PAESE :Italia DIFFUSIONE :(38000)

PAGINE :1;23 AUTORE :Sebastiano Grasso

SUPERFICIE :64 %

25 gennaio 2021

RITRATTI E INCONTRI

Bo falsoburbero
e la scalamusicale
degli amatipoeti
• L'incontro al Danieli di Venezia
per una prefazione. Il cruccio per
non aver votato Spadolini. La fede
nel "dio delle Lette re" •GRASSO a pagina23

Bo, quell'incontroa Venezia

e la fedenel dio delleLettere
DALLA SICILIA PERCHIEDERGLI LA PREFAZIONE A UN LIBRO GIOVANILE DI POESIE.
UN AMICIZIA DURATA 34 ANNI. OGGI 1110ANNI DALLA NASCITA ( E 20 DALLA MORTE)
SEBASTIANO GRASSO
come laDivina Misericordia, blico un libro diversi. Quandone
go
ho pronto un secondo, chiedo la
enezia,lunedì 4 settembre solo per qualcheminuto... Che

V
prefazione a don Antonio. « Non
1967.Fradue mesi e mez- cosa mi aspettavo?
ti servirebbea nulla. Devi andar-
zo compio vent'anni. In- A Bo ha scritto di me don Anto-
tene dalla Sicilia,qui non si com-
contro Cario Boper la prima vol- nio Corsaro, suo compagno
bina nulla. Adesso scrivo aBo e
ta in uno dei salotti dell'hotelDa- d'universitàe d'avventurelette- gli mando il dattiloscritto di " Pla-
nieli: è qui come membro della rarie, anchelui critico epoetadel
quette" » . Ecco spiegato il mio
giuria del Campiello (il premio gruppodegli Ermetici. Don Cor- viaggio aVenezia: in quel perio-
andràall'" Orfeo in Paradiso" di saro è statomio professoreal Li- do il critico ligure è semprein gi-
Luigi Santucci)," Il duca" come lo ceo classicodel collegio San Mi- ro e mi dà appuntamentoal Da
chiamanoad Urbino, doveè ret- chele di Acireale. Una delle pe-
nieli.
tore dal 1947,è sprofondato su culiarità delconvitto dei Padri Fi-
Boèdiparola: dopo una ventina
un divano con in boccaun pez- lippini? Che alcuni ex alunni, di-
ventati docenti universitari, ven- di giorni mi mandaunanota in-
zo di sigaro spento.«Fatto buon
viaggio?». Mi osserva per qual- gono ad insegnarenel loro ex troduttiva a " Plaquette": breve
liceo. Una vera ricchezzapernoi. ma bellissima. Mi ritrovo in ogni
che minuto: «Ho letto " Plaquet-
frase. Laraccolta di versiesceagli
te" tiscriverò qualcosa. Che cosa Le lezioni di don Corsaro, più che
vuoifare dopol'università ?». «Il di Letteraturaitaliana sono di inizi del'68.Alberico Salane par-
mio sogno èquello discrivere sul Letteratura comparata e si esten- la sul Corriere della Sera. Come
dono a storia dell'arte, musica,
suoledirsi, tocco il cielo con un
" Corriere" Che cosaci vuole?».
costume. dito. Laurea in Lettere, breve in-
Mi fissaincuriosito: « Bisogna es-
segnamento di Letteratura italia-
sere vecchi efamosi », spiega. Mi
na all'universitàeil 1 ° giugno del
offre un the,mi dedica un suo li- « Sinvergtienza» ( come direbbe-
ro a Madrid), a sedici anni pub- 1971redattore in via Solferino,
bro, si alza dalla poltrona e mi al-
assuntoda Giovanni Spadolini.
lunga la mano.Esco deluso.Un
viaggio in treno dalla Sicilia, lun-

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Naturalmente, Boèla prima per-
sona cui telefonoappenametto
piedeaMilano, «Adessoal " Cor-
riere" prendonoanchegiovani e
sconosciuti ».
Nella vita di ognunodi noi ci so-
no i cosiddetti" incontri capita-
li": dicespesso"il duca" I miei,
letterari? In ordinedi tempo: don
Antonio Corsaro, Riccardo Bac-
chelli, Mario Luzi, Diego Valeri,
SalvatorePugliatti, RafaelAlber-
ti, Giovanni Testori,Adonis, Julia
Dobrovolskaja, Evghenij
Evtushenko.E, naturalmente,
Carlo Bo.
Nei 34 anni successivi all'incon-
tro di Venezia, il rapporto di ori-
gine letteraria, diventa persona-
le ed affettuoso. A dispetto
dell'apparenzaburbera,Boèun
uomo dolcissimo, generoso e ca-
pace di grandi gesti di amicizia.
Qualche esempio. Gli chiedo la
prefazionead unaraccolta di ver-
si di un collegadel Corriere d'In-
formazione. È pronta tre giorni
dopo. Neppure un grazie da par-
te del maramaldo:pensa gli sia
dovuta.L'impudenzanon ha li-
miti. Qualche tempo dopo lo
stessocollega chiedea FrancoDi
Bella ( allora direttore generale
dei quotidiani Monti) la direzio-
ne de II Giorno («Sono pronto »).
Di Bella se la cavacon un sorriso.
Un giornalericorda un inciden-
teche, nel 1950,coinvolge Euge-
nio Montale.Il poeta, così come
molti letteratifrequentala casa
di Arenzanodi Lucia Rodecana-
chi, che prepara" traduzioni di
servizio" soprattuttodiautori in-
glesi e americani.Vengono rive-
dute e corretteda alcuni illustri
letterati, che le pubblicano come
proprie. Valgaper tutti l'esempio
di " Verdi dimore" di William
Hudson, uscito nella versionedi
Montale.Ed è probabilmente a
questotipo di andazzoche si de-
ve l'episodio confusodel 1950.
Credendo che provenga dalla
Rodecanachi,il poeta pubblica
" Strano interludio" di EugeneO'
Neill ( Nobel 1936), firmandone
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la versione rivista. In realtà,la tra-
duzione sideve aBice Chiappel-
li. Citatoin giudizio, Montale vie-
ne condannato.Tribunale,Ap-
e Cassazione:800mila lire
pello
di multa. La qualcosagli ritarda
di parecchianni la nominaa se-
natore avita (1967).Nel ' 75 Mon-
tale vinceil Premio Nobel.A Car-
lo Bo un giornale chiede di rievo-
care la condannadel poeta per
plagio. «Dicerie », taglia corto il
critico.
Aprile 1994.Nominato da Perti
nisenatoreavita (assiemea Nor-
berto Bobbio), "il duca','pur feb-
bricitante, il giorno della votazio-
ne per la presidenza del Senato,
si imbacuccaalla meno peggio e
si dirige a Roma, per votare a fa-
vore dell'exdirettore del " Corrie-
re" Nei pressi di Bologna, però,
svienee l'autistalo riporta a Mi-
lano. A Spadolini mancaun vo-
to; viene eletto Carlo Scognami-
glio. Euno dei crucci di Bo: « Gio-
vanni non ha mai creduto che
fossi malato», mi dice un giorno,
poco prima di sedercia tavola,
proprio davanti alla sua foto con
lo storico fiorentino. Proprio in
quel momentola Elide entra col
risotto, seguitada Blake che si
lecca il muso. «Ha dato da man-
giare alcane?», chiedo alla gover-
nate (l'avevo pregata di non far-
lo). «Perchégli famale?», ammic-
ca.
E Marise, la moglie di " Charlie"
(comelo chiama lei in casa),che
mi chiedesempre di portare Bla-
ke, ma poi è la Elide che lo vizia.
Marise Ferro, scrittrice e giorna-
lista, è stata la moglie di Guido
Piovene( sposatonel ' 34e lascia-
to nel '41); nel ' 63 sposaBo, col
quale convive dal '42. Marise è
una donna bellissima:«Adesso
non più; forse lo sono stata. Una
volta un corteggiatore mi ha det-
to: "Seibella come una Hispano-
Suiza" - mi racconta scherzosa-
mente -, Non sapevo che cosa
fosse una Hispanoeccetera e mi
sono offesa. Poi un'amicami ha
spiegato:essereparagonataa
una delle più belle vetture del
mondo, è il più grandecompli-
mento che si possafare auna ra-
gazza » .
Marise èmorta nel ' 91, trentan-
ni fa. Ai funerali,a Sestri, siamo
andati insieme:Gaetano Afeltra,
Liliana Collavo,Alberico Sala ed
io. Blake non entrava in auto: le
avrebbe fatto piacere.
Carlo Bo, nato il 25gennaio1911,
muore nel 2001,a 90 anni com-
piuti. Avevamo sperato che, co-
me Prezzolini, potesse superare
il secolo. Oggi cadonoi 110 anni
dalla sua nascita e i 20 dalla
scomparsa.
Nel ricordarlo mi sistringe il cuo-
re. Richiami, suggestioni, ricordi
scanditi in successionedi nomi,
ordinaticome su una scala mu-
sicale.
" Do": Camillo Sbarbaro. Suo in-
segnante di latino e greco a Ge-
nova, lo spinge ad occuparsi di
letteratura.
" Re": Salvatore Quasimodo. Da
Bo più volte propostoper il No-
bel, lo stessogiorno che, nel 1959,
gli vienecomunicata l'assegna-
zione del Premio, si recaal Con-
servatorio Verdi di Milano ( dove
insegnaletteratura italiana), fir-
ma il foglio di presenzaefa lezio-
ne.
" Mi": RiccardoBacchetti.Per l'au-
tore de "Il mulino del Po',' il criti-
co ha sempre avuto unasorta di
venerazione.
" Fa":Federico Garci'aLorca.Tra-
duzione dì libri singoli e di tutte
le opere.Ma Federicovuol dire
ancheJuanRamon, Machado,
Unamuno, Alberti.
" Sol": come diceva Zavattini,
« parliamo tanto di me». Nel 2000
pubblico da ES( ex Guanda)" Il
tuo pube nero befferà la morte"
con un saggio critico di 12 pagi-
ne di Carlo Bo e sei disegni di
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Renzo Vespignani. Sono versi

d'amore:" il duca" viene attacca-
to da un quotidiano piemontese:
un critico cattolico non deve oc-
cuparsi di poesie erotiche.
" La": Luzi. Il poetavuole dire Fi-
renze (doveBo si è laureatocon
una tesi su Sainte-Beuve) e an-
che Betocchi, Parronchi, Landol-
fì, Lisi, il "Frontespizio" Montale
e il Viesseux, le Giubbe Rosse.
" Si" : Bigongiari. Una volta che da
Milano andiamoaFirenze in au-
to per un premio,Bo mi chiede
di raggiungere il cimitero di Bar-
berino del Mugello per una visi-
ta all'amico Piero. Dopo oltre un
quartod'ora davanti alla lapide,
si passala manica destra davan-
ti agli occhi: «Andiamo » , bofon-
chia. Non l'ho visto commuover-
si così neppureai funerali di Ma-
rise.
Quando Bo muore, non posso
andareai funerali:sono ricove-
rato perun'angjoplastica. Nel tri-
gesimo gli dedico alcuni versisul
"Corriere" Oli ultimi cinque:" La
tv rimanda immagini d'urto/ eil
sigaro confondecappello/ e ba-
stone. L'uomo tramonta, non
muore/ èstato detto.Credevi nel
dio / delle Lettere, ora nelDio dei
Vangeli"

Unodei suoicruccifu
nonessereriuscito
a votareSpadolini
presidentedelSenato»
A dispetto
dell'apparenza
burbera,eraun
uomodolcissimo»

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Carlo Bo, critico e accademico,fu anche senatore.A destra,con il principe Carlo d'Inghilterra (in alto) e con Sebastiano Grasso

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