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Bernini è l’artista protagonista del barocco trionfante. L’arte barocca ha un’accezione
negativa che ci viene data dai neoclassici, che consideravano il barocco come “la peste del
gusto”.
Viene considerato come il primo grande linguaggio di massa a diffusione capillare, parte da
Roma, con Bernini come principale interprete (vive 80 anni e lavora per 7 papi) era il
committente più importante del mondo. Morta la sua “generazione”, il barocco si è diffuso in
tutto lo Stato della Chiesa, in tutta Europa.
E’ una strategia della Chiesa Cattolica per affermare la propria supremazia per distinguersi
dalla protestante.
Dal titolo si capisce una roba spettacolare che stupisce, che suscita emozione, che lascia a
bocca aperta.
In realtà quando si chiude il Concilio di Trento c’erano due correnti, quella pauperista, che
predicava una riforma della chiesa attraverso un ritorno alla povertà; invece la corrente
aristocratica voleva far vedere la ricchezza, lo sfarzo e la grandezza della Chiesa Cattolica.
Il primo Papa che da il via a questa strategia è Urbano VIII Barberini, che nel 34 fa fare il
Baldacchino di San Pietro a Bernini, alto 30 metri, sopra all’altare e la tomba di San Pietro
che sta sotto.
Bernini nasce nel 1598 a Napoli, ma nei primi anni del 600 la famiglia si trasferisce a Roma,
perciò la sua formazione è interamente romana, in gran parte data dal padre che era uno
scultore, però a Roma viene ispirato comunque anche da altri artisti, come ad esempio
Michelangelo.
IL RITRATTO DI PROSERPINA
Questa scultura si trova nella Galleria Borghese a Roma, perché Bernini, poco più che
ventenne riceve un incarico di 5 opere da Scipione Borghese, che era un collezionista d’arte.
Plutone (dio degli inferi) rapisce Proserpina (figlia di Demetra) e se la porta negli inferi, la
madre scopre che la figlia è stata rapita e chiede a Giove di liberarla; così ella poté ritornare
in superficie, a patto che trascorresse sei mesi all'anno ancora con Plutone. Demetra fece
così calare il freddo ed il gelo durante i mesi in cui la figlia era assente come segno di dolore,
per poi far risvegliare la natura per il ritorno di Proserpina sulla terra. (MITO DELLE
STAGIONI). Bernini introduce la forma “aperta”, bisogna girarci attorno per vederla da tutti
i punti di vista,si vedono 5 sculture in una. Plutone ha una forza dinamica, ha appena
agguantato Proserpina, ma le sue mani affondano già nella carne viva di quest’ultima; lei si
dimena e cerca di allontanarlo (mano sul volto) e piange. Girandoci attorno si può notare
anche Cerbero, il cane a tre teste.
APOLLO E DAFNE
Abbandono del linguaggio titanico michelangiolesco.
Anche quest’opera esprime una violenza, Apollo si innamora della ninfa Dafne che però non
corrisponde il suo amore, lei fugge, lui la insegue, e nel momento in cui la prende lei chiede
al padre di trasformarla in una pianta di alloro. Girandoci intorno si vede il diverso livello
della metamorfosi in atto. Bernini ha questa capacità di rendere i materiali veri, la carne viva,
il movimento, le trasformazioni, la vita palpitante. Bernini ha altre strategie rispetto a quelle
di Michelangelo.
Il 700 è un secolo di moltissimi cambiamenti, si apre con la morte del Re Sole (1714)
(massima espressione dell’assolutismo monarchico) e si chiude con la Rivoluzione francese
(1789).
Il superamento dei limiti e l’integrazione fra le arti sono le due caratteristiche principali. Per
potenziare l’immagine che deve “disorientare” chi guarda Bernini usa tante arti diverse tra di
loro (pittura, scultura, decorazioni, affreschi, marmi policromi)