno di
ammirato, come lo era l'ex-presidente dalla sua fazione, funge da scintilla perfetta per un'esplosione. 
Stiamo benissimo parlando di un caso di lavaggio mentale, perfettamente nascosto sotto le luci della
ribalta.  
Infatti, come esplosivo troviamo le persone amareggiate per la perdita del loro presidente, che coltivano
una forte emozione all'interno di sé stessi: l'odio, che però non ha ancora preso il controllo del corpo
umano, il rapporto fra pensiero razionale e irrazionale è ancora bilanciato con un vantaggio della parte
umana. Ma Trump, con il suo messaggio, la scintilla, il lavaggio mentale, infiamma gli animi, fa aumentare a
dismisura l'odio, li incita a buttarlo verso l'esterno senza pensieri su ciò che sarebbe potuto accadere. 
Semplicemente con l'arte della persuasione priva la massa della loro umanità, di una mente propria e la
lascia in balia delle emozioni, li rende bestie privandole della loro intelligenza individuale e dei loro pensieri
oltre la voglia di fare ciò che aveva chiesto loro.  
La perdita di volontà, di pensiero e libertà non scoppia sempre in atti di così grande impatto mediatico. 
Un altro esempio lo troviamo in Ungheria e Polonia, dove si cerca di impedire la pubblicazione
d'informazioni che potrebbero rischiare di nuocere il governo, finanziando invece le aziende a suo favore.  
Stiamo parlando sempre di una perdita (una tortura) di libertà nei confronti delle testate indipendenti, dei
cinema e altro ancora, e una perdita di informazioni preziose capaci di cambiare gli ideali e i pensieri della
popolazione nei confronti di certi argomenti.  
Ci viene presentato un caso di lavaggio mentale nei confronti della popolazione attraverso la tortura, in
questo caso la tassazione estrema, di alcuni fornitori di informazioni. Al popolo vengono nascosti eventi e
accadimenti di cui probabilmente non è neanche a conoscenza.  
Una tortura non in piena luce come nel caso di Trump, ma sempre nascosta dove sarebbe facile da trovare
se cercata.  
Più cerchiamo evidenze di altre situazioni simili nel mondo, più ne troviamo, nascoste, ma allo stesso tempo
quasi esposte alla luce del sole.  
Argomenti quasi tabù di cui nessuno osa parlare e che quindi rimangono celati anche se nelle menti di tutti. 
Esempio perfetto si trova in Bielorussia, il caso delle tre donne che nell'estate del 2020 costituirono
un’opposizione politica articolata a scopo di rimuovere dal potere Lukashenko, il cosiddetto padrino, il
presidente della Bielorussia, che per ventisei anni mantenne il suo regime, basando il suo potere politico su
una propaganda d’intimidazione dei servizi segreti.  
Un governante che toglie la libertà con la paura, che lava il cervello cancellando ogni pensiero di rivolta e
opposizione, sostituendoli con il terrore dell'arresto solo per avere un'opinione diversa.  
È impossibile per gli oppositori esprimere i propri pensieri senza una paura animale che si gonfia nel loro
petto: una paura di accuse insensate che porta il ritiro o in caso l'arresto.  
Il popolo bielorusso ha vissuto per anni nella paura, nel terrore di fare una mossa falsa e nell'accettazione di
essere impotenti davanti alla loro tortura, alla completa perdita della libertà.  
Hanno affrontato un lavaggio mentale che prendeva le loro emozioni nei confronti del loro padrino e la
amplificava centinaia di volte: la paura di perdere la propria famiglia, di avere i figli allontanati (minaccia
che Lukashenko utilizzò nei confronti sia di Tikhanovskaya che di Tsepkalo), e li portava a credere di non
poter fare niente contro una tale potenza. 
In conclusione, cercando un filo conduttore sul lavaggio del cervello analizzando i tre episodi che ho appena
presentato, notiamo che le parole di Parise vengono accertate dai fatti. 
Il lavaggio mentale come tortura nascosta da cortesia: la mancanza di pensiero razionale nella
massa, nascosta dal poter "salvare" l'America da Biden; la mancanza di informazioni, nascosta dal voler un
governo stabile e forte in modo che la massa non si preoccupi; la perdita completa della libertà e una
sensazione di completa impotenza nella massa, nascosta dal pensiero che Lukashenko possa essere l'unico
presidente possibile, il più forte. 
Vorrei far notare come ho usato più volte la parola massa  nelle frasi precedenti.  
L'ho fatto perché proprio questa parola è un altro filo conduttore: il lavaggio avviene sempre nei confronti
di un gruppo abbastanza numeroso di persone e sempre utilizzando una posizione di potere.  
La massa, con i numeri dalla propria parte, non può permettersi di ribellarsi perché o è stata incitata dal
torturatore, o è ignorante, o si crede impotente. 
Il lavaggio mentale è quindi una tortura molto più praticata dai detentori di potere, soprattutto politico,
rispetto a quanto ci potremmo mai aspettare. È persuasione allo stato puro, che ci rivolta contro le nostre
emozioni e le rende impossibili da processare. 
  
 

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