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(A) High dietary intake of high-fructose foods and drinks, which increase the production
of inosine and purines. Fructose competes with uric acid for the secretion in the kidney.
(B) High dietary intake of rich purine foods and drinks. More purines are metabolized to
produce more uric acid. High intake of alcohol (ethanol) may increase lactic acid and
ketones and cause dehydration, while decreasing uric acid removal in the kidney.
(C) Change of body metabolisms. Starvation may enhance the body metabolism of its
own (purine-rich) tissues for energy. Chemotherapy may cause tumor lysis, increasing
purine degradation and uric acid production (tumor lysis syndrome).
(D) Medications. Some drugs, such as anti-uricosurics and diuretics, may decrease the
excretion of uric acid from the kidney. Drugs can also cause renal dysfunction, which
decreases the excretion of uric acid from the kidney.
(E) Elevated blood lead levels may cause renal dysfunction and decrease uric acid
excretion.
(F) Many different types of kidney diseases may affect uric acid secretion.
(G) Genetic factors. The gene SLC2A9 encodes a protein that helps to transport uric acid
in the kidney. Several singlenucleotide polymorphisms of SLC2A9 affect the secretion of
uric acid in the kidney.
GOTTA
La gotta, conseguenza più nota dell'alterato metabolismo delle purine, è il risultato
dell'azione di cristalli di urato monosodico monoidrato la cui formazione nei tessuti per
eccessiva concentrazione nel sangue, agendo su particolari recettori presenti sui monociti
(Toll-Like Receptors, TLR) attiva un complesso citoplasmatico denominato inflammasome
il cui prodotto finale è rappresentato da Interleukina-1β (IL-1β)
L'associazione della gotta con il diabete mellito e con varie
malattie cardiovascolari e renali, segnalata già alla fine del
1800, dalla metà del secolo scorso è tornata ad essere
oggetto di numerose ricerche epidemiologiche e
sperimentali, parte delle quali hanno portato sostegno
all'ipotesi di un rapporto causale fra iperuricemia e varie
condizioni quali ipertensione arteriosa, sindrome
metabolica, coronaropatie, malattia cerebrovascolare,
demenza vascolare, preeclampsia, nefropatie, aumento dei
marker di infiammazione e post-menopausa. Si tratta di
una ipotesi controversa, e infatti nelle attuali linee guida
l'uricemia non viene inclusa tra i fattori di rischio
cardiovascolare richiedenti trattamento.
Anche la diminuita concentrazione plasmatica di acido urico viene chiamata in causa
nella patogenesi di alcune affezioni: si tratta di varie malattie neurodegenerative, fra cui
sclerosi multipla, neurite ottica, malattie di Parkinson e di Alzheimer, lesioni midollari.
Perciò, accanto ai trattamenti dietetici e farmacologici volti a ridurre l'uricemia nei
soggetti gottosi ed anche in quelli con ipertensione arteriosa e con altre malattie
cardiovascolari o renali, sono stati proposti e/o attuati trattamenti farmacologici
destinati a far aumentare l'uricemia (mediante somministrazione di inosina, precursore
di acido urico) in soggetti con sclerosi multipla e con lesioni del midollo spinale.
Nella maggior parte dei mammiferi il
metabolismo delle basi puriniche
presenti nel DNA, adenina e guanina,
termina con la formazione di
allantoina, sostanza altamente
idrosolubile, mentre il suo precursore
acido urico, meno solubile, non supera
nel plasma la concentrazione di 2
mg/dL.
Solo nell'uomo e nelle grandi scimmie
(Chimpanzé, Gorilla, Orangutan e
Gibbone) i valori sono più elevati (4-7
mg/dL)
Questa diversità dipende dalla mancanza, nell'uomo e nelle grandi scimmie, del
gene dell'enzima urato-ossidasi (uricasi). Secondo studi di paleontologia genetica
la perdita di questo gene si deve far risalire al Miocene, cioè al periodo compreso
fra 10 e 20 milioni di anni fa. Gli stessi studi hanno permesso di stabilire che la
perdita dell'uricasi è avvenuta, nelle specie sopra indicate, in momenti diversi di
questa era geologica. E' stato ipotizzato che questo evento abbia conferito un
vantaggio ai fini della sopravvivenza di mammiferi che si alimentavano con cibi
vegetali, e quindi poveri di sale, e che stavano assumendo la posizione eretta; in
altri termini, l'aumento dell'uricemia conseguente alla scomparsa dell'uricasi nei
primati viene interpretata come un fenomeno favorevole in quanto capace di
compensare l'iponatremia e quindi utile per mantenere o elevare la pressione
arteriosa rendendola adeguata all'ortostatismo.
(2) MSU crystals bind to Toll-like receptors (TLRs). In the presence of myeloid
differentiation factor 88 (MyD88), nuclear factor (NF)-κB is induced and pro-
inflammatory molecules are released. The expression of multiple adhesion molecules
on the surface of endothelial cells is increased.
FANS
I vari FANS (ad eccezione di acido acetilsalicilico, che riduce l'uricuria a dosi
fino a 3 g/die e la promuove se somministrato a dosi più elevate), compresi gli
inibitori di COX-2, mostrano una efficacia equivalente, con riduzione del dolore
entro poche ore dall'inizio del trattamento. Tra le molecole più ampiamente
utilizzate sono Naprossene, 500 mg b.i.d. e Indometacina, 50 mg t.i.d.
L'alternativa offerta dalla Colchicina consiglia di evitare i FANS in presenza di
controindicazioni cardiovascolari, renali o digestive; nel caso di queste ultime si
può preferire comunque un FANS inibitore di COX-2 o l'aggiunta di un inibitore
della pompa protonica.
Glicocorticoidi
Lesinurad è un inibitore selettivo per il riassorbimento dell’acido urico (SURI) che inibisce il
trasportatore URAT1, responsabile della maggior parte del riassorbimento renale di acido
urico. Inibendo l’URAT1, lesinurad aumenta l’escrezione di acido urico e diminuisce i livelli
di sUA.
In associazione all’attuale standard di cura, gli XOI allopurinolo o febuxostat, lesinurad offre
un doppio meccanismo d’azione, incrementando da un lato l’escrezione e diminuendo
dall’altro la produzione di acido urico, consentendo così a un maggior numero di pazienti
con una gotta non adeguatamente controllata di raggiungere gli obiettivi terapeutici target.
Lesinurad atropisomers showed stereoselectivity in clinical pharmacokinetics,
metabolism, and inhibitory potency against URAT1. In vitro cell-based assays using
HEK293 stable cells expressing URAT1 and OAT4 demonstrated that atropisomer (-)
was approximately 4-fold more potent against URAT1 than atropisomer (+) and
equally active against OAT4.
Xanthine oxidoreductase Inhibitors (XOI)
XOR is a large homodimer enzyme; each subunit contains 1 molybdenum (Mo)
cofactor, 2 ferredoxin iron-sulfur clusters (2Fe- 2S), and 1 adenine dinucleotide (FAD)
cofactor. XOR controls the sequential oxidative hydroxylation of hypoxanthine to
xanthine then to uric acid, and generates 2 reactive oxygen species (ROS), superoxide
anion (O2–) and hydrogen peroxide (H2O2).
XOR has 2 forms: xanthine dehydrogenase (XDH) and xanthine oxidase (XO).
XDH prefers NAD+ as the substrate and XO prefers O2.
Allopurinolo
Allopurinolo, così come il suo metabolita attivo Ossipurinolo, è un analogo purinico che
inibisce competitivamente l'enzima xantina ossidasi arrestando il metabolismo delle
purine alla formazione di ipoxantina e di xantina, che vengono eliminate. La dose
giornaliera necessaria per portare l'uricemia ai valori desiderati è compresa tra 100 e
600 mg. L'effetto inizia entro 2 giorni e si stabilizza in una-due settimane; la
stabilizzazione è di regola più lenta nei soggetti con gotta tofacea. All'efficacia di
Allopurinolo fanno riscontro effetti avversi principalmente digestivi (nausea, vomito,
diarrea), dermatologici (eruzioni cutanee ma anche casi di necrolisi epidermica tossica
e di sindrome di Stevens-Johnson, che sembrano appannaggio dei soggetti con
aplotipo di istocompatibilità HLA-B5801) ed ematologici (leuco- e trombocitopenia).
Molto rara (0,1%) ma grave (letalità 25%) è una sindrome da ipersensibilità, che
sembra favorita dalla presenza di insufficienza renale e dall'uso di diuretici .
Altri possibili effetti avversi sono vasculiti e nefrite interstiziale; sono segnalati casi di
urolitiasi e di cristalluria (cristalli di xantina e di ossipurinolo) in soggetti con uricuria
particolarmente elevata. Allopurinolo può essere inoltre causa di interazioni
farmacologiche, rappresentate dal potenziamento degli effetti di Azatioprina e di 6-
mercaptopurina (che sono in parte degradate dalla xantina ossidasi) e da aumentato
rischio di eruzione cutanea da Ampicillina. L'elevata quota del metabolita attivo
Ossipurinolo eliminata dal rene impone una netta riduzione della dose in presenza di
insufficienza renale.
Febuxostat
Al momento attuale la scelta fra Allopurinolo e Febuxostat deve essere guidata sia da
criteri clinici (presenza di insufficienza renale, intolleranza o inefficacia di Allopurinolo),
sia da ragioni economiche. Si deve anche ricordare che l'esperienza clinica con
Febuxostat non è ancora paragonabile a quella acquisita in quasi mezzo secolo di uso di
Allopurinolo, che appare ancora come il primo farmaco da considerare per ridurre
l'uricemia.
Topiroxostat
Topiroxostat, a XOR inhibitor, is approved as a medicine for hyperuricemia and gout in Japan.
It has been shown to decrease the urinary albumin-to-creatinine ratio (ACR) compared with
placebo in hyperuricemic stage 3 Chronic Kidney Disease (CKD) patients.
Urato ossidasi (uricasi)
Anche negli studi clinici che hanno valutato rasburicase il comparator considerato è
stato allopurinolo perché, pur essendo classificato come antigottoso e presentando
un meccanismo d’azione diverso dalle urato ossidasi, è presente in tutti i paesi dove
Fasturtec® è stato oggetto di sviluppo clinico mentre Uricozyme®, non essendo
presente a livello internazionale, non viene riconosciuto come standard di
riferimento.