Sei sulla pagina 1di 7

DUE PESI E DUE MISURE

Come immigrati e italiani sono rappresentati dai media

 Capitolo 1: immigrazione in Europa e in Italia, dinamica del fenomeno nel tempo


 Capitolo 2: paura del crimine e nuova realtà immigratoria
 Capitolo 3: ruolo della paura e della percezione di minaccia nel dare forma al pregiudizio verso gli
immigrati
 Capitolo 4: ruolo mezzi di comunicazione nella strutturazione del pregiudizio verso i gruppi minoritari
 Capitolo 5: ruolo delle caratteristiche stilistiche del materiale di cronaca a proposito degli immigrati
 Capitolo 6: la stampa e gli articoli sugli immigrati: una indagine italiana sul contenuto e stili di testi

L'EUROPA ALLE PRESE CON I PROBLEMI DELL’IMMIGRAZIONE

Sides e Citrin: Studio cross-culturale di tipo diacronico (2007) analisi delle tendenze degli atteggiamenti
registrati in Europa a proposito del fenomeno dell'immigrazione. Ha evidenziato una possibile differenziazione
nell’ambito del tessuto geografico europeo in relazione agli atteggiamenti nei confronti dell’immigrazione. La
differenziazione riguarda prevalentemente i paesi che sono più legati ancora alla vecchia tradizione di ospitalità,
difatti nel caso della Svezia, Finlandia Norvegia sono più ospitali.

- 2002 al 2007: Ungheria maggior atteggiamento di rifiuto, di seguito l’Austria, Portogallo e Polonia
- Atteggiamento di relativa accettazione: Svezia, Finlandia, Svizzera, Danimarca, Norvegia
- Translatantics Trends 2013: opinione dei cittadini a proposito dei livelli di fiducia associati alle nuove
presenze degli immigrati immigrazione = problema anziché opportunità (atteggiamento di diffidenza e
attenzione).
 UK 63%
 FR 52%
 USA 49%
 IT 46%
 GR 32%
 Svezia 19%
- “gli immigrati che vivono nel mio paese sono troppi”
 UK 55%
 FR 43%
 IT 43%
 GR 24%
 Svezia 22%

CENSIS 2013: che cosa pensa la gente dei fenomeni migratori in Italia?

- Comprensione del problema dell’immigrazione e del destino dell’immigrato: 17.2%


- Diffidenza 60.1%
- Indifferenza 15.8%
- Ostilità: 6.9%
- Sono troppi: 65%
- Attribuzione alloggi dopo che si sono risolti i problemi di attribuzione di alloggi agli italiani: 55.3%
- Posti di lavoro sono dopo aver risolto i problemi di lavoro dei nativi italiani: 48.7%

PERICOLI DEL RAZZISMO:

- Democrazia vince sui problemi del razzismo 24.4%


- Può dilagare il razzismo 40.1%
- Il pericolo di razzismo è legato alla crisi economica 35.5%
- Legislazione: immigrazione clandestina punita

Diamanti (2014): indagini più recenti dicono che la presenza degli immigrati e il costante aumento del loro
numero è una realtà con cui tutti dobbiamo fare i conti
ATTEGGIAMENTO AMBIVALENTE: posizioni di accettazione e di rifiuto

- 56% della pop italiana vede la presenza degli immigrati come che favorisce la “nostra apertura”
- 44% costituiscono una risorsa per la nostra economia
- 80% favorevole alla concessione della cittadinanza italiana ai figli degli immigrati nati in Italia, garantire
assistenza sanitaria e il diritto di voto nelle elezioni comunali a condizione che dichiarino di pagare le tasse
e avere un posto di lavoro riconosciuto
- Un terzo degli interrogati: sentimenti di inquietudine
- Possibile pericolo per l'ordine pubblico e per la sicurezza delle persone: pericoli per l’occupazione dei
lavoratori italiani

Modo in cui gli italiani concepiscono e stimano la presenza degli immigrati nel paese. Riferendosi ai dati del 2013,
la loro presenza è attorno all’8% della pop, appartengono a vari gruppi nazionali. Nel caso dei rumeni sono i più
presenti.

Nel caso di immigrati irregolari,


ovvero di clandestini,
rappresentano una realtà con la
quale dobbiamo confrontarci
dato che costituiscono circa
l’11% nel paese.

Nel caso degli stranieri che


commettono reati sono il 24%. Il
20.6% erano detenuti per
situazione di detenzione
carceraria a causa della loro
irregolarità e non di reati
criminali aggressivi.

La sovrastima è del 17% al di sopra del valore reale. È anche una tendenza a livello mondiale. La sovrastima tanto
più è grande se tanto è più aggressivo il nostro atteggiamento contro l’immigrato. Così come, c’è una relazione tra
la probabilità considerata che l’immigrato commetta un reato e la nostra sovrastima: più sovrastimo e più penso
che l’immigrato sia criminale. Molte delle situazioni in cui gli italiani parlano del pericolo dell’immigrato in Italia, è
sempre collegato alla sovrastima della presenza dell’immigrato nel paese.

La sovrastima dovrebbe essere dovuta alla euristica della disponibilità: quando si chiede di stimare il numero degli
immigrati, senza conoscerne il vero numero, si utilizza questa strategia. Consiste nello stimare il numero degli
immigrati in relazione alla facilità con cui, dovendo pensare alla realtà degli immigrati, recupero dal magazzino di
memoria esemplari di immigrati. L’euristica prevede di fare un ragionamento diretto mettendo in relazione la
facilità di recupero del ricordo e la conclusione a riguardo “se mi vengono in mente tanti immigrati, allora vuol
dire che ce ne sono tanti”. Mette in relazione questo ricordo con i suoi giudizi negativi alla stima del fatto reale. La
sovrastima risulta indirettamente dal ricordo visto come indicatore.
RAPPRESENTAZIONE DEGLI IMMIGRATI COME CATEGORIA SOCIALE

Kosic e Phalet (2006): forme del pregiudizio influenza del livello di pregiudizio etnico di italiani che devono
classificare volti di persone sconosciute presentate sul computer e dovevano stimarne la nazionalità.

Possibili errori: sovra-inclusione e sovra-esclusione

Si nota che persone caratterizzate da pregiudizio antisemita erano portate a classificare come appartenenti alla
categoria degli ebrei le foto di individui non ebrei effetto di omogeneità dell'out-group: le persone che non
appartengono al mio gruppo sono in qualche modo parte di una categoria che io considero omogenea dal punto
di vista della sua identità.

Categorizzare voti di immigrati entro specifici gruppi nazionali, poteva dipendere da:

a) Percepita ampiezza del gruppo: se penso che ci siano tanti marocchini utilizzerò quella categoria sociale
influenzando il mio giudizio
b) Rilievo dedicato a quel gruppo della stampa
c) Visibilità degli immigrati nel quartiere o sul posto di lavoro

Questi tre elementi possono giustificare il fatto che vengano compiuti errori di attribuzione di identità ai volti che
compaiono ai computer.

Le categorie etniche descritte più negativamente e quindi stigmatizzate nel sistema delle comunicazioni sociali più
salienti e usate con maggiore facilità nella categorizzazione degli immigrati.

305 studenti italiani: gruppi etnici considerati come più numerosi (albanesi e marocchini) atteggiamenti di
pregiudizio più negativi. Nel caso del pregiudizio più negativo verso gli albanesi e strategia di acculturazione come
mantenimento del tessuto culturale originale, maggior quantità di errori per sovra-inclusione (categorizzati i volti
di albanesi come persone che appartenevano ad etnie diverse).

RUOLO DELLA CRIMINALITÀ NELLA VITA DELLE COMUNITÀ E


DELLA PAURA DEI CITTADINI PER LA DIFFUSIONE DEL FENOMENO

Le persone enfatizzano, rispetto ai dati della realtà, la frequenza degli episodi di criminalità, sperimentano un
sentimento di paura sproporzionato. Un ruolo cruciale nel favorire la sovrastima e nel ritagliare l’immagine a
proposito del crimine sembra essere giocatori mezzo di comunicazione di massa.

Molti contributi di indagine registrano unicamente la quantità di episodi di criminalità diffusi dalla stampa e
semplici categorizzazioni, come ad esempio quelle che differenziano crimini contro la proprietà ed episodi di
criminalità di tipo violento.

Più recentemente si è ricorso a parametri più sofisticati descritti nella notizia:

- Tono sensazionalistico adottato dalla stampa nella descrizione di episodi di criminalità


- Casualità nell'individuazione della vittima degli atti criminali
- Collocazione geografica degli episodi di criminalità

Quanto più l'episodio criminale viola le norme sociali, colpisce le vittime in maniera casuale, ma si svolge in un
luogo lontano, più il lettore si sente rassicurato e protetto dai pericoli della criminalità  “questi eventi criminali
non possono accadere se non in contesti culturali e sociali molto diversi da quello dove vivo io”.
PAURA E PERCEZIONE DI MINACCIA NEL PREGIUDIZIO VERSO GLI IMMIGRATI

Con l'aumentare dei flussi di immigrazione è sempre più probabile il pregiudizio e le manifestazioni di ostilità e
discriminazione. La percezione e la paura di minaccia giocano un ruolo rilevante nel fare forma al pregiudizio nel
confronto del gruppo degli immigrati.

Teorie della minaccia intergruppo quando le azioni, le credenze o le caratteristiche di un gruppo costituiscono
una sfida per il raggiungimento di obiettivi o per il mantenimento di una condizione di benessere di un altro
gruppo. Nelle teorie della minaccia intergruppo rientrano i seguenti modelli teorici:

 Teoria del conflitto realistico  quando due gruppi sono in competizione per il possesso di risorse scarse
la competizione diventa particolarmente probabile e che il potenziale successo di uno dei due gruppi
costituisce una minaccia per il benessere dell’altro
 Teoria del razzismo simbolico  assunto fondamentale che prevede il razzismo come risultato del
conflitto simbolico tra valori e credenze (no competizione di beni materiali) piuttosto che l'esito della
competizione per il raggiungimento di obiettivi

Teoria integrata della minaccia – Stephan e Stephan (1996) hanno classificato le minacce in 4 principali tipi:

1. Minaccia realistica
2. Minaccia simbolica
3. Ansietà intergruppo
4. Stereotipi negativi

COSA I GIORNALISTI DECIDONO DI PRESENTARE NEI PROPRI ARTICOLI: AGENDA SETTING

Come i mezzi di comunicazione di massa hanno un ruolo nella costruzione del pregiudizio?

Le info che ottengono priorità e visibilità danno corpo ad una rappresentazione del mondo coerente con tali
scelte. Ricordare sistematicamente la nazionalità di un criminale immigrato contribuisce a rappresentare una
rappresentazione della società in cui criminalità, pericolo sociale e gruppo etnico citato diventano
sistematicamente associati. Nel materiale televisivo dal 2008 al 2012 il 76% delle volte che compaiono nelle
cronache le persone straniere sono descritte come autori o protagonisti di reati facendo riferimento alla loro
nazionalità.

(Potter, 1988): Teoria della coltivazione consistente relazione tra la quantità di televisione vista e le credenze
posseduta a proposito del mondo sociale. I forti consumatori di televisione tendono a credere che il mondo reale
sia simile al mondo rappresentato in televisione.

Analizziamo il modo in cui gli strumenti di comunicazione del gruppo di maggioranza interpretano la relazione
intergruppo che prende corpo quando un gruppo di minoranza si costituisce come realtà sociale entro il contesto
nazionale. Ruolo del linguaggio nel ritagliare, mantenere o modificare la relazione spesso conflittuale tra in-group
(ie. cittadini italiani) e out-group (ie. nuovi immigrati)

Analisi del modo in cui l’interpretazione di un evento sociale comparso nella cronaca di un giornale dipende da
alcune scelte stilistiche operate dal cronista (ie. interesse nel “come” e non nel “cosa”). Quali sono le
conseguenze che si producono sugli stereotipi che vengono sollecitati a proposito del gruppo a cui appartiene la
persona di cui si descrive il comportamento. Che sviluppi possono avere gli atteggiamenti di pregiudizio e i
processi di discriminazione messi in atto nei confronti del gruppo a cui appartiene la persona descritta.

Tre strategie comunicative per il modo in cui gli immigrati e il loro comportamento possono essere interpretati:

1. Linguaggio offensivo – etichette denigratorie


2. Metafore
3. Grado di astrazione del linguaggio – LCM

Etichette denigratorie termine emotivamente connotato che può, attraverso una singola parola, veicolare un
atteggiamento negativo nei confronti di un individuo o di un gruppo. Possono alludere a diversi aspetti
dell'appartenenza categoriale, come ad esempio le caratteristiche fisiche, il tipo di cibo mangiato dal gruppo, le
caratteristiche di personalità e così via.
Metafore  figure linguistiche nelle quali concetti relativamente concreti e tangibili (il dominio della fonte) sino
usati per rappresentare concetti più astratti (in questo caso parliamo del dominio del bersaglio). I concetti target e
la fonte generalmente si riferiscono a categorie differenti che non hanno nulla a che fare l'una con l'altra.

 I termini metaforici che vengono applicati ai gruppi sociali possono rimandare al regno animale quando,
ad esempio, si parla di bestie per riferirsi ai criminali, oppure a scimmie per alludere agli africani, oppure
agli squali quando, in epoca di leggi razziali, si alludeva agli ebrei.
 Ricerca condotta sul ruolo delle metafore nelle relazioni intergruppo: infra-umanizzazione e de-
umanizzazione quando questi processi raggiungono il loro obiettivo si creano le condizioni per
delegittimare gli individui che appartengono all'out-group di minoranza.

LCM – Modello delle Caratteristiche Linguistiche (concreto  astratto)

Le forme linguistiche possono essere classificare lungo un continuum che si estende dal polo concreto al polo
astratto. Ciò che maggiormente incarna la caratteristica della concretezza:

 DAV – verbi descrittivi d'azione: come A colpisce B. Forniscono all'individuo una descrizione pressoché
fede e obiettiva dell’evento ritraendo un fatto osservabile e preservando inalterate quelle caratteristiche
dell’evento che possono essere registrate anche da un altro osservatore
 IAV – verbi interpretazione d’azione: A fa male a B. Mantengono chiaro il riferimento al comportamento
osservato ma presentano un livello di descrizione piu astratto, nella misura in cui costituiscono una
interpretazione delle caratteristiche dell’evento
 SV – verbi d stato: A odia B. Descrivono delle caratteristiche psicologiche stabili che possono persistere
aldilà della situazione specifica in cui sono state osservate. A differenza dei DAV l'attenzione e spostata
dall’individuo all'oggetto della situazione interpersonale, ossia da A verso B.
 Aggettivi: più alto livello di astrazione, A è aggressivo. In questo caso viene meno il carattere osservabile
dell'evento ma l’attenzione viene focalizzata su una caratteristica disposizione dell'attore, generalizzabile
oltre il contesto specifico in cui è emersa.

Linguistic Intergroup Bias: tradurre il meccanismo previsto dal modello delle caratteristiche linguistiche (LCM)
all'interno di un contesto Inter-group. Tale contesto sollecita percezioni categoria e motiva l'in-group a difendere
un immagine positiva del proprio gruppo (inter-group bias). In tali contesti, la scelta della categoria linguistica per
descrivere un evento risente della valenza associata al comportamento e dell'appartenenza categoriale
dell'individuo.  Comportamenti positivi attuati dai membri dell'ingroup descritti mediante il linguaggio astratto,
mentre i medesimi comportamenti, se messi in atto da membri dell’out-group, ricevono descrizioni in termini
concreti. Il linguaggio astratto è riservato, nel caso dei comportamenti negativi, alle descrizioni dell'outgroup.

ESTENSIONE LCM: DAGLI AGGETTIVI AI SOSTANTIVI

Il modello identifica nella forma grammaticale degli aggettivi il più elevato livello di astrazione. Secondo alcuni il
grado di astrazione più marcata è invece rappresentato dai sostantivi. La differenza tra queste due categorie
linguistiche risiede nella capacità degli aggettivi di indicare una singola proprietà di un oggetto mentre i nomi
tendono a designare un insieme sistematizzato di proprietà

MATERIALE DI CRONACA ANALIZZATO E I SUOI RISULTATI:

Ricerca d’archivio condotta sul tema dell'immigrazione con una dimensione nazionale. Il materiale utilizzato ora
formato da 175 art di cronaca redatti tra il 2008 e 2012 e provenienti da testate giornalistiche di diverso
orientamento politico (35% di sx, 35% a dx, 30% non schierata ufficialmente) con diffusione nazionale e locale.

Criterio di scelta: contenuto dell'evento descritto che riguardava una azione di tipo criminale, compiuta da un
italiano e da un immigrato. Le notizie si riferivano ad omicidi, tentati omicidi, lesioni gravi, stupri e tentativi di
stupro.

Nazionalità di chi compie l’atto I riferimenti alla nazionalità dell'aggressore sono molto più frequenti se il
protagonista è un immigrato (58) piuttosto che italiano (31). Nel descrivere l’identità dell'aggressore si può
scegliere id farlo tramite un aggettivo o un sostantivo. “un rumeno si è reso colpevole di…” oppure “un ragazzo
rumeno si è reso colpevole”. La nazionalità è descritta (sostantivo vs aggettivo) in relazione all’id del protagonista
(ita vs stran):
- Italiani aggettivo > sostantivo (09 vs 03)
- Immigrati aggettivo < sostantivo (18 vs 38)

In 17 testi che trattano sulla violenza sulle donne:

- Forma passiva (“la ragazza e stata violentata”) se lo stupratore e un italiano


- Forma attiva: responsabilità suggerita implicitamente a carico dell'immigrato in modo totale

Uso del linguaggio metaforico Termini desumanizzati e termini che esprimono azioni inaspettate e improvvise.
Disposizionale vs Situazionale

- Crimini italiani, azione inaspettata (è esploso)


- Crimini immigrati, metafora animale (selvaggiamente)

ALTRI STUDI:

Negli anni più recenti è stata sottolineata l'importanza dell’utilizzo di misure implicite per registrare in maniera
non intrusiva atteggiamenti e opinioni. Queste misure hanno il vantaggio di rendere difficile il controllo
consapevole da parte degli individui che rispondono.

Abbiamo realizzato due studi in laboratorio per studiare il ruolo del contesto (studio 1) e del linguaggio
tendenzioso (studenti 2) delle notizie riguardanti comportamenti illegali nel creare lo stereotipo di tipo criminale a
proposito della minoranze etniche.

Il WEAPON PARADIGM – PAYNE (2001) nelle ricerche precedenti: elementi prime completa di ai membri di un
gruppo stereotipico tendono a facilitare le risposte a parole bersaglio caratterizzate da Valenza negativa. Il
compito 9revedeva che i partecipanti distinguessero, il più velocemente possibile, armi da fuoco (pistole,
future)me è comuni oggetti inoffensivi (Phone, cellulare) utilizzando due tasti della tastiera di un computer.
Veniva misurati il tempo impiegato dai partecipanti nel riconoscere rispettivamente armi o oggetti inoffensivi. Le
loro immagini erano precedute da foto di volti bianchi o neri, che i partecipanti dovevano ignorare.

STUDIO 1: partecipanti leggono una notizie di cronaca in cui

a) Criminale era un immigrato e la vittima un italiano


b) Criminale italiano e vittima immigrato
c) Immigrato insieme ad un italiano mettevano in atto con successo un comportamento di aiuto nei
confronti di un italiano

Il prime poteva costituire un uomo nero/bianco – intervallo – immagine (arma o no).


La semplice menzione del gruppo etnico nella cronaca del crimine non sembra essere una condizione sufficiente
per attivare l'associazione stereotipica. È necessario l'uso di un linguaggio tendenzioso, se non si vuole implicare
pregiudizi negativi gli immigrati nella stampa vanno menzionati con linguaggi neutri. Difatti i due studi presentati
dimostrano che il pregiudizio nei confronti degli immigrati si sviluppa quando la cronaca enfatizza il ruolo del
protagonista o quando si fa ricorso ad una scelta stilistica tendenziosa. Opportune indicazioni per chi costituisce il
repertorio delle notizie quotidiane, LA CARTA DI ROMA (ie. codice deontologico della stampa, dare info nel modo
più sensato e obbiettivo e meno tendenzioso possibile).

Potrebbero piacerti anche