Sei sulla pagina 1di 3

KIT DI SOPRAVVIVENZA PER CAPIRE QUELLO CHE DICE KANT

CHE COSA DICE KANT, IN POCHE PAROLE

IL SENSO COMPLESSIVO DI TUTTA LA FILOSOFIA KANTIANA È LA RISPOSTA


A TRE DOMANDE:

«Ogni interesse della mia ragione (così lo speculativo, come il pratico) si concentra nelle
tre domande seguenti:

1° Che cosa posso sapere? >

CRITICA DELLA RAGION PURA (prima edizione 1781,


seconda edizione 1787)

2° Che cosa devo fare? >

CRITICA DELLA RAGION PRATICA (che risponderà con le seguenti MASSIME:

“Agisci in modo che la massima della tua azione (soggettiva) possa diventare legge universale (oggettiva)

« Agisci in modo da trattare l’umanità, tanto nella tua persona come nella persona di ogni altro, sempre
anche come fine e non unicamente come mezzo»)

3° Che cosa posso sperare?»

La possibile armonia tra regno della natura e regno della libertà, tra la causalità del primo e la finalità del secondo può
essere ammessa soltanto postulando l’idea di Dio. Dunque, conclude Kant, «la speranza comincia soltanto con la
religione»

«La prima domanda è semplicemente speculativa (cioè conoscitiva), la seconda è


semplicemente pratica, la terza è insieme speculativa e pratica. E la connessione tra questi
tre interrogativi è data dalla formula sintetica che Kant vi aggiunge in un corso di
antropologia: Che cos’è l’uomo? L’uomo è «l’unica creatura» la cui destinazione non
coincide con la sua sola vita naturale, ma con la realizzazione di «quel mondo migliore che
egli ha nell’idea», vale a dire il mondo morale.»

CRITICA DELLA RAGIONE PURA

Kant definisce la conoscenza come ciò che scaturisce da tre facoltà: la sensibilità, l'intelletto e la ragione.

• La sensibilità è la facoltà con cui percepiamo i fenomeni e poggia su due forme a priori, lo spazio e il
tempo.
• L'intelletto è invece la facoltà con cui pensiamo i dati sensibili tramite i concetti puri o categorie.
• La ragione è la facoltà attraverso la quale cerchiamo di spiegare la realtà oltre il limite
dell'esperienza tramite le tre idee di anima, mondo e Dio, ossia rispettivamente, la totalità dei
fenomeni interni, la totalità dei fenomeni esterni e l'unione delle due totalità.
• Su questa tripartizione del processo conoscitivo si articola la Critica della ragione pura suddivisa in
dottrina degli elementi e dottrina del metodo.

SCHEMA GENERALE DELLA CRITICA DELLA RAGIONE PURA

1) VOCABOLARIO INDISPENSABILE

GIUDIZIO
(Urteil) è la facoltà di predicare qualcosa di un soggetto.

ANALITICO
Non incrementa la conoscenza. Il predicato è contenuto nel soggetto. (“Il triangolo ha
tre angoli”)

SINTETICO
Incrementa la conoscenza. Il predicato aggiunge elementi conoscitivi al soggetto (“I
corpi sono pesanti”)

A PRIORI/A POSTERIORI
I giudizi analitici sono tutti “a priori” (non necessitano esperienza). I giudizi sintetici
sono stati fino a Kant creduti tutti “a posteriori” (come dicevano gli empiristi), ma
Kant dimostra che esistono giudizi sintetici a priori: le proposizioni della
matematica, che incrementano la conoscenza senza ricorrere all’esperienza (es.
7+5=12)

SPECULATIVO/A

TEORETICO/A

PRATICO/A

ETICO/A

CRITICO/A

TRASCENDENTALE «Chiamo trascendentale ogni conoscenza che si occupa non di oggetti,


ma del nostro modo di conoscenza degli oggetti, in quanto questa deve essere possibile a priori.»
TRASCENDENTE

SENSIBILITÁ

INTELLETTO

RAGIONE

Potrebbero piacerti anche