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IV INCONTRO

L’iva è un imposta sul valore aggiunto e dalla relativa normativa possiamo dedurre i 3 elementi
fondamentali dell’imposta: soggettività (imprese e arti/professioni), territorialità (territorio
italiano) e oggettività (cessione di beni e prestazioni di servizi). Sulla base della presenza di questi 3
presupposti o sulla base della mancanza di alcuni, possiamo distinguere le operazioni dell’iva in:
imponibili, esenti e escluse. Le operazioni imponibili richiedono la presenza dei tre presupposti;
con le operazioni esenti ci troviamo di fronte a operazioni che pur presentando i 3 presupposti ma
il legislatore può prevedere delle operazioni non soggette al pagamento dell’iva e in questo tipo di
operazioni il tributo nasce ma la norma prevede l’esenzione dal tributo; nelle operazioni escluse è
necessario che manchi uno solo dei tre presupposti che l’operazione è esclusa dal pagamento
dell’iva e qui l’obbligazione tributaria non sorge proprio. Immaginiamo di trovarci davanti ad un
ciclo produttivo che è gestito da più imprenditori; ogni imprenditore cede all’altro il prodotto.
Immaginiamo il cd: l’impresa A cede il cd vergine all’impresa B che incide la traccia musicale e lo
rivende a C; C riveste il cd del libretto e della confezione e lo rivende a D; l’impresa D rivende il cd
al consumatore. Tutti questi passaggi sono colpiti da Iva? Si perché l’iva colpisce tutti quei cicli
produttivi che necessitano di più fasi. Abbiamo la possibilità di recuperare l’iva che abbiamo
pagato? Si ma solo se siamo imprenditori mentre il consumatore finale non può recuperare
l’imposta; possiamo dire che ci troviamo di fronte a una dicotomia perché parliamo di soggetti
ufficiali (soggetti indicati dalla norma) e soggetti sostanziali (soggetti su cui effettivamente incide
l’iva). Diverse sono le differenze individuate tra l’irap e l’iva: 1) l’iva interviene sulle fasi di
produzione di un bene mentre l’irap colpisce i costi della produzione sostenuti per produrre quel
determinato bene 2) l’iva è un tributo il cui gettito è nazionale mentre l’irap e una imposta
regionale 3) l’iva si riferisce alle operazioni globalmente effettuare nel territorio dello stato mentre
l’irap riguarda il territorio della sola Regione 4) l’iva prevede macro esenzioni per le PA mentre
nell’Irap non sono previste queste esenzioni ma anzi le PA sono considerate soggetti passivi. La
frode a carosello è un tipo di evasione fiscale nel quale abbiamo un ciclo rotatorio dove il bene è
oggetto di cessioni fittizie e i soggetti intermediari sono soggetti che esistono solamente sulla carta
e che vengono per l’appunto definite società cartiere. Alla fine dell’operazione, ci troviamo di
fronte a beni che vengono venduti ad un prezzo inferiore rispetto a quello previsto nel mercato.
Regola del doppio binario: il bilancio viene determinato secondo le regole
civilistiche/commercialistiche mentre ai fini fiscali si applica le variazioni in aumento o diminuzione
ai concetti civilistici applicando le regoli fiscali. Nell’ires ci troviamo di fronte ad una forma
inattuata perché il progetto era quello di riformare i redditi e introdurre l’ire e l’ires; la riforma è
rimasta inattuata perché l’ires è stata introdotta ma l’ire no e quindi ci troviamo di fronte all’irpef
e ires. Non tutte le società sono soggette a ires perché ci sono alcune società vengono ricomprese
nell’irpef e sono tutte quelle società che producono redditi in forma associata (società di persone).
Nell’ires, il rapporto d’imposta si ha tra lo Stato e la società la quale forma un muro tra Stato e soci
che quindi non vengono toccati se non in casi patologici; nelle società di persone, l’obbligazione
tributaria sorge tra i soci e lo stato e questa è la definizione di trasparenza fiscale. Nel regime di
trasparenza fiscale abbiamo la confusione dei patrimoni: il contribuente socio risponderà del
debito della società non solo con il patrimonio della società ma anche con il proprio reddito;
quindi con il regime di trasparenza fiscale aumentano le garanzie per lo Stato. Nel consolidato ci
troviamo di fronte a gruppi d’impresa; ai fini fiscali ci troviamo di fronte ad un unico soggetto
passivo e quindi consolidato vuol dire raggruppare. Il consolidato non produce conseguenze sul
piano civilistico e commerciale, solo ai fini fiscali abbiamo dei vantaggi. Ci troviamo di fronte al
bilancio consolidato che è la somma di tutti i bilanci. Per la deduzione degli interessi passivi, il
legislatore aveva previsto dei limiti alla deducibilità degli interessi passivi: pro rata patrimoniale,
generale e la thin capitalization. Nella pro rata generale, il limite è costituito dalla ricchezza
reddituale della società; nella patrimoniale considero come base di calcolo la ricchezza di lungo
periodo. Nella thin capitalization ci troviamo di fronte ad un fenomeno particolare, in quanto la
società contrae un prestito con il socio. Perché anomalo? Perché il socio non effettua un
conferimento ma presta una somma di denaro alla società. Perché fa questa pratica? Perché in
passato c’erano dei benefici sia dal lato del socio che dal lato della società. Dal lato della società si
venivano a creare degli interessi passivi, il debito viene contratto con un soggetto che ha interesse
alla vita della società perché abbiamo maggiore garanzia. Rispetto al socio abbiamo vantaggi
perché nel momento in cui presto la somma di denaro alla società mi assicuro un certo ritorno,
perché alla scadenza del prestito, la società mi dovrà ridare indietro la somma prestata più gli
interessi passivi. Nella riforma del diritto tributario, il legislatore per il limite di deducibilità degli
interessi passivi è stato introdotto il ROL= RISULTATO OPERATIVO LORDO.

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