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sala&cucina

ottobre 2020 MAGAZINE DI RISTORAZIONE


sala&cucina n. 43 ottobre 2020 - Poste Italiane Spa - Sped. AP. DL 353/03 Conv. in L. 27/02/2004 N° 46 Art. 1 comma 1 - CN/BO - Edizioni Catering srl – Via Margotti, 8 – 40033 Casalecchio di Reno (BO) - contiene I.P. - costo copia euro 3,50

Paolo Reina
| Il Manifesto per le cucine ospitali | Olio&Ristorazione |
| Dove e perchè si sta bene al ristorante | imparare facendo |
| Osteria di Fornio | Una lezione sul prosciutto crudo | Zarpellon |
La redazione sala&cucina
ottobre 2020 MAGAZINE DI RISTORAZIONE
SOMMARIO

sala&cucina n. 43 ottobre 2020 - Poste Italiane Spa - Sped. AP. DL 353/03 Conv. in L. 27/02/2004 N° 46 Art. 1 comma 1 - CN/BO - Edizioni Catering srl – Via Margotti, 8 – 40033 Casalecchio di Reno (BO) - contiene I.P. - costo copia euro 3,50
• PAG. 7 | LETTERA APERTA | • PAG. 46 | PRODUZIONE |
La ristorazione in un mondo che cambia La storia e la crescita di Molini Lario
Mario Benhur Tondini, presidente Edizioni Catering srl
Luigi Franchi Luigi Franchi
Imprenditore nel settore della distribuzione alimentare, gestisce con il
fratello Oscar l’azienda di famiglia a Cavriana (MN), dove ha svolto anche
l’incarico di sindaco. Le competenze maturate sul piano professionale e su
• PAG. 9 | EDITORIALE | • PAG. 49
Il ruolo del distributore del foodservice
quello amministrativo lo hanno portato alla convinzione che il principio della
| ASSOCIAZIONE GASTRONOMI PROFESSIONISTI |
condivisione sia la miglior modalità di crescita. Molte sue iniziative, anche Mario Benhur Tondini
all’interno del gruppo Cateringross (che detiene la titolarità della casa editrice), La cucina italiana degli emigrati
di cui è consigliere d’amministrazione, vanno in questa direzione. A questo
• PAG. 10 | PARLIAMO CON | Martina Mondini
affianca una forte sensibilità per ogni azione che dia valore al suo territorio.
Paolo Reina
• PAG. 52 | TERRITORIO |
Luigi Franchi
Bergamo
Luigi Franchi, direttore responsabile Luigi Franchi
Paolo Reina
| Il Manifesto per le cucine ospitali | Olio&Ristorazione |
• PAG. 14 | FARE RISTORAZIONE |
Prima fotografo di cibo e territori, poi autore di numerosi libri di enogastronomia | Dove e perchè si sta bene al ristorante | imparare facendo |
Il Manifesto per le Cucine Ospitali
e di turismo enogastronomico e infine giornalista di enogastronomia. Tra le sue | Osteria di Fornio | Una lezione sul prosciutto crudo | Zarpellon |
• PAG. 54 | ABBINAMENTO |
principali pubblicazioni, scritte e/o coordinate: La prima edizione della Guida Luigi Franchi
al turismo del vino in Italia, per conto del Movimento Turismo del Vino, (1997),
Risotto al piccione e vino Corbezzolo
I parchi e il turismo enogastronomico (2004), Il marketing delle Strade del Vino N° 43 ottobre 2020 • PAG. 17 | OSPITARE | Paolo Baracchino
edizioni Agra – Rai Eri (2005), ideatore e coautore dei Maestri del lievito madre, Foto di copertina: Lido Vannucchi Sharing Economy al ristorante
Edizioni Catering (2014), Le Interviste (2019), editore Media Value. Direttore di • PAG. 58 | RISTORANTE |
Food & Book, festival di editoria enogastronomica. Ideatore di questo magazine Massimo Mussapi
Osteria del Milione
EDITORE
Edizioni Catering srl • PAG. 19 | VENDI CON SUCCESSO | Giulia Zampieri
Via Margotti, 8 – 40033 Casalecchio di Reno (BO)
Marina Caccialanza Tel. 051 751087 – Fax 051 751011 Covid, comunicazione e la regola dell’elefante
info@salaecucina.it - www.salaecucina.it Lorenzo Dornetti • PAG. 60 | PIZZERIA |
Milanese, un passato come traduttrice e mediatrice linguistica; da diversi anni
giornalista e redattrice per numerose riviste del settore alimentare rivolte al
Stasera tutti da Giù
mondo dell’artigianato e all’industria. Traduttrice dall’inglese e dal francese, PRESIDENTE • PAG. 21 | NUTRIZIONE | Marina Caccialanza
è coautrice del Dictionnaire Universel du Pain pubblicato da Laffont e ha Benhur Mario Tondini
benhurtondini@salaecucina.it Il pesce azzurro
collaborato alla realizzazione di importanti libri di comunicazione gastronomica
per Edizioni Catering e Italian Gourmet. Oltre a Sala&Cucina, collabora in Francesca Marino • PAG. 62 | RISTORANTE |
via continuativa con le seguenti riviste di settore: Il Panificatore Italiano, Il DIRETTORE RESPONSABILE Relais Casina Ricchi
Luigi Franchi Marina Caccialanza
Pasticcere, Il Gelatiere, Q&S Alimentare, Ingegneria Alimentare, iMeat.
luigifranchi@salaecucina.it • PAG. 23 | LAVOROTURISMO.IT |
La formazione alberghiera è morta
COLLABORATORI ESTERNI Oscar Galeazzi • PAG. 66 | PRODUZIONE |
Mariangela Molinari Paolo Baracchino, Lorenzo Dornetti, Oscar Zarpellon
Galeazzi, Francesca Marino, Massimo Mussapi,
A cinque anni ha deciso che avrebbe lavorato con le parole. Guido Parri • PAG. 24 | FARE RISTORAZIONE | Mariangela Molinari
Dopo la laurea in lingue ha iniziato a scrivere di beverage, buon cibo, ristorazione Dove e perchè si sta bene al ristorante
e ospitalità per importanti testate di settore, e negli ultimi tempi, terminati FOTOGRAFIE
Giulia Zampieri • PAG. 68 | PRODUZIONE |
gli studi in agraria, anche di verde e giardini. Giornalista professionista con la Archivio sala&cucina, Depositphotos, Pan azienda sostenibile
penna sempre in mano e l’orecchio in ascolto, pianta, pota, semina fiori, arbusti Ivano Zinelli, Gianfranco Maggio,
e frasi per importanti case editrici; cucina articoli, imbandisce inchieste, cuoce a Lido Vannucchi • PAG. 28 | FARE RISTORAZIONE | Mariangela Molinari
fuoco lento storie e monografie dei professionisti dei fornelli e dei prodotti che
* L’editore è a disposizione per eventuali crediti Cronache dal forum Olio&Ristorazione
portiamo in tavola.
fotografici di cui si ignora la fonte Marina Caccialanza • PAG. 71 | HOTEL |
5Stelle Native Cloud
• PAG. 28 | DISTRIBUZIONE | Luigi Franchi
Simona Vitali PUBBLICITÀ
Tel. 331 6872138 ROAT Divisione Ittico Fresco
Laureata in filosofia, ha lavorato nella comunicazione e organizzazione di grandi marketing@salaecucina.it Luigi Franchi • PAG. 74 | EVENTI |
eventi a Parma. Ha ricevuto una prima, inconsapevole, educazione al gusto per www.salaecucina.it Ken Foods
il cibo grazie all’indimenticato oste dell’Osteria della Stazione di Felino (PR), il
nonno paterno Massimino. Con gli studi umanistici è poi arrivata la seconda, • PAG. 32 | OSPITALIA | Guido Parri
PROGETTO GRAFICO
consapevole, educazione al gusto per l’utilizzo delle parole, secondo il loro Alessandra Mancin – www.delinea.it Imparare facendo
significato. La usa a piene mani anche per chi di parole non ne riceve mai troppe. grafica@salaecucina.it Simona Vitali • PAG. 74 | EVENTI |
La sua amorevole attenzione va alla linfa della ristorazione, il mondo delle
scuole alberghiere, e in generale alle storie intrise di valori e buoni esempi.
Food Marketing Festival
STAMPA Luigi Franchi
PRINTALL srl • PAG. 36 | RISTORANTI DEL BUON RICORDO |
Via Croce Rossa 34/36 Osteria di Fornio
26845 Codogno (LO) Simona Vitali • PAG. 80 | NOVITÀ |
Giulia Zampieri Tel. 0377 379418 L’Affumicata Unika
www.printall.it
Ricorda con esattezza il profumo del primo pane preparato all’età di sette anni.
• PAG. 40 | STORIA DEL CIBO | Guido Parri
Forse il suo primo traguardo e, soprattutto, l’inizio di una grande passione: per le
cose semplici, per la genuinità, per gli alimenti che crescono e prendono forma. TIRATURA E DISTRIBUZIONE – 28.900 copie Il bollito misto
Ristoranti, trattorie e pizzerie 20.700 – Bar,
Dopo la Laurea in Scienze Gastronomiche, la specializzazione in comunicazione
pub e birrerie 4.000 – Hotel 3.100 – Grossisti e Luigi Franchi
enogastronomica, e un periodo di alternanza nelle cucine, ha chiara la missione:
scrivere per comunicare. distributori f&b 1.100
Come? Utilizzando gli strumenti di oggi e la curiosità di sempre. • PAG. 44 | PRODUZIONE |
Collabora anche con le guide del Gambero Rosso e di Identità Golose. Costo copia mensile: 3,50 euro Una lezione sul prosciutto crudo
abbonamento annuo 30,00 euro
Per abbonarsi: info@salaecucina.it Luigi Franchi

ottobre 2020 | sala&cucina | 4 | ottobre 2020 | sala&cucina | 5 |


| LETTERA APERTA |

LA RISTORAZIONE
IN UN MONDO
LE NOSTRE FARINE, Luigi Franchi
direttore responsabile CHE CAMBIA
LA TUA PASSIONE PER LA PIZZA.
“Se vuoi gente in gamba tratta allo stesso modo clienti soddisfare solo l’ego dello chef. “L’impatto tecnologico
e collaboratori”, “l’impatto tecnologico nella gestione del nella gestione del cliente è, nel comparto della risto-
cliente è, nel comparto della ristorazione, tra i più eleva- razione, tra i più elevati”. È assolutamente vero, solo
ti”, “i giovani hanno voglia di contribuire ad un progetto, che è un’affermazione che non fa ancora breccia come do-
non prestare solo ore di lavoro”. vrebbe nelle azioni dei ristoratori. Oggi, con i gestionali
Sono frasi di Daniela Morgese, un’esperta di risorse uma- esistenti, il ristoratore potrebbe essere in grado di sapere
ne, che ha tenuto una brillantissima relazione davanti a tutto del proprio cliente: quante volte viene al ristorante
1.500 ristoratori arrivati da tutta Italia per il Food Mar- nell’arco dell’anno, cosa preferisce mangiare e bere, qua-
keting Festival a Rimini, poche settimane fa. Frasi che, le tavolo predilige, se lascia mance e quando, se viene da
anche se prese a spizzichi come in questo caso, raccon- solo o in compagnia. Informazioni fondamentali per offri-
tano molto di come sta cambiando il mondo attorno re un servizio sempre più personalizzato, un servizio che
alla ristorazione e come lo stesso comparto, molte, vale, in termini economici, quattro volte di più di quanto
troppe volte non sia al passo di questo cambiamento. spende abitualmente. Eppure la tecnologia non è ancora
“Se vuoi gente in gamba tratta allo stesso modo clien- sufficientemente in uso per il ristoratore; un errore che
ti e collaboratori” significa avere a cuore il personale, va recuperato rapidamente. “I giovani hanno voglia di
ritenerlo l’asset più prezioso del ristorante, ancor più del- contribuire ad un progetto, non prestare solo ore di
la bellezza del locale o della qualità delle materie prime. lavoro”. Un dato colpisce più di ogni altro quando si ana-
Trattare bene il personale, farlo lavorare felice, dargli lizzano le performance e le aspirazioni tra le diverse fasce
una motivazione forte, un progetto in cui credere, generazionali. Per i cosiddetti millenials, ovvero coloro
da condividere, è il motore più potente che si possa che oggi hanno tra i 25 e i 40 anni, quindi persone in pie-
accendere per la riuscita stessa del vostro locale. Le na occupazione, secondo molte ricerche tra cui quella di
persone si accorgono subito se, nel ristorante che hanno Gallup, ciò che conta è la qualità del lavoro più che la
scelto per la loro serata si vive bene, si lavora bene, si sua remunerabilità. Quella deve essere semplicemente
mangia bene. Se ne accorgono da una serie di piccoli giusta ma la disponibilità a cambiare lavoro se non c’è un
indizi che riguardano, prima di ogni altra cosa, il perso- progetto stimolante è la molla più importante.
nale che li accoglie e che trasmette loro il clima che Per questo i bravi, quelli davvero bravi, nella ristorazione,
si respira tra quelle mura. Quando, dietro l’avventura e cambiano casacca. Vanno dove c’è un disegno chiaro
la passione che spinge a intraprendere la professione di per il loro ruolo, dove c’è la volontà di far crescere le
ristoratore c’è un progetto di ampio respiro, che non persone. Sono piccole riflessioni che, mi auguro, servano
è solo e semplicemente fare soldi, che si basa sul benes- a comprendere come, in questi anni, tutto stia cambian-
sere degli ospiti si coglie subito il senso che avrà quella do velocemente. E che il cambiamento va governato e
Abbiamo dato vita a una gamma completa di farine, miscele serata. La si gode appieno, si è portati anche a spendere non inseguito.
e prodotti per pizza di alta qualità, ingredienti eccellenti di più per il piacere che si riceve, le mance saranno più
con cui esprimere la tua personalità. ricche, tutto contribuirà al successo del locale e non a luigifranchi@salaecucina.it

Scopri la tua farina ideale su le5stagioni.it


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| EDITORIALE |

IL RUOLO
Mario Benhur Tondini
DEL DISTRIBUTORE
presidente sala&cucina
DI FOODSERVICE

Quando si parla di cibo non si tiene mai sufficientemen- questo universo che è garante, in molti casi, del cibo
te conto che queste materie prime non arrivano da sole che trasporta, che deve rispettare e, possibilmente,
nelle cucine dei ristoranti e, di conseguenza, non si ha far rispettare, almeno fino alla consegna, la catena
mai troppo chiaro il lavoro dei distributori del foodservi- del freddo per i cibi surgelati; che deve tener conto di
ce; gente che investe in prima persona sulle materie orari, molte volte impossibili, per fornire la ristorazione
prime (carne, pesce, prodotti surgelati, grocery…), ogni giorno, (centri urbani con zone a traffico limitato o
che ha creato e organizzato magazzini dove tutto, ma percorribili solo con permessi per circolare da rinnovare
proprio tutto, deve essere mantenuto alla perfezione annualmente per ogni singolo automezzo e per ogni cen-
in termini di gestione, pulizia, catena del freddo e, anche, tro urbano con limitazioni oppure l’obbligo di automezzi
di sostenibilità. Si tratta di imprenditori che, in molti casi, elettrici o non inquinanti pena l’uscita dal centro urbano
rappresentano il primo concreto aiuto ai ristoratori, entro le 10) perché non esiste quasi più il magazzino nei
anche in termini economici, chiudendo un occhio, per locali pubblici, e quindi il lavoro si svolge di notte o alle
il bene dei loro clienti ristoratori, su ciò che prevede prime ore dell’alba. Questi sono costi aggiuntivi che
l’art. 62 della legge 27/2012 sui pagamenti dei beni non gravano mai sul ristoratore né sulle aziende pro-
alimentari, andando ben oltre ai 30 o 60 giorni dalla duttrici ma sono in carico esclusivamente al distributore.
consegna, provvedendo, invece, a rispettarla verso i Infine la sostenibilità che diventa uno degli strumenti per
loro fornitori. Durante il lockdown molte, tutte proba- rendere più efficiente l’intera filiera logistico-alimentare.
bilmente, le aziende distributrici hanno avuto i magazzini Infrastrutture, digitalizzazione e connettività devono esse-
fermi, con le materie prime fresche prossime alla scaden- re le parole d’ordine per la gestione ottimale dell’intera
za e donate agli enti di assistenza, e i bilanci crollati fino catena alimentare: un network fatto di magazzini, relazio-
al 90%, eppure hanno resistito, grazie, in casi come il ni, intermodalità, e strumenti informatici in grado di far
nostro, al fatto che i singoli distributori facessero parte di parlare l’operatore logistico col mondo che lo circonda.
un gruppo, Cateringross, che si è conquistato solidità e Gli strumenti, i processi e i veicoli in grado di adattarsi
reputazione. Tutto questo per affermare che quando si all’evoluzione delle aree urbane e delle abitudini di ac-
parla di ristorazione non bisogna mai dimenticare quisto del cliente diventano la chiave per i trasporti e la
che essa fa parte di una filiera composta da molti at- logistica di domani. Un mestiere complicato, quello
tori e da molte azioni conseguenti. Una di queste è la del distributore, che include molteplici competenze,
logistica del cibo, anch’essa sottoposta a cambiamenti che partendo dalla consulenza all’ empatia per la vendita alla
implicano molti investimenti e qualche problema come, gestione del credito, logistica e trasporti, che svolgiamo
ad esempio, la difficoltà che si sta facendo pressante di convinti che sia una delle chiavi di interpretazione
trovare persone per la guida dei mezzi di trasporto, paten- di un nuovo modello di consumo, a condizione che
te C e C1. Patenti che costano molto e che, anche in que- tutta la filiera ne sia consapevole.
sto caso, i distributori sono disposti a pagare per avere le
persone. Piccoli esempi per far capire la complessità di benhurtondini@salaecucina.it

Un brand Agugiaro & Figna


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| PARLIAMO CON |

Parliamo con… Paolo Reina, oste e


patron dell’Antica Osteria del Gallo di
Gaggiano (MI), un locale che quest’anno
compie 150 anni di vita e che fa parte delle
Premiate Trattorie Italiane

L’oste contemporaneo
W

PAOLO REINA
Competenza, tecnica e psicologia sono le chiavi indispensabili
per gestire bene un ristorante, oltre ad un’altra qualità:
c’è sempre bisogno di intelligenza!

autore: Luigi Franchi


foto: Lido Vannucchi
sito: trattoriadelgallo.com

Centocinquant’anni di vita non sono pochi per una trat- te. Restare qui mi destabilizzò non poco; ricordo i primi
toria, vuol dire aver vissuto davvero la formazione della due/tre mesi, di notte mi veniva da piangere, qui si faceva
ristorazione italiana, in ogni passaggio, fino ad arrivare a solo pollo e patate. Ma avevo preso l’impegno e dovevo
oggi. E vivere in queste sale, vederle animatissime ogni rispettarlo. Inconsapevolmente cominciavo a respirare il
giorno della settimana, deve essere per Paolo Reina una mio futuro: la trattoria, il luogo autentico del cliente,
gran bella soddisfazione, ma lo domandiamo direttamen- dell’ospite. Patrimonio del territorio, dove addirittura il
te a lui che è subentrato alla famiglia Gerli, fondatrice nome del conduttore in molti casi diventa l’insegna del lo-
dell’Antica Trattoria del Gallo di Gaggiano (MI), dopo 120 cale; pensa a quanti locali in Italia si chiamano con nome
anni di gestione diretta. proprio. Era uno stile, una anticipazione di quella parola
Quanto incide la storia del locale nelle tue scelte, che oggi è tanto di moda: identità!”
nei tuoi gesti quotidiani? E cosa imparasti in quegli undici mesi che ti hanno
“Questo luogo ha preso forma, inconsciamente, nella cambiato la vita?
mia testa di ragazzino quando, nel 1983, tornando da “Una cosa che ancora adesso è l’anima di questa profes-
una stagione in Svizzera, mia madre non voleva più che sione: la soddisfazione del cliente, il suo benessere asso-
andassi lontano. Una volta le mamme si ascoltavano. Es- luto! Iniziai, da subito, a respirare la cultura popolare di
sendo nato qui, a Gaggiano, feci 11 mesi nella trattoria, in un piatto, il piacere di farlo e servirlo. Quello che oggi
sostituzione di un ragazzo che partiva per fare il servizio chiamiamo comfort food era già allora la forza della trat-
militare. Avevo una formazione di altro tipo, la mia idea, toria, anche se si facevano quattro piatti in croce. Però
come quella ancor oggi della maggior parte dei ragazzi, non c’era bisogno di tutta la prosopea su quante ore, a
era fare carriera nel grande albergo o nel grande ristoran- che temperatura, cuoce la carne, che tipologia di cottura

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Se il cameriere conosce i particolari e non è un por- stipendio, sfogando tutto il suo malessere di prima. Da
tapiatti fa sentire a casa l’ospite. Per me è un investi- noi, inoltre, è una regola far mangiar bene le nostre
mento avere del personale che conosce la storia di questo persone, perché è da qui che si impara”.
luogo, l’idea di ospitalità che abbiamo. Non posso pen- Le parole che hai espresso sono la dimostrazione che
sare che non si sappia cosa dire a un tavolo, diventa dunque è possibile gestire un ristorante pagando cor-
un’inefficienza della trattoria”. rettamente il personale, i fornitori, e guadagnare?
Come vivono questa modalità formativa i ragazzi? “Che domanda! Certo che è possibile. Anzi, è indi-
“La nostra prima risorsa è il personale, il vero patri- spensabile, altrimenti è meglio fare dell’altro. Il no-
monio della trattoria. E quindi dobbiamo dare a loro un stro progetto di ristorazione è pensato per questo. Nei
ambiente ospitale e positivo. In un luogo dove sei coin- periodi molto buoni diamo anche un premio extra a chi
volto, ti diverti anche, fai fatica a staccartene. In un posto, lavora con noi. Se si fanno sacrifici devono essere ripagati.
invece, dove sei trattato non come persona ma come un Stiamo qui 14 ore al giorno: dobbiamo fare cose belle
numero, dove se sbagli vieni isolato, tendi ad andartene. per sopravvivere alla fatica di questa professione. Chi
Perché lavorare va bene, lavorare bene è ancora me- lavora da noi deve essere felice e mantenere questo stato,
glio. Noi abbiamo ragazzi, che stimo perché lavorano per e non fa fatica per fortuna. Poi organizziamo delle gite per
pagarsi gli studi universitari, che sanno parlare anche di il nostro personale, andiamo a fare i giorni di vendemmia,
altro oltre alla cucina, che conoscono le lingue, che sono andiamo dai produttori per far capire la materia prima. Ti
un bene inestimabile per noi, contribuiscono con en- dirò di più: quando i nostri clienti lo hanno saputo hanno
tusiasmo alla crescita della trattoria. Abbiamo clienti che, espresso il desiderio di venire con noi”.
a fine serata, ci dicono che sono stati benissimo, hanno
mangiato in modo sublime, ma soprattutto ci fanno i com-
viene adottata, quante verdure ci sono nel minestrone. a volte rallenta o impedisce; e, in questo pensare, abbia- plimenti per ‘il sorriso di Beatrice che è stata bravissima’
Quello di allora era l’assoluto del minestrone, punto e mo capito che la reputazione è forse una delle poche cose ad esempio. Sono sicuro che l’imprinting che prendono
basta! L’ho ancora in mente adesso, dopo 35 anni, il mi- che non si possono comprare, che è la percezione del tuo da noi lo porteranno per tutta la vita, perché oggi ser-
nestrone che qui faceva la signora Rina. Questo è ciò che cliente. La serietà che hai messo in tutti questi anni, viamo ma domani saremo serviti”.
ho imparato: il cliente felice! Feci altre esperienze dopo la dedizione con cui hai svolto questa professione E quelli di cucina?
quegli 11 mesi. Fino al giorno in cui seppi che vendevano di oste, il fatto che non hai mai fatto piatti banali, “Forse è diverso, perché lo chef sono io e quindi in cuci-
la trattoria e passai a salutarli”. soprattutto non hai mai detto bugie. E questa cosa ti na la formazione è costante, giornaliera. Ciò che conta,
Successe qualcosa durante quel saluto, immagino, ripaga. Tantissimo!” in cucina, è riconoscere la dignità delle persone che
se ora sei qui… In un periodo in cui tutto è in crisi, la vostra tratto- qui lavorano. Siano esse il lavapiatti come quello che fa,
“La famiglia Gerli conduceva da 120 anni e la signora Rina, ria è strapiena: cosa significa questo per voi? da sempre, il pane, il pollo e le patate. Ma fare queste
88 anni, mi prese le mani e mi disse: questa trattoria “Che le persone non vogliono essere ingannate. La cose con dignità significa renderle ancora più buone. Ti
vorremmo lasciarla a te. Io volevo svenire in quel mo- trattoria è vera, è cultura, non mente. Magari ha tanti ho parlato di Moises, il ragazzo, quando è arrivato qui
mento, ne discutemmo per qualche mese perché io non difetti ma che gli vengono perdonati perché c’è sempre vent’anni fa, peruviano. Lui ha sempre fatto questo, ma
avevo intenzione di fare quel passo, ma la signora Rina un giusto rapporto tra la qualità e il prezzo. Invece tutti talmente bene, così buono, che le sue patate, il pollo
evidentemente aveva visto giusto. Era il 1990. Fu un altro quei posti che, per forza, vogliono ‘essere’, vogliono fare e il suo pane sono il simbolo dell’Antica Trattoria del
insegnamento: chi conduce una trattoria riesce a guar- stotytelling, un po’ hanno stancato. Noi lasciamo che a Gallo e io non potrei fare a meno di lui. Non solo per noi
dare ben più lontano della cucina in cui ha passato parlare siano le nostre materie prime. Se un salame è è importantissimo, ma voglio anche dirti che, in vent’anni
la vita, non vuole vendere per forza ma darla a chi ama buono è buono, non c’è bisogno d’altro se non osservare da noi, lui ha comprato casa per sé, per la figlia e, adesso,
quei luoghi”. il godimento dell’ospite a meno che non vengono richie- sta comprando un altro appartamento per i parenti che
Cosa significa, oggi, fare l’oste? ste specifiche informazioni. Le persone vengono qui per arriveranno dal Perù. Perché ti dico questo? Perché chi La ristorazione è uno dei lavori più complicati e
“Significa non parlare più di un piatto, o dove prendere stare insieme, per stare bene, in coppia, con la famiglia, lavora deve essere pagato il giusto, deve essere consi- anomalo che esista: come lo si impara veramente?
l’agnello, ma far vivere davvero l’emozione a chi viene da con gli amici. Non vogliamo disturbare quel momento, derato per quello a cui contribuisce”. “Non si finisce mai di imparare questa professione,
noi. A chi fa la strada per noi dobbiamo dare qualcosa vogliamo rispettare l’ospite”. Sei molto attento al personale… proprio per la sua anomalia. Per l’intangibilità di compor-
di autentico, raccontare sempre qualcosa di vero. E Come si comporta il vostro personale di sala? Che “L’azienda deve sempre tutelare il personale. Non sia- tamenti, quelli del cliente, e di modi di cucinare che cam-
avere e saper mantenere una reputazione”. formazione ha quando inizia a lavorare con voi? mo severi, non li sgridiamo, non servono questi metodi biano continuamente. Per l’umore che incide ogni giorno
Reputazione è una parola importante e impegnati- “Una cosa sappiamo: che non possiamo avere per sem- da caserma. Non aiutare nella crescita è la cultura più sui risultati. Il buono deve essere scontato, ovviamen-
va, come valuti la reputazione del tuo locale? pre i nostri ragazzi, ma non per questo non dobbia- sbagliata nella ristorazione. È da un anno che il nostro te: il bello deve essere costruito ogni giorno in modo
“È vero. Reputazione è una parola importante, seria, mo formarli, anzi. La formazione è fondamentale, deve team è speciale. Un esempio è il sabato sera quando, fini- diverso. E questa è la vera difficoltà: sorridere sempre,
soprattutto in questo periodo di incertezza, dove è essere un mood, inoculata, e noi la facciamo a tutti, anche to il servizio, tutti i ragazzi restano qui, per bere una bot- facendolo con la verità, avere un locale sempre in ordine,
stato squilibrato il nostro modo di vivere e vedere le cose. al personale a chiamata. I nostri dipendenti la trasmetto- tiglia, confrontarsi, discutere di come è andata la serata. pulito, dedicare al cliente la serata, e non allo chef. Com-
Un periodo che, però, ha rimesso in sesto le cose davvero no a chi arriva. Devono sapere la storia di questa trattoria, Un altro esempio è quello di un ragazzo che ho assunto, petenza, tecnica e psicologia sono le chiavi indispensabili
importanti della vita. Noi abbiamo dedicato molto tempo come si chiama il produttore di vino, di materia prima, arrivava da un altro ristorante dove era sottopagato 300 per gestire bene un ristorante, oltre ad un’altra qualità:
a pensare in questi mesi, un esercizio che questo mestiere particolari apprezzati da chi, tra i nostri clienti, chiede. euro al mese, che mi si è messo a piangere dopo il primo c’è sempre bisogno di intelligenza!”.

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| FARE RISTORAZIONE | I primi firmatari,
dal 13 al 20 ottobre 2020
Licia Granello, Aurora Mazzuc-
chelli, Marco Reitano, Roberto
Franceschini, Mario Iaccarino,
Mario Ferrara, Massimo Spigaroli,
Silvio Greco, Maria Grazia Sonci-
ni, Denis Dianin, Eugenio Boer,
Pasquale Torrente, Luisa Pandolfi,
Denis Lovatel, Ospitalia Fondazio-
ne Italia, Franco Aliberti, Alessio
Malaguti, Fabrizio Barontini, Pao-
lo Reina, Domenico Cilenti, Mas-
simo Di Cintio, Pasquale Caliri,
Premiate Trattorie Italiane, Marco
Colognese, Marina Caccialanza,
Fabio Abatantuono, Aldo Palaoro,
Manuela Miglio, Luca Bonacini,
Federico Creatini, Stefania Ca-
sagranda, Franco Amigoni, Ales-
sandra Locatelli, Alberto Paolo
Schieppati, Claudio Cesena, Ga-
etano Cannavale, Antonino Cam-
pisi, Simone Berzolla, Cristiano

IL MANIFESTO Canuti, Giuseppe De Biasi, Anna


Baccarani, Alberto Casalini, Silvia
Comandini, Federico Malinverno, Sergio Circella, Marino Raimon- Polliotto, Lucia Galasso, Ivan Ise-

PER LE CUCINE OSPITALI Luigi Caricato, Paolo Corbini, Da-


niela Corso, Elena Bonelli, Luigi
di, Roberto De Lorenzo, Maria
Pia Franchetti, Edwige Balbino,
petto, Gaetano Ragunì, Umberto
De Marinis, Ermes Fiocchi, Laura
Landolfi, Valerio Antolini, Fede- Alessio Rigolli, Antonio Montal- Marzari, Stefano Ravelli, Silvana
rico Berardi, Antonio Angelucci, to, Monica Eccel, Luigi Franchi, Conversano, Vincenzo De Nittis,
autore: Luigi Franchi Michela Valle, Annamaria Farina, Franca, Angelo Raimondi, Sergio Pietro D’Amanti, Giulia Zampie-
sito: change.org; ospitalia.it; salaecucina.it Emanuela Ferreri, Mariagrazia Rossi, Paolo Zorzan, Santa Dieli, ri, Vito Mezzina, Annalisa Tirrito,
Osio, Massimiliano Malafronte, Arcangelo Casavola, Silvia Pon- Angelo Ferrazza, Francesca Bo-
Francesca Marino, Tania Mauri, tin, Andrea Dentoni, Anna Lesina, dini, Alberto Bottazzi, Salvatore
È un’iniziativa di Ospitalia e sala&cucina e che sarà il alla qualità del risultato Giovanni Lucchi, Roberta Filippi, Grazia Calegari, Ama Ama, Cristi- Nicastro, Giorgio Zubani, Stefano
primo passo di una campagna nazionale durante la quale 6) Lo chef si impegna a spiegare al personale di cucina Patrizio Iavazzo, Beatrice Franchi, na Parisi, Mario Moretti, Lorenza Vezzani, Maria Rametta, Patrizia
inviteremo chef e ristoratori a sottoscriverne i contenuti. le scelte che lo portano a utilizzare determinate materie Bruno Damini, Nicola Fausto De Bergamaschi, Gianpietro Bisagni, Amato, Rosalba Giunta, Danila
Vogliamo rendere le cucine luoghi di benessere, dove si prime, come ulteriore elemento di insegnamento Palo, Michele Zago, Fabio Fortuna, Claudio Fabbriz, Simona Vitali, Ratti, Federico Samaden, Gianni
lavora duro ma con il rispetto delle persone. 7) I giovani stagisti che entreranno nelle cucine ospitali Maurizio Urso, Mirko Sbernini, Federica Frattini, Luca Giovanni- Frangini, Lorena Burlon, Antonio
saranno seguiti con attenzione e cura, nel rispetto della Andrea Uccelli, Beatrice Orlandi- ni, Olimpia Bucci, Martina Regé, Geminiani Domenica Loredana
1) I luoghi di lavoro sono grandi laboratori per la crescita loro condizione di studenti in apprendimento ni, Stefano Savi, Gianfranco Stagi, Antonio D’Antonio, Giovanni An- Moreni, Daniela Oggionni, Lillo
dei giovani, per questo le cucine devono essere “educanti” 8) Ogni cucina ospitale dovrà essere un luogo di edu- Antonella Millarte, Mario Cucci, tonio Sechi, Cristina Bevilacqua, Magro, Anna Maria Arioli, Fairyjo
2) L’ospitalità non è un fatto tecnico, ma un approccio cazione e i rapporti dovranno essere contraddistinti da Paolo Tegoni, Luciano Sabatini, Paola Tosi, Fabio Bonatti, Nicolò Van Der Voort, Walter Sciortino,
alla vita, alla relazione con gli altri. un profondo rispetto reciproco, senza prevaricazioni e Davide Paterlini, Manuel Sirgio- Farina, Luca De Vecchi, Lucilla Marino Marini, Mariagrazia Da-
3) Non ci può essere lavoro ben fatto senza dignità di linguaggi violenti vanni, Benhur Tondini, Massimo Meneghelli, Roberto Pirelli, Bar- miani, Barbara Donà, Celina Ros-
chi lo compie, quindi non ci può essere lavoro nero nelle 9) Ognuno dovrà svolgere al meglio delle proprie capaci- Artorige Giubilesi, Cecilia Ber- bara Di Tommaso, Alberto Albri- si, Antonio Moscariello, Antonella
cucine ospitali tà, senza risparmiarsi, il proprio compito, rispettando lo gamaschi, Francesco Vian, Carla gi, Rita Tessari, Adalberto Athos Gramigna, Paola Baccetti.
4) Nelle cucine ospitali ogni dipendente verrà trattato chef e eseguendo quanto da lui indicato Soffritti, Marco Picchi, Giuliana Migliari, Elena Mangiarotti, Elisa
con educazione e rispetto 10) Ognuno, anche in cucina, dovrà vivere l’orgoglio di Zinni, Elena Maria Bertinato, Galaverna, Guido Zanelli, Angela Si può sottoscrivere il Manifesto per
5) Nelle cucine ospitali tutti si impegneranno con serietà essere in un luogo ospitale e di valorizzazione del terri- Francesco Casano, Monica Caro- Verzillo, Francesco Donnarum- le Cucine Ospitali su change.org,
e rispetto, perché solo un grande lavoro di squadra porta torio lina Ceriotti, Renato Di Giovanni, ma, Valentino Bega, Nicoletta ospitalia.it e salaecucina.it

ottobre 2020 | sala&cucina | 14 | ottobre 2020 | sala&cucina | 15 |


| OSPITARE |

Massimo Mussapi
SHARING ECONOMY
Architetto
AL RISTORANTE

Come sappiamo la sharing economy è la condivisione a Se però di queste120 persone ne mettiamo quattro in
pagamento di beni e servizi, dalla sharing mobility (bike ogni auto, avremo 30 auto e una fila di 180 metri, una
sharing, car sharing, scooter sharing ecc. ) tipo Blablacar, riduzione di inquinamento, meno rumore e meno rischi
all’abitare condiviso, soprattutto con AIRBNB. di incidenti. È già qualcosa. Questo è il car sharing di
Si fa tanto parlare, e giustamente, di questo fenomeno, Blablacar, ed è quello che fa AIRNBN nei confronti dell’u-
ma io vorrei provare a osservarlo dal punto di vista della tilizzo della casa. E molto spesso l’esperienza di condivi-
ristorazione, con un ragionamento inusuale ma efficace. dere il viaggio, o la casa, con altre persone sconosciute è
A partire dagli anni sessanta c’è stato il boom della secon- molto piacevole e interessante.
da casa, un fenomeno irreversibilmente devastante che Se però mettiamo queste 120 persone su un mezzo pub-
ha colpito soprattutto le coste del nostro paese, e quasi blico urbano, ad esempio un autobus autosnodato, lo
tutte le località di villeggiatura. spazio stradale occupato sarebbe di soli 18 metri, che
Oltre ai tremendi danni ambientali che hanno prodot- è la lunghezza media di questo tipo di veicoli. Risulta-
to, queste costruzioni hanno richiesto costose opere in- to: un solo motore, pochissimo inquinamento, rumore
frastrutturali (reti dei servizi energetici, idrici e fognari, molto ridotto così come ridottissimi i rischi di incidenti.
strade, parcheggi ecc.) da dimensionare necessariamente Questo, nel nostro paragone, è quello che può fare un
sulla base dei picchi di presenze - in pratica il breve pe- ristorante, ma anche un hotel. Perché, pensateci bene,
riodo delle vacanze estive – ma che restano sotto utiliz- ristoranti e hotel sono da sempre e per loro natura un
zate la maggior parte dell’anno. È un sistema che non esempio di sharing, molto prima che si diffondesse que-
genera lavoro stabile per la popolazione locale, né servizi sto termine.
strutturati e organizzati, e che pertanto va subito in crisi Concentriamoci sul ristorante: c’è un solo motore, la
nei picchi di presenze, proprio quando c’è più bisogno cucina, e non inquina; dà lavoro a una lunghissima
di questi servizi. Chi vi abita consuma i pasti a casa, fa- filiera di aziende (macchinari e attrezzature di cottura,
cendo solo il profitto di qualche supermercato, a tutto articoli per la tavola, illimitati prodotti F&B quindi colti-
svantaggio dei ristoranti locali. vazioni e allevamenti, aziende di trasformazione e con-
Ora, possiamo paragonare la seconda casa all’auto in- servazione, distributori, trasporti ecc.)
dividuale, con all’interno solo il guidatore (che poi è Inoltre l’andare al ristorante può rivelarsi un’espe-
quello che avviene davvero molto spesso nella realtà): se rienza piacevole non solo per il gusto, ma per la
prendiamo 120 persone, avremo 120 auto con una fila di condivisione con altra gente e per la conoscenza dei
circa 700 metri, 120 motori accesi che inquinano, un ru- valori del territorio (invece riguardo al rumore ahimé,
more infernale, un numero incalcolabile di variabili circa non ci siamo ancora!).
le probabilità di incidenti. Paragonato con il fenomeno Se il ristorante fa bene il suo lavoro ed è un attore im-
della seconda casa, ci troveremo ad avere 120 abitazioni portante della sharing economy, che è una cosa buona,
semivuote a occupare un territorio grandissimo, con tut- perché non aiutarlo il più possibile? Meno seconde case
te le conseguenze negative sopra descritte. e, piuttosto, una prima casa più bella e vivibile.
Per saperne di più industrieceltex.com

ottobre 2020 | sala&cucina | 17 |


| VENDI CON SUCCESSO |

IL MONDO DELLA FRITTURA


CAMBIA PER SEMPRE.
COVID,
Lorenzo Dornetti
COMUNICAZIONE E LA
ceo Neurovendita
REGOLA DELL’ELEFANTE

Ieri mattina sono entrato in un bar. Ho trovato all’ingresso Cosa significa applicare nel concreto questi studi sulla co-
questo cartello. Riporto fedelmente: “Caro cliente, ma municazione nella ristorazione oggi? La comunicazione
lo sai che il Covid uccide. Igienizza le mani e indossa deve rimandare ai contenuti che vuoi che si fissino
la mascherina sopra il naso, altrimenti sei un assassi- nella mente del tuo cliente. Devi fare riferimento a im-
no!”. Nel locale in cui ho pranzato invece, oltre alle note magini, concetti, metafore che creino l’immagine nella
pratiche di sicurezza illustrate in entrata con precise illu- mente che vuoi. Se neghi un’idea, la richiami nella mente
strazioni, c’era scritto questo messaggio: “Non preoccu- del cliente. Questo vale per la comunicazione all’interno
parti, siamo Covid Free”. del locale, dai tavoli al banco cassa. È altrettanto da consi-
derare per la comunicazione via social. Assume la sua mas-
Premesso che le regole si rispettano e io non ho gli ele- sima rilevanza nella comunicazione del personale di sala
menti scientifici per valutarne l’idoneità e l’appropriatez- con il cliente. Il principio è: comunica esattamente quel-
za. Non sono un virologo. Ho invece la competenza, lo che vuoi che resti impresso nella mente del cliente.
grazie alla NEUROVENDITA, di valutare la totale follia
di questa comunicazione. Nel bar avrebbero potuto scrivere il seguente messaggio.
“E adesso che abbiamo fatto tutto, goditi il tuo caffè”. Nel
Il linguista Lakoff, nel libro Non pensare all’elefante di- ristorante avrebbero potuto scrivere: “Mangia con sereni-
mostra una regola chiara. Per il cervello “cose” e “non tà, il cibo è gioia, salute e amore”. Queste due frasi ri-
cose” elicitano la stessa immagine mentale. chiamano concetti positivi e lasciano impresse le parole
Quindi negare un tema o focalizzarci l’attenzione è riportate. Il personale può realizzare le procedure di si-
Ideato assieme
allo Chef la stessa cosa. curezza enfatizzando gli elementi positivi. Può scherzare
PASQUALE Se espliciti l’idea di morte e assassinio, il cervello resterà e sorridere con il cliente, prendendo la temperatura, con
TORRENTE ancorato a questo concetto, anche se volevi aumentare il la parola “promosso”, indicando un ricordo positivo nel
rispetto delle regole. vissuto di tutti.
Se affermi che le persone non si devono preoccupare, il
cervello si preoccupa, perché “si attacca all’unica cosa” In quest’epoca così complessa, le persone hanno voglia
che ha sentito nella frase. di vivere un momento di serenità. Siamo pieni di regole,
Non conta che il concetto sia espresso in forma positiva stress e negatività. Le parole che scegli hanno un senso
o negativa, resta nella mente della persona, l’idea che le ed un impatto, al di là della tua intenzione, sul cervello
LA SOLUZIONE CHE CHEF E RISTORATORI ASPETTAVANO DA TEMPO. parole esprimono. del cliente.
Lakoff lo dimostra con un gioco molto semplice. Se tu
Massima stabilità alle alte temperature, riduzione di schiuma e cattivi odori: ripeti ad una persona per cinque volte la frase: “Non pen- Rileggi tutto quello che c’è scritto nel tuo locale. Ascolta
Frienn permette di ottenere fritti croccanti, asciutti e dal colore chiaro, rispondendo sare all’elefante” e poi le domandi: “a cosa pensi?”. Il 100 cosa dice il personale nel gestire le procedure della “nuo-
al meglio a tutte le esigenze della ristorazione di alta qualità. Nato da una formulazione per cento delle persone fornisce la stessa risposta ovvia: va normalità”. Guarda la tua comunicazione sui social. E
specifica per tutti i tipi di frittura, non trasferisce né colore né sapore ai cibi. “sto pensando a un elefante”. pensa all’elefante.
Con Frienn friggi a lungo e ottieni sempre risultati perfetti.

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ottobre 2020 | sala&cucina | 19 |
| NUTRIZIONE |

Francesca Marino
biologa nutrizionista
IL PESCE AZZURRO

Tutti conosciamo gli infiniti benefici di una dieta ricca di (acido docosaesaenoico), importanti nella prevenzione
pesce. Di fatto è l’alimento alternativo ad altri cibi protei- delle malattie cardiovascolari grazie alla loro azione ipo-
ci come formaggi, uova e carni di altri animali. colesterolemizzante, con riduzione del colesterolo catti-
Ma non tutti sanno che è soprattutto il pesce azzur- vo LDL, e aumento del colesterolo buono HDL.
ro a cui vengono attribuite particolari virtù di tipo Oltre all’omega 3, i pesci azzurri abbondano in vitamine
nutrizionale. In questa categoria non rientrano specie (A, D, B2, PP) e sali minerali (calcio, fosforo, ferro, fluo-
imparentate tra loro, ma famiglie che presentano caratte- ro, iodio e selenio, potassio e zinco).
ristiche comuni come il colore blu del dorso, e argenteo Il contenuto di colesterolo è di circa 85 mg, pari al 30%
del ventre, e per la loro velocità di riproduzione. della dose giornaliera. Il selenio è fondamentale per la
Ne fanno parte diverse specie, ma quella di maggiore funzione tiroidea, funge da protezione da malattie car-
successo è senza dubbio l’alice per l’alto contenuto di diovascolari, ed è un toccasana per l’attività di sistemi
omega 3, e la versatilità in cucina. enzimatici che proteggono dall’eccesso di radicali liberi.
Le acciughe, dette anche alici (dal latino hallecem Il calcio è essenziale per la salute di ossa e denti, e nume-
‘salsa di pesce’), sono pesci di acqua salata, diffusi in rosi studi sembrano indicare un ruolo nella prevenzione
tutto il Mediterraneo, nel Mar Nero, e nell’area orien- dell’osteoporosi, dell’ipertensione e di alcuni tipo di can-
tale dell’Oceano Atlantico. cro, particolarmente quelli del colon e del seno.
Non possono essere allevate, sono pescate in mare Alcuni studi scientifici rilevano un significativo contri-
aperto, dove l’inquinamento è notevolmente ridotto, e buto nel modulare la funzione cerebrale, contribuendo
sono disponibili tutto l’anno, perciò si trovano sempre ad alleviare i sintomi legati a certe forme di depressione.
fresche, garantendo inoltre un ottimo rapporto qualità/ Altro vantaggio delle alici, è che non bioaccumula-
prezzo. Sono pesci di piccola taglia, e dal grande valo- no inquinanti perché sono alla base della catena ali-
re nutrizionale, gastronomico e ambientale, per le loro mentare, e hanno un ciclo vitale breve.
carni gustose, per le notevoli proprietà salutari, e per la Per questa caratteristica, e non solo, sono alimenti alta-
ecosostenibilità delle pratiche di pesca. Si dovrebbe in- mente consigliati anche per le donne in gravidanza. In-
centivarne il consumo perché hanno un basso apporto fatti, il contenuto di omega 3 è necessario per lo sviluppo
calorico e contengono dei nutrienti preziosissimi. del cervello e della retina del nascituro, oltre a favorire
Cento grammi di acciughe fresche forniscono circa 130 una regolare crescita fetale, e prevenire complicanze
I DATTERINI GIALLI. kcal. I carboidrati sono assenti, e il contenuto proteico quali la gestosi, il parto pretermine e la depressione post
SCELTI PER DIVENTARE e di grassi si aggira, rispettivamente, intorno ai 20 g, e partum. Promuoviamo il consumo di questo alimen-
CIRIO ALTA CUCINA. ai cinque grammi, di cui uno di saturi con prevalenza to nutraceutico, vanto del bacino mediterraneo, e
di acido palmitico, miristico e stearico; 1,2 g di monoin- toccasana per la nostra salute.
I Maestri della ristorazione sanno che saturi, per la maggior parte oleico e palmitoleico; due
Cirio Alta Cucina offre solo il pomodoro italiano grammi di polinsaturi, meglio conosciuti come acidi
per eccellenza. Scegliendo I Datterini Gialli, grassi omega-3, EPA (acido eicosapentaenoico) e il DHA
in succo e al naturale, porti nella tua dispensa
un ingrediente di assoluta qualità, dolce e polposo
cirioaltacucina.it per natura, maturato al caldo sole del Sud Italia.
ottobre 2020 | sala&cucina | 21 |
| LAVOROTURISMO.IT |

LA FORMAZIONE
ALBERGHIERA È MORTA
Oscar Galeazzi
amministratore LavoroTurismo.it
Lunga vita alla formazione alberghiera!

Immaginiamo di entrare in due classi di 20 studenti del La formazione alberghiera non solo ha fallito la missione,
quinto anno alberghiero, una del corso 2020 e una del ma negli ultimi anni sta pure peggiorando. Lo dicono i
1990, e di porre a entrambe la stessa domanda: “Ragazzi, fatti, ma lo dicono anche presidi e docenti, basta chie-
questo è l’ultimo anno del vostro corso di studi. Chi di derglielo!
voi ritiene di aver fatto la scelta corretta e che continuerà Negli ultimi due decenni c’è stata un’esplosione di iscri-
a lavorare in questo settore?” zioni verso le scuole alberghiere. Eppure mai come in
Nella classe del 1990, dieci avrebbero risposto che avreb- questi anni si registra una carenza di personale nel setto-
bero continuato, dieci cambiato settore. Di quei dieci nel re. Che fine hanno fatto le migliaia di studenti diplo-
corso degli anni, un 50% avrebbe cambiato idea. Possia- mati negli ultimi anni?
mo stimare quindi che nel 1990 un 25% degli studenti Una semplice indagine statistica sui diplomati degli ulti-
continuava nel settore alberghiero, un 75% cambiava. mi cinque anni misurerebbe facilmente i risultati.
Non era un risultato brillante, ma questo era, misurato in Chi sono i principali responsabili di questo disastro so-
modo empirico in 35 anni di docenza. ciale? Di certo non dei docenti, che subiscono decisioni
Nella classe del 2020, su 20 in media cinque risponderan- calate dall’alto; neppure dei Presidi (ora Dirigenti), poco
no che continueranno nel settore, 15 abbandoneranno. ascoltati dall’amministrazione centrale, con pochi poteri
Attenzione. Mentre nel 1990 voi avreste parlato con ra- reali e che devono applicare decisioni di altri.
gazzi con 3-4 stagioni di esperienze estive di lavoro, nella A mio avviso le responsabilità vanno individuate in colo-
classe del 2020 parlerete con giovani che per gran parte ro che hanno potere decisionale all’interno dell’Istruzio-
non hanno mai lavorato, se non un paio di mesi, salvo ne Professionale. Anche il Ministero del Lavoro è co-re-
brevi stage, collaborazioni, incontri con professionisti… sponsabile, non permettendo praticamente ai minorenni
(utili ma che non sono vere esperienze di lavoro). Di con- di lavorare e di formarsi sul lavoro, con effetti devastanti
seguenza, i cinque che intendono continuare nel settore, sui nostri giovani.
sono giovani che non conoscono la professione; quindi Mi chiedo se i responsabili siano consapevoli della deriva
dopo qualche anno, di quelli, se siamo fortunati, un paio assurda che ha preso questo tipo di formazione, che se
proseguirà nel settore. continuerà così non avrà più senso di esistere.
Dei 20 giovani che hanno deciso di seguire la formazione Una scuola dove la burocrazia è diventata molto più im-
alberghiera, dedicando ad essa impegno, studio, denaro portante della vera formazione, una scuola dove la forma
e cinque anni della loro vita, l’istituzione è riuscita ad ha stravinto sulla sostanza, dove ovunque l’apparire è più
STORIE IN BARATTOLO allontanarne una quota del 90-95%. Lo Stato italiano importante che dell’essere.
AD: EIKON / Photography: Raffaele Mariotti

ha investito risorse che per almeno il 95% sono state Queste persone, che dettano norme e regole, vanno mai
“I nostri prodotti nascono dai doni preziosi della natura sprecate, e ha professionalmente danneggiato il 95% nelle scuole alberghiere? Parlano con gli studenti, con i
e dalla sapienza della tradizione marchigiana. di questi giovani. docenti, con i dirigenti?
Perché il cibo possa trasformarsi ogni volta Volendo dubitare delle mie parole, per i riferimenti a 30 Auspico che la formazione alberghiera statale sia come
nell’emozione di un momento da ricordare.” anni fa, possiamo chiamare come testimoni i docenti del- un’Araba Fenice, in grado di rinascere dalle proprie ce-
Lorenza Marchetti
le materie pratiche di più di 50 anni; per la classe del neri.
Product Manager T&C 2020, la verifica sul campo è fin troppo facile… Lunga vita alla formazione alberghiera!

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ottobre 2020 | sala&cucina | 23 |
| FARE RISTORAZIONE |

disfazione: di piacere, serenità, una cucina accessibile, vera, com- campo perché richiede l’incontro
benessere, novità. È la ricerca il mo- prensibile. Confermatevi bravi, pun- e il contatto: bisogna farne esperien-
tivo che spinge una persona, da sola tuali, distinti, oppure rivelatevi una za diretta, familiarizzare, condividere,
o accompagnata che sia, a muoversi bella e irrinunciabile scoperta attra- saggiare, condividere la lealtà che ab-
verso un luogo conosciuto o scono- verso gesti semplici, mai invadenti, biamo davanti”. In questi pensieri ci

DOVE E PERCHÉ SI STA sciuto “solo” per trascorrere tempo


buono a tavola. Per cercare e trovare
piacere. Come viene individuata
e con conversazioni pulite, che non
vi facciano sembrare inarrivabili. C’è
un aspetto che vogliamo sottolineare
sono alcuni fondamenti della ristora-
zione. Quando si apre la porta di
un ristorante si accende sempre

BENE AL RISTORANTE la meta? Cosa chiedono oggi, dal


lato ideale e pratico, le persone al
ristoratore che li accoglie?
proprio a proposito dell’irraggiun-
gibilità, e a proposito di fiducia: la
mitizzazione di alcuni luoghi di
uno scambio basato sulla fiducia:
da un lato l’ospite che si affida e si
fida, dall’altro il ristoratore che ac-
ristorazione, l’esaltazione spropo- coglie e vuole far stare bene. Far star
autrice: Giulia Zampieri Fiducia sitata delle figure che vi lavorano bene, per il piacere di far star bene.
È uno dei primi, se non il primo, tas- dentro - dallo chef al maître al
sello. Il cliente che varca la soglia di proprietario - o del luogo stesso, Semplicità e coerenza
un locale sta facendo un dono inesti- se da un lato potrebbero attirare Alberto Bettini di Amerigo 1934,
Al ristorante si deve stare almeno bene come a casa. si decide di uscire a pranzo o a cena. Il perché si sceglie mabile a chi lo accoglie, da trattare le persone dall’altro vanno con- indirizzo che da ventidue anni detie-
Così ci riferiscono aver detto Arrigo Cipiriani, maestro di mettere nelle mani di qualcun’altro il proprio benesse- con guanti di lino: sta dando fidu- tro i principi dell’accoglienza. Il ne la stella Michelin a Savigno, sulle
dell’accoglienza da cui abbiamo spesso tratto ispirazione, re. E quell’almeno arriva anche dritto ai propositi di un cia. O perché meritata, o perché si cliente non deve avere fede in queste colline bolognesi, è sicuramente un
per la sensibilità spiccata, sottile, ma anche tagliente, sui mestiere, quello del ristoratore, ma potremmo dire anche è fidato dell’istinto quando si è im- figure, non deve ritenere colui che esempio di grande e sana ospitalità.
temi dell’ospitalità. Lo ritroviamo ancora una volta illumi- dell’albergatore, che dovrebbe sempre concentrarsi sul battuto in quell’insegna, o perché ha serve o colui che cucina Dio in ter- Amerigo 1934 ha uno stile unico,
nante in questo concetto semplice ma che arriva proprio piacere e sull’appagamento. Chi decide di farsi ospitare sentito buoni pareri. Ci rivolgiamo al ra, ma deve riporgli fiducia ed essere che non si usura con il tempo ma,
al cuore dei significati veri della ristorazione. deve sentirsi, in quel luogo e con quelle persone, me- ristoratore: qualunque sia il motivo adeguatamente ripagato. Ci facciamo al contrario, diventa solido e sicu-
Cosa potrebbe voler dire quello stare almeno bene come glio che a casa propria. per cui l’ospite è venuto a farvi visita aiutare per esprimere al meglio que- ro con il passare delle stagioni. Più
a casa? Ci abbiamo riflettuto e ne abbiamo discusso con dovete ricambiarla e dare il meglio, sto concetto dalle parole dello scrit- quella porta si apre, più clienti entra-
alcuni ristoratori. Una prima osservazione riguarda pro- Ricerca non perché ne parli bene una volta tore Marco Balzano. no, più quel luogo diventa autentico.
prio quel termine, il primo: almeno. Le preposizioni nella Partiamo da monte, dal primo atto. Quando si sceglie di uscito ma, diversamente, perché è “Avere fede e avere fiducia sono due “La semplicità. Questa è l’anima
lingua italiana hanno spesso la capacità di stravolgere o abbandonare la propria tavola in favore di un’altra, quan- nell’esito positivo della sua esperien- atti molto diversi. La fede è assoluta, dell’Amerigo. Abbiamo sempre
arricchire il significato di una frase. Anche in questo caso do si sceglie di inforcare le scarpe e salire in macchina per za, nel benessere che gli avete trasfe- implica sempre un parte dogmatica. fatto dell’informalità il nostro ca-
è così: quell’almeno descrive, meglio di qualunque raggiungere un locale, magari in una serata uggiosa e con rito, nel sorriso che vi porge quando La fiducia invece è un atto sospeso il vallo di battaglia. I nostri grem-
altra parola, la funzione di un luogo di ristorazione. molti chilometri da percorre, si è spinti da qualcosa. Si si alza da tavola, che si racchiude il cui esito è incerto perché coinvolge biuli, semplici e sinceri, racconta-
Almeno bene come a casa rappresenta di fatto il perché è, indubbiamente, mossi dal bisogno di ricerca e sod- senso del vostro lavoro. Offritegli l’altro. La fiducia si conquista sul no molto di come interpretiamo

ottobre 2020 | sala&cucina | 24 | ottobre 2020 | sala&cucina | 25 |


la ristorazione. Chi esce per un pasto cerca perlopiù quotidiani, in Luigi Zolin Cibo, un’osteria che si affaccia una seduta più comoda, chi viene cogliere, interpretare i bisogni e le ri- essere questo uno dei significati più
comprensibilità, piacere. Desidera trovare qualcuno che ad una strada del cento di Sandrigo ( VI), località storica- perché sa di trovare una parola o un chieste dell’ospite e, con gli strumenti importanti dell’andare al ristorante:
si ponga al suo stesso livello, non che lo osservi dall’alto mente legata alla preparazione del baccalà. Questa, che si gesto di conforto. Ho tutto il tempo a sua disposizione, sa darvi la rispo- l’arricchimento”.
e lo stordisca di nozioni. Noi cerchiamo di essere sem- presenta con un’insegna rossa con su scritto “Ferramenta necessario per comprendere queste sta più esaustiva. Di questo abbiamo Quando si esce da un ristorante si
plici e comprensibili sul piano del dialogo, del servizio, Colori”, è la casa d’ospitalità di due fratelli, Luigi e Giu- necessità, memorizzarle, anticiparle. parlato con Antonio Santini, patron dovrebbe avere nel cuore e nella
ma anche dell’ambiente e della cucina. Tutto dev’essere seppina Zolin, capaci in tarda età di darsi alla ristorazio- A questo punto il rapporto non è più Del Pescatore, tempio della risto- testa qualcosa in più. Qualcosa che
semplice e coerente”. La mise en place all’Amerigo è affi- ne. O meglio, proprio all’osteria: qui, tra tavoli in legno ristoratore - cliente, ma si accede a razione italiana che ha cucite, da non avremmo potuto definire prima
data a posate d’argento in vecchio stile, i bicchieri di giu- posati su pavimenti retrò circolano solo prodotti selezio- una sfera di piacere e condivisione, ben ventiquattro anni, le tre Stelle di entrarvici: è la sorpresa del nuovo,
ste dimensioni, alcune tavole sono ricoperte con tovaglie nati esposti in ordinati scaffali, ricette della tradizione, di convivialità, e perché no, anche di Michelin. “Il ristorante dev’essere il la rassicurazione del conosciuto, la
grezze, altre lasciate nude per intravedere il legno che c’è sorrisi e abbondanti dosi di genuinità. In sala campeg- intimità, tra noi e chi ci fa visita che luogo del piacere. Ma il piacere non soddisfazione di un bisogno che ma-
sotto, altre ancora indossano la tovaglia a scacchi bian- gia la scritta “cucina lenta”: una sorta di manifesto del genera piacere da entrambe le parti”. ha la stessa forma per tutti. Dobbia- gari non abbiamo nemmeno espres-
chi e rossi. I piatti interpretano stagioni e territorio, locale, voluto da Luigi Zolin, per dire che qui si aspetta, Non è un caso, poi, se piacere, dal mo essere agili nel capire chi si so, il motivo che ci spinge, in definiti-
mettono al centro la materia prima e non la tecnica. non per mancanza di organizzazione, ma per dare tempo latino placere condivide la stessa ra- aspetta riservatezza, chi è seduto va, a scegliere di mangiare non nella
L’aria è confortevole, allegra, distesa. “I locali come il ad alcune preparazioni espresse di cuocere. “Giuseppina dice con il verbo placare: entrambe al tavolo principalmente per un in- propria casa, ma in un ristorante.
nostro hanno raccolto riscontri positivi quest’estate tra è bravissima - ci racconta Luigi, che nasconde dietro al riportano a una situazione di calma, teresse gastronomico, chi è curio- Quello del ristoratore è dunque
tanti italiani e stranieri. C’è un forte bisogno di ritro- grembiule bianco un passato da stilista nell’alta moda, soddisfazione, accomodamento. Pro- so, chi gradisce pochi interventi, un mestiere che richiede fini sen-
vare la memoria, la campagna, l’Italia vera, anche nel event designer, e non nasconde invece un grande spirito prio quella vanno in molti cercando. chi vuole tornare a casa con tante sibilità. È un lavoro umile e nobi-
piatto. C’è il desiderio di mangiare sano, di trovare menu di osservazione - è sempre stata brava a cucinare. Ama pre- informazioni. La chiave sta nel rile- le: le intenzioni non devono esse-
corti e completi, di pagare il giusto. C’è voglia di verità, parare i piatti della memoria e lo fa con una passione che Apprendimento e cultura vare subito le aspettative dell’ospite, re rivolte a sé stessi ma all’altro,
di affidarsi a posti e persone coerenti con quello che è difficile rintracciare. Quando abbiamo aperto, dieci Antoine Careme, cuoco francese e quindi dettare i tempi e i modi giusti le azioni devono essere misurate
offrono. E c’è tanta voglia di riconoscersi, di sentirsi a anni fa, abbiamo deciso di andare controtendenza: definitore dell’alta cucina diceva: “In per esaudirle. Il resto lo fanno la cuci- e nobilitare il tempo della perma-
casa, mai fuori luogo, anche solo per come si impugnano si stavano affermando i locali con cucine artificiose, materia gastronomica non esisto- na, capace di generare curiosità, di ac- nenza. Il ristoratore per far star alme-
le posate”. La semplicità, ce lo ricorda Alberto Bettini, ambienti modernissimi, servizi impettiti. Abbiamo no principi. L’unico che dobbiamo cendere l’interesse e procurare emo- no bene come a casa non deve porsi
sarà banale dirlo, ma è il linguaggio più comprensibi- percorso un’altra strada: più lenta, più pacata, alla por- rispettare è quello di dar soddisfa- zioni. Lo fa il cuoco che con abilità, come un padrone di casa qualsiasi,
le che si possa adottare. tata di tutti. I nostri clienti, che vengono soprattutto da zione alla persona che stiamo ser- conoscenza e tecnica combina gli né come un professionista avido di
fuori, ci danno ragione. Qui si dimenticano dell’ora, vendo”. Questo assunto antepone ingredienti in modo nuovo, inte- primi piani e copertine, ma un come
Piacere e lentezza siedono e conversano, aspettano, si concedono tem- l’ospite di un ristorante a qualsiasi ressante, strabiliante, irreplicabile una figura accorta, preparata nell’ac-
“Sii paziente, ciò che conta nella vita richiede tempo” af- po per parlare, per guardarsi attorno. Anche io che mi altra priorità. Ma sarebbe davvero ri- a casa. E poi tanto altro lo fa la sala cogliere, sensibile nell’anticipare, si-
ferma lo scrittore di viaggi, vita e cucina, Gianluca Gotto. occupo della sala traggo vantaggio in questo ritmo len- duttivo credere che la soddisfazione che, in accordo con la cucina, riesce cura nel proporre. Che sa aprire, in
La pazienza e l’attesa sono sempre stati un ponte per il to: ho il tempo di conoscere l’ospite, lo osservo, cerco sia universale, che abbia pesi, misure, a creare nello spazio conviviale lo un modo unico e sin da subito ras-
piacere. Nelle relazioni, nella vita, ma anche quando par- di capire come posso farlo stare bene. C’è chi non ama abiti, sapori e tempi uguali per tutti. Il spazio dell’apprendimento, della cul- sicurante, la sua porta a chiunque
liamo di cibo e servizio. Li ritroviamo saldi, come esercizi il Parmigiano sul primo piatto, chi gradisce il cuscino per ristoratore intelligente sa leggere: sa tura, dell’arricchimento. Non può che decida di affidargli la sua serata.

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| FARE RISTORAZIONE | ignorato per contenere le spese. An- ravioli alla Giuseppe Verdi con culatel-
che questo è un problema culturale: lo e asparagi che, serviti con olio ex-
ciò che non si paga viene svalutato travergine ligure o lombardo, offrono
e come tale banalizzato. Olio, è un all’assaggio un gusto netto e pulito,
termine generico; gli oli sono tanti delicato e intenso al tempo stesso.
e ognuno ha caratteristiche diffe-
renti che ne suggeriscono l’utilizzo La rivoluzione culturale
e l’abbinamento. Sulla necessità di esalta la qualità
arricchire la dispensa dei consuma- Non sarà che noi italiani, abituati
tori educandoli all’utilizzo corretto all’olio in cucina per retaggio storico
secondo gli usi, i relatori si sono tro- e territoriale, ne sottovalutiamo il va-
vati concordi. L’olio aggiunge gusto lore, lo diamo per scontato?
e aroma ai piatti; può migliorare le A questo interrogativo ha dato rispo-
caratteristiche delle diverse materie sta Maurizio Bocchi, chef patron
prime; aggiunge sapidità alle pietan- de La Locanda a Gisburn nel Re-
ze permettendo di ridurre l’apporto gno Unito. Da 25 anni in Gran Breta-
di sale aggiunto; la conoscenza del gna, Bocchi ha rivoluzionato il modo
prodotto diventa impulso a innova- di proporre la cucina italiana all’este-
re il comportamento di consumo, ro, sovente ripetitiva e banalizzata da del ristorante di famiglia Il Moro
per questo motivo la formazione del materie prime spesso poco adatte. a Monza che ha recentemente dato
personale di un ristorante dovrebbe Nel suo ristorante è norma proporre avvio a un nuovo format trattoria/ne-
comprendere le modalità di consu- al cliente l’assaggio e coinvolgerlo gozio, A’ Trattoria.
mo e di conservazione del prodotto illustrando le peculiarità del menu La tradizione familiare dell’autopro-
allo scopo di meglio impiegarlo e di- dove l’olio è al centro, dal cocktail duzione trova qui lo sbocco ideale:
vulgarne i pregi al cliente. Alcune te- al dessert. In maniera divertente, la logica è quella di proporre un ser-
stimonianze hanno dimostrato come salutare e innovativa il commensale vizio delivery e take away dei piatti
CRONACHE DAL FORUM la presenza di un olio di pregio sulla
tavola del ristorante, o forse dovrem-
si trova coinvolto in un menu tutto
da scoprire col quale Bocchi mette
disposti e creare una vetrina stabile
per tutti i produttori che rispettano

OLIO&RISTORAZIONE mo dire di diversi oli di pregio pro-


posti con un carrello di specialità,
possa metter in luce le peculiarità di
in pratica una vera e propria opera
di formazione per clienti e colleghi
ristoratori che vogliano partecipare.
la filosofia dell’artigianalità e della
filiera corta che contraddistingue il
ristorante. L’olio in questo contesto
un piatto ben eseguito e migliorare Un modo per far comprendere che si inserisce perfettamente in quanto
l’immagine stessa del locale. la cucina italiana è fatta di prodotti rappresenta la firma dello chef che lo
autrice: Marina Caccialanza eccellenti, in grado di offrire la per- abbina e interpreta secondo le speci-
foto: Gianfranco Maggio ficità del piatto proposto.
sito: olioofficina.it
L’innovazione cezione di genuino che solo gustan-
preserva la tradizione do un alimento in purezza si può Elemento della tavola che ha bisogno
La chef Cristina Cerbi de l’Osteria sperimentare. Il vassoio col pane della conoscenza, la divulgazione
di Fornio ha raccontato come nel fatto in casa e l’olio – almeno 12 delle sue caratteristiche raddoppia
Un tempo era parte integrante della mise en place; l’olie- ricato, ideatore di Olio Officina Festival, ha puntato l’at- suo ristorante, fortemente ancorato diversi oli – è il modo in cui Mau- il gusto dell’assaggio, il cliente vive
ra al centro del tavolo contribuiva al completamento del tenzione dei partecipanti proprio sull’importanza di pro- alla tradizione culinaria emiliana, rizio Bocchi stimola la curiosità del l’esperienza in modo consapevole e
piatto fornendo il condimento necessario. porre l’olio extravergine di oliva a tavola comunicandone l’utilizzo di olio extravergine in al- cliente inglese, lo invita a mettersi in impara ad apprezzarne le caratteri-
Poi si è persa l’abitudine vuoi per il dilagare dei format correttamente le proprietà e valorizzandone l’impiego. ternativa al burro in alcuni piatti, gioco per conoscere la cucina italia- stiche. Membro attivo di APCI, Vin-
fast food che del contenitore con salse e condimenti ha Col contributo di illustri relatori, il forum ha analizzato i selezionato con cura e dosato me- na, quella vera. Uno dei suoi segreti cenzo Butticé coltiva grazie all’asso-
fatto quasi una bandiera impoverendone l’immagine, molteplici aspetti della questione tra cui il motivo per il ticolosamente, abbia dato origine a è saper integrare la cucina italiana ciazionismo la conoscenza dell’olio,
vuoi per l’usanza di servire in tavola il piatto già perfet- quale nella maggior parte dei ristoranti l’olio consumato una vera rivoluzione gastronomica. col territorio che lo ospita e renderla come di ogni altra materia prima,
tamente condito, anzi, guai al commensale che osasse sia per il 90% anonimo olio di oliva da cottura, ben celato Dove burro e strutto erano prota- comprensibile e fruibile mantenen- attraverso la condivisione e il con-
chiedere un’aggiunta, come fosse un’offesa allo chef. in cucina per uso esclusivo dei cuochi, e solo il 10% sia gonisti indiscussi, per esempio i sof- done l’identità. L’olio è un elemento fronto tra appartenenti ai territori
Oggi, l’olio torna prepotentemente sulla tavola del ri- servito in tavola, spesso con indifferenza e solo dietro fritti, un olio neutro e poco intenso prezioso in questo processo di assi- italiani in uno scambio di conoscen-
storante ma lo fa in una veste rinnovata, con stile, con richiesta esplicita del cliente. è in grado di fungere da collante tra milazione del gusto. za che poi si esprime nel rapporto
dignità. Almeno, questa è l’intenzione di ristoratori e La risposta è che da un lato manca in molti casi la cono- gli ingredienti alleggerendo il gusto e col cliente.
produttori che desiderano comunicare e ridare a questo scenza del prodotto da parte del personale di sala, ed l’apporto di grassi pur mantenendo L’identità in tavola Il legame tra la vendita del prodot-
alimento – perché non è un semplice condimento – il è un problema culturale; dall’altro, che l’olio di quali- l’identità del piatto e la sua riconosci- attraverso il territorio to e la trasformazione cosmopolita
ruolo che gli compete. Il Forum Olio & Ristorazione, tà, abitualmente fornito gratuitamente al cliente, incide bilità, anzi, esaltandone le caratteristi- Percorso simile, quello intrapreso diventa connessione e la firma dello
svoltosi a Milano grazie all’opera dell’oleologo Luigi Ca- sul costo finale del pasto in maniera importante e resta che. Un esempio interessante, i suoi da Vincenzo Butticé, chef patron chef al piatto indelebile.

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| DISTRIBUZIONE | zo, poi fuori dai confini regionali quando, nel 1954, si I quattro distributori
trasformò da pescheria in distributore, con selezioni di Insieme sviluppano, come dicevamo, un fatturato di
ittico che, anno dopo anno, diventarono sempre mag- circa 95 milioni di euro, in un’area dove ci sono oltre
giori fino ad oggi che vanta un catalogo completo di ogni 150 distributori di foodservice ad operare.

ROAT
specie commestibile. Infatti Roat ha fornitori che, da ogni Una concorrenza elevatissima che impone di fare squa-
Il consumo di pesce, in Italia, è co-
parte del mondo, selezionano, con regole che mettono la dra, di non restare piccoli, e di offrire ai ristoratori non
stantemente aumentato in questi
sostenibilità al primo posto, specie ittiche per i ristoranti tanto il prezzo quanto una qualità di servizio molto alta.
anni, arrivando a 28 Kg annui pro-ca-
italiani. La scelta dei quattro distributori di avvalersi di È finito il tempo in cui dal ristorante si andava solo con le
pite. Una crescita che denota la rico-
un’azienda che vanta una storia fatta di qualità e com-

DIVISIONE nosciuta se non necessaria utilità del migliori offerte; oggi il ristoratore sceglie il distributore
pletezza di assortimento per servire tre regioni, dove la che gli può fornire prodotti e consulenza per fare del
pesce nella dieta umana. E molto, di
ristorazione ha numeri da capogiro ed è una delle prime proprio ristorante un luogo identitario, con una propo-
questa crescita, è dovuto ai consumi
motivazioni di scelta del turista italiano e internazionale,

ITTICO FRESCO
fuori casa e al ruolo fondamentale di sta gastronomica che lo differenzia e che gli consente di
è una decisione che orienta anche verso la cultura dell’it- avere una clientela in target.
ristoranti e chef. L’unico problema
tico, grazie alla possibilità di fornire i ristoranti e gli chef Quella che vale quattro volte di più rispetto ad un clien-
è che si tende a consumare poche,
di molte più occasioni di ricettazione.
pochissime specie di pesce causan- te anonimo. Per questo Foppa, Tondini, Marchi e RZ
I quattro distributori appartengono al primo gruppo co-
do, con il tempo, problemi di tutela Service hanno deciso di investire su una Divisione di
operativo attivo nel food service - Cateringross – e svi-
delle varietà. A cosa è dovuto tutto Ittico Fresco, per essere più vicini al loro cliente ristora-
luppano un fatturato aggregato di 95 milioni di euro, con
autore: Luigi Franchi questo? A molti fattori, dalla scarsa tore, e lo hanno fatto insieme per affrontare un mercato
sito: ospitalia.org 80 agenti di vendita che ogni giorno visitano circa 6.000
reperibilità alle mode gastronomi- sovraffollato, dando voce ad un bisogno: quello dei ri-
ristoranti nelle tre regioni del Nord italiano. Ma questo
che, dal colore (vedi il caso del ton- storatori di scegliere tra pochi e fidati rifornitori, per una
non è che uno degli elementi di forza di questo nuovo
no, poco apprezzato quello con le questione di tempo e di qualità.
gruppo: avere una Divisione Ittico Fresco che consegna ai
carni rosate, tipo il tonno alalunga “Non vogliamo e non dobbiamo vendere quello che pia-
ristoranti il giorno successivo all’ordine prodotti che ar-
che vanta invece carni delicate e gu- ce a noi. – ha esordito Benhur Tondini alla presenta-
rivano dal pescato italiano, dagli allevamenti sostenibili a
stose, rispetto al colore rosso, a volte zione della Roat Divisione Ittico Fresco agli 80 agenti
livello mondiale e dai più importanti e qualificati mercati
ottenuto con nitriti o estratti vegeta- del gruppo – Bensì quello che chiede il mercato. E oggi
ittici italiani, significa fornire ai ristoratori che si avvalgono
li per far pensare al pregiato tonno la ristorazione chiede identità, prodotti buoni e servizio
di questo servizio una qualità che non ha precedenti, oltre
rosso), dalle difficoltà di pulizia (vedi impeccabile. Noi gli diamo tutto questo. E poter offrire
ad una consulenza e una formazione su quali specie sono
triglie di scoglio o altri tipi di pesce). pesce freschissimo, in tempo reale, sarà un forte traino
le più indicate, in quel preciso momento, per i loro menu.
A queste problematiche un grup- anche per tutte le altre merceologie”.
Le consegne avvengono salvaguardando, con un packa-
po di distributori del food service La Divisione ha un responsabile, Ezio Daolio, che ogni
ging che garantisce la freschezza costante del prodotto, le
– Foppa taste supporter di Egna giorno è in contatto con i principali mercati del pesce
proprietà organolettiche dei pesci, suddivisi per ogni tipo-
(BZ), Marchi spa di Romano d’Ez- italiani e internazionali, organizza il lavoro in Roat, si oc-
logia delle oltre 300 che offre Roat Divisione Ittico Fresco.
zelino ( VI), F.lli Tondini di Cavria- cupa e preoccupa che gli ordini, inviati tramite una App
Un’altra delle caratteristiche di questo ingresso sul mer-
na (MN), RZ Service di Torbiato dedicata, arrivino al ristorante il giorno dopo nelle tre
cato da parte dei quattro distributori è il prezzo che sarà
(BS) – ha pensato bene di offrire regioni di riferimento del gruppo: Trentino Alto Adige,
sempre concorrenziale rispetto alle dinamiche del merca-
soluzione dando vita a una Divisio- Veneto e Lombardia.
to, grazie a costi di logistica studiati per essere contenuti.
ne Ittico Fresco per fornire i pubblici
esercizi delle regioni Trentino Alto
Adige, Veneto e Lombardia, tramite
un’azienda che, storicamente, è spe-
cializzata nel pesce freschissimo, in
quello di allevamento sostenibile, il
surgelato e nelle varianti dell’ittico
come l’affumicato, le uova e il cavia-
Uno sforzo di innovazione le, le conserve e le salse: l’azienda è
per conquistare il mercato voluto da la ROAT di Mezzolombardo (TN).
Foppa taste supporter, Marchi spa, Roat è un sinonimo di grande espe-
rienza nel settore ittico, dapprima
F.lli Tondini e RZ Service nel Trentino dove ha origine l’azien-
da, operante da quando il fondatore,
Beniamino Roat, ottenne dall’impe-
ratore austro-ungarico la concessio-
ne di pesca nel lago di Caldonaz-

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| OSPITALIA | primo triennio. “Abbiamo cercato Due mesi e mezzo sono dedicati al fine pasto una scheda di valutazio-
di recuperare ciò che è stato buona ristorante didattico e due e mezzo ne, che sarà oggetto di discussione
prassi nelle scuole professionali fino all’alternanza scuola-lavoro. fra i prof e gli studenti.
a una trentina di anni fa (perlomeno Il ristorante Sensi è aperto a settima- Molto impegnative a livello organiz-
in Trentino) - ci spiegano i prof Gio- ne alterne, dal martedì al venerdì a zativo ma utilissime sono le setti-
Le pulizie all’Hotel Villa Waiz vanni Emma e Vannj Mellone - e pranzo. Il lunedì è il giorno dedicato mane delle cucine regionali, in cui
non potendo intervenire nel piano allo stoccaggio della spesa, alla cura vengono ospitate altre scuole alber-
di studi, abbiamo predisposto dei del locale e, in cucina, alla prepara- ghiere d’Italia, solitamente un docen-
moduli, da inserire nelle ore pree- zione delle basi su tutte le linee. te con quattro o cinque studenti, che
sistenti, tarati sull’oggi e funzionali I due gruppi di studenti sono orga- pernottano nella scuola albergo.
al mondo del lavoro con cui questi nizzati in brigata e staff di sala con Al ristorante portano un proprio
ragazzi approcceranno. tutti i ruoli che si rivestono normal- menù, per cui gli ospitanti si appre-
L’obiettivo è che gli studenti diventi- mente in un ristorante e che cambia- stano a fare trovare tutto ciò che oc-
no autonomi a tal punto da non do- no ogni due giorni. corre e a essere di supporto.
vere gravare sui genitori, per la pro- Qui si vivono tutte le dinamiche di È immaginabile l’arricchimento che
pria gestione, quando staranno due un vero ristorante, come il ritardo ne deriva dall’interazione fra loro.
mesi lontano da casa”.
Partendo dall’indossare con cura la
divisa e riponendo bene gli altri ve-
stiti, fino alle nozioni di lavanderia
(dato che la scuola ne dispone di
una ) e di stiratura (sapere stirare la
propria camicia) ma anche di cucito
(cucire bottone e rammendi), il rias-
setto del letto, la preparazione della
valigia, senza dimenticare le norme
utilissime della raccolta differenziata
e, non meno, l’imparare a fare la spe-

IMPARARE FACENDO sa al supermercato ricco di tipicità


locali.

Ecco i “segreti” che hanno dato vita a Ospitalia Academy Il quarto anno
dell’alberghiero dentro il
Ristorante (didattico) Sensi
autrice: Simona Vitali Il ristorante, una piacevole struttura
sito: ospitalia-academy.com a sé stante (e questo lo connota di degli ospiti e pure le casistiche di L’ albergo scuola Villa Waiz
più come luogo di lavoro) sita nella allergici, vegetariani o vegani. Se il ristorante Sensi è una palestra di
parte alta di Roncegno Terme, è il La sala da pranzo può contenere vita per gli studenti del quarto anno
cuore pulsante del quarto anno. massimo 35 coperti. Fra gli ospiti, dell’alberghiero, Willa Waiz, ubicato
Un modello di formazione è vincente quando è foriero Ospitalia Academy, Federico Samaden, ha fortemente In questo luogo i ragazzi dei due che dovranno scegliere fra menù sempre a Roncegno Terme di fronte
di ottimi risultati. Ma l’affermarlo soltanto può suonare voluto per i suoi ragazzi del primo triennio un ritorno indirizzi di Gastronomia e Arte degustazione o un ricco à la carte, si al ristorante, lo è per chi frequenta il
vuoto, per questo vogliamo entrare nel merito della me- all’economia domestica, convinto che quella crei la base Bianca e Accoglienza e Ospitali- trovano aziende o associazioni che corso di Alta Formazione Hospitali-
todologia di un sistema formativo che prende per mano i dell’ospitalità. tà, trascorreranno molte ore, sa- sostengono il ristorante con spon- ty Management. I due interagiscono
ragazzi all’età di 14 anni e, nell’arco di sette anni (quattro “Se non impari a farti il letto la mattina cosa puoi pendo di averne la responsabilità sorizzazioni, tecnici di settore (chef, e si valorizzano a vicenda.
anni di professionale alberghiero, due di Alta Formazione capire dell’ospitalità?” questa la provocazione che Fede- dell’intera gestione. L’impronta sommelier professionisti…), rappre- Chi soggiorna all’Hotel Villa Waiz (e
poi completata con un anno nella università svizzere di rico Samaden è solito lanciare sostenendo che “si deve professionalizzante di questo per- sentanti istituzionali scolastici, ospiti sono anche turisti) è piacevolmente
S.EG.), li porta al conseguimento della laurea in Hospi- partire dalla cura della propria casa, della propria stanza, corso è preponderante rispetto a dell’albergo scuola fra cui anche turi- accompagnato da una pace assoluta e
tality Management in Svizzera a e un alto posizionamen- del proprio letto per arrivare alla cura del proprio territo- quella teorica, come ci spiegano i sti, genitori di studenti dell’anno in oggetto di piccole attenzioni davvero
to sul mercato. rio. L’obiettivo è che sempre più giovani abitino i propri due docenti responsabili della sala e corso, studenti degli anni precedenti gradevoli. Una lettera di benvenu-
territori con l’orgoglio di renderli più ospitali”. della cucina, Stefano Poli e Miche- chiamati a portare testimonianza. to racconta di chi si è avvicendato
L’economia domestica, questa dimenticata Così ha attivato i suoi docenti di Accoglienza e Ospitali- le Beber. Su otto mesi e mezzo, ben Tutti sanno di dovere valutare l’o- e si avvicenderà nel servizio, in
Il dirigente dell’alberghiero di Levico, nonché mente di tà perché mettessero a punto moduli per introdurla nel cinque sono di esperienza diretta! perato dei ragazzi, compilando a modo che si conoscano i nomi di

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ABITI
tutti. All’ingresso nella stanza si trova la luce accesa: un’accoglienza più calda.
Ogni volta che si deposita la chiave questa viene restituita sanificata e la buona-
notte viene augurata con una mela del Trentino. Ma lo stupore arriva con una
ricca colazione à la carte, perché ogni ospite possa costruirsi la sua colazione. I

DI CUI
ragazzi sono nella parte, svolgono con naturalezza le loro mansioni, impeccabili
nella loro divisa. Questo modello di formazione ‘in assetto lavorativo’ attraverso
l’albergo scuola è stato mutuato dalla Germania, grazie alla grande esperienza
di un professionista - Riccardo Postai - che ha portato le competenze per la
gestione dei processi formativi in hotel, esattamente come sono applicati nei

FIDARSI
modelli internazionali in Svizzera e Germania, con grandi soddisfazioni nei ri-
sultati di apprendimento degli studenti. L’organizzazione di un percorso di Alta
Formazione è cosa molto complessa, necessita di un regista. Preziosissima la
figura di Aldo Dalle Fratte, tecnico di settore forte di un percorso lavorativo
tutto in ascesa, che nel suo ruolo di coordinatore dell’AFP, fra orari, calendari e
disciplinari tecnici, si preoccupa anche di seguire le lezioni d’aula per capirne
l’esigenza e farle diventare il materiale didattico applicabile nel laboratorio. Dedicata a tutti i professionisti
del settore Ho.re.Ca, la Linea Angiolina
by Rossini nasce sotto il segno
dell’eleganza e della raffinatezza.

L’anima quotidiana dell’organizzazione è seguita dal giovane Lucio Muraro che,


oltre alle sue competenze di marketing, ha sviluppato una forte capacità di ge-
stire ogni assunto formativo dell’Alta Formazione e di interagire positivamente
con i ragazzi. L’intero percorso formativo è di 3000 ore, di cui 1500 di teoria (i
docenti sono tutti esperti di settore) e 1500 di pratica, di cui 200 di scuola alber-
go e le restanti spalmate su ben tre stage di entità diversa in tre strutture diverse:
man mano che il programma aumenta di intensità aumenta il numero delle ore
di stage. Così se il primo stage sarà di sei settimane, il secondo di 10 e il terzo di
20 e sono tutti accuratamente studiati in modo da terminare nei momenti
dell’anno in cui nelle strutture è più forte il bisogno di personale.
Nulla è lasciato al caso, tutto è minuziosamente studiato in ogni risvolto, sfaccet-
tatura. Perché immettere ragazzi nella vita è cosa seria, bisogna essere più
capaci, astuti e veloci!
Rossini, dal 1969 il punto fermo nell’abbigliamento da lavoro.
ottobre 2020 | sala&cucina | 34 | rossini1969.it
| UNIONE RISTORANTI DEL BUON RICORDO |

“Parlateci di Fornio” questo l’invito


inaspettato rivolto a una coppia di
ristoratori abituati a rispondere sem-
pre alle stesse domande sul cibo, la
tradizione, la stagionalità…
“Fornio?!!” esclamano insieme , illu-
minnadosi in volto, Luca Caraffini e

OSTERIA DI
Cristina Cerbi dell’Osteria di For-
nio, nel comune di Fidenza (PR).
Provate a chiedergli “Siete di Fi-
denza?”, la risposta arriverà ine-

FORNIO sorabile “Siamo di Fornio, non di


Fidenza. Fornio con il suo carattere
spiccato ha un’identità ben precisa e
noi la sosteniamo” puntualizza Cri-
stina.
Cosa significa essere parte Dietro questo che sembra quasi uno
di una piccola comunità sciolingua si cela certamente un mar-
cato senso di appartenenza a questa secolo . A suo tempo c’era anche una scuola elementare bottiglia! Si sono ritrovati curiosi di scoprire e anche di
comunità, di appena 300 persone, oggi non più attiva. Oggi c’è pure un campo da calcio. crescere”. Anche durante la settimana non manca un
autrice: Simona Vitali distaccata fisicamente – come in una gruppetto di compaesani che arriva in tarda mattinata
foto: Ivano Zinelli sua nicchia- rispetto al comune. Il valore della comunità per un bicchiere e qualche buona fetta di salume, rigo-
C’è un aneddoto che ne ha dell’in- Ma cos’è che lega chi ci abita? Non hanno dubbi Luca e rosamente stagionato nella cantina dell’osteria. A ruota
credibile ma assicuriamo che è vero. Cristina “Certamente il sentirci comunità, che si palesa seguono gli “esterni” vale a dire persone che lavorano
Lo scorso anno la coppia e una soprattutto nel momento del bisogno: ci si aiuta molto”. in zona che, nel conoscersi e confrontarsi fra loro, non è
rappresentanza del proprio staff è “Nella recente fase del lockdown, abbiamo ricevuto se- infrequente che sviluppino rapporti lavorativi.
volata a Parigi, insieme ai colleghi gnali di vicinanza da tutti – racconta Cristina - Ciascuno
dell’Unione del Buon Ricordo, per ha acquistato qualcosa, dandoci una grande mano anche La cucina identitaria
cucinare presso l’Ambasciata italia- nel tararci per l’asporto. Per la confidenza che c’è fra noi, della zona che fu Stato Pallavicino
na. A fine serata tutti insieme si sono abbiamo chiesto riscontri riguardo le cotture e le even- Le sfiziosità da accompagnare a un buon bicchiere non
recati in un bistrot dove hanno coin- tuali evoluzioni della pietanze in vaschetta, proprio nel mancano, attingendo da quell’antipasto dell’osteria nella
volto in chiacchiere anche il titolare. primo periodo in cui abbiamo riadattato il nostro lavoro”. sua varietà di proposte, almeno sette o otto, che dalla
Parlando di provenienze, il collega Lavorare in un luogo dove c’è questo tipo di rapporto, si- polentina fritta con salume e gorgonzola, ai bocconcini
Luciano Spigaroli li ha anticipa- gnifica aprire di buon grado le porte dell’osteria ai propri di tosone avvolti nella pancetta, alla frittata di ceci con
ti “loro sono di Fornio” marcando compaesani come una volta, prima che agli esterni, asse- lardo, alla tortina con i radicchi, alle crudità di stagione e
quella “r” come si fa in modo unico condando quelle che nel tempo diventano vere e proprie altro ancora rappresenta al meglio la natura dell’osteria
da queste parti. “Di Fornio?” chiede abitudini, come la colazione della domenica dopo la stessa. Il filo conduttore della cucina di Cristina sono i
conferma il francese “ma avete una messa. Lo spazio non manca, tra la zona bar e la veranda. piatti dimenticati o a rischio dimenticanza – debi-
lavapiatti che si chiama Bianca”. Loro Il rituale si ripete sempre uguale a sé stesso; prima della tamente attualizzati - della zona corrispondente allo
sbigottiti “Sì” e lui “È mia zia!”. messa arrivano gli uomini per un caffè, dopo la messa Stato Pallavicino del ‘500. Precisamente attinge da
È immaginabile lo stupore e la gioia l’intera famiglia: donne e bimbi per la colazione e gli uo- Bore – luogo appenninico della sua infanzia – con le sue
di scoprire qualcosa in comune. In- mini per il “bianchino”, ossia un bicchiere di vino bianco. ricette a base di patate, castagne e selvaggina; la bassa
sieme hanno brindato! “Che poi – come dice Luca – magari è un Franciacorta o parmense – Pieveottoville di preciso, dove ha origine la
Osteria di Fornio Fornio è due piccoli nuclei abitativi, un Trento doc. Hanno mantenuto vecchie abitudini ren- famiglia di Luca – con i suoi salumi e le particolari mez-
Frazione Fornio, 78 dislocati nella campagna fidentina, dendole più attuali. Ricordo ancora di quella volta che zemaniche (anolini aperti, a forma di dado) e Fornio con
Fidenza (PR) che riconoscono il loro centro in una nella lavagnetta dei vini ho inserito un bicchiere a nove le tradizionali polpette di salame fresco fritto nel vino
Tel. 0524 60118 bella chiesetta sopraelevata, la chie- euro. Un avventore abituale ha esclamato che se era per bianco e l’anatra arrosto. In cucina, insieme a Cristina,
www.osteriafornio.it sa di San Lorenzo, e un’osteria, che lui quel viticoltore poteva anche cavare le viti! Ebbene, Pina e Michela. Luca fa gli onori di casa in sala, sempre
come struttura esiste ormai da un la prima volta che è venuto a cena mi ha chiesto quella benevolo e si occupa del servizio insieme alla fedelissima
buonricordo.com

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daldal1897
1897produciamo
produciamo
olioextravergine
olio extraverginedidioliva
oliva
Sonia, a cui da qualche tempo si sono aggiunti anche i
suoi figli Lorenzo e Andrea. Entrambi stanno studiando
mini assaggi in un unico grande piatto) certamente tro-
viamo un altro motivo di tentazione.
ededolive
olive
ma quell’osteria la sentono cosa loro e non si esimono
dall’esserci. Lorenzo in particolare, che sta facendo la Unione ristoranti del Buon Ricordo:
dellasola
della solavarietà
varietà
una famiglia
magistrale in Amministrazione e Direzione Aziendale, si
dice attratto da questo mestiere, si è preso l’incarico di Da qualche anno è maturata la scelta di Luca e Cristina TAGGIASCA
TAGGIASCA
curare i social e sta pensando di fare altre esperienze, per di far parte della grande famiglia dell’Unione Ristoranti
capire se può portare qualche contributo. Andrea invece del Buon Ricordo, che da ingressi simili sta ricevendo
studia medicina, il suo futuro è certamente proiettato al- certamente tanta linfa vitale. C’è una rinnovata voglia
trove, ma anche lui c’è con e per la sua famiglia. di partecipare, trascinatrice per certi aspetti. Si cerca-
no fra colleghi, quando appena possibile si frequentano,
Cosa apprezza la clientela giovane si fanno reciprocamente visita magari approfittando di
Sono in molti, ad oggi, ad avere conosciuto Fornio, quei pochi giorni di ferie.
proprio grazie a questa osteria a cui arrivano da tutta la “Il Buon Ricordo rappresenta la famiglia per noi – parla-
provincia di Parma e Piacenza ma non solo, e che non no all’unisono Luca e Cristina -. Non possiamo dimenti-
riesce ad accontentare tutte le richieste. C’è chi rimane care il conforto e i buoni suggerimenti che ci sono arri-
pazientemente in lista d’attesa nella speranza che ci sia vati anche in fase di lockdown da chi, più grande di noi,
qualche defezione. Fra i clienti una buona percentuale di ne ha viste più di noi nel corso del tempo. Non avver-
garantiamo le nostre
giovani, certamente attratti da questa gestione frizzante tiamo nessuna rivalità, non ci sentiamo giudicati ma garantiamo le nostre
olive taggiasche mediante
che gli dà la possibilità di sbicchierare, mettendo a aiutati. Crediamo in questa associazione e cerchiamo di
mescita tanti vini. “Una cantina ben rifornita e sempre rispondere sempre ‘presente’ ad ogni sua iniziativa!” olive taggiasche mediante
la certificazione del loro DNA
in movimento perché c’ è sempre qualcosa da scoprire” In quest’era globale, in cui arriviamo agilmente dapper- la certificazione del loro DNA
questo è il pensiero di marito e moglie che precisano: tutto, vale la pena inseguire quelli che sono piccoli
“Siamo sempre più selettivi però, le aziende con cui lavo- punti sulla cartina geografica, come Fornio che ora ad-
riamo devono avere certe caratteristiche. Non siamo per dirittura è diventata una via (pur mantenendo tutte le ca-
le aziende impersonali, deve esserci un vero valore”. Se ratteristiche di frazione), allargare le nostre conoscenze
poi aggiungiamo due forti tentazioni come l’antipasto di una biodiversità che è stimolo a non vivere appiattiti
dell’oste (la già nominata carrellata di antipasti che inva- lo scontato, perdendosi tutto il resto dello spettacolo.
de l’intera tavola) e la tavolozza dei dolci (dieci/dodici Sarebbe un gran peccato!

Regione Gombi della Luna, 29 - 18027 Chiusavecchia (IM) - tel. +39 0183 779887 - servizio.clienti@oliosalvo.it - www.oliosalvo.it
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Regione Gombi della Luna, 29 - 18027 Chiusavecchia (IM) - tel. +39 0183 779887 - servizio.clienti@oliosalvo.it - www.oliosalvo.it
| STORIA DEL CIBO |

IL BOLLITO
Nella cucina italiana i rapporti tra
Centro-Europa e Pianura Padana si
evidenziano nelle carni lessate che,
nel linguaggio della cucina italiana

MISTO oggi vanno sotto il nome di bollito


misto. Perché centro Europa? Perché
da quei territori sono arrivati, per
lunghi secoli, i dominatori del
nostro Paese, portando usanze ga-
autore: Luigi Franchi
stronomiche che, poi, in Italia hanno
trovato una codifica più aggraziata,
più gustosa. In Francia, ad esempio,
il bollito misto prevale sugli arrosti, a
differenza della Gran Bretagna dove,
nonostante carni eccellenti di quel-
la terra, il roastbeef supera di gran
lunga la presenza del boiled. Il pot- il piatto più amato da Cavour e Vittorio Emanuele II. accompagnano: verdure stagionali bollite nel brodo ad
au-feu, le carni bollite, in Francia Nel 1897, Giovanni Vialardi nella sua Cucina borghese esclusione di peperoni alla brace e sottaceti. Infine, sale
sono presenti in tutti i diparti- semplice ed economica citava la culatta e pettina di bue grosso e, altro numero magico, tre salse: bagnetto verde,
menti, ad eccezione delle aree adia- lessate consigliando, è sempre l’Alberini che lo scrive, “di bagnetto rosso e mostarda.
centi al Mar Mediterraneo, in diverse servire la coscia, tagliata esattamente in fette da millime- Un piatto per persone dal robusto appetito, che va scom-
preparazioni: “bue, stinco di vitello, tri 5 per 60, con guarnizioni di patate al bianco e cavoli parendo proprio per questo. Non c’è più quell’appetito
prosciutto e salsicce ad Albi, mon- al grasso. Anche cappone e pollanca si cuociono in poca che avviluppava gli uomini nei giorni di mercato, quando
tone a Carcassone, solo bue a Syrvi acqua e ogni pezzo va in tavola per conto suo”. la sveglia era in piena notte e i chilometri da fare spesso
sulla Mosa, con l’oca in Guascogna. Quando avviene dunque l’assemblaggio che dà vita a piedi dalle campagne al paese erano tanti.
Ovunque, il bollito va in tavola as- ai grandi carrelli fumanti e odorosi? Dal Piemonte, dove il gran bollito misto ha le ca-
sieme ai legumi cotti nel brodo e al Non esiste una data certa ma crediamo che il termine ratteristiche sopra descritte, alla Lombardia le cose
consommè in tazza” scrive Massimo bollito misto sia da imputarsi alla fine degli anni cinquan- cambiano un po’: “un blocco importante di carne di
Alberini nella sua Storia della Cuci- ta, primi anni Sessanta, quando la ristorazione in Italia manzo lessata accompagnato da cappone, zampone e co-
na Italiana. Un’influenza, quella fran- cominciava ad avere un seguito tra tutte le fasce sociali, techino, testina e piedini di vitello, con bagnetto verde,
cese che si fa sentire soprattutto nei anche con eventi tipo ‘la serata dei bolliti’, dove la solen- patate lessate, sottaceti e ravanelli” (Arturo Marescalchi).
bolliti delle regioni italiane posizio- nità del carrello diventava di per sé un elemento di A Verona manzo bollito, testina, cappone, raramente
nate più a ovest, come il Piemonte. richiamo. Infatti questo è un piatto che difficilmente si di più, accompagnati dalla pearà, una salsa antica, che
Ancor oggi, specialmente nei giorni può fare in casa, la sua sontuosità non lo permette, trop- si lega con il pangrattato ed è fatta con pane bigio, brodo
dedicati al Bue Grasso, in dicembre, pi gli ingredienti da comprare e sempre più minuscole del bollito, abbondante midollo di bue, abbondantissi-
il bollito misto è il piatto principe sono le famiglie. Tipico delle regioni del Nord, il bollito mo pepe. Infine nell’Emilia-Romagna terra del buon
nei ristoranti piemontesi ma, nono- misto ha le sue varianti di territorio ma in comune mangiare, dove il bollito misto è solitamente compo-
stante sembri una ricetta da sempre ha il rituale dei numeri magici. In cucina ci si orienta- sto da cinque tagli, più due di supporto, e da carni
presente nella cucina italiana, essa va, inconsapevolmente, verso numeri ritenuti perfetti: il di maiale e di manzo insieme: zampone, cotechino,
è un piatto dal nome piuttosto tre, il quattro, il sette e via dicendo. Numeri che ricorda- manzo, lingua, testina e, a volte, codone e mammella.
recente. Prova ne è che la guida ga- no la Trinità, i giorni della settimna, i pianeti ecc… Le salse sono composte solitamente da bagnetto verde e
stronomica del Touring Club Italia- Il gran bollito misto deve, nella sua formula perfetta, rosso, da mostarda e da cipolline.
no lo cita a Modena solo nel 1968, prevedere sette tagli di carne di bue e di vitellone, A Bologna anche dal friggione. È qui, in questa terra go-
Un termine recente mentre in quella del 1931, la prima preferibilmente oggi, obbligatoriamente ieri, allevati sul duriosa, che il bollito misto ha avuto a sua prima e
per un piatto storico guida di turismo enogastronomico posto: punta di petto, fiocco, costata grassa e magra, unica versione comtemporanea: il Bollito non Bolli-
edita in Italia, non viene neppure coscia, spalla, noce o muscolo di gamba, tenerone. A to, di Massimo Bottura, accompagnato con la gelatina
preso in considerazione. Prima si queste parti nobili si affiancano sette tagli minori: di peperoni calda, l’aria di prezzemolo, la marmellata di
chiamava Grande Bollito Storico testina, zampino, coda, lingua, gallina da brodo, cotechi- cipolle, la mostarda di mele campanine, le acciughe e i
Risorgimentale Piemontese ed era no e salame cotto. Sette sono, infine, le verdure che capperi. Ma questa è un’altra storia!

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(GR) TEL. 0564 467005 (SO) TEL. 0342 996640 (TR) TEL. 0744 989765 (AN) TEL. 0731 60142 (BG) TEL. 035 670405 (FC) TEL. 0547 671511 (CA) TEL. 070 9165293 (MB) TEL. 0362 302620 (RC) TEL. 0965 636587 (FI) TEL. 055 8825914 (BR) TEL. 0831 332292 (IM) TEL. 0183 650433

TA S T E S U P P O RT E R

(RN) TEL. 0541 968196 (BA) TEL. 080 6901781 (RM) TEL. 06 658661 (TN) TEL. 0462 761211 (CZ) TEL. 0968 93068 (BZ) TEL. 0471 820095 (SO) TEL. 0342 354055 (PT) TEL. 0572 636682 (TN) TEL. 0465 501569 (SA) TEL. 0828 723330 (SA) TEL. 089 461693 (NA) TEL. 081 909380

RESTAURANT / BAR / PUB / PIZZERIA / HOTEL

(PN) TEL. 0434 91373 (VI) TEL. 0424 8188 (SS) TEL. 079 361750 (MO) TEL. 059 284736 (RM) TEL. 06 9060510 (RG) TEL. 0932 456176 (VB) TEL. 0324 243885 (LE) TEL. 0832 611439 (NA) TEL. 081 5630620 (BS) TEL. 030 9826391 (SI) TEL. 0577 304246 (AL) TEL. 0143 896216

(AQ) TEL. 0863 448052 (AR) TEL. 0575 984186 (MN) TEL. 0376 804071 (MI) TEL. 02 99010606

La prima rete distributiva italiana nel foodservice


| PRODUZIONE | sua ricetta, in uno stabilimento che che ricrea quella esterna dove, negli “Per imparare a fare bene il pro-
utilizza impastatrici Dominioni. anni ’50, stagionavano i prosciutti. sciutto ho viaggiato moltissimo,
Tutti prodotti che si possono degu- Ora il clima è cambiato fuori, ci sono nelle varie zone del mondo dove
stare e acquistare in ciascuna del- estati con temperature eccessive. si produce e ho scoperto materie
le dieci prosciutterie IE, Italian Qui, invece, non si accelera il pro- prime straordinarie che dovevo
Excellence, sei in gestione diretta cesso, lo si rende migliore”. condividere. Questo è il motivo
e quattro affiliate, tra Veneto e Il maiale che viene utilizzato per principale. Da qui nasce la linea
Friuli Venezia-Giulia. il San Daniele DOP è lo stesso che Patadok, Nebrodok e Hundok. Per
“In queste prosciutterie c’è una re- per il Parma, quali sono dunque il prosciutto spagnolo abbiamo pre-
gola, le ricette della cucina sono le differenze? E come si gestisce, so la loro materia prima e l’abbiamo
codificate dalla proprietà. Ci met- in una cucina di ristorante, un lavorata con i nostri sistemi, il risul-
tiamo noi la faccia e non vogliamo prosciutto? tato è stato da subito superlativo il
che lo chef cambi questo sistema. “Non si riconoscono se non ad un as- ‘sabor’ del ‘cerdo iberico romanico
In ogni locale il cliente deve trovare saggiatore più che esperto. Ciò che dell’Extremadura’ unito alla pulizia
uno standard uguale. Questo meto- conta, in un buon prosciutto, è la tecnica italiana. Per quello dei Ne-
do ci ha fatto crescere e, in un perio- vita dell’animale, ciò che mangia, brodi, il miglior maiale che io abbia
do come questo, chiudere i bilanci e come viene trattato, in ogni fase mai conosciuto, l’altissima qualità
provvisori con un rilevante segno di produzione, il prosciutto. Oltre della carne fa si che gli allevatori si-
positivo ci fa dire che questa è la al dopo, a quando è pronto per es- ano spinti a macellare i suini molto
strada giusta” afferma Carlo Dall’A- sere servito agli ospiti o venduto in giovani (circa un anno) cosa che per
va. Ma andiamo con ordine perché gastronomia. Per noi il meglio è un noi non va bene in quanto il maiale
di eccellenti prosciutti dobbiamo prosciutto 16 mesi, anche se è il più è ancora troppo piccolo per pen-
parlare. difficile da trattare perché ha la fetta sare di riuscire a fare dei prosciutti
più delicata. Servire un prosciutto interessanti, pertanto ogni qualvolta
Il prosciutto crudo crudo, soprattutto nella ristora- si presenta l’occasione di avere dei
“Per noi vendere prosciutti signifi- zione, può sembrare la cosa più suini pesanti avviamo la produzio-
ca avere clienti, nella ristorazione semplice da fare, ma è altrettanto ne e il risultato finale ci ha dato e ci
e nelle gastronomie di qualità, che semplice distruggerlo. L’affettatri- dà delle grandissime soddisfazioni.
UNA LEZIONE SUL sappiano condividere la nostra fi-
losofia. Infatti abbiamo una rete di
ce sporca, il piatto caldo, i sottaceti
in abbinamento che sono un vero
Per il maiale ungherese, in questo
momento la produzione è ferma

PROSCIUTTO CRUDO
distribuzione diretta dove seguiamo assassinio. Oppure il pane sbagliato. ma quando riprenderà avremo un
il cliente passo passo, cercando di Sono tante le cose da tenere a mente prosciutto di cosce provenienti dal
dare a ognuno il prosciutto più quando gestiamo un prosciutto cru- suino Mangalica, una razza pura dal
adatto ai suoi bisogni” afferma do. Noi cerchiamo di rispondere di 1700 allevata nelle pianure magiare
A San Daniele c’è Dok Dall’Ava, Carlo Dall’Ava, appena inizia il per- tutte le manchevolezze, pochissime per circa 16 mesi, maiale molto pe-
dove la cultura del prosciutto crudo è in ogni gesto corso all’interno di uno stabilimen- per fortuna, dei nostri prosciutti ma loso da assomigliare ad una pecora
to creato per dare alla materia pri- quando, come è capitato, un ristora- obesa. Questa carne ha dei conte-
ma tutte le possibilità per essere tore si è lamentato che il nostro pro- nuti di acido oleico talmente alti da
autore: Luigi Franchi la migliore. Sale di stagionatura che sciutto aveva difetti e abbiamo visto poterlo tranquillamente paragonare
sito: dokdallava.com sembrano gioielli, dove tutto è per- che teneva l’affettatrice attaccata al allo spagnolo. Il Prosciutto ottenuto
fettamente in ordine, la temperatura cuocipasta non si poteva accettarlo. da questa carne è veramente incredi-
è costante, i prosciutti ‘felici’. L’ideale, per i prosciutti in ristorazio- bile, si scioglie letteralmente in boc-
“Vedi quella specie di polvere che c’è ne, sarebbe averne uno in affettatrice ca dando un senso di dolcezza uni-
Come si riconosce un prosciutto crudo eccellente? dotti che ora si sono estesi anche ad altre tipologie come, a terra, sotto le file ordinate di pro- e uno in frigo, ruotandoli spesso, an- co. Infine c’è anche il San Daniele
Volendo dare risposta a questa domanda siamo andati a ad esempio, i prodotti dolci come la tradizionale gubana, sciutti? Non voglio mai che sia tolta e che se mi rendo conto che a volte il affumicato, il nostro Fumato, che
San Daniele in Friuli, al centro della DOP San Daniele e,, i biscotti e il panettone (grazie ad un’azienda, Maria Vitto- neppure toccata. Non è polvere ma tempo non lo permette”. portiamo in Carnia ad affumicare.
più specificatamente da Dok Dall’Ava, il prosciuttificio ria Bakery, che Carlo Dall’Ava ha rilevato e alla presenza sono minuscoli acari che mangia- Oltre al San Daniele Dop voi Si tratta di un prosciutto classico che
con il numero 10 assegnato dal Consorzio. di un maestro pasticcere e chef, Sergio Pontoni, che ne no le muffe della stagionatura e stagionate e commercializzate viene smarchiato e affumicato a 16
Perché proprio lì? Perché lì c’è un imprenditore che gestisce le produzioni), oppure le specialità francesi (foie poi restano lì. Fanno un grande la- anche altri prosciutti provenien- mesi, cosi facendo il fumo rimane so-
guarda al mercato con uno sguardo diverso rispetto gras, ostriche, lumache ecc…) che Carlo Dall’Ava impor- voro, sono importanti al pari del- ti dalla Spagna, dai Nebrodi in ave e non crea quel sapore stucche-
a tutti gli altri: Carlo Dall’Ava, il primo ad inaugurare ta direttamente grazie ad un’altra azienda che ammini- la temperatura di queste stanze, Sicilia, dall’Ungheria: come mai vole che spesso si trova”. Una vera
le prosciutterie dove assaggiare e comprare i suoi pro- stra, la RCL Italia, o ancora alla pasta che fa produrre, su dove c’è un bilanciamento dell’aria questa scelta? lezione quella di Carlo Dall’Ava.

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| PRODUZIONE | quest’ultimo segmento ci vede tra i così caratterizzato da una spiccata conta bensì il saper fare italiano, lo
pochi specializzati. - afferma Mauro sofficità e masticabilità, accompagna- stesso che ci contraddistingue nel
Milani, direttore generale di Molini te da un’alveolatura regolare. mondo. Sono le capacità tecniche di
Lario – E quello artigianale, dove La presenza delle fibre di avena un mugnaio a dare valore al grano,
serviamo tramite distributori, panet- garantisce inoltre una più lenta trasformandolo ogni giorno. Inoltre
terie, pizzerie e pasticcerie in tutta migrazione dell’acqua residua nel in molino prima di entrare i grani,
Italia, con una forte presenza nelle prodotto, con l’effetto di rallentare da qualsiasi parte del mondo pro-
regioni del nord. In tutto abbiamo il processo di retrogradazione dell’a- vengano, Italia o altre nazioni, sono
70 referenze di farina che coprono mido: tale caratteristica permette al sottoposti a rigorosissime analisi e
tutte le esigenze di mercato”. prodotto da forno di contenere il controlli, quindi la sicurezza assoluta
normale processo di raffermamento del grano italiano è soltanto una sto-
Un mercato in evoluzione e donare una shelf-life più lunga. ria di marketing. Non sono contrario
“Siamo sartoriali nel nostro modo Inoltre l’Accademia Farina è anche all’utilizzo di grani italiani, è ovvio,
di lavorare. – ad affermarlo è il centro di formazione che, in questo ma si devono dire le cose come stan-
presidente di Molini Lario, Giaco- periodo, si svolge tramite webinar no e cioè che è il molino, il saper fare
mo Bozzi – Per ogni industria che online. Si tratta di una serie di corsi dei mugnai italiani che conta e non
serviamo abbiamo una o più farine gratuiti dove il pizzaiolo o il panet- la provenienza”.
dedicate, funzionali al loro modo
di produrre. Farine che devono ga-
rantire una forte stabilità nel tempo.
Diverso è per il comparto artigiana-
le dove, invece, siamo protagonisti
di un’evoluzione rappresentata da
nuove farine in grado di rispondere
alle esigenze dell’artigiano, sia esso
panetterie, pizzaiolo o pasticcere, e
LA STORIA E LA CRESCITA DI della sua clientela”. Nasce da questa
riflessione l’Accademia Farina, col-

MOLINI LARIO
locata all’interno dello stabilimento
di Agrate Brianza. Un luogo che è,
insieme, centro di ricerca e sviluppo
e centro di incontro e formazione
Dal 1919 un’eccellenza del saper fare italiano con i clienti del Molino e dei distri-
butori che lavorano con esso.
“Qui si svolgono due tipi di attività.
autore: Luigi Franchi
– racconta Alessandro Proverbio, tiere possono interagire con il no- Il progetto Pizza
sito: molinilario.it
responsabile dell’Accademia Farina stro docente in un confronto diretto di Molini Lario
– Il primo riguarda la ricerca, con su diverse tematiche. Si tratta di corsi L’intensa attività dell’Accademia Fa-
la selezione di miscele nuove adat- gratuiti, in un calendario di due o tre rina ha spinto la direzione di Molini
Vivere centouno anni di storia durante la visita ad un forte concorrenza che si fanno i molini per accaparrarsi te al mercato contemporaneo e la appuntamenti ogni mese. Questo ci Lario ad investire di più sul compar-
mulino è un’esperienza che consigliamo a tutti coloro le vendite”. Il 1931, negli anni di massima spinta verso nascita di nuovi prodotti come Tan- permette di confrontarci con le reali to pizzeria. “Molti pizzaioli hanno
che, con le farine, hanno professionalmente a che fare. l’autarchia. Ed è interessante perché questo è un setto- taFibra, una linea messa a punto in esigenze di mercato e di far scoprire partecipato, in questi ultimi anni, ai
Perché, attraverso la storia, si capiscono molte cose di re dove la tecnologia, senza alterare, anzi migliorando la sei referenze con farina di tipo 1 e ai partecipanti le nostre numerose nostri corsi, apprezzando le nostre
questo settore, ad esempio che l’Italia non è mai stata qualità finale del prodotto, ha compiuto passi da gigante, 2, con forze diverse e con una fonte soluzioni per i loro locali, per il loro linee di farine. – conferma Mauro
sufficientemente autonoma a livello produttivo, come soprattutto negli ultimi anni. Infatti, oggi, la Molini Lario, di fibra che riesce a rispondere a di- stile di impasto”. Milani – Questo ci ha portato ad ela-
si evince dal Verbale di Consiglio del 22 Febbraio 1931 fondata nel 1919 sul lago di Como, è uno dei più accredi- versi utilizzi, dal pane alla pizza fino Alla domanda sul valore reale dei borare un progetto dedicato alla piz-
di Molini Lario dove si legge: “mentre si è quasi sempre tati molini italiani, con una capacità produttiva di 86.000 ai prodotti lievitati. In questa linea grani italiani, valore in termini di za, che ha preso avvio da pochi mesi
costretti ad approvvigionarsi per 2 – 3 mesi, specie per tonnellate e settimo molino di grano tenero in Italia. abbiamo una proposta chiamata Fi- quantità e di sicurezza Alessandro con la realizzazione di farine messe
i grani esteri, le farine vendute ben difficilmente si pos- Il suo mercato si divide in due settori: per l’industria bra Advance che garantisce un buon Proverbio risponde così: “Se usas- a punto con scelte varietali per que-
sono consegnare se non ai prezzi di giornata per il sem- alimentare, “dove siamo fornitori accreditati delle prin- assorbimento e un’ottima lavorabi- simo solo grano italiano avremmo ste esigenze. Nel prossimo periodo
plice motivo che alla nostra clientela vengono concesse cipali aziende italiane e multinazionali, con referenze lità, così come un’eccellente tenuta pasta solo per quattro mesi all’an- daremo vita a un team dedicato con
le più cattive abitudini che mai siano esistite, causa la adatte per ogni tipo di utilizzo, dal surgelato al babyfood, in lievitazione. Il prodotto finito sarà no. Non è l’italianità del grano che struttura tecnica e commerciale”.

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| ASSOCIAZIONE GASTRONOMI PROFESSIONISTI |

La cucina italiana è sinonimo di ec-


cellenza e genuinità in tutto il mon-
do. Un inconfondibile fiore all’oc-
chiello spesso frainteso nelle sue
diverse imitazioni. La ricercatezza
dei nostri ingredienti, così dettaglia-
ta e precisa, rende impossibile ricre-
are lo stesso piatto in un’altra parte
del mondo, dove certi ingredienti

LA CUCINA
non esistono. Dalle erbe di campo
alla moltitudine di prodotti orto-
frutticoli IGP, come l’arancia rossa
di Sicilia, non esiste competizione in

ITALIANA DEGLI fatto di qualita e varietà.


Proprio in questo risiede il valore del
vero Made In Italy. Siamo un popo-
lo che, nonostante tutte le difficol-

EMIGRATI tà che ha affrontato nel corso della


storia, ha sempre messo in tavola
qualcosa di proprio e ricco nella sua
semplicità. Fare fortuna oltreoceano
autrice: Martina Mondini significava mangiare ogni giorno ed
è stato questo a portare moltissimi
connazionali a spostarsi verso le
Americhe poco dopo l’unificazione
d’Italia. Dal 1890 al 1960 oltre 27
milioni di italiani intraprendono il
lungo viaggio che li condurrà verso
la sazietà. Lo sbarco in America coin-
cide dunque con l’avverarsi di ghiot-
te speranze, soprattutto provenendo
da un Paese dove il sistema tributario
aveva preso di mira anche prodotti
alimentari fondamentali come il ma-
cinato (1868) e i cereali (1887).

Le mete degli emigrati


New York e Buenos Aires sono le
mete prescelte dagli emigrati italiani,
tanto che, per esempio, oggi in Ar-
gentina vivono oltre 60 milioni di di-
scendenti italiani. Il cibo assume una
connotazione politica nel momento
in cui l’emigrante cerca di integrarsi
Una breve storia dei piatti che nella società offrendo in tavola sia
la propria tradizione che la propria
sfamarono gli italiani d’America identità. Purtroppo inizialmente gli
americani non apprezzano molto la
nostra cucina: la trovano piccante,

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insolita. Si discosta troppo dai loro sapori. Agli italiani loro dieta, perché la carne costava un terzo rispetto al
non resta che reinventarsi. Alcuni diventano imprendi- prezzo italiano. Essendo maggiormente accessibile della
tori e iniziano a vendere per le strade di New York, Bo- varietà di verdure e formaggi italiani, la sostituzione degli
ston, Philadelphia, Chicago frutta e verdura di stagione. ingredienti avvenne molto velocemente. L’associazione
Il dialogo e la condivisione delle proprie ricette sono la nazionale dei produttori statunitensi di pasta pubblicò la
chiave di volta per la rieducazione della società america- ricetta negli anni ‘20, ma diventò ufficialmente celebre a
na all’accettazione di prodotti e ricette italiani. Tutto in livello mondiale dal 1955 grazie al ‘bacio degli spaghetti’,
America era disponibile, accessibile ed economico, più nel film Disney Lilli e il Vagabondo.
la carne dei vegetali, assenti sia per qualità che per va-
rietà e quantità. Mangiare carne sia negli Stati Uniti che Chicken Parm
in Argentina era un gesto ordinario, non un privilegio La melanzana americana
come in Italia. Trovarsi di fronte una tale disponibilità a La Chicken Parm e una ricetta tipica italo-americana mol-
bassissimo costo ha consentito quindi a molti italiani di to comune sia in Argentina che negli Stati Uniti. Le radici
integrarla presto nella propria cucina, portando così alla di questa ricetta affondano nelle famose Melanzane alla
realizzazione di nuove ricette e alla rivisitazione di altre. Parmigiana. Il termine deriva dalla voce siciliana “parmi-
ciana”, ossia l’insieme dei listelli di legno che formano
L’Asado Argentino una persiana. La clientela americana predilige la carne
L’introduzione della Parrilla alla melanzana impanata e fritta, portando i ristoratori
Il termine “asado” significa “arrostito”, con implicito ri- italiani a riadattare la ricetta originale. Oltretutto la carne
ferimento alla cottura alla brace. In origine le condizioni di pollo era una risorsa molto più gustosa e conveniente
economiche e sanitarie dei gauchos prevedevano l’uso in America di quanto non lo fossero le melanzane. La ri-
esclusivo del coltello, una croce di ferro (la cruz) su cui cetta della Chicken Parm diventa ufficialmente un piatto
veniva issata la carcassa e non prevedevano aromi costosi caratteristico della cultura italo americana solo nel 1962
dove macerare la carne. La cottura avveniva direttamente in seguito alla pubblicazione sul New York Times.
sul fuoco. Il coltello veniva usato sia per la divisione che
per il consumo dell’asado. Sono tuttora necessari tempi Pasta Alfredo
molto lunghi per consentire la corretta eliminazione di Una bianca sposa in America
tossine e batteri dalla carne. Olio, aceto, aglio, limone, Soprattutto la pasta non viene inizialmente accettata di
prezzemolo e origano vengono introdotti più tardi per buon grado. La situazione migliora negli Stati Uniti solo
ragioni economiche. Questi ingredienti si usano oggi per dopo la seconda guerra mondiale, essendo un piatto
creare il chimichurri, una salsa con cui si usa aromatizza- molto economico. La storia della pasta all’Alfredo o “ai
re la carne previa cottura. Gli italiani giunti in Argentina tre burri” sembra risalire al XV secolo quando troviamo
introducono la parrilla, ovvero l’uso della griglia vera e per la prima volta dei riferimenti alle Fettuccine Alfredo.
propria, più adatta alle necessità urbane di case e risto- La paternità della ricetta è stata rivendicata a inizio ‘900
ranti. Interessante il coinvolgimento degli emigrati liguri. da due ristoranti romani: Alfredo alla Scrofa e Il Vero Al-
Dopo gli anni cinquanta molti italiani rientrano dall’Ar- fredo all’Augusteo. Ancora oggi non è chiaro chi abbia
gentina conservando questa tradizione come propria. ideato la ricetta originale, perché esistono numerosissi-
Infatti in Liguria ogni anno si organizzano molte sagre me varianti e leggende in merito.
per celebrare l’asado ligure nell’entroterra del Tigullio.
La variante italiana risente tuttavia delle ristrettezze eco- Caesar Salad
nomiche degli emigranti che si accontentavano di parti L’insalata del 4 luglio
meno costose dell’animale: la pancia, per esempio. La Caesar Salad nasce il 4 luglio 1924 a Tijuana dalle cu-
cine dell’Hotel Caesar. Cesare Cardini, il proprietario,
Spaghetti with meatballs lavorava tra gli Stati Uniti e il Messico, dove le restrizioni
Chi più ne ha, più ne metta del Proibizionismo americano non potevano affliggere né
Gli spaghetti con le polpette al sugo sono un piatto sim- la sua vita privata né la sua creatività culinaria. Leggen-
bolo della cucina italo-americana, più che un eccellenza da narra che la Caesar Salad nacque da una manciata di
italiana vera e propria. Varie ricette tipiche di molte zone avanzi di cucina: fu ideata in mancanza di altre risorse.
dell’Italia meridionale, prevedono l’uso di polpettine La ricetta originale includeva lattuga romana, aglio, uova
come condimento per la pasta, ma la ricetta e il risultato sode, Parmigiano Reggiano, crostini, olio d’oliva e salsa
finale sono essenzialmente diversi. Nella versione ame- Worcestershire. Due anni più tardi il fratello Alex aggiun-
ricana la pasta cuoce a lungo, mentre le polpette hanno se le acciughe. La cotoletta di pollo viene introdotta in
dimensioni decisamente maggiori. Gli italiani adottano seguito accompagnata da altre numerosissime varianti
presto e volentieri maggiori quantitativi di carne nella sulla base delle richieste della clientela.

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| TERRITORIO | è costante la limpida serenità), l’ac- per Bergamo, quella scorsa, a causa avvicina a quello dei normali ravioli
ciottolato, i macabri senza compli- del Covid-19 che qui ha colpito dura- di carne e/o salsiccia.
cazioni di Santa Greta Inter Vites, le mente la popolazione! Tra le spezie più comuni, oltre al
trattorie andate (I Bei Tep – pensa te Ma parlare di Bergamo gastronomi- pepe, la cannella e la noce moscata.
– La Scaletta e l’Osteria di Nicola). Le ca, oggi, non può che portarci ad Questo, insieme alla polenta tara-
ortaglie di Fontanabrolo. Altrettanto un’iniziativa che, ormai da diversi gna, una polenta di mais e grano
certo – addirittura motivo primo anni, punta ad avvicinare i giovani saraceno, è il piatto più tipico del
(maledetto ghiottone) – La Pergola, all’alta cucina. Si tratta di InGrup- bergamasco. La parola taragna deri-
ristorante, e Gioacchino, fuoriuscito po, una manifestazione voluta da va probabilmente da ‘tarèl’, ovvero il
toscano. Toscano? Dei peggiori. Ca- Giuliano Pellegrini, del ristorante lungo bastone con cui si mescola la
rico di malizie, furbo e ingenuo allo Lio Pellegrini, che ha chiamato a polenta ed è condita con i formaggi
stesso tempo, ‘individuo’, ma così raccolta i migliori ristoranti di Berga- tradizionali delle valli bergamasche:
amico e innamorato del mestiere da mo, e qualcuno della Lombardia, per il Branzi e il Formai de Mut.
farmi dimenticare che non è, appun- realizzare un evento che, nell’ultima Poi seguono gli oselì scapacc, invol-
to, bergamasco…”. edizione (2019), ha portato 25.000 tini di carne arrostiti e farciti con una
Poche righe che testimoniano l’al- giovani a varcare le porte dei risto- fettina di lardo e una foglia di salvia,
tissimo livello di scrittura di Luigi ranti gastronomici per avere un serviti rigorosamente con la polenta
Veronelli che, in uno spazio ristret- battesimo con l’alta cucina. e il loro sugo di cottura. Un piatto

BERGAMO
La sua storia, la sua gastronomia

autore: Luigi Franchi to, riesce a descrivere Bergamo come che porta nel nome, ironicamente, la
se ci fossimo già stati tutti e fa venire, La gastronomia di Bergamo storia della ricetta: infatti, il piatto è
al contempo, voglia di partire. “Tradizione lombarda e genio cre- un surrogato degli uccellini scappati
La cultura gastronomica a Bergamo ha due matrici ‘ghiottornia’… Mie soste: Caffè Cavour in Via Gombito, La famiglia Cerea, in anni più recen- ativo”, si può definire in questo allo sparo del cacciatore.
fondamentali: Luigi Veronelli e la famiglia Cerea. per le lunette con amorini classici, cui fa severo contrasto ti, ha portato Bergamo all’attenzione modo la cucina dei fratelli Cerea, Oppure i capù della Val Seriana,
Il primo, noto giornalista, editore, intellettuale e uomo il ritratto di Cavour, e per la pasticceria; le due macellerie, del mondo intero, infatti, negli spazi dove resistono le tradizioni di questa un piatto che non ha una ricetta co-
che camminava la terra, visse a Bergamo gran parte della una in via Gombito, soprattutto per le carni d’agnello, di Da Vittorio Relais&Chateaux, a terra ma vengono rese contempora- dificata ma si tratta di un fagottino
sua vita, in via Sudorno 44, e qui aprì il Seminario l‘altra in via Colleoni per le carni di vitello; il Caffè del Brusaporto (dieci minuti da Ber- nee dalla capacità di Enrico e Roberto formato da una foglia di verza che
Veronelli, luogo di incontro, di arguto e prolifico di- Tasso, in Piazza Vecchia, per i cocktal rigorosi e gli stra- gamo), i cittadini del mondo tro- di utilizzare nuove tecniche e abbina- contiene una farcitura di pan grat-
battito sul vino e sul cibo. Veronelli fu un sostenitore vaganti ‘assaggi’; lo scheletro dell’amatissimo canarino di vano godimento per i propri pala- menti. E così è per tutti i ristoratori di tato, formaggio e verza stessa. Sono
di battaglie civili, un fautore di buone idee e buone prati- Medea, figlia di Colleoni, nell’armadio della sagrestia del- ti e per il proprio benessere. questa terra, famosa per i casonsei, solo alcuni dei piatti della tradizione
che. Restano scolpite nella storia della gastronomia le sue la Cappella Colleoni; la Trattoria del Teatro, in via Colleo- Enrico, Roberto, Francesco, Ros- un piatto che fino al XIX secolo era bergamasca, ricca di storia rurale.
parole: “La gastronomia è l’atto del giudizio selettivo ni, per i casonsei e lo stracotto al vino rosso; il ‘panaio’ di sella e la mamma Bruna si prodiga- ben diverso da quello che si mangia Materie prime che trovano un punto
tra ciò che è buono e ciò che non lo è”. via Colleoni, per i vari tipi di pane; la fiaschetteria Cozzi no, nelle varie mansioni, a garantire ora Il ripieno racchiuso nella pasta di riferimento, insieme a tante altre
Per scrivere di Bergamo, del suo territorio, non si può per l’interno Liberty, sempre in via Colleoni. Fuori mura ore di piacere assoluto! era di gusto agrodolce (come quella per ogni necessità della ristorazione
che cominciare con questa sua riflessione dove per Ber- (ma sempre in Bergamo alta) ho il mio vertice; per la pre- E di solidarietà, come quella che dei tortelli di zucca mantovani) con bergamasca, in Bergel+, un distri-
gamo intende quella alta: “L’unica Bergamo, città senza cisione nell’emozionante Borgo Canale. Certo: le case dei hanno sviluppato, insieme a molti ripieno di pere, mandorle e mostac- butore di foodservice, socio di Cate-
uguali per le opere d’arte e per i luoghi di riposante Donizetti e di Bonomini (nel genio dell’uno e dell’altro altri amici, nella primavera più triste ciuoli tritati. Oggi invece il ripieno si ringross, che si trova a Zunica.

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| ABBINAMENTO | per 15 minuti tenendo il riso sempre ben girato. A cottu- Le note di degustazione
ra ultimata mantecare con un cucchiaio di parmigiano. Veste rosso rubino intenso con trame porpora.
Naso interessante e vario con profumi di ciliegia matura,
Con questo gustoso piatto ho cambiato molte volte l’ab- con lievi toni di ciliegia quasi candita, menta, eucalipto,
È molto facile parlare di piatti elaborati da chef illustri e binamento, dallo champagne con base Pinot nero, al Ba- pomodoro secco, tabacco dolce da pipa, pepe nero, noce
famosi. Il difficile è trovare piatti interessanti, fatti da chef rolo e al Sangiovese in purezza. moscata, per terminare con lievi e piacevoli soffi di smal-
di ristoranti meno noti alla cronaca enogastronomica. Il piatto è sugoso, succulento, quindi, a mio modo di ve- to di vernice.
Il piatto del quale vado a parlare è il risotto al piccio- dere, si abbina bene con un vino dotato di buona acidità Al palato si sente un corpo medio rinforzato ed un pia-
ne del ristorante La locanda di Simone in località e nel caso di specie ho scelto come mio vino preferito un cevole sapore di ciliegia che si propaga in tutta la cavità
Capezzano Pianore, Via Arginvecchio Nord 655, tel. bel sangiovese in purezza. orale. Vino ben equilibrato con la freschezza e i tannini
0854/915905. Siamo in Toscana, esattamente in Versilia. I Si tratta di un vino prodotto dall’azienda Podere la Cap- che dominano, senza ripensamenti, la massa alcoolica.
proprietari del ristorante sono Simone Benedetti e sua pella di Bruno e Natascia Rossini, posta in Toscana, I tannini sono dolci, abbastanza larghi sulla gengiva supe-
moglie Dona Teharz, chef del ristorante. Simone si oc- Strada Cerbaia n. 10/A, 500287 San Donato in Poggio riore (5/6+) e setosi. Lunga è la sua persistenza gustativa
cupa del servizio di sala e cura la carta dei vini, mentre (FI), tel. 055/8072727. È una piccola azienda che produ- con sapore di ciliegia, già sentita, da subito, all’assaggio.
Dona si occupa esclusivamente della cucina. Il ristorante ce vini di qualità con la consulenza del bravo e giovane Bella beva!.
è stato aperto poco più di dieci anni fa e, nel corso di enologo Valentino Ciarla. Il vino esprime tutta la sua giovinezza e capacità di invec-
Paolo Baracchino questo tempo, è diventato conosciuto ed è apprezzato
paolobaracchino.com I vini prodotti dall’azienda sono: il Chianti Classico con chiamento (97/100). Bella annata del Corbezzolo, più
anche da importanti ristoratori stellati della zona, che uvaggio per il 90% Sangiovese e il 10% Merlot, il Chianti di altre. Quelle che ho preferito nell’ordine sono 2015,
amano la loro cucina e vi si recano nei giorni di chiusura Classico riserva “Querciolo” con uvaggio di solo Sangio- 2011 e 2010.
del proprio ristorante. Il menù è sia di carne, in preva- vese; il Corbezzolo, con uvaggio del miglior Sangiovese; A mio avviso l’abbinamento è stato perfetto perché il
lenza, che di pesce e sono tutti piatti curati sia per la qua- il Cantico, Merlot in purezza; il Vin santo prodotto solo risotto era ricco di carne e pertanto questo sangiovese,
RISOTTO AL PICCIONE lità dei prodotti che per la loro elaborazione. Da Simone
si possono assaporare anche gustose pizze e focacce. Il
nelle migliori annate e per finire un Vermentino in pu-
rezza chiamato Oriana, dal nome della moglie di Bruno
fruttato, fresco e con tannini setosi si è ben coniugato al
piatto. Il vino ha esaltato i sapori del piatto senza perdere
ABBINATO AL VINO piatto che normalmente prendo, quando vado da loro,
è il risotto al piccione che trovo sempre molto gustoso,
Rossini. Vi suggerisco di bere, quando, uscirà, il Vermen-
tino con l’annata 2019, a me è piaciuto per il suo perfetto
la propria identità.

“CORBEZZOLO” piacevole e ricco di carne. equilibrio gustativo.


Il vino da me prescelto per l’abbinamento è stato il Cor-
RISOTTO AL PICCIONE bezzolo, annata 2013.
Ricetta per cinque persone Il primo anno di produzione è stato il 2003 e viene pro-
• due piccioni spennati e puliti dotto solo nelle annate migliori.
• quattro foglie di alloro
• tre coste di sedano
• tre carote
• due cipolle rosse
• 300 ml di vino rosso
• olio extra vergine 200 ml
• sale q.b.
• brodo vegetale
• riso carnaroli 90 gr a porzione

PROCEDIMENTO:
Lavare i piccioni e dividerli a metà lungo la spina dorsale.
Fare il battuto di sedano, carota e cipolla, metterlo in una
teglia da forno dove sopra verranno messi i piccioni con
olio, sale e vino rosso, infornare ad una temperatura di
180°, per circa 90 minuti.
A fine cottura togliere i piccioni e disossarli, poi battere
al coltello la polpa facendo dei piccoli pezzi, anche con
il battuto e poi unirli. Riunire il tutto, compreso il sugo
ricavato dalla prima cottura, e far cuocere in pentola per
circa cinque minuti a fuoco basso.
Prendere una padella apposita per risotti e fare rosolare
il riso, bagnarlo con brodo vegetale e poi aggiungere il
ragù di piccioni preparato in precedenza, cuocere il tutto

ottobre 2020 | sala&cucina | 54 | ottobre 2020 | sala&cucina | 55 |


Il gusto sano della natura

R IS T O R A
LA Z
R

ION
IDEALI PE

E E LA G A
ST
RONOMIA
| RISTORANTE | tore” ci confessa con entusiasmo. Qui il registro parla
di sapori locali, di materie prime toscane e, quando
non è possibile restare entro i confini regionali, di
eccellenza italiane. “Seleziono personalmente i pro-

OSTERIA dotti, preferendo quelli della nostra regione, per essere


il più possibile fedele alle ricette e pietanze nostrane.
Scelgo fornitori fidati, che sappiano darmi informazioni

DEL MILIONE, sull’origine dei prodotti, proprio come fa Cecioni Food


Service. Per tutto ciò che riguarda la selvaggina, invece,

A SCANDICCI
ci rivolgiamo ai Macelli di San Minato che ci garantiscono
dei prodotti straordinari. E poi la maggior parte delle
lavorazioni le svolgiamo internamente, per governa-
re al massimo l’esito del piatto”. La carta, dicevamo,
Per evadere dai ritmi frenetici raccoglie grandi bontà: dalle paste fatte in casa, come le
pappardelle, condite con sughi generosi come quello di nessere e la genuinità regnano sovrani. Lorenzo, il figlio
della città cinghiale, i tortelli mugellani, gli antipasti con i tipici cro- più grande di Stefano, per otto anni è stato la sua spalla
stini toscani, fino a secondi come il coniglio porchettato, destra proprio ai tavoli, mentre Stefano si adoperava in
il peposo alla fornacina, il cinghiale in salmì. E poi non cucina. Da qualche tempo c’è Andrea, il figlio minore,
autrice: Giulia Zampieri mancano le selezioni di salumi e formaggi artigianali, anche lui, come il fratello, più incline alla sala che alla
le immancabili carni sulla brace vendute al chilo, cotte, cucina. “La passione per questo straordinario lavoro
nell’enorme camino che dà sul dehors esterno. si è riversata sui miei figli. Lorenzo prima, Andrea ora,
Dall’Osteria del Milione, poggiata su una collina a Scan- “I punti cardine vengono definiti così perché sono irre- rappresentano due aiuti importanti per l’osteria e per
dicci, una bella località in Toscana, si scorgono i monu- movibili, no? E per noi, la tradizione e il buono, sono il mio modo di condurla. Ricalcano le mie idee ma allo
menti di Firenze. Sembrano proprio posati, a filo, sopra il esattamente questo: colonne portanti, irremovibili, del stesso tempo ne apportano di nuove”.
paesaggio naturale composto di cipressi, pini, viti e ulivi. nostro locale. Sono elementi a cui non vogliamo rinun- Recarsi all’Osteria Del Milione significa evadere dai rit-
Uno spettacolo per l’anima che, a giusta distanza dai ciare e che i nostri clienti vogliono ritrovare ad ogni visi- mi quotidiani frenetici delle città. “Serenità e piacere, si
rumori cittadini, qui può trovare un piacevole ristoro, ta. Ecco perché qui cuociamo a vista e portiamo a tavola, viene qui per questo. La nostra è una clientela prevalen-
anche grazie all’accoglienza genuina della famiglia Pari- con il sorriso, la carne, che è una delle voci più importan- temente toscana e locale, non molto legata al turismo
gi, che gestisce l’insegna. ti della cucina toscana”. internazionale. Far star bene i nostri conterranei, essere
“Siamo privilegiati, qui a Scandicci abbiamo un pano- Il tutto viene servito in un ambiente rustico acco- scelti da loro, per noi è motivo di orgoglio”.
rama invidiabile, vediamo tutta Firenze. I nostri clienti gliente; in estate, poi, c’è un meraviglioso spazio esterno L’Osteria del Milione è aperta a cena dal martedì alla do-
amano recarsi nella nostra osteria per la vista, che è dav- dove prendere posto a sedere. Ma veniamo proprio alla menica, a pranzo il sabato, la domenica e i festivi.
vero rigenerante, e per la nostra ospitalità, spontanea e sala, che è lo specchio dell’anima del locale, dove il be- Conviene prenotare.
familiare, mai rigida o formale. Ce lo hanno confessato in
questi mesi dopo la chiusura: quando vengono a trovar-
ci si sentono a casa. Assaggiano i piatti della tradizione,
quelli che scaldano il cuore, fatti di ingredienti genuini e
preparazioni semplici” così ci racconta Stefano Parigi, il
titolare. In questa struttura Stefano ci ha messo piede per
la prima volta quattordici anni fa. All’epoca si trattava
di un casolare diroccato, datato 1100, con tre arcate
importanti, da rimettere completamente a nuovo.
Poi, con il restauro, e l’ingresso di Stefano, è diventato
un luogo in cui si respirano i profumi della tradizione,
si ritrovano i gesti semplici, si sta bene senza troppi
artifizi e voli pindarici. “Entrare e prendere in mano da
zero questo edificio fu per me una vera e propria sfida.
Da sempre, grazie a mio padre, provo una grande passio-
ne per la cucina; lo vedevo sin delle prime ore dell’al-
ba lavorare la cacciagione, pulire i raccolti, insomma
Osteria del Milione
darsi da fare ai fornelli. Ne ero attratto. Negli anni ho
Via di Giogoli, 16,
50018 Firenze FI intrapreso altre strade, ben lontane dal gestire un risto-
Tel. 055 204 7922 rante, ma poi ci fu quest’occasione, un po’ all’improvvi-
www.fattoriailmilione.com so, e sentii il richiamo definitivo per il ruolo di ristora-

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| PIZZERIA | con serietà e coscienza”. Una pizza di alta qualità è frutto
di impegno e passione; la pizza di Scialpi è croccante ma
soffice, sottile quanto basta, masticabile e scioglievole
al tempo stesso. Il segreto sta nell’impasto: “Faccio un

STASERA impasto molto disidratato, asciutto, altamente digeribi-


le anche grazie alla farina che utilizzo – quella de Le
5 Stagioni – che mi offre una resa perfetta e una forza

TUTTI DA GIÙ! ideale per non perdere nerbo in lavorazione. Idratazione


dell’impasto e forza della farina devono essere propor-
zionali. Per questo la mia pizza è sottile ma non si sfalda
al centro, è ben tesa ma non si piega”.
Paese enogastronomico, Noci è il luogo 52 pizze in carta, proposte gourmet fuori menu.
ideale per un’esperienza culinaria I clienti affezionati conoscono il metodo: si telefona e
si prenota una pizzata degustazione e Giulio prepara le
completa. Poteva mancare la pizza? pizze concordate nel modo scelto.
E allora è un trionfo di pesce, carne, dolci. La pizza diven-
ta il contenitore di tante specialità del posto, dalla frittura materie prime e ingredienti di altissima qualità. Solo in
autrice: Marina Caccialanza di pesce alla podolica, al salmone. questo modo sarà sempre apprezzata come lo è oggi, in
Ma la più richiesta è la pizza che ha portato Giulio Scial- tutto il mondo”. Giù Pizzeria accoglie 70 persone nella
pi alla vittoria mondiale, quella con melanzane saltate, sala interna e 120 nell’ampia veranda affacciata sulla via.
stracciatella, burratina, filetti di acciuga e caciocavallo Un po’ meno oggi, per le limitazioni, ma se dovesse ac-
locale. Un tripudio del territorio. contentare tutte le richieste non basterebbero i posti al
“Cerco di scegliere materie prime prodotte in zona – completo. “Abbiamo dovuto attivare il take away per ac-
spiega Giulio – ma la mia filosofia non è inseguire a tutti contentare tutti – dice Giulio – e in questi giorni anche il
i costi il km 0. Credo che si debba scegliere il miglior delivery perché, si sa, qui al sud la gente esce volentieri
prodotto indicato per il risultato che si vuole ottenere. d’estate ma quando cambia la stagione si fa pigra e allora
Per questo, per esempio, utilizzo insaccati e prosciutto la pizza gliela portiamo noi”.
veneti. Non conta la provenienza secondo me, conta la Un po’ di flessibilità, via. Il cliente va accontentato.
qualità. La pizza è alimento universale e come tale deve Giulio Scialpi lo fa con l’entusiasmo e il sorriso perché la
Si chiama Giù Pizzeria perché è il locale dove Giulio essere sempre un prodotto eccezionale realizzato con pizza, è la sua vita.
Scialpi prepara la sua pizza da primato mondiale e gli
amici così si apostrofavano: “andiamo da Giù a mangiare
la pizza”. Niente di meglio di un nome corto, facile da
ricordare; detto fatto, e questo è diventato il suo nome:
Giù Pizzeria. Una trentina di chilometri dall’Adriati-
co, una trentina dal Mediterraneo, nell’entroterra
di Bari, Noci è un paese dove l’offerta gastronomi-
ca è straordinaria, tutta la ricchezza della Puglia. Giu-
lio Scialpi è stato campione del mondo di pizza nel
2014 e ha ricevuto l’eccellenza nel 2017: Noci e Giulio
sono la coppia perfetta.
“Abbiamo avuto molte soddisfazioni in questi anni – rac-
conta Giulio ‘Giù’ – perfino quest’anno che la situazio-
ne è difficile per tutti abbiamo avuto un’invasione di tu-
risti, gente che sa apprezzare le specialità del posto tra le
quali è per me un onore inserire la mia pizza”.
Pizzaiolo esperto Giulio Scialpi lo è di sicuro, i ri-
conoscimenti ricevuti lo testimoniano, ma soprattutto lo
testimonia l’apprezzamento della clientela che di paro-
la in parola è diventata una massa enorme. Dice Giulio,
con molta saggezza: “La soddisfazione più grande non
è guadagnare tanti soldi, quelli vanno e vengono, ma
mantenere il buon risultato ottenuto ed essere apprez-
zati dal pubblico come risultato di un lavoro fatto bene,

ottobre 2020 | sala&cucina | 60 | ottobre 2020 | sala&cucina | 61 |


| RISTORANTE | come luogo d’accoglienza. Ristrutturata e adibita ad al-
bergo è diventata un paradiso per coloro che sono alla
ricerca di pace, tranquillità e relax in un ambiente pia-
cevole e raffinato. Poiché di solito chi cerca una pausa

RELAIS CASINA di questo tipo ama anche coccolarsi con buon cibo, la
decisione di aprire il ristorante era scontata. Non dimen-
tichiamo poi che la nostra famiglia dirige una cantina

RICCHI vitivinicola molto conosciuta e apprezzata, la Cantina


Ricchi, una tenuta di quaranta ettari di filari di vigne dove
produciamo vini dei Colli Morenici: l’esperienza così è
completa”.
Ospitalità nella natura, i vini della Il ristorante, una cinquantina di coperti, è aperto la sera
cantina di famiglia, un territorio tutta la settimana e a pranzo e a cena durante il weekend
e completa l’offerta di questa struttura ricettiva dotata
generoso in tavola di tutti i comfort con una cucina ispirata alla tradizione
mantovana, ricca dei prodotti del territorio, resa contem- Ribò fuso di monte Custoza stagionato 24 mesi con tar-
poranea e invitante dallo chef Giorgio Zuanon che pro- tufo autunnale oppure le tagliatelle fatte in casa condite
autrice: Marina Caccialanza pone un menu stagionale impreziosito dall’abbinamento con ragù di faraona e cialda di grana padano; i tortelli di
coi vini della Cantina Ricchi. quaglia, i risotti coi funghi coltivati in loco.
“Il vino è presente in maniera tangibile nell’intera pro- Tutto accompagnato dai rossi o dai bianchi della tenuta
posta – racconta Romina – non potrebbe essere diversa- per un’esperienza gastronomica completa: è il luogo ide-
mente perché è il nostro fiore all’occhiello. Infatti, anche ale e la clientela è vasta, non solo gli immancabili turisti
per i trattamenti estetici della spa utilizziamo prodotti stranieri in estate – siamo a pochi chilometri dal lago di
realizzati con le nostre uve. Il clou della proposta però è Garda – ma i tanti italiani del posto o provenienti dalle
il menu che viene appositamente studiato e costruito per città vicine che anelano la pace e la serenità del luogo, le
l’abbinamento ideale coi nostri vini”. passeggiate nel verde, il relax, un tuffo in piscina e l’ospi-
Ecco che nascono piatti della tradizione contadina di talità generosa della famiglia Stefanoni.
queste terre interpretati in chiave contemporanea come Il Relais Casina Ricchi offre un’esperienza completa nella
il petto di faraona su crema di porri e radicchio rosso quale il cibo è solo uno degli straordinari vantaggi a di-
con riduzione di vino; il riso vialone nano mantecato al sposizione.

Una vecchia cascina ristrutturata immersa tra i vigneti


delle colline mantovane diventa il luogo perfetto per un
weekend romantico all’insegna del buon cibo e del bere
di qualità.
Sembra poco? Allora aggiungiamo la spa, la piscina riscal-
data, 12 camere accoglienti, ognuna delle quali dedicata
a uno dei vini della tenuta. Atmosfera da favola.
A completare lo scenario, un ristorante dove i prodotti
del territorio fanno da trait d’union tra la vigna e la va-
canza rilassante.
La famiglia Stefanoni - i fratelli Claudio e Giancarlo con
le mogli Chiara e Romina - è artefice di tutto ciò. Punto
di partenza la vigna e l’azienda agricola dove la Cantina
Ricchi produce vini dei Colli Morenici, dallo spumante
metodo classico ai bianchi e ai rossi, soffici, strutturati o
invecchiati, accompagnamento ideale per i cibi tradizio-
nali del territorio.
Romina Basso ci racconta come l’idea di aprire un relais
Relais Casina Ricchi
Via S.Rocco 93 fosse scelta naturale, per valorizzare le caratteristiche del
46040 Cavriana (MN) luogo e l’enogastronomia: “La nostra attività è prevalen-
Tel. 0376 804177 temente un agriturismo e, all’interno del podere, c’era
www.casinaricchi.it questa struttura che si prestava perfettamente a proporsi

ottobre 2020 | sala&cucina | 62 | ottobre 2020 | sala&cucina | 63 |


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| PRODUZIONE | cura è posta ai processi di trasformazione - stagionatura e tipologie di formaggi tipici, ma anche estremamente di-
in primis -, confezionamento e distribuzione. versificato in quanto ai formati.
La sede commerciale e amministrativa della società si tro- Se Grana Padano, Parmigiano Reggiano e burro restano
va a Romano d’Ezzelino ( Vi), ma il suo cuore pulsante è senza dubbio le tre colonne portanti dell’offerta, la scelta
rappresentato dai due stabilimenti produttivi: il caseificio tra formaggi italiani ed esteri è ormai diventata quanto
di Camisano Vicentino ( VI), che lavora quotidianamente mai vasta. La proposta, infatti, che comprende sia forme
150mila litri di latte (conferito da aziende agricole abili- intere sia porzionate e confezionate nelle pezzature ri-
tate), per una produzione annua di circa 90mila forme di chieste, va dal Montasio DOP all’Asiago DOP, dal Gor-
Grana Padano casello VI611, e la sede di Busseto (PR), gonzola al Pecorino DOP, passando per l’Emmenthal
dove viene trasformato un volume giornaliero di 25mila bavarese, l’Emmentaler Switzerland, il Gouda, il Brie, il
litri di latte, per una produzione annua di circa 20mila Fontal, l’Edamer e il Maasdam. Senza dimenticare, poi, i
forme di Parmigiano Reggiano casello 2398. formaggi grattugiati e la mozzarella per pizza, disponibile
Da queste lavorazioni derivano poi oltre 3 milioni di kg in tre formati, in modo da soddisfare le diverse esigenze
di burro prodotti ogni anno dalla panna di affioramento. di preparazione: filone, cubettata e alla julienne.

Un impianto di Una partnership sempre più stretta


confezionamento all’avanguardia con Cateringross
Un altro fiore all’occhiello dell’azienda è costituito dal Il portafoglio rivolge un crescente interesse al canale Ho-
reparto confezionamento. Zarpellon, infatti, è stata tra le reca, che rappresenta circa il 40% dei volumi di vendita
prime realtà ad averne uno interno, nel suo sito di Ro- totali. Sul territorio nazionale Zarpellon garantisce con-
mano d’Ezzelino, e può ora contare su un impianto all’a- segne settimanali ed esporta anche in Europa e oltreoce-
vanguardia dal punto di vista strutturale, tecnico e igieni- ano. Nonostante la grave emergenza sanitaria in corso,
co-sanitario, che copre una superficie di oltre 5mila metri per l’azienda il 2020 è stato un anno in cui diversi pro-
quadri. Da marzo 2013, inoltre, è attiva una seconda sala getti sono nati e altri si apprestano a venire alla luce nei
confezione presso il Caseificio di Busseto, in modo che il prossimi mesi. Tra questi, una grande novità presentata
Parmigiano Reggiano possa essere lavorato nella zona di qui in anteprima: a breve Zarpellon diventerà confezio-
produzione, come previsto dai regolamenti. natore ufficiale di Grana Padano a marchio Cateringross,

ZARPELLON Nell’ambito della Ricerca & Sviluppo, negli ultimi due


anni importanti investimenti sono stati indirizzati all’ac-
quisto di macchinari innovativi per le sale confezioni di
sia nel formato in 1/8, sia con il grattugiato da 1 kg, non-
ché di mozzarella julienne da 2,5 kg.

Romano d’Ezzelino e Busseto, in particolare per la grat-


Impianti di confezionamento e di tugia e il confezionamento del Grana Padano e del Parmi-
stagionatura all’avanguardia nel settore dei formaggi giano Reggiano. Di recente è stata implementata anche
La carta d’identità dell’azienda
• Fondazione: 1935, ai piedi delle Prealpi Venete.
la linea di taglio e confezionamento della mozzarella, a • Attività: produzione e stagionatura di Grano Pa-
julienne e cubettata, che sviluppa una produzione media dano, burro e Parmigiano Reggiano; importazione
autrice: Mariangela Molinari
mensile di circa 200 tonnellate. di prodotti caseari da tutta Europa, con grande
sito: zarpellon.it
cura per i processi di trasformazione, confeziona-
L’importanza della stagionatura mento e distribuzione.
Al di là del confezionamento, è anche la stagionatura ad • Filosofia: particolare attenzione alla qualità dei
avere un’importanza notevole. Per questo, nel 2017 pres- prodotti e all’innovazione dei processi, soddisfa-
Tutto ha avuto inizio nel 1935 ai piedi delle Prealpi Ve- Qualità dei prodotti e so il caseificio di Camisano Vicentino è stato inaugurato zione delle esigenze diversificate della clientela.
nete, dove è stata fondata come società commerciale di innovazione dei processi il nuovo magazzino di stagionatura del Grana Padano. La • Stabilimenti produttivi: caseificio di Cami-
prodotti lattiero-caseari. Oggi, con un fatturato di oltre 200 milioni di euro e una sano Vicentino (VI), che lavora quotidianamente
struttura, che ha una capienza di oltre 120mila forme,
Ma nel giro di breve la Zarpellon si è evoluta a realtà 150mila litri di latte, per una produzione annua di
movimentazione annua di più di 35 milioni di chilogram- è dotata delle più moderne strumentazioni per la loro circa 90mila forme di Grana Padano casello VI611;
produttrice, fino a diventare una Società per azioni negli mi di burro e formaggi, la Zarpellon si può considerare a movimentazione automatizzata, oltre che per il controllo caseificio di Busseto (PR), dove è trasformato un
anni ’70, quando è iniziata anche la produzione e sta- buon diritto una delle realtà più importanti nel settore a della temperatura e dell’umidità. È stato ampliato anche volume giornaliero di 25mila litri di latte, per una
gionatura del Grana Padano, nonché la produzione di livello nazionale. Da sempre la sua filosofia è stata quella il magazzino di movimentazione merci presso la sede di produzione annua di circa 20mila forme di Parmi-
burro. di operare ponendo particolare attenzione alla qualità Romano d’Ezzelino, aumentando così del 25% lo spazio giano Reggiano casello 2398.
Negli anni ’90, poi, è passata nelle mani di Luisa e Giusep- dei prodotti e all’innovazione dei processi, cercando di disponibile per lo stoccaggio dei prodotti. • Offerta: Grana Padano, Parmigiano Reggiano
pina Zarpellon, nipoti del fondatore Giuseppe, tuttora al soddisfare le necessità crescenti e sempre più diversifi- e burro; Montasio DOP, Asiago DOP, Gorgonzola,
suo timone, e a partire dal 2006 l’azienda si è espansa, cate della clientela. L’azienda si distingue soprattutto per Formati pensati per ogni esigenza Pecorino DOP, Emmenthal bavarese, Emmentaler
acquisendo lo stabilimento produttivo di Busseto (PR): la produzione di Grana Padano, Parmigiano Reggiano Essendo sia produttrice che distributrice, l’azienda mira Switzerland, Gouda, Brie, Fontal, Edamer, Maa-
una mossa che le ha consentito di diventare produttrice e burro, ma è anche una delle maggiori importatrici di sdam, formaggi grattugiati e mozzarella per pizza.
a soddisfare i bisogni di tutti i canali di vendita, grazie a
e stagionatrice anche di Parmigiano Reggiano. prodotti caseari da tutta Europa. In questo caso, grande un portafoglio prodotti ampio, con numerose referenze

ottobre 2020 | sala&cucina | 66 | ottobre 2020 | sala&cucina | 67 |


| PRODUZIONE | onda, da porzionare, torte alle mousse soffici su base di prevedibilità della ristorazione e che il flusso dei clienti
pan di Spagna, profiteroles cremosi in vaschetta e soufflé è ormai abbastanza altalenante – aggiunge l’amministra-
al cioccolato. tore delegato –, le nostre monoporzioni diventeranno
ancora più importanti per questo canale, essendo imme-
Benessere, salute e superfood: i nuovi must

PAN
diatamente disponibili e capaci di evitare sprechi in caso
Concretezza alpina e calore medi-
Benessere e salute sono le linee guida seguite nello di un calo imprevisto della domanda”. Un punto fermo,
terraneo: sembrerebbero due carat-
sviluppo di nuove referenze, dopo che da sempre tra anche in questo momento oggettivamente difficile, è il
teristiche opposte e inconciliabili. E,
le priorità aziendali figurano l’assenza di additivi e una rapporto con i grossisti. “La nostra azienda ha puntato
invece, unite e perfettamente fuse,
lista di ingredienti il più possibile essenziale, e dopo che sin dall’inizio a rapporti di fiducia con i clienti. Inten-
costituiscono le fondamenta di Pan,
AZIENDA SOSTENIBILE azienda avviata nel 1888 in Alto
Adige da Giovanni Maria Pan, dal-
da tempo sono ormai proposti solo prodotti senza gras-
si idrogenati. A questo approccio rispondono anche gli
diamo proseguire su questa strada, mettendo in campo
una strategia precisa: puntare su prodotti di successo e
ultimi nati, i Rotolini Superfood, che, colorati, speziati rafforzare la comunicazione verso la ristorazione assieme
la quale quasi ottant’anni dopo, nel
e nutrienti, incontrano a pieno la nuova tendenza saluti- ai nostri grossisti” conclude Karl Dekas.
1967, uscì il primo strudel di mele
stica grazie ai loro ingredienti, i cosiddetti superfood, per
surgelato in Europa. L’intuizione di
autrice: Mariangela Molinari l’appunto. In monoporzioni già cotte, da scaldare solo
Georg Pan di utilizzare la tecnologia
sito: pan.it due minuiti in forno a microonde, sono pensati per chi,
della surgelazione, allora agli albori,
rivolgendosi a un pubblico giovane e attento alla propria
per garantire la freschezza delle sue
creazioni ha rappresentato la chiave
alimentazione, intenda dare varietà al proprio menu. L’azienda in numeri…
Il Rotolino Superfood Quinoa & Kale, per esempio, da ______
di volta per l’attività. Da allora, infat- 35 km di strudel prodotti quotidianamente nello
proporre come piatto vegetariano per un pasto salutare,
ti, a cambiare è stato solo il livello stabilimento di Laives (Bz).
è realizzato con quinoa, kale (cavolo riccio) e peperoni
tecnologico, sempre più avanzato, ______
rossi, affinato con salsa di soia e arrotolato in una sottile
ma ricette e ingredienti mantengono 6mila tonnellate di mele fresche sbucciate
pasta all’olio, spolverata in superficie con una decorazio-
ancora oggi tutto il sapore di quella all’anno.
ne croccante alla curcuma. Il Rotolino allo Skyr e Mirtilli, ______
genuinità.
invece, è uno snack stuzzicante o un dessert da condivi- 500mila snack di pasta sfoglia dolci o salati di
dere, che in una sottile pasta all’olio abbina un cremoso capacità produttiva giornaliera.
Un mix di gusti
Skyr a una preparazione ai mirtilli. ______
alpino-mediterranei
75% la percentuale dell’export in tutto il mondo.
Strudel, specialità regionali, snack di
pasta sfoglia, dessert italiani e pro-
Parola d’ordine: rafforzare
la collaborazione con i distributori …e in parole chiave
dotti base quali pasta sfoglia, facil- ______
“Gli ultimi mesi hanno cambiato il nostro modo di
mente scongelabili e pronti all’uso, Tradizione reinterpretata con entusiasmo:
lavorare – dice Karl Dekas, amministratore delegato
sono le categorie di cui si compone i prodotti tipici della tradizione alpina e mediter-
dell’azienda –. Già prima delle direttive del Ministero ranea sono reinterpretati con curiosità e capacità
il portafoglio prodotti dell’azienda.
abbiamo implementato lo smart working per garantire la di rispondere alle nuove tendenze ed esigenze ali-
I primi, in particolare, rappresenta-
massima attenzione verso la salute dei nostri dipendenti mentari.
no il fulcro della produzione: crudi
e salvaguardare il processo produttivo. In più abbiamo ______
o in fette già cotte, di pasta velo, di
messo in atto un sistema igienico sanitario molto rigido”. Qualità: le specialità surgelate appositamente
pasta sottile all’olio o pasta sfoglia,
L’azienda, che ha ripreso appena possibile le sue at- sviluppate per il canale Horeca, così come l’inte-
dolci (con mela, frutta e quark) o ro portafoglio prodotti, pensato anche per altri
tività nel mondo dell’Horeca, punta ora a rafforzare
salati (con verdura e spinaci). Tra canali distributivi, sono realizzate con ingredienti
la collaborazione reciproca con i distributori. “Il no-
le specialità regionali, invece, figu- di massima qualità, seguendo ricette naturali e
stro sostegno – afferma Karl Dekas – si estende pure a
rano rondelle di mele avvolte da genuine.
una comunicazione digitale con i clienti. Attraverso vide-
delicata pastella, la tipica frittata ______
o-messaggi, per esempio, riusciamo a condividere con- Sostenibilità: tutto il processo produttivo ga-
dolce dell’Imperatore, al naturale
cetti e presentare i nostri prodotti anche senza un con- rantisce il rispetto delle persone, delle risorse e
o con abbinata composta di mele o
tatto fisico, mantenendo alto il livello di comunicazione”. dell’ambiente:
marmellata di frutti rossi, e rotolini
- mele da produzione sostenibile secondo Global
ai crauti o soufflé al formaggio. Ci
sono poi i Minis, piccoli snack dolci
Con le monoporzioni surgelate G.A.P. (Good Agricultural Practices),
Con i suoi prodotti l’azienda altoatesina o salati: sfogliatini di pasta sfoglia da
meno sprechi e food cost precisi - 100% del fabbisogno di energia elettrica dello
stabilimento di produzione in Alto Adige coperto
In questi mesi Pan ha dato un supporto rilevante alla
offre un supporto rilevante alla proporre come stuzzichini, pizzette,
ristorazione, fornendo prodotti di qualità, facili da da energie rinnovabili,
mini-mix con gusti alpino-mediterra- - uso di cartoni in materiali certificati FSC (Forest
ristorazione nei, ideali per snack e come aperiti-
preparare in pochi minuti, di cui è possibile tenere
Stewardship Council).
una scorta e in grado di assicurare un preciso calcolo
vo; mentre la linea Dolce Vita anno-
del food cost. “Dal momento che il Covid ha cambiato la
vera tiramisù in monoporzione o a

ottobre 2020 | sala&cucina | 68 | ottobre 2020 | sala&cucina | 69 |


| HOTEL |

5STELLE
“Il cloud di 5stelle* ci permette
di tenere sotto completo control-

FOOD Service NATIVE CLOUD


lo la gestione di una struttura a
Madonna di Campiglio ed una a
Venezia, azzerando i 300 km che
I CONSULENTI DELLA RISTORAZIONE le separano!”.
autore: Luigi Franchi
Iniziamo con questa riflessione di
sito: hotelcinquestelle.cloud Marco Castelnovi e Antonio Cara-
ti, proprietari di Palazzo Contarini
a Venezia e Hotel & Residence Cat-
turani a Madonna di Campiglio, la
conversazione con Alberto Albrigi,
CEO di 5stelle native cloud pms,
incontrato al TTG di Rimini, poche
settimane fa.
Innanzitutto come vedi la situa-
zione dell’hotellerie e del turi-
smo, in queste settimane dove il
virus ha ripreso a farsi sentire?
“Da azienda che è dalla stessa parte
del mondo del turismo e ha sofferto
gli stessi problemi delle strutture di
ospitalità. Qui in fiera c’è un clima di
riscossa e questo va bene ma occor-
re capire che questa triste vicenda ci
obbliga ad una nuova partenza. Non
dico ripartenza perché una cosa l’ab-
biamo capita: che è necessario rein-
ventarsi, abbandonare le abitudini,
la comfort zone. Questo evento sta
portando nuove modalità di acco-
glienza, fa crescere più rapidamente
l’innovazione tecnologica, con tutto
quello che questo significa in termini
di competenza e di formazione”.
Innovazione tecnologica che è il

Selezione GOURMET
OLTRE vostro core-business. Cos’è 5stelle
300 cloud? Cosa avete inventato?
“Non abbiamo inventato nulla. Ab-
RICETTE
biamo semplicemente colto per pri-
mi un’esigenza; quella di semplifica-
L’ Alta Cucina al Servizio re le procedure. Siamo nati nel 2013
Ricotta di Bufala e Spinaci della Ristorazione Lo strumento indispensabile per proprio partendo da questa fiera che
facciamo ormai da otto edizioni. Da
la gestione di un hotel allora siamo sempre e solo cresciuti
Dalla creatività e dalla sapiente tradizione italiana di De Angelis dando risposta a questa esigenza pri-
hanno preso forma le gustosissime paste fresche Selezione maria degli albergatori: semplificare.
Gourmet dedicate alla ristorazione. Ora siamo un’azienda, non più una
deangelisfood.com Una gamma di ricette esclusive, un ampio assortimento di start-up, con trenta dipendenti e più
formati in grado di soddisfare le nuove tendenze alimentari e le
esigenze di benessere dei consumatori.
Prova tutte le nostre proposte, sono una più buona dell’altra!
ottobre 2020 | sala&cucina | 71 |
Il cloud ha superato anche le forme
contrattuali, infatti il canone è on-
nicomprensivo di tutto, di tutte le
postazioni che il cliente desidera, di
salvataggio dei dati che sono molto
più sicuri, di tutti gli aggiornamenti.
La cosa più importante è il suppor-
to, sul quale investiamo tantissimo,
perché questo servizio va in mano a
tutti in hotel e abbiamo bisogno di
supportare questa gestione”.
Il sistema in sé cosa fa di preciso?
“Tecnicamente è un PMS, Property
Management System, che siamo stati
tra i primi ad utilizzare, ed è un ge-
stionale alberghiero con il quale si
possono gestire prenotazioni, tutti
gli obblighi di legge come ISTAT,
tassa di soggiorno, e quelli fiscali. Si
collega a tutti i portali OTA, a Tripa-
dvisor, ai metamotori e a vendere di-
rettamente online. E poi serve a ge-
stire il cliente prima, durante e dopo
il soggiorno”.
di 2.000 clienti albergatori, in Italia e intelligence che prende tutti i dati Quali sono i vostri concorrenti?
in Europa. Il nostro è un sistema in- che l’albergatore o il receptionist in- “Sembrava un mercato saturo perché
dicato per gli alberghi indipendenti, serisce, dai listini alle camere occu- gli OTA sembravano bastare. Invece
la maggioranza degli hotel italiani, e pate e da chi, canali di vendita, e che lo spazio è ancora immenso perché
per piccoli gruppi alberghieri”. consente di navigare in maniera im- questo è un settore dove si devono
In cosa consiste il vostro sistema? mediata nel trarre informazioni im- ancora riconvertire molte aziende
“Nell’utilizzo del cloud per gesti- portanti per gestire al meglio l’hotel. alla tecnologia”.
re tutte le componenti di un hotel Come fa un albergatore ad ade- Come avete fatto a farvi conosce-
e, quindi, nel poter svolgere ogni rire al vostro sistema? re dal mercato?
tipo di controllo e di mansione sen- “In realtà è molto semplice. Abbiamo “La promozione iniziale è avvenu-
za dipendere da sistemi gestionali cavalcato la rivoluzione del cloud in ta tramite le fiere di settore dove si
che hanno un server proprietario, ambito alberghiero. Cloud significa possono trovare eventuali partner,
con tutto quello che ne consegue. libertà, condivisione e semplifica- oppure consulenti che tornano utili.
Ad esempio con il nostro sistema zione, ovunque ci si trovi ci si può Continuiamo a farle ma la promozio-
non ci sono più necessità costose collegare e lavorare. Quindi anche ne oggi è multicanale. Soprattutto
di aggiornamento. È un sistema che per aderire abbiamo scelto la sem- abbiamo messo sul mercato un siste-
cresce da solo, in continuazione. In plificazione: infatti basta compilare il ma aperto, connessi con una ventina
questo momento è strutturato prin- form che c’è sul nostro sito e viene di sistemi in Italia e all’estero con cui
cipalmente su due livelli di utilizzo: contattato immediatamente. Dei no- dobbiamo integrarci. Penso ai pos
una versione multicorporate che va stri 2000 clienti, 1900 almeno li ab- per la ristorazione che abbiamo inse-
incontro alle esigenze tipiche degli
hotel di catena che deve riconosce-
biamo acquisiti a distanza, questo è
un peccato perché sarebbe stato bel-
rito nel nostro sistema aperto”.
Quanti clienti all’estero avete? IMMAGINARE,
UNIRE,
re ogni cliente, avere a disposizione lo e importante visitare le strutture “La maggior parte sono italiani ma
tutti i dati che consentano di rico- ma non saremmo mai arrivati a que- una decina di giorni fa siamo stati
noscerlo immediatamente e di dare sto numero importante. Facciamo accreditati, unico fornitore italiano,

CREARE.
risposta ai suoi bisogni, dalla camera configurazione, demo e formazione ai Logis de France, quindi i 400 ho-
ai piani alti al tipo di colazione che online. Senza togliere la disponibili- tel aderenti a questa organizzazione
predilige, giusto per fare degli esem- tà ad essere presenti ogni volta che possono diventare nostri potenziali
pi. L’altra versione è una business l’albergatore ne avverte la necessità. clienti”.
Un olio Zucchi è frutto dell’arte del blending: la capacità di selezionare
oli extra vergini differenti per dare vita a qualcosa di unico.
ottobre 2020 | sala&cucina | 72 | Scopri tutta la gamma su zucchi.com
[EVENTI]

KEN FOODS
LA PANNA NON È TUTTA UGUALE
autore: Guido Parri
sito: ken-foods.com

servare in luogo fresco e asciutto, a


temperatura inferiore ai + 20°C).
Senza glutine.

Ken Làctea 35%


Ken Làctea 35% MG, senza zucchero,
confezione da un litro, combina le
caratteristiche ed i vantaggi che de-
sideriamo avere sempre nelle panne
da montare e nelle panne da cucina:
il sapore della panna fresca, la mas-
sima cremosità e freschezza in boc-
ca, senza rinunciare ad una buona
performance che rende più facile il
lavoro di ogni giorno.
La panna non è tutta uguale! Con importante? Aver dimostrato e fat-
questo assunto la filiale italiana di to capire che la panna non è un in-
Ken Foods, azienda appartenente al grediente da banalizzare, come di Ken Nata 38%
gruppo spagnolo Liasa, Lacteos In- solito avviene, anzi. Per ogni ricetta 100% Panna, in Spagna panna si tra-
dustriales Agrupados, specializzato ci vuole una panna con determinate duce Nata!
nella produzione di panna e derivati caratteristiche da usare nel migliore Senza aggiunta di carragenina o sta-
lattiero caseari da montare e da cuci- dei modi, come ha fatto Danilo Angè bilizzanti. 0% Additivi. Colore bian-
na (UHT e pastorizzati) per uso pro- durante la presentazione. co. Ken Cream 38% (senza carrageni-
fessionale nel settore food service, Una lezione di grande utilità, an- na) selezionata dalle migliori materie
pasticceria e ristorazione, ha deciso che per i distributori che devono prime, fornisce ai professionisti le
di realizzare giornate formative proporre queste referenze. Alcune di migliori caratteristiche funzionali e
per i clienti dei distributori spe- queste sono state utilizzate da Danilo organolettiche. Senza glutine.
cializzati nel food service. Angè nel corso dell’evento.
Queste giornate vedono la presenza Ken Làctea Sugar
di uno chef, Danilo Angè, che è testi- Ken Culinario Ken Làctea Sugar combina le carat-
monial di un’azienda leader nella ide- Già pronto per essere miscelato con teristiche ed i vantaggi che deside-
azione di sifoni, indicati anche per la qualsiasi ingrediente nella prepa- riamo avere sempre nelle panne da
panna. In una di queste lezioni, svol- razione dei tuoi piatti, rende le tue montare e nelle panne da cucina; il
tasi da Lamberti Food, socio Cate- ricette più sane grazie al suo basso sapore della panna fresca, la massi-
ringross di Cava de’ Tirreni (SA), contenuto di colesterolo. ma cremosità e freschezza in bocca,
Danilo Angè ha realizzato alcune ri- Grazie alla tecnologia UHT, ha 9 senza rinunciare ad una buona per-
cette utilizzando le diverse referenze mesi di vita utile e non ha bisogno di formance che rende più facile il lavo-
di panna Ken Foods. Il risultato più essere conservato in frigorifero (con- ro di ogni giorno.

ottobre 2020 | sala&cucina | 74 |


[EVENTI]

FOOD MARKETING FESTIVAL


UN EVENTO DA NON PERDERE morellina
Mousse alla mandorla bianca
con composta di more e fondo
autore: Luigi Franchi
sito: foodmarketingfestival.it croccante al pralinato.

prenditori moderni, ascoltando i


suggerimenti di Giuliano Lanzetti e
degli altri formatori dello staff di
Pienissimo. Particolarmente brava
Daniela Morgese, esperta di risorse
umane, che ha sviluppato un sistema
per mettere ordine in se stessi e di-
ventare persone in grado di rendere
felici le altre persone (dipendenti e
clienti di un locale) di rara efficacia.
Non racconteremo dei contenuti
delle lezioni perché è giusto parte-
cipare per capire, e perché vivere
un momento come quello aiuta a
credere nel futuro della ristorazio-
ne. I partecipanti sono ristoratori che
Il 18 ottobre scorso si è svolta la se- di formazione particolarissimi, fu il non sono famosi, come la stragrande
conda edizione del Food Marketing primo in assoluto a svolgere corsi maggioranza della categoria, che non
Festival a Rimini. L’organizzazione per centinaia i ristoratori riuniti in hanno ego e che vogliono solamente
di questa giornata formativa è di Pie- un’unica giornata e in unico am- migliorare il loro livello di servizio.
nissimo, la società fondata da Giu- biente: era il 2013. Da allora la sua Una platea che non si incontra
liano Lanzetti, il titolare del Boun- fama è solo cresciuta, dovuta al fatto nei congressi gastronomici o sui
ty di Rimini, un pub pizzeria storico che alle parole faceva seguire i fatti, media, ma che rappresenta lo zoc-
della riviera romagnola, aperto alla era uno di loro, dei tanti ristoratori colo resistente di un settore che
fine degli anni Ottanta e inserito nei che, ogni giorno, devono fare i conti in Italia vale 84 miliardi di euro.
primi 50 locali migliori al mondo. con un mestiere difficilissimo e com- Sono numerose le iniziative, oltre al
Tutto è partito proprio da questo plicato. Questa è stata la chiave di un Food Marketing Festival, organizzate
locale, dove il primo anno si segnò successo meritatissimo che si è pale- da Giuliano Lanzetti e da Pienissimo.
una perdita consistente, che Giulia- sato in questa edizione di Food Mar- Una, in particolare, andrebbe vista
no Lanzetti decise di capire come ge- keting Festival. Nella grande sala e partecipata: si tratta della giorna-
stire nel modo migliore le strutture del Palacongressi di Rimini 3.600 ta dedicata a Camerieri venditori,
ristorative. Fece un lavoro intenso di sedie hanno accolto, rispettando si svolge sempre a Rimini due volte
studio, di sperimentazione sulla sua rigorosamente il distanziamento, all’anno e vi partecipano i titolari con
pelle, vinse la scommessa e decise 1.800 ristoratori arrivati da ogni i loro dipendenti di sala. La Donatella Premium fa parte di Progetto FornoItalia, il grande polo italiano
di fare una cosa che dovrebbero parte d’Italia e dall’estero. Infine Lanzetti ha dato vita a un’A- dedicato alla produzione e distribuzione di prodotti bakery e pasticceria
fare tutti gli imprenditori veri: im- Milleottocento, in un giorno solo, cademy, con corsi di quattro giorna- surgelati d’eccellenza, creato federando marchi storici italiani e dedicato a
parare, ottenere e restituire. Con venuti a fare formazione su come te, che affronta le problematiche più chi vuole poter contare quotidianamente su una ampia gamma di prodotti di
questo principio iniziò a fare corsi attrarre i clienti, su come essere im- importanti e attuali del settore. qualità, forniti da un partner unico con un altissimo livello di servizio.
Progetto

ottobre 2020 | sala&cucina | 78 |


[NOVITÀ]

L’AFFUMICATA UNIKA
L’AMORE PER L’INNOVAZIONE
E PER IL TERRITORIO
autore: Guido Parri
sito: centrocarnicompany.com

unico. La stagionatura segue “il suo


tempo”: il prodotto, adagiato in ap-
positi affumicatoi, assimila l’essenza
che è data dal profumo del legno. Gli
stagionati del Montegrappa Unika ri-
spettano, infatti, i tempi dettati dalla
materia prima e dalla storia salumie-
ra di questo luogo. Attraverso questi
prodotti a marchio Unika, Centro
Carni Company ha voluto esaltare
le caratteristiche delle materie pri-
me utilizzate, trasformando le carni
in prodotti dal sapore raffinato ma
intenso. Una gamma nuova nel suo
genere, pensata per la ristorazione.
La voglia di sperimentare e innovare nelle prealpi Venete, ed è proprio Un consiglio in cucina…
è una prerogativa di Centro Carni qui che questi prodotti trovano il Potete proporre l’Affumicata in
Company, che da sempre ha cer- microclima ideale per maturare e modo semplice ma sfizioso, serven-
cato di non produrre “solo carne”, acquisire un gusto unico. La ricetta dola sul del pane toscano caldo.
bensì un prodotto all’altezza delle degli Stagionati Unika nasce da Potete anche creare uno sfizioso cro-
richieste di mercato. Da questa am- un insieme di ingredienti natura- stino in cui il gusto deciso dell’Affu-
bizione sono nati “gli Stagionati del li, come vuole la tradizione, utiliz- micata incontra il radicchio, tritato
Montegrappa” firmati Unika. Oggi vi zando spezie finemente tritate, che finemente , o in alternativa, verdure
raccontiamo l’Affumicata, una preli- conferiscono al prodotto un sapore stagionali.
batezza dal gusto deciso che si pre-
sta a diverse preparazioni culinarie.
L’Affumicata di Scottona di Aber-
deen Angus Sired, realizzata con la
punta di petto, saporita e invitante,
si caratterizza per la presenza di un
equilibrato binomio tra carne magra
e carne delicatamente più grassa.
Ottima per la realizzazione di sfi-
ziosi finger food, golosi antipasti e
non solo. La storia degli “Stagionati
del Montegrappa Unika” ha origine
nell’omonimo luogo, localizzato

ottobre 2020 | sala&cucina | 80 |


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