Il programma odierno ha tra i suoi protagonisti uno strumento molto particolare che
conobbe una inusitata fortuna ai tempi di Mozart: il corno di bassetto.
Quello che vedrete oggi è la versione moderna del corno di bassetto, assai diversa dal complicato strumento dall’aspetto goffo e un po’ buffo conosciuto da Mozart che presentava una forma ricurva da alambicco chimico con una scatola verso la fine del tubo, un aspetto curioso che andava di pari passo a un’intonazione spesso approssimativa e con problemi tecnici di non facile risoluzione. Ebbene Mozart apprezzò molto questo strano strumento musicale al punto da dedicargli numerosi divertimenti e adagi, da utilizzarlo in vari lavori camertistici e orchestrali e, soprattutto, nei Sei Notturni che ascolteremo stamattina e che costituiscono una proposta davvero rara e raffinata. Al di là della loro destinazione salottiera (quanta musica cameristica dell’epoca classico- romantica nasce per interni domestici) essi presentano un singolare abbinamento sonoro tra la timbrica dei corni di bassetto e l’impasto vocale delle tre voci liriche, mostrandoci uno dei vari lati geniali di Mozart, la sapienza nelle miscele sonore. I testi dei notturni sono desunti da opere di Metastasio, connotati dalla sua principale caratteristica, la icasticità, la capacità di esprimere concetti profondi con parole semplici. Un ascolto raro e prezioso. Come è tradizione di queste matinée. Il programma comprende anche altri lavori mozartiani strumentali con clarinetti e corni di bassetto, in cui lo stile discorsivo è sempre sotteso a una tensione espressiva. Poi ascolteremo un trio di Stadler, il più grande clarinettista dei tempi di Mozart e grande interprete dei suoi lavori, e un trio tratto dall’opera Palmira di Antonio Salieri, musicista che ha conosciuto quest’anno una giusta rivalutazione, seppur a mio avviso dagli esiti artistici assai alterni.