Sei sulla pagina 1di 1

La musica popolare ha sempre avuto un importante influsso sulla musica che poi è stata definita

classica o colta.
Pensiamo alle influenze della musica ungherese su Haydn o quella dei Ländler su Schubert, per
partire da lontano. Ma è soprattutto nel ‘900 che la musica di tradizione popolare diviene l’humus
su cui si innesta l’opera di compositori quali De Falla, Turina, Rodrigo in Spagna, Bartók e Kodály in
Ungheria, Smetana e Janáček nell’allora Cecoslovacchia, solo per citarne alcuni.
Nella musica latino-americana il legame tra i due mondi è ancora più stretto, non è quasi possibile
pensare alla musica colta senza l’elemento popolare. Emblematica a questo riguardo è la figura di
Heitor Villa Lobos che mira a una sintesi tra gli elementi musicali autoctoni brasiliani e la tradizione
colta di derivazione europea, raggiungendo gli esiti più compiuti in quegli autentici capolavori
rappresentati dalle Bachianas Brasileiras.

Il mio personale amore verso la musica brasiliana e argentina mi spinse due stagioni fa a creare un
ensemble che fosse “nuovo” nel repertorio e “nuovo” nella formazione: ecco quindi nascere
Cuartet (il nome è una commistione tra l’anglosassone “quartet” e lo spagnolo “cuarteto”) che si
dedica specificamente al repertorio attinto da queste due culture sudamericane ed è connotato da
una timbrica assai particolare derivante dalla peculiare unione sonora dei quattro strumenti.
BRASILAR (un titolo che oltre ad unire i due paesi evoca quasi un neologismo verbale di “far
musica brasiliana”) presenta all’ascolto composizioni di grande notorietà accanto a brani meno
famosi, proposti in una versione inconsueta derivante proprio dalla peculiarità sonora del gruppo.

Tom Jobim, il nume tutelare della “bossa nova” che rivoluzionò la musica brasiliana dagli anni ’60
in poi divenendo manifesto di un nuovo modo di essere non solo musicale, ha rappresentato per
molti artisti un’icona, un punto di riferimento non solo della musica brasiliana ma anche del jazz e
della musica colta.
La celeberrima “Garota de Ipanema” è affiancata a pagine meno note tratti da “Stone Flower”,
forse il lavoro più impegnato di Jobim, utilizzato come colonna sonora del film “The adventurers”.
Il Brasile è “saudade” e introspezione come in “Agua e vinho”, una delle pagine più struggenti del
geniale Egberto Gismonti, e nell’immortale “Manha do Carnaval” di Luis Bonfa, ed è festa
spensierata come in “Brasil” di Ary Barroso, oppure è un’unione dei due elementi come in
“Lamentos” di Pixinguinha, un autore poco noto in Europa ma adorato nella sua terra d’origine.

Come Villa Lobos, Astor Piazzolla coniugò in insuperabile sintesi il tango popolare argentino con la
musica di tradizione europea. Le sue sono in tutto e per tutto partiture che nulla lasciano
all’improvvisazione, ricche di indicazioni ritmiche ed espressive, emblematico a questo proposito è
“Tango fugata”, dove la struttura compositiva della fuga viene innestata su quella ritmica del
tango.
I brani qui scelti esplorano le più diverse temperature emotive, dagli struggenti “Oblivion” e
“Chiquilin de bachin” a vigorose composizioni come “Lunfardo”, una delle pagine forse più
complesse scritte dal musicista argentino.
La calda e particolare sonorità del C melody (in pratica un sassofono in do) è stata utilizzata in
“Vuelvo al Sur” (come in “Lamentos” e “Teresa my love”) per la sua capacità evocativa.
“Se equivocò la paloma” è un piccolo tributo alla straordinaria vena melodica di Carlos Guastavino,
“cameo” musicale di squisita fattura.

Roberto Porroni

Potrebbero piacerti anche