Sei sulla pagina 1di 1

"La Rivista di Engramma (online)" ISSN 1826-901X

warburg & mnemosyne temi di ricerca indici archivio libreria colophon

cartaceo ebook 60 | dicembre 2007


9788898260058

L’immortale vitalità del dio. Baccanti di


Euripide a Siracusa 1922-2002
Alessandra Pedersoli con Giulia Bordignon | Università Iuav di Venezia

La ricerca mette a confronto, per parole e per immagini, le riletture di


Baccanti di Euripide, in scena al Teatro greco di Siracusa nel 1922, 1950,
1980, 1998, 2002. Mediante i documenti siracusani è possibile
apprezzare i meccanismi di tradizione e innovazione nelle
rappresentazioni del testo euripideo in età contemporanea.

Baccanti 1922: le seduzioni della filologia

La direzione artistica di Baccanti 1922 è affidata al traduttore del dramma, il filologo Ettore Romagnoli. L’interpretazione
del grecista influenza lo scenografo e costumista, Duilio Cambellotti: l’artista gioca con riferimenti all’architettura
micenea e con dettagli decorativi di età arcaica, e anche le movenze del coro danzante si richiamano esplicitamente ai
modelli della pittura vascolare e ai bassorilievi ellenistici. Giuseppe Mulè, che compone la musica per lo spettacolo, scrive
per le danze melodie in cui predominano i suoni vibranti di cembali, arpe, sistri, oboe, riprendendo il "timbro limpido e
frenetico, dato dalle vecchie canzoni popolari, onde la Sicilia trae l'ardore e la tristezza". L’enfasi recitativa del
protagonista caratterizza la messa in scena: “Annibale Ninchi avvolto in un gran peplo con una pelle di leopardo sulle
spalle, stringendo in pugno il tirso guizzante di fiamme, sembra davvero un semidio. La sua voce calda, maschia, potente,
conquista sin dai primi accenti gli spettatori che nelle sue fervide modulazioni sentono passare veramente un alito
dell'ebbrezza dionisiaca" ("La Tribuna", 28 aprile 1922).

Baccanti 1922: scenografia e figurino per i costumi delle Baccanti di Duilio Cambellotti; le menadi alla fonte di Dirce

Baccanti 1950: armonia dionisiaca

L'allestimento della seconda edizione delle Bac​canti a Siracusa è affidato a Guido Salvini: il regista privilegia una lettura
in chiave religiosa della tragedia, pur puntando sulla spettacolarità dei movimenti scenici. La reinvenzione delle forme
‘all’antica’ dei costumi – ideati, come la scena, da Veniero Colasanti – non può non richiamare alla mente il gusto 'peplum'
che in quegli anni comincia a manifestarsi anche nel cinema. Le melodie create dal compositore Guido Turchi si
combinano con le danze delle baccanti:

"Il caldo, morbido, a volte esasperante, altre volte quieto respiro orgiastico delle ebbre Menadi, è stato reso con giusta misura, con composto equilibrio, senza
mai distaccare dallo spirito religioso il movimento innanzitutto e soprattutto classico" ("Il Corriere di Sicilia", 7 maggio 1950).

Al successo dello spettacolo si affianca quello personale del protagonista, Vittorio Gassman, che compie "un eroico
prodigio riempiendo tutto da solo la scena in lungo e in largo, dal primo momento in cui è apparso. È Dioniso, 'bello come
un bel Dio', presente, tonante, voluttuoso, vitto​rioso, spietato" ("Il Tempo", 7 maggio 1950).

Baccanti 1950: scenografia di Veniero Colasanti; un quadro plastico del coro danzante; Vittorio Gassman nei panni di Dioniso

Baccanti 1980: la tragedia dell’identità di Dioniso

Dopo trent’anni il riallestimento di Baccanti è affidato alla regia di Giancarlo Sbragia e alla traduzione di Vincenzo Di
Benedetto e Agostino Lombardo. La scena ideata da Vittorio Rossi ruota attorno a un enorme cratere lavico: è dai fumi del
sottosuolo, un tempo dimora di Semele, che emerge Dioniso, un Michele Placido dall’aspetto e dalle movenze ferine. Le
baccanti si muovono scarmigliate in pose sinuose, su ritmi tribali ed echi orientaleggianti proposti in una nuova
interpretazione da Guido Turchi. Il filo conduttore della regia è la ricerca dell’identità, ma l’eccessiva modernità della
rilettura tragica non persuade il pubblico; colpisce però l’interpretazione di Agave da parte di Anna Maria Guarnieri:

"È bastato vederla procedere verso l'orchestra ammantata di maschera d'attrice tragica, alta sui coturni, con la voce chioccia di chi è visitata dal dio, le chiome
del figlio in mano scambiate per una criniera di leone: e poi, nell'attimo della terribile scoperta, rifatta d'un tratto piccola ma tutta tesa nello spasimo della
consapevolezza del delitto, tutta in un urto, questo sì ferino, per capire che questa attrice ha una marcia in più di tutti i suoi compagni" ("La Stampa", 31
maggio 1980).

Baccanti 1980: scenografia di Vittorio Rossi; Michele Placido nei panni di Dioniso

Baccanti 1998: il palazzo di cristallo di Penteo

È una giungla metropolitana la Tebe ideata da Luciano Damiani per Walter Pagliaro nell’edizione 1998; il regista mette in
scena l’incontro scontro tra umano e divino, tra Oriente e Occidente, che si concretizza in una inquietante invasione dello
straniero mentre il potere si racchiude in fragili palazzi di cristallo. Dioniso, interpretato da Paolo Graziosi, quasi
scompare nell’orgia delle baccanti: il coro si impadronisce della scena in veste di nomadi. Nei corpi delle menadi abita la
frenesia, l'istinto liberato: la loro forte sensualità trova espressione nei colori accesi dei costumi di Alberto Verso, nei
tessuti leggeri e ondeggianti che scoprono la pelle anziché coprirla. La musica domina la scena:

"I ritmi tribali di un gruppetto di agili percussionisti (e danzatori) senegalesi si scontrano con la mescolanza melodica di fiati e archi che salta dallo
sperimentalismo agli spirituals, dalla leggerezza del musical agli slanci operistici" ("La Gazzetta del Sud", 18 maggio 1998).

Dopo l'11 settembre 2001 le parole del regista a commento delle sue Baccanti appaiono quasi profetiche: "Se la nostra
cultura fra qualche tempo si comporterà come Penteo ci ritroveremo con il nostro 'palazzo di cristallo' crollato" (Numero
Unico 1998).

Baccanti 1998: scenografia di Luciano Damiani; una coreografia delle Baccanti

Baccanti 2002: il terribile incontro col dio

La prima edizione del dramma nel nuovo millennio è allestita appena quattro anni dopo quella del ’98, a ribadire
l’importanza che la tragedia euripidea riveste per la contemporaneità. La regia è affidata a Luca Ronconi, che intende
mettere in scena “i pericoli dell'incontro tra umano e divino, la distruttività che l'incontro col sacro può avere sugli uomini
se non mediato dal rito” (Numero Unico 2002). Le baccanti sono donne comuni, che, invasate e ingravidate dal dio, vivono
in una costante dimensione di possessione; sono – secondo le parole di Ronconi – “la frantumazione della polis”, si
muovono in massa nell’ambiente naturale ricreato da Margherita Palli. La traduzione di Maria Grazia Ciani è chiara e
incisiva, e Dioniso, interpretato da Massimo Popolizio, è un dio umano e terribile, dall’aspetto attraente e dal piglio
persuasivo, col quale irretisce e finalmente distrugge il borioso Penteo, impersonato da Giovanni Crippa (una recensione
della stagione 2002 in Engramma n. 16 )

Baccanti 2002: il coro di Baccanti; Massimo Popolizio interpreta Dioniso

Bibliografia di riferimento
Artista di Dioniso. Duilio Cambellotti e il Teatro Greco di Siracusa 1914-1918, catalogo della mostra (Siracusa, maggio 2004-gennaio 2005), a cura di
M. Centanni, Milano 2004
( recensione della mostra in engramma n. 34 )
INDA Retroscena. Prometeo, Baccanti, Rane, a cura di M. Centanni, catalogo della mostra (Siracusa, giugno-settembre 2002), Siracusa 2002M.
Fusillo, Il dio ibrido: Dioniso e le Baccanti nel Novecento, Bologna 2006 ( recensione del volume in engramma n. 55 )
E. Giliberti, L. Faraci, La scena ritrovata. Novanta anni di teatro antico a Siracusa, Catania 2003
Numeri Unici per le stagioni 1980 (XXVICiclo di Spettacoli Classici – Le Trachinie di Sofocle, Le Baccanti di Euripide), 1998 (XXXVCiclo di Spettacoli
Classici – Ecuba di Euripide, Baccanti di Euripide), 2002 (XXXVIII Ciclo di Spettacoli Classici – Prometeo di Eschilo, Baccanti di Euripide, Le rane di
Aristofane), a cura dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico, Siracusa
I documenti e i materiali riprodotti in questo saggio sono conservati presso l'Archivio Fondazione Inda di Siracusa (AFI) e sono riprodotti per gentile
concessione della Fondazione .

temi di ricerca indici colophon libreria archivio


Filosofia e Storiografia Interviste Presentazione libreria pdf 1 2 3 4 5

Arti visive e Iconologia Testi inediti e rari Comitato scientifico 6 7 8 9 10 11


internazionale 12 13 14 15 16 18
Architettura Indice per autore Centro studi ClassicA
Teatro e arti performative Associazione culturale 19 20 21 22 23 24
Engramma 25 26 27 28 29 30
Archeologia Policy e procedure redazionali
Redazione 31 32 33 34 35 36

albo Referee 37 38 39 40 41 42

in preparazione 43 44 45 46 47 48

49 50 51 52 53 54

55 56 57 58 59 60

61 62 63 64 65 66

67 68 69 70 71 72

73 74 75 76 77 78

79 80 81 82 83 84

85 86 87 88 89 90

91 92 93 94 95 96

97 98 99 100 101 102

103 104 105 106 107 108

109 110 111 112 113 114

115 116 117 118 119 120

121 122 123 124 125 126

127 128 129 130 131 132

133 134 135 136 137 138

139 140 141 142 143 144

145 146 147 148 149 150

151 152 153 154 155 156

157 158 159 160 161 162

163 164 165 166 167 168

169 170 171 172

Potrebbero piacerti anche