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Notizie INAIL
In collaborazione con INAIL
Rapporto INAIL sugli infortuni: dati e programmi di prevenzione
a cura di Francesco Facello e Alessandro Baldacconi .............................................. 534
Finanziamenti
Finanziamenti per la sicurezza
a cura di Bruno Pagamici ................................................................................. 539
Inserto
Nuovo Codice degli appalti e sicurezza del lavoro
Pierguido Soprani
Prassi
Attività di verifica e controllo ai sensi del D.Lgs. n. 334/1999
Sommario
Ministero dell’interno - Lettera circolare 14 luglio 2006, n. 3000 ............................... 544
Incidenti rilevanti: norme transitorie
Ministero dell’interno - Lettera circolare 5 luglio 2006, n. DCPST/A4/RS/2700 ........... 546
Elenco degli ispettori della qualità e sicurezza delle imprese di autotrasporto
Ministero dei trasporti - Deliberazione 27 giugno 2006, n. 15 ................................... 547
Certificazione di qualità per i trasportatori di merci pericolose
Ministero dei trasporti - Deliberazione 27 giugno 2006, n. 14 ................................... 551
Contratto di inserimento: applicazione della nuova disciplina
INAIL - Circolare 26 giugno 2006, n. 32 ............................................................. 555
Utilizzo del lavoro a progetto nei call center
Ministero del lavoro - Circolare 14 giugno 2006, n. 17 ............................................ 559
Giurisprudenza
Rassegna della Cassazione penale
a cura di Raffaele Guariniello
Soggetti responsabili in società in nome collettivo
Cass. pen., Sez. IV, 31 marzo 2006, n. 11358 ........................................................ 563
Obbligo di parapetti su ponteggi con tubi a incrocio
Cass. pen., Sez. III, 11 maggio 2006, n. 16039 ...................................................... 563
Omissione dolosa di cautele antinfortunistiche in stabilimento petrolchimico
Cass. pen., Sez. I, 14 giugno 2006, n. 20370 ......................................................... 563
Dalla migliore tecnica reperibile sul mercato alla migliore tecnica prevedibilmente
necessaria
Cass. pen., Sez. IV, 21 giugno 2006, n. 21442 ....................................................... 566
Cass. pen., Sez. IV, 1º giugno 2006, n. 19195 ........................................................ 566
Cass. pen., Sez. IV, 25 maggio 2006, n. 18379 ...................................................... 566
Casi e Questioni
ISL risponde .................................................................................................. 570
REDAZIONE AMMINISTRAZIONE
Per informazioni in merito Per informazioni su gestione abbonamenti,
a contributi, articoli ed argomenti trattati numeri arretrati, cambi d’indirizzo, ecc.
scrivere o telefonare a:
Semplificazione
delle procedure
di prevenzione incendi
relative ai depositi di GPL
Antonio Cappa Ingegnere, Consulente per la sicurezza e tecnico di prevenzione incendi, Zadig S.r.l.
Approfondimenti
Finalmente un passo avanti zione, si consideri che l’art. 1, ciali a causa dell’elevatissima
nell’ottica della semplificazio- comma 2, del nuovo decreto mole di lavoro, e l’impegno
ne! Potrà apparire inconsueto esclude dal suo campo di ap- dei funzionari tecnici per l’e-
un incipit del genere, ma non plicazione i serbatoi al servizio same di pratiche di modesta
può che far piacere l’emana- di attività soggette ai controlli complessità, normate e ripro-
zione di questo decreto (1) di prevenzione incendi ai sensi ducibili.
che semplifica la vita a tutti dell’art. 36 del D.P.R. 27 apri- Si tenga anche presente una
gli operatori del settore. le 1955, n. 547 (ovvero le «tattica» che oggi si sta dimo-
Ma procediamo con ordine. Il aziende e le lavorazioni nelle strando vincente proprio pres-
regolamento tratta l’iter relati- quali si producono, si impie- so i comandi delle province
vo alla prevenzione incendi gano, si sviluppano o si deten- di maggior dimensione, ovve-
per i serbatoi fissi di GPL di gono prodotti infiammabili, ro l’utilizzo di capisquadra
capacità complessiva non supe- incendiabili o esplodenti, e adeguatamente formati per
riore a 5 metri cubi. Il legislato- quelle che, per dimensioni, l’effettuazione di sopralluoghi
re ha evidentemente rilevato il ubicazione ed altre ragioni (a fini di rilascio CPI) in attivi-
numero consistente di doman- presentano in caso di incendio tà normate e di cui si dispone
de che nel tempo sono perve- gravi pericoli per la incolumità una casistica elevatissima, per
nute ai locali comandi provin- dei lavoratori) e dell’art. 4 del- cui è possibile descrivere con
ciali dei VV.F. inerenti le ri- la legge 26 luglio 1965, n. 966 elevata precisione le caratteri-
chieste di installazioni di tali (che in sostanza ribadisce lo stiche che sul campo l’attività
serbatoi per utenze civili (pro- stesso concetto). deve possedere (es. centrali
duzione di acqua calda sanita- termiche a metano, autorimes-
ria e riscaldamento ambiente). se, serbatoi di GPL appunto,
Questi serbatoi presentano La semplificazione ecc.). Questa prassi ha sgrava-
sempre volume inferiore ai ci- to i funzionari tecnici da cu-
tati 5 metri cubi, e difatti tali Da tale premessa si può evin- muli di lavoro notevoli, per-
volumi furono già normati in cere una situazione di relativa mettendo un abbassamento
maniera specifica dal D.M. semplicità e riproducibilità in dei tempi di elaborazione dei
(Interno) 31 marzo 1984, materia di serbatoi di GPL fi- pareri di conformità sui pro-
«Norme di sicurezza per la no a 5 metri cubi; attività che getti consegnati al comando,
progettazione, la costruzione, possiede norma tecnica speci- senza diminuzione della quali-
l’installazione e l’esercizio fica (a cui quindi, quale sia il tà dell’operato.
dei depositi di gas di petrolio parere del comando provincia-
liquefatto con capacità com- le VV.F., il titolare dell’attività
plessiva non superiore a 5 me- deve attenersi), non particolar- La procedura
tri cubi». Tale decreto è stato mente complessa, e che spesso
abrogato recentemente dal è ad uso di attività civili. Torniamo al decreto. Il titolare
D.M. (Interno) 14 maggio Eccessivo e dispendioso (an- del deposito, ai sensi dell’art.
2004 («Approvazione della re- che e soprattutto in termini di 2, richiederà direttamente il
gola tecnica di prevenzione in- tempo) si presentava quindi il sopralluogo dei VV.F., fornen-
cendi per l’installazione e l’e- processo di ottenimento del
sercizio dei depositi di gas pe- certificato prevenzione incendi
trolio liquefatto con capacità per tale attività, considerando Note:
complessiva non superiore a la necessità di far operare un (1) D.P.R. 12 aprile 2006, n. 214, in G.U. 16 giu-
13 metri cubi») (2), il quale professionista abilitato per la gno 2006, n. 138. In ISL, 2006, 8, 489.
ha al suo interno compreso i stesura del progetto, l’elevato (2) In ISL, 2004, 7, 435.
ai documenti forniti dai ter- sponsabile tecnico dell’impre- di valutarne l’eventuale neces-
moidraulici). In particolare il sa che procede all’installazio- sità di revisione per esigenze
riferimento tecnico principe ne del deposito; di sicurezza pubblica.
sarà la norma UNI-CIG 7131: non è specificato nel decre- C’è da sperare che questa sem-
«Impianti a GPL per uso do- to, ma si aggiungano l’omolo- plificazione, se ben accolta e
mestico non alimentati da rete gazione e la dichiarazione di applicata, porti il Ministero a
di distribuzione - Progettazio- conformità degli estintori a estenderne l’applicazione a si-
ne, installazione, esercizio e corredo; tuazioni parimenti gestibili,
manutenzione»; la documentazione, compre- quali centrali termiche di po-
una dichiarazione in cui il ti- sa la dichiarazione di confor- tenza non elevata (es. comprese
tolare attesta che sono state ri- mità del serbatoio alle direttive tra 116 e 350 kW), autorimesse
spettate le prescrizioni vigenti vigenti, e le relative prove da fino a 40 posti auto (il cui nu-
in materia di prevenzione de- banco (tarature valvole sicu- mero è dilagante in funzione
gli incendi e si impegna al ri- rezza, esame del fasciame, dei nuovi condomini, sempre
spetto degli obblighi di cui al- ecc.); dotati di parcheggio interrato),
l’art. 5 del D.P.R. 12 gennaio in certi casi (per esempio gruppi elettrogeni, ecc.
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Agente Ipsoa di zona (www.ipsoa.it/agenzie)
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Mobbing orizzontale:
quale responsabilità
per il datore di lavoro?
Axel Bisignano Sostituto Procuratore della Repubblica, Procura di Bolzano
Nell’ambito del rapporto di lavoro di natura contrattuale, il mobbing commesso da un dipendente nei
confronti di un altro dipendente può integrare la violazione dell’obbligo di tutela ai sensi dell’art. 2087
c.c. in capo al datore di lavoro, e, pertanto, trattandosi di una forma di inadempimento, si applica la
regola probatoria di cui all’art. 1218 c.c. Di conseguenza, l’onere probatorio in capo al lavoratore si
limita alla dimostrazione del mobbing e del nesso causale con i danni subiti, mentre spetta al datore
Approfondimenti
di lavoro l’onere di dimostrare l’impossibilità di adempiere all’obbligo di tutela.
o meno sottili reiterate nei Pur non essendo, generalmen- caso in cui il datore di lavoro
confronti di una o più persone. te, l’insorgenza della malattia non è direttamente a cono-
Tali condotte non possono che lo scopo direttamente perse- scenza della situazione di con-
essere, necessariamente, dolo- guito dal soggetto prevaricato- flitto all’interno della propria
se. Qualora il mobber sia il da- re, deve ritenersi che l’even- azienda. È questo il caso della
tore di lavoro ovvero un supe- tuale lesione conseguenza del- vicenda esaminata dalla Su-
riore gerarchico dello stesso, la condotta sia da inquadrare
prema Corte nella pronuncia
potrà essere contestato il reato come dolosa, quanto meno a
in commento, laddove si di-
di maltrattamenti ex art. 572 livello di dolo eventuale, lad-
dove l’autore del reato agisce scute di una responsabilità
c.p. Difatti, caratteristica del
reato in questione è quella di accettando consapevolmente del datore di lavoro per omes-
essere abituale ed a condotta la probabilità dell’insorgenza sa vigilanza e, quindi, per una
plurima e compiuto nei con- di una patologia. Trattandosi responsabilità di natura colpo-
fronti di «una persona sottopo- di malattie aventi, quasi sem- sa. Questa responsabilità viene
sta alla sua autorità». In tal pre, dei decorsi estremamente fatta discendere dagli obblighi
senso esistono in giurispru- lunghi e, spesso, invalidanti, derivanti in capo al datore di
denza almeno due preceden- le lesioni sono generalmente lavoro dall’art. 2087 del Codi-
ti (2). Nel momento in cui sia aggravate ai sensi dell’art. ce civile. La costante giuri-
configurabile il delitto di mal- 583 c.p. e, pertanto, persegui- sprudenza della Corte di cas-
trattamenti, i reati eventual- bili d’ufficio. sazione configura la norma in
mente ipotizzabili di ingiuria Se l’autore del mobbing è il questione quale violazione
(art. 594 c.p.) e minaccia (art. datore di lavoro ovvero un su- della normativa sulla preven-
612 c.p.), secondo pacifica periore gerarchico ed il mob-
giurisprudenza, sono assorbiti bing era finalizzato all’allonta-
dal più grave delitto di cui al- namento del dipendente, po- Note:
l’art. 572 c.p. (3). Sotto il pro- tranno essere contestate, in (1) Cfr. sul punto la più completa disamina di
filo dell’elemento soggettivo, concorso formale e/o materiale Marcella Nicolini di cui al n. 4/2006 di Igiene Sicu-
se l’agente agisce con il dolo tra loro ex art. 81, commi 1 e rezza e lavoro, pag. 227 e seguenti.
di voler allontanare la vittima 2, c.p., tutte le fattispecie di (2) Cass. Pen., Sez. VI, 18 marzo 1997, n. 2609, e
dal posto di lavoro, altro reato reato sopra ipotizzate (5). Cass. Pen., Sez. VI, 12 marzo 2001, n. 10090.
configurabile è quello di vio- Inoltre, in presenza di reati (3) Cfr. Cass. Pen. 6 dicembre 1982, n. 11630, in
lenza privata ex art. 610 c.p. concorrenti di maltrattamenti materia di percosse e minacce e Cass. Pen., Sez.
che sarà compiuta o tentata a e lesioni gravi o gravissime, VI, 29 maggio 1990, n. 16661.
seconda se l’autore sia riuscito il primo reato sarà aggravato (4) Nel caso della sentenza in commento alla la-
o meno nel proprio intento. Va ai sensi del secondo comma voratrice fu certificata una «nevrosi psicogena da
specificato che il reato di vio- dell’art. 572 c.p., con aumento stress».
lenza privata è un reato a dolo sensibile della pena editta- (5) Cfr., ad esempio, Cass. Pen., Sez. VI, 24 giu-
generico, sicché esso sussiste- le (6). gno 1999, n. 8193, sul concorso tra i delitti di
rà anche in quelle ipotesi in Affatto diverso è il caso di cui agli art. 572 e 610 c.p., e, da ultimo, Cass.
cui l’abbandono del posto di mobbing per cosı̀ dire orizzon- Pen., Sez. VI, 23 giugno 2004, n. 28367, sul con-
lavoro non sia stato lo scopo tale, ovvero di mobbing com- corso con il delitto di lesioni.
diretto del mobber, ma solo piuto da un collega di lavoro (6) Da quattro a otto anni di reclusione in caso di
una conseguenza, prevedibile pari grado, il reato di maltrat- lesioni gravi, da sette a quindici anni di reclusione
ed accettata da parte dell’auto- tamenti non sarà configurabile, in caso di lesioni gravissime, da dodici a venti anni
re, e, pertanto, anche in ipotesi non essendo la vittima un sog- di reclusione se dal maltrattamento deriva la mor-
di mero dolo eventuale. Vice- getto sottoposto alla sua auto- te della persona offesa.
Approfondimenti
fronti dell’altro, è configurabi-
le un concorso colposo del da-
tore di lavoro nel reato doloso Conclusioni Note:
commesso dal suo dipendente. (7) Cfr. da ultimo, Cass. Pen. Sez. IV, 26 aprile
Chiaramente, in campo pena- Sotto il profilo dell’aspetto 2000, n. .
le, deve essere individuato un probatorio, il principio sancito
dalla sentenza in commento (8) Cfr. da ultimo Cass. Pen. 21 maggio 1996, n.
datore di lavoro persona fisica, 205196.
laddove vige il principio gene- non può trovare nessun ingres-
rale per cui una persona giuri- so in ambito penale. Si è visto (9) Il principio generale di cui al brocardo latino
che la Suprema Corte ravvisa societas delinquere non potest non è più assoluto,
dica, quale è un’associazione avendo il legislatore introdotto con il decreto le-
riconosciuta, non può essere un’inversione dell’onere della
gislativo 8 giugno 2001 n. 231, una responsabilità
imputata di un reato (9). Di prova in capo al datore di la- degli enti giuridici per una serie di reati specifica-
conseguenza, in sede penale, voro. Sarà lui a dover dimo- mente individuati commessi nel suo interesse o a
l’associazione potrebbe essere strare l’impossibilità di fornire suo vantaggio (art. 5) dai responsabili dello stesso
coinvolta nell’eventuale pro- la tutela cui è contrattualmente ente, tra cui l’indebita percezione di erogazioni,
cedimento solamente quale re- obbligato ai sensi del disposto truffa in danno dello Stato o di un ente pubblico
sponsabile civile delle even- di cui all’art. 2087 c.c. nel mo- o per il conseguimento di erogazioni pubbliche e
tuali violazioni dolose da parte mento in cui il lavoratore ab- frode informatica in danno dello Stato o di un en-
bia fornito la prova di essere te pubblico (art. 24), Concussione e corruzione
del mobber e colpose da parte
stato vittima di mobbing, non- (art. 25), Falsità in monete, in carte di pubblico
del datore di lavoro e/o diri- credito e in valori di bollo (art. 25 bis), Reati so-
gente persona fisica che, pur ché il rapporto di causalità tra cietari (art. 25 ter), Delitti con finalità di terrori-
avendo il dovere e la possibili- le vessazioni subite ed i danni smo o di eversione dell’ordine democratico
tà di prevenirle, non ha evitato riportati. In ambito penale una (art. 25 quater).
le condotte. La pronuncia in simile inversione non è ipotiz-
(10) È opportuno specificare che la vicenda risale
esame, sotto questo profilo, zabile, essendo onere dell’ac- alla fine degli anni ’80 ed è quindi antecedente al-
offre un ulteriore spunto di ri- cusa e dell’eventuale parte ci- l’entrata in vigore del D.Lgs. n. 626/1994 e, per-
flessione. Difatti, in base al- vile l’allegazione probatoria tanto, nel caso concreto, la norma non sarebbe
l’art. 2, lett. b) del D.Lgs. n. della prevedibilità e prevenibi- applicabile.
626/1994, il datore di lavoro, lità dell’evento da parte del da- (11) Emblematica sotto questo profilo la pronun-
in imprese e/o enti giuridici tore di lavoro e pertanto della cia in esame, laddove, a distanza di più di 16 anni
di rilevanti dimensioni, non si sua colpa in relazione alle pra- dai fatti, la vittima deve iniziare un nuovo percor-
identifica necessariamente e tiche di mobbing commesse so processuale di merito per ottenere la ripara-
solo nel legale rappresentante. dal suo dipendente. zione per i danni subiti.
Analisi ergonomica
degli errori in un incidente
chimico industriale
Rinaldo Ghersi e Manuela Mattioli Azienda USL Modena - Servizi Prevenzione e Sicurezza
Ambienti di Lavoro, Luca Save Università di Siena - Dipartimento Scienze della Comunicazione
Approfondimenti
mente non infrequente nel set- altri elementi importanti per elaborati dagli Autori sulla
tore chimico, dalla dinamica prevenire incidenti simili. traccia del metodo di analisi
relativamente semplice: il tra- Sebbene la nostra cultura tra- SHEL (Edwards 1972, 1988)
vaso di una sostanza chimica dizionale non sembri favorire che prende in considerazione
da un’autocisterna ad una ci- tali dinamiche, esse possono nell’ambiente (environment)
sterna che ne contiene un’altra essere utilmente realizzate ne- le interazioni tra software (ele-
incompatibile, con conseguen- gli ambienti di lavoro, soprat- menti immateriali quali regole
te corrosione della parete ed tutto ma non esclusivamente di condotta, procedure, abitu-
emissione di fumi in ambiente in casi di mancato incidente, dini), hardware (sistema di
aperto. Sebbene l’emergenza o di incidente senza importanti controllo vero e proprio con
in questo caso sia stata gestita danni a beni o a persone, in materiali, impianti, segnaleti-
bene e nessuna persona abbia presenza di climi organizzativi ca) e liveware (esseri viventi,
riportato lesioni, in passato centrati sul miglioramento del- in questo caso uomini). È stato
eventi simili hanno determina- la qualità e sulla possibilità di scelto il metodo SHEL (Figura
to infortuni anche mortali. esprimersi senza rischio di col- 1), sviluppato per la rappre-
Questa relazione si propone di pevolizzazione. È a tal fine sentazione formale di tutte le
fornire un esempio di analisi a importante sottolineare la interazioni tra uomo, ambiente
posteriori dell’incidente cen- grande dignità di chi riesce a di lavoro ed impianto, in quan-
trata sulle interazioni critiche riconoscere e comunicare erro- to si era rivelato utile e pratico
a livello delle interfacce tra ri propri o del sistema di lavo- sia per la costruzione di ban-
persone, cose e procedure e ro per ridurne la probabilità. che dati di errori umani in am-
sulle conseguenti possibilità bito aeronautico che per l’ana-
di errori manifesti o latenti, in- lisi ex post di incidenti, come
dividuali ed organizzativi. Metodo in questo caso.
È stato eseguito un sopralluo- Considerato tuttavia che il me-
Finalità e limiti go immediatamente dopo l’e- todo SHEL non approfondisce
vento, seguito da altri a distan- l’aspetto cognitivo individuale
dell’analisi za di tempo per meglio com- od organizzativo dell’errore, si
L’analisi dell’evento reale è prendere la dinamica e per ve- è abbozzata una prima lettura
stata curata da tecnici esterni rificare l’ottemperanza a prov- di alcuni elementi anche se-
all’azienda con finalità di stu- vedimenti qui non discussi; so- condo altre classificazioni, ri-
dio e di prevenzione dei rischi no stati esaminati i documenti correndo all’evoluzione da
qui distinte dalla ricerca o dal- aziendali dell’industria e dei SHEL a SHELL della tassono-
la dimostrazione di responsa- trasportatori, sia quelli prece- mia per il report di incidenti
bilità. Per ragioni di riservatez- denti che quelli successivi al- aeronautici (ICAO, 1993 e
za, ottenuto il consenso alla di- l’evento, in relazione alla valu- 1997) ove al centro del model-
vulgazione delle informazioni, tazione ed alla prevenzione dei lo è la persona, un’altra «L»,
si cambiano i nomi e si omet- rischi. Sono stati intervistati che nel nostro caso potrebbe
tono dettagli non significativi. una parte dei lavoratori presen- essere il personaggio che verrà
Non si può escludere ed è anzi ti durante l’incidente, loro rap- identificato come Paolo, ricor-
probabile che un’analisi dello presentanti, tecnici e dirigenti. rendo anche al modello dei tre
stesso fatto condotta all’interno L’analisi è compatibile con le diversi livelli di controllo del-
dell’azienda con metodo parte- dichiarazioni raccolte (anche l’azione umana di Rasmussen
cipativo ed interattivo, sia pur se altre versioni od interpreta- (1981 e 1986), con le successi-
con l’eventuale presenza di zioni potrebbero essere parzial- ve integrazioni di J. Reason
Approfondimenti
Secondo quanto ricorda Paolo da, più complessi: dopo tutto con la bolla di consegna; la
una recente procedura interna lo scarico di quel camion era procedura prevede che il Chi-
prevedeva che dalle 12 alle per lui la cosa più semplice e mico controlli la bolla, che
14 nessun camion scaricasse, meno importante, e la sequenza esegua un’analisi organolettica
proprio perché in quell’inter- era già stata impostata da Pietro e chimica di base del prodotto
vallo era presente solo Pietro dalla prenotazione fino alla valutandone anche la concen-
o solo Paolo, mentre l’azienda consegna. Probabilmente per trazione e che infine autorizzi
aveva bisogno della presenza le stesse ragioni, né Paolo né Pietro e Paolo allo scarico.
contemporanea di entrambi, Pietro prendono in mano la bol- In questo caso tuttavia l’autista
affinché durante lo scarico la di consegna, che resta sul ta- non riesce a prelevare un suffi-
uno dei due potesse assentarsi volo del Custode finché non ciente campione dall’alto della
per intervenire sugli impianti verrà il collaboratore del Chi- cisterna del camion perché il
interni in caso necessità. Tale mico a prelevarla. Pietro è più livello del liquido è molto bas-
procedura contrastava tuttavia vecchio di Paolo e gerarchica- so: riesce a raccoglierne solo
con le pressioni temporali dei mente superiore, mentre Paolo una piccola quantità ed è inol-
trasportatori, che avrebbero ha maggiore anzianità lavorati- tre infastidito dai vapori; non è
dovuto regolare i loro viaggi va ed esperienza; i due sono agevole neppure prelevare dal
tenendo conto di tale vincolo, abituati a lavorare insieme ed basso perché aprire il disposi-
ossia perdere tempo in azienda hanno fiducia reciproca. tivo di spillaggio con rubinetto
aspettando le 14. Paolo, quando vede il cartello in basso è pericoloso. Paolo
Dall’esame della documenta- con il codice ADR corrispon- pensa a posteriori che forse i
zione aziendale risulterebbe dente all’acido cloridrico, chie- vapori fastidiosi avrebbero do-
tuttavia che prima dell’inci- de all’Autista che cosa conten- vuto orientare tutti i presenti
dente non esistesse tale vinco- ga il camion con una domanda verso il contenuto di acido clo-
lo orario, mentre soltanto dopo generica: «È l’acido?» ottenen- ridrico, perché l’acido nitrico
l’incidente le istruzioni opera- do una risposta generica: «Si, è nella sua esperienza è molto
tive proibivano di scaricare l’acido». La risposta gli forni- meno irritante nelle concentra-
dalle 12 alle 14. sce solo una informazione par- zioni da loro usate.
Pietro e Paolo si recano quindi ziale: viene infatti a sapere che Fallito il prelievo, Paolo deci-
insieme alla pesa; Pietro dice a non è un prodotto non acido de di collegare già con una tu-
Paolo che è arrivato il camion come diversi altri scaricati in bazione il camion alla pompa
dell’acido nitrico atteso per azienda, ma non di quale tipo che scarica nel serbatoio di
quel giorno: lui stesso aveva di acido si tratti. Paolo ricorda acido nitrico e di spillare dalla
incaricato gli uffici competenti l’Autista come persona di lin- stessa il campione per l’anali-
della ordinazione e sapeva che gua italiana ma parca di parole, si. Chiede all’autista di colle-
era stato annunciato dal forni- che si limita a rispondere alle gare l’autocisterna alla pompa
tore l’arrivo proprio per quella domande e che non interviene e lo aiuta a fare ciò con lo stes-
data, nella quale non erano mai. so Pietro, che dovrebbe smon-
previsti altri rifornimenti di Si saprà successivamente che tare ma si trattiene un po’ per
prodotti chimici. il fornitore di acido nitrico aiutare volentieri il collega.
Paolo confida in Pietro, anche aveva comunicato al Chimico Paolo mette in funzione breve-
se nota che il cartello sul ca- che la consegna sarebbe stata mente la pompa: ciò non è in-
mion ha una sigla ADR cifrata ritardata di qualche giorno, e dispensabile per eseguire il
(80/1789) che lui ben conosce che era stata invece annunciata prelievo, in quanto il liquido
sia per formazione che per ra- da un altro fornitore la conse- scenderebbe dal camion per
gioni cognitive: ricorda bene il gna dell’acido cloridrico pro- gravità; Paolo ritiene tuttavia
Approfondimenti
ni a persone né danni ad altri loro e forse anche dall’azienda l’uso di metodi integrativi (es. Rasmussen e CO-
materiali. percepiti come più importanti. COM di Hollnagel)
Interfaccia L-L
Liveware Interazioni critiche Liveware
Chimico Pietro sa che quel giorno deve arrivare solo un ca- Pietro
mion con acido nitrico perché l’ha richiesto lui stesso
Il Chimico sa che la data di consegna dell’acido nitrico
è stata cambiata, ma non lo comunica a Pietro e Paolo
Il Chimico attende per quel giorno invece HCl, ma
non lo comunica a Pietro e Paolo
Autista L’autista chiede che fare e dà la bolla di consegna al custode Custode
Custode Il custode prende la bolla, la lascia sul tavolo e avvisa Pietro, Paolo, Chi-
Pietro, Paolo e il Chimico dell’arrivo del camion mico
Paolo Pietro dice a Paolo: questo è il camion dell’acido nitri- Pietro
co che aspettiamo
Paolo si fida di Pietro e privilegia la sua informazio-
ne rispetto alla scritta ADR
Percepisce l’evento atteso e non quello reale.
Accettando l’informazione di Pietro, Paolo esercita un con-
trollo «opportunistico» (Hollnagel) nel senso di «scorcia-
toia mentale», come nei pregiudizi, bypassando in parte
forme di controllo tattico (lo spostamento del camion all’a-
rea N solo dopo l’autorizzazione del chimico) e strategico
(lo scarico solo dopo l’autorizzazione del chimico)
Pietro conosce bene la sigla ADR e confida pienamente nella
correttezza della stessa, ma quel giorno ha fretta e incom-
benze più delicate: in una casella successiva approfondiamo
l’analisi ricorrendo agli schemi di Rasmussen e Reason.
Nonostante le grandi potenzialità della «conoscenza distri-
buita», ne emerge una criticità e quindi un possibile uso ed
effetto distorsivo in questa comunicazione tra Pietro e Paolo.
Paolo Paolo chiede all’Autista: è l’acido? Autista
La domanda è incompleta: parte dai preconcetti che «quel
giorno deve arrivare solo quell’acido» e che l’Autista sappia
che per quel giorno era stato ordinato l’acido nitrico. Sem-
bra che in realtà tale domanda significhi per Paolo: «È l’aci-
do che avevamo ordinato e che aspettiamo per oggi?»
(segue)
(segue)
Approfondimenti
rore di Paolo e dell’Autista.
Paolo Paolo consegna il campione al chimico Chimico
Il chimico comunica a Paolo che il campione è HCl
Normalmente il chimico autorizza Paolo o Pietro allo sca-
rico dopo l’analisi
Interfaccia L - E
Liveware Interazioni critiche Environment
Paolo Forse Paolo, nel dare molta più importanza agli impianti in- Economia
terni, costosi e direttamente legati alla produzione, ha in- e cultura aziendale
corporato anche una filosofia aziendale prevalente?
Knowledge based error? (Rasmussen e Reason)
Interfaccia S - S
La interazione tra ambienti è strettamente collegata alla relazione tra diversi «software» (il termine
comprende regolamenti, leggi, procedure, usi ed abitudini).
Interfaccia L - S
L’interfaccia (L/S), che riguarda le interazioni tra persone e software, inteso come regolamenti, leggi,
procedure, usi ed abitudini.
Approfondimenti
Liveware Interazioni critiche Software
Paolo Non è chiaro chi deve fare il campionamento Preocedura di ac-
coglienza, pesa,
Le condotte non coincidono in pieno con le proce- campionamento e
dure: a volte l’autista anziché Pietro e Paolo collega scarico
le tubazioni di scarico
La procedura dall’arrivo allo scarico non è iniziata e
conclusa dalla stessa persona addetta allo scarico
Non è chiaro a Paolo che prima di scaricare deve
attendere l’autorizzazione del chimico, oppure
non percepisce come scarico parziale l’azionamen-
to della pompa
La procedura corretta non è stata seguita
Pietro e Paolo Il passaggio di consegne è verbale Passaggio di con-
segne
Autista L’Autista non ha oppure non comunica piena infor- Bolla di consegna
mazione del contenuto: si ipotizza che non abbia letto che specifica pre-
bene la bolla parato e concen-
trazione
Si ipotizza che non l’Autista non abbia letto la trem- Tremcard
card Trasport emer-
gency card specifi-
ca per il preparato
o sostanza in lin-
gua comprensibile
all’autista
È possibile che l’Autista pur formalmente patentato non Formazione del-
avesse piena percezione dell’importanza delle pro- l’autista
cedure e che per questo abbia eseguito senza alcun dub-
bio le indicazioni degli ospitanti
Paolo È possibile che gli addetti, pur formalmente istruiti, non Formazione degli
avessero piena percezione dell’importanza delle addetti allo scari-
procedure per la sicurezza co
È possibile che in sede formativa non sia stato rafforza-
to il chiaro messaggio «non scaricare un prodotto
prima dell’autorizzazione del Chimico» con una ul-
teriore comunicazione di precisazione: non far spo-
stare il camion, non collegare le tubazioni, non azionare
(segue)
Approfondimenti
all’interno degli ambienti di D seminar ATM, 2001.
lavoro che per gli operatori http://atm2001.eurocontrol.fr/ gettazione dei sistemi di lavo-
della prevenzione. slides/sl139.pdf ro.
http://atm2001.eurocontrol.fr/ – UNI EN ISO 10075-1:2003;
finalpapers/pap139.pdf -2:2002; -3:2005. Principi er-
Bibliografia – J. Rasmussen et al., What gonomica relativi al carico di
– B.J. Baars, A new ideomo- can be learned from human lavoro mentale.
tor theory of voluntary control error reports? in K. Duncan – E. Maier, A. Belli, G. Cor-
in (a cura dello stesso Autore) et al., Changes in working life, bizzi Fattori, Un nuovo ap-
Experimental slips and human London, Wiley 1980. proccio di prevenzione: anali-
error: exploring the architec- – J. Rasmussen, Models of si ergonomica di un infortunio
ture of volition New York, mental strategies in process in edilizia, ISL Igiene & Sicu-
Plenum Press 1992. plant diagnosis in Human de- rezza del Lavoro, 2006, 5, p.
– E. Edwards, Introductory tection and diagnosis of sy- 269-282.
Per informazioni
Servizio Informazioni Commerciali
(tel. 02.82476794 - fax 02.82476403)
Agente Ipsoa di zona (www.ipsoa.it/agenzie)
www.ipsoa.it
Divieto di assunzione
e di somministrazione
di bevande alcoliche
sul lavoro
Maurizio Del Nevo Medico competente
Approfondimenti
ci nei luoghi di lavoro possono tuzione: «nessuno può essere
essere effettuati esclusivamen- obbligato a un determinato
te dal medico competente ...,
trattamento sanitario se non
ovvero dai medici del lavoro
per disposizione di legge. La
dei servizi per la prevenzione
legge non può in nessun caso
e la sicurezza negli ambienti
violare i limiti imposti dal ri-
di lavoro con funzioni di vigi-
lanza competenti per territorio spetto della persona umana».
delle aziende unità sanitarie Il problema della legittimità
locali». Appare logico e legit- degli accertamenti alcolimetri-
timo, quindi, che i medici de- ci sui lavoratori appare co-
gli SPSAL e i medici compe- munque superabile in forza di
tenti possano, anzi debbano, quanto stabilito dalla sentenza Note:
procedere a controlli alcolime- della Corte Costituzionale n. (3) Dichiarando l’illegittimità costituzionale del-
trici, nei lavoratori appartenen- 218/94 (3): «Gli accertamenti l’art. 5, commi 3 e 5, della legge 5 giugno 1990,
ti alle categorie contenute nel che, comprendendo prelievi n. 135 (Programma di interventi urgenti per la
nuovo elenco indicato dal ed analisi, costituiscono ‘‘trat- prevenzione e la lotta contro l’AIDS). In motiva-
tamenti sanitari’’ nel senso in- zione si legge perentoriamente come «in tal caso
provvedimento 16 marzo le attività che, in ragione dello stato di salute di chi
2006. dicato dall’art. 32 della Costi-
tuzione, possono essere legitti- le svolge, rischiano di mettere in pericolo la salute
Su questo punto si rileva una dei terzi, possono essere espletate solo da chi si
evidente differenza tra la legi- mamente richiesti solo in ne- sottoponga agli accertamenti necessari per esclu-
slazione in materia di alcol e cessitata correlazione con l’e- dere la presenza di quelle malattie infettive o
quella sulla tossicodipenden- sigenza di tutelare la salute contagiose, che siano tali da porre in pericolo la
za: nel primo caso, infatti, esi- dei terzi (o della collettività salute dei destinatari delle attività stesse ... Con
ste una precisa copertura lega- generale)»; questo in quanto evidente riferimento al principio di doverosa tu-
le che consente anche al medi- il dosaggio dell’alcolemia, co- tela della salute dei terzi, il legislatore, nel dettare
co competente (che è un medi- sı̀ come gli accertamenti di sie- una disciplina di settore, ha riconosciuto l’esisten-
ropositività per l’HIV, mirano za di rischi di diffusione della malattia connessi al-
co privato e non pubblico) di lo svolgimento di determinate attività e, conside-
eseguire le alcolemie, mentre a tutelare un diritto costituzio-
rando tale pericolo non diversamente fronteggia-
l’accertamento della assenza nalmente garantito quale è bile, ha stabilito per il personale appartenente alle
di tossicodipendenza appare quello della sicurezza dei terzi forze di polizia che ‘‘per la verifica dell’idoneità al-
ad oggi possibile solo a cura e della collettività. l’espletamento di servizi che comportano rischi
di strutture pubbliche nell’am- Il provvedimento 16 marzo per la sicurezza, l’incolumità e la salute dei terzi
bito del Servizio sanitario na- 2006, quindi, ha l’indubbio possono essere disposti, con il consenso dell’inte-
zionale (anche se va notato merito di delineare meglio ressato, accertamenti dell’assenza di sieropositivi-
che tale legge è del 1990, cioè l’ambito di intervento del me- tà all’infezione da HIV’’; ha poi previsto, senza che
dico competente (4): all’inter- possa essere adottato altro provvedimento nei
antecedente al D.Lgs. n. 626/ confronti dell’interessato, la esclusione di chi ab-
1994 e alla sua innovativa for- no della lista dei lavori ritenuti bia rifiutato di sottoporsi agli accertamenti dai
mulazione della definizione di pericolosi per i terzi, il medico servizi che presentano rischio per i terzi; servizi
medico competente). Se quin- competente può richiedere an- la cui determinazione è stata rimessa ad un suc-
di l’accertamento dell’etilismo che periodicamente l’esecu- cessivo decreto ministeriale ...».
può essere fatto anche da un zione delle alcolemie. A que- (4) Anche se rimane sicuramente possibile che
medico privato quale è il me- sto punto ogni eventuale rifiu- tale lista sia interpretata come una lista «aperta»,
dico competente, nel caso del- to del lavoratore di sottoporsi cioè una lista minima ma non esclusiva dei lavori
le tossicodipendenze questo a tale accertamento può porta- in cui vi può essere pericolo per la salute e la si-
sembra ancora riservato alle re alla sospensione, da parte curezza degli altri.
Art. 1.
Attività lavorative a rischio
1. Le attività lavorative che comportano un elevato rischio di infortuni sul lavoro ovvero per la si-
curezza, l’incolumità o la salute dei terzi, per le quali si fa divieto di assunzione e di somministra-
zione di bevande alcoliche e superalcoliche, ai sensi dell’art. 15 della legge 30 marzo 2001, n. 125,
sono quelle individuate nell’allegato 1, che forma parte integrante della presente intesa.
2. In relazione alla peculiarità dei compiti istituzionali e delle esigenze connesse all’espletamento
delle correlate mansioni, al personale delle Forze armate, delle Forze di polizia, degli altri Corpi
armati e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, si applicano le disposizioni previste dai rispettivi
ordinamenti in materia di idoneità fisica, psichica e attitudinale al servizio, per gli aspetti disciplinati
dalla presente intesa.
La presente intesa, con il relativo allegato I, sono pubblicati nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica
italiana.
Allegato I
Attività lavorative che comportano un elevato rischio di infortuni sul lavoro ovvero per la sicurez-
za, l’incolumità o la salute dei terzi
1) attività per le quali è richiesto un certificato di abilitazione per l’espletamento dei seguenti lavori
pericolosi:
a) impiego di gas tossici (art. 8 del regio decreto 9 gennaio 1927, e successive modificazioni);
b) conduzione di generatori di vapore (decreto ministeriale 1º marzo 1974);
c) attività di fochino (art. 27 del decreto del Presidente della Repubblica 9 marzo 1956, n. 302);
d) fabbricazione e uso di fuochi artificiali (art. 101 del regio decreto 6 maggio 1940, n. 635);
e) vendita di fitosanitari, (art. 23 del decreto del Presidente della Repubblica 23 aprile 2001, n. 290);
f) direzione tecnica e conduzione di impianti nucleari (decreto del Presidente della Repubblica 30
dicembre 1970, n. 1450, e successive modifiche);
g) manutenzione degli ascensori (decreto del Presidente della Repubblica 30 aprile 1999, n. 162);
2) dirigenti e preposti al controllo dei processi produttivi e alla sorveglianza dei sistemi di sicurezza
negli impianti a rischio di incidenti rilevanti (art. 1 del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 334);
3) sovrintendenza ai lavori previsti dagli articoli 236 e 237 del decreto dei Presidente della Repub-
blica 27 aprile 1955, n. 547;
4) mansioni sanitarie svolte in strutture pubbliche e private in qualità di: medico specialista in ane-
stesia e rianimazione; medico specialista in chirurgia; medico ed infermiere di bordo; medico co-
munque preposto ad attività diagnostiche e terapeutiche; infermiere; operatore socio-sanitario;
ostetrica caposala e ferrista; 5) vigilatrice di infanzia o infermiere pediatrico e puericultrice, addetto
ai nidi materni e ai reparti per neonati e immaturi; mansioni sociali e socio-sanitarie svolte in strut-
ture pubbliche e private;
6) attività di insegnamento nelle scuole pubbliche e private di ogni ordine e grado;
7) mansioni comportanti l’obbligo della dotazione del porto d’armi, ivi comprese le attività di guar-
dia particolare e giurata;
8) mansioni inerenti le seguenti attività di trasporto: a) addetti alla guida di veicoli stradali per i quali
è richiesto il possesso della patente di guida categoria B, C, D, E, e quelli per i quali è richiesto il
certificato di abilitazione professionale per la guida di taxi o di veicoli in servizio di noleggio con
conducente, ovvero il certificato di formazione professionale per guida di veicoli che trasportano
merci pericolose su strada;
(segue)
Approfondimenti
o) addetti ai pannelli di controllo del movimento nel settore dei trasporti;
p) addetti alla guida di macchine di movimentazione terra e merci;
9) addetto e responsabile della produzione, confezionamento, detenzione, trasporto e vendita di
esplosivi;
10) lavoratori addetti ai comparti della edilizia e delle costruzioni e tutte le mansioni che prevedono
attività in quota, oltre i due metri di altezza;
11) capiforno e conduttori addetti ai forni di fusione;
12) tecnici di manutenzione degli impianti nucleari;
13) operatori e addetti a sostanze potenzialmente esplosive e infiammabili, settore idrocarburi;
14) tutte le mansioni che si svolgono in cave e miniere.
I danni da assunzione
di bevande alcoliche
sul lavoro (e non solo)
Silvio Spiridigliozzi Specialista medicina del lavoro
I danni dell’alcol zone dove il consumo alcolico della teoria scientifica in mo-
pro capite è elevato. delli organizzativi effettiva-
Importanti istituti statistici e di Gli incidenti stradali non col- mente applicabili l’ILO (Inter-
ricerca hanno accertato che piscono solamente i privati cit- national Labour Office) ha
l’abuso di alcol è sempre più tadini, ma anche i lavoratori proposto l’adozione di impor-
Approfondimenti
frequente tra la popolazione, addetti alla conduzione di tanti strategie operative foca-
interessando fasce di età sem- automezzi pubblici e privati. lizzando l’attenzione su tre
pre più giovani. Inoltre è or- Anzi in questo caso, pur es- obiettivi principali di preven-
mai noto l’effetto dell’alcol sendo gli incidenti meno fre- zione: gli individui, il posto
sulle funzioni fisiologiche del- quenti, il numero delle persone di lavoro, la comunità. Poiché
l’organismo umano. Tutto coinvolte e la gravità dei danni oggigiorno i soggetti trascor-
questo ha indotto il legislatore risultano elevati e drammatici rono gran parte del loro tempo
a emanare norme finalizzate al in termini di morti e di grandi all’interno di realtà aziendali,
contenimento dell’uso di alco- invalidi. Ci riferiamo agli inci- molta importanza deve essere
lici. denti causati da conducenti di riconosciuta all’ambiente la-
I dati forniti dagli organismi treni, aerei, di autolinee pub- vorativo. Per tale motivo sarà
preposti, riguardanti la fre- bliche e private, taxi etc. An- opportuno promuovere alcune
quenza degli incidenti stradali che in questi casi il movente misure prevenzionali quali:
e degli infortuni sul lavoro, eziologico è, spesso, la ubria- – valorizzare alcune impor-
rappresentano una situazione chezza; questa asserzione è tanti figure (medico competen-
quanto meno critica. Entrambe suffragata dai dati forniti dal te, RSPP, infermieri, assistenti
le fattispecie infortunistiche Ministero dei Trasporti e dalle sociali etc.);
sembrano essere strettamente sanzioni e multe irrogate gior- – istituire un gruppo di lavoro
correlate all’abuso di bevande nalmente da funzionari della sui problemi causati dall’alcol,
alcoliche. polizia stradale. Alcuni studi con la partecipazione delle fi-
Il National Institute on Alco- hanno dimostrato come la pro- gure sopra riportate per rila-
hol Abuse and Alcoholism babilità di incidente stradale sciare consigli a tutti i lavora-
americano (NIAAA) stima aumenta parallelamente ai tas- tori, indirizzando eventual-
che il 10-16% degli infortuni si alcolimetrici. Queste consi- mente i soggetti verso strutture
sul lavoro e il 40% degli inci- derazioni, insieme alla consa- all’uopo incaricate che preve-
denti sul lavoro mortali siano pevolezza che l’alcolismo rap- da dei collegamenti con i
correlati all’assunzione ecces- presenta un grande problema SERT o con i servizi di alcolo-
siva di alcol (Gordis, 1987); sociale, hanno spinto il legisla- gia presenti nel territorio;
dello stesso avviso è l’Interna- tore da un lato a ridurre il limi- – consentire l’accesso a pro-
tional Labour Organisation. te alcolemico (il nuovo Codice grammi terapeutici appropriati
Nel nostro Paese sarebbero stradale ha fissato tale limite a ed efficaci.
collegati all’abuso di alcol cir- 0,5 mg/l con il D.Lgs. 15 gen- Per l’attuazione delle azioni
ca il 10% di tutti gli infortuni naio 2002, n. 9), dall’altro educative è essenziale il con-
sul lavoro (Moro e Bellina, (con la legge 30 marzo 2001, tributo che potrà essere presta-
2002). n. 125) a vietare l’assunzione to dal medico competente
La responsabilità della iperal- e la somministrazione di be- (MC); detto sanitario potrà
colemia nel favorire l’insor- vande alcoliche e superalcoli- fornire, tramite i momenti for-
genza degli infortuni sul lavo- che durante quelle attività la- mativi previsti e la sorveglian-
ro è ampiamente dimostrata; vorative che comportano un za sanitaria, consulenza a tutti
infatti, indagini epidemiologi- elevato rischio di infortuni i lavoratori che necessitano di
che condotte in importanti sul lavoro, con la possibilità consigli o che vorranno appro-
aziende metalmeccaniche ed (opportunamente regolamenta- fondire la delicata problemati-
edilizie hanno dimostrato che ta) di condurre controlli alcoli- ca anche durante le visite pe-
gli eventi accidentali sono più metrici nei luoghi di lavoro. riodiche.
frequenti il pomeriggio e nelle Per tradurre le prescrizioni L’evoluzione parossistica del-
Approfondimenti
nea impostazione di una azio- nello stomaco, il tipo di ali- dentali molto giustamente già
ne preventiva. mento (amidi e grassi rallenta- il D.P.R. n. 303/1956 all’art.
Pertanto, una efficace e corret- no l’assorbimento) e tutti i fat- 42 vietava la somministrazio-
ta informazione della popola- tori che ritardano lo svuota- ne di bevande alcoliche:
zione lavorativa sugli effetti mento dello stomaco. Se si è «È vietata la somministrazione
sanitari acuti e cronici correlati a stomaco vuoto dopo appena di vino, birra e di altre bevan-
alla assunzione di alcol può 5 minuti l’alcol raggiunge il de alcoliche nell’interno della
rappresentare uno strumento circolo sanguigno; mentre a azienda. È tuttavia consentita
indispensabile e valido per stomaco pieno il tempo oscilla la somministrazione di modi-
prevenire il fenomeno e favo- tra 30 e 90 minuti. che quantità di vino e di birra
rire il recupero dei soggetti. L’alcol rappresenta, per certi nei locali di refettorio durante
È da condividere pienamente aspetti, uno psicofarmaco a l’orario dei pasti.»
l’attuale tendenza che indivi- causa dei suoi effetti negativi Inoltre, si fa presente che l’art.
dua nella formazione, intesa sul sistema nervoso (essi sono 15, comma 1, della legge 30
come un processo interattivo dapprima rappresentati da sti- marzo 2001, n. 125 (Legge
e negoziale di costruzione del- molazione e poi da depressio- quadro in materia di alcol e
la conoscenza, l’elemento por- ne dello stesso). Tali reazioni di problemi alcolcorrelati) pre-
tante per la realizzazione di un sono ben correlate con la con- vede:
compiuto ed efficace sistema centrazione di alcol nel san- «Nelle attività lavorative che
della prevenzione. gue, anche se a parità di alco- comportano un elevato rischio
Tale obiettivo potrà essere rag- lemia essi sono più evidenti di infortuni sul lavoro ovvero
giunto solamente evitando il ed acuti nelle persone astemie per la sicurezza, l’incolumità
verticismo gestionale a favore o che fanno basso uso di be- o la salute dei terzi, individua-
di una cultura di tipo parteci- vande alcoliche, magari limita- te con decreto del Ministro del
pativo che coinvolga tutte le to ai pasti, rispetto agli abitu- lavoro e della previdenza so-
figure incaricate di garantire dinari dell’alcol. Mediamente ciale, di concerto con il Mini-
la salute della popolazione la- gli effetti farmacologici, evi- stro della sanità, da emanare
vorativa. denti anche nel comportamen- entro novanta giorni dalla data
to, sono piuttosto tipici. di entrata in vigore della pre-
Danni nei distretti organici: sente legge, è fatto divieto di
Effetti patologici – patologie gastrointestinali; assunzione e di somministra-
dell’alcol – danni epatici (steatosi epati- zione di bevande alcoliche e
ca etc.); superalcoliche»,
L’assunzione di alcol è imme- – effetti neurologici (encefa- mentre al comma 2:
diatamente seguita dall’assor- lopatia di Wernicke, sindrome «I controlli alcolimetrici nei
bimento dell’etanolo in quan- di Korsakov), tremori degli ar- luoghi di lavoro possono esse-
to, molecola piccola ed estre- ti e incoordinazione motoria; re effettuati esclusivamente
mamente semplice, attraversa – disturbi psicopatologici. dal medico competente ai sen-
facilmente le membrane biolo- (perdita della memoria, labilità si dell’articolo 2, comma 1,
giche per diffusione semplice umorale con alternanza di fasi lettera d), del decreto legislati-
e si distribuisce omogenea- irritative e fasi depressive, ri- vo 19 settembre 1994, n. 626,
mente nel sangue. L’assorbi- duzione o perdita dei freni ini- e successive modificazioni,
mento avviene attraverso il bitori, allucinosi alcolica, de- ovvero dai medici del lavoro
primo tratto del tubo digerente menza alcolica); dei servizi per la prevenzione
(per il 20% nello stomaco ed il – tumori: i meccanismi carci- e la sicurezza negli ambienti
restante 80% a livello del duo- nogenetici dell’alcol sono solo di lavoro con funzioni di vigi-
Approfondimenti
Sonnolenza
tra 2,6 e 3,0 g/l Disorientamento, confusione mentale, vertigini
Reazioni emotive eccessive
Disturbi della visione e della percezione dei colori, delle forme, delle dimen-
sioni, del movimento
Aumento della soglia del dolore
Aumento dello scoordinamento muscolare
Andatura barcollante
Linguaggio difficoltoso
Apatia
Letargia
tra 3,0 e 0,5 g/l Inerzia generale. Deficit o perdita delle funzioni motorie
Forte diminuzione della risposta agli stimoli
Marcato scoordinamento muscolare
Incapacità a stare in piedi ed a camminare
Vomito
Incontinenza urinaria e fecale
Coscienza alterata
Sguardo fisso nel vuoto
Sonno
tra 3,0 e 4,0 g/l Completa incoscienza
Perdita dei riflessi
Abbassamento della temperatura corporea
Incontinenza
Disturbi della respirazione e della circolazione
Coma
Possibile morte per depressione dei centri respiratori ed arresto cardiocir-
colatorio
tra 4,0 e 5,0 g/l Morte per depressione dei centri respiratori ed arresto cardiocircolatorio
Rapporto INAIL
sugli infortuni: dati
e programmi di prevenzione
a cura di Francesco Facello e Alessandro Baldacconi
Notizie INAIL
1996 gli infortuni e le malattie ne del quadro normativo ha Gli infortuni
professionali rappresentavano determinato una progressiva nel quinquennio
per il Paese un costo pari al presa di coscienza dell’esigen- 2001-2005
3,7 % del PIL. Oggi, o meglio za prioritaria di garantire la sa-
al 31 dicembre 2005, rappre- lute e la sicurezza dei lavorato- È stato riportato che il dato de-
sentano il 3,2% del prodotto ri, la cui professionalità rap- gli infortuni denunciati si atte-
interno lordo, ma in termini presenta il vero patrimonio sta intorno ai 940.000 casi. Si
assoluti la cifra fa davvero im- aziendale. Il pur discusso registra pertanto una flessione
pressione: 41 miliardi di euro! D.Lgs. n. 626/1994 ha comun- pari a 2,8 punti percentuali ri-
Oltre al prioritario dato umano que aperto la strada a un pro- spetto al 2004. Si accentua
e sociale, l’INAIL si sente cesso di maturazione sulle quindi, rispetto al biennio pre-
quindi vincolato ad aggredire problematiche della sicurezza, cedente, la tendenza alla fles-
il fenomeno anche da un pres- che ha consentito nel tempo sione. Tale calo complessivo
sante imperativo categorico di di mettere intorno a un tavolo assume maggior rilievo se si
ordine morale ed economico. le parti sociali per discutere considera che nel 2005 il nu-
L’obiettivo missione noto con di un’applicazione più funzio- mero degli occupati era cre-
la formula di «infortuni zero», nale e meno burocratica e, sciuto, sia pure modestamente,
che ha contraddistinto la ge- quindi, di innescare processi dello 0,7% (fonte ISTAT).
stione strategica e operativa di maturazione sulle priorità Anche per quanto riguarda gli
dell’Istituto negli ultimi anni, «salute e sicurezza». infortuni mortali si conferma
vuol dire che pur in presenza Per consolidare la tendenza al- la tendenza alla contrazione,
di una finalizzazione quantita- la diminuzione degli infortuni come già detto, con un dato
tivamente impossibile, l’I- e anzi accelerarla, i Ministri stimato in 1.280 casi. Il rispar-
NAIL ha la consapevolezza del Lavoro e delle Infrastruttu- mio di vite umane è da attri-
che riuscirà a perseguire profi- re stanno concertando gli buire anche alla significativa
cuamente l’erosione del feno- aspetti operativi di una strate- contrazione dei casi mortali
meno infortunistico solo con gia basata sul potenziamento avvenuti in itinere, che nel
una filosofia operativa etica- del sistema ispettivo e su un 2002 si attestavano su circa
mente vissuta da tutto il perso- più mirato incrocio delle ban- 400 casi, e che nel 2005 si col-
nale nella quotidianità lavora- che dati. È altrettanto signifi- locheranno ben al di sotto dei
tiva e in sinergia con gli altri cativo che i medesimi organi 300. Sotto il profilo del sesso
operatori della sicurezza. ministeriali stiano dimostran- e dell’età è interessante rileva-
Negli ultimi anni l’Italia si è do grande attenzione alle esi- re che al decremento degli in-
collocata sotto le medie euro- genze di revisione della nor- fortuni hanno contribuito
pee con riferimento sia agli in- mativa con riferimento al si- esclusivamente i maschi, men-
fortuni «con assenza dal lavo- stema degli appalti. Come pu- tre per le donne si deve regi-
ro superiore a tre giorni» re è da noi vivamente auspica- strare un lieve aumento, certa-
(3.267 ogni 100.000 occupati, bile l’arrivo del nuovo T.U. mente in linea con l’incremen-
contro una media dell’eurozo- sulla sicurezza che, prevedibil- to occupazionale femminile (+
na di 3.789), sia a quelli in- mente, riformulerà in maniera 0,5%), ma che costituisce un
dennizzati, sia ai casi mortali più organica e funzionale il segnale di cui tener debito
Notizie INAIL
tabellate, sempre maggiore in- ché di approvare nei tempi più per il loro superamento;
cidenza assumono patologie stretti possibile il Testo Unico – prestazioni e servizi ai lavo-
come tendiniti, affezioni della in materia di assicurazione ob- ratori;
colonna vertebrale, sindrome bligatoria. L’attuazione inte- – servizi ai datori di lavoro;
del tunnel carpale. grale del D.Lgs. n. 38/2000 – prevenzione;
In minacciosa crescita i tumori costituisce un punto irrinun- – riabilitazione e reinserimen-
e le neoplasie, con oltre 1.400 ciabile per il Consiglio di Indi- to lavorativo;
casi denunciati nel 2005 (som- rizzo e di Vigilanza in quanto – formazione ed assetto orga-
mando le malattie tabellate e l’azione dell’Istituto deve es- nizzativo delle risorse umane;
quelle non tabellate); occorre sere caratterizzata dalla conce- – qualità dei rapporti con l’u-
purtroppo dire che si tratta di zione solidaristica secondo i tenza;
un fenomeno che gli esperti dettami della Carta Costituzio- – efficacia del sistema infor-
del settore ritengono ancora nale. Il CIV nelle Linee di in- mativo integrato in quello del-
sottostimato e rappresentato dirizzo 2007 che si appresta a la P.A., con particolare riferi-
solo in parte dai numeri appe- varare, dedica specifici capito- mento alla creazione di banche
na citati. Le cause di tali tumo- li al tema della tutela integrale dati ed osservatori partecipati
ri e neoplasie affondano ov- del lavoratore (prevenzione, finalizzati alla prevenzione;
viamente le radici nel passato: cura, riabilitazione e reinseri- – coinvolgimento dei portato-
sono le conseguenze stesse mento lavorativo), a quello ri di interesse anche a livello
della mancata prevenzione. della sicurezza e del contrasto nazionale e territoriale;
Per queste malattie, purtroppo, del lavoro nero ed irregolare – individuazione di specifici
l’obiettivo può essere solo attraverso la valorizzazione indicatori e particolari «evi-
quello di farle emergere per ed il potenziamento del corpo denze» utili a rendere visibili
poterle riconoscere e indenniz- ispettivo dell’Istituto. «È au- tali prestazioni;
zare. Per il presente e per il fu- spicabile che nell’ambito dei – adozione, ai fini della rendi-
turo, invece, l’obiettivo non provvedimenti in discussione contazione delle riserve dispo-
può essere di mera gestione, in Parlamento sul ‘‘pacchetto nibili e utilizzate, di dettagliati
ma di funzionale prevenzione. sicurezza’’ l’INAIL venga prospetti economico-finanzia-
L’appendice statistica del rap- messo nella condizione della ri;
porto INAIL (1) contiene disponibilità di parte delle ri- – quantificazione, attraverso
un’analisi molto dettagliata sorse finanziarie (circa 9 mi- gli strumenti contabili, di be-
sulle malattie professionali. In liardi di euro) attualmente de- nefici e costi, non trascurando
questa sede giova fornire po- positate in un conto infruttife- le attività immateriali che rive-
chi dati di sintesi: in media ro presso il Ministero del Te- stono rilevanza sociale;
su 26.000 casi denunciati, per soro per interventi strutturali – evidenziazione e quantifica-
circa 8.500 viene riconosciuta a sostegno del sistema produt- zione degli obiettivi di miglio-
ogni anno l’origine lavorativa. tivo - dichiara Giovanni Gue- ramento;
Per quanto riguarda invece i risoli, Presidente del CIV. -
tumori e le neoplasie, la metà Ovviamente il riconoscimento
e anche più viene riconosciuta dei finanziamenti alle imprese Nota:
di certa origine professionale e deve essere subordinato al ri- (1) www.inail.it.
Per informazioni
Servizio Informazioni Commerciali
(tel. 02.82476794 - fax 02.82476403)
Agente Ipsoa di zona (www.ipsoa.it/agenzie)
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Ufficio Vendite Dirette Indicitalia
(tel. 06.5196111 - fax 06.51961145)
Agente Indicitalia di zona (www.indicitalia.it)
Finanziamenti
per la sicurezza
a cura di Bruno Pagamici Studio Pagamici, Macerata
Dalle Regioni
ABRUZZO Miglioramento della sicurezza dell’ambiente di lavoro
30 settembre 2006
La Regione Abruzzo promuove l’acquisizione di servizi volti al migliora-
mento della sicurezza degli ambienti di lavoro. È quanto previsto dal ban-
do relativo all’Azione 2.2.1.a) del DOCUP 2000-2006, approvato con la
determinazione 1 agosto 2006 n. DI/77. Potranno accedere agli aiuti le
micro, le piccole e le medie imprese, ubicate nelle zone Obiettivo 2, ope-
ranti alle sezioni D, F, K della classificazione delle attività economiche
Atecofin 2004. In particolare, saranno ammesse:
a) le imprese artigiane, le piccole e medie imprese industriali, anche in
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forma cooperativa;
b) i consorzi e le società consortili fra le imprese;
c) le società consortili miste.
Saranno esclusi i liberi professionisti e tutti i soggetti non iscritti alla
CCIAA. Il contributo verrà concesso per l’acquisizione dei servizi finaliz-
zati al miglioramento della sicurezza dell’ambiente di lavoro conforme-
mente a quanto previsto dal D.Lgs. n. 626/1994 e successive modificazio-
ni, per l’adeguamento delle strutture finalizzata alla sicurezza dell’am-
biente di lavoro, per l’attuazione di sistemi di gestione della sicurezza e
della salute nei luoghi di lavoro e per l’acquisto di materiali di sicurezza.
In particolare, saranno finanziabili:
1) assistenza e consulenza per l’elaborazione, revisione, adeguamento ed
attuazione del piano di valutazione dei rischi;
2) prove strumentali relative all’inquinamento acustico, illuminotecnico,
microclimatico e ambientale;
3) elaborazione, gestione ed implementazione del piano delle emergenze e
delle procedure di evacuazione redatto ai sensi del D.M. 10 marzo 1998;
4) sviluppo di sistemi di gestione della sicurezza e salute nei luoghi di la-
voro e loro verifica secondo la norma OHSAS 18001;
5) acquisto di cartellonistica e segnaletica ai sensi del D.Lgs. n. 493/1996
nonché di dispositivi di protezione individuali (DPI).
Le agevolazioni saranno erogate nella forma di contributo in conto capi-
tale pari al 50% delle spese ritenute ammissibili, nel rispetto del regime de
minimis, fino ad un massimo di 8.000 euro.
La domanda dovrà essere inoltrata, entro il 30 settembre 2006, esclusiva-
mente mediante raccomandata A/R, alla Regione Abruzzo - Direzione At-
tività Produttive - Servizio Sviluppo dell’Industria, Via Passolanciano 75,
65100 Pescara.
(Determinazione 1 agosto 2006 n. DI/77; Bollettino Speciale 9 agosto
2006, n. 75: approvazione bando annualità 2006)
Nota:
3 Bruno Pagamici è Dottore commercialista, Revisore contabile e Pubblicista.
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10 decorrenti dalla data di trascrizione del vincolo presso la competente
Conservatoria dei Registri immobiliari. Il contributo verrà revocato e si
procede al recupero delle somme eventualmente erogate, maggiorate degli
interessi legali, quando:
a) vengano accertate sostanziali irregolarità nella documentazione giusti-
ficativa della spesa o dimostrativa della immediata cantierabilità;
b) l’intervento non venga effettuato in conformità al progetto approvato
dal comune o entro i termini indicati nell’atto di concessione;
c) i beneficiari dichiarino di rinunciare al contributo concesso;
d) non vengano rispettati il vincolo di destinazione o gli impegni previsti
dalla normativa in esame;
e) sia cessata, o mai iniziata, l’attività turistica o ricettiva esercitata nel-
l’immobile per il quale sono stati concessi i contributi.
Nei casi previsti dalle lettere a) e b) potrà essere disposta, in via alterna-
tiva, la riduzione del contributo commisurandolo alle spese effettivamente
e conformemente sostenute e documentate, purché la realizzazione parzia-
le delle opere o degli acquisti consenta la fruibilità di quanto realizzato.
Le domande potranno essere presentate in qualsiasi momento, secondo la
procedura a sportello, alle province territorialmente competenti.
(D.G.R. 16 giugno 2006 n. 597; B.U.R. 12 luglio 2006, n. 28)
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CD-ROM Ambiente - Raccolta
delle annate arretrate
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Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . III
Conclusioni .................................................................................. XV
Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e
2004/18/CE
Parte I
PRINCIPI E DISPOSIZIONI COMUNI E CONTRATTI ESCLUSI IN TUTTO O IN PARTE
DALL’AMBITO DI APPLICAZIONE DEL CODICE
Titolo I
PRINCIPI E DISPOSIZIONI COMUNI
Art. 4
Competenze legislative di Stato, regioni e province autonome
(artt. 1, 3, legge n. 109/1994)
1. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano esercitano la potestà normativa nelle materie oggetto
del presente codice nel rispetto dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e delle disposizioni relative a
materie di competenza esclusiva dello Stato.
2. Relativamente alle materie oggetto di competenza concorrente, le regioni e le province autonome di Trento e
di Bolzano esercitano la potestà normativa nel rispetto dei principi fondamentali contenuti nelle norme del pre-
sente codice, in particolare, in tema di programmazione di lavori pubblici, approvazione dei progetti ai fini urba-
La norma in esame disciplina il riparto istituzionale sia pure nel rispetto delle «norme di procedura stabilite
delle competenze legislative, in aderenza alla riforma da legge dello Stato, che disciplina le modalità di eser-
federalista delineata dalla legge costituzionale 18 otto- cizio del potere sostitutivo in caso di inadempienza»), è
bre 2001, n. 3, e portata ad attuazione (parziale) con la stata mantenuta ferma la valenza di «principio fonda-
legge 5 giugno 2003, n. 131. mentale» inderogabile della disciplina stabilita in tema
È noto che l’articolo 117 della Costituzione ha total- di piani di sicurezza (art. 131 del Codice). È invece
mente capovolto il criterio guida di attribuzione della possibile una disciplina differenziata dei contenuti mi-
potestà legislativa: l’ente ordinariamente titolare di tale nimi dei Piani, in forza della «clausola di cedevolezza»
potestà, da esercitarsi in via esclusiva, non è più lo Sta- contenuta nell’art. 1, comma 2 del Regolamento sui
to, bensı̀ ciascuna Regione (e le Province autonome di contenuti minimi dei piani di sicurezza nei cantieri,
Trento e di Bolzano). Fatte salve le materie attribuite adottato con D.P.R. n. 222/2003 («Le disposizioni del
alla potestà legislativa esclusiva dello Stato e quelle presente decreto si applicano nelle regioni e province
rientranti nella legislazione concorrente, la regione ha autonome fino alla data di entrata in vigore della nor-
cosı̀ acquisito un ruolo di assoluta centralità istituziona- mativa emanata dalle medesime regioni e province
le, sul piano della produzione normativa (art. 117, com- autonome nel rispetto dei principi fondamentali posti
ma 4 Cost.: «Spetta alle Regioni la potestà legislativa in in materia dalla legislazione dello Stato»). D’altro can-
riferimento ad ogni materia non espressamente riserva- to la competenza delle Regioni all’esercizio della pote-
ta alla legislazione dello Stato»). Peraltro la competen- stà regolamentare nella materia della «sicurezza del la-
za legislativa esclusiva quantitativamente prevalente voro» ha carattere esclusivo (art. 117, comma 6 Cost.),
della Regione subisce una serie di condizionamenti, de- né si pone il problema della previsione di sanzioni pe-
rivanti dal dovere di rispetto, oltre che dei parametri co- nali, interdetta per la legislazione regionale.
stituzionali, dei vincoli derivanti dall’ordinamento co-
munitario e dagli obblighi internazionali, e dei principi
fondamentali determinati dallo Stato.
Tale nuovo scenario, conseguente alla ripartizione della
potestà legislativa Stato-Regioni, ha prodotto l’effetto,
non disancorato da pericoli, di una «regionalizzazione»
della produzione legislativa. E tale effetto-risultato ha
investito anche la materia della sicurezza e dell’igiene
del lavoro: infatti, tra le materie soggette al regime di
legislazione concorrente tra Stato e Regioni, vi è quella
della «tutela e sicurezza del lavoro» (art. 117, comma
3). In tale assetto, anche il Codice degli appalti ha pre-
visto la fissazione del c.d. «termine di efficacia» (com-
ma 4), con salvezza dei soli principi fondamentali
espressamente determinati dallo Stato (commi 2 e 3).
Nonostante il recepimento delle direttive sociali euro-
pee, in materia di tutela delle condizioni di lavoro,
sia ormai affidato essenzialmente alle Regioni e alle
Province autonome (cui l’art. 117 Cost. riconosce sia
il diritto di partecipare alle decisioni dirette alla forma-
zione degli atti normativi comunitari, sia la competenza
in tema di attuazione e di esecuzione degli accordi in-
ternazionali e degli atti emanati dall’Unione europea,
1. Le stazioni appaltanti possono istituire un ufficio, denominato «sportello dei contratti pubblici relativi a lavori,
servizi, forniture», con il compito di:
a) fornire ai candidati e agli offerenti, e ai soggetti che intendono presentare una candidatura o un’offerta, infor-
mazioni relative alle norme vigenti nel luogo di affidamento e di esecuzione del contratto, inerenti agli obblighi
fiscali, alla tutela dell’ambiente, alle disposizioni in materia di sicurezza e condizioni di lavoro, nonché a tutte
le altre norme che devono essere rispettate nell’esecuzione del contratto;
(Omissis)
Non essendo la tutela delle condizioni di lavoro un Ciò che deve essere chiaro è che gli obblighi e le posi-
aspetto negoziabile, se ne è valorizzato il momento cul- zioni di garanzia predeterminati dalla normativa pre-
turalmente significativo (più che la valenza cogente, as- venzionistica e di igiene del lavoro sono inderogabili,
sistita di regola dalla sanzione penale), in quanto obiet- se non in melius, ossia con un innalzamento del livello
tivo condiviso da tutti i soggetti coinvolti, a vario titolo, della tutela rispetto a quello delineato ex lege.
nella programmazione e successiva attuazione del «si-
stema sicurezza».
Art. 10
Responsabile delle procedure di affidamento e di esecuzione dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture
(artt. 4, 5, 6, legge n. 241/1990; art. 6, co. 12, legge n. 537/1993;
art. 7, legge n. 109/1994; art. 7, D.P.R. n. 554/1999)
1. Per ogni singolo intervento da realizzarsi mediante un contratto pubblico, le amministrazioni aggiudicatrici no-
minano, ai sensi della legge 7 agosto 1990, n. 241, un responsabile del procedimento, unico per le fasi della pro-
gettazione, dell’affidamento, dell’esecuzione.
2. Il responsabile del procedimento svolge tutti i compiti relativi alle procedure di affidamento previste dal pre-
sente codice, ivi compresi gli affidamenti in economia, e alla vigilanza sulla corretta esecuzione dei contratti, che
non siano specificamente attribuiti ad altri organi o soggetti.
(Omissis)
4. Il regolamento individua gli eventuali altri compiti del responsabile del procedimento, coordinando con essi i
compiti del direttore dell’esecuzione del contratto e del direttore dei lavori, nonché dei coordinatori in materia
di salute e di sicurezza durante la progettazione e durante l’esecuzione, previsti dal decreto legislativo 14 agosto
1996, n. 494 e dalle altre norme vigenti.
5. Il responsabile del procedimento deve possedere titolo di studio e competenza adeguati in relazione ai compiti
per cui è nominato.
Per i lavori e i servizi attinenti all’ingegneria e all’architettura deve essere un tecnico. Per le amministrazioni ag-
giudicatrici deve essere un dipendente di ruolo.
6. Il regolamento determina i requisiti di professionalità richiesti al responsabile del procedimento; per i lavori
determina l’importo massimo e la tipologia, per i quali il responsabile del procedimento può coincidere con il
progettista. Le ipotesi di coincidenza tra responsabile del procedimento e direttore dell’esecuzione del contratto
sono stabilite dal regolamento, in conformità all’articolo 119.
(Omissis)
Il Responsabile (unico) del procedimento (c.d. RUP) è anche nel testo dell’art. 8, comma 2, del D.P.R. n. 554/
il soggetto, interno o esterno all’amministrazione ag- 1999, ove si legge che il responsabile del procedimento
giudicatrice, destinato ad assumere la funzione di Re- «assume il ruolo di responsabile dei lavori, ai fini del
sponsabile dei lavori (c.d. RL) per il rispetto della nor- rispetto delle norme sulla sicurezza e salute dei lavora-
mativa di sicurezza nei cantieri, ai sensi dell’art. 2, lett. tori sui luoghi di lavoro, qualora il soggetto che, nella
c) del D.Lgs. n. 494/1996 («Nel caso di appalto di ope- struttura organizzativa della amministrazione aggiudi-
ra pubblica, il responsabile dei lavori è il responsabile catrice sarebbe deputato a rappresentare il committente,
unico del procedimento»). Ovviamente ciò potrà avve- non intenda adempiere direttamente agli obblighi dalle
nire non in virtù di un «automatismo funzionale» (co- stesse norme previsti» e che «La designazione deve
me a prima vista sembra desumersi dal testo letterale contenere l’indicazione degli adempimenti di legge og-
della norma), bensı̀ mediante il conferimento al RUP, getto dell’incarico». Tale indicazione degli adempi-
da parte del Committente, di una specifica delega di menti delegati al RL è ineludibile, giacché l’art. 6,
funzioni. Tale imprescindibile necessità trova conferma comma 1, del D.Lgs. n. 494/1996 dispone che il com-
Parte II
CONTRATTI PUBBLICI RELATIVI A LAVORI SERVIZI E FORNITURE
NEI SETTORI ORDINARI
Titolo I
CONTRATTI DI RILEVANZA COMUNITARIA
Capo II
REQUISITI DEI PARTECIPANTI ALLE PROCEDURE DI AFFIDAMENTO
Art. 38
Requisiti di ordine generale
(art. 45, direttiva 2004/18; art. 75, d.P.R. n. 554/1999; art. 17, d.P.R. n. 34/2000)
1. Sono esclusi dalla partecipazione alle procedure di affidamento delle concessioni e degli appalti di lavori, for-
niture e servizi, né possono essere affidatari di subappalti, e non possono stipulare i relativi contratti i soggetti:
(Omissis)
e) che hanno commesso gravi infrazioni debitamente accertate alle norme in materia di sicurezza e a ogni altro
obbligo derivante dai rapporti di lavoro, risultanti dai dati in possesso dell’Osservatorio;
(Omissis)
i) che hanno commesso violazioni gravi, definitivamente accertate, alle norme in materia di contributi previden-
ziali e assistenziali, secondo la legislazione italiana o dello Stato in cui sono stabiliti;
(Omissis)
2. Il candidato o il concorrente attesta il possesso dei requisiti mediante dichiarazione sostitutiva in conformità
alle disposizioni del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, in cui indica anche le even-
tuali condanne per le quali abbia beneficiato della non menzione.
3. Ai fini degli accertamenti relativi alle cause di esclusione di cui al presente articolo, si applica l’articolo 43 del
decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445; resta fermo, per l’affidatario, l’obbligo di pre-
sentare la certificazione di regolarità contributiva di cui all’articolo 2, del decreto-legge 25 settembre 2002, n.
210, convertito dalla legge 22 novembre 2002, n. 266 e di cui all’articolo 3, comma 8, del decreto legislativo
14 agosto 1996, n. 494 e successive modificazioni e integrazioni. In sede di verifica delle dichiarazioni di cui ai
commi 1 e 2 le stazioni appaltanti chiedono al competente ufficio del casellario giudiziale, relativamente ai candi-
dati o ai concorrenti, i certificati del casellario giudiziale di cui all’articolo 21 del decreto del Presidente della Re-
pubblica 14 novembre 2002, n. 313, oppure le visure di cui all’articolo 33, comma 1, del medesimo decreto n. 313
del 2002.
(Omissis)
L’esclusione dalla partecipazione alle procedure di af- sa di esclusione, alla circostanza che sia stata «pronun-
fidamento per i soggetti che hanno «commesso gravi ciata sentenza di condanna passata in giudicato, o
infrazioni debitamente accertate alle norme in materia emesso decreto penale di condanna divenuto irrevoca-
di sicurezza» pone il problema del significato da attri- bile, oppure sentenza di applicazione della pena su ri-
buire alla commissione e all’accertamento dell’infra- chiesta, ai sensi dell’articolo 444 del codice di proce-
zione (per infrazioni gravi, potremmo convenzional- dura penale per reati gravi in danno dello Stato o della
mente ritenere quanto meno le contravvenzioni assog- Comunità che incidono sulla moralità professionale»),
gettate alla fascia sanzionatoria massima: arresto da 3 a sembra potersi dedurre l’operatività della causa di
6 mesi o ammenda da euro 1.549 a euro 4.131). Per esclusione per il solo fatto dell’accertamento, anche
meglio dire, dette nozioni di «commissione» e di «ac- non definitivo (cfr. lett. i) della commissione del reato
certamento» assumono un significato sostanziale o (dunque ancor prima dell’accertamento dello stesso,
processuale? anche se è solo con l’accertamento che emerge il feno-
Dal confronto con l’espressione utilizzata alla prece- meno criminale sotto il profilo della conoscenza da
dente lett. c) (ove si fa esplicito riferimento, quale cau- parte dell’organo di vigilanza). Trattasi di un parame-
Capo III
OGGETTO DEL CONTRATTO, PROCEDURE DI SCELTA DEL CONTRAENTE
E SELEZIONE DELLE OFFERTE
Sezione V
CRITERI DI SELEZIONE DELLE OFFERTE
E VERIFICA DELLE OFFERTE ANORMALMENTE BASSE
Art. 87
Criteri di verifica delle offerte anormalmente basse
(art. 55, direttiva 2004/18; art. 57, direttiva 2004/17; art. 21, co. 1-bis, legge n. 109/1994;
art. 19, D.Lgs. n. 358/1992; art. 25, D.Lgs. n. 157/1995;
art. 25, D.Lgs. n. 158/1995; art. unico, legge n. 327/2000)
1. Quando un’offerta appaia anormalmente bassa, la stazione appaltante richiede all’offerente le giustificazioni,
eventualmente necessarie in aggiunta a quelle già presentate a corredo dell’offerta, ritenute pertinenti in merito
agli elementi costitutivi dell’offerta medesima.
2. Le giustificazioni di cui all’articolo 86, comma 5 e di cui all’articolo 87, comma 1, possono riguardare, a titolo
esemplificativo:
(Omissis)
e) il rispetto delle norme vigenti in tema di sicurezza e condizioni di lavoro;
(Omissis)
4. Non sono ammesse giustificazioni in relazione agli oneri di sicurezza per i quali non sia ammesso ribasso d’asta
in conformità all’articolo 131, nonché al piano di sicurezza e coordinamento di cui all’articolo 12, decreto legi-
slativo 14 agosto 1996, n. 494 e alla relativa stima dei costi conforme all’articolo 7, decreto del Presidente della
Repubblica 3 luglio 2003, n. 222. In relazione a servizi e forniture, nella valutazione dell’anomalia la stazione ap-
paltante tiene conto dei costi relativi alla sicurezza, che devono essere specificamente indicati nell’offerta e risul-
tare congrui rispetto all’entità e alle caratteristiche dei servizi o delle forniture.
(Omissis)
La significatività del collegamento tra le offerte anor- consente all’offerente di potersi richiamare alle «solu-
malmente basse e il rispetto delle norme vigenti in tema zioni tecniche adottate».
di sicurezza e condizioni di lavoro si spiega da sé, es-
sendo la sicurezza un significativo costo di impresa.
Più interessante la previsione (comma 4) del divieto
di ricondurre le offerte anormalmente basse a minori Nota:
costi sui c.d. «oneri di sicurezza», anche se la norma (1) G.U. 2 dicembre 2002, n. 282.
1. La progettazione in materia di lavori pubblici si articola, nel rispetto dei vincoli esistenti, preventivamente ac-
certati, laddove possibile fin dal documento preliminare, e dei limiti di spesa prestabiliti, secondo tre livelli di suc-
cessivi approfondimenti tecnici, in preliminare, definitiva ed esecutiva, in modo da assicurare:
a) la qualità dell’opera e la rispondenza alle finalità relative;
b) la conformità alle norme ambientali e urbanistiche;
c) il soddisfacimento dei requisiti essenziali, definiti dal quadro normativo nazionale e comunitario.
(Omissis)
7. Gli oneri inerenti alla progettazione, alla direzione dei lavori, alla vigilanza e ai collaudi, nonché agli studi e alle
ricerche connessi, gli oneri relativi alla progettazione dei piani di sicurezza e di coordinamento e dei piani generali
di sicurezza quando previsti ai sensi del decreto legislativo 14 agosto 1996, n. 494, gli oneri relativi alle prestazioni
professionali e specialistiche atte a definire gli elementi necessari a fornire il progetto esecutivo completo in ogni
dettaglio, ivi compresi i rilievi e i costi riguardanti prove, sondaggi, analisi, collaudo di strutture e di impianti per gli
edifici esistenti, fanno carico agli stanziamenti previsti per la realizzazione dei singoli lavori negli stati di previsione
della spesa o nei bilanci delle stazioni appaltanti.
8. I progetti sono redatti in modo da assicurare il coordinamento dell’esecuzione dei lavori, tenendo conto del
contesto in cui si inseriscono, con particolare attenzione, nel caso di interventi urbani, ai problemi della accessi-
bilità e della manutenzione degli impianti e dei servizi a rete.
(Omissis)
Capo V
PRINCIPI RELATIVI ALL’ESECUZIONE DEL CONTRATTO
Art. 118
Subappalto e attività che non costituiscono subappalto (art. 25, direttiva 2004/18; art. 37, direttiva 2004/17;
art. 18, legge n. 55/1990; art. 16, D.Lgs. 24 marzo 1992, n. 358; art. 18, decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 157;
art. 21, decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 158; 34, legge n. 109/1994)
(Omissis)
6. L’affidatario è tenuto ad osservare integralmente il trattamento economico e normativo stabilito dai contratti
collettivi nazionale e territoriale in vigore per il settore e per la zona nella quale si eseguono le prestazioni; è,
altresı̀, responsabile in solido dell’osservanza delle norme anzidette da parte dei subappaltatori nei confronti
dei loro dipendenti per le prestazioni rese nell’ambito del subappalto. L’affidatario e, per suo tramite, i subappal-
tatori, trasmettono alla stazione appaltante prima dell’inizio dei lavori la documentazione di avvenuta denunzia agli
enti previdenziali, inclusa la Cassa edile, assicurativi e antinfortunistici, nonché copia del piano di cui al comma 7.
L’affidatario e, suo tramite, i subappaltatori trasmettono periodicamente all’amministrazione o ente committente
copia dei versamenti contributivi, previdenziali, assicurativi, nonché di quelli dovuti agli organismi paritetici pre-
visti dalla contrattazione collettiva.
7. I piani di sicurezza di cui all’articolo 131 sono messi a disposizione delle autorità competenti preposte alle ve-
rifiche ispettive di controllo dei cantieri. L’affidatario è tenuto a curare il coordinamento di tutti i subappaltatori
operanti nel cantiere, al fine di rendere gli specifici piani redatti dai singoli subappaltatori compatibili tra loro e
coerenti con il piano presentato dall’affidatario. Nell’ipotesi di raggruppamento temporaneo o di consorzio, detto
obbligo incombe al mandatario. Il direttore tecnico di cantiere è responsabile del rispetto del piano da parte di
tutte le imprese impegnate nell’esecuzione dei lavori.
(Omissis)
Le incompatibilità tra le due norme riguardano: da considerare come piano complementare di dettaglio
– i tempi di trasmissione dei piani operativi di sicurez- del piano di sicurezza e coordinamento di cui all’arti-
za (c.d. POS); colo 12, assicurandone la coerenza con quest’ultimo, e
– il soggetto cui i POS devono essere trasmessi; adeguare il piano di sicurezza e coordinamento e il fa-
– il soggetto tenuto a tale trasmissione; scicolo di cui all’art. 4, comma 1, lettera b), in relazio-
– la qualità documentale del POS (originale o copia de ne all’evoluzione dei lavori ed alle eventuali modifiche
documento) intervenute, valutando le proposte delle imprese esecu-
Ora, o si ammette la coesistenza e l’operatività di en- trici dirette a migliorare la sicurezza in cantiere, non-
trambe le norme nel sistema degli appalti pubblici (il ché verificare che le imprese esecutrici adeguino, se
che è soluzione non impossibile ma cervellotica e pri- necessario, i rispettivi piani operativi di sicurezza;
va di ratio legislativa sostanziale); ovvero detta situa- – organizzare tra i datori di lavoro, ivi compresi i lavo-
zione di concorso apparente di norme deve in qualche ratori autonomi, la cooperazione ed il coordinamento
modo essere risolta. Optando per questa ipotesi, non delle attività nonché la loro reciproca informazione.
v’è dubbio circa la prevalenza della norma a vocazione Non spetta dunque al soggetto affidatario la cura del
prevenzionistica (art. 13, comma 3 del D.Lgs. n. 494/ coordinamento dei subappaltatori operanti nel cantiere,
1996), sia in relazione alla gerarchia delle fonti (essen-
a fini di sicurezza, né la gestione della relazione di coe-
do il «decreto cantieri» espressione del recepimento di
renza tra il proprio POS e quello dei subappaltatori. Ta-
una direttiva comunitaria, integralmente disciplinante
sia il settore degli appalti privati, sia il settore degli ap- le soluzione può, in ipotesi, essere praticata nei cantieri
palti pubblici), sia in relazione al fatto che essa - a dif- cd. «sottosoglia», privi del Coordinatore per l’esecuzio-
ferenza della previsione codicistica - è assistita dalla ne e del Piano di sicurezza e di coordinamento (PSC),
previsione di sanzione amministrativa in caso di inos- ove è prevista la redazione, da parte dell’appaltatore
servanza. principale, del c.d. piano di sicurezza sostitutivo
Ma ciò che fa ancor più - definitivamente - propendere (PSS); non certo nei cantieri nei quali è presente la fi-
a favore dell’art. 13 del D.Lgs. n. 494/1996, è la lettura gura professionale del CSE. Del pari incongruo è il ri-
combinata del successivo comma 7 della norma in ferimento ad una responsabilità prevenzionistica del di-
commento. È indubbio che l’esercizio della funzione rettore tecnico di cantiere circa il rispetto del piano
del coordinamento dei lavori, a fini di sicurezza, spetti (quale piano??) da parte di tutte le imprese impegnate
non al soggetto affidatario, bensı̀ al Coordinatore per nell’esecuzione dei lavori.
l’esecuzione, il quale solo ha i seguenti obblighi, stabi- L’impressione è che si tratti di refusi di testo dell’art.
liti dall’art. 5 del D.Lgs. n. 494/1996 e presidiati dalla 18, comma 8 della legge n. 55/1990, peraltro da gran
previsione della sanzione penale: parte della dottrina ritenuto implicitamente abrogato
– verificare l’idoneità del piano operativo di sicurezza, con l’entrata in vigore del D.Lgs. n. 494/1996.
Art. 119
Direzione dell’esecuzione del contratto
1. La esecuzione dei contratti aventi ad oggetto lavori, servizi, forniture, è diretta dal responsabile del procedi-
mento o da altro soggetto, nei casi e con le modalità stabilite dal regolamento.
2. Per i lavori, detto regolamento stabilisce le tipologie e gli importi massimi per i quali il responsabile del pro-
cedimento può coincidere con il direttore dei lavori.
3. Per i servizi e le forniture, il regolamento citato individua quelli di particolare importanza, per qualità e importo
delle prestazioni, per i quali il direttore dell’esecuzione del contratto deve essere un soggetto diverso dal respon-
sabile del procedimento.
Titolo III
DISPOSIZIONI ULTERIORI PER I CONTRATTI RELATIVI AI LAVORI PUBBLICI
Capo I
PROGRAMMAZIONE, DIREZIONE ED ESECUZIONE DEI LAVORI
Art. 131
Piani di sicurezza (art. 31, legge n. 109/1994)
1. Il Governo, su proposta dei Ministri del lavoro e delle politiche sociali, della salute, delle infrastrutture e dei
trasporti, e delle politiche comunitarie, sentite le organizzazioni sindacali e imprenditoriali maggiormente rappre-
sentative, approva le modifiche che si rendano necessarie al regolamento recato dal decreto del Presidente della
Repubblica 3 luglio 2003, n. 222, in materia di piani di sicurezza nei cantieri temporanei o mobili, in conformità
alle direttive comunitarie, e alla relativa normativa nazionale di recepimento.
2. Entro trenta giorni dall’aggiudicazione, e comunque prima della consegna dei lavori, l’appaltatore od il conces-
sionario redige e consegna ai soggetti di cui all’articolo 32:
a) eventuali proposte integrative del piano di sicurezza e di coordinamento quando quest’ultimo sia previsto ai
sensi del decreto legislativo 14 agosto 1996, n. 494;
b) un piano di sicurezza sostitutivo del piano di sicurezza e di coordinamento quando quest’ultimo non sia pre-
visto ai sensi del decreto legislativo 14 agosto 1996, n. 494;
c) un piano operativo di sicurezza per quanto attiene alle proprie scelte autonome e relative responsabilità nel-
l’organizzazione del cantiere e nell’esecuzione dei lavori, da considerare come piano complementare di dettaglio
del piano di sicurezza e di coordinamento quando quest’ultimo sia previsto ai sensi del decreto legislativo 14 ago-
sto 1996, n. 494, ovvero del piano di sicurezza sostitutivo di cui alla lettera b).
3. Il piano di sicurezza e di coordinamento, quando previsto ai sensi del decreto legislativo 14 agosto 1996, n. 494,
ovvero il piano di sicurezza sostitutivo di cui alla lettera b) del comma 2, nonché il piano operativo di sicurezza di
cui alla lettera c) del comma 2 formano parte integrante del contratto di appalto o di concessione; i relativi oneri
vanno evidenziati nei bandi di gara e non sono soggetti a ribasso d’asta. Le gravi o ripetute violazioni dei piani
stessi da parte dell’appaltatore o del concessionario, previa formale costituzione in mora dell’interessato, costi-
tuiscono causa di risoluzione del contratto. Il regolamento di cui al comma 1 stabilisce quali violazioni della sicu-
rezza determinano la risoluzione del contratto da parte della stazione appaltante. Il direttore di cantiere e il coor-
dinatore della sicurezza in fase di esecuzione, ciascuno nell’ambito delle proprie competenze, vigilano sull’osser-
vanza dei piani di sicurezza.
4. Le imprese esecutrici, prima dell’inizio dei lavori ovvero in corso d’opera, possono presentare al coordinatore
per l’esecuzione dei lavori di cui al decreto legislativo 14 agosto 1996, n. 494, proposte di modificazioni o inte-
grazioni al piano di sicurezza e di coordinamento loro trasmesso dalla stazione appaltante, sia per adeguarne i
contenuti alle tecnologie proprie dell’impresa, sia per garantire il rispetto delle norme per la prevenzione degli
infortuni e la tutela della salute dei lavoratori eventualmente disattese nel piano stesso.
5. I contratti di appalto o di concessione, se privi dei piani di sicurezza di cui al comma 2, sono nulli.
6. Ai fini dell’applicazione degli articoli 9, 11 e 35 della legge 20 maggio 1970, n. 300, la dimensione numerica
prevista per la costituzione delle rappresentanze sindacali aziendali nei cantieri di opere e lavori pubblici è deter-
minata dal complessivo numero dei lavoratori mediamente occupati trimestralmente nel cantiere e dipendenti
dalle imprese concessionarie, appaltatrici e subappaltatrici, per queste ultime nell’ambito della categoria prevalen-
te, secondo criteri stabiliti dai contratti collettivi nazionali di lavoro nel quadro delle disposizioni generali sulle
rappresentanze sindacali.
7. Ai fini del presente articolo il concessionario che esegue i lavori con la propria organizzazione di impresa è
equiparato all’appaltatore.
Il comma 1 della norma prevede la possibilità di appor- data di entrata in vigore della normativa emanata dalle
tare modifiche al D.P.R. 3 luglio 2003, n. 222 (Regola- medesime regioni e province autonome nel rispetto dei
mento sui contenuti minimi dei piani di sicurezza nei principi fondamentali posti in materia dalla legislazione
cantieri). Va segnalata la perplessità dell’attribuzione dello Stato». Per altro verso, secondo quanto dispone
della competenza funzionale esclusiva del Governo, l’art. 117, comma 6 Cost., la competenza delle Regioni
laddove è lo stesso art. 1, comma 2 del regolamento in tema di esercizio della potestà regolamentare nella
a stabilire che «Le disposizioni del presente decreto materia della «sicurezza del lavoro» ha carattere esclu-
si applicano nelle regioni e province autonome fino alla sivo.
Schema procedure
Obblighi
del committente pubblico dell’appaltatore o concessionario dei lavori
1. Art. 131, comma 1-bis, lettera a) e c) del D.Lgs. n. 163/2006
Determina l’entità del cantiere (art. 3, c. 1 D.Lgs. n. 494/ Formula eventuali proposte integrative (PI) del PSC (1)
1996)
Redige il PSC (artt 12 D.Lgs. n. 494/1996) Redige il POS
2. Art. 131, comma 1-bis, lettera b) del D.Lgs. n. 163/2006
Determina l’entità del cantiere (art. 3, c. 1 D.Lgs. n. 494/ Redige il PSS
1996)
(1) Le imprese esecutrici, prima dell’inizio dei lavori ovvero in corso d’opera, possono presentare al coordinatore per l’esecuzione
dei lavori di cui al decreto legislativo 14 agosto 1996, n. 494, proposte di modificazioni o integrazioni al piano di sicurezza e di coor-
dinamento loro trasmesso dalla stazione appaltante, sia per adeguarne i contenuti alle tecnologie proprie dell’impresa, sia per ga-
rantire il rispetto delle norme per la prevenzione degli infortuni e la tutela della salute dei lavoratori eventualmente disattese nel
piano stesso.
Art. 135
Risoluzione del contratto per reati accertati
(art. 118, decreto del Presidente della Repubblica n. 554/1999)
1. Fermo quanto previsto da altre disposizioni di legge, qualora nei confronti dell’appaltatore sia intervenuta l’e-
manazione di un provvedimento definitivo che dispone l’applicazione di una o più misure di prevenzione di cui
all’articolo 3, della legge 27 dicembre 1956, n. 1423, ovvero sia intervenuta sentenza di condanna passata in giu-
dicato per frodi nei riguardi della stazione appaltante, di subappaltatori, di fornitori, di lavoratori o di altri soggetti
comunque interessati ai lavori, nonché per violazione degli obblighi attinenti alla sicurezza sul lavoro, il respon-
sabile del procedimento valuta, in relazione allo stato dei lavori e alle eventuali conseguenze nei riguardi delle
finalità dell’intervento, l’opportunità di procedere alla risoluzione del contratto.
2. Nel caso di risoluzione, l’appaltatore ha diritto soltanto al pagamento dei lavori regolarmente eseguiti, decur-
tato degli oneri aggiuntivi derivanti dallo scioglimento del contratto.
La previsione della possibilità di risoluzione contrattua- degli obblighi attinenti alla sicurezza sul lavoro, fa pen-
le, rimessa discrezionalmente al RUP, in caso di sen- dant con quella di cui all’art. 5, comma 1, lett. e) del
tenza di condanna passata in giudicato per violazione D.Lgs. n. 494/1996. La norma non è espressione nean-
Capo IV
LAVORI RELATIVI A INFRASTRUTTURE STRATEGICHE E INSEDIAMENTI PRODUTTIVI
Sezione I
INFRASTRUTTURE E INSEDIAMENTI PRODUTTIVI
Art. 164
Progettazione (art. 2-bis, D.Lgs. n. 190/2002, introdotto dal D.Lgs. n. 189/2005)
(Omissis)
4. Il progetto preliminare o definitivo deve essere accompagnato da linee guida per la stima degli oneri per la
sicurezza dei cantieri, non soggetti a ribasso, che rientrano nell’importo a base della gara, nonché della conse-
guente stima degli oneri medesimi. Il soggetto aggiudicatore può affidare al contraente generale, con previsione
del bando di gara o del contratto, i compiti del responsabile dei lavori. Nell’affidamento mediante appalto inte-
grato, la nomina del responsabile unico dei lavori spetta alla stazione appaltante.
(Omissis)
La norma riguarda l’affidamento, da parte del soggetto catore possa affidare al general contractor (definito
aggiudicatore, delle attività di progettazione e degli al- dall’art. 176 del Codice come il soggetto dotato di ade-
tri servizi pertinenti le infrastrutture strategiche pubbli- guata esperienza e qualificazione nella costruzione di
che o private (nonché dei progetti degli insediamenti opere nonché di adeguata capacità organizzativa, tecni-
produttivi strategici) di preminente interesse nazionale, co-realizzativa e finanziaria), i compiti del responsabile
individuati a mezzo del programma di cui al comma 1 dei lavori (RUP), tale soluzione potrebbe indurre a rite-
dell’articolo 1 della legge 21 dicembre 2001, n. 443 nere conseguenziali riflessi automatici anche in termini
(c.d. «Legge obiettivo»). Anche in questo settore è stata di individuazione del responsabile dei lavori di cui al-
inserita la norma, significativa anche in termini di «cul- l’art. 2, lett. c) del D.Lgs. n. 494/1996 (il quale, nel ca-
tura della sicurezza», che il progetto preliminare o de- so di appalto di opera pubblica, «è il responsabile unico
finitivo deve essere accompagnato da linee guida per la del procedimento»). In realtà, sia la necessarietà del ri-
stima degli oneri per la sicurezza dei cantieri, non sog- corso allo strumento della delega di funzioni (su cui si
getti a ribasso, che rientrano nell’importo a base della rimanda supra, al commento all’art. 10), sia la non tra-
gara, nonché della conseguente stima degli oneri mede- slabilità delle posizioni di garanzia su aree funzionali
simi. diverse da quelle predeterminate ex lege (2) fa propen-
Quanto alla prevista eventualità che il soggetto aggiudi- dere per una risposta negativa.
Parte V
DISPOSIZIONI DI COORDINAMENTO FINALI E TRANSITORIE - ABROGAZIONI
Art. 253
(Norme transitorie)
1. Fermo quanto stabilito ai commi 1-bis e 1-ter, le disposizioni di cui al presente codice si applicano alle pro-
cedure e ai contratti i cui bandi o avvisi con cui si indice una gara siano pubblicati successivamente alla data della
sua entrata in vigore, nonché, in caso di contratti senza pubblicazione di bandi o avvisi, alle procedure e ai con-
tratti in cui, alla data di entrata in vigore del presente codice, non siano ancora stati inviati gli inviti a presentare le
offerte.
(Omissis)
2. Il regolamento di cui all’articolo 5 è adottato entro un anno dalla data di entrata in vigore del presente codice,
ed entra in vigore centottanta giorni dopo la sua pubblicazione.
3. Per i lavori pubblici, fino all’entrata in vigore del regolamento di cui all’articolo 5, continuano ad applicarsi il
decreto del Presidente della Repubblica 21 dicembre 1999, n. 554, il decreto del Presidente della Repubblica
Nota:
(2) Cass. pen., sez. III, 3 agosto 2005, n. 29229, Ligresti ed altri.
L’unica disposizione prevenzionistica significativa è tratti in corso al regime di invalidità previsto «a regime»
quella del comma 23, la quale adatta il regime dei con- dall’art. 131, comma 5 del Codice (su cui v. supra).
1. Il presente codice entra in vigore sessanta giorni dopo la sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Re-
pubblica italiana.
(Omissis)
STRUTTURA
I provvedimenti legislativi sono pubblicati in ordine cronologico e sono collegati tra
loro da note di rinvio. Completano l’Opera gli indici cronologici ed analitico.
Per informazioni
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(tel. 02.82476794 - fax 02.82476403)
Agente Ipsoa di zona (www.ipsoa.it/agenzie)
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Attività di verifica
e controllo ai sensi
del D.Lgs. n. 334/1999
La lettera circolare 14 luglio 2006, n. 3000 fornisce chiarimenti sull’attività di verifica e controllo
3 ai sensi del D.Lgs. n. 334/1999.
Tali verifiche devono essere svolte al fine di consentire un esame pianificato e sistematico dei
sistemi tecnici, organizzativi e gestionali applicati nello stabilimento, per garantire che il gestore
possa comprovare di aver adottato misure di prevenzione adeguate, di disporre di mezzi
sufficienti a limitare le conseguenze e di non aver modificato la situazione dello stabilimento
rispetto i dati e le informazioni contenuti nell’ultimo rapporto di sicurezza presentato
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Incidenti rilevanti:
norme transitorie
È stata resa nota la Circolare Prot. n. DCPST/A4/RS/2700 del 5 luglio 2006 del Dipartimento dei
3 Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Direzione Centrale per la Prevenzione
e la Sicurezza Tecnica Area Rischi Industriali dal titolo «Norme transitorie stabilite dal D.Lgs. n.
334/1999».
Scopo della circolare è indicare nel dettaglio la legislazione applicabile in varie situazioni in cui
valgono norme transitorie in attesa di alcuni di decreti non ancora emanati, ma previsti per
l’attuazione delle disposizioni in materia di controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con
determinate sostanze pericolose.
Tra i decreti mancanti quelli previsti agli articoli 8 (rapporto di sicurezza) e 25 (misure di
controllo) del D.Lgs. 17 agosto 1999 n. 334, «Attuazione della direttiva 96/82/CE relativa al
controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose»
Oggetto: Norme transitorie stabilite dal portate dal D.Lgs. n. 238/2005 agli artt. 8, 21
D.Lgs. n. 334/1999 e 25 del D.Lgs. n. 334/1999 al fine di indirizza-
re e svolgere in maniera conforme al dettato le-
Come è noto, alcuni dei decreti previsti per l’at- gislativo l’attività di competenza.
tuazione delle disposizioni in materia di con- Per i nuovi stabilimenti e per le modifiche di
trollo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi stabilimenti esistenti con aggravio del preesi-
con determinate sostanze pericolose - tra gli al- stente livello di rischio ai sensi del D.M. 9 ago-
tri quelli di cui all’art. 8 ed all’art. 25 del D.Lgs. sto 2000 - per i quali, qualora del caso, occorre
n. 334/1999 - non risultano ancora emanati. procedere ai sensi dell’art. 23 del D.Lgs. n. 334/
Questa Amministrazione ha richiamato in più 1999, come indicato alla lettera m) della lettera
occasioni, presso le sedi istituzionali, l’impor- circolare Prot. DCPST/A4/RS/3600 del 20 di-
tanza della definizione della materia in tutti i cembre 2005 - si ricorda che, «fino all’emana-
suoi aspetti, anche al fine di superare alcune zione dei decreti di cui all’articolo 8, comma
difficoltà operative segnalate dalle strutture ter- 4, il rapporto di sicurezza deve essere formulato
ritoriali del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuo- secondo le specificazioni contenute al punto 5
co. dell’allegato A del decreto del ministro dell’In-
Si evidenzia, tuttavia, che in attesa dell’emana- terno 2 agosto 1984, pubblicato nella Gazzetta
zione di tali decreti - per la stesura dei quali Ufficiale n. 246 del 6 settembre 1984, e secon-
questo Dipartimento ha fattivamente contribui- do la struttura di cui all’allegato I al decreto del
Prassi
to, in sinergia con le altre Istituzioni interessate, Presidente del Consiglio dei Ministri in data 31
anche attraverso l’elaborazione di bozze conse- marzo 1989, utilizzando la corrispondenza ri-
gnate al competente Ministero dell’Ambiente e portata nell’appendice allo stesso allegato, e in-
della Tutela del Territorio - il legislatore ha sta- tegrato con gli ulteriori elementi d cui all’alle-
bilito delle norme transitorie che non hanno su- gato II».
bito modifiche con l’emanazione del D.Lgs. n. Si evidenzia che, in attesa della definizione di
tutta la disciplina, sia tecnica che amministrati-
238/2005.
va, in materia di rischi di incidente rilevante, il
Al riguardo, si richiama l’attenzione su quelle
riferimento ad una norma specifica di preven-
di cui ai commi 2 e 3 dell’art. 28 del D.Lgs. zione incendi - il D.M. 2 agosto 1984 - risulta
n. 334/1999 per raccomandare di continuare comunque utile e funzionale ad una lettura del
ad operare tutte le necessarie verifiche in sede rapporto di sicurezza finalizzata, anche in pro-
di istruttoria ex art. 21 dello stesso D.Lgs. n. spettiva futura come ribadito dal D.Lgs. n.
334/1999, segnalando tempestivamente ai ge- 139/2006, al rilascio del certificato di preven-
stori eventuali difformità formali e sostanziali zione incendi.
del rapporto di sicurezza.
Per quanto attiene il sistema dei controlli, si in-
vita ad una attenta lettura delle modifiche ap-
Istituzione dell’«Elenco degli Ispettori della di un «Elenco degli ispettori della qualità e si-
qualità e sicurezza delle imprese di autotra- curezza delle imprese di autotrasporto», i requi-
sporto», in attuazione dell’articolo 9, comma siti di comprovata competenza del trasporto
2, lettera f), del decreto legislativo 21 novem- stradale e multimodale, la formazione e l’ag-
bre 2005, n. 284 e decreto dirigenziale 17 giornamento, in attuazione al decreto dirigen-
febbraio 2006, utilizzati dagli organismi di ziale 17 febbraio 2006.
certificazione per la certificazione di qualità
delle imprese, che effettuano trasporti di Art. 2
merci pericolose, di derrate reperibili, di ri- Elenco degli ispettori ed assistenti ispettori
fiuti industriali e di prodotti farmaceutici È istituito presso il Comitato centrale un «Elen-
co degli ispettori della qualità e sicurezza delle
Il Comitato centrale per l’albo nazionale delle imprese di autotrasporto» per i profili di ispetto-
persone fisiche e giuridiche che esercitano l’au- re ed assistente ispettore, di cui all’allegato A
totrasporto di cose per conto di terzi dell’art. 1 alla presente delibera.
Vista la legge 1º marzo 2005, n. 32, recante Il regolamento di iscrizione, le procedure di at-
«Delega al Governo per il riassetto normativo testazione, il codice deontologico, le previsioni
del settore dell’autotrasporto di persone e co- dei rinnovi ed aggiornamenti, incluso le neces-
se», ed in particolare l’art. 2, comma 2, lettera sità di corsi specifici di aggiornamento, sono di-
b), punto 8, che prevede un sistema di certifica- sciplinati da apposito regolamento del Comitato
zione della qualità per le imprese di autotra- centrale, allegato alla presente delibera e parte
sporto per settori merceologici specifici; integrante di questa (allegato B).
Visto il decreto legislativo 21 novembre 2005,
n. 284, recante «Riordino della Consulta gene- Art. 3
rale per l’autotrasporto e del Comitato centrale Requisiti degli ispettori della qualità
per l’Albo nazionale degli autotrasportatori», e sicurezza delle imprese di autotrasporto
ed in particolare l’art. 9, comma 2, lettera f), Possono presentare istanza di iscrizione all’e-
che prevede da parte del Comitato centrale lenco degli ispettori ed assistenti ispettori della
l’«attribuzione dell’accreditamento degli orga- qualità e sicurezza delle imprese di autotraspor-
nismi di certificazione di qualità di cui alla let- to» i candidati che rispondono ai requisiti di cui
tera e), del comma 1 dell’art. 7, «Certificazione all’allegato A, parte integrante della presente
delibera.
di qualità e sicurezza»;
Visto il decreto dirigenziale 17 febbraio 2006
Prassi
del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, Art. 4
Corso di formazione ed esame di profitto
«Definizione di modalità e tempi per l’adozione
volontaria di sistemi di certificazione di qualità Tutti i candidati per qualunque profilo di cui
da parte delle imprese di autotrasporto, in attua- all’allegato A alla presente delibera devono su-
zione dell’art. 11, comma 3, del decreto legisla- perare un esame di valutazione di profitto pres-
tivo 21 novembre 2005, n. 286», in riferimento so il Comitato centrale al termine di uno speci-
del quale si è espressa in modo favorevole anche fico «Corso di formazione per ispettori» in te-
la Consulta generale per l’autotrasporto e per la ma di qualità e sicurezza per le imprese di
logistica nella seduta del 25 gennaio 2006; autotrasporto, e specificatamente al «Codice
di pratica dei sistemi di gestione della sicurez-
Delibera: za dell’autotrasporto», di cui alla delibera del
Comitato centrale 27 giugno 2006, n. 1, relati-
Art. 1 vamente ai settori merceologici di cui all’art. 9,
Scopi e finalità lettera e), del decreto legislativo 21 novembre
La presente delibera stabilisce le procedure di 2005, n. 284. (allegato C alla presente delibe-
accreditamento degli ispettori, e l’istituzione ra).
Certificazione di qualità
per i trasportatori
di merci pericolose
Ministero dei trasporti - Deliberazione 27 giugno 2006, n. 14
(G.U. 14 luglio 2006, n. 162)
Definizione degli indirizzi in materia di certi- ficazione di qualità delle imprese che effettuano
ficazione di qualità delle imprese che effet- autotrasporto di merci pericolose, di derrate re-
tuano trasporti di merci pericolose, di derra- peribili, di rifiuti industriali e di prodotti farma-
te reperibili, di rifiuti industriali e di prodotti ceutici, in attuazione al disposto dell’art. 9 del
farmaceutici, in attuazione dell’articolo 9, decreto legislativo 21 novembre 2005, n.
comma 2, lettera e), del decreto legislativo 284, ai fini del disposto dell’art. 11 del decreto
21 novembre 2005, n. 284. (Deliberazione legislativo 21 novembre 2005, n. 286, allo sco-
n. 14/06). po di offrire un servizio di trasporto efficiente e
vantaggioso in termini di sicurezza
Il Comitato centrale per l’albo nazionale delle
persone fisiche e giuridiche che esercitano l’au- Art. 2
totrasporto di cose per conto di terzi Contenuto degli indirizzi
Vista la legge 1º marzo 2005, n. 32, recante Gli indirizzi in tema di qualità e sicurezza per le
«Delega al Governo per il riassetto normativo imprese di autotrasporto, relativamente ai setto-
del settore dell’autotrasporto di persone e co- ri di cui all’art. 1, sono definiti nel «Codice di
se», ed in particolare l’art. 2, comma 2, lettera pratica dei sistemi di gestione della sicurezza
b), punto 8, che prevede un sistema di certifica- dell’autotrasporto», allegato e parte integrante
zione della qualità per le imprese di autotra- della presente delibera. (Allegato A).
sporto per settori merceologici specifici;
Visto il decreto legislativo 21 novembre 2005, Art. 3
n. 284, recante «Riordino della Consulta gene- Adozione del codice di pratica dei sistemi
rale per l’autotrasporto e del Comitato centrale di gestione della sicurezza dell’autotrasporto
per l’Albo nazionale degli autotrasportatori», L’adozione di sistemi di certificazione di quali-
ed in particolare l’art. 9, comma 2, lettera e), tà, secondo gli indirizzi formulati nel «Codice
che prevede da parte del Comitato centrale del- di Pratica» di cui all’art. 2, da parte dei vettori
la formulazione di «indirizzi in materia di certi- per il trasporto su strada delle categorie merceo-
ficazione di qualità delle imprese che effettuano logiche di cui all’art. 1, è effettuata nel rispetto
trasporti di merci pericolose, di derrate deperi- dell’autonomia imprenditoriale degli stessi vet-
bili, di rifiuti industriali e di prodotti farmaceu- tori, e con le modalità di cui al decreto dirigen-
tici»; ziale 17 febbraio 2006.
Visto il decreto legislativo 21 novembre 2005,
n. 286, recante «Disposizioni per il riassetto Allegato A
Prassi
normativo in materia di liberalizzazione regola- Codice di pratica dei sistemi di gestione
ta dell’esercizio dell’attività di autotrasportato- della sicurezza e dell’autotrasporto (SSA)
re», ed in particolare l’art. 11; Delibera n. 14/06 del 27 giugno 2006
Visto il decreto dirigenziale 17 febbraio 2006
del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, 1. Premessa
«Definizione di modalità e tempi per l’adozione Scopo del presente documento è quello di fornire
volontaria di sistemi di certificazione di qualità i requisiti per un sistema di gestione della sicu-
da parte delle imprese di autotrasporto, in attua- rezza per l’autotrasporto (d’ora in poi SSA) per
zione dell’art. 11, comma 3, del decreto legisla- consentire ad un vettore di controllare i suoi ri-
tivo 21 novembre 2005, n. 286»; schi operativi (ad esempio, ma non solo, inciden-
Delibera: ti stradali) e di soddisfare le richieste dei clienti.
Il presente codice è finalizzato alla messa in si-
Art. 1 curezza dei servizi e, pertanto, alla certificazio-
Scopi e finalità ne di qualità di quelle aziende che operano nei
La presente delibera formula un corpo coordi- settori delle merci pericolose, derrate deperibili,
nato ed integrato di indirizzi in materia di certi- rifiuti industriali e dei prodotti farmaceutici.
Contratto di inserimento:
applicazione della nuova
disciplina
INAIL - Circolare 26 giugno 2006, n. 32
Prassi
Giurisprudenza
emersi nella giurisprudenza della Corte di cas- ni idonee ad eliminare il pericolo di caduta di
sazione in merito allo spinoso problema concer- persone o cose dai ponteggi allestiti in cantiere
nente l’identificazione dei soggetti penalmente - sostengono che «non dovevano prevedere la
responsabili per violazioni antinfortunistiche messa in opera di parapetti perché le caratteri-
nell’ambito di un’impresa con più titolari. stiche del ponteggio impalcatura erano tali da
Questa volta, nell’occuparsi di una società in escludere la presenza di ulteriori protezioni
nome collettivo, la Sez. IV afferma che «l’ob- (esistenza di tubi ad incrocio che, per le loro
bligo di adottare le misure idonee e necessarie posizioni e dimensioni, impedivano agli operai
alla tutela dell’integrità fisica dei lavoratori, di sporgersi e, quindi, cadere)».
quando si tratti di società di persone e non risul- La Sez. III insegna che «l’eventuale esistenza di
ti l’espressa delega a persona di particolare mezzi di protezione diversi da quelli normativa-
competenza nel settore della sicurezza, incom- mente stabiliti non può soddisfare la ben più
be su ciascun socio, e, nel caso in cui l’impresa complessa ed esaustiva previsione del citato
abbia carattere di società di persone e non sia art. 41». E spiega che l’art. 41 D.P.R. n. 164/
possibile individuare gli organi tenuti a garanti- 1956 «impone la realizzazione di parapetti e ta-
re la sicurezza dei lavoro, la relativa responsa- vole fermapiedi che, per di più, devono rispon-
bilità grava anche penalmente sui legali rappre- dere agli altri requisiti previsti dalla norma stes-
sentanti della società, perché costoro, ancorché sa» (2).
non svolgano mansioni tecniche, sono pur sem-
pre preposti alla gestione della società e si iden-
tificano quindi con i soggetti primari destinatari Omissione dolosa di cautele
delle norme antinfortunistiche». E con riguardo
al caso di specie conferma la condanna per il antinfortunistiche in
delitto di lesione personale colposa in danno stabilimento petrolchimico
di un lavoratore infortunato dei due soci ammi-
nistratori della s.n.c., «in assenza della prova: a) Cassazione sezione prima penale - Sentenza
di una formale delega ad un terzo dei compiti di n. 20370 del 14 giugno 2006 (u.p. 20 aprile
vigilanza sul rispetto della normativa antin- 2006) - Pres. Fabbri - Est. Turone - P.M.
fortunisfica nella esecuzione del lavoro; b) del (Conf.) Meloni - Ric. Simonetti e altri
fatto che la società amministrata dai due impu-
tati avesse le dimensioni di una grande azienda; Era da tempo che la Corte Suprema non era più
c) di una ripartizione delle sfere di competenza chiamata ad occuparsi del delitto di omissione
e di azione tra i due soci amministratori».
nuta di un accoppiamento flangiato e della rela- ponevano di collocare, proprio in quel punto
tiva guarnizione, che si ruppe a causa della usu- (nel punto dove era collocata la valvola B),
ra e della mancata manutenzione) derivava una una valvola a saracinesca», e che «nessuna nor-
fuga di ammoniaca anidra NH3, sostanza noto- ma prevede al metro o al centimetro dove in-
riamente tossica e pericolosa, come risulta pure stallare le valvole», ma sottolinea subito che
dalla scheda di sicurezza». Con la precisazione «il D.P.R. n. 547/1955 detta criteri generali e
che «il motivo delle suddette omissioni si dove- funzionali al fine di evitare danni alle persone
va al fatto che l’adozione dell’unico sistema si- in caso di rotture o fughe». E prende atto che
curo di intervento avrebbe comportato la ferma- «la valvola B era in prossimità del collettore
ta di tutta la linea spurghi ammoniacali per un principale degli spurghi ammoniacali ed era di-
paio di giorni; e che dal fatto erano derivate stante circa 200 metri dalla valvola al limite di
molestie fisiche (bruciore agli occhi, forte lacri- batteria del reparto BC1 (reparto di produzione
mazione, fastidio alle vie respiratorie) a una del cloruro di benzile, inattivo)», e che «en-
trentina di dipendenti di una ditta ubicata a cir- trambe le valvole, quindi, si trovavano sulla di-
ca un chilometro e mezzo dallo stabilimento pe- ramazione che conduce gli spurghi ammoniaca-
trolchimico, tanto che la relativa attività lavora- li dal reparto BC1 al collettore che poi li convo-
tiva doveva essere interrotta per alcune ore». glia al reparto AM4 (reparto di produzione del-
Nel respingere i ricorsi degli imputati, la Sez. I l’ammoniaca)», con la conseguenza che «rima-
affronta diverse questioni, e impartisce preziosi ne difficile ipotizzare che l’una o l’altra valvola
insegnamenti. siano superflue, essendo evidente la necessità di
A) Una prima questione concerne la qualifica- isolare il reparto e la diramazione» (vale a dire,
zione della valvola B come dispositivo di sicu- di isolare sia a monte il reparto BC1, sia a valle
rezza destinato a prevenire infortuni o disastri. la diramazione che conduce al collettore e, da
In proposito, la Sez. I osserva che, «dagli artt. lı̀, al reparto AM4)».
241, 244, 245 e 374 D.P.R. 27 aprile 1955 n. B) Avevano poi sostenuto gli imputati l’insussi-
547, è lecito e assolutamente logico ricavare stenza «di un obbligo che avrebbe imposto la
che gli impianti e le tubazioni soggette a pres- chiusura della valvola B, e l’irrilevanza causale
sione di liquidi, gas, vapori, devono possedere della valvola stessa rispetto ai fatti oggetto di
i necessari requisiti di resistenza e di idoneità imputazione». Sotto il primo profilo, la Sez. I
all’uso cui sono destinati, e ciò in relazione alle ribatte che «la norma giuridica di carattere ge-
condizioni di uso e alle necessità della sicurez- nerale che nel caso di specie imponeva la sosti-
za del lavoro (artt. 374 e 241); che le tubazioni tuzione e la chiusura della valvola B è l’art.
e le canalizzazione devono essere costruite e 2087 c.c.». E quanto al nesso causale, che «il
collocate in modo che non ne derivi danno ai reato di cui al comma 1 dell’art. 437 c.p. sussi-
lavoratori in caso di perdite di liquidi o fughe ste già per la sola omissione della sostituzione
di gas, o di rotture di elementi dell’impianto della valvola, e che la questione del nesso cau-
(art. 244); e che le tubazioni e le canalizzazione
chiuse che costituiscono una rete estesa devono
essere provviste di dispositivi, quali valvole, ru- Nota:
binetti, saracinesche, atti ad effettuare l’isola- (3) Da ultimo v. Cass. 14 luglio 2005, Ventura e altro, in ISL, 2005, 9, 525;
mento di determinati tratti in caso di necessità Cass. 5 novembre 2002, Ye Xuyu, ibid., 2003, 2, 113; Cass. 23 marzo
(art 245)». Aggiunge che «nessuna norma, tra 2002, Capogrosso e altri, ibid., 2002, 6, 328.
Giurisprudenza
delitti colposi di pericolo)», e chiarisce che «il lità stessa) fanno sussumere sotto la stessa nor-
comma 1 dell’art. 437 c.p. prevede un delitto ma situazioni di fatto tra loro molto diverse e
doloso di pericolo (di infortunio e/o di disastro) con conseguenze dannose pure tra loro molto
che si consuma all’atto della ‘‘omissione’’ o diverse». Ne ricava «deve sempre considerarsi
‘‘rimozione’’ dolosa, mentre il comma 2 della ‘‘disastro’’ (e in particolare disastro ambienta-
stessa norma introduce l’aggravante per il caso le) lo sprigionarsi di una nube tossica che viene
in cui l’infortunio e/o il disastro abbiano effet- obiettivamente ad alterare, in maniera maggiore
tivamente a prodursi come conseguenza della o minore, l’ambiente atmosferico, posto che
condotta di cui al comma 1». l’entità dei danni (maggiori o minori) che essa
A questo punto, la Sez. I esprime la propria viene a cagionare in concreto dipende da fattori
adesione ai principi fissati con riguardo al caso in gran parte casuali (come la direzione e la for-
Macnavi da Cass. 8 novembre 1993, P.M., za dei venti) o comunque non controllabili dal-
Arienti e altri (4). In particolare, ribadisce l’uomo», sicché «si tratterà pur sempre di disa-
che, per l’applicabilità dell’art. 437, comma 2, stro sia nel caso in cui la nube tossica produca
c.p., «è sufficiente la consapevolezza della con- effetti devastanti sulla popolazione (si pensi al
dotta tipica del reato di disastro colposo e non caso ICMESA), sia che essa produca effetti
anche dell’evento che aggrava il delitto di cui dannosi limitati e privi di tragicità».
al citato art. 437 c.p.», che «il delitto di cui al- La conclusione è che, nel caso di specie, «l’in-
l’art. 437 c.p. si consuma con la consapevole cidente, avendo disperso nell’aria circa cinque
«omissione» o «rimozione» di cui al comma tonnellate di ammoniaca ha costituito ‘‘disa-
1, indipendentemente dal danno che ne derivi stro’’ ai sensi e per gli effetti dell’art. 437, com-
in concreto», e che, «qualora questo si verifichi ma 2, c.p.», dal momento che «la dispersione in
nella forma di disastro o di infortunio, ricorre atmosfera di cinque tonnellate di ammoniaca è
l’ipotesi più grave prevista dal comma 2 dello decisamente un evento potenzialmente lesivo
stesso articolo». Conferma che «l’omissione o e dotato di una diffusività che non è controlla-
la rimozione devono essere tali da determinare bile e contenibile umanamente: la diffusività e
pericolo per la pubblica incolumità il quale è non controllabilità dell’evento lesivo fa sı̀ che
presunto dalla legge come conseguenza della tale evento debba definirsi ‘‘disastro’’ anche
mancanza di provvidenze destinate a garantirla, se, per fattori meramente casuali, il danno effet-
senza che occorra che sia anche specificamente tivo si è in concreto rivelato contenuto».
perseguito», e che, «poiché la consapevolezza F) Infine, per quel che concerne l’elemento psi-
della predetta omissione o rimozione e l’accet- cologico del reato di cui all’art. 437 c.p., la Sez.
tazione del conseguente pericolo sono suffi- I insegna che «sussiste il dolo quando voluta-
cienti ad integrare il delitto di cui all’art. 437 mente si omette la condotta doverosa nella con-
c.p., qualora si verifichino, benché non voluti, sapevolezza, che si tratti di misura destinata a
il disastro e l’infortunio sul lavoro, ricorre l’i- prevenire disastri o infortuni, con l’accettazione
potesi di reato prevista dal comma 2 dell’art. del pericolo per la pubblica incolumità e senza
437 c.p., senza che il più grave evento non vo- che rilevi l’intenzione di arrecare danno alle
luto sia idoneo a trasformare nel delitto sempli-
cemente colposo di cui all’art. 451 c.p. la con-
sapevole e voluta omissione delle misure e il Nota:
pericolo connesso». (4) In Dir. prat. lav., 1994, 1, 55.
Giurisprudenza
lesivo». (I giudici di merito avevano sostenuto
che «proprio il fatto che all’imputato non fu ne-
cessario aspettare le indicazioni dell’ASL, per
adottare le condotte antinfortunistiche adeguate, I coordinatori
dimostra come fosse possibile senza indicazioni per la progettazione
esterne evitare sin dall’inizio l’evento lesivo»). e per l’esecuzione dei lavori
In passato, Cass. 24 giugno 2000, Mantero e al-
tro (6), riconobbe l’obbligo del datore di lavoro
di fornire la macchina «di più moderni disposi- Cassazione penale, Sez. IV - Sentenza n.
tivi che erano presenti nelle macchine di più re- 21485 del 21 giugno 2006 (u.p. 12 maggio
cente fabbricazione», e chiarı̀ che l’art. 2087 2006) - Pres. Campanato - Est. Colombo -
c.c. «stimola obbligatoriamente il datore di la- P.M. (Conf.) Iannelli - Ric. Lucchi
voro ad aprirsi alle nuove acquisizioni tecnolo-
giche». Successivamente, Cass. 3 ottobre 2001, Ecco una sentenza destinata a fornire ulteriori
Rossi e altro (7), affermò che, «nel caso di esi- elementi in vista della individuazione degli ob-
stenza di plurime modalità operative utilizzabili blighi e delle responsabilità dei coordinatori ai
per il compimento di un’attività rientrante nel fini della progettazione e dell’esecuzione dei la-
ciclo produttivo, il datore di lavoro, i dirigenti vori.
e i preposti hanno l’obbligo di privilegiare quel- Il caso riguarda un infortunio occorso in un
la che, in astratto ma anche in concreto, si pre- cantiere durante i lavori di ampliamento di un
senti come caratterizzata da minore pericolosità hotel in danno di un lavoratore «caduto da
per l’incolumità dei lavoratori con una valuta- una trave del tetto che stava montando, sul pa-
zione comparativa del rapporto tra la gravità vimento di cemento, da una altezza di circa
del rischio e i costi della soluzione prescelta, quattro metri, perché la fune, cui era agganciata
anche in ragione delle dimensioni dell’azienda, la cintura di sicurezza, non era stata stretta a se-
che non può non privilegiare la salute e la sicu- guito dell’avvicinamento alla trave cui era lega-
rezza dei lavoratori»: «valutazione che quindi ta da pane della vittima». Per il delitto di lesio-
impone una scelta obbligata a favore delle mi- ne personale colposa viene condannato il coor-
sure maggiormente idonee a garantire la sicu- dinatore ai fini della progettazione e dell’esecu-
rezza dei lavoratori tanto più se concretamente zione dei lavori.
esistenti e già utilizzate nei casi in cui una delle L’accusa mossa al coordinatore consiste «in ge-
modalità presenti caratteristiche di pericolosità
tali da porre in serio rischio l’incolumità dei
prestatori di lavoro anche con l’adozione delle Note:
ordinarie misure di prevenzione contro gli in- (6) In ISL, 2000, 9, 491.
fortuni sul lavoro». Ancora, Cass. 6 novembre (7) In ISL, 2002, 2, 103.
2003, Colamartini (8), insegnò che il datore di
lavoro è tenuto a fornire gli strumenti di lavoro (8) In ISL, 2004 3, 187.
«(attrezzi, macchine o impianti che siano) di (9) In ISL, 2006, 1, 58.
tutti i presidi di sicurezza previsti da specifiche (10) Sul tema concernente l’impossibilità tecnica di mezzi protettivi e il divie-
disposizioni di legge», ma che «ciò non basta, to assoluto di macchine insicure v. Cass. 12 ottobre 2004, in ISL, 2005, 1, 61,
perché egli ha anche il dovere generico, ex alla cui nota si rinvia per un resoconto della giurisprudenza in argomento.
sopra la trave principale) ... la mancata integra- inesistente, quello di illustrare il piano, mentre
zione delle misure antinfortunistiche costituisce è previsto dall’articolo 13 D.Lgs. cit. che il pia-
omissione evidente da parte dell’imputato ... no è trasmesso agli appaltatori da parte del
mancava inoltre collegamento tra il piano di si- committente». Aggiunge che «l’obbligo di in-
curezza e i lavori da effettuare volta per volta»: formazione e formazione dei lavoratori è posto
«il piano non aveva valutato i rischi specifici, né dallo stesso provvedimento a carico dei datori
indicato i mezzi per evitarli»; l’imputato «non di lavoro», e che, peraltro, di propria iniziativa,
aveva illustrato il piano di sicurezza»; egli «si ha da una parte trasmesso il piano in forma ri-
recava sul cantiere soltanto ogni due settimane, dotta a vari destinatari; dall’altra illustrato e for-
ed aveva perciò violato i doveri di coordinatore nito il piano integrale al committente e ad alcu-
dell’esecuzione, non essendo con tale frequenza ni appaltatori in una riunione il cui verbale è
in grado di verificare l’idoneità del piano opera- stato poi trasmesso per fax oltre che ai presenti
tivo e di adeguarlo all’esecuzione dei lavori ... anche al progettista e al direttore dei lavori.
non si oppose, incomprensibilmente, alla rimo- Nel confermare la condanna del coordinatore,
zione della gru con cui, fino a pochi giorni pri- la Sez. IV sottolinea, anzitutto, due aspetti:
ma, le travi venivano calate ed inserite, rimozio- «una eventuale maggior frequenza al cantiere
ne che impose il trasporto delle travi medesime non scriminerebbe la responsabilità dell’impu-
a mano, camminando sulle travi principali, sen- tato, comportando semmai la base di dimostra-
za essere assicurati da una corda idonea ... le zione di una ancor maggiore consapevolezza da
precauzioni da adottare sarebbero state elemen- parte sua della mancata cura della sicurezza dei
tari, l’imputato era stato nominato oltre che lavoratori nel cantiere medesimo ... l’asserita
coordinatore della progettazione anche coordi- assenza per ferie avrebbe comportato l’obbligo
natore dell’esecuzione dei lavori ed aveva l’ob- di farsi sostituire da persona idonea e qualifica-
bligo di adeguare il piano di sicurezza alla pro- ta». Segnala poi che all’imputato «è stata conte-
gressione dei medesimi, nonché quello di verifi- stata tra l’altro la mancata verifica dell’applica-
care l’idoneità del piano operativo di sicurezza, zione, da parte delle imprese istitutrici, delle di-
e di verificare che ciascuna impresa esecutrice sposizioni contenute nel piano di sicurezza» e
adeguasse il proprio piano di sicurezza ... egli che «le disposizioni relative alla sicurezza non
si è invece limitato a sporadiche comparse sul sono state osservate, e di ciò l’imputato si sa-
cantiere senza spiegare il piano di sicurezza, e rebbe potuto facilmente rendere conto frequen-
non ha organizzato tra i datori di lavoro la coo- tando il cantiere». E conclude che l’imputato
perazione e il coordinamento necessari, cosı̀ «era coordinatore dell’esecuzione dei lavori,
comportandosi in modo gravemente colposo ... aveva l’obbligo di adeguare il piano di sicurez-
la responsabilità dell’imputato non verrebbe za alla progressione dei medesimi, quello di ve-
meno neppure se fosse vero che egli si trovasse rificare l’idoneità del piano operativo di sicu-
in ferie, perché in tal caso si sarebbe dovuto far rezza e di verificare l’adeguamento delle misure
sostituire ... la responsabilità per le lesioni col- da parte di ciascuna impresa» e «aveva l’obbli-
pose sussiste perché la caduta del lavoratore è go di riscontrare che la situazione del cantiere
conseguenza dell’inosservanza della normativa non era conforme a quanto richiesto: la gru
antinfortunistica, se fossero state adottate le mi- era comunque stata destinata ad altre attività,
sure necessarie la caduta non si sarebbe verifi- gli strumenti di protezione personale non erano
cata o avrebbe avuto conseguenze non gravi». adeguati».
Giurisprudenza
fabbricata di un capannone; l’impresa appalta- Note:
trice affida in subappalto la fornitura in opera
(11) Circa obblighi e responsabilità del coordinatore v., da ultimo, Cass. 10
delle lastre di copertura in fibrocemento del ca- maggio 2006, Sassi, in ISL, 2006, 8, 495; Cass. 21 ottobre 2005, R.C., Gero-
pannone ad altra ditta e quest’ultima a sua volta carni e altro, ibid., 2006, 3, 182; Cass. 23 settembre 2005, Feraudi, ibid., 2006,
subappalta l’esecuzione delle opere inerenti alla 1, 51).
copertura del manufatto ad altra ditta che, nel- (12) Sull’applicabilità dell’art. 7 D.Lgs. n. 626/1994 al soggetto avente la du-
l’impossibilità di realizzare il lavoro con i suoi plice veste di appaltatore dei lavori commissionatigli e di committente delle
operai per altri impegni, utilizza due operai po- opere subappaltate v. Cass. 10 maggio 2006, Sassi, in ISL, 8, 495; Cass. 29
lacchi assunti da un’altra ditta ancora. Muore novembre 2005, Limonta, ibid., 2006, 1, 57; Cass. 16 luglio 2004, Di Tria, ibid.,
per infortunio uno degli operai polacchi. 2004, 12, 755.
ISL risponde
I l responsabile dei lavori può essere anche il
coordinatore della sicurezza in fase esecu-
tiva? C’è qualche sentenza che non lo ritiene
l’articolo 12 e proporre la sospensione dei lavo-
ri, l’allontanamento delle imprese ... dal cantie-
re o la risoluzione del contratto»), ove il RL/
opportuno? CSE dovrebbe segnalare a se stesso l’opportu-
nità di procedere alla risoluzione di un contratto
Premettendo che sull’argomento non vi sono di appalto, senza quel meccanismo di compen-
pronunciamenti giurisprudenziali noti, non vi sazione derivante dalla distinzione soggettiva
è dubbio che al quesito si deve dare una rispo- delle due figure.
sta positiva. Invero il contenuto della c.d. Nel settore degli appalti pubblici, addirittura,
«clausola di incompatibilità» relativa alla figura può darsi il caso di un RL (che, in base all’art.
del coordinatore per l’esecuzione dei lavori 2, lett. c) del D.Lgs. n. 494/1996, «è il respon-
(CSE), riguarda unicamente il datore di lavoro sabile unico del procedimento») che sia al tem-
Casi e Questioni
dell’impresa esecutrice (e, aggiungeremmo, i po stesso direttore dei lavori e, in base a quanto
componenti del suo staff imprenditoriale). Dal prevede l’art. 127, comma 1 del D.P.R. n. 554/
momento che il responsabile dei lavori, ove de- 1999, svolga per ciò solo, in base ad un auto-
signato, è l’alter ego del committente, si giusti- matismo funzionale, anche funzioni di coordi-
fica appieno la previsione dell’art. 3, comma 7 natore per l’esecuzione. In questo caso avrem-
del D.Lgs. n. 494/1996, in base alla quale «Il mo tre qualifiche (RL, DL, CSE) in capo alla
committente o il responsabile dei lavori può so- stessa persona, con amplificazione ed aggrava-
stituire in qualsiasi momento, anche personal- mento, anche in termini di coerente svolgimen-
mente se in possesso dei requisiti di cui all’ar- to, dei rispettivi statuti funzionali.
ticolo 10, i soggetti designati in attuazione dei Peraltro è lo stesso Codice degli appalti, recen-
commi 3 e 4» (leggasi: coordinatori). Ovvia- temente approvato (D.Lgs. 12 aprile 2006, n.
mente è necessario, come richiede la disposi- 163, in G.U. 2 maggio, n. 100, s.o.) a prevede-
zione ora citata, il possesso dei requisiti di qua- re, all’art. 10, comma 6, l’ipotesi di «coinciden-
lificazione professionale. za tra responsabile del procedimento e direttore
Peraltro, una cosa è l’astratta previsione di leg- dell’esecuzione del contratto»; e il successivo
ge, altra cosa il modo con cui essa sia ragione- art. 119 prevede che per gli appalti di lavori il
volmente praticabile nella realtà di cantiere: in regolamento di esecuzione (non ancora emana-
effetti non vi è chi non veda come il cumulo to) stabilisca «le tipologie e gli importi massimi
delle funzioni di RL e di CSE in capo alla stes- per i quali il responsabile del procedimento può
sa persona è destinato a produrre, con alto gra- coincidere con il direttore dei lavori». Per gli
do di probabilità, situazioni di «corto circuito appalti di servizi e le forniture, tale soluzione
operativo e/o funzionale». costituisce addirittura la regola, salvo che per
Basti pensare al meccanismo della segnalazio- quelli «di particolare importanza, per qualità e
ne-proposta previsto dall’art. 5, comma 1, lette- importo delle prestazioni, per i quali il direttore
ra e) del D.Lgs. n. 494/1996 (obbligo di «se- dell’esecuzione del contratto deve essere un
gnalare al committente o al responsabile dei la- soggetto diverso dal responsabile del procedi-
vori ... previa contestazione scritta alle imprese
mento».
... le inosservanze alle disposizioni degli articoli
7, 8 e 9, e alle prescrizioni del piano di cui al- Pierguido Soprani (Avvocato)