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Turbina

Nel motore a getto la turbina ha la funzione di utilizzare parte


dell'energia posseduta dai gas provenienti dalla camera di
combustione.

Ciò avviene mediante l'espansione dei gas, con conseguente calo di


pressione e temperatura attraverso la cessione dell'energia
meccanica necessaria alla rotazione del compressore ed al
funzionamento degli accessori trascinati dal motore.

In un motore turbogetto circa il 75% dell'energia disponibile dai


prodotti della combustione viene utilizzata per muovere il
compressore.

Nel motore a flusso assiale la turbina è composta basicamente da


un gruppo rotante e uno statorico.

Lo statore è costituito da una o più serie di palette fisse, il cui profilo


crea degli ugelli, che convogliano i gas verso le palette rotoriche. Le
palette statoriche sono
denominate "NGV" ed il loro
disegno riveste grande
importanza nell'efficienza del
gruppo turbina. La serie di
palette statoriche stabilisce,
per ciascuno stadio della turbina, l'area totale di passaggio dei gas
ed influenza pertanto il flusso attraverso il motore. Ove l'area totale
di passaggio fosse troppo grande, si avrebbe un basso rendimento
della turbina, viceversa, un'area di passaggio troppo piccola
determinerebbe una strozzatura del flusso, con conseguente
tendenza a fenomeni di stallo, specie ad alte potenze ed alle rapide
variazioni di giri.

Il getto dei gas caldi, convogliati attraverso lo statore turbina, viene


diretto contro le palette rotanti con unʼangolazione tale, da
consentire la trasformazione dell'energia cinetica propria dei gas, in
energia meccanica assorbita dalla turbina.

Il numero di stadi di una turbina varia in dipendenza di numerosi


fattori, quali: il numero degli alberi (motore mono o bialbero); la
relazione tra la potenza richiesta al flusso dei gas, la velocità di
rotazione a cui detta potenza deve essere prodotta ed il diametro
della turbina.

Tuttavia, nei moderni motori a getto, aventi alti rapporti di


compressione, e soprattutto nei turbofan ad elevato rapporto di by-
pass, la tendenza dei costruttori è di aumentare il numero degli stadi
costituenti la turbina al fine di assorbire la massima quantità
dʼenergia possibile per muovere il fan.

Come già detto, la turbina è l'organo del motore che ha il compito di


sfruttare gran parte dell'energia fornita dal carburante per muovere
il compressore e quindi il motore stesso. Il suo rendimento assume
pertanto grande importanza. Per rendimento della turbina sʼintende
il rapporto tra il lavoro meccanico effettivamente prodotto dalla
turbina ed il lavoro meccanico che essa sarebbe in grado di
produrre in assenza di perdite e dʼattriti.

Uno degli elementi che influenza maggiormente il rendimento della


turbina è la velocità media di rotazione delle palette.

Ciò avviene in quanto la caduta di pressione dei gas attraverso la


turbina è proporzionale al quadrato della velocità delle palette.

Quindi a maggiori velocità di rotazione corrispondono minori perdite


in turbina. D'altra parte la maggiore velocità di rotazione provoca
anche uno sproporzionato aumento delle sollecitazioni che agiscono
sul disco turbina, con conseguente necessità di aumentarne
grandemente la sezione e pertanto il peso.

Il giusto equilibrio tra questi fattori in contrasto tra loro deriva


normalmente in fase di progetto da un compromesso tra rendimento
e peso.

Le turbine vengono classificate in tre tipi:

- turbina ad azione

- turbina a reazione

- turbina ad azione e reazione (miste).

Nel diagramma in figura è mostrato il principio di funzionamento di


una turbina ad azione. I gas provenienti dalla camera di
combustione secondo il vettore Vi, attraversano il primo stadio
statorico della turbina NGV (NOZZLE GUIDE VANES) che ne
modificherà la direzione ed il verso, secondo il vettore Vi 1,
incrementandone anche
l'intensità, a causa
dell'interspazio
convergente delle palette.
Si avrà quindi nello statore
un aumento della velocità
ed una diminuzione della
pressione.

I gas che colpiscono le


palette rotoriche, in
movimento secondo il
vettore V rot, daranno
luogo ad una velocità
relativa secondo il vettore
V rel. La velocità relativa si
manterrà pressochè
costante nell'attraversare
l'interspazio delle palette
rotoriche di sezione
costante, ma cambierà
solo di direzione e verso.
La velocità assoluta dʼuscita V usc sarà data dalla risultante della
velocità relativa V rel e V rot rappresentata dal vettore V usc.

La pressione nel rotore si mantiene pressochè costante. Come si


può notare dalla figura, si è avuto in questo tipo di turbina un forte
calo della velocità assoluta fra entrata ed uscita. Una turbina quindi,
che assorbe prevalentemente energia di velocità; (cinetica) viene
definita turbina ad azione.

Nel diagramma vettoriale di figura è mostrato il funzionamento di


una turbina a reazione.
La parte statorica è
pressochè uguale a quella
della turbina ad azione,
dove i gas provenienti dalla
camera di combustione
subiranno una modifica
della direzione e verso ma
anche un incremento
dell'intensità a causa del
profilo convergente
dell'interspazio delle
palette, da Vi a Vi 1. I gas
uscenti dallo statore
secondo Vi 1, incontrano le
palette rotoriche in
movimento secondo V rot,
pertanto i gas si
muoveranno rispetto al
rotore secondo la velocità
relativa V rel. Si avrà nello
statore, un incremento
della velocità a discapito
della pressione. I gas che attraversano l'interspazio delle palette
rotoriche, secondo V rel, subiranno, a causa del profilo convergente
un notevole incremento della velocità. Ci sarà quindi, a causa
dell'incremento della velocità relativa un forte recupero della
velocità assoluta dʼuscita V usc a discapito della pressione. Una
turbina, quindi che assorbe prevalentemente energia di pressione
viene definita turbina a reazione.

Per meglio capire i principi di funzionamento della turbina sia essa


ad azione che a reazione prendiamo per esempio in considerazione
le barche a vela ed il
loro modo di
funzionamento. Le
vele non sono altro
che delle pale di
turbina che
utilizzando l'energia
di un flusso dʼaria in
movimento (vento)
riescono a
trasformarla in forza
propulsiva
necessaria a creare
il movimento del
mezzo. Come si può
vedere dal dettaglio
"A" della figura le
vele
opportunamente
posizionate ed
investite dal vento,
sono soggette ad
una serie di forze,
per ogni unità di superficie, la cui sommatoria può essere
rappresentata dalla risultante secondo il vettore "R". Tale forza si
scompone in due componenti, una di sbandamento "S" ed una
dʼavanzamento "A". La forza di sbandamento "S" viene contrastata
con una pinna immersa in acqua, capace di generare una resistenza
idrodinamica uguale ed opposta alla forza "S", mentre la
componente "A" viene utilizzata per la propulsione del mezzo. Come
si purappresentano altro che una porzione di turbina ad azione,
mossa cioè utilizzando l'energia cinetica ò notare, le vele non di un
flusso dSe esaminiamo ora la barca in movimento secondo il
dettaglio "B", con il vento laterale e quindi di ʼaria (GAS). diversa
direzionenotare che pur variando la posizione delle vele si otterrà
una diversa forza risultante "R" con un , possiamo aumento della
componente di sbandamento "S" ed una riduzione della
componente dʼavanzamento "A". Quest'ultima si annullerdel vento
assume una piccola angolazione frontale e quindi la barca non
potrebbe più à non appena la direzione avanzarerealizzare la forza
propulsiva anche quando il vento spira con unʼampia angolazione .
Le barche tuttavia, riescono a anteriore come da dettaglio "C". Il
flusso del vento incanalato nell'interspazio fra le vele di (55° + 60°)
disponendo le vele sezione convergenteun'accelerazione tale da
realizzare una forza propulsiva di reazione in grado di far muovere la
, subisce barcaqueste condizioni le vele rappresentano una vera e
propria sezione di turbina a reazione.

Le turbine installate nei motori sono normalmente miste, di tipo


azione e reazione. Le palette rotoriche, vengono sottoposte sia ad
un effetto dʼazione nella sezione dʼentrata e, successivamente, di
reazione nella sezione dʼuscita. A parità di velocità di rotazione del
disco della turbina, la velocità tangenziale delle palette non sarà
costante, in ogni punto delle palette ma minima nella zona della
radice e massima all'estremità in funzione del differente diametro
del disco.

Laddove la velocità tangenziale è più bassa, risulta più efficiente un


profilo prossimo al tipo azione, mentre dove è più alta risulta più
efficiente un profilo prossimo al tipo reazione. Per ottimizzare,
quindi, il rendimento della turbina, le palette presentano un graduale
angolo di svergolamento in modo da trasformare il profilo
gradualmente da uno prossimo ad azione pura alla radice, fino ad
uno prossimo alla reazione pura all'estremità. L'angolo di
svergolamento e, quindi, il rapporto dʼazione e reazione nei vari
punti delle
palette, è
determinato dal
progettista in
funzione dei
diametri interni
ed esterni, della
velocità di
rotazione e della
condizione di
lavoro della
turbina.

La turbina può essere ad uno o più stadi. Ciascuno stadio è


costituito da una serie di palette statoriche (NGV) e da una serie di
palette rotoriche montate su apposito disco.

Se il motore è del tipo a doppio albero si avranno due gruppi turbina;


una per trascinare il compressore dʼalta pressione ed una per
trascinare il compressore di bassa pressione.

Il gruppo
rotorico della
turbina è un
complesso che
viene
bilanciato
come gruppo
assemblato
(bilanciatura
dinamica) e
consiste di
palette in lega dʼacciaio montate su dischi rotanti. Il sistema più
largamente usato per il fissaggio delle palette sui dischi è quello
della radice a pino rovescio.

Le palette rotanti sono comunemente munite di schermo esterno la


cui funzione è di ridurre le sollecitazioni da vibrazioni, consentendo
pertanto il loro alleggerimento e creando un anello esterno con
relativa tenuta a coltello per contenere le perdite aerodinamiche
delle estremità delle palette.

Le turbine aeronautiche sono soggette ad alta velocità ed elevate


temperature di funzionamento. La prima condizione causa elevate
forze centrifughe, la seconda richiede che la turbina debba operare
entro i limiti di temperatura sopportabili dai materiali, che ove
venissero superati ne ridurrebbero drasticamente le caratteristiche
di resistenza. La parte termicamente più sollecitata di una turbina è
senza alcun dubbio il primo stadio ed in particolar modo lo statore
(NGV) poichè situato all'uscita della camera di combustione.

E' su questi elementi che l'elevata temperatura e l'elevata velocità


dei gas esercitano il loro effetto di bruciatura ed erosione.

Per aumentare la resistenza della turbina e/o le temperature di


lavoro, oltre a rivestire le palette con riporti di materiali molto
resistenti, cementati o ceramici, si utilizza un sofisticato sistema di
raffreddamento attraverso il convogliamento dʼaria, prelavata a valle
del compressore, ed inviata nelle palette sia statoriche sia rotoriche.

L'aria opportunamente convogliata viene inviata in una sorta di


passaggi a labirinto ricavati all'interno delle palette e quindi
scaricata da una serie di finissimi fori ubicati sui bordi dʼentrata
(nose holes) ed uscita e sul ventre e dorso (gill holes). Il flusso dʼaria
cosi convogliato protegge le palette in seguito ad un duplice effetto;
crea una pellicola dʼaria più fredda sulla superficie delle palette
stesse, che sfruttando il fenomeno dello strato limite, evita il di retto
contatto dei gas caldi sulla
superficie nuda contenendo
l'effetto dʼerosione e sottrarre
calore dall'interno garantendo un
buon raffreddamento.

Tale sistema di raffreddamento è


tanto più evoluto quanto più
critiche sono le condizioni di
lavoro della turbina.

Normalmente solo il primo e secondo stadio presentano tale


sistema mentre sui successivi è normalmente inesistente poichè le
temperature si sono notevolmente abbassate in seguito
all'espansione sugli stadi precedenti. Il flusso dʼaria prelevato per
tale sistema inoltre non penalizza il rendimento globale del motore
poichè la massa dʼaria viene rimessa dai fori nel flusso di gas che
andranno a cedere comunque energia agli stadi successivi.

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