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La controparte dell’implicazione culturale del rito all’ interno di una società come descritto

dalla mia collega é quella del trattamento del corpo del defunto.
Data dunque l’ importanza di questo, in primo luogo il cadavere veniva cosparso di unguenti e
oli profumati volti alla conservazione estetica del corpo oltre che per prevenire la mutilazione o
la profanazione di questo, dopo la purificazione o abluzione rituale il cadavere era pronto ad
una sepoltura formale e proprio nell’ambito della sepoltura distinguiamo diverse tipologie di
deposizione.
il corpo poteva essere sepolto in maniera molto rapida in una cosiddetta deposizione primaria
in cui il defunto presenta le articolazioni perfettamente riconoscibili , si parla invece di una
deposizione secondaria dal momento in cui il ritrovamento dello scheletro questo si presenta
privo di connessione anatomica naturale.
Riguardo a queste due tipologie di sepoltura però occorre ricordare che alcuni elementi esterni
possono sensibilmente modificare le connessioni articolari per cui è necessario un intervento da
parte di un antropologo fisico professionista.
Oltre a ciò l’ambiente funerario può essere considerato sia di tipo individuale che collettivo.
Nel caso in cui si presenti una sepoltura di tipo collettivo occorre ricordare che spesso e
volentieri potrebbe trattarsi di deposizioni di tipo collettivo sfalsate, per cui un corpo essere
stato sepolto prima gli altri facendo sì che sia necessario l’intervento di un antropologo
specializzato al fine di meglio individuare il periodo di riferimento defunto per defunto.
Il più comunemente diffuso metodo di deposizione sia primaria che secondaria è l’inumazione
una pratica che consiste nel porre i resti del cadavere in una fossa, in un cumulo o ancora in una
camera funeraria.
Lo scopo di questo rituale è quello di allontanare il cadavere dalla vista dei viventi in uno
spazio destinato meramente alla morte, mentre la posizione del cadavere all’interno della tomba
poteva essere flessa, semiflessa, supina , sdraiata sul lato, con braccia poste lungo fianchi o sul
petto, infine il cadavere poteva essere sepolto sia direttamente sulla terra o all’interno di un bare
e sarcofagi rituali che potevano essere in pietra in ceramica o in legno.
Se da una parte con l’inumazione si cela il corpo del defunto, ecco che con la mummificazione
o imbalsamazione si tende a rendere eterna e indistruttibile (quantomeno nell’immediato) la
visibilità del morto, il processo della mummificazione è un processo che può essere sia naturale,
favorita da climi estremamente caldi o freddi, che artificiale e si attua con l’essicazione dei
tessuti esterni del corpo e in alcune culture, in particolare modo quella egizia, con
l’asportazione di alcuni organi interni.
Un ultimo metodo di conservazione del corpo è la cremazione del corpo che permetteva la
totale eliminazione dei tessuti molli e la riduzione delle ossa in piccoli frammenti di cenere.
Come la sepoltura di tipo individuale anche la cremazione si suddivide in due tipologie: una
primaria o diretta dopo la quale i resti giacciono nello stesso luogo della pira, e una secondaria
dopo la quale le ceneri vengono spostate all’interno di un contenitore o urna per poi essere
disposta in degli spazi prestabiliti.

Riuscire ad identificare il defunto e a collocarlo in una corretta linea temporale non è di certo un
lavoro da poco e nel corso della storia ha visto interventi su interventi di grandi e importanti
archeologi al fine di meglio individuare il corretto approccio da utilizzare.
Una delle particolari scuole di pensiero che alla lunga ha dibattuto per la rivalsa dell’identità del
defunto è indubbiamente il movimento dei new archeologist e in particolare modo della
rivoluzione riguardo la social persona, della quale più avanti la mia collega avrà modo di
parlare.
Ma tornando alla new Archeology questa nasce della seconda metà del XX secolo, in particolar
modo negli anni 60 come una rivoluzionaria corrente che capovolse l’ambiente scientifico e
l’approccio con il passato.
Il fondatore di questa rivoluzionaria corrente è Lewis Robert Binfor, 1930 e morto nel 2011.
Già nel manifesto “Archaeology as Antropology” se ne evincono i caratteri principalmente
radicali, l’associazione tra l’archeologia e una materia scientifica quale l’antropologia.
I new Archeologist reputano l’archeologia alla pari di una scienza esatta che si serve del metodo
scientifico per affermare leggi ben determinate in grado di descrivere il comportamento
culturale indipendentemente dalle situazioni storiche proponendo un metodo archeologico non
descrittivo ma interpretativo e antropologico scientifico piuttosto che storico.

L’ innovazione di Binford di stabilire leggi per definire il comportamento in ambito preistorico


(e non solo) venne inizialmente visto in maniera negativa dei teorici suoi contemporanei che
non riconoscevano le diverse leggi simbolo di una generalizzazione su un processo storico
come vere e proprie leggi, tuttavia questo non impedì di affermarsi grande rapidità nelle scuole
americane e di proporre leggi come la legge del minimo rischio volta a minimizzare i rischi, la
legge del minimo sforzo o della pigrizia che sfrutta il raziocinio delle risorse per meglio
descrivere il periodo di sedentarizzazione e ancora la legge di proporzionalità diretta fra
complessità tecnologica organizzazione sociale e pratiche di consumo culturale.
La cultura secondo questi è basata su un adattamento extra somatico in cui a fare la protagonista
è l’ambiente capace di modificare non solo l’economia culturale ma anche l’ideologia.
Questa particolare spinta innovativa in ambito culturale che vede dunque l’evolversi di quei
processi che hanno reso possibile il mutare della società diviene emblematico al fine di
rinominare questa disciplina come archeologia processuale.

Tra gli altri cambiamenti e rivoluzioni apportati dall’avvento di questa questa corrente sono
annoverati i due cambiamenti principali relativi all’ambito della ricerca, quello dell’
etnoarcheografia e l’archeologia sperimentale, capace di attraverso la riproposizione di oggetti
di uso comune al fine di ricostruirne gli usi e l’importanza.
ritornando ancora al concetto di cultura nato con gli studi dell’archeologo Gordon Vere Childe
Ogni studiosi dell’archeologia processuale la cultura diviene un vero e proprio meccanismo è
composto da sistemi ovvero diverse discipline che cooperano tra loro ogni parte di questo
sistema archeologicamente studiabile singolarmente mentre sono ben resi noti che oltre a questi
esistono dei sottosistemi capaci capaci di cambiare direzione della stessa di un altro o viceversa
feedback positivo o feedback negativo.

In Seguito alla conclusione della seconda guerra mondiale, verso la fine della prima metà del
XX secolo, da una parte ripresero quelle esplorazioni archeologiche che avevano fatto la storia
dell’archeologia come nel caso di Susa, ur mari ma anche Nimrod E Gerico mentre dall’altra
cominciarono ad avviarsi quei sistemi e quei fattori che nel tempo avrebbero portato un grande
notevole impatto nel mondo dell’archeologia come utilizzo di nuove risorse e nuove tipologie di
scavi all’interno dei grandi centri urbani.
Ma per quanto riguarda la nascita della ricerca in ambito funerario dobbiamo un primo
riconoscimento all’archeologo di fama mondiale Gordon child, come citato prima autore della
concezione di cultura preistorica che apre una nuova prospettiva di analisi delle deposizioni
funerarie antiche in suo particolare articolo i descrisse come i dati in ambito funerario erano tali
da fornire non solo una prima traccia riguardo le voluzione del pensiero anche degli ampi
sviluppi di relazioni sociali che intercorrevano tra i membri della comunità in particolar modo il
proprio child che nota come in alcuni contesti delle tombe reali rappresentino una forma
ideologica di comunicazione principale limitandosi ad una pura e semplice classificazione.
Non mancherà con l’avvento della new Archeology una critica è una riforma a questa prima
classificazione infatti è proprio contrario archeologi via via si abbandona questa prima
classificazione ponendo sempre di più l’accento sull’analisi del singolo individuo e del suo
rapporto con con la vita sociale e culturale per evitare tuttavia di essere ripetitivi tra di noi
lascerò adesso la parola alla mia collega Giulia che approfondirà stanza dell’aspetto sociale per
l’individuo secondo archeologi e infine alcuni casi di studio antico te la parola cominciarono ad
avviarsi questi

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