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Saluti Alla Luna
Saluti Alla Luna
Le posizioni vanno eseguite una dopo l’altra, come in una danza in cui si passa dalla posizione
precedente alla successiva, senza interruzione.
3. Mezza luna
chiusa – Ardha Chandra Paschimottaasana
(Letteralmente: “mezza luna” e “stiramento della parteposteriore del corpo”; è detta anche
“Posizionedell’Ovest”)
Arrivando dalla posizione precedente, dobbiamo solo ritornare in avanti con le braccia – che si
appoggeranno, piegate, sulle gambe – e flettere anche il busto, fino ad appoggiare la fronte sulle
ginocchia e “chiudere” la mezza luna con il gesto opposto a quello della “mezza luna aperta”.
Le gambe restano tese e si cerca di riempire i vuoti sotto le ginocchia e sotto le caviglie.
Restare per 4 respiri e passare direttamente alla posizione successiva.
4. Barca – Naukasana
La Luna governa le acque – anche quelle all’interno del corpo – ed ecco una posizione che imita
una barca che scivola sull’acqua.
Sedute con le gambe tese davanti, appoggiando le mani ai lati del bacino andare in equilibrio sui
glutei sollevando le gambe dritte e tese e andando indietro col busto teso.
Infine sollevare le braccia dritte e tese, palmo delle mani verso il basso, fino all’altezza delle
ginocchia, imitando così i “bordi” della barca.
Il corpo, visto di fianco, ha la forma di un triangolo appoggiato sul suo apice (o meglio appare come
una “A” rovesciata), quindi occorre fare attenzione a non sollevare troppo le gambe o il busto, che
devono essere uguali (come i “bracci” di una “V”).
Il capo è in linea con la colonna. Iniziare con pochi respiri di statica, aumentandoli via-via che si
trova l’equilibrio.
Eccolo qua il triangolo – 3 – di cui parlavamo all’inizio, a proposito del 7 (3+4).
5. Pilastro – Stambhasana
Distese supine, sollevare entrambe le gambe, unite, dritte e tese, a 90° rispetto al busto e al
pavimento. Contemporaneamente sollevare anche le braccia, dritte e tese, aperte come la misura
delle spalle.
Questa volta il corpo, se visto di fianco, è come un quadrato (o, meglio, come un tavolino
rovesciato).
Una volta raggiunta la posizione, mettere i piedi “a martello” (spingendo cioè i talloni verso l’alto,
allungando i tendini di Achille, per appiattire le piante e renderle parallele al suolo) e ruotare le
mani sui polsi, offrendo alla luce del sole i palmi delle mani (con le dita unite e tese).
In effetti la posizione si chiama pilastro perché si immagina di sostenere – sui due piedi e sulle due
mani – la volta di un immaginario tempio, di cui – appunto – siamo i pilastri.
Ed eccolo qua il quadrato – 4 – di cui parlavamo all’inizio.
6. Possente – Shavasi asana
Shavasi è un epiteto della madre di Indra, e rappresenta la forza del femminile.
Sedute con le gambe distese davanti, unite e tese, flettere il busto indietro fino ad appoggiare i
gomiti e gli avambracci a terra, per sostenere comodamente il busto.
Piegare una gamba e appoggiare il piede sul ginocchio dell’altra.
Infine sollevare entrambe le gambe: quella tesa spingerà verso l’alto, quella piegata spingerà sul
ginocchio verso il basso.
Nella “tensione” di queste due spinte mantenere respirando per 4 volte.
Tornare e ripetere sull’altro lato con gli stessi tempi.
Il capo è controllato, mento verso il petto e testa che non cade all’indietro.