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9/12/2020 Pezzi d’argento contraffatti narrano delle migrazioni delle tribù d’Israele a Caanan – Mosaico
L’articolo evidenzierà le prove di una grave carenza di argento nel Levante durante la
prima età del ferro, tra il 1200 e il 950 a.C., anni in cui le tribù di Israele si stabilirono
nella terra di Canaan. Un periodo in cui vennero prodotti manufatti argento con un’alta
percentuale di rame, che poteva arrivare fino all’80%.
Lo studio fa parte della tesi di dottorato di Tzilla Eshel sotto la supervisione di Ayelet
Gilboa, entrambi dell’Università di Haifa, e di Yigal Erel e Naama Yahalom-
Mack dell’Università Ebraica. A partire dall’analisi di dati relativi ai siti archeologici di
Beit She’an, Megiddo e Ashkelon risalenti a quel periodo, si postula che la carenza di
argento e l’instabilità potrebbero essere fra le cause della migrazione delle tribù di
Israele dall’area da Haran a Canaan.
Poiché in quel tempo era ancora stata coniata alcuna moneta, si commerciava
utilizzando pezzi d’argento non uniformi, cosicché la quantità di argento contenuta in
ogni pezzo rivestiva un’importanza fondamentale. Il fatto che “la piccola percentuale di
argento nei pezzi fu mescolata [anche] con altre sostanze come l’arsenico (che li faceva
apparire del colore dell’argento), rafforza l’ipotesi che almeno per una parte di quel
periodo si producessero intenzionalmente dei falsi” per poter commerciare, hanno detto i
ricercatori. Non ci sarebbero prove conclusive di alcuni fatti, tuttavia l’impossibilità di
ottenere il prezioso metallo avrebbe portato a produrre dei pezzi contraffatti. “È
probabile che abbiano utilizzato del denaro che era già nell’area nei periodi precedenti,
aggiungendovi del rame dell’area di Timna”, hanno aggiunto.
Nel suo studio, Tzilla Eshel scrive che: “Nel Libro di Ezechiele, al capitolo 22, il profeta
profetizza come D-o, adirato con i figli d’Israele, affermi: ‘Figlio dell’uomo, il popolo
d’Israele è diventato una scoria per me; sono tutti rame, stagno, ferro e piombo lasciati
all’interno di una fornace’. La frase è ovviamente una metafora del rapporto tra D-o e i
figli di Israele – conclude -. Ma, in pratica, è del tutto possibile che descriva una realtà
all’epoca familiare: un lingotto d’argento veniva mescolato con vari metalli come stagno,
ferro e minerali”.
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